Il Calderone di Severus

Posts written by reoplano

view post Posted: 2/4/2010, 22:53 1.5 La macchina fotografica: Come si inquadra l’immagine - -Aula di fotografia
CITAZIONE (Ida59 @ 30/3/2010, 12:29)
però non ho capito la differenza "tecnica" che c'è dentro la macchina fotografica.

Allora...
Il mirino ottico può anche essere indipendente dalla macchina fotografica. Basti pensare per certi tipi di obiettivi, viene addirittura fornito un mirino dedicato. In pratica il mirino ottico è paragonabile ad un piccolissimo cannocchiale che inquadra, e quindi fa vedere, più o meno quello che sarà ripreso dall'obiettivo. Il vantaggio principale è la facilità di realizzazzione, lo svantaggio è, appunto, la necessità di avere un mirino per ogni obiettivo. Nelle macchine ad ottica fissa il problema non si pone, nelle altre viene risolto con cornicette che indicano, all'interno del mirino, il campo inquadrato. Ed ecco spiegato perchè in macchine digitali compatte fornite di ottica zoom (focale variabile), non viene praticamente mai utilizzato un mirino ottico ma, in sua vece, si utilizza il visore.

Il mirino reflex, mostrando quanto realmente ripreso dall'obiettivo, non è soggetto ai problemi sopra citati, ovvero l'immagine inquadrata è direttamente quella che verrà ripresa, indipendentemente dallìobiettivo utilizzato.
Per contro la complessità costruttiva è maggiore, e la luminosità, salvo in apparecchiature di alta classe, può essere inferiore al mirino ottico.

Reoplano
view post Posted: 2/4/2010, 22:42 1.2 La macchina fotografica: Tempi, diaframmi e sensibilità - -Aula di fotografia
CITAZIONE (Elfosnape @ 31/3/2010, 10:07)
Ummm....Di quello che hai scritto ne ho capito la metà.
Quella degli ISo l'ho capita, all'incirca, ma il resto mica tanto. Un sensore cos'è' e il diaframma ce l'hanno anche le digitali?

OK, eccomi (anche se con un poco di ritardo...)

Cominciamo dal sensore.
Il sensore è, nelle macchine digitali, il sostituto della pellicola. Normalmente si tratta di un supporto su cui sono presenti moltissimi recettori. Questi piccolissimi recettori vengono chiamati pixel, ed ecco perchè i sensori utilizzano come unità di misura della loro capacità di comporre un'immagine i milioni di pixel. In teoria più sono i pixel migiliore è l'immagine, in pratica i fattori che contribuisconoo alla definizione dell'immagine sono molti, dalla qualità ottica dell'obiettivo utilizzato alla dimensione del pixel. I sensori possono avere dimensioni diverse (ad esempio quelli presenti nei telefonini sono mediamente più piccoli di quelli delle macchine fotografiche).

Ed ora passiamo ai diaframmi.
Il diaframma, inteso come mezzo per regolare la quantità di luce che arriva sul sensore, è presente in tutte le macchine fotografiche, digitali e non. Quello che può variare è la realizzazione dello stesso.

Spero di essere stato chiaro.
ciao
Reoplano
view post Posted: 29/3/2010, 14:00 1.5 La macchina fotografica: Come si inquadra l’immagine - -Aula di fotografia
Per inquadrare l’immagine, ovvero scegliere la porzione di immagine da riprendere, si usa il mirino.

Anche in questo caso esistono delle categorie ben definite di mirini, da cui discendono infinite variazioni. Le categorie principali sono:

- Mirino a traguardo
Una semplice cornicetta, qualche volta dotata di una croce centrale, che serve per avere un’idea di cosa verrà fotografato. Molto utilizzata agli albori della fotografia, oggi la si trova ancora nelle macchine subacquee. Semplicissimo nella realizzazione, non è il meglio che si possa desiderare ma funziona!

