Il Calderone di Severus

Alaide - Sul fiume, Tipologia: Song Fic - Genere: Drammatico - Altro Genere: Introspettivo Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 4^ anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Altro - Altri Personaggi: Nessuno

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view post Posted on 26/9/2017, 18:34
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Titolo: Sul fiume

Autore/data: Alaide – gennaio - febbraio 2014
Beta-reader: nessuno
Tipologia: Song-fic
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: 4° anno
Avvertimenti: Missing Moments

Riassunto: Era una voce imperiosa, una voce a cui avrebbe obbedito se gli avesse detto di rimanere immobile o di correre via.
Era la voce del dovere.

Nota: Storia scritta per il Gioco Creativo n.4 A ritmo di musica e partecipante al Gioco Creativo n. 14 Severus House Cup.

La raccolta è interamente ispirata da un ciclo di Lieder, su testo di Arseny Arkad’yevic Golenishchev-Kutuzov, musicati da Modest Mussorgskij, intitolato Belz solcna (Senza sole).
Potete trovare a questo link l’intero ciclo:


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole: 689, escluso il testo del Lied [1]



Sul fiume





Pensosa luna crescente, stelle lontane
Ammirate le acque dal blu del cielo.
Io guardo in silenzio, in acque profonde;
Il mio cuore percepisce i loro magici segreti.



La luna illuminava fiocamente le acque del fiume, che scorreva placido, come sempre aveva fatto e come sempre avrebbe fatto.
Anche le stelle, lontane e fredde, si rispecchiavano nelle acque immote del fiume, le stesse acque che un tempo avevano visto, su quella riva, un bambino ed una bambina.
Ma, come le acque scorrono – seppur lentamente – per essere inghiottite da un altro fiume oppure dal mare, così quel bambino e quella bambina non esistevano più.
La bambina era cresciuta, si era sposata, aveva avuto un figlio ed era morta per salvare quel figlio.
Ed era morta a causa del bambino.
Il bambino era cresciuto, aveva amato ed amava quella che era stata la sua unica amica d’infanzia. Aveva perso l’amicizia della bambina.
Ed aveva compiuto una scelta terribile, incisa a fuoco sul suo braccio.
Ed ora, soltanto colui, che un tempo era stato quel bambino, viveva ancora.
E si trovava lì, alla pallida luce della luna crescente, intento ad osservare la acque del fiume.
Ed a Severus parve che anche la luna e le stelle fissassero il corso d’acqua.
Le acque, mai come in quel momento, gli parvero profonde, per quanto sapesse perfettamente che non lo erano affatto.
Erano acque limacciose, in realtà.
Acque ben poco azzurre, ma avvelenate dalle fabbriche, che un tempo lavoravano a pieno regime e che erano state lentamente smantellate nel corso degli anni.
Era una notte strana forse o, più semplicemente, la sua mente voleva lasciar correre i pensieri in luoghi lontani ed irreali, dove non vi fosse l’incombente presenza del Signore Oscuro.
Il suo padrone era tornato sul finire della prova finale del Torneo Tremaghi.
E quella notte d’estate si era recato lungo il fiume, quel fiume dove aveva tante volte parlato con Lily, quand’era un bambino.
Per tentare di dimenticare, per un solo istante, ciò che lo attendeva.
La morte e la distruzione che avrebbe portato.
Concentrò la propria attenzione sul fiume che continuava a scorrere lento sotto i suoi occhi e sotto gli occhi della luna.

Schizzano misteriosamente, onde tenere e carezzevoli;
C’è un potere mistico nel loro mormorare.
Sento immensi pensieri e passioni…


Le lievi onde provocate dallo scorrere del fiume, si muovevano tenere e carezzevoli, nella loro lentezza.
E a Severus parve che il fiume, nel suo quieto mormorare, emanasse uno strano potere. Era forse la calma della natura innocente.
Ma quella natura era stata macchiata e contaminata dall’uomo.
Ed egli stesso era contaminato e macchiato, forse non degno di star vicino a quel fiume e alla sua innocenza.
I suoi pensieri presero a turbinare.
I suