Il Calderone di Severus

Il Club delle Sadiche Fanwriter

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view post Posted on 3/12/2008, 16:46
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I ♥ Severus


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Ricordatevi che il tempo passa e la scadenza del Noviziato si avvicina.

Edited by Ida59 - 25/8/2015, 11:40
 
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view post Posted on 9/12/2008, 13:48
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I ♥ Severus


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Il Blood Giurì ha velocemente votato: Thilwen ha conquistato il cuore di Ida e Astry (c'era da dubitarne?) ottenendo i due voti necessari per essere ammessa al Club delle Sadiche Fanwriter.

Benvenuta Thilwen, nuova Adepta!

 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 21/12/2008, 14:13






Con il voto favorevole di Nykyo e Ida la candidatura della Novizia Sage è accettata.

Benvenuta, nuova adepta!

 
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view post Posted on 21/12/2008, 14:24
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I ♥ Severus


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Per tenere in memoria i punteggi delle più sadiche


Scadenza 31 marzo 2009


 
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view post Posted on 5/1/2009, 13:21
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I ♥ Severus


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Alla data dell'1/1/09 fanno parte del Club delle Sadiche Fanwriter, oltre alle iniziali Adepte:

Aliseia
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Astry
Ellyson
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Nykyo

anche le nuove Adepte che hanno superato il difficile Noviziato:

Galadwen
Ranze
Sage
Thilwen


Edited by Ida59 - 5/2/2009, 15:16
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 5/2/2009, 13:38




Alla data dell'5/2/09 fanno parte del Club delle Sadiche Fanwriter:

Aliseia
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Ellyson
Ida59
Nykyo
Galadwen
Ranze
Sage
Thilwen


e diamo il Benvenuto a :

Querthe!







EDIT di Ellyson: Mancavo io... :cry: :cry: :cry: :cry: mi sono inserita!

Edit di Ida: ho aggiunto la R di Querthe.

Edited by Ida59 - 5/2/2009, 15:16
 
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view post Posted on 17/3/2009, 10:05
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I ♥ Severus


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Alla data del 17/3/09 fanno parte del Club delle Sadiche Fanwriter:

Aliseia
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Astry
Ellyson
Ida59
Nykyo
Galadwen
Querthe
Ranze
Sage
Thilwen


e diamo il Benvenuto a :



Ele Snapey!



Edited by Ida59 - 17/3/2009, 22:58
 
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view post Posted on 17/3/2009, 22:11
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Pozionista abile

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Grazie Ida e grazie carissime colleghe! Come ben sapete mi sento ben poca cosa a confronto di alcune di voi che sono cresciute a pane e sadismo ma cercherò in futuro di impegnarmi di più, per quanto mi sarà possibile... e adesso mi affretto ad aggiungere il banner in firma o altrimenti l'Idone mi sbrindella! :cry:
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 6/4/2009, 13:01




Piccolo dono sadico per il Club.





Edited by Ale85LeoSign - 6/4/2009, 14:58
 
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view post Posted on 6/4/2009, 13:30
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Pozionista sofisticato

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:wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
Ma che bello!
 
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view post Posted on 8/5/2009, 14:56
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I ♥ Severus


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Alla data dell'8/5/09 fanno parte del Club delle Sadiche Fanwriter:

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Ele Snapey
Ellyson
Ida59
Nykyo
Galadwen
Querthe
Ranze
Sage
Thilwen


e diamo il Benvenuto a :

Stefi & Miss Mercyless (Peeves)



Edited by Ida59 - 13/5/2009, 12:45
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 12/5/2009, 15:02




Care adepte,

ormai è trascorso un anno da quando questo club è stato fondato. Il nostro numero è cresciuto parecchio ma la discussione principale del Club, come vedete, ha parecchie ragnatele, salvo i messaggi di routine.
Ma una mente sadica non dorme mai, quindi la sottoscritta, dopo una chiacchierata amichevole con un'altra adepta, ha avuto un'idea, perseverando nell'errore base di pensare. :P

Visto che la votazione per la sfida "Sangue" è ormai alle porte, in proposito, ho pensato che le adepte (nuove in particolare, ma anche le altre) potrebbero elargirci la loro visione del sadico, cosa che si potrebbe rivelare molto utile in sede di votazione, quando tutte noi dovremo esprimere il nostro giudizio sulle prime 3 ff che sceglieremo.