- Mirino Ottico (Galileiano)
Se al mirino a traguardo aggiungiamo un paio di lenti, et voilà, ecco il mirino ottico. Molto usato ancora oggi, è tra i miei preferiti, sia per l’immediatezza dell’uso (è indipendente dall’accensione/spegnimento della macchina), che per la resa dell’inquadratura. Può essere dotato di cornicette che permettono di “vedere” come sarà l’inquadratura con diversi obiettivi ed al suo interno possono essere riportati i dati di tempi e diaframmi o altre informazioni, ad esempio le segnalazioni dell’esposimetro.

- Mirino Reflex
L’ho chiamato Reflex per semplicità, è il più utilizzato nelle macchine fotografiche di fascia alta. Può essere ottico o elettronico. Nel primo caso l’immagine ripresa dall’obiettivo viene portata direttamente all’occhio del fotografo attraverso un prisma ottico od un sistema di specchi, nel secondo (valido per le sole digitali,) è un piccolo monitor che prende il posto del mirino. Personalmente preferisco il sistema classico, possibilmente con specchio e pentaprisma, molto nitido e brillante in quasi tutte le situazioni. Anche in questi mirini vengono normalmente visualizzate tutte le informazioni necessarie.

- Visore (monitor)
In quasi tutte le macchine fotografiche digitali, è possibile mettere a fuoco utilizzando il visore posto sul retro della stessa. Questo modo di inquadrare ha lo svantaggio di essere soggetto alla luminosità del contesto in cui si fotografa, rendendo in alcuni casi difficoltosa la scelta della scena (in spiaggia con sole alle spalle ad esempio) o illuminandoci come fari nella notte quando la discrezione sarebbe da preferire (in chiesa o a teatro, nel caso sia permesso fotografare). Anche in questo tipo di mirino possono venir visualizzate le informazioni previste negli altri.

Se dovessi fare una personale classifica seguirei questo ordine: reflex ottico, mirino ottico (o galileiano), reflex elettronico, visore e, per ultimo, mirino a traguardo.

In ogni caso ognuno dei mirini sopra descritti è valido, l’importante è abituarsi all’uso del “proprio” mirino (ma questo vale per tutta la macchina fotografica). La composizione in fase di ripresa è essenziale, come vedremo quando parleremo di queste cose, e avere uno strumento che ci faciliti la vita rende più piacevole fotografare.

Una diatriba che scuote il mondo fotografico dall’alba dei tempi è questa: “si usa l’occhio destro o il sinistro per inquadrare l’immagine?”
Bah! Alcuni tengono aperti entrambi gli occhi, altri usano il sinistro, anche se così facendo si appoggia il dorso macchina al viso, altri il destro, insomma, vale la solita regola, ognuno fa come gli pare, basta che sia comodo.
Certo, se utilizzate il visore, allora non c’è scelta, la macchina va tenuta ad una certa distanza dal viso, possibilmente con entrambe le mani.

Un esercizio che anticiperà le lezioni di composizione e che serve per familiarizzarci con l’idea di inquadratura:

Provate a inquadrare più soggetti del vostro quotidiano (mentre andate a scuola od al lavoro, in treno, mentre andate per negozi, insomma quando vi pare) senza scattare, giusto per controllare nel mirino come può variare l’inquadratura. Questo esercizio serve per previsualizzare le immagini cioè prevedere come verranno le foto, risparmiandoci grosse delusioni (frase tipica “Ma che bippa ho fatto a fare questa foto!”).

Ok, ammetto che girare con la macchina fotografica in mano e puntando l’obiettivo in continuazione contro qualsiasi cosa o qualcuno potrebbe crearvi dei problemi, e, giusto per evitare che veniate presi per pazzi, invece della macchina fotografica potreste utilizzare un telaietto per diapositive vuoto. Tenendolo tra indice e pollice e guardandoci attraverso, otterrete lo stesso risultato senza farvi troppo notare...

Non avete nemmeno un telaietto per diapositive? Vanno bene anche le dita, ad esempio messe a “C” (sempre pollice ed indice” magari con l’indice dell’altra mano a fare da quarto lato. State solo attenti che non si tratti di un segno convenzionale in uso nella zona, magari per dire “voglio comprare 14 cavalli” o altro che potrebbe mettervi in imbarazzo!

