Il Calderone di Severus

Posts written by ellyson

view post Posted: 22/10/2023, 19:31 Severus IA - Immaginando Severus
E poi abbiamo Severus, da bravo Capo Casa, che insegna ai suoi studenti come non essere una bambocciona banda di babbuini :lol:
Di queste alcune sono venute malino all'artista.
In altra Severus é in una scuola di soli studenti orientali. :lol: :lol: :lol:

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view post Posted: 22/10/2023, 19:20 Severus IA - Immaginando Severus
Ora abbiamo un Severus a mollo... nell'acqua verde... ooook...


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view post Posted: 22/10/2023, 19:06 Severus IA - Immaginando Severus
Ho una carrellata di immagini per voi.
Prese tutte da tiktok.
In ognuna c'é la firma dell'autore e del canale tiktok se vi interessa.
Iniziamo con un Severus tra l'erbetta e i fiorellini. (si sono gigli, ma facciamo finta di nulla ok?)

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view post Posted: 17/10/2023, 21:46 Severus IA - Immaginando Severus
Immagini prese da video di tiktok.

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view post Posted: 5/10/2023, 21:37 ellyson - L’Anatema del Preside Piton - Racconti SENZA pairing, epoca pre/post Harry a Hogwarts e più epoche
Titolo: L’Anatema del Preside Piton
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale
Personaggi: Severus Piton, pers. Originale
Pairing: nessuno… al momento
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Il Preside Piton ha un problema.
La sua soluzione, forse, si trova a Diagon Alley.

Note: Juju é un termine che si usa per indicare un feticcio, spesso usato nella magia nera.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


L’Anatema del Preside Piton

Diagon Alley era tranquilla, quel giorno di Luglio.
Il sole era caldo e l’aria appesantita dall’umidità; quella malsana che ti si appiccia alla pelle, facendoti sudare mentre osservi pigramente le vetrine dei negozi.
Non che lui guardasse le vetrine.
Non gli interessava passeggiare per Diagon Alley solo per il piacere di perdere tempo. Non aveva tempo da perdere; non ne aveva mai avuto.
Anche quando tutti pensavano che oziasse nelle sue camere ad Hogwarts, lui aveva sempre qualcosa da fare.
Compiti da correggere.
Lezioni da preparare.
Libri da visionare.
Pozioni da sperimentare.
Dolorosi ricordi da dimenticare.
Complicate strategie da ideare per non far cadere la maschera che portava perennemente.
Se quella di Uomo di Silente o Mangiamorte era irrilevante. A volte i suoi doveri erano così confusi che non capiva più per chi stesse lavorando.
Il sangue sulle sue mani, alla fine, aveva lo stesso identico colore.
Aveva sempre molto poco tempo e perdere tempo non era tra le sue priorità.
In più non amava lo shopping: la prova era il suo guardaroba monocromatico. Il necessario per le pozioni se lo faceva inviare tramite gufo; non era un amante dei dolci e non gli interessavano gli scherzi. Non aveva animali domestici – se si escludeva il vecchio gatto soriano a cui piaceva acciambellarsi sulle sue ginocchia quando leggeva nel parco del castello – e il Quidditch gli interessava solo quando giocava la squadra di Serpeverde.
L’unico negozio che attirava il suo interesse, l’unico che lo persuadeva a camminare per le strade di Diagon Alley era il Ghirigoro.
La libreria era il suo giardino dell’Eden, era uno dei suoi posti preferiti. Non tutta la libreria, ma le corsie più nascoste, quelle dove si trovavano i libri antichi, per non dire vecchi; con quell’odore di carta antica e umida che trovava rilassante. Quelle corsie con i libri di seconda mano, dimenticati da tutti, che attendono solo un nuovo proprietario diligente e coscienzioso che li avrebbe accolti nella propria biblioteca senza più dimenticarsene.
Quello era un buon motivo per lasciare la confortante Hogwarts: salvare libri dimenticati dal tempo e dalle persone che amavano perdere tempo.
Ma quel giorno non camminava per il quartiere magico alla ricerca di libri. Non avrebbe avuto quella gioia, forse più tardi, solo dopo aver svolto quel compito.
Un premio per essere uscito dal suo isolamento volontario e aver passeggiato per una stradina assolata, sudando come mai gli era capitato negli ultimi anni della sua vita.
Non il sudore freddo che ti può congelare l’anima mentre un paio di occhi rossi e maligni ti scruta anche i pensieri più profondi per trovare una traccia di tradimento.
Non quello che ti scorre lungo la schiena mentre l’amico più caro ti chiede di ucciderlo per salvare l’anima di un giovane non ancora corrotto dal male.
Non quello che ti blocca sul posto mentre la testa di legno di primo anno sbaglia il procedimento di una semplice pozione antibrufoli facendo esplodere il calderone rischiando la vita di tutta la classe.
No. Quello caldo che ti fa sentire appicciato e viscido, che ti fa puzzare anche da fermo. Aveva dovuto abbandonare il mantello e la casacca nera!
Come poteva incutere timore e rispetto senza il suo mantello e la sua casacca?
Si sentiva fastidiosamente esposto.
Nonostante il sudore che gli bagnava la fronte, l’irritazione di dover camminare in pieno Luglio per le strade afose di Diagon Alley e l’orribile sensazione di disagio che provava non indossando i consueti noiosi vestiti monocrotici, camminava a testa alta ignorando i pochi sguardi che incrociava sul suo cammino.
Deviò in una stradina secondaria, ancora meno trafficata, così stretta che se avesse incrociato qualcuno, uno dei due avrebbe dovuto appiattirsi contro la parete per far passare l’altro.
Fortunatamente non incrociò nessuno. Non che si aspettasse un gran via vai in quella strada; lì ci finivi solo se avevi una meta precisa. O se sbucavi dal camino sbagliato.
Ci fu un momento nell’arco di quella giornata che si era chiesto se stesse facendo la cosa giusta. Forse non era la scelta giusta, ma era quella che più si avvicinava.
Si fermò davanti ad una porta a vetri.
L’unica porta a vetri di tutto il vicolo.
Sull’infisso di legno c’erano incise delle rune a lui estranee, un sole e una luna erano state cesellate proprio al centro. Sul vetro smerigliato era stato appeso un cartello.