E' un tema molto spinoso, ne sono al corrente, ma legandolo al personaggio di Severus, senza soffermarsi (o anche facendolo) sui libri della Rowling, la possibilità di discutere si amplia moltissimo.

Perchè far soffrire un personaggio scrivendo? Un personaggio che amiamo, soprattutto.
Per mantenerci legate al realistico fatto che la vita non è tutta rose e fiori?
Ma qui non è proprio così, può addirittura essere peggio.
Severus può addirittura essere messo in condizioni inverosimili, che confinano pericolosamente col desiderio di mettere fine a tutte le proprie sofferenze!

Perchè fare una cosa del genere?
Per eroicizzare il personaggio?
Perchè ci proviamo gusto?
O perchè la sua sofferenza è la nostra sofferenza?

Le motivazioni possono essere tante, legate o meno a ciò che ha scritto la Rowling.
Oppure anche a ciò che abbiamo scritto noi.
In merito, mi piacerebbe che ognuno esprimesse il suo pensiero.
Ciò vale anche per la sottoscritta, naturalmente ;)

Il nostro club ha il rosso come colore predominante. Rosso vuol dire amare, ferire, odiare, attraverso una percezione univoca, che non accetta altre tonalità, se non quella della vera passione.
Dal mio punto di vista il sadismo, di io che scrivo, deriva da una sarcastica stesura della realtà che si tinge di questa tonalità. Lo scrittore sadico non si cura di quanto dolore possa arrecare al lettore, guarda solo al suo perfido piacere nel vedere quel determinato personaggio in situazioni di estrema sofferenza trascinando di conseguenza anche il "povero" lettore in una valle di lacrime.

Il sadico sa di avere un'arma a doppio taglio.
Le parole taglienti si incidono nella nostra mente, parole scritte da una persona che ha ucciso ogni speranza e ha reso parecchie delle nostre notti rosse, apprezzando i nostri insulti, sapendo di meritarseli, anzi, mirando proprio a riceverli.
Io sono così e ne vado fiera, come solo una mente distorta come la mia, potrebbe fare.

Care adepte, come ho sempre detto, discutendo a lugo con Tigre, a mio avviso la vostra penna attinge da un inchiostro rosso, da un incondizionato amore per il personaggio che vi da l'energia per scrivere e per far sognare il lettore. Questo lo posso dire per chi conosco. Per le nuove aspetterò di leggere i vostri scritti e votarli.
Ma vi posso dire che la sottoscritta attinge da un fonte più sanguigna, legata squisitamente al dolore, condizionato solo dalle mie esperienze di vita, senza soffrire per le sofferenze che infliggo, ma traendo un vero e proprio divertimento dal sofferto coinvolgimento psicologico che determino.

A voi la piuma... o il coltello, se preferite ;)

 
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Lil_Eveline
view post Posted on 12/5/2009, 19:16




Ale, mi dai la possibilità di discutere di un argomento che tenevo dentro già da un paio di settimane. In passato ho iniziato una fan fiction decisamente sadica. Non l'ho pubblicata su MSS perchè è incompleta, e lo rimarrà.
Mi sono chiesta spesso perchè scrivessi una cosa del genere. Sapevo di far soffrire il lettore e ne traevo un piacere perverso. Era, esattamente come hai detto tu, una soddisfazione anche pensare che le persone potessero odiarmi per tutto il dolore che infliggevo a Severus. Ne ero decisamente compiaciuta.
La situazione è cambiata da un giorno all'altro. Improvvisamente, ho ritrovato tutte le cose che scrivevo nella realtà, mi sono accorta che le persone possono davvero soffrire tanto, e da allora non sono riuscita più a continuare quella storia.
Ero consapevole che la violenza c'era, nel mondo. Ma trovarla in una persona vera mi ha fatto l'effetto di una doccia gelata. Mi sono risvegliata all'improvviso. Così adesso ho un motivo in più per chiedermi cosa mi spingeva a scrivere storie sadiche. Non era un semplice gioco, come pensavo.
Era uno sfogo, una catarsi. Riuscivo ad esternare tutto il male, la rabbia, la violenza che dovevo reprimere per vivere in una società civile. C'è un abisso, però, tra l'immaginare di uccidere la prof che ti ha appena dato un brutto voto e il farlo davvero. E se avessero ucciso una prof davanti ai miei occhi, sicuramente non avrei mai più immaginato una cosa simile.
Quindi, riassumento, per me il "nostro sadismo" è un modo per riuscire ad esternare la violenza che altrimenti dovremmo portarci dentro.
Ma nessuna di noi scriverà mai di dolori reali. Le nostre storie rimarranno incentrate sempre su dolori che non conosciamo, e non potrebbe essere altrimenti. Nessuna madre scriverebbe mai una storia di pedofilia. Nessuna vedova lascerebbe vedova anche la protagonista di un suo racconto. Il nostro sfogo dev'essere virtuale, perchè nel momento in cui ci accorgiamo che quel dolore di cui stiamo scrivendo è reale, la storia diventa un coltello rigirato nella piaga di qualcun altro.
Non voglio dire che storie del genere non esistano. Anzi. E forse fanno anche bene a chi le scrive, visto che permettono di analizzare razionalmente il dolore e riuscire a superarlo in qualche modo. Le nostre storie sadiche, però, sono un accanimento "liberatorio" contro un personaggio, non il racconto di un dolore vissuto in prima persona. In quel caso, nessuno si accanirebbe davvero su un personaggio, ma al massimo si limiterebbe a descrivere la sua sofferenza.
Ecco, io adesso mi trovo assolutamente bloccata. Qualsiasi cosa sadica e "perversa" mi venga in mente, la triste realtà è capace di superarla. Forse, un giorno, ci farò l'abitudine e riuscirò a continuare quel racconto.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 12/5/2009, 21:13