Visto che vi ho dato anche i compitini, la prossima lezione verrà postata lunedì prossimo e non giovedì. Se avete domande fatele, posso giurare che non mordo! (o perlomeno, non sono velenoso...)

p.s. Le lezioni "tecniche" saranno ancora 2, forse 3, poi si passerà ad altro...

Edited by reoplano - 25/4/2019, 14:34
view post Posted: 26/3/2010, 15:52 1.3 La macchina fotografica: L’esposimetro - -Aula di fotografia
>Quindi, se non è capito male, è importante sapere se la propria macchina ha un esposimetro che usa la misurazione spot o media: come si fa a capirlo?

Semplice... leggendo il libretto di istruzioni!
A parte gli scherzi, quando la scelta è possibile, normalmente si tratta di scegliere tra l'icona di un punto (o cerchietto) per la lettura Spot e l'icona di un rettangolo per la lettura Media.

>Se voglio fare foto sulla neve e la voglio bianca, come mi devo regolare?

ci sono più modi:

1) passare in manuale la macchina ed agire sui diaframmi aprendo di circa uno stop (sovraersponendo leggermente rispetto alle indicazioni dell'esposimetro)

2) ingannare l'esposimetro impostando una sensibilità dimezzata rispetto a quella reale (ad esempio mettere 100 ISO invece di 200) lasciando il programma in automatico. L'esposimetro così ingannato aprirà un diaframma in più ottenendo il risultato del punto 1. Questo trucco funziona solo con le macchine a pellicola.

3)andare vicino al soggetto (o zoomare su di esso) ed eseguire la lettura, bloccare l'esposizione (normalmente è possibile), rifare l'inquadratura e scattare.

4) scattare così come viene e poi divertirsi con photoshop o simili...

Reoplano
p.s. grazie per la domanda 8-))
view post Posted: 25/3/2010, 19:30 1.4 La macchina fotografica: I programmi - -Aula di fotografia
Ma cosa sono i programmi?

Semplice 8-)), sono le possibilità offerte dalla vostra macchina fotografica, per semplificarvi o complicarvi la vita!

I programmi stabiliscono la relazione che intercorre tra tempi/diaframmi/sensibilità/esposimetro, parole già viste vero? 8-))

Essenzialmente i programmi sono cinque:

- Manuale
(non presente in tutte le macchine fotografiche, mentre in alcune… c’è solo questo)

Come dice il nome, questo è un programma… non programma! Infatti impostando il manuale, occorre regolare manualmente sia i diaframmi che i tempi. Nel mirino della macchina fotografica, viene normalmente visualizzato un indicatore (led colorato, piccolo ago o altro) che permette di capire quando il rapporto tempo/diaframma è corretto per una giusta esposizione. L’utilizzo del programma Manuale è indicato per qualunque tipo di fotografia.

- Priorità di Tempi

Con la priorità di tempi il fotografo imposta il tempo di scatto desiderato, e il programma si occuperà di scegliere il diaframma corretto. Questo tipo di programma può essere utile durante le riprese sportive, per “congelare” il soggetto utilizzando un tempo veloce (es. 1/500) senza doversi preoccupare di impostare il diaframma.

- Priorità di Diaframmi

E’ il programma speculare alla priorità di tempi. In questo caso si imposta il diaframma desiderato e il programma imposterà il tempo corretto. La priorità di diaframma si usa tutte quelle volte che si desidera avere una determinata “profondità di campo” (oggetto di una prossima lezione), ad esempio, nella fotografia paesaggistica può essere utile avere un diaframma chiuso, in modo da avere a fuoco sia il primo piano che lo sfondo, o, al contrario, nei ritratti può essere utile staccare il soggetto dallo sfondo utilizzando un diaframma molto aperto.

- Program

In questo caso è la macchina fotografica che “propone” una coppia tempi/diaframmi. E’ facoltà del fotografo spostare la coppia prescelta in modo da adattarla alle esigenze di ripresa. Ad esempio, se la macchina propone 1/125 – f8, il fotografo può, agendo su di un apposito comando, cambiare la coppia in 1/250 –f5,6, mantenendo la corretta esposizione ma selezionando un tempo più rapido. Questo è il programma che riunisce in sé tutte le comodità di un automatismo avanzato senza togliere al fotografo la libertà di azione. In generale è il programma da preferire.

