Il Calderone di Severus

Interviste varie, (link, trascrizioni e traduzioni in italiano)

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view post Posted on 21/10/2021, 16:32
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Gran bel lavoro, Anto! Grazie per averci proposto la traduzione di questa bella intervista.💖
 
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I ♥ Severus


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Letta tutta: è lunghissima, grazie mille per il tuo lavoro, Anto, senza il quale non avrei mai potuto godermi questa interessante... chiacchierata.

CITAZIONE
J.H.: Ok veramente nel Concord Hotel, l’altra notte, questa notte ora che parliamo, hai partecipato ad un tributo ad Anthony in un programma, è corretto?
A.R.: Non era un vero e proprio tributo, ma il coreografo John Lunn che era un grandissimo amico di Anthony è qualcosa per cui Anthony aveva scritto le parole era un suono veramente inquietante della voce di Anthony, nello scritto e durante la danza, ed è ancora più difficile accettare che noi sia lì, perché senti la sua voce e pensi che stia per entrare nella stanza .. credo che sia veramente difficile quando le persone sono strappate via così improvvisamente e non c’è nessun avvertimento, persone che sono così inserite nelle vite delle altre persone in un modo diretto, positivo e che dà energia, è molto difficile da accettare

Ecco, su quelle ultime parole di Alan mi è venuto da piangere... :cry:
 
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view post Posted on 21/10/2021, 23:11
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CITAZIONE (Ida59 @ 21/10/2021, 18:01) 
CITAZIONE
J.H.: Ok veramente nel Concord Hotel, l’altra notte, questa notte ora che parliamo, hai partecipato ad un tributo ad Anthony in un programma, è corretto?
A.R.: Non era un vero e proprio tributo, ma il coreografo John Lunn che era un grandissimo amico di Anthony è qualcosa per cui Anthony aveva scritto le parole era un suono veramente inquietante della voce di Anthony, nello scritto e durante la danza, ed è ancora più difficile accettare che noi sia lì, perché senti la sua voce e pensi che stia per entrare nella stanza .. credo che sia veramente difficile quando le persone sono strappate via così improvvisamente e non c’è nessun avvertimento, persone che sono così inserite nelle vite delle altre persone in un modo diretto, positivo e che dà energia, è molto difficile da accettare

Ecco, su quelle ultime parole di Alan mi è venuto da piangere... :cry:

Sì, anche a me è venuto il magone... :cry:
Ma, triste pensiero a parte di come anni dopo anche lui ci avrebbe lasciato più o meno allo stesso modo, l'intervista è qualcosa di straordinario.
Davvero molto, molto interessante, grazie infinite, cara Anto, per il tuo gran lavoro: ancora una volta ci hai fatto un regalo stupendo <3 <3 <3
 
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view post Posted on 22/10/2021, 07:40
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Anche a me è venuto un nodo alla gola a leggere quelle parole. Gli accenni alla scomparsa di Anthony Minghella non potevano che riportare alla mente anche quella di Alan. 😔
 
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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 21/10/2021, 11:27) 
Anto, carissima, hai fatto di nuovo un lavoro grandioso! Ho ancora tanto tanto da imparare della vita di Alan e il tuo contributo ai segreti nascosti nel Calderone è meraviglioso (specialmente per me che mastico un inglese lontano anni luce da quello parlato correntemente). Ma sai cosa pensavo di continuo ascoltando l'intervista e leggendo il testo tradotto (ho fatto un po' di esercizio che ripeterò presto)? Alan sussurrava... Alan modulava la sua voce fino a sussurrare alla fine di ogni frase e/o riflessione, e non credo lo facesse spesso. Per ovvie, comprensibili e giustificabili ragioni, la mia mente è volata a un altro ''sussurratore seriale'', e ho immaginato, ad occhi chiusi, di sentir parlare Lui (ogni riferimento è non puramente casuale). ;) :wub:
Grazie <3

Ciao Cate, grazie, ma fare questo lavoro é stato un piacere e ora riguardandolo vedo che avrei dovuto "rifinirlo" un po'di più.

Se per sussurratore seriale stai pensando a: "Harry ... Potter ... our ...new...celebrity" sì, sì, é la summa secondo me di questa voce lenta, calda e sussurrata.