Premettendo che, pur rispettando il tuo pensiero ed essendo dell'idea che chiunque sia libero di pensarla diversamente da me supportato da valide argomentazioni, non mi trovo in accordo su alcune cose che dici. A parte il fatto che, in seguito a questa premessa verrebbe da domandarsi "cosa ci fai qui?", ma comunque sono anch'io dell'idea che per molte cose si vada a periodi, quindi, chissà, magari la vena sadica tornerà prima o poi.

Tralasciando questa premessa e andando a vedere la tua concezione del sadico, premetto che vorrei chiarire un punto.
Anzi.
Un paio di punti.
Vediamoli.



CITAZIONE (Lil_Eveline @ 12/5/2009, 20:16)
Ero consapevole che la violenza c'era, nel mondo. Ma trovarla in una persona vera mi ha fatto l'effetto di una doccia gelata. Mi sono risvegliata all'improvviso. Così adesso ho un motivo in più per chiedermi cosa mi spingeva a scrivere storie sadiche. Non era un semplice gioco, come pensavo.
Era uno sfogo, una catarsi. Riuscivo ad esternare tutto il male, la rabbia, la violenza che dovevo reprimere per vivere in una società civile. C'è un abisso, però, tra l'immaginare di uccidere la prof che ti ha appena dato un brutto voto e il farlo davvero. E se avessero ucciso una prof davanti ai miei occhi, sicuramente non avrei mai più immaginato una cosa simile.

L'essere umano si può scindere in due lati: quello razionale e quello istintuale.
La parte istintuale ci porta a fare i cosiddetti "cattivi pensieri", immaginando o addirittura esprimendo il lato "animale" che c'è in noi. Il tuo esempio di voler trivellare il professore che ha messo il brutto voto.
Il lato razionale (e più o meno adulto nei diversi casi) è quello che ci porta a pensare certe cose, ma al contempo, al sapere che quelle cose non le augureremmo mai a nessuno e, tantomeno, non le faremmo mai.


Certo, c'è una bella differenza tra l'immaginazione e la realtà.
Ma non è questo ciò che voglio evidenziare.
Evidenzio coloro che parlano e ironizzano su queste cose, sapendo di farlo solo verbalmente, sapendo che ciò che dicono o pensano è solo un modo per esorcizzare e affrontare, appunto, l'aspetto negativo che si trovano davanti in quel momento.
Ma nella realtà, discutendo seriamente di questi aspetti, non si permetterebbero MAI di trivellare il professore in questione.

Esternare serve a molto. Può essere che la persona che dice tutto ciò che le passa per la testa sia cugina di una apparentemente rispettabilissima che non direbbe mai queste cose, ma che in realtà la sera esce di casa e va ad ammazzare gli studenti del professore (tanto per stare in tema.)
Insomma, l'abito non fa il monaco, ma la gente, purtroppo, tende sempre a giudicare alle apparenza, senza approfondire. Chi approfondisce e cerca di capire è una persona da sperare di incontrare e tenersi stretta a vita. Garantito.