- Auto

Come dice la parola, in questo caso il potere decisionale del fotografo è .. zero!
La macchina imposta tempi/diaframmi e utilizzo del flash, senza che il fotografo possa influire sulle scelte effettuate. E’ da preferire solo se si è veramente pigri 8-)) o se l’unica alternativa è il programma manuale.

Esistono poi molti altri programmi (sport, ritratto, paesaggio, macro ecc ecc ), ma fondamentalmente si tratta di variazioni sul tema di quanto descritto sopra. Ad esempio il programma sport imposta tempi veloci, paesaggio diaframmi chiusi, ritratto diaframmi aperti ecc. ecc.

Il programma migliore da utilizzare è quello che vi fa sentire più a vostro agio o, meglio ancora, quello che vi lascia liberi di pensare al soggetto certi che la macchina fotografica farà il proprio dovere.

In ogni caso non è male familiarizzarsi con i vari programmi, provandoli sullo stesso soggetto. Non aspettatevi grandi differenze, su soggetti normali e ben illuminati le differenze non possono certo essere molte, mentre al contrario soggetti difficili, ad esempio un fiore ripreso da vicino e con luce fioca riserverà molte sorprese.

To be continued

Edited by Ida59 - 26/3/2010, 10:04
view post Posted: 22/3/2010, 21:13 1.3 La macchina fotografica: L’esposimetro - -Aula di fotografia
Fino ad ora abbiamo detto che per riempire il secchio … oops, per esporre la nostra fotografia, bisogna impostare il tempo e diaframma corretti rispetto alla luce della scena e alla sensibilità della pellicola/sensore.

D’accordo, ma chi ci dice che valori dobbiamo impostare?
Una volta si usava l’esperienza, o, nella migliore delle ipotesi, le guide stampate sulle confezioni delle pellicole. Le ricordate? Quelle con il disegnino del sole o della nuvola, che a seconda della sensibilità della pellicola indicavano un tempo ed un diaframma generici, confidando eventualmente nella latitudine di posa per compensare, almeno parzialmente gli errori. Oggi, per fortuna, quasi tutte le macchine fotografiche sono dotate di un esposimetro, uno strumento in grado di leggere la quantità di luce presente nella scena e di riportare al fotografo la coppia tempo/diaframma da utilizzare.

L’esposimetro era nato per essere utilizzato disgiunto dalla macchina fotografica, solo in un secondo tempo si è provveduto, per comodità, ad inserirlo nel corpo macchina e, in seguito, ad accoppiarlo ai valori di tempo e diaframma, in modo da creare un automatismo di esposizione che solleva in tutto od in parte il fotografo dal compito di impostare i corretti valori di esposizione.

Gli esposimetri possono leggere la luce riflessa dal soggetto, come nella quasi totalità dei casi, o la luce incidente sul soggetto.
Nel primo caso si punta la macchina fotografica o l’esposimetro verso il soggetto e si esegue la lettuta, nel secondo ci si pone nelle immediate vicinanze del soggetto e, tramite un diffusore, si misura la luce che arriva su di esso puntando l’esposimetro verso la sorgente luminosa (sole, lampade ecc. ecc.).

Nelle macchine fotografiche la misurazione della luce avviene molto raramente per la luce incidente, si usa normalmente la misurazione a luce riflessa.

La lettura dell’esposimetro può essere, genericamente, Spot (si legge solo un punto della scena, generalmente il centro) o Media (vengono letti più punti e fatta la media, normalmente con prevalenza della parte bassa sulla parte alta per prevenire l’influenza della luminosità del cielo).

In realtà le moderne macchine fotografiche utilizzano questi ed altri metodi (media pesata, matrix ecc.ecc.), per cercare di compensare qualunque tipo di errore di misura e rendere facile a chiunque eseguire fotografie correte dal punto di vista dell’esposizione.

Quindi, fermo restando la misurazione Spot, ovvero la lettura di un solo punto della scena, per la misurazione Media le casistiche possono essere moltissime, così come i punti di lettura della luce.

