Il Calderone di Severus

Sfida Originali n. 3 - I sussurri del bosco

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view post Posted on 30/10/2020, 18:48
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Sfida Originali n°3

I sussurri del bosco




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Sfida_originali_n_0



“Vuoi spezzare la maledizione? Vai nel bosco e riportami la mucca bianca come il latte, il mantello rosso come il sangue, i capelli biondi come il grano, la scarpetta pura come l'oro.”
(Tratto dal film Into the woods - 2014)



Vi vedo che siete curiose: un bosco é l'ambientazione della terza sfida di scrittura originale.
Il genere, esattamente come per la sfida del castello, sarà assolutamente libero.
Chi non ama passeggiare nel bosco circondato solo dal melodioso suono della natura?
Chi non ha mai toccato il tronco di un albero immaginando quante cose potrebbe raccontarvi se solo potesse parlare?
Sentitevi liberi di scrivere di magie antiche o bambini che vivono la loro avventura.
Sarà la quercia secolare a narrare una storia o il Re dei cervi che insegna al suo piccolo la difficile vita dei boschi?
Oppure vivremo la storia di un cacciatore mentre attende la sua preda al varco?
Un Druido sta raccogliendo le erbe per un antico rituale?
Scrivete!
Volete rivedere la storia della strega cattiva di Hansel e Gretel?
Fatelo!
Volete raccontare come lo gnomo ha scelto quel fungo come casa?
Perfetto!
Oppure perché quell'uomo si nasconde nel bosco con aria furtiva?
Non vediamo l'ora!
Potete scrivere quello che volete, l'importante é, come sempre, divertirsi.
Date libero sfogo alla fantasia e scrivete una storia ambientata in un bosco che ci riempia di emozioni.

Ora regole per la sfida:

- Scadenza il 30/04/2021 30/6/2021
- Il testo non deve superare le 12.000 parole e deve averne minimo 501
- Sono accettate anche song-fic.
- La storia deve essere ambientata in un bosco. Un bosco qualsiasi, reale o immaginario, andrà benissimo.
- Nella premessa alla storia dovete indicare che è stata scritta per partecipare a questa sfida. Conseguentemente la storia deve essere inedita.
- Nessuno limite di genere o epoca.
- Accettato qualsiasi rating, in caso di storia VM andrà inserita in Sfide, Giochi e Concorsi VM18.
- Le storie dovranno essere direttamente inserite in questa discussione e devono essere ovviamente rispettose del Regolamento componimenti scritti. Se lo si desidera potranno essere inserite anche in Magie Sinister FORUM: storie e recensioni, Storie originali seguendo lo schema che trovate in questa discussione


Alla scadenza del gioco-sfida-concorso le storie pervenuti verranno inserite in un elenco che sarà pubblicizzato per alcuni giorni in un’edizione speciale del Cavillo del Calderone e di MSForum.

Indice delle storie pervenute

Anouk - Immortale e Benedetto ( piccola fiaba dei boschi)
Lady Memory - Il bosco
Arwen68 - Certe notti
Ida59 - Notte nel bosco
Gabrix1967 - Chi la fa, l'aspetti!
Giorgy - Dolce sogno
Ellyson - Qualcosa su cui riflettere



Edited by Ida59 - 17/6/2021, 21:04
 
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view post Posted on 31/10/2020, 00:06
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GabrixSnape

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Che sfida intrigante! :]
 
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Xe83
view post Posted on 31/10/2020, 08:07




Wow! Amo i boschi e le ambientazioni silvane. 🌲🌲🌲Questa sfida, cara Elly, mi attira tantissimo e trovo che sia assolutamente affascinante e stimolante. 🍃😘
 
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view post Posted on 5/11/2020, 15:23
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Bene!!!
Quindi: scrivere!!!!
:lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 11/11/2020, 19:16
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Stavolta parteciperò. :)
 
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view post Posted on 27/11/2020, 09:51
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Buca-calderoni

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Ho letto la sfida (per la precisione me l'ha raccontata Gabri, io ormai vivo in un altro pianeta).

Avrei un'idea per partecipare, ma vorrei sapere se "il bosco" deve per forza essere ambientato nel bosco. Purtroppo non posso dire di più...

Elly, se mi concedi una piccola deroga, sarei felice di raccontarvi la mia storia. Fammi sapere, grazie!
 
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view post Posted on 27/11/2020, 10:10
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CITAZIONE (Lady Memory @ 27/11/2020, 09:51) 
Avrei un'idea per partecipare, ma vorrei sapere se "il bosco" deve per forza essere ambientato nel bosco. Purtroppo non posso dire di più...

