Il Calderone di Severus

Posts written by ellyson

view post Posted: 20/3/2024, 20:51 Sfida n. 7 FA+FF: Severus e le Stagioni - Sfide e concorsi di parole e immagini su Severus Piton
Come ho detto non ho visto l'orario e ho aperto il pc per sistemare le dimensioni solo ora.
La prossima volta o avviso o starò più attenta.
view post Posted: 20/3/2024, 09:51 Buon Compleanno Ania_DarkRed86 (Severus Ikari!!!) - Compleanni, Ricorrenze e Affini

Auguri Ania!!!!



Prendi una fetta di torta!



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Edited by ellyson - 20/3/2024, 21:35
view post Posted: 17/3/2024, 18:21 Le favole con Severus Piton - Giocando con Severus
CITAZIONE (chiara53 @ 16/3/2024, 21:59) 
Fantastica!!!
Non riesco a smettere di ridere.
Mi piacerebbe davvero partecipare senza impegno, ma solo per ridere.

Professore, no, no Professoreeeeeee, non è colpa miaaaaa

Impegno? Quale impegno?
Se hai voglia partecipi.
Se non hai voglia leggi.
Non ci sono impegni qui.
view post Posted: 14/3/2024, 13:48 Le favole con Severus Piton - Giocando con Severus

Le favole con Severus Piton



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Premessa: E' un gioco.
Un gioco fatto male. Studiato poco. Per nulla rifinito.
Un gioco a cui tutti possono partecipare.

Uniche regole:
1) la favole deve essere famose;
2) Servono immagini (create a mano, IA, photoshop.... come preferite NON devono essere perfette e rifinite di tutto punto. Severus ha 6 dita? Pace. 3 braccia? Ecco magari quello no :lol: )
3) Severus deve essere praticamente ovunque.
4) Ogni storia deve iniziare con C'era una volta e finire con E vissero tutti felici e contenti.


Rischio di questo gioco: Severus non ne é felice, ma da la colpa ad Elly quindi siete al sicuro da eventuali ritorsioni magiche.

Svolgimento del gioco:
Scegliete la storia, fate qualche immagine e postate il tutto.
Non deve essere perfetto, non servono testi lunghi, non serve niente sostanzialmente.
Fate finta di avere 5 anni e che dovete raccontare una storia.

Scopo del gioco: ridere.
No, davvero, solo ridere.
E schivare i cuscini che un Severus irritato potrebbe lanciare, ma ridere é lo scopo principale.

Disclaimer:
Elly si prende ogni responsabilità.
E' una sua idea balorda nata in un momento di apatia e sconforto.
Non é nato per insultare Severus. Non é nato per sminuire il pipistrellone professore.
E' nato solo perché Elly é masochista e ama far incazzare Piton.



Siete liberi di partecipare.
Siete liberi di guardare.
Siete liberi di ridere.
Siete liberi.
Punto.



Ora mettetevi comodi che Zia Elly vi racconta una storia.

PS: dato che le immagini sono grandine e non ho assolutamente alcuno sbatti per ridimensionarle le metterò sotto spoiler. Anche perché alcune sono di forte impatto visivo. Le immagini sono state create tutte con IA da me. Non sono firmate sempre perché non ho sbatti di farlo.

Pitoneve e i sette nani



Copertina


C'era una volta una bellissima principessa di nome Pitoneve.
La principessa aveva lunghi capelli neri come il carbone, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue.



Era amata da tutti, era dolce e amorevole con tutte le creature del suo regno.
Amava sedersi nel prato del castello e cantare agli animaletti che andavano a trovarla.



Ma la matrigna, la Regina Cattiva, odiava la figliastra per la sua bellezza e la sua bontà.
Voleva uccidere Pitoneve ed essere lei la più bella del reame.



Così ordinò al cacciatore di portare Pitoneve nel bosco e di ucciderla.



Ma il cacciatore rimase ammaliato dalla bellezza della principessa.
Reputò il suo destino troppo ingiusto e la Regina Cattiva solo una donna invidiosa e dal cuore di ghiaccio.
Così disse a Pitoneve di correre nel bosco, di andare via, di nascondersi per sempre e non tornare mai più.



Pitoneve corse tra gli alberi, spaventata dalla ombre del bosco e dalla crudeltà della matrigna che voleva ucciderla.
Non sapeva dove andare.
Non sapeva cosa fare.
Era sola e disperata.
Fino a quando non vide in una radura una casettina abitata da sette piccoli nanetti.



I piccoli nanetti presero subito in simpatia la bella principessa e le offrirono un riparo sicuro dove nascondersi dalla perfida Regina Cattiva.
Per ricompensare la generosità dei piccoli nani, Pitoneve si occupò di loro come una brava mamma.



Ma la Regina Cattiva scoprì presto che il Cacciatore l'aveva ingannata.
Decise che se ne sarebbe occupata le stessa della stolta principessa Pitoneve.
Così si travestì da vecchiette e avvelenò una mela per regalare alla principessina ingenua...



La principessa cadde in un profondo sonno.
Così profondo che i nani la credettero morta. Ma non potevano seppellirla così crearono una teca di cristallo e l'adagiarono sopra per poter rimirare la sua bellezza anche nella morte.



Un giorno un principe passò per caso vicino alla casetta dei nani.



Incuriosito dalla teca si avvicinò a vide il volto della principessa.
Se ne innamorò perdutamente, ma addolorato di averla persa ancora prima di averla conosciuta, decise che le avrebbe dato un bacio.
Un solo piccolo bacio e poi avrebbe portato dentro di se quel ricordo per sempre.



Il Principe non poteva sapere che Pitoneve non era davvero morta, ma la mela avvelenata l'aveva fatta cadere in un sonno incantato.
Un sonno che poteva essere spezzato solo da bacio del Vero Amore.
Quando le labbra del Principe sfiorarono quelle della principessa, questa aprì gli occhi. Non poté che innamorarsi subito del bellissimo uomo che aveva di fronte.
Volò tra le sue braccia e si lasciò trasportare fino al suo cavallo bianco per poi cavalcare verso l'orizzonte e vivere per sempre felici e contenti.




Fine

Edited by ellyson - 1/4/2024, 17:30
view post Posted: 8/3/2024, 13:25 Ida59 - Di baci e d'amore (raccontini illustrato) - Racconti CON pairing: Severus/Personaggio originale
Ma che carina Ida!
Le immagini sono belle, le mie preferite sono quelle nel bosco... forse sarà l'atmosfera incantata.
Una lunghissima serie di baci e di amore che Severus sicuramente merita.
Un mondo nato da un bacio...
view post Posted: 8/3/2024, 11:24 Ele Snapey - Son mali di stagione - Racconti SENZA pairing, epoca Harry a Hogwarts
Ma é meravigliosa Ele!
E' così dolce Minerva e sì per me avevano proprio questo tipo di rapporto.
Un rapporto che a volte sfiora quello di una madre con un figlio. Sono complici, colleghi e amici.
Severus ammalato me lo immagino esattamente così, musone e pesante, che pretende di fare tutto anche se non ne ha le forze.
Proprio Severus.
E' una storia dolcissima e divertente!
Grazie mille di averla scritta.

PS: quel decotto deve essere proprio terribile.
view post Posted: 6/3/2024, 18:49 Gli orrori della IA. - Immaginando Severus
Ognuno si gestisce il proprio Severus interiore. :lol: :lol:
view post Posted: 6/3/2024, 14:41 Gli orrori della IA. - Immaginando Severus
Quella con Rasputin non è brutto.
Ma non é Severus... ma neppure nei miei incubi é Severus. :lol:

Quelle dove cavalca l'unicorno mi é costata una giornata di silenzio stampa e occhiate indignate. :XD: :XD: :XD:
view post Posted: 2/3/2024, 20:41 (Profilo Autore) ellyson - Gli autori di Magie Sinister
Titolo: L’Anatema del Preside Piton
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale
Personaggi: Severus Piton, pers. Originale
Pairing: nessuno… al momento
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Il Preside Piton ha un problema.
La sua soluzione, forse, si trova a Diagon Alley.

Note: Juju é un termine che si usa per indicare un feticcio, spesso usato nella magia nera.



Titolo: Peli di gatto
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale
Personaggi: Severus Piton, se lo dico ora si capisce subito…
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Un pigro pomeriggio di Giugno.

Note: tecnicamente questa storia viene prima di: L’anatema del Preside Piton
view post Posted: 2/3/2024, 20:36 ellyson - Peli di gatto - Racconti SENZA pairing, epoca pre/post Harry a Hogwarts e più epoche
Titolo: Peli di gatto
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale
Personaggi: Severus Piton, se lo dico ora si capisce subito…
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Un pigro pomeriggio di Giugno.

Note: tecnicamente questa storia viene prima di: L’anatema del Preside Piton

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Peli di gatto


È una pigra giornata di Giugno.
La scuola è finita da poche settimane, gli studenti hanno lasciato il castello ed ora è popolato solo da fantasmi annoiati e professori stanchi.
Presto anche loro se ne sarebbero andati via per qualche settimana.
Sarebbe rimasto solo con gli elfi domestici e Gazza.
Perfino Hagrid aveva di meglio da fare durate l’estate.
La noia era una sensazione relativamente nuova per lui.
Negli undici anni che avevano diviso le due guerre - abbastanza per far abbassare la guardia a tutto il mondo magico tranne a lui e Silente - non aveva mai provato noia.
Era sempre stato in guardia, concentrato ad ogni cambiamento, anche minimo, anche il più insignificante. Undici anni con le orecchie tese per sentire ogni sussurro nei vicoli più oscuri di Nocturn Alley, tessendo una fitta ragnatela di contatti che avrebbero attivano i suoi sensi anche al minimo sussurro.
Severus Piton non si annoiava mai.
Severus Piton era vigile, attento, scrupoloso, diligente e pignolo al limite dell’ossessione, ma non annoiato. Mai annoiato.
Eppure, la noia era la sensazione che più caratterizzava le sue giornate durante le vacanze, specialmente quelle estive quando il suo lavoro calava drasticamente. Non lo avrebbe ammesso neppure sotto Imperius, ma si annoiava a morte in quel periodo dell’anno.
Si ritrovava a girovagare per Hogwarts, senza una meta, senza uno scopo; a volte rivivendo vecchi ricordi.
Controllava la sua personale dispensa di pozioni molte più volte del necessario, un paio di occasioni si era messo a risistemare l’ubicazione di ogni ingrediente per facilitarne l’accesso durante una preparazione impegnativa, per poi rimettere tutto com’era prima qualche giorno dopo.
Passava ore tra i corridoi della biblioteca, senza trovare nulla di veramente interessante da leggere, spesso rileggendo tomi che conosceva a memoria.
Esattamente come quel pomeriggio.
In mano teneva un libro che aveva riletto più e più volte; poteva puntare il dito su una pagina a caso ad occhi chiusi e avrebbe ripreso il filo della lettura leggendo solo la prima riga; conosceva ogni rilievo dell’inchiostro, la consistenza della carta sotto i polpastrelli, l’odore della colla che teneva insieme le pagine, il peso della copertina di pelle rilegata.
Una lettura pigra l’avrebbe definita Minerva, uno di quei libri che hai letto e riletto così tante volte che, ormai, non serviva neppure aprire la copertina per rileggerlo.
Per Silente era il numero novantatre della rivista Knitting, tuttavia non l’aveva mai visto con i ferri in mano. Una volta gli aveva chiesto perché la leggesse: Albus gli aveva risposto, con quel sorriso calmo ed irritante, che guardare i lavori a maglia lo tranquillizzava. Osservare i punti intrecciati lo aiutava ad organizzare i pensieri e analizzare una situazione sotto un altro punto di vista.
Quando la maglia non lo aiutava si rivolgeva al pensatoio.
Scosse la testa lievemente, scacciando Silente dai suoi pensieri e tornando a mettere fuoco le parole del libro.
Aveva perso il filo a metà della pagina, ma non gli interessava, riprese una frase a caso e andò avanti con la lettura.
Ci fu un rumore inaspettato in quel pigro pomeriggio assolato.
Un verso che non credeva di sentire ancora tra quelle mura.
Un miagolio.
Abbassò il libro lentamente.
A poca distanza c’era un gatto. Un bel gatto striato da varie tonalità di grigio che lo fissava.
Incontrare un gatto per il castello non era affatto strano.
Se i gufi si vedevano solo la mattina e i rospi stavano per la maggior parte nei dormitori dei rispettivi padroni, i gatti erano un’altra storia. Chi portava un gatto come famiglio veniva avvisato che i felini spesso si nascondevano nel castello, a volte per giorni, era successo che qualcuno non fosse mai rientrato dal proprio padrone.
I gatti erano animali a cui piaceva esplorare, non era raro che uno studente tornasse a casa senza il proprio animaletto per poi trovarlo ad attenderlo al rientro delle vacanze.
Non era, comunque, questo il caso.
Conosceva molto bene quel gatto, era una sua vecchia conoscenza, un amico a cui piaceva stare accanto a lui mentre leggeva nella solitudine del cortile.
L’animale miagolò.
Aveva imparato ad interpretare anche i suoi miagolii.
Sono qua, Severus.
- Non sono dell’umore giusto oggi. - replicò tornando a posare gli occhi sul libro.
Aveva perso, di nuovo, il filo. Lettura pigra, avrebbe ripreso da un punto a caso.
Il gatto miagolò di nuovo.
Non mi ignorerai.
- Lasciami in pace a leggere questo libro.
Un miagolio più basso.
Noioso.
Non alzò lo sguardo dalle pagine. Non avrebbe dato questa soddisfazione ad un gatto.
Voltò il foglio lentamente, a dire il vero non aveva finito di leggerla, ma non era importante.
Sentì l’animale avvicinarsi e miagolare di nuovo. Un miagolio lungo.
Prestami attenzione, Severus!
Abbassò il volume con un sonoro sospiro: il gatto si era avvicinato alle sue gambe.
- No.
Una sola parola detta con tono autoritario, con sicurezza e determinazione.
Ma stava parlando con un gatto e, si sa, i gatti se ne fregano di quello che dicono gli umani.
In più la sua reputazione, finita la guerra, era paragonabile solo a quella di uno gnomo da giardino.
Come si fa a temere Severus Piton, la grande spia di Silente, quando si scopre che ha pianto per anni per una donna?
Non si teme più. Ecco la verità.
Tutti vogliono vedere quello che c’è dietro il mantello nero. Dietro gli occhi di tenebra. Dietro le labbra serrate.
Pietà e compassione, queste erano le emozioni che ora il suo nome ispirava.
Una volta era timore e disgusto, perfino odio.
Nelle giornate in cui si trovava costretto a partecipare alle commemorazioni che venivano organizzate dal Ministero della Magia si ritrova a rimpiangere quei momenti. A volte rivoleva le occhiatacce sgradevoli o i borbottii alle sue spalle pieni di diffidenza.
Ora si ritrovava a schivare mani tese, occhiate colme di falso affetto, parole di conforto che suonavano ipocrite alle sue orecchie.
Quelle stesse persone che ora lo osannavano erano le stesse che fino a qualche anno prima volevano vederlo rinchiuso ad Azkaban o direttamente sotto le labbra raggrinzite di un Dissennatore.
Per non parlare delle lettere di anonime ammiratrici che gli erano arrivate il primo anno dopo la fine della guerra, durante la sua fin troppo lunga ed estuante riabilitazione al San Mungo. Rivoltante.
L’animale camminò lentamente nella sua direzione, deciso ad accomodarsi sulle sue gambe.
- No no no no no no no. - disse velocemente il Preside abbandonando il libro e allungando una mano per fermarlo – Ho detto no!
Alzò gli occhi al cielo nel momento in cui il felino si posizionò sul suo inguine. Girò in tondo un paio di volte, sbattendogli la coda sul volto spigoloso, incurante delle sue proteste e del goffo tentativo di fargliela abbassare.
Come parlare ad un muro peloso. Reputazione da gnomo da giardino.
- Fai sul serio? – domandò irritato, spostando la punta della coda pelosa dal naso adunco.
Il gatto, in risposta, iniziò a massaggiargli una coscia con le zampette, poi si sdraiò.
- Siamo comodi?
Il miagolio fu lungo, quasi soddisfatto.
Sì, grazie.
Sospirò rumorosamente, tentando di far capire al gatto che non gradiva affatto quel trattamento.
Poteva alzarsi e tornare ad Hogwarts, ma si stava bene al parco, con la luce che stava lentamente calando, il castello avvolto dalla luce dorata del tramonto appena iniziato.
Riprese il libro e tornò a leggere o, per lo meno, ci provò per il primo minuto.
Un miagolio acuto, vagamente irritato.
Abbassò il volume incontrando lo sguardo dell’animale.
- No. – ripeté.
Un altro miagolio, ancora più acuto. Ancora più irritato.
- Non ho intenzione di cedere.
Vide una zampetta alzarsi e il luccichio minaccioso delle piccole unghie.
Vuoi che ti graffi?
- Sei impossibile. – decretò prendendo la bacchetta e picchiettandolo su libro.
Il tomo cambiò forma: divenne più piccolo, la copertina pesante di pelle fu sostituta da una meno rigida, di semplice cartone. Le pagine non erano di carta raffinata e sottile, ma semplice carta da recupero. Non odorava di antico, ma di colla e inchiostro scadente.
Aprì il libro verso la metà, dove c’era come segnalibro una vecchia figurina delle cioccorane. Era così vecchia, sbiadita e stropicciata che perfino Merlino si rifiutava di tornarci.
Iniziò a leggere ad alta voce, lentamente; senza che se ne rendesse del tutto conto, una mano iniziò ad accarezzare il gatto.
Il pelo era morbido, setoso e caldo. Un piccolo peluche molesto che si aggirava per il castello quando gli studenti non erano più a scuola.
Seguì la linea della schiena, su e giù, un ritmo lento e costante che andava a pari passo con la voce.
Tirò le labbra in un sorriso quando sentì l’animale iniziare a fare le fusa sotto il suo palmo.
Lesse per un’ora abbondante, smettendo solo quando l’orologio della torre del castello suonò sei rintocchi. Il cielo si stava striando di arancione mancava ancora qualche ora al crepuscolo, ma il sole iniziava la sua discesa per nascondersi all’orizzonte.
Fece sparire il libro e abbassò lo sguardo verso il gatto.
- È ora di rientrare.
L’animale si alzò, sbatacchiò il muso e si stiracchiò allungando il corpo affusolato sulle sue gambe.
Lo fissò e miagolò, un suono basso.
Grazie.
Si strusciò sul suo petto e scese con un saltello aggraziato.
Si guardò i pantaloni e la giacca nera: un disastro.
- Salazar! – borbottò alzandosi. Non provò a spazzolarsi i vestiti, sapeva che non sarebbe servito a nulla – Erano puliti!
Si incamminò verso il castello con l’animale che gli trottava accanto: la coda ben dritta e lo sguardo fisso davanti.
A pochi metri dal portone principale avvertì un lieve fruscio. Dei passi echeggiarono accanto a lui.
- Proust, Severus? Davvero? – domandò Minerva sistemandosi gli occhiali rettangolari sul naso.
- Hai fatto le fusa, Minerva.
La strega ridacchiò come la ragazzina che non era più da molto tempo, Severus gli allungò il braccio per aiutarla a camminare. Braccio che Minerva prese subito senza esitazioni; la mano si adagiò delicatamente nell’incavo del suo gomito. L’anziana amica era sempre più stanca. A volte aveva l’impressione che le fosse più facile muoversi in forma di gatto.
Evitò di pensare che faceva la stessa cosa con Silente durante il suo ultimo anno di vita.
- Sei molto comodo. – ammise lei – E la tua voce ha la capacità di rilassarmi.
- Mi hai riempito i pantaloni di pelo. Non intendo farlo di nuovo.
La donna rise di nuovo.
- Lo dici ogni volta, ma cedi sempre.
- Non mi sembra di avere molta scelta.
- Tu hai sempre una scelta, mio caro ragazzo. – rispose lei picchiettando l’altra mano sul suo braccio.
Mio caro ragazzo.
Si irrigidì, non riuscì ad evitarlo né, tanto meno, di non farlo sentire all’amica che non sembrò particolarmente turbata.
- Ti ho già chiesto di non chiamarmi così. – disse a voce bassa – Albus mi chiamava in quel modo e io l’ho ucciso.
- Hai intenzione di uccidere anche me in un prossimo futuro?
Si voltò a guardarla così velocemente che temette di aver spezzato qualche tendine del collo.
- Minerva!
- Oh... non guardarmi così. – lo rabbonì – Io e Albus ne parliamo spesso.
- Parlate di come l’ho ucciso?
- Parliamo di un sacco di cose. Della guerra, degli studenti, di Potter e di te. Certo è solo un quadro, ma fa sentire meno soli.
La capiva fin troppo bene, ma sapeva altrettanto bene che il volto dipinto di quel quadro faceva ancora dannatamente male.
L’immagine di Silente era il sale di su una ferita mai del tutto cicatrizzata e che con molta probabilità non si sarebbe mai chiusa. Non definitivamente.
Minerva si voltò a guardarlo, si erano fermati davanti al portone principale, le massicce porte erano chiuse, ma il piccolo portoncino no.
La vicepreside era invecchiata molto negli ultimi anni. Da quando era stato rianimato nella Stamberga e poi svegliato in quel letto a San Mungo, la vedeva sempre più provata e stanca ogni volta che andava a trovarlo.
Aveva cercato di rimettersi in piedi anche per lei, per toglierle qualche peso dalle spalle, per farle vivere una serena vecchiaia.
- Mi dispiace di averti portato via il tuo migliore amico, Minerva.
Non glielo aveva mai detto, lei si era scusata, centinaia di volte, spesso piangendo, ma lui… lui non l’aveva mai fatto. Non a parole, almeno.
La donna gli sorrise.
- Non sei tu che hai portato via Albus. La maledizione l’ha ucciso, tu hai solo fatto in modo che la sua morte fosse utile per uno scopo più grande. Va bene così, Severus. Tu non devi scusarti, per nulla.
- Tu e Albus parlerete ancora di me?
- Certamente! Siamo due vecchie pettegole! I pettegolezzi ci piacciono.
- Io non sono un pettegolezzo!
- Non fino a quanto la tua vita sarà paragonabile a quella di un prete cattolico!
- Minerva!
La strega rise, entrarono nell’atrio del maniero. Sibilla stava scendendo in quel momento le scale. Borbottava qualcosa mentre stringeva al collo uno scialle decisamente troppo pesante per la stagione.
Li superò senza degnarli di uno sguardo e lasciandosi alle spalle una scia che sapeva fin troppo di sherry e incenso vecchio. Severus non era neppure certo che li avesse visti.
- Peggiora, Severus. – lo avvisò Minerva tristemente – Molto velocemente. Credo che stia pensando di andare in pensione.
Forse sarebbe stato meglio, poteva chiudere il corso di Divinazione e cercare qualche altro corso di più utile.
- Le parlerò…- disse passandosi una mano sul volto spigoloso – magari quando non puzzerà di sherry.
- È arrivato il momento per questo vecchio gatto di andare nelle sue stanze. Ci vediamo a cena. Domani non portare Proust, voglio qualcosa di diverso.
- Leggerò Baudelaire, Minerva. So quanto ami Baudelaire. – le disse ironico.
La donna sbuffò iniziando a salire lentamente le scale.
- Userò i tuoi pantaloni come tiragraffi.
Scosse il capo e salì anche lui la prima rampa. Iniziava ad avere fame, ma prima voleva darsi una sistemata.
Non aveva intenzione di cenare ricoperto di peli di gatto.

FINE


Bonus Track (ovviamente fatte con IA)

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Edited by ellyson - 8/3/2024, 13:26
view post Posted: 2/3/2024, 19:44 Gli orrori della IA. - Immaginando Severus
Doveva essere Severus con l'ombrello sotto la pioggia.
E' uscito Rasputin praticamente... :lol:

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view post Posted: 1/3/2024, 12:34 Cosa state ascoltando adesso? - Canzoni e Cantautori e Cantanti
Ho un progetto di FF in corso.
L'ho quasi finita a dire il vero, sono un po' bloccata sulla fine, ma troverò il modo giusto per finirla come dico io.
Nel frattempo inizio a mettervi una serie di canzoni legate in qualche modo alla storia.
Sono tutte canzoni molto vecchie, molto, molto vecchie, molto Babbane e quasi tutte romantiche.
Nella storia sarà spiegato il perché c'é questo sottofondo di musica molto vecchia e molto sdolcinata. :lol:

Iniziamo con questa playlist se vogliamo chiamarla così.


Nancy Sinatra - These Boots Are Made For Walkin'



Edited by ellyson - 1/3/2024, 13:31
5624 replies since 5/7/2005