CITAZIONE
Quindi, riassumento, per me il "nostro sadismo" è un modo per riuscire ad esternare la violenza che altrimenti dovremmo portarci dentro.
Ma nessuna di noi scriverà mai di dolori reali. Le nostre storie rimarranno incentrate sempre su dolori che non conosciamo, e non potrebbe essere altrimenti. Nessuna madre scriverebbe mai una storia di pedofilia. Nessuna vedova lascerebbe vedova anche la protagonista di un suo racconto. Il nostro sfogo dev'essere virtuale, perchè nel momento in cui ci accorgiamo che quel dolore di cui stiamo scrivendo è reale, la storia diventa un coltello rigirato nella piaga di qualcun altro.

Ecco, qui inizio seriamente a dubitare delle tue parole.
Come puoi dire che NESSUNO di NOI scriverà MAI dolori REALI?
Mi meraviglio di questa tua affermazione, mi meraviglio molto.

Quando noi scriviamo una storia e infliggiamo un certo dolore al personaggio, in realtà:
1- o lo infliggiamo comunque a qualcosa che NON esiste.
2- forse alla fine il coltello è diretto proprio verso a noi stessi.

Il dolore annebbia la vista, ma talvolta può riportare bruscamente alla realtà, se riesci a coglierne il residuo aspetto positivo.

Nessuna vedova lascerebbe mai vedova la protagonista del suo racconto? E perchè no? Chi glielo impedisce?
Il trauma ricevuto? Non credo proprio.
Per esperienza personale, ti posso dire che una vedova (il tuo esempio, senza farlo neanche apposta, è calzante) può scrivere, o se non lo sa fare (bontà divina! Qualche persona intelligente ogni tanto si trova!) apprezza storie dove una donna protagonista rimane vedova.
Perchè? Ha forse torto? E' masochista?
Chi sono io per dirlo?
Anzi, scrivendolo, può cercare un modo per esorcizzare ciò che le è realmente successo.
Suo marito è morto? Bene, la vita va avanti. Soffermarsi sul passato a che serve? Sì, certo, a riflettere, a porsi tanti interrogativi, ma la vita va avanti.
Allo stesso modo: a che serve "evitare" il problema e scrivere (o ad apprezzare) in maniera fittizia che la donna in questione si risposerà e sarà per sempre felice e contenta?
Personalmente io apprezzo molto di più il coraggio di affrontare i propri fantasmi, piuttosto che il rifugiarsi dietro a fragili barriere illusorie, sogni che forse potrebbero non realizzarsi mai.
Il discorso da fare sarebbe lunghissimo e non ho intenzione di sminuirlo, nè di tirare in ballo fatti personali. Non è la corsa al mongolino d'oro per "chi ha avuto più sfiga di altri" o viceversa.
E' un raffronto di pensieri che, però, non vuole cadere nel banale.



CITAZIONE
Le nostre storie sadiche, però, sono un accanimento "liberatorio" contro un personaggio, non il racconto di un dolore vissuto in prima persona. In quel caso, nessuno si accanirebbe davvero su un personaggio, ma al ma al massimo si limiterebbe a descrivere la sua sofferenza.

Ribadisco: come puoi dire una cosa del genere?
Come fai a sapere che tutti coloro che scrivono qui dentro lo fanno solo per divertimento?
E, soprattutto, come puoi dire che non hanno vissuto quel dolore che cercano magari di esternare?

Ti faccio un esempio: Harry vede morire Severus. Chi ti dice che chi ha scritto quell'episodio non l'abbia realmente vissuto in prima persona?

Esistono le facciate, le rielaborazioni, le maschere (e questo Severus lo sa bene).
Per quanto una storia, mettiamo ironica, possa contenere ironia, per me può al contempo contenere un'enorme carica di sofferenza che, però, (a patto che sia scritta bene) è talmente ben nascosta da non emergere subito.
Ma solo chi cerca di approfondirla può scorgere l'altra faccia della medaglia che essa può celare.
L'autore può anche mascherarlo talmente bene da non permetterci di capirlo, lasciandoci credere che la sua sia solo una storia volta unicamente ad accanirsi contro il povero personaggio di turno.

Il tuo commento mi è sembrato una banalizzazione di questo club, di coloro che scrivono col loro metodo e che hanno il loro modo di affrontare i propri fantasmi, perchè no, magari crivellando il professore di turno.
 