Può essere anche il bosco dipinto sulle pareti di casa.
Se ho capito quello che intendevi... ^_^
Basta che ci sia un bosco e che la storia sia ambientata in un bosco... poi può essere anche un bosco finto. Immaginario. Digitale. Di cartone. Un allucinazione...
 
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view post Posted on 27/11/2020, 10:44
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Non è proprio così, ma diciamo che la storia si svolge in un bosco. Poi se non va bene, mi caccerete fuori dalla sfida.
Grazie!
 
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view post Posted on 27/11/2020, 15:31
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Buca-calderoni

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Mep, che piacere!!! Sai che amo le tue storie e se hai qualcosa in mente, non puoi tirarti indietro, bosco o non bosco!
Aspetto con ansia ❤️
 
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view post Posted on 27/11/2020, 16:43
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CITAZIONE (Lady Memory @ 27/11/2020, 10:44) 
Non è proprio così, ma diciamo che la storia si svolge in un bosco. Poi se non va bene, mi caccerete fuori dalla sfida.
Grazie!

Allora va bene.
 
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view post Posted on 28/2/2021, 07:52
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Titolo: Immortale e Benedetto, piccola fiaba dei boschi
Autore: Anouk
Data: Febbraio 2021
Previewer: Xe83, Silver Doe
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: Fiaba
Avvertimenti: -
Riassunto: Il bosco ha una vita che va oltre a quello che si vede, sa ascoltare, sa capire e, se siamo fortunati, sa anche essere d'aiuto.

Nota: racconto scritto per la sfida Originali n. 3 “I sussurri del bosco” del forum "Il Calderone di Severus".

Disclaimer: Questa storia è di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.


Immortale e Benedetto
Piccola fiaba dei boschi

Succede, talvolta, che ci siano dei misteriosi intrecci, dove il fato decide anzitempo di intromettersi nel nostro cammino.
Succede se restiamo in ascolto.


Correva con il vento la piccola Amaranta, solinga creatura dei boschi nata dalla spessa corteccia di un'antica quercia, venuta al mondo ignara della sua provenienza e del suo destino.
Correva spensierata, circondata da una moltitudine di alberi che era la sua famiglia.
Intrecciava i lunghi capelli color cenere con teneri ramoscelli, impreziositi di bacche e candidi petali, bagnava i piedi nell'acqua del ruscello, le sue risate cristalline al gelido solletico sfumavano nell'aria, mescolate al suono delle mille foglie che ondeggianti la proteggevano.
E viveva così, in un'esistenza sospesa, senza nulla chiedersi, senza nulla conoscere finché un giorno, vagando spensierata nel suo immenso esiguo mondo, incrociò il suo destino.

Le urla festose di giochi infantili avevano attirato la sua attenzione e si era avvicinata incuriosita alla piccola fattoria.
Dietro al sicuro nascondiglio dei suoi tronchi la piccola figlia del bosco si era sporta con attenzione, se qualcuno si fosse fermato un momento avrebbe intravisto due grandi occhi color nocciola mescolati alla corteccia, fissare la scena tra gli alberi.
Ma i tre bambini erano troppo impegnati con le loro sfide, e... no, erano quattro, ce n'era un altro più piccolo che gironzolava lì attorno, seguendo anch'egli con il capo i fratelli, troppo veloci per le sue gambette instabili, troppo distratti per coinvolgerlo.
Ma lui rideva e guardava l'uno cadere, l'altro coprirsi la testa di foglie, il maggiore saltare agile da un ramo che a lui doveva sembrare tanto alto.
Amaranta guardava la scena rapita, non aveva mai visto altre creature che non fossero cerbiatti, scoiattoli o fugaci passerotti, nient'altro se non la fauna che popolava i suoi boschi.
Ed era attratta da quei quattro fratelli dai capelli corvini, dalle guance colorite e dalle ginocchia nere.
La manina bianca della bimba si strinse al tronco, le venature del legno si mescolarono alla candida pelle che si unì all'albero entrandovi.
Al sicuro in una delle sue culle Amaranta sarebbe rimasta lì a guardare ancora a lungo.