Madame Juju riceve su appuntamento
Mandate un gufo la mattina, dalle 8:00 alle 9:00.
Oppure provate ad invocarla a mezzanotte davanti allo specchio mentre tenete in mano una candela nera. Forse apparirà per rispondere alle vostre domande.
Sotto compenso… naturalmente.
P.S. il negozio di divinazione è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alla 19:00

.

Alzando gli occhi al cielo afferrò la maniglia e aprì la porta.
L’ambiente era piccolo e privo di finestre; l’unico locale che fungeva da negozio era illuminato da globi di luce sospesi sull’alto soffitto a volta.
Il soffitto era un cielo stellato incantato che gli ricordò quello della Sala Grande, ma se nel castello il cielo spesso riproduceva il tempo esterno, quello del negozio era un perenne cielo stellato in movimento. Riconobbe alcune costellazioni mentre ruotavano seguendo il movimento terreste.
Le pareti erano ingombre di scaffali con sfere di cristallo, incensi ben allineati, mazzi di tarocchi nuovi infilati in scatoline colorate. In una piccola dispensa c’erano sacchetti di rune, su un’altra mensola vari tipi di tè: sotto ognuno di essi c’era la descrizione minuziosa della miscela e il loro utilizzo per la lettura dei fondi nelle tazze.
Non credeva che il tè bianco fosse quello più indicato da consultare quando si hanno problemi in famiglia o di fertilità.
C’erano svariati libri che occupavano tutta una parete e alcuni campanelli formati da cristalli colorati che pendevano dal soffitto.
Sulla parte libera delle pareti erano stati affisse locandine di luna park e circhi itineranti, tutte raffiguravano la medesima donna davanti ad una sfera di cristallo.
Il mago si avvicinò al bancone di legno, dove sembrava abbandonata una lettura di carte e un vecchio registratore di cassa.
Una tenda di perline, di quelle che non si vedevano dalla fine degli anni settanta, chiudeva approssimativamente una porta dietro al bancone.
Suonò il campanello accanto al registratore di cassa.
- Madama Juju, arriva subito! – urlò una voce femminile dal locale nascosto dalla tenda a perline.
Le labbra sottili si allungarono in un sorriso accennato.
Udì un po’ di trambusto e quella che gli sembrò un’imprecazione mormorata a mezza voce.
Avvertì dei passi, le file di perline si aprirono rivelando la figura di una donna avvolta in un vestito arancione.
Il vestito le cadeva fin quasi ai piedi, ma non nascondeva le curve prorompenti.
In testa indossava un turbante viola che stonava con la tunica e che copriva appena i lunghi capelli biondi.
La donna si voltò col sorriso stampato sulla faccia paffuta.
Appena lo riconobbe sbuffò contrariata.
- Il mio messaggio non era chiaro?
Il mago sollevò un sopracciglio e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio ripiegato.
- Questo sarebbe il tuo messaggio?
- È arrivato con un gufo, no?
- Mi hai scritto “Non ci provare” sul retro di un menù d’asporto di un ristorante cinese.
- Allora?
- Non sapevo neppure di cosa stessi parlando!
- Avevo fretta.
- Da quando sei bionda?
Il cambiamento repentino di discorso non sembrò coglierla di sorpresa, sollevò gli occhi e sbuffò rumorosamente. Con un gesto veloce si tolse il turbante e la parrucca biondo cenere, librando i capelli castani.
- Mi serve per il ruolo. – si giustificò abbandonando il copricapo e la parrucca sul bancone.
La osservò mentre ravvivava i capelli con le mani.
- Madame Juju?
- Non ti piace? Questo soprannome me l’hai dato tu quando eravamo ragazzi. Eri parecchio stronzo all’epoca, ma da quello che ho sentito non sei cambiato molto.
Non obbiettò né si lamentò della sua schiettezza. Gli piaceva la sincerità. Da quando la guerra era finita tutti lo trattavano come se fosse di vetro. L’aveva sempre detestato, era anche per questo che usciva di rado da Hogwarts. Minerva riusciva ancora a trovare delle ragioni per rimproverarlo, lo trovava rassicurante come il suono di una pozione che bolle nel modo corretto nel calderone.
