Il Calderone di Severus

4.1 Post Produzione

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view post Posted on 14/5/2019, 17:10

Buca-calderoni

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Mentre per le pellicole la post produzione viene normalmente demandata ad altri sotto forma di sviluppo e stampa, nel mondo digitale imperversa il fai da te.
Certo, le cose possono essere più facili, ma nella parola “possono” si nascondono molti trabocchetti.

Oggi molte macchine fotografiche e molte App o programmi propongono pacchetti completi di elaborazione; uno scatta e, ZAC, la macchina, lo smartphone o il computer fanno tutto il resto. Al di là del risultato estetico, a volte discutibile, esiste il rischio di una generale omologazione delle immagini, ovvero un vago senso di déjà vu che ci prende osservando le fotografie, ad esempio sul libro delle facce.

La via migliore per chi vuole “sviluppare” da sé le proprie fotografie è quella della semplicità.

Assodato che se la fotografia è stata ben esposta, ben inquadrata e senza vizi dovuti al mosso avremo già un OTTIMO punto di partenza, le cose da tenere presente sono:
- scattando in RAW, essendo questo un formato “grezzo”, avremo una base più lavorabile rispetto al jpg, dove la macchina fotografica ha già introdotto alcune
modifiche definite dalle impostazioni applicate;
- le modifiche devono sempre essere leggere, su qualunque valore interveniamo è sempre meglio evitare gli estremi;
- se la fotografia è brutta non la miglioreremo più di tanto, per cui se non è un documento irripetibile o dal valore enorme, lasciate perdere;
- alcune volte il jpg in uscita dalla macchina fotografica è già ottimo, perché perdere tempo?

Praticamente tutte le grandi marche forniscono assieme agli apparecchi fotografici un programma di “sviluppo” e catalogazione immagini: non scartatelo a priori a favore di grandi nomi, il più delle volte questi programmi contengono tutte le funzioni necessarie. Volendo, potete rivolgervi a programmi gratuiti disponibili in rete, alcuni veramente completi e potenti (Gimp, RawTherapee, Darktable ecc).

Ricordate: è inutile impantanarsi con trenta programmi diversi, meglio imparare ad usarne uno solo, ma in modo approfondito.

Nel corso che tengo di persona mostrerò alcune di queste tecniche e programmi, per chi leggerà solo queste note sottolineo che l’argomento richiederebbe un tempo veramente enorme per essere sviluppato, per cui vi rimando alla moltitudine di tutorial presenti in rete tra cui troverete sicuramente quello che cercate.

Torniamo a noi. Scattando in RAW otterremo un file “pulito”, senza interventi né di compressione né di elaborazione. Cosa significa?
Significa che avremo quanto ripreso dal sensore, né più né meno, con i pregi e i difetti del caso. I pregi sono costituiti dalle informazioni presenti, ovvero tutte quelle registrate; i difetti da una relativa “piattezza” dell’immagine.

Per compensare i difetti ed evidenziare i pregi dobbiamo agire con molta cautela, evitando di rovinare l’ottimo lavoro svolto fino a qui dal sensore.

In molti casi basta intervenire sul contrasto e sul tono dell’immagine; in altri può convenire aprire un pochino le ombre, modificare i valori delle alte luci, aggiungere un pizzico di nitidezza o addirittura intervenire sull’esposizione e sul bilanciamento colore e, eventualmente, raddrizzare le linee. Tutte queste cose fanno parte della dotazione di base di ogni programma serio, e di solito non serve altro.

Per completare il tutto bisogna prestare attenzione al formato con cui si salva l’immagine così “sistemata”. Il Jpg va bene quando si vuole un file dal peso ridotto, magari per spedirlo via mail, ma, indipendentemente dal livello di compressione che scegliamo, una parte dei dati contenuti nell’immagine andrà perso; se poi apriamo e salviamo il file più volte, il procedimento andrà ogni volta a sommarsi. Niente di gravissimo, normalmente non ce ne accorgeremmo, ma guardando ben bene la fotografia noterete i difettini. Se a voi va bene, ok, se no occorrerà tornare all’immagine iniziale e rimediare. Salvando in Tif avrete un file molto simile all’originale sia in termini di peso sia di dettagli. Esistono molti formati, io vi ho parlato dei due principali, ma sta a voi scegliere quello che più vi si addice: l’importante è che sia appropriato per l’uso che intendete farne.

Per tutti quelli che vi verranno a dire: ma così l’immagine non è più vera! Viene elaborata! Non come le vere fotografie!
Vere fotografie… dove si cambia il tipo di carta per aumentare o diminuire il contrasto, sempre con il tipo di carta si controllano i toni e tramite bruciature (facendo passare più luce in un punto) o mascherature si modificano le luci e le ombre?
A me sembra la stessa cosa, solo un pochino più complicata.
Se invece, poi, fa tutto una macchina, ah beh, di sicuro non controllerà niente, o no?
Per chi se lo chiedesse, la risposta è NO: le macchine di stampa controllano comunque l’esposizione, la temperatura e la purezza dei bagni, da cui dipende il risultato finale, e le carte possono essere a contrasto variabile utilizzando apposite filtrature, per cui…

Va bene, vi lascio ai vostri esperimenti. Divertitevi.

Edited by reoplano - 18/9/2019, 08:32
 
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view post Posted on 14/5/2019, 18:37
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Grazie, Reoplano, per quest'altra lezione chiara e interessante.
 
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view post Posted on 15/5/2019, 17:34
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CITAZIONE
In molti casi basta intervenire sul contrasto e sul tono dell’immagine; in altri può convenire aprire un pochino le ombre, modificare i valori delle alte luci, aggiungere un pizzico di nitidezza o addirittura intervenire sull’esposizione e sul bilanciamento colore e, eventualmente, raddrizzare le linee. Tutte queste cose fanno parte della dotazione di base di ogni programma serio, e di solito non serve altro.

Sono contenta di non aver mai ecceduto in piccole modifiche che servono soltanto a modificare la "piattezza delle mie immagini" - come dici tu, Carlo.

Il salvataggio in Tif, invece è una cosa del tutto nuova e che devo provare.

Grazie.
CITAZIONE
Salvando in Tif avrete un file molto simile all’originale sia in termini di peso sia di dettagli. Esistono molti formati, io vi ho parlato dei due principali, ma sta a voi scegliere quello che più vi si addice: l’importante è che sia appropriato per l’uso che intendete farne.
 
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2 replies since 14/5/2019, 17:10   471 views
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