Era diventata la sua gioia quotidiana presenziare a quelle vite che scorrevano ignare di essere sotto osservazione. Ne aveva imparato i nomi, il carattere, le abitudini.
Di albero in albero si spostava per capire ciò che accadeva e l'iniziale eccitazione era diventata col tempo affezione, non passava giorno che Amaranta non visitasse i quattro fratelli per scoprire cosa avrebbero fatto, quali giochi avrebbero riempito le loro ore, e quali passatempi sarebbero col tempo diventati le loro occupazioni.
Amaranta non aveva rinunciato alle sue visite quotidiane neppure quando la neve aveva ricoperto di quiete ogni cosa. Dai rami spogli che si sporgevano verso la piccola fattoria sbirciava dentro alle finestre compiacendosi di intravederli accoccolati davanti al camino, o seduti attorno alla tavola a dividere la modesta cena.
E così la figlia del bosco aveva conosciuto il giovane Gael, tra i quattro il suo preferito, lo aveva osservato per diverse primavere, scrutando ogni suo cambiamento, soffermandosi sulla sua voce che aveva cambiato alfine colore, senza accorgersi di non riuscire a stargli lontano.

Una volta, durante i mesi più caldi dell'estate Gael, stanco per il lavoro, si era rifugiato sotto le fronde dell'albero scelto da Amaranta: lei aveva atteso e sognato così a lungo che potesse accadere, non aveva mai osato avvicinarsi tanto.
E dalla superficie della corteccia la fanciulla dei boschi aveva sentito il contatto con la sua camicia bagnata di sudore, aveva respirato il suo affanno e aveva smosso un poco le verdi chiome per rinfrescare la sua fronte accaldata con un refolo di aria fresca.
Si era seduto ai piedi dell'albero Gael e lei si era accucciata dietro a lui, nel suo tronco, con gli occhi pieni di gioia e il cuore traboccante di emozione.
Il vigore della sua giovinezza era un'attrattiva a cui lei non sapeva dare un nome, lo amava e non ne era conscia, non capiva quella forza che l'attirava a lui con tanta urgenza.
Aveva portato con sé quel contatto a lungo, come un tesoro racchiuso nella sua essenza.

Ma il cupo inverno segue sempre il fiorente maggio e le sventure non tardarono ad arrivare.
Il piccolo dei quattro fu rubato troppo presto alla sua giovane vita da un male ingiusto che si fece beffa del loro amore.
Il maggiore, spinto dalla fede decise per la vita monastica e il secondo, spinto invece dalla rabbia, partì per la guerra, salutando l'amata famiglia con la mano, senza voltarsi un'altra volta.
Solo Gael era rimasto a prendersi cura dei cari genitori, invecchiati troppo presto sotto il peso di tanto dolore.
E Amaranta aveva sofferto con loro, aveva versato in solitudine calde lacrime di resina ambrata, senza poter fare altro che scrutare inerme la fattoria un tempo felice, che ora si era svuotata.
Non passarono due inverni che Gael si ritrovò alfine solo, avendo dovuto occuparsi anche della dipartita di coloro che lo avevano generato.
E chiuso nel silenzio che lo aveva provato ma non indurito, Gael continuava la sua vita tranquilla nell'abbraccio del bosco che circondava la sua piccola e amata tenuta.
Il suo cuore era rimasto buono, mite il suo animo ma ormai di poche parole, quelle necessarie, spesso riservate ai suoi animali che curava con rispetto, che gli davano di che vivere.
E Amaranta era sempre lì, incapace di quell'abbraccio che avrebbe voluto donargli, muta osservatrice di una vita che le scorreva davanti.

Una notte nera scandita dalle urla dei tuoni e dalla fitta pioggia che sferzava la casetta, due colpi disperati alla porta fecero sobbalzare Gael che, al sicuro nel suo letto, aveva già ceduto al sonno.
Si alzò col cuore agitato e, preso un bastone, si avvicinò alla porta:
«Chi va là?».
«Aiutatemi!» gridò il forestiero.
Cos'altro poteva fare Gael se non dargli rifugio?
Aprì circospetto la porta e lo sguardo atterrito di un giovane uomo lo impietosì: era bagnato fino all'osso e si sedette tremando vicino al camino che Gael prontamente iniziò a riattizzare.
Lo aveva nutrito, gli aveva dato dei vestiti puliti e avevano pranzato alla stessa tavola per due giorni.
E la rude gratitudine dello straniero lo aveva ripagato del suo gesto, ma Gael non poteva sapere che quello non era un uomo buono: era fuggito da una banda di malfattori sottraendogli il bottino e ora era ricercato dalla furia del loro livore.
E non tardò a giungere neanche quella sventura nella casa del giovane Gael che ben presto si ritrovò circondato dalla brutale sete di vendetta guidata dalla rabbia dell'imbroglio.
«Sei il suo complice!» gli avevano detto ma nella zuffa Gael era fuggito veloce come il vento e si era rifugiato nel bosco per mettersi in salvo.
Ferito a morte il complice, i briganti erano usciti a cercarlo inseguendolo come delle furie.

