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| | rago PARTE SECONDA "Basta volgere lo sguardo a Oriente, per arrivare là dove l'animale fantastico per eccellenza s'intreccia con la vita di tutti giorni e la storia, tanto da essere parte integrante dell'immaginario di ogni uomo."
Quanto più l’umanità ha preso coscienza di sé, tanto più ha perso il rispetto per il mondo animale. Questo vale un po’ per tutte le società umane; eppure volgendo lo sguardo ad oriente troviamo ancora tracce di un tempo in cui il rispetto lo capivamo davvero: siamo meno di un battito di ciglio nella storia di quell’evoluzione, che dura da più di tre miliardi e mezzo di anni. Nella mitologia cinese gli animali hanno avuto tanti significati, magici e antichi, che nel passato hanno indotto paura, rispetto e venerazione. Il più grande di tutti, quello che racchiude in sé le caratteristiche più positive di tutte le creature del creato, ha ancora oggi un posto d’onore nel cuore degli uomini: il Drago.
Le origini del mito del drago nella cultura cinese sono antichissime e finiscono per perdersi nella preistoria. Si può fare qualche datazione approssimativa: secondo le ultime teorie, la civiltà neolitica Yangshao, che contribuì a diffondere le prime tecnologie in Asia fin dal 3000 a. C., già adorava qualcosa di molto simile a un drago. Queste conoscenze ci arrivano più che altro dalle raffigurazioni trovate sui reperti archeologici e da antichi testi come il Libro dei Monti e dei Mari (Shanhai jiing), un’opera che raccoglie i resti molto frammentari di testi molto diversi fra loro, che spaziano dalla mitologia alla filosofia, dalla medicina all’araldica, il tutto più o meno databile in torno al IV secolo a.C. Long (o Lung), il drago, protettore dell’Est, è il collegamento fra Cielo e Terra, fra divino e mortale. Long è vapore acqueo, che scorre fra il suolo e le stelle e li congiunge in un unico elemento. Per questo il drago divenne ben presto un simbolo di regalità, il suo mito si collega ad una cultura basata sull’appartenenza al clan e al culto degli antenati.
Nel Libro dei Monti e dei Mari, Yinglong (il drago Ying) è il dio della pioggia e della siccità. C’è sempre una forte associazione del drago con l’acqua, che è portatrice di vita, ponte fra terra e cielo ma, all’occasione, anche veicolo di distruzione. Così ogni imperatore della Cina, fin dalla primissima dinastia, gli Xia (2100-1800 a.C.), ha cominciato ad annoverare fra i propri progenitori un drago, per dimostrare la propria origine divina. Ma l’immagine del drago, come viene ancora oggi tramandata, risale più o meno al periodo della dinastia Song, che regnò sulla Cina dal X al XIII secolo dopo Cristo, dopo il tumultuoso periodo detto delle Cinque dinastie e Cinque Regni.
L'animale perfetto
Ma che aspetto aveva e ha tutt’ora Long? Corpo sinuoso, serpentino, coperto da squame di pesce indistruttibili, separate fra loro da ciuffi di pelo setoso. Le zampe sono quelle della tigre e hanno cinque artigli di falco o aquila. Il cranio baffuto è simile a quello del cammello e le orecchie sentono come il placido bue, mentre gli occhi sono quelli del gambero, tutte le caratteristiche migliori di ogni animale, come dice la mitologia. Viene spesso rappresentato con una perla tra gli artigli, simbolo di purezza, saggezza, ricchezza e divinità. Long nasce da un uovo e da piccolo ha le caratteristiche di un serpentello.