L’esposimetro a luce riflessa è tarato per fornire un valore equivalente ad un valore medio di luminosità, ad esempio una foto scattata sulla neve avrà la neve … grigia (media luminosità) e gli eventuali soggetti saranno resi più scuri del normale, mentre, in una scena molto contrastata, con parti molto illuminate ed altre scure, dovrà essere sacrificata una delle due parti dell’immagine, vista l’impossibilità di ottenere un bilanciamento dell’esposizione valido per i due estremi.

Nella pratica, gli esposimetri se la cavano egregiamente nel 99% dei casi 8-)), per cui non preoccupatevi più di tanto, l’esperienza farà il resto.

In alcuni casi, per avere una misurazione corretta, alcuni professionisti o fotoamatori moooolto evoluti, utilizzano un cartoncino grigio medio, posto al lato del soggetto per avere un punto corretto su cui effettuare la misurazione.

La misurazione Spot richiede un poco di malizia nell’utilizzo, proprio perché misurando un unico punto può portare ad errori di esposizione nel resto della scena, la misurazione Media, invece, va bene un po’ per tutto ed è generalmente da preferire.

In alcune macchine fotografiche è presente la funzione di bracketing (in italiano “esposizione a forcella”) che permette di scattare 3-5 fotogrammi variando automaticamente il valore dei diaframmi o dei tempi in modo da ottenere la stessa fotografia con 3-5 esposizioni leggermente diverse (in genere le differenze sono di un terzo o mezzo stop) proprio per ricercare l’esposizione più corretta.

Oggi, con l’avvento del digitale, la perfetta esposizione, pur facilitando le operazioni di post-produzione, non è più così critica come lo era nelle macchine fotografiche a pellicola, per cui va bene la perfezione … ma ci si può anche accontentare di una esposizione “media” e concentrarsi sulla ripresa.

Per utilizzare correttamente l’esposimetro, occorre impostare il valore di sensibilità del sensore/pellicola che si utilizza e scegliere il tipo di esposizione che si desidera utilizzare, non solo in termini di Spot o Media (o qualcos’altro, dipende dalla macchina fotografica) ma anche come tipo di programma che si desidera utilizzare.

Ok, per oggi basta, vi lascio meditare...

To be continued

view post Posted: 19/3/2010, 00:08 1.2 La macchina fotografica: Tempi, diaframmi e sensibilità - -Aula di fotografia
>Lezione interessantissima!
>E finalmente ho capito perché mio padre mi mandava a comprare rullini di vari ISO!
>E adesso che sono così edotta, mi lancerò a fare esperimenti, dentro qualche chiesa parigina (potrei >fare in grande e partire da Notre-Dame)!

Grazie 8-)

In ogni caso, se come penso utilizzi una fotocamera digitale, puoi controllare quale valore imposta in automatico, per poi provare ad impostare manualmente valori diversi. Ricorda solo che tempi inferiori ad 1/30 richiedono una mano molto ferma.
Ricorda anche che valori molto elevati di sensibilità portano più "rumore" nelle fotografie, ovvero una leggera sgranatura dell'immagine e, in qualche caso una deviazione verso il rosso/verde dei bordi delll'immagine. Ovviamente devi escludere il flash, in questo modo potrai dire di aver effettuato delle fotografie in "luce ambiente". Se vuoi utilizzare il flash, la sensibilità ha effetto sulla portata dello stesso; mi spiego meglio:

- poca sensibilità = portata del flash limitata, oggetti in primo piano correttamente illuminati e sfondo decisamente scuro;
- alta sensibilità =portata del flash maggiore, rischi di avere i soggetti in primo piano "bruciati" e sfondo illuminato (almeno un poco)

Io ti consiglierei la luce ambiente, sicuramente di maggior effetto. Eventualmente cerca degli appoggi per la macchina fotografica, e scatta molto delicatamente, per prevenire il "mosso" nell'imagine.
Dimenticavo, per avere un minimo di "profondità di campo" (oggetto di una prossima lezione) devi avere un diaframma di almeno f4 - f5,6.