Gael correva a fatica, il fiato era corto, il cuore batteva all'impazzata, di paura, di incredulità e anche di rabbia. I polmoni bruciavano fino a fare male e barcollò perdendo l'equilibrio.
Amaranta che lo stava seguendo disperatamente aveva visto i nemici avvicinarsi, il loro passo era svelto, non ce l'avrebbe mai fatta.
«Di qua! Lo vedo!» urlò uno.
«Non ci scappa!».
Persino le loro voci erano volgari.
Gael si voltò terrorizzato, sapeva che non sarebbe riuscito a seminarli.
Amaranta non resistette più e uscì allo scoperto:
«Gael» disse con voce ferma celando la paura che invece provava.
Lui si bloccò pensando di essere circondato ma vide l'esile corpo di una fanciulla indifesa.
«Ti nascondo io, fidati di me» riprese quasi implorando.
Era disarmata, minuta nel suo lungo ed effimero abito verde foglia, ingenua nei suoi grandi occhi dorati. Era la prima volta che si palesava a un altro essere umano.
Gael, mettendo ancora in dubbio quanto stava vedendo, fece un lieve cenno d'assenso, l'istinto lo stava guidando perché la sua volontà non riusciva a capire.
Amaranta si avvicinò di fronte a lui portando le mani sulle sue spalle, gentilmente ma con decisione lo spinse verso il primo albero che c'era lì accanto, lui sentì la dura corteccia sulla schiena e per un momento pensò di essere stato imbrogliato. Era in trappola?
I passi di corsa degli inseguitori erano vicinissimi e senza capacitarsi di quanto stesse accadendo Gael sentì quella fanciulla avvicinarsi a lui in un abbraccio che lo avvolse.
La schiena di Amaranta stava velocemente mutando il suo colore e la sua consistenza.
Come sotto a un mantello il giovane si sentì circondare e tutto si fece buio, tentò di urlare ma sentì un sussurro nelle sue orecchie
«Shhh... zitto, fidati, non ti vedranno».
Ma cosa stava succedendo? Era come se fosse stato inglobato nell'albero.
Non riusciva a vedere niente e il suo corpo era come bloccato, ma i suoi sensi erano vitali, udiva le voci dei briganti imprecare per averlo perso e sentiva uno strano calore avvolgerlo.
«Fermo, non ti muovere» sussurrava la sua voce gentile, «Resta fermo...».

«Dannazione! Dov'è andato quel figlio d'un cane?!».
«L'hai perso!».
«Io l'ho perso? E tu allora? Dove stavi guardando mentre quel dannato demonio correva via, eh?».
«Vai al diavolo, non è colpa mia!».
E continuando a insultarsi tra loro scalciavano di rabbia alzando mucchi di foglie, mentre con grandi falcate continuavano a girare in tondo cercando di capire che direzione avesse preso.
«Ti ha visto in faccia» disse uno.
«No, ti sbagli!».
«Ma certo, idiota, ci ha visti tutti, dobbiamo andare via e alla svelta».
«Maledizione!!» e al colmo della rabbia l'uomo scagliò l'accetta con forza sul tronco dell'albero centrando, senza saperlo, la schiena di Amaranta.
Un urlo terribile echeggiò per tutto il bosco, i tre uomini si fermarono agghiacciati. I loro occhi delinquenti si mutarono in breve tempo in terrore spaesato.
«Le streghe...» mormorò uno.
«È il demonio» gracchiò un altro con lo sguardo stravolto.
Un singulto fece eco da lontano, il dolore straziante di Amaranta stava passando di albero in albero, lungo ogni ramo, per tutte le foglie che ripetevano incessantemente il suo lamento.
«Via, via! Questo posto è maledetto!».
I tre presero a correre terrorizzati scomparendo in breve tempo.

Il silenzio cadde sul bosco divenuto spettrale e Amaranta si lasciò cadere a terra, la schiena era lacerata dalla profonda ferita. Gael, senza capire come, era uscito dall'albero e si ritrovò in piedi davanti a lei.
Mormorò qualcosa confuso poi incrociò il suo sguardo. Perché aveva la sensazione di conoscerla?
Si ridestò, aveva perso fin troppo tempo e si chinò su di lei voltandola piano.
La fanciulla gemette di dolore e lui, atterrito, vide una macchia verde linfa allargarsi sul suo abito strappato.
«Sei ferita...».
Non capiva ciò che vedeva ma la prese tra le braccia e tornò alla fattoria.