- Mi dispiace per il soprannome, io…
Lei alzò la mano interrompendolo.
- Mi chiamo Anathema, Severus. Ci vuole ben altro per offendermi.
Indicò i manifesti appesi sulle pareti.
- Sei tu?
La strega annuì.
- Dopo i M.A.G.O. ho lavorato per un po’ all’Ufficio Misteri, ma ho capito quasi subito che non era il mio posto. Ho messo da parte qualche risparmio e ho iniziato a viaggiare. Ho scoperto che ai Babbani piacciono un sacco le veggenti; mi sono unita a vari Luna Park e circhi itineranti. Con l’ultima compagnia sono rimasta quasi dieci anni, ormai erano la mia famiglia. Ero la cartomante che leggeva la mano, le carte e le sfere di cristallo ai visitatori. Di magia autentica ce n’era veramente poca nella mia tenda, ma in poco tempo mi sono fatta un nome e una buona reputazione. Ero molto gettonata e ho girato il mondo.
- Perché sei tornata?
La donna osservò tutto il negozio, il sorriso che le aveva illuminato il volto mentre parlava della sua vita dopo la scuola svanì quasi subito.
- Mia mamma è morta durante la seconda guerra. C’è voluto parecchio prima che lo scoprissi, nessuno sapeva come rintracciarmi. Con la compagnia giravamo parecchio e restavamo nello stesso posto per poco tempo. Non guardami così Severus, mia madre era una vecchia sola e arcigna. Mi contattava solo se aveva bisogno di soldi. – precisò fredda - Mi ha lasciato questo buco di negozio e i suoi debiti di gioco. Ho saldato i debiti, pensavo di vendere il negozio e tornare alla mia vita, ma Londra mi mancava e questo posto è casa mia o, per lo meno, quello che ne rimane. Il negozio è di mia proprietà, le spese sono poche e negli anni ho guadagnato abbastanza da non preoccuparmi per l’imminente futuro. Gli affari non vanno come speravo, ma ho altre entrate molto più redditizie che vendere amuleti e sacchetti di tè.
Non gli sembrò del tutto sincera, era come se Anathema gli stesse nascondendo qualcosa, ma non gli interessava. Lei era a Londra e questo era quello che al momento gli serviva.
- Ho letto alcuni dei tuoi libri. Sono testi interessanti, mi hanno piacevolmente sorpreso.
La strega sorrise e iniziò a riordinare i tarocchi sul tavolo.
- Da quando ti interessa la Divinazione?
- Da quando Sibilla mi ha comunicato la sua decisione di andare in pensione. Esattamente la stessa mattina in cui è arrivato il tuo gufo. – non girò troppo intorno alla questione, entrambi sapevano perché aveva abbandonato Hogwarts e raggiuto quel minuscolo negozio in una giornata afosa di Luglio - Ho bisogno di un nuovo insegnante.
Anathema sollevò lo sguardo.
- Non ci provare.
- Hai un approccio moderno alla materia. Sei giovane, dinamica e mi hai appena detto di aver girato il mondo. Sono certo che avrai imparato nuove tecniche di divinazione da mostrare agli studenti.
- Credevo che avresti chiuso il corso.
- Ci ho pensato. – ammise – Ma, prima di chiuderlo definitamente, voglio tentare tutte le strade possibili. Il problema non è la materia, ma come si insegna. Credo che serva solo l’insegnante giusto.
La strega sbuffò, finì di sistemare le carte e sparì dietro la tenda a perline portandosi dietro carte, turbante e parrucca.
La seguì nel retrobottega.
Era solo una stanza con un tavolo e una minuscola cucina poco attrezzata, c’era un’altra porta sul muro di destra. Probabilmente portava al magazzino.
- Almeno lasciami spiegare. – le disse.
- Non ho intenzione di insegnare ad un branco di adolescenti che credono che Divinazione sia solo un corso facile. – sbottò lei sistemando la parrucca su una vecchia testa di plastica appoggiata sul bancone accanto ad un fornello che aveva visto tempi migliori – Non ho studiato tanti anni e girato il mondo per qualche ragazzino che farà esplodere la prossima stanza all’Ufficio Misteri piena di profezie che qualcuno aveva impiegato quasi sei mesi per catalogarle tutte!