Ciao
Reoplano
view post Posted: 18/3/2010, 15:15 1.2 La macchina fotografica: Tempi, diaframmi e sensibilità - -Aula di fotografia
Prendiamo in mano la nostra macchina fotografica: la prima cosa che si nota è che, rispetto a quanto detto prima, sul lato opposto al sensore non c’è un foro, ma un obiettivo e, cosa ancora più strana, il tappo c’è ma non serve a evitare che entri luce nella macchina fotografica, bensì a impedire di lasciare impronte sulla lente frontale dell’obiettivo, anzi, in qualche caso non c’è per niente. Ok niente paura, è tutto normale.

L’obiettivo serve a ottenere un’immagine ben formata, priva di distorsioni e con una luminosità il più possibile costante tra il centro e i bordi dell’immagine; inoltre permette di variare la “messa a fuoco” dell’immagine e di regolare la quantità di luce che lo attraversa utilizzando un “diaframma”.

I diaframmi sono identificati da una sigla misteriosa, un numero preceduto dalla lettera “f”, ad esempio f 1,2 – f4 – f16 ecc.

I numeri che rappresentano i diaframmi sono in progressione geometrica (dal più piccolo=diaframma più aperto, al più grande=diaframma più chiuso); a ogni numero corrisponde la metà della quantità di luce lasciata passare dal diaframma precedente e il doppio del diaframma successivo. L’apertura o la chiusura di un diaframma si dice anche “stop” e può anche essere indicata come frazione di diaframma (es. un terzo di stop).

Il “coso” che impedisce alla luce di entrare nella macchina fotografica si trova generalmente tra corpo macchina e obiettivo ed è chiamato otturatore. L’otturatore decide per quanto tempo la luce può entrare nella macchina fotografica.
I tempi sono espressi in secondi o frazioni di essi (1 significa un secondo, 1/250 è un duecentocinquantesimo di secondo 8-)) ); i tempi in una macchina fotografica, sono normalmente regolati in modo da essere il doppio o la metà rispettivamente dei tempi che seguono o precedono (1/125 è il doppio di 1/250 ed 1/60 è la metà di 1/30) .

Probabilmente non l’avrete notato 8-)) ma ho introdotto una quantità incredibile di informazioni in pochissime righe. Entriamo un po’ più nei dettagli.

La pellicola fotografica, o un moderno sensore, sono paragonabili a un secchio che deve essere riempito di acqua. Esistono due modi per riempire un secchio, tanta acqua in poco tempo o poca acqua per molto tempo. Quindi, fotografia ben esposta (secchio ben riempito) = luce nella giusta quantità e per il giusto tempo.

Portando l’esempio nella nostra macchina fotografica, questa deve essere in grado di “riempire” il secchio in essa contenuto (sia esso pellicola o sensore) utilizzando il diaframma per regolare la quantità di luce e l’otturatore per regolare il tempo di esposizione. Notate che non esiste una sola coppia di quantità/tempo, ma queste possono variare: infatti se vogliamo utilizzare tempi più lunghi, a parità di luminosità del soggetto, dovremo ridurre la quantità di luce che entra nella macchina fotografica; se, viceversa, vogliamo utilizzare tempi più veloci, dovremmo aumentare l’apertura del diaframma in modo da ottenere sempre lo stesso risultato.

Tutto bello vero? Ma… c’è sempre un ma: la quantità di luce necessaria alla corretta esposizione (notare la parola, esposizione è la forma contratta di “esposizione alla luce”) dipende dalla sensibilità del sensore. La sensibilità si misura in ISO, un numero più alto indica una sensibilità maggiore e viceversa. I sensori hanno una sensibilità nativa, di solito compresa tra i 50 e i 200 ISO; questa sensibilità viene poi amplificata per raggiungere i valori più elevati e può essere impostata sia manualmente sia automaticamente. Nel secondo caso la macchina fotografica provvederà autonomamente a variare la sensibilità del sensore a seconda delle situazioni di ripresa.

Facciamo qualche esempio:
- ripresa al mare, in spiaggia, luce molto forte, la sensibilità può essere bassa (50 – 100 ISO);
- ripresa all’interno di una chiesa, luce scarsa, la sensibilità deve essere elevata (1600-3200 ISO).