CITAZIONE (Xe83 @ 21/10/2021, 12:04) 
CITAZIONE (Anto67 @ 20/10/2021, 23:42) 

Grazie di cuore, cara Anto.
Hai fatto un lavoro certosino, accuratissimo e stupendo. Ci hai regalato un'intervista meravigliosa e mentre la si legge si sente risuonare nella mente la voce di Alan. Un Alan al "naturale" che ti racconta parte di sé. È stato bellissimo poter leggere questa intervista e sentirsi coinvolti da essa, in diversi momenti è stato "da brividi", tanto emozionanante. Grazie per il preziosissimo contributo. 💖😘

<3

[QUOTE=Ida59,21/10/2021, 17:03 ?t=8505516&st=555#entry453852767]
CITAZIONE (Anto67 @ 20/10/2021, 23:42) 
Già questa premessa è fantastica! Brava Anto e... grazie mille!

Grazie a te per avermi aiutato a ritrovare il link perduto! <3

CITAZIONE (Arwen68 @ 21/10/2021, 17:32) 
Gran bel lavoro, Anto! Grazie per averci proposto la traduzione di questa bella intervista.💖

<3
 
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 22/10/2021, 00:11) 
CITAZIONE (Ida59 @ 21/10/2021, 18:01) 
Ecco, su quelle ultime parole di Alan mi è venuto da piangere... :cry:

Sì, anche a me è venuto il magone... :cry:
Ma, triste pensiero a parte di come anni dopo anche lui ci avrebbe lasciato più o meno allo stesso modo, l'intervista è qualcosa di straordinario.
Davvero molto, molto interessante, grazie infinite, cara Anto, per il tuo gran lavoro: ancora una volta ci hai fatto un regalo stupendo <3 <3 <3

Avete ragione, nella commemorazione di Minghella ci sono tanti richiami a quello che sarebbe avvenuto poi che fanno venire i brividi.
Anche quando parla dell'emozione di sentirne la voce e uno ė lì che sta ascoltando la sua ... Ma anche in quel "sembrava che avesse orchestrato tutto" e noi abbiamo sentito dai suoi fratelli e dalla Stevenson com'è andata per lui.
Nel finale quando dice che la grandezza dei film ė che resteranno per sempre per le persone, sfilano davanti agli occhi Hans, il colonnello, Severus, il giudice e tanti altri che ancora ci regalano belle emozioni <3
 
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view post Posted on 26/10/2021, 17:52
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Grazie Anto!!! <3 <3
 
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view post Posted on 4/6/2022, 15:32
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Grazie Antonella per la traduzione!
Una bella intervista, che prima ascolterò in lingua originale, da vera bongustaia!😉

Qui di seguito inserisco questo articolo che ho trovato girellando quà è là.

Professor Snape saved my life: Anna Chancellor on the night she was struck down with meningitis – and how Alan Rickman came to the rescue...

[...]Anna, 46, was appearing in Creditors in New York, directed by Alan Rickman – Severus Snape in the Harry Potter films – when she woke up in the middle of the night ‘with this incredible headache'.

'I ransacked the flat. I was desperate, like a junkie, to find some painkillers. I found some and went back to bed thinking, “They’re going to kick in soon.” Nothing. It just got more and more intense. I hadn’t been in that much pain since I was in labour. I rushed to the loo and was sick. So I called Alan. He said, “Come now.” Other theatre directors aren’t like that.

"I got to his flat and was sick everywhere, so he and his partner Rima took me to hospital. Poor Alan! I was meant to be on stage that night. He was pacing the floor as it became clear I had to have brain scans.’ Did she panic? ‘When you’re in that much pain, you’re just dealing with that. It was worse for Alan and Rima. They were so sweet. I’ll never forget that. "

Il professor Snape mi ha salvato la vita: Anna Canchellor la notte in cui è stata colpita dalla meningite - e come Alan Rickman è venuto in soccorso...

[...]Anna, 46 anni, stava recitando in "Creditors in New York", diretto da Alan Rickman – Severus Snape nei film di Harry Potter – quando si è svegliata nel cuore della notte "con questo incredibile mal di testa".


Ho perquisito l'appartamento. Ero disperata, come un drogato, cercando di trovare degli antidolorifici. Ne ho trovati alcuni e sono tornata a letto pensando: "Presto faranno effetto". Niente. È solo diventato più intenso. Non provavo così tanto dolore da quando ero in travaglio. Mi sono precipitata in bagno e mi sono sentita male. Così ho chiamato Alan. Disse: "Vieni ora". Gli altri registi teatrali non sono così.

Sono arrivata a casa sua e sentivo male dappertutto, quindi lui e la sua compagna Rima mi hanno portato in ospedale. Povero Alan! Dovevo essere sul palco quella sera. Stava camminando su e giù quando è diventato chiaro che dovevo sottopormi a scansioni cerebrali.' Si è fatta prendere dal panico? 'Quando provi così tanto dolore, hai solo a che fare con quello. Era peggio per Alan e Rima. Erano così dolci. Non lo dimenticherò mai.