Aveva parlato senza prendere fiato ed ora aveva le guance arrossate e il fiato corto.
Alzò un sopracciglio trattenendo un sorriso, non gli sembrò saggio ridere per qualcosa che, a distanza di anni, ancora la infastidiva parecchio.
- Divinazione non è solo leggere delle carte e bere tè, Severus. Ci vuole la scintilla, altrimenti è solo teoria spiegata ad un mucchio di ragazzini sghignazzanti.
- Puoi selezionare gli studenti. – le disse.
- Cosa?
- Hai detto che non tutti hanno la scintilla per la Divinazione. Ti lascerò esaminare gli studenti che vogliono partecipare al corso, quelli che non riterrai idonei alla materia non li accetterai. Avrai libertà per quanto riguarda il tipo di insegnamento e il programma di studi.
- Potrei ritrovarmi con classi molto piccole oppure vuote.
- Correrò il rischio.
- Sei fastidiosamente determinato.
- Hogwarts ha un piano di studi eccellente, molti dei maghi migliori che hanno segnato la storia hanno studiato in quel castello. Non voglio chiudere il corso di Divinazione, voglio che sia eccellente come il resto degli altri corsi.
La donna lo fissò incredula, anche lui era stupito dalle parole appena pronunciate, era quasi certo che avrebbe chiuso il corso se lei non avesse accettato il ruolo, perché ora stava facendo di tutto per convincerla ad insegnare?
Le loro strade non si erano incrociate molto spesso, erano dello stesso anno, ma in Case differenti. Condividevano i corsi di Incantesimi, Trasfigurazione e Antiche Rune.
Facevano a gara a chi rispondeva più velocemente, ma a parte questo era solo una ragazza del settimo anno di Corvonero grassottella e impacciata che leggeva i tarocchi all’ombra di un albero del giardino del castello.
Sì, era stato uno stronzo da studente, ed era peggiorato quando Lily aveva deciso non essergli più amica.
La rabbia aveva preso il sopravvento e l’aveva scaricata addosso a chiunque.
Anathema era perfetta, nulla sembrava scalfirla. Rispondeva con l’indifferenza o con un vago sorriso che spiazzava più delle urla.
Riconosceva nel volto quella ragazza, ma allo stesso tempo non lo era più.
- Non sei più la stessa ragazzina di scuola. – disse malinconicamente – Io temo di essere ancora lo stronzo che ti ha soprannominato Juju. Forse dovrei anch’io girare il mondo con il circo.
Antahema sorrise mischiando le carte che aveva preso dal bancone.
- Cercano sempre nuovi maghi e prestigiatori, ai Babbani piace. Potresti provare.
- Mi servirebbe un’assistente da chiudere in una cassa per segarla in due.
- Non guardare me. – ridacchiò picchiandosi la mano sul fianco – Troppa ciccia da infilare in quelle casse.
Severus non era convinto che il termine fosse corretto; Antahema non era alta e magra, era vero, ma le sue forme si potevano definire in molti modi. Grassa non rientrava tra questi.
Era armoniosa con le sue curve.
Non che lui fosse un esperto di curve femminili.
La veggente appoggiò il mazzo sul piccolo tavolino al centro della stanza.
- Taglia il mazzo. – gli ordinò
Osservò le carte.
Poi lei.
Poi le carte.
Poi, di nuovo, lei.
- Anathema…- iniziò - non credo…
- Non importa quello in cui tu credi. Taglia il mazzo.
Scettico allungò la mano e divise le carte in due mazzi quasi identici.
- Ora scegli una delle due parti.
Allungò il dito verso il mucchietto sulla destra.
Lei lo prese e l’aprì a ventaglio.
- Scegli tre carte. Senza pensarci troppo.
Sollevò un sopracciglio rimandando indietro la rispostaccia che aveva sulla punta della lingua e sfilò tre carte totalmente a caso.
La veggente le girò una per una.
Re di Coppe.
Tre di spade.
Gli amanti.