Qualcuno obbietterà che nel caso del mare bastava utilizzare un diaframma più chiuso e un tempo molto veloce, mentre nel caso della ripresa in interni si poteva fare il contrario, il tutto senza variare la sensibilità del sensore. Sarebbe bello, ma… c’è sempre un ma…
Esistono dei limiti fisici dati dalla apertura del diaframma e dai tempi impostabili con l’otturatore. Se i valori eccedono il campo di utilizzo è giocoforza allargare o stringere questo campo, proprio modificando i valori di sensibilità. A questo va aggiunto che la resa degli obiettivi non è costante a tutte le aperture di diaframma, e che utilizzare tempi troppo veloci o troppo lenti può portare ad avere disturbi nell’immagine, per cui è importante utilizzare l’attrezzatura di cui si dispone nel modo corretto per ottenere, come ho detto all’inizio, i migliori risultati.

E per le pellicole? Come è possibile variare la sensibilità di una pellicola?

Facile, cambiando pellicola per ogni situazione di ripresa! (e non sto scherzando!)

E’ intuitivo il fatto che è molto più comodo variare la sensibilità del sensore che sostituire la pellicola ogni volta che cambiano radicalmente le condizioni di ripresa. In ogni modo, esiste una cosa chiamata “latitudine di posa” propria di ogni pellicola, che permette di sforare i parametri corretti, ottenendo comunque immagini decenti. La latitudine di posa permette di contenere i danni derivanti dalla “sovraesposizione”, quando la pellicola prende più luce di quanto sia necessario, o di “sottoesposizione”, ovvero quando la pellicola riceve meno luce di quanto le serva per un’esposizione corretta. In linea generale possiamo dire che più è alta la sensibilità di una pellicola maggiore e la sua capacità di assorbire sovra o sotto esposizioni, e che la pellicola negativa soffre meno delle pellicola per diapositive di questi problemi.

La sensibilità ha lo stesso andamento dei tempi e dei diaframmi(es. 25 ISO sono la metà di 50 ISO), e la differenza che intercorre tra l’uno e l’altro valore è di un diaframma.

Lo so, a questo punto avrete voglia di lasciar perdere e continuare a scattare foto come avete sempre fatto, dopotutto se ve la siete cavata fino a ora potete continuare allo stesso modo!
Calma! Non lasciatevi prendere dal panico, la cosa non è così difficile come sembra.

To be continued...

Edited by reoplano - 13/4/2019, 15:45
view post Posted: 15/3/2010, 10:58 1.1 La macchina fotografica - -Aula di fotografia
Sia che utilizziate una moderna macchina digitale o una tradizionale macchina a pellicola, sia che utilizziate un telefonino o una scatola da scarpe opportunamente modificata (si può fare …) vi troverete di fronte sempre allo stesso oggetto: una scatola a tenuta di luce, più o meno larga, più o meno lunga, all’interno della quale troveremo da un lato un qualcosa che servirà a registrare l’immagine (pellicola o sensore) e, dal lato opposto, un foro. Per impedire che la luce entri nella nostra scatola attraverso il foro, ci sarà un “tappo” che potrà essere rimosso per il tempo necessario a registrare l’immagine fotografica.

Si tratta, in realtà, della versione portatile e semplificata della camera oscura utilizzata dai pittori in altre epoche (o forse ancora oggi ... boh), in cui il pittore entrava realmente (da cui il nome “camera”) e che permetteva loro di avere l’immagine di quanto stava davanti al foro riprodotta su uno sfondo, su cui il pittore poteva seguire i contorni con il pennello o la matita, ottenendo così una base per il quadro vero e proprio.

Ancora oggi vengono prodotte ed utilizzate macchine fotografiche dette “a foro stenopeico”, costruite sia in metallo che in legno, e che hanno queste caratteristiche (se lo desiderate, una semplice ricerca in rete vi permetterà di approfondire l’argomento).