Fonte: https://www.dailymail.co.uk/femail/article...me-rescue-.html
 
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view post Posted on 5/6/2022, 16:03
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CITAZIONE (Giulia Nerucci @ 4/6/2022, 16:32) 
Grazie Antonella per la traduzione!
Una bella intervista, che prima ascolterò in lingua originale, da vera bongustaia!😉

Qui di seguito inserisco questo articolo che ho trovato girellando quà è là.


Il professor Snape mi ha salvato la vita: Anna Canchellor la notte in cui è stata colpita dalla meningite - e come Alan Rickman è venuto in soccorso...

[...]Anna, 46 anni, stava recitando in "Creditors in New York", diretto da Alan Rickman – Severus Snape nei film di Harry Potter – quando si è svegliata nel cuore della notte "con questo incredibile mal di testa".


Ho perquisito l'appartamento. Ero disperata, come un drogato, cercando di trovare degli antidolorifici. Ne ho trovati alcuni e sono tornata a letto pensando: "Presto faranno effetto". Niente. È solo diventato più intenso. Non provavo così tanto dolore da quando ero in travaglio. Mi sono precipitata in bagno e mi sono sentita male. Così ho chiamato Alan. Disse: "Vieni ora". Gli altri registi teatrali non sono così.

Sono arrivata a casa sua e sentivo male dappertutto, quindi lui e la sua compagna Rima mi hanno portato in ospedale. Povero Alan! Dovevo essere sul palco quella sera. Stava camminando su e giù quando è diventato chiaro che dovevo sottopormi a scansioni cerebrali.' Si è fatta prendere dal panico? 'Quando provi così tanto dolore, hai solo a che fare con quello. Era peggio per Alan e Rima. Erano così dolci. Non lo dimenticherò mai.

Fonte: www.dailymail.co.uk/femail/article...me-rescue-.html

Che dire: veramente il nostro eroe 3_3 3_3
 
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view post Posted on 5/6/2022, 16:49
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NON IMPRIGIONATEMI!
DICE ALAN RICKMAN
Sarah Gristwood
RSC News - Spring 1986

Articolo in lingua originale


Potreste senza troppe difficoltà pensare di vedere un legame tra i ruoli che Alan Rickman ha interpretato con l'RSC: Jaques in "Come vi piace", Achille in "Troilus e Cressida", e il visconte de Valmont in "Les Liaisons Dangereuses" e in questo suo secondo periodo con la Compagnia. Ma non è una connessione che Alan vi ringrazierebbe di aver rintracciata. "E' la vecchia, vecchia supplica dell'attore: non imprigionatemi in un ruolo! Ci sono qualità del malato, dell'egoista, del manipolatore o dello spettatore in tutte quelle parti, ma le loro menti si estendono in aree selvaggiamente diverse e ognuno di loro ha una particolare vulnerabilità che deve essere individuata".
Sebbene Jaques sia il ruolo che Alan ha interpretato più a lungo, il personaggio ha ancora molto da dire. "As You Like It" è "una produzione in cui c'è ancora un senso di crescita. "Mi sento molto protettivo nei suoi confronti". Da quando abbiamo iniziato, lo spettacolo si è aperto al Barbican con la critica quasi unanime nell'acclamare i miglioramenti nella produzione".
Le recensioni un po' contrastanti che la produzione ha ottenuto per l'apertura di Stratford sono state giuste, rivela, ma è stato felice di vedere quanto fosse forte l'appello che ha suscitato negli adolescenti che sono stati "strattonati" a Stratford per vederlo come un testo adatto per la scuola. "È un grande piacere sapere che i loro occhi si sono spalancati, e che ne abbiano tratto un vero piacere nell'ascolto". Ciò che il pubblico ha potuto provare con Les Liaisons Dangereuses è qualcosa di piuttosto diverso. "Il pubblico dovrebbe sentirsi come una sorta di guardone. La sua risposta è assolutamente cruciale". Sicuramente si è dimostrato entusiasta.
Il personaggio di Alan, Valmont, è il seduttore che può affrontare qualsiasi sfida sessuale tranne l'amore. Agisce attraverso una grande rete di verità e bugie e, alla fine, dice Alan, "la commedia è seducente come uno qualsiasi dei suoi personaggi".

