Ecco l'ultima parte.
Ricordo ancora una volta che il contenuto emotivo della storia si riferisce a sensazioni di mesi fa, ora superate. Solo nelle ultime parole c'è un accenno al presente. Se riscrivessi oggi la storia, purtroppo il finale non sarebbe così lieto.
Non sei sola
1. Il triste potere del dubbio
2. Credere nei sogni
3. Confessione
4. Scelte sbagliate
5. Diversità
6. Non sei sola, Ilya!
Per un lungo istante Severus rimase immobile, attonito dalla rivelazione; poi una bassa risata cominciò a montare nel suo petto. Ilya si sollevò e lo guardò: le labbra sottili erano arcuate in un aperto sorriso rassicurante.
- Ma loro ti vogliono bene, Ilya, e tu vuoi bene a loro! – esclamò raggiante il mago. – Questa è la cosa più importante per riuscire a comprendere anche chi è diverso da noi!
Il viso della strega era ancora striato dalle lacrime e non sembrava per nulla convinta della semplicità della soluzione offertale.
Severus continuò a sorridere e a Ilya sembrò più bello che mai, il pallore del viso tinto di rosa dai delicati colori soffusi dell’alba mentre negli occhi neri ancora viveva l’oscurità profonda e misteriosa della notte.
- E’ grazie al vostro amore per me che siete riuscite a comprendermi così bene, a capire chi sono realmente, ad andare oltre le apparenze delle mie innumerevoli e sgradevoli maschere! – esclamò il mago. – Se avete compreso me, credi sia mai possibile che non riusciate a comprendervi tra di voi? – concluse vezzeggiandole una guancia per indurla a sorridere.
Ma la strega rimase sulle sue, testardamente avvinghiata alla propria tristezza, incapace di vedere la luce dell’aurora che si diffondeva nel cielo alle sue spalle.
- Loro ci sono sempre, Ilya, proprio come me, anche se vanno e vengono dal Tempio in base ai loro impegni, come di consueto. – disse il mago con voce vellutata. – E ti vogliono un gran bene, credimi! - la rassicurò con un grande sorriso colmo di fiducia.
Era difficile resistere a Severus e al suo sorriso.
- So molto bene cosa è accaduto al Tempio in questi mesi, tutto ciò che avete fatto per me con amore e abnegazione. – disse in un sussurro colmo d’orgoglio. – Stasja, Kendra e Penelope hanno affrescato tutte le pareti interne ed esterne con nuove immagini, bellissime e dal profondo significato. Stasja ha svolto un lavoro grandioso, anche con il tuo supporto, e l’
Aedes Vestae non è mai stata così elegante e raffinata come adesso; Chiara ha fatto un duro, lungo ed accurato lavoro di pulizia, sempre con il tuo aiuto, raccogliendo i calcinacci disseminati per ogni dove, togliendo quella muffa ostinata che macchiava con ombre grigie le colonne del Tempio, lavando e stirando tutti i veli colorati che di nuovo ondeggiano liberi nel vento e perfino togliendo le erbacce verdi che contaminavano il nuovo biancore delle colonne.
Il mago si concesse un grande sorriso soddisfatto:
- Avete fatto un lavoro stupendo dovunque, grazie! E ancora devo andare a visitare il Giardino d’Autunno di Chiara…
Il rosato diffuso del cielo era ormai virato in una calda tonalità arancio che aveva trasformato la superfice del mare in una immensa distesa dorata: l’arrivo del primo raggio di sole era ormai imminente
Severus si alzò e tese la mano ad Ilya per aiutarla:
- Vieni! – esclamò con sicurezza. – Non sei sola, Ilya, e te lo dimostrerò.
La sollevò tra le braccia e spiccò il volo, la strega che si stringeva felice al suo collo, i lunghi capelli castani che volavano liberi nell’aria ormai piena di luce.
In un attimo furono sul lato orientale dell’altopiano su cui si ergeva il Tempio e il mago atterrò con misurata perizia sulla piccola rupe a strapiombo sul mare che si elevava oltre le punte svettanti dei pini marittimi e dei cipressi, le foglie verde argento degli ulivi ad accogliere Severus come un festoso stendardo Serpeverde.
Il primo raggio di sole accese il giorno in un bagliore dorato e li colse proprio in quel momento, Ilya ancora stretta tra le braccia del mago dopo il breve, ripido volo. I successivi raggi illuminarono il fronte del Tempio gremito di tuniche colorate che sventolavano le mani nella loro direzione.
- Erano preoccupate per te, avevano percepito la tua assenza e ti cercavano. - rivelò Severus con un dolce sorriso. - Non trovandoti, Stasja è venuta a chiamarmi…
Ilya spalancò gli occhi, incredula che si fossero preoccupate per lei; non era abituata a una tale evenienza: era sempre lei che si preoccupava che tutte le Vestali stessero bene e fossero al Tempio!
- Vedi, loro non sono mai andate via, Ilya. – spiegò continuando a stringerla nel suo rassicurante abbraccio. – Sono qui per me, è vero, ma sono qui
anche per te. Sei tu che hai creato tutto ciò, e loro te ne sono grate.
Ilya rimase a guardare le amiche Vestali che la salutavano, mentre un nodo di commozione le stringeva la gola. Una ancora non era ritornata al Tempio ed una invece tardava ad arrivare e forse non avrebbe mai trovato la via giusta, così come altre erano per sempre perdute. Ma loro erano lì, festose nei loro veli colorati, che la salutavano e si preoccupavano per lei, il blu notte ed il verde cupo delle tuniche di Chiara e Penelope che spiccavano davanti alle altre, illuminate dal sole; un po’ discoste dal gruppo, invece, nella penombra discreta di una colonna si intravvedevano appena due vestali che si tenevano per mano, la cupa tonalità dell’amaranto della tunica dell'una rischiarata dall’opalescente verde dell’altra.
Le veniva da piangere, ma questa volta era commozione, era gioia.
-
Non sei sola, Ilya.Fine (forse)