Il Calderone di Severus

Verbi difettivi, Grammatica, verbi e sintassi - lezione 5

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view post Posted on 11/7/2018, 21:32
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Verbi difettivi



Sono verbi che mancano di alcuni tempi, modi e persone verbali.
Quelli ancora in uso nell’italiano contemporaneo, soprattutto scritto e di registro alto, sono ormai pochi.

Addirsi nelle forme si addice, si addicono; si addiceva, si addicevano; si addica, si addicano; si addicesse, si addicessero, e nel participio passato sostantivato addetto

un linguaggio che non si addice al suo ruolo, gli addetti alla sicurezza

Aggradare nella forma del presente indicativo aggrada, spesso in senso ironico

fate pure come vi aggrada (= come più vi piace)

Fallare nel participio passato fallato

un vaso fallato (= difettoso)

Fèrvere nelle forme ferve, fervono; ferveva, fervevano; fervente, spesso in espressioni cristallizzate

fervono i preparativi, un fervente cattolico

Ostare è rimasto nell’espressione burocratica nulla osta ‘niente si oppone, è contrario’, nella forma sostantivata nulla osta (o nullaosta), nella preposizione e congiunzione concessiva nonostante (in origine non + il participio presente ostante)

se nulla osta al provvedimento, concedere il nullaosta, nonostante le difficoltà, ce l’abbiamo fatta

Secèrnere nelle forme secerne, secernono, ma soprattutto nel participio presente secernente, nel participio passato secreto (anche sostantivato), nel gerundio secernendo

il nostro corpo secerne sudore, quel liquido viene secreto da un organo particolare


Solére nelle forme suole, soleva, ma soprattutto solito nell’espressione essere solito

come si suol dire, sono solito mangiare alle otto

• I verbi prùdere, ùrgere, vèrtere, vìgere presentano la 3a persona singolare e plurale dei tempi semplici (indicativo presente, imperfetto, futuro; congiuntivo presente, imperfetto; condizionale presente; participio presente; gerundio presente), ma mancano del participio passato, dunque non hanno i tempi composti.

• Alcuni verbi come competere, concernere, convergere, dirimere, discernere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, transigere non hanno il participio passato, quindi non possono formare i tempi composti.

Tàngere ‘toccare’ e delìnquere ‘commettere un delitto’, si usano ancora oggi nelle forme del participio presente tangente, delinquente, usato in funzione di aggettivo o di sostantivo

retta tangente, partire per la tangente, un feroce delinquente

Consùmere ‘consumare, distruggere’ presenta il participio passato consunto, di uso letterario

Un povero consunto vestitino di casa (I. Svevo, La coscienza di Zeno).


STORIA

Si tratta per lo più di verbi ➔impersonali e di uso ormai antiquato come ire, gire ‘andare’; licére ‘essere lecito’; mólcere ‘addolcire’; récere ‘vomitare’; redire, rièdere ‘tornare’; calére ‘importare’; lùcere ‘splendere’; prostèrnere ‘gettare a terra’, e così via.


Tratto da Treccani.it
 
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view post Posted on 12/7/2018, 17:03
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Quando leggo di queste irregolarità nella lingua italiana penso sempre a chi la studia.
Per noi che siamo di lingua madre queste eccezioni sono di uso comune e le usiamo nell'accezione giusta, ma un poveretto che deve mandarli a mente e poi declinarli: bhe non lo invidio :lol:
 
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view post Posted on 12/7/2018, 17:18
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Mm... non è che tutti i madre lingua italiana se la cavino bene coi verbi, difettivi o meno che siano...

Edited by Ida59 - 12/7/2018, 20:45
 
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view post Posted on 12/7/2018, 17:26
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:lol: :lol: :lol: Ridiamoci su
 
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view post Posted on 18/7/2018, 13:28
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Verbi difettivi (da A a C)



Sono quelli che difettano, cioè che sono privi di una o più voci. Le altre voci o non sono mai esistite o sono cadute in disuso.