Howard Davies è il regista di Liaisons Dangereuses e anche di Troilus e Cressida. "Quando mi ha chiesto di fare la parte di Achille, ha detto: 'Achille dovrebbe essere come una star del cinema sdraiata a bordo piscina, che lancia le sceneggiature alla MGM'. Mi ha fatto ridere, ma durante le prove ho trovato Achille una persona piuttosto diversa".
Jaques, dice, ha molti più muscoli e passione di quanto la gente si aspetti. Achille, al contrario, è un guscio emotivo e intellettuale. Ti viene costantemente detto quanto sia grande, che grande eroe sia - e poi quando finalmente deve combattere chiama i suoi teppisti per uccidere il suo avversario. Ma non è solo codardia. In questo caso si tratta di una patologia mentale. Il testo è molto scarno, quindi sei sul filo del rasoio ogni volta che devi rendere il personaggio.
Uno dei vantaggi decisivi della stagione di Stratford per Alan è stata la possibilità, all'RSC WH Smith Festival, The Fortnight, di dirigere una produzione di Peter Barnes: "People" "Gli devo molto. La mia prima parte importante è stata nel suo adattamento di "The Devil is an Ass" di Jonson e da allora ho lavorato con lui quattro o cinque volte".
Alan non è mai stato in grado di pianificare la sua carriera, dice. Ma su una cosa era determinato. Nonostante le offerte di altre parti televisive dopo il successo di Barchester Chronicles, voleva tornare sul palco dal vivo.
"Ero stato via per circa 18 mesi e quando sono entrato in Bad Language (un'opera teatrale di Dusty Hughes all'Hampstead) ero piuttosto spaventato. I tuoi muscoli si allentano. Tutte le sensazioni fisiche dicevano: 'Non lasciarlo mai più così a lungo '.

Edited by Ida59 - 15/6/2022, 22:33
 
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IL CATTIVO CON LA VOCE DI MIELE(1990) Intervista originale in inglese

By James Delingpole


A un certo punto, Alan Rickman ha minacciato di spaccarmi la faccia. Almeno, ho pensato che l'avrebbe fatto. Ma non stavo prestando molta attenzione. La sua voce ha una qualità così ipnotica che è terribilmente facile lasciarsi andare alla deliziosa musicalità del suo discorso e dimenticare quello che sta effettivamente dicendo. È successo verso la fine della nostra chiacchierata. Qualcuno mi aveva accennato,in precedenza, che Rickman non era una persona facile da intervistare, quindi è passato del tempo prima che prendessi il coraggio di fargli domande davvero difficili. Ma quando l'ultima volta l'ho accusato di essere freddo, cinico e rettiliano, ho colpito nel segno.
"Mi interessa molto non avere muri di mattoni davanti a me", ha detto, riferendosi a quei giornalisti che hanno cercato di ridurlo a pochi facili aggettivi. "E se ciò comporta che il costruttore di mattoni si prenda un pugno in faccia, allora così sia." Quindi, come ho scoperto durante la riproduzione del nastro dell'intervista, la sua minaccia non era stata così diretta come avevo immaginato. Ma aveva messo i puntini sulle I. Ad Alan Rickman non piace essere etichettato.

Il problema è che, per gran parte della sua carriera, non ha potuto evitarlo. Ha interpretato il ruolo di protagonista demoniaco in Mephisto, il mellifluo ma agghiacciante cattivo in ​​Die Hard e Robin Hood, il gelido Valmont in Les Liaisons Dangereuses... Nessuna di queste persone è esattamente il tipo di cui ti fideresti per prendersi cura del tuo gatto mentre sei in vacanza. Ciò che deve sembrare ancora più frustrante per Rickman è che è così terribilmente bravo a interpretare questi cattivi. Quando il suo sceriffo di Nottingham ringhia "Basta con le decapitazioni misericordiose!" desideri vedere il suo rivale, il Robin Hood di Kevin Costner, oscillare dalla forca più vicina. Questo è stato il motivo per cui Costner ha deciso di controllare e rimontare il film. Rickman nega che ci siano stati attriti sul set, ma è un segreto di Pulcinella che, quando il pubblico in anteprima ha visto il film nella sua forma originale, ha trovato lo sceriffo molto più comprensibile di Robin. "Robin Hood"potrebbe essere l'ultima volta che Rickman suona la seconda corda dell'arco di qualcuno ( l'ultima volta che funga da comprimario N.d.R).
Hollywood lo ama. Così come il West End e Broadway, dove si è distinto in Les Liaisons Dangereuses. E anche l'industria cinematografica britannica ha motivo di essere grata per le sue interpretazioni nelle sue ultime fatiche sul grande schermo, "Close My Eyes" e "Truly, Madly, Deeply".

Rickman potrebbe aver raggiunto un'età in cui, come ha detto a un intervistatore, è "troppo vecchio per interpretare Amleto", ma praticamente qualsiasi altra parte da protagonista che desidera interpretare è lì che lo attende.
Alla fine, crede, sarà in grado di confondere quei direttori del casting che vogliono semplicemente che ripeta i suoi ruoli più noti. È comprensibile che i drizzi il pelo quando viene accusato di specializzarsi in cinici freddi e aridi personaggi. In sua difesa cita The Lucky Chance at the Royal Court. "Stavo interpretando un tipo completamente aperto, pieno di energia, con una missione, per niente cinico, per niente rilassato, per niente nessuna di quelle parole e la gente diceva 'Accidenti, non sapevo che avresti potuto farlo!' " Forse è stato solo sfortunato. Non è stata colpa sua se, diciamo, la serie televisiva The Barchester Chronicles - in cui interpretava il ripugnante Obadiah Slope - ha avuto successo, mentre il film, L'uomo di gennaio - in cui interpretava un bravo ragazzo - no. Eppure, ha questa peculiare capacità di conferire anche ai suoi personaggi più simpatici una qualità vagamente agghiacciante. In Close My Eyes, ad esempio, interpreta un ricco marito tradito, generoso e totalmente innocuo. Ma Rickman dona al suo personaggio una vita interiore così intensa che si sospetta che, da un momento all'altro, potrebbe essere sul punto di commettere un mostruoso atto di violenza ( come per altro dichiara alla fine del film con una faccia da paura...N.d.R).

Quando glielo dico, Rickman adotta un'espressione addolorata. "C'è un certo calore, avrei invece pensato", dice, prima di suggerire che ciò che vedevo come freddezza era in realtà "vigilanza,". Vedendo di non avermi del tutto convinto, prosegue: "Questo sono io. Ho un certo tono di voce, un certo modo di inquadrare le mie frasi". E c'è del vero in questo.
Parla lentamente, deliberatamente e quasi in modo sognante, con ogni frase che svanisce languidamente in una caduta mielata e morente. Appare intelligente, a volte pericoloso in maniera sibilante, ma sempre ineffabilmente seducente. Questo potrebbe benissimo essere il segreto di Rickman. Ecco perché, ad esempio, il suo personale ritratto dell'insensibile Visconte nelle Liaisons Dangereuses è stato così dolorosamente compreso. E perché, dopo un'ora di esposizione al suo fascino ipnotico, ho sentito un disperato bisogno di scrivere l'intervista più clamorosamente favorevole che un sicofante potesse escogitare.
Riesce bene, ancora una volta con questo strategia interpretativa, anche nella sua ultima commedia del West End: "Tango at the end of the winter". Sebbene interpreti un pazzo, Rickman lo fa con una ragionevolezza così tranquilla che la strana visione del mondo del suo personaggio minaccia di sopraffare la visione apparentemente sana di coloro che lo circondano.

Può sembrare una reminiscenza del "Re Lear" o di "Enrico IV", ma la differenza è che Shakespeare e Pirandello danno ai loro personaggi un vantaggio concedendo loro i discorsi più avvincenti. Il testo di Tango non ha questa raffinatezza. L'abilità è tutta di Rickman.

Anche se ora non mancano registi disposti a rendere omaggio ai suoi talenti, non è sempre stato così: Rickman è entrato al RADA tardi - dopo essersi formato come grafico al Chelsea e al Royal College of Art - e ci è voluto del tempo prima che trovasse il suo posto sul palcoscenico.
"Quando Alan venne per la prima volta a Stratford", ricorda un direttore dell'RSC, "fu terribilmente imbarazzante. C'è stata una stagione in cui era così orribile che abbiamo avuto una riunione dei direttori e ci siamo chiesti l'un l'altro 'Cosa faremo di lui?' Ma poi è maturato. E all'improvviso, tutti volevano questo meraviglioso nuovo protagonista".

Lo stesso Rickman non dà troppa importanza al suo periodo a Stratford. "Sono stato con l'RSC per tre anni, ma ho anche passato sette anni a recitare al Bush, all'Hampstead e al Royal Court, che considero come la mia casa spirituale". Si risente del modo in cui il teatro regionale ha perso di importanza e visibilità da quando "la Thatcher ha "messo lo stivale" ( finanziando i teatri a circuito nazionale, penalizzando le piccole realtà regionali o indipendenti N.d.R) Spiega: "Quando ho lasciato la scuola di recitazione potevi andare in un teatro di repertorio locale e recitare in un'opera di Shakespeare o comunque un teatro di grande richiamo regionale, dove potevi andare e commettere errori orribili. Gli unici posti in cui puoi farlo ora sono l'RSC e il National. Ognuno commette i propri errori in posti fantastici". Quando si parla dello "stato del teatro", Rickman sembra quasi eccitato, vale a dire che la sua voce sale di qualche decibel più in alto del suo consueto mezzo sussurro. L'unica altra volta in cui sembra risvegliarsi dal suo consueto languore è quando provo a definirlo con alcuni aggettivi disinvolti. Proprio come detesta essere etichettato , così non è disposto a che la sua personalità si riassuma in un trafiletto di giornale; ciò potrebbe essere il motivo per cui ha acquisito la sua reputazione di "difficile" e perché, anche se con un sorriso vago, ha fatto la sua piccola osservazione sui pugni e sui muri di mattoni.

Edited by Ida59 - 16/6/2022, 15:02
 
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view post Posted on 16/6/2022, 09:29
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MOLTO PIÙ DI UN CATTIVO.... (1991) ... CON LA SUA FACCIA DA FALCO E LA SUA VOCE IMPERIOSA, ALAN RICKMAN È IL GRANDE CATTIVO DI HOLLYWOOD ("DIE HARD", "ROBIN HOOD"). MA CHIEDETE A LUI E VI DIRÀ CHE INTERPRETATO TANTE DOLCI PARTICINE E VI RACCONTA DEI SUOI ​​RUOLI DA BRAVO IN PICCOLI FILM, LONTANO DAI BLOCKBUSTER.
By Steven Rea,
(Philadelphia Inquirer, May 26, 1991)
Intervista originale in inglese



Sto telefonando dalla hall dell'hotel - il Carlyle, quel bastione dal cappello alto nella ricchezza dell'Upper East Side - alla stanza di Alan Rickman.

"Pronto?" la Voce intona.

Wow! Questo è un saluto diverso da tutti quelli che avete mai sentito. Due gracili sillabe infuse di una vorticosa combinazione di emozioni: seducente, sprezzante, imperiosa - un ringhio profondo come l'oceano, imponente come il generale Schwarzkopf sul fronte. Ehi, pensi, riprendendo te stesso, è solo un diavolo di saluto. Al piano di sopra, nella suite senza vista da 550 dollari a notte dell'attore britannico, capisci perché Rickman, in pochi anni, è diventato l'uomo a cui Hollywood chiama quando ha bisogno di un cattivo. Non un cattivo qualunque, badate bene, ma un tipo di cattivo intelligente, beffardo, che guarda dall'alto in basso la marmaglia senza cervello. L'arci-terrorista di Die Hard, il malizioso australiano di "Quigley Down Under" e, l'oscuro sceriffo di Nottingham che dà calci alle porte al fianco di Kevin Costner in "Robin Hood: Prince of Thieves".

Non è solo la voce, ti rendi conto, è il suo sguardo, i suoi modi. Distacco secco, ironico, velato di miele. Caratteristiche simili a un falco. È il Basil Rathbone degli anni '90 e, ahimè, è già in pericolo nell' interpretare il personaggio che ha impantanato Rathbone (il cattivo da Sir Guy di Gisbourne nel Robin Hood di Errol Flynn) nella malvagità per una ventina di produzioni hollywoodiane all'uscita dell'intervista, Robin Hood non era ancora uscito, per cui nessuno ancora sapeva che taglio avrebbe avuto lo Sceriffo di Nottingham N.d.R)
Rickman è ovviamente consapevole della sua posizione precaria. In quale altro modo spiegare il suo viaggio negli Stati Uniti per parlare del suo ruolo da protagonista in Truly, Madly, Deeply, la storia d'amore dall'aldilà, che si è aperta mercoledì al Ritz Five di Filadelfia?

Nella dolce opera prima di Anthony Minghella, Rickman è stato scelto per interpretare un violoncellista sensibile che, spedito nell'aldilà, torna ad accompagnate la vita della suo amante.
Juliet Stevenson (che è apparsa al fianco di Rickman nella produzione londinese di Les Liaisons Dangereuses) è la donna addolorata.
Suggerisci che deve essere stato un bel cambio di ritmo, interpretare un personaggio comprensivo per una volta. "Inevitabilmente mi fanno tutti questa domanda", dice con pazienza tesa, "ma non è quella che è la mia esperienza. È solo che certe cose si concentrano più di altre, in realtà se guardi i film che ho fatto, ci sono tre bravi ragazzi contro tre cattivi - e uno innominabile. Bravi ragazzi: The January Man (un flop del 1989), Truly, Madly, Deeply (i critici o lo adorano o lo odiano) e Close My Eyes (un piccolo film inglese, ancora in uscita). Cattivi: Già notato.

Uno innominabile: l'interrogatore fascista nel dramma di tortura poco visto Closet Land.
"È solo che i tre cattivi che ho fatto sono stati in grandi film, Hollywood, cose costose, e i bravi ragazzi sono in piccoli film, almeno con budget ridotti", dice. "È un mix ordinato per me, ma non, ovviamente, nella percezione del pubblico. Non hanno visto tutte queste cose, non l'hanno fatto, e non lo faranno mai. Ma io vado avanti e posso qualificare la mia immagine, Credo."
Ma per il momento, l'immagine indugia su quel tipo di peraonaggio. E questa percezione dovrebbe durare per tutta l'estate. Si dice, da coloro che hanno visto frammenti di Robin Hood, che Rickman, come oscuro signore della contea, mastichi il film in modo sublime.
"Sì, perché no?" dice di interpretare il cattivo. "È divertente essere cattivi." Rickman, sorridendo, dice di non nutrire in sè alcun nucleo di malvagità che possa spiegare la sua carismatica sinistrezza sullo schermo. Il suo successo nell'impartire tale malevolenza, osserva, può essere ricondotto a questioni più legate al set. Come gli angoli della telecamera. "Se una telecamera è posizionata all'infinito sul pavimento in tutte le tue inquadrature e ti guarda le narici, sai, non sono solo io. Il regista e il direttore della fotografia stanno facendo il lavoro nonostante qualsiasi cosa io stia facendo in questo momento. Continuavo a dirlo al regista Kevin Reynolds in Prince of Thieves: "Hey, guarda dove hai messo la telecamera. L'ho già vista una laggiù".

Rickman ammette di avere certe caratteristiche, che se sono illuminate da determinate angolazioni assumono un aspetto minaccioso.
"È oltre i libri di racconti, è oltre il Mago di Oz. Qualcuno con le caratteristiche di Debbie Reynolds non viene scelto per interpretare la strega cattiva, anche se forse dovrebbe."
In Truly, Madly, Deeply, i lineamenti di Rickman assumono, in modo abbastanza appropriato, un bagliore spettrale. Il film, realizzato per la televisione britannica ma ingrandito fino a 35 mm, è stato descritto come " lo spirito del pensatore", un avviso che il distributore statunitense del film strombazza felicemente nelle sue pubblicità.

Ma c'è chi pensa che confrontare Truly, Madly, Deeply con Ghost possa spaventare tanti spettatori quanti ne attira. "È solo una specie di strano mondo che descriviamo quando pensiamo che le persone stiano dicendo: 'Beh, ho visto Ghost, quindi non andrò a vedere quest'altro film.' Sai, "Ho visto Anna Karenina, quindi non vedrò Boris Godunov". È così diverso e spero che le persone si dicano che lo è. Poi andranno a vedere perché".

Le scene di Rickman con Stevenson sono particolarmente toccanti. I due hanno lavorato spesso insieme - in Liaisons (Rickman il visconte, Stevenson Madame de Tourvel) e in altre imprese della Royal Shakespeare Company - e l'attore rimane in soggezione nei confronti del suo collega. Per Rickman, una scena in Truly, Madly, Deeply conferma il potere di Stevenson. Arriva presto, quando il suo personaggio, Nina, sconvolto dalla perdita della persona amata, crolla e piange. E piange. E piange. E piange: lacrime e saliva e fluido che trasuda da ogni orifizio del suo viso. "Quella scena vale il film", osserva Rickman. "Penso che ci fosse bisogno di quella scena per fondare il film nella realtà, e che lei ( Nina)debba far vedere quanto è intransigente con sè stessa così come lo è con tutto il resto. Ognuno ottiene un'epurazione. È un po' come un autolavaggio emotivo che coinvolge il pubblico, e poi puoi andare avanti con il film, sul serio. Devi vedere il suo dolore, e quindi Anthony Minghella te lo fa vedere davvero, e così fa Juliet".


Rickman è nato a Londra, dove risiede tuttora. Condivide una casa vicino a Portobello Road con un'amica (all'epoca Rima era un'amica, per i tabloid N.d.R); abita vicino a Lady Marian del Principe dei Ladri, Mary Elizabeth Mastrantonio.
Tuttavia, si definisce un "Celta purosangue" - i suoi genitori erano irlandesi e gallesi. E "di certo non avevano niente a che fare con il teatro. Sono una specie di incidente". Quell'incidente è sbocciato quando Rickman era ancora alle elementari. "Avevo 7 anni e ricordo che mi è stata assegnata una parte in una commedia e ho pensato che fosse eccitante. Una bella fuga".