Long, che ha un aspetto volutamente spaventoso, rimane un simbolo di forza, saggezza e velocità. Long domina la natura, viaggia nel cielo di mezzogiorno perché è al di sopra dell’ora più calda della giornata, tutte le cose più sacre e potenti portano il suo nome, come il trono dell’imperatore, il Trono Dei Draghi. Ecco quindi che da simbolo della potenza della natura, diventa simbolo dell’uomo (l’imperatore) che domina su tutto e tutti. Le zampe del drago cinese hanno cinque artigli, perché il grado dell’imperatore è il più alto, il quinto. Durante le ultime tre dinastie, Yuan, Ming e Qing (più di settecento anni di storia), fu decretato per legge che soltanto la famiglia del divino imperatore poteva portare il simbolo del drago, che cominciò così a essere rappresentato ovunque nella vita del sovrano, in ogni più piccolo particolare, dagli utensili di tutti i giorni alle vesti ufficiali. Tanto più che il Celeste Impero (la Cina, appunto), finì per assumerlo come simbolo anche sulla bandiera, vicino a un sole rosso su sfondo giallo. Nella Città Proibita (sede dell’imperatore), si può ammirare Lo Schermo dei Nove Draghi, una costruzione in ceramica policroma di rara bellezza, dove le nove creature si avviluppano in una strana danza davanti a un cielo pieno di nubi. E proprio nove, sono le specie in cui si dividono i draghi cinesi
Tutti i draghi della Cina Il drago celeste, Tianlong, protettore della dimora degli dèi della mitologia cinese. Narra la leggenda che in epoca remota, l’Imperatore del Cielo, vedendo che gli uomini erano malvagi, provocò un’enorme inondazione (vi ricorda qualcosa?). Le case vennero spazzate via e ben presto tutta la Cina finì per essere sommersa dall’acqua. Un giovane eroe, Da Yu, forse per sincera bontà di cuore, forse per emulare il padre Gun, anch’egli un idolo delle folle, ebbe pietà degli uomini e chiese di intervenire. L’Imperatore del Cielo decise che gli uomini avevamo sofferto abbastanza e diede a Da Yu una gigantesca tartaruga e un drago per risanare la Terra. Con la tartaruga e lo Xirang, una polvere magica in grado di domare le acque, Da Yu riuscì nella sua impresa e il drago creò i fiumi e i laghi per rendere la terra fertile e i poveri umani poterono festeggiare lo scampato pericolo.
Il drago dei Tesori Nascosti, Fucanglong, tiene fede al suo nome e richiama miti più occidentali, che collegano, in piccola parte, la mitologia cinese con quella greca e germanica (dove i mostri a guardia di tesori abbondano). Questo connubio risale a circa tremila anni fa, ad un’invasione della Cina da parte di un popolo indoeuropeo chiamato dagli studiosi Tokhariano e Quan-Rong dai cinesi; rong è il barbaro occidentale.
Il drago serpente (il drago “arrotolato”), Panlong, mantiene l’antico legame con le acque dei suoi antenati mitologici: vive sotto i mari e i fiumi. Nelle leggende popolari quasi ogni fiume o lago ha la sua personificazione in un drago; un concetto ripreso poi dai giapponesi nel mito dei kami.
Il drago giallo, Huanglong, ha una particolare importanza mitologica dato che è colui che emerse dalle acque come il Sole, per insegnare al primo mitico sovrano cinese Fu-Shi la forma d’arte e d’espressione più importante per gli orientali: la scrittura. Lo stesso Fu-Shi, colui che diede a Da Yu lo strumento per misurare il mondo, era sposato con Nu-Kua, i due vengono raffigurati con code di drago intrecciate; lui ha in mano il compasso simbolo del Cielo, lei la squadra, simbolo della terra.
Il drago alato ( al contrario di quelli occidentali, di solito, i draghi cinesi non hanno ali) ha a che fare col vento e si chiama Yinglong. Può essere identificato con Fei-Lian, dio cinese che trasporta i venti in un sacchetto. Può assumere la forma di un drago dalla testa umana, con le ali e una coda di serpente. Nella sua forma umana si chiama Feng Bo. È una testa calda, ma il più bravo arciere del mondo, Shen-Yi, lo tiene sotto controllo.
Il re dragone a capo di un quartetto di suoi simili (a volte è sempre lui grazie a una sorta di dono dell’ubiquità), è a guardia dei quattro mari e controlla i quattro punti cardinali. Ebbe molto seguito durante la dinastia Tang (618-907 d.C.).