Ecco un elenco dei più comuni verbi difettivi.

addirsi - Si usano solo le terze persone dei tempi semplici di:
Indicativo presente: si addice, si addicono;
Indicativo imperfetto: si addiceva, si addicevano;
Indicativo futuro: si addirà, si addiranno;
Congiuntivo presente: si addica, si addicano;
Congiuntivo imperfetto: si addicesse, si addicessero;
Condizionale presente: si addirebbe, si addirebbero;
Participio presente: addicentesi (un po' ricercato, ma ancora in uso).

affarsi - E' usato nella 3a persona singolare di:
Indicativo presente: si affà;
Indicativo imperfetto: si affaceva;
Congiuntivo imperfetto: si affacesse;
più raramente nelle corrispondenti terze persone plurali: si affanno, si affacevano, si affacessero.

aggradare - E' usato solo nella 3a persona singolare di:
Indicativo presente: aggrada.
Esempio: "Tutto ch'altrui aggrada me disgrada" (Cino da Pistoia).

àngere - E' usato solo nella 3a persona singolare di:
Indicativo presente: ange (di uso poetico).
Esempio: "Tanto un suo vano amor l'ange e martira" (Tasso).

arrògere - Oggi, nell'uso notarile, la 2a persona singolare di:
Imperativo presente: arrogi o arroge (col significato di "aggiungi").

aulire - E' voce poetica antiquata. Se ne usano soprattutto le terze persone di:
Indicativo presente (aulisce, auliscono);
Indicativo imperfetto (auliva, aulivano).
E' usato anche il Participio presente (aulente).
Esempio: "i gigli presero ad aulire" (D'Annunzio).

beàre - Non è usato in alcune voci (per evidente cacofonia) di:
Indicativo presente: manca la prima persona plurale (beiamo)
e del Congiuntivo presente: manca la 2a persona plurale (beiate).
Esempio: "Beata s'è, che può beare altrui Co la sua vista" (Petrarca).

calére - Poco usato, e solo in poesia. Era adoperato nella 3a persona singolare di:
Indicativo presente (cale) e in locuzioni come "avere, tenere, mettere in non cale".
Le terze persone singolari dell'Indicativo imperfetto (caleva),
del Passato remoto (calse)
e del Congiuntivo presente (caglia)
ebbero uso letterario e sono in genere antiquate, per lo più in unione con le particelle pronominali mi, ti, ci, vi.
Esempio: "quando altrui non cale De' nostri alti parenti, A te ne caglia" (Leopardi).
Ricordo per altro l'uso intelligente nella canzonetta:
"delle cicale, ci cale ci cale ci cale.
Delle formiche, invece , non ci cale mica!"


capére - Voce antiquata, usata solo nella 3a persona singolare di:
Indicativo presente (cape), con il significato di entrare, starci dentro, rendersi conto.
Esempio: "sapeva onorare cui nell'animo gli capeva che il valesse" (Boccaccio).

còlere - Voce poetica antiquata, usata soltanto nella 3a persona singolare di:'
Indicativo presente (cole).
Esempio: "Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira" (Leopardi).

compètere - Manca del Participio passato e perciò anche dei tempi composti.

concèrnere - Manca del Participio passato e quindi dei tempi composti.


E' consolante sapere che quando concernuto e competuto proprio ti stonano... è perchè il verbo, in effetti, è difettivo!


Continua dalla D alla Z - https://grammatica-italiana.dossier.net/


Edited by Ida59 - 26/7/2018, 19:46
 
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view post Posted on 18/7/2018, 14:34
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CITAZIONE
capére - Voce antiquata, usata solo nella 3a persona singolare di:
Indicativo presente (cape), con il significato di entrare, starci dentro, rendersi conto.
Esempio: "sapeva onorare cui nell'animo gli capeva che il valesse" (Boccaccio).

Capere nel nostro dialetto è in uso: oh non me ce càpe (dentro la testa) ìntela testa! :lol:
 
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view post Posted on 18/7/2018, 17:02
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Per me era un verbo del tutto sconosciuto...
 