Osservò le carte che per lui non avevano alcun tipo di significato, erano solo disegni su un cartoncino.
Spostò lo sguardo su Anathema che le fissava con gli occhi socchiusi e le labbra imbronciate.
La trovò carina.
Fu un pensiero così veloce che non ci diede troppo peso.
- Cosa dicono? – domandò con improvvisa curiosità.
La strega sollevò lo sguardo e fece un timido sorriso.
- Che non accetterai facilmente il mio rifiuto.
- Non servivano le carte per questo.
Anathema si mosse all’improvviso, lo afferrò per il braccio e lo trascinò fin quasi alla porta del negozio.
Per essere una strega che gli arrivava alla spalla era dannatamente forte, ma forse l’aveva solo colto di sorpresa.
- Ci penserò, Severus. Va bene?
Ebbe la netta impressione che volesse cacciarlo fuori.
- Mi stai cacciando dal negozio?
- Mi sono scordata l’incontro con un cliente, mi serve tempo per rientrare nel personaggio.
Aprì la porta e gli fece cenno di uscire.
Non credette neppure ad una parola, era palese che non avesse alcun appuntamento. Anathema non lo voleva in negozio.
- Mi stai davvero cacciando! Va bene. Ti darò una settimana per pensarci.
- Perfetto, - tagliò corto lei spingendolo definitivamente fuori - grazie. – fece per richiudere la porta, ma si bloccò, rientrò velocemente per riapparire altrettanto velocemente mettendogli tra le mani un ombrello rosa con disegnate delle fragole.
- Ci saranno quasi quaranta gradi, Anathema.
- Fidati di me. - proferì prima di chiudergli la porta in faccia.
Si ritrovò nel vicolo con la porta chiusa senza capire bene cosa fosse successo negli ultimi minuti. Abbassò lo sguardo sull’ombrello che gli era stato piazzato in mano e sospirò.
Decise che avrebbe comprato un libro prima di tornare ad Hogwarts.

* * * *



Anathema tornò nel retrobottega, guardò il tavolino con le carte ancora in posizione, prese l’altra metà del mazzo, l’aprì a ventaglio e scelse una carta.
Una a caso, senza pensarci troppo.
La voltò velocemente.
Restò ferma a fissarla.
Non era certa di voler tornare ad Hogwarts. Aveva bei ricordi legati alla scuola, ma ce n’erano altri che non era sicura di voler affrontare.
Si guardò attorno: non era neppure certa di voler restare in quel buco di negozio con la voce di sua madre perennemente nella testa.
Il rumore della porta che veniva aperta la destò dalle sue riflessioni.
Sperò che non fosse di nuovo Severus.
L’aveva praticamente cacciato senza tanti complimenti.
Prima o poi le avrebbe chiesto il motivo, era anche certa che non avesse creduto del tutto alle motivazioni che l’avevano spinta a restare a Londra.
Non era una donna particolarmente misteriosa, né troppo riservata, ma c’erano fantasmi della sua vita fuori dal mondo magico di cui non amava particolarmente parlare.
Hogwarts le avrebbe dato modo di mettere ordine alla sua vita, un salario fisso e praticamente un posto sicuro dove stare.
Avrebbe solo dovuto trovare una soluzione per il negozio.
- C’è nessuno? - urlò una voce da donna – Madame Juju?
Sospirò chiudendo gli occhi: al momento le sue riflessioni potevano aspettare.
- Un attimo! – urlò – Arrivo subito.
Appoggiò la carta raffigurante la Regina di Coppe accanto a Re, si affrettò ad indossare parrucca e turbante per accogliere la cliente.

* * * *



Ora capiva l’ombrello.
Si era smaterializzato ad Hogsmeade.
Una pioggia fitta e fredda lo accolse facendogli accapponare la pelle accaldata.
Si riparò in fretta sotto una tettoia e guardò il cielo: nubi nere e qualche lampo in lontananza. Non avrebbe smesso tanto presto.
Rimpianse il suo mantello e la casacca.
Abbassò lo sguardo sull’ombrello che stringeva in mano.
Rosa con le fragole.
Con un sospiro l’aprì e si incamminò verso il castello.
Con un po’ di fortuna nessuno l’avrebbe visto.

* * * *



Il gufo planò sul tavolo della colazione la mattina successiva.
Durante l’estate aveva preso l’abitudine di consumare i suoi pasti nell’ufficio circolare. Era più comodo e sentiva meno la solitudine che nella Sala Grande deserta.
A volte andava direttamente nelle cucine, ma il servilismo degli elfi lo metteva in soggezione.
Non metteva piede a Spinner’s End da quasi tre anni, ovvero dalla fine della guerra e dal suo miracoloso salvataggio.
L’uccello non era di grandi dimensioni ed era stato affittato dall’ufficio postale di Diagon Alley.
Prese la busta che aveva stretto nel becco e gli lasciò un paio di pezzi di pane accanto alle zampe.
Questa volta il messaggio non era stato scritto sul retro di un menù.
Lo ritenne un passo avanti.

Sarò a scuola tra un paio di settimane per parlare del piano di studi.
Rivoglio l’ombrello.
Anathema
PS: attento al tavolo



Sorrise, non si accorse neppure di farlo fino a quando non sentì le labbra tirare.
Riprese la busta, una carta scivolò fuori cadendo sul pavimento.
Si chinò a raccoglierla; nel rialzarsi picchiò la testa contro la scrivania.
L’imprecazione fece scappare il volatile dalla finestra.
- Ero stato avvisato. – sussurrò massaggiandosi il punto dolorante.
Riconobbe il retro del mazzo di tarocchi che Anathema teneva sul bancone in negozio.
Voltò la carta curioso.
Era il Re di Coppe.
C’era una scritta trasversale che occupava tutta la carta.

Te l’avevo detto.



Sorrise fissando il volto inespressivo del Re di Coppe dipinto.
Forse un giorno ne avrebbe capito il senso.

FINE

Edited by ellyson - 6/10/2023, 09:57
view post Posted: 1/10/2023, 12:00 Ogni tanto lo faccio pure io... - Immaginando Severus
Grazie Chiara.
Quell'immagine fa scopa con questa.

Metto sotto spoiler perché é grandina.

view post Posted: 29/9/2023, 20:56 Ogni tanto lo faccio pure io... - Immaginando Severus
Uno degli ultimi lavori.
Un po' IA, un po' photoshop. :lol:

Severus_cielo
view post Posted: 29/9/2023, 13:16 Qual'è il personaggio di HP che odiate di più? - I personaggi della saga di Harry Potter
CITAZIONE (ellyson @ 17/1/2019, 19:58) 
Ho risposto a questa discussione 8 anni fa. Ed esattamente come 8 anni fa la lista resta sempre la stessa :Lily, Sirius e Ron.
Certe cose non cambiano. :lol:

E nel 2023 restano le stesse. :lol:
view post Posted: 28/9/2023, 19:08 Harry Potter Quiz: assomigli di più a Piton o a Lupin? - Giochi e test su HP

Remus Lupin e Severus Piton sono due personaggi fondamentali all’interno della saga di Harry Potter, molto diversi tra loro, ma comunque ugualmente importanti. Rispondi alle domande di questo quiz per scoprire a chi dei due assomigli di più e condividi il risultato sui tuoi profili social, così da sfidare anche tutti i tuoi amici! Invece, per testare le tue conoscenze sulla saga di J.K. Rowling, ecco il prossimo quiz che puoi fare.



https://www.filmpost.it/quiz/quiz-harry-po.../?wqtid=5226844



E mi é uscito Severus... di nuovo...

Dalle tue risposte non sembra esserci alcun dubbio, la tua personalità si addice decisamente di più a quella di Severus Piton. Si tratta di un personaggio sicuramente misterioso, che non rivela facilmente i suoi stati d'animo ed appare con una persona fredda, distaccata e riservata la maggior parte del tempo. In realtà, però, dietro questa facciata si nasconde una parte più sensibile e vulnerabile, che solo in pochi riescono a vedere.

harry4-10

view post Posted: 28/9/2023, 18:14 Harry Potter Quiz : quale professore uomo di Hogwarts sarebbe la tua crush? - Giochi e test su HP

Quiz Harry Potter: quale professore uomo di Hogwarts sarebbe la tua crush?



Sono tanti i personaggi di Harry Potter a cui i vari potterhead si sono affezionati, tra studenti, Auror, Mangiamorte e soprattutto i vari professori di Hogwarts. Infatti, questi ultimi, sono al centro di varie vicende che hanno fatto prendere alla saga delle pieghe del tutto inaspettate. Ognuno è diverso, e affascinante a modo suo: il professor Lupin, con la sua doppia vita da Lupo Mannaro, e anche il Professor Piton, con la sua storia molto sfaccettata. Scopri, rispondendo alle domande di questo quiz, quale professore uomo di Hogwarts sarebbe la tua crush!



www.filmpost.it/quiz/quiz-harry-po...ore-uomo-crush/



Mi é uscito Severus.
Solo che ho chiuso la pagina prima di copiare il risultato. :lol:

(foto di repertorio di Elly :lol:)

immagine%20repertorio

Edited by ellyson - 28/9/2023, 20:04
5624 replies since 5/7/2005