Poi la scuola d'arte e cinque anni come partner in uno studio grafico di Soho si sono messi in mezzo, tuttavia, e fu solo intorno ai 25 anni che Rickman si dedica alla recitazione. Ora ha poco più di 40 anni, anche se non fornisce cifre esatte. ("Sì, mi dispiace", risponde a una domanda sulla sua età.)
Un'audizione alla Royal Academy of Dramatic Art ha portato alla sua nomina alla Royal Shakespeare Company, dove ha interpretato una serie di ruoli. La sua interpretazione del seducente e sinistro visconte in Le relazioni (John Malkovich ha ottenuto il ruolo nell'adattamento cinematografico) gli è valso riconoscimenti sia a Londra che a Broadway (dove ha ricevuto una nomination ai Tony). Rickman ha anche fatto una notevole quantità di lavoro televisivo in Inghilterra, incluso Barchester Chronicles, visto qui su Masterpiece Theatre.
Dopo lo spettacolo ambientato nel XII secolo di Robin Hood: Prince of Thieves, l'attore sarà visto nel già citato "Close My Eyes", che è stato presentato in anteprima al Festival di Berlino a febbraio.
L'uscita del film è prevista per l'autunno. "È un'altra storia d'amore", racconta, con toni profondi e assonnati. "Faccio parte di un triangolo. Siamo io, mia moglie e suo fratello. Scopro più tardi,e piuttosto molto più tardi rispetto al pubblico, che ha una relazione con suo fratello".

Edited by Ida59 - 16/6/2022, 15:05
 
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view post Posted on 16/6/2022, 10:37
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Grazie, Giulia, per il tuo lavoro!
Ho sempre ritenuto le interviste rilasciate da personaggi noti come una sorta di falso specchio: ognuno di loro sceglie deliberatamente le risposte da dare in modo da pilotare ad arte l'interesse dell'interlocutore e di chiunque avrà modo di ascoltare/leggere l'intervista. Non sono brava a tradurre dall'inglese parlato, ma ascoltare la voce di Alan (ipnosi indotta a parte :wub: ), lascia trapelare un sincero interesse e volontà dell'uomo di scoprire una parte di sé anche intima. Alan non voleva costruire un falso personaggio pubblico col solo intento di farsi amare dallo stesso (come, invece, fa il 90% del jet set): voleva 'aiutare' chi aveva di fronte a conoscerlo davvero, a comprendere alcune sfumature del suo carattere e, soprattutto, quanto amasse il lavoro di attore-interprete. Ecco, interprete è il sostantivo che lo caratterizza meglio: interprete dell'animo umano a un tale livello di immedesimazione che lo ha reso uno dei più grandi dell'epoca moderna (e nella classifica escludo tutti gli ovvi e scontati attoroni Hollywoodiani).
 
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view post Posted on 16/6/2022, 14:47
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CITAZIONE (Giulia Nerucci @ 16/6/2022, 01:00) 
IL CATTIVO CON LA VOCE DI MIELE(1990) Intervista originale in inglese

By James Delingpole

La sua voce ha una qualità così ipnotica che è terribilmente facile lasciarsi andare alla deliziosa musicalità del suo discorso e dimenticare quello che sta effettivamente dicendo.

Non sono l'unica a cui succede!!!
CITAZIONE
Parla lentamente, deliberatamente e quasi in modo sognante, con ogni frase che svanisce languidamente in una caduta mielata e morente. Appare intelligente, a volte pericoloso in maniera sibilante, ma sempre ineffabilmente seducente. Questo potrebbe benissimo essere il segreto di Rickman. Ecco perché, ad esempio, il suo personale ritratto dell'insensibile Visconte nelle Liaisons Dangereuses è stato così dolorosamente compreso. E perché, dopo un'ora di esposizione al suo fascino ipnotico, ho sentito un disperato bisogno di scrivere l'intervista più clamorosamente favorevole che un sicofante potesse escogitare.

Adoro questa donna! Lei sì che ha capito come stanno le cose!
CITAZIONE
sua voce sale di qualche decibel più in alto del suo consueto mezzo sussurro. L'unica altra volta in cui sembra risvegliarsi dal suo consueto languore

Sussurri e languori... aaaah!
 
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