“Va be”, direte voi, “e allora le pile, le lucine, le schede o le pellicole e tutti i pulsantini che sono sulla mia macchina fotografiche che ci stanno a fare?”
Servono a rendere la vita più comoda al fotografo, ma, se fossimo presi da un impeto Zen, potremmo tranquillamente tornare al nostro foro stenopeico, realizzando comunque delle fotografie. Ma, visto che non tutti hanno lo spirito di sacrificio che richiede una pratica fotografica di questo tipo, torniamo alle nostre macchine “moderne”.

To be continued...
view post Posted: 15/3/2010, 10:54 Reoplano apre un corso semiserio di fotografia - -Aula di fotografia
OK cominciamo!
Io sarei per due lezioni relativamente brevi due volte alla settimana (lunedì e giovedì), se vi sembra troppo pesante fatemelo sapere. Ovviamente risponderò alle vs domande anche se in modo discontinuo (non sono sempre sul forum), per cui non abbiatevela a male se ritarderò nelle risposte.
view post Posted: 13/3/2010, 21:01 Reoplano apre un corso semiserio di fotografia - -Aula di fotografia
Fotografia significa “scrivere con la luce”, una parola forte, che rende bene l’idea delle potenzialità che il mezzo fotografico mette a disposizione.

Di fatto è una forma artistica che permette a chiunque di realizzare immagini per se stesso o per altri, al semplice scopo di ricordare un particolare momento, o per esprimere sensazioni od emozioni.
Detto così la cosa sembrerebbe semplice … ma in realtà semplice non è!

Di fotografie se ne vedono tante, di” belle” fotografie se ne vedono veramente poche. Attenzione, non sto parlando di belle fotografie in senso puramente estetico, ma, soprattutto, dal punto di vista emozionale.
Chiunque, utilizzando i mezzi oggi a disposizione (macchine fotografiche a pellicola, digitali e, perché no, telefonini) può scattare fotografie con la relativa certezza di ottenere immagini con il soggetto nitido, colori bilanciati e luminosità adeguata.

Ma il mezzo tecnologico non può sostituirsi all’elemento umano e, soprattutto, i contenuti della fotografia non derivano dalla sola tecnica, ma dalla “creatività” e sensibilità del fotografo.

Ed ora permettetemi di contraddirmi 8-))

Non si può essere buoni fotografi se non si possiede una buona tecnica di base!
Sono convinto che le conoscenze tecniche permettano di sfruttare al meglio lo strumento utilizzato per fotografare, indipendentemente da quale esso sia.

In questo mio corso semi-serio di fotografia cominceremo parlando della macchina fotografica, di “come funziona” e di come si utilizza. Logicamente non verrà fatto riferimento ad un particolare tipo di apparecchio, ma alle regole generali che valgono, più o meno, per tutte le macchine fotografiche. Parlerò anche di obiettivi e di come si usano, sempre in generale, e solo dopo inizieremo a parlare di composizione e “lettura” dell’immagine. Per i patiti del digitale ci saranno anche accenni sull’uso dei programmi di elaborazione delle immagini (non necessariamente Photoshop). Infine potrete inviare i vostri lavori e commentarli insieme.

Chi è interessata/o batta un colpo!



Indice autoaggiornante:


1.1 La Macchina Fotografica
1.2 La Macchina Fotografica: Tempi, diaframmi e sensibilità
La Macchina fotografica: Big is Better?
1.3 la Macchina Fotografica: l'esposimetro
1.4 La Macchina Fotografica: I Programmi
1.5 La Macchina Fotografica: Come si inquadra l’immagine
1.6 La Macchina Fotografica: Il bilanciamento del bianco

2.1 Gli Obiettivi
2.2 Gli Obiettivi: La profondità di campo e alcuni di utilizzo dei diversi obiettivi

Fotografare, sì, ma consapevolmente
3.1 Fotografia o Fotofilosofia?: Premessa
3.2 Facciamo sul serio: Fotografare i monumenti (comprese chiese e palazzi vari)
3.3 Intermezzo
3.4 Fotografare i bambini
3.5 Fotografare gli animali - parte 1
3.6 Fotografare gli animali 2 (alcuni trucchi)
3.7 Fotografia notturna

Edited by Ida59 - 13/4/2019, 15:53
746 replies since 30/10/2009