Autore/data: NickySnape– gennaio 2022 Beta-reader: nessuno Tipologia: One-Shot Rating: Per tutti Personaggi: Severus Piton, Aberforth Silente, Albus Silente, Alastor Moody Pairing: nessuno Epoca: estate tra terzo e quarto anno Avvertimenti: nessuno
Nota: Storia scritta per l’iniziativa 15 anni con Severus, sfida del mese di gennaio. Ruolo: Scudiero. Scuola: Durmstrang.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Avvertenze: I nomi dei personaggi seguono l'edizione di Stefano Bartezzaghi (2011)
Lunghezza: 1216 parole, 7123 caratteri spazi inclusi
Boreas
Le migliori scope da Quidditch prendono i nomi dai fenomeni celesti: nembi, tornado, comete, stelle, fulmini. Eppure, se avessi avuto io stesso bisogno di una scopa tutta mia, il suo nome si sarebbe dovuto ispirare al vento gelido del Nord, Boreas. Non si parla d'altro quest'estate. La finale della Coppa del Mondo sarà il 22 agosto.
Anche se è inizio luglio, questa estate è inaspettatamente fredda. Tira vento in Scozia e a Londra potrebbe esserci un cielo terso e una temperatura piacevole. Era da un po’ di giorni che avevo voglia di andare a Diagon Alley, a cercare un nuovo modello di scope per il prossimo anno scolastico, in vista del Torneo Tre Maghi, nel caso in cui uno dei Serpeverde fosse stato selezionato per le prove. Mancano solo pochi mesi. Sono stanco di assistere alle pessime figure dei miei studenti, ridicolizzati nel Quidditch dalla fortuna sfacciata di Potter, ora che lui ha la velocissima Firebolt. I Serpeverde eccellono in tutto, non posso più sopportare di vederli perdere nella Coppa di Quidditch, e le Nimbus 2001 non erano state un grande affare due anni fa. Volare potrebbe rivelarsi utile nel Torneo contro i draghi, i giganti, o per tirarsi fuori dalle pericolose acque di questo lago e dalle perfide creature che vi ci abitano, o per sorvolare la Foresta Proibita.
Fino ad ora il calamaro gigante non si è visto dalle vetrate della Sala Comune, e sono sveglio dalle quattro di stamattina. Credevo che guardare i tentacoli del calamaro e sentire il rumore dell’acqua in sottofondo, mi avrebbe fatto prendere sonno. Come quando ero studente e mi piaceva sdraiarmi su questo divano, quando non riuscivo ad addormentarmi nel mio letto, e la luce del camino acceso e il riflesso verde del Lago dalle vetrate erano le sole cose in grado di calmarmi. Gli abissi del lago erano i suoi occhi, il fuoco i suoi capelli al sole. Io ero il vento freddo da cui tutti scappano. Non potevo essere il suo respiro. Il suo respiro era Libeccio, brezza di mare.
Sono da solo nei Sotterranei, insieme a pochi altri nel Castello. Ci sono Filch, Silente e Minerva. Come ogni estate, ci raccontiamo che sarà l’ultima trascorsa nel Castello, ma finisce che siamo sempre qui. La verità è che nessuno di noi è in grado di vivere al di fuori di queste mura di pietra e da questi libri. Ci ritroviamo spesso nel Reparto Proibito della biblioteca, anche se la maggior parte del tempo ognuno la passa nel suo ufficio o nelle vuote Sale Comuni. È stato un anno impegnativo, rivedere l’odioso ghigno di Black, i Dissennatori, cos’altro manca? Lupin. Fortunatamente il suo fetore di vestiti lerci misti a residui di pelo e sporcizia non si sentirà più nei corridoi.
Dopo la colazione, Silente mi invita a fare una partita a Scacchi Magici nel suo Ufficio, che naturalmente ha deciso di interrompere, perché sta iniziando a perdere. Si è appena inventato questa ridicola scusa: “Vado a fare scouting! No, non vado a fare lo Scout. Tu sai chi sono gli Scout, vero Severus?”. Faccio finta di stare al gioco, sapendo benissimo dell’esistenza degli Scout nel mondo Babbano: “No, naturalmente. Silente, non la seguo”. Silente ridacchia. “Vado a cercare di portare un caro vecchio amico qui ad Hogwarts. Qualcuno che ne capisca davvero di Arti Oscure, senza nulla toglierti, Severus. Sai come la penso, non accetto tue candidature”. “Bene. E quale sarebbe la sua idea?” domando ironico. “Oh, non posso dirti nulla e non provare a leggermi la mente, sai bene che non ci riusciresti. Ma chi meglio di una guardia che acchiappa i ladri?” “Le piacciono proprio tanto i Babbani, eh Silente?” “Non di più dei Maghi e degli Auror. Con permesso, Severus”. Fawkes si posa sul suo avambraccio, spiega le ali e, pop, Silente è svanito. Sicuramente è andato a cercare quello svitato ubriacone di Moody, che quasi certamente è dal signore delle capre.
Diagon Alley non è più così allettante al pensiero di scoprire se sarà davvero Alastor Moody il mio futuro collega. Così esco dalla Presidenza e mi dirigo verso il campo da Quidditch. L’aria è frizzante e ci sono alcune nubi sparse nel cielo. Voglio una nuova scopa, non una di quelle che prendo in prestito da Rolanda Hooch, ne voglio una mia. Entro negli spogliatoi con un Alohomora, sono certo che ci sono delle scope da riparare, che solo pochi maghi possono far tornare come nuove. Ne trovo una spezzata sotto una panca, accanto ad un armadietto. È una Comet 220. Si usava negli anni ’80, nei miei primi anni da insegnante di Pozioni. Con un Reparo, riesco a ricongiungere i pezzi, le cambio colore, diventa nera, punto la mia bacchetta sul manico e faccio rivestire il legno con una cera lucida. Sostituisco il metallo scadente e arrugginito con l’oro leggerissimo e resistente e incido un nuovo nome sul manico, Boreas S. Severus. Avevo proprio bisogno di regalarmi qualcosa. Cavalcarla è piacevole e le Comet hanno un ottimo sistema di frenata. Le scope sono senzienti, come bacchette, si adattano al mago che le impugnerà. Spicco il volo alzando di pochi centimetri i talloni da terra.
In pochi minuti sorvolo il Lago Nero e parte della Foresta e giungo a Hogsmeade davanti a Mielandia. A due isolati da Mielandia, alla fine della strada, c’è il Pub di Aberforth Silente, “Testa di Porco”, detto anche “Puzza di Capra”. È uno dei pochi Pub che apre anche al mattino, serve ogni tipo di piatto in decomposizione, bevande in boccali luridi. C’è poca gente. Qualcuno mi urla “Ehi Piton, naso adunco! Quando ti levi quelle ali da pipistrello, è estate!”. Un altro tipo losco e con un alito pestilenziale mi dà una forte pacca sulle spalle che mi fa cadere la mia nuova scopa per terra. “Su con la vita, Pity! Come mai da queste parti? Facciamoci un whisky! Togliti quelle coperte di dosso, sei sempre pallido come un cadavere! Ab, forza, porta un po’ di whisky ghiacciato al Professore!”
Mi appoggio al bancone di legno appiccicoso di residui di grasso misto a Burrobirra, e incrocio lo sguardo di Aberforth. “Ma guarda un po’ chi si rivede! Il mio spione curiosone preferito! Vuoi che ti raddrizzi un’altra volta il naso? Sei qui per lui, vero?” Mi chiede con aria di sfida, indicando un uomo anziano, di spalle, con i capelli arruffati e un lungo impermeabile, seduto in fondo alla sala. Era Moody. “Ti piace proprio assistere ai colloqui di lavoro, vero? Che coincidenza! Perdona quello sciocco di mio fratello, è sempre prevedibile. Usa questo posto come se fosse un Ufficio di Collocamento. Lo chiamano così i Babbani. Albus è sul retro a controllare cosa c’è in cucina.” “Fa bene… non è piacevole l’intossicazione alimentare!” rispondo in tono freddo e beffardo. Neanche il tempo di guardarlo e mi ritrovo privo di sensi per terra pieno di sangue che sgorga come un fiume dal mio naso. Il pugno di Aberforth è rimasto lo stesso.
Quando riprendo i sensi sento sghignazzare e riconosco il volto familiare del Preside e la maschera sfigurata di Alastor Moody, che grugnisce: “Avrebbe dovuto fare l’Auror, non il pozionista! Te l’ho sempre detto, Albus!”. “Hai ragione, Alastor” replica Silente sorridendo “è per questo che avremo sempre bisogno di lui”.
Edited by NickySnape - 24/1/2022, 16:08
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