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view post Posted on 26/7/2018, 18:56
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Verbi difettivi (da D a I)



delìnquere
Usato soprattutto nell'Infinito presente (delinquere)
e nel Participio presente (delinquente) con funzione di aggettivo e di sostantivo.

divedére
Ricorre soltanto all'Infinito nella locuzione "dare a divedere", cioè mostrare in modo evidente.

divèrgere
Manca del Passato remoto e del Participio passato e quindi di tutti i tempi composti.
In effetti, egli diverse come passato remoto mi stonava alquanto...


esìmere
Manca del Participio passato e naturalmente di tutti i tempi composti.
S', in effetti esimuto è pessimo. ^_^

fallare
Se ne usano soltanto la 3a persona singolare dell'Indicativo presente (falla)
e le forme dei tempi composti.
Proverbio: Chi non fa non falla.

fèrvere
Manca del Participio passato e quindi dei tempi composti.
Esempio: "Non ferverà per voi l'ira del flutto" (Foscolo).

fièdere
Dalla forma latina "fedire". Se ne trovano soltanto le voci dell'Indicativo presente (fiedo, fiedono) e del Congiuntivo presente (fieda, fiedano), ma sono antiche e letterarie.
Esempio: "par che arco s'oda stridere in tuoi stridi onde si goda fieder Primavera"

fùlgere
Manca del Participio passato e quindi di tutti i tempi composti.

fùngere (defùngere)
Si trova in alcune forme dei vari tempi (funge, fungeva, fungerà, fungessi, ecc.).
Del composto "defùngere" ricorrono la 3a persona singolare del Passato remoto (defunse) e il Participio passato (defunto).

gire di uso poetico o regionale.
E' adoperato solo in poche forme: Indicativo imperfetto (giva, givano);
Passato remoto (gì, gimmo);
Futuro (girò, ecc.);
Congiuntivo imperfetto (gissi, ecc.)
Participio passato (gito).
Esempio: "Ed el sen gì; come venne, veloce" (Dante).

ire
Antiquato. Si trovano solo le forme dell'Indicativo presente (ite);
dell'Indicativo imperfetto (ivo, ivi, iva, ecc.);
del Passato remoto (isti, irono);
dell' Infinito presente (ire)
e del Participio passato (ito) con i relativi tempi composti.
Si usa solo in poesia: "li occhi vivi Non poteano ire al fondo per lo scuro" (Dante).

Ammetto che, a parte i vari tempi che difettano, io molti verbi non li conoscevo affatto!

Continua da L a Z. Tratto da https://grammatica-italiana.dossier.net/
 
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view post Posted on 2/8/2018, 16:54
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Verbi difettivi (da L a R)




lícere Tutte le voci in uso sono antiquate, come la 3a persona singolare dell'Indicativo presente (lice);
la 3a singolare e plurale dell'Indicativo imperfetto (liceva, licevano),
del Congiuntivo imperfetto (licesse, licessero)
e il Participio passato (lícito).
Esempio: "Né più si brama, né bramar più lice" (Petrarca),

liquare Nel senso di "liquefare, sciogliere" si trova presso antichi scrittori e poeti, usato nel
Participio presente (liquante) e nel Participio passato (liquato)
e nella forma riflessiva della 3a persona singolare dell'Indicativo presente (si liqua).
Esempio: "Benigna volontade in che si liqua Sempre l'amor che drittamente spira" (Dante).

lúcere Di uso poetico. Si trova specialmente nelle terze persone singolari e plurali dell'
Indicativo presente (luce, lucono),
dell'Indicativo imperfetto (luceva, lucevano),
del Congiuntivo presente (luca, lúcano) e del Congiuntivo imperfetto (lucesse, lucessero).
Il Participio presente (lucente) è usato come aggettivo.
Manca del Participio passato e dei relativi tempi composti.
Esempio: "Lucevan li occhi suoi più che la stella" (Dante).
Ecco, e io che pensavo che lucente fosse un aggettivo...
E lucean le stelle..." questo veine dalla Tosca di puccini.

mólcere Di uso poetico in tutte le voci. E' usato solo nella 3a persona singolare
dell'Indicativo presente (mólce),
dell'Indicativo imperfetto (molceva)
e raramente nelle forme del Passato remoto (mólsi, mulsi).
Manca del Participio passato e dei tempi composti.
Esempio: "Non ti molceva il core La dolce lode" (Leopardi).