Il tempo pare che aggiusti ogni cosa, talvolta lo fa davvero.
Gael si prese cura di Amaranta per lungo tempo, la profonda ferita non fu sufficiente a portare via anche lei, lei che gli era comparsa davanti all'improvviso ma che era nella sua vita da sempre. Lei che dallo sguardo impaurito e puro si lasciava aiutare docilmente, lei che esprimeva il suo amore con ogni sguardo che riservava al suo Gael.
Non bastarono quelle lunghe settimane per narrarsi delle loro esistenze da sempre legate eppure separate, ma fu un inizio per gettare nuove radici, per sperare in nuovi virgulti.

La neve si susseguì sulla casa, e lo fece ancora e ancora e nel pieno della terza primavera il bosco si protese verso la piccola fattoria discreta per compiacersi di quanto poteva ammirare.
Gael passò la mano sulla fronte sudata prendendosi una pausa dal lavoro, Amaranta si volse a guardarlo, le mani dolcemente posate sul grembo gonfio di verde foglia, e gli donò un sorriso, uno dei tanti che gli aveva riservato da sempre ma che ora, con quotidiana gioia, poteva essere accolto.

Succede, talvolta, che ci siano dei misteriosi intrecci, dove il fato decide anzitempo di intromettersi nel nostro cammino.
E quando succede è una benedizione immortale.


***

Amaranta significa “che non appassisce, durevole, immortale”
Gael significa “bianco, casto, benedetto e generoso”


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view post Posted on 28/2/2021, 10:01
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Buca-calderoni

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Il tuo delicato racconto mi fa vivere una fusione totale con la natura attraverso il personaggio di Amaranta, figlia dei boschi, che mi ha ricordato la dannunziana metamorfosi uomo/ natura.
È una dolcissima fiaba che si snoda attraversando diversi temi: l’innocenza e la spensieratezza dell’infanzia troppo presto spezzata, il mantenersi in disparte di Amaranta, ma sempre presente, la malvagità degli uomini e la sofferenza che essi sono capaci di infliggere.
E dopo l’esperienza del dolore, il cerchio si chiude con il ritorno al bosco, rifugio rasserenante e accogliente, che diventa il guscio in cui proteggersi dalla sofferenza e dal mondo esterno.
Ma Amaranta e Gaël nel loro mondo incantato non sono più soli, si sono trovati, accolti, si sono presi cura l’uno delle ferite dell’altro e c’è nell’aria una nuova, dolce promessa di felicità.

Il tuo disegno risplende di luce e di gioia, di speranza, così come il volto di Amaranta. È l’unico disegno colorato dei tuoi, di colori delicati, leggeri, meravigliosamente sfumati.

Grazie Anouk, non sai che gioia vederlo pubblicato. Mi hai commossa e regalato un sorriso ❤️
 
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view post Posted on 28/2/2021, 12:50
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Cara Anouk, hai creato una mite creatura che si mimetizza perfettamente all’ambiente che la circonda.
Alla gioiosa ingenuità della sua fanciullezza, hai aggiunto quel tocco magico da ‘fatina dei boschi’, che la rende ancora più adorabile.
Il tuo racconto è una delicata testimonianza, che recita dello stretto legame che unisce le giovani vite descritte, con la premura gentile della natura, per tutte le creature che vivono con essa e per essa.
La sua forza sta proprio nell’infinita capacità di rinnovamento, che trova vigore a partire dagli amori più puri. <3
 
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view post Posted on 28/2/2021, 17:46
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Barbara, ringrazo io te per la bella analisi che hai fatto del mio piccolo racconto con la tua consueta delicatezza.
E ti ringrazio per il sostegno che mi hai dato ❤


Kate hai colto quello che avevo tanta voglia di trasmettere, un po' di delicatezza, di fusione con la natura, di purezza a cui ho aggiunto un semplice lieto fine.
(Dopotutto passo molto tempo a sviscerare il dolore di Severus, volevo cambiare un pochino!)
Grazie per avermi letto ❤
 
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view post Posted on 28/2/2021, 19:03
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Buca-calderoni

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CITAZIONE (Anouk @ 28/2/2021, 17:46) 
Barbara, ringrazo io te per la bella analisi che hai fatto del mio piccolo racconto con la tua consueta delicatezza.
E ti ringrazio per il sostegno che mi hai dato ❤

❤️
 
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