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Nykyo
view post Posted on 12/5/2009, 21:51




Premessa generale sul sadismo letterario. A volte me lo chiedo io: cosa ci faccio qui?
Sono sincera, e la mia non vuole essere una provocazione, solo una domanda e una riflessione.
E' che se ci rifletto mi accorgo che sono una che ama il cosiddetto angst a lieto fine più che il torturare il personaggio.
Il dolore rende nitidi alcuni aspetti dell'animo umano che perfino nella gioia restano nascosti, per questo mi affascina scrivere di personaggi sofferenti o danneggiati dalla vita, come Severus, come Sirius, come Harry, o anche solo di dispiaceri momentanei, di rovelli esistenziali meno gravi, di pene d'amore.
Per questo e perché è catartico.
Posto che alla fine vada tutto a posto, se è sensato e possibile o rassegnandomi a soffrire moltissimo se non lo è.
Il dolore ci mostra spesso la bellezza delle persone, dell'essere umani, molto meglio di qualunque altra cosa.
Ma temo di essere davvero ben poco sadica.
E quando lo sono lo sono per catarsi.
Che non deve essere per forza da chissà quale tragedia della mia vita, può anche essere soltanto dallo stress abituale di una giornata di lavoro.
Severus poi è nato sofferente dalla penna della sua creatrice, ma io mi rendo conto che da quando lei questa sofferenza l'ha cristallizzata senza possibilità di rimedio la mia vena sadica s'è smorzata.
Non ci sto. Non ci sto alla mancanza di speranza e di una vera seconda chance.
Non ci sto e il mio Severus soffere ancora a modo suo, ma poi trova rivincita e conforto ogni volta che posso darglielo e non intendo più fare la minima concessione a JKR.
Ora il giocattolo è mio e io non mi sono mai divertita particolarmente a smontare i giochi fino al punto di non poterli mai più ricostruire.
Inoltre, leggendo questo topic ho capito che esiste un tipo specifico di sadismo che proprio non ho: non mi interessa far soffrire chi mi legge.
Certo se scrivo una scena di un certo tipo e il lettore soffre è un apprezzamento, nel senso che vuol dire che la scena letterariamente parlando funziona, ma non ho mai inflitto un solore al personaggio pregustando il dolore conseguente del lettore.
Non perché sono buona e santa e non ho mai istinti crudeli, eh, non fraintendetemi.
E' che non scrivo per cose simili.
Purtroppo per me non ho il talento di una vera scrittrice, ma a volte forse ne ho un po' le pulsioni. Scrivo perché devo, perché se no esplodo, perché amo scrivere. Lo amo a prescindere dai personaggi stessi.
Se torturo Severus o chiunque altro quello che mi interessa non è tanto farlo soffrire (a parte l'umanissima catarsi di cui dicevo) è raccontare.
Detto così potrà suonare arrogante ma è ciò che penso e temo che anche in questo di sadismo ce ne sia ben poco.

CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 12/5/2009, 22:13)
Il tuo commento mi è sembrato una banalizzazione di questo club, di coloro che scrivono col loro metodo e che hanno il loro modo di affrontare i propri fantasmi, perchè no, magari crivellando il professore di turno.[/color]

Discussione complessissima e interessante, per quanto delicata.
A dire il vero mi trovo d'accordo a grandi linee con tutto quello che dici.
Sì, si può scrivere di una sofferenza verissima e sperimentata. Si può scrivere anche e proprio per esorcizzarla.
E non è detto che se chi legge ha provato lo stesso dolore soffrirà il doppio, può anche darsi che se l'argomento è trattato nel modo giusto e se il suo animo è così disposto quella persona tragga conforto dalla lettura.

Solo sulla frase quotata non mi trovo d'accordo.
Perchè il parere di Lil dovrebbe banalizzare o sminuire il Club e chi ci scrive? Non è mica un giudizio morale. E' una sua idea che magari Lil fa l'errore di generalizzare, che forse è anche un filo ingenua, ma che non mi sembra voglia sminuire o banalizzare alcunché e che a mio parere non accusa o condanna proprio nessuno.
Non concordo e invece la penso come te quasi su tutto, però alla fine non riesco proprio a cogliere nessuna banalizzazione.

Un'ultima nota perché mi pare davvero importante dire anche questo sullo scrivere i reali dolori umani: a volte la sofferenza va descritta anche perché all'umanità un monito non fa mai male. Ci sono dolori che non si devono tacere perchè non è bene che vengano rimossi e dimenticati dalla coscienza collettiva.
In fondo, perché non dovrebbe valere anche per gli scritti amatoriali?

 
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