ostare E' usato solo nelle terze persone. Non è in uso il Passato remoto,
né il Participio passato e quindi neppure i tempi composti.
La 3a persona singolare dell'Indicativo presente si trova nella locuzione "nulla osta".
Questo verbo lo conoscevo e la forma "nulla osta" è famosa nel linguaggio burocratico/amministrativo.

prúdere Manca dei due Participi e dei tempi composti.
Così ci mettiamo il cuore in pace per l'inesistente pruduto e prudette e osanniamo il gerundio (non agettivo) prudente, che non significa cauto...

rècere Si usa solo all'Infinito e in qualche altra forma non composta.
Esempio: "Col forestiere Che spende, e in seguito Ci rece addosso" (Giusti).

rièdere Di uso poetico e antiquato nell'Indicativo presente (riedo, riedi, riede, riedono),
Indicativo imperfetto (rediva, redivano),
il Passato remoto (redirono)
e il Congiuntivo presente (rieda, riedano).
Anche qui l'opera lirica (La traviata) viene in aiuto: il verbo riedere lo usa papà Germont per convincere Violetta a sparire dalla vita del figlio: Pura siccome un angelo, Iddio mi diè una figlia; se Alfredo nega riedere in seno alla famiglia, l'amato e amante giovane, cui sposa andar dovea, or si ricusa al vincolo che lieti ne rendea...

rifulgere Coniugato come "fulgere".
Esempio: I suoi occhi rifulgevano dell'intima gioia di quel momento.
rilùcere Vedi "lúcere".
Esempio: "Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce" (Dante).

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sèrpere
Manca del Participio passato e dei tempi composti.
E' usato solo ai tempi semplici dell'Indicativo.
Esempio: "Quindi in noi serpe, ahi miseri, un natio Delirar di battaglia" (Foscolo).
Non conoscevo l'esistenza del verbo serpere (che presumo significhi serpeggiare): Io e Severus lo troviamo delizioso, e voi? :lovelove:

solére
E' usato per lo più nelle forme semplici dell'Indicativo, escluso il futuro, e meno spesso nelle forme semplici del Congiuntivo e nell'Infinito presente;
negli altri tempi è spesso sostituito dalla locuzione "esser solito".
Esempio: "Di paura tremando, come suole Per picciol ventolin palustre canna" (Poliziano).

stridere
Manca del Participio passato e quindi dei tempi composti.
Esempio: "la cacciò, per quanto lei si divincolasse e stridesse, a sedere dirimpetto a sé" (Manzoni).

súggere
Manca del Passato remoto, del Participio passato e quindi dei relativi tempi composti.
Esempio: "E pargli ch'ogni vena Amor li sugga" (Poliziano).

tàngere
Oggi è usato quasi esclusivamente nelle terze persone; mancano il Passato remoto, il Participio passato e i tempi composti.
Esempio: "I' son fatta da Dio, sua mercé, tale Che la vostra miseria non mi tange" (Dante).

tèpere
E' usato solo nella 3a persona dell'Indicativo presente (tepe) e al Participio presente (tepente).
Manca del Participio passato e naturalmente di tutti i tempi composti.
Esempio: "dove tepe la ligure Maremma" (Carducci).
E questo tepere che cavolo significa???

tralucere Vedi "lucere".
Esempio: "pei balconi Rara traluce la notturna lampa" (Leopardi).

túrgere
Di uso letterario. Ne ricorrono le voci turge, turgono dell'Indicativo presente e turga, turgano del Congiuntivo presente.
Esempio: "L'alto disio che mo t'infiamma e urge....Tanto mi piace più quanto più turge" (Dante).

ùrgere
Non sono usati il Passato remoto, il Participio passato, i tempi composti.
E' di uso letterario: "Un desiderio che non ha parole V'urge" (Pascoli).

vèrtere
E' usato nelle terze persone singolari e plurali di tutti i tempi semplici, escluso il Passato remoto.
Manca del Participio passato e dei tempi composti.
Esempio: Verte una lite tra i parenti riguardo all'eredità.

vìgere
E' usato quasi esclusivamente nella 3a persona singolare e plurale dei tempi semplici; è privo del Participio passato e quindi dei tempi composti.
Esempio: "O donna in cui la mia speranza vige" (Dante).

Tratto da https://grammatica-italiana.dossier.net/
 
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