Il dragone spirituale (drago-spirito), Shenlong, comanda i venti e le piogge. È a lui che la superstizione popolare si rivolge in caso di siccità. Esaudisce i desideri.
Il drago del sottosuolo (o delle profondità della Terra), Dilong, vive sottoterra e ha accezioni vagamente negative, a seconda del mito.
Infine c’è il drago cornuto, che viene chiamato Jiaolong ed è quello che si identifica con l’imperatore. È il più potente dei nove, può produrre la pioggia ed è il simbolo dell’Est e del Sole. Si accompagna spesso alla fenice, con la quale appartiene a un mitologico quartetto molto importante per gli orientali: "Coloro che hanno lo Spirito”. Bai Hu la tigre (o l'unicorno Ki-Lin), capo delle bestie coi peli e guardiana dell’Ovest; Gui Xian, la tartaruga, guardiana del Nord che rappresenta gli animali con la corazza; Jiaolong protegge l'Est e con la fenice piumata, Feng, guardiana del Sud, forma una specie di doppio mitico. "Il drago che si alza e la fenice che plana" è un modo di definire un uomo di grande cultura. Un uomo a cavallo di un drago e una donna che vola su una fenice rappresentano la coppia perfetta.
Non mancano poi tutta una serie di draghetti minori, classificati proprio come se fossero una specie animale. Nella classificazione dei draghi cinesi sono importanti i colori, che hanno un loro significato simbolico molto complesso, tanto diverso da quello di noi occidentali.
I draghi neri vivono a nord. Sono causa delle tempeste perché si scontrano fra loro nel cielo. Vivono mille anni. I draghi blu hanno il manto del colore più puro che si possa immaginare, portano la primavera e prevedono il futuro. Vivono a est. I draghi gialli sono solitari e compaiono solo quando c’è bisogno di loro. Tuttavia sono i più diffusi e i più amati. I draghi rossi stanno ad ovest e come i draghi neri causano le tempeste coi loro combattimenti. I draghi bianchi sono i più rari, vivono a sud e sono il simbolo della morte.
I draghi ci mettono cinquecento anni per diventare grandi e altri cinquecento perché gli spuntino corna o artigli. Possono assumere forma umana, hanno un rigido codice d’onore ma accettano offerte per placare la loro ira. Possono avere un bel caratterino, non tutti sono saggi, non sono mai infidi o meschini, neanche i più malvagi. Un drago incute sempre rispetto e ispira venerazione. Non disdegnano di farsi quattro passi tra i mortali, quando ne hanno voglia. Non sono tutti invincibili. Per svariati motivi temono il ferro, la cera d’api, i millepiedi, le tigri e i filamenti di seta dei loro cinque colori: rosso, giallo, blu, nero e bianco.
Naturalmente non mancano tutta una serie di personaggi-drago che popolano leggende più o meno tragiche o spiritose e vengono usati per decorare gli oggetti più disparati. P’u-lao è lo strillone del gruppo, che emette urla assordanti quando viene attaccato. Di solito lo si trova raffigurato sui gong. Ch’iu-niu è meno chiassoso e più dolce, perché è il drago della musica che fa bella mostra di sé intagliato sugli strumenti musicali. Pi his è il drago della parola scritta e lo trovi sulle copertine dei libri antichi o sulle ancora più vecchie tavolette di pietra. Pa hsia è il più forte e protegge i monumenti e le costruzioni. Chao feng è il più coraggioso e protegge I templi. Ha a che fare col fuoco e somiglia alla fenice. Ch’hi wen viene rappresentato sui piloni dei ponti per proteggerli dagli incendi. È un drago d’acqua. Il più feroce è Yai tzu. E lo si trova intagliato sulle else delle spade. Pi han lo trovi sulle celle delle prigioni, ed è facile all’ira. Suan ni è un tranquillo e un saggio, si limita a guardare il mondo che gli scorre davanti agli occhi e viene spesso raffigurato ai piedi di Buddha.
Se ne vedete uno, nei vostri viaggi a Oriente, ora forse saprete come chiamarlo.Continua...
Fonte: wikipedia e AiresisEdited by chiara53 - 4/5/2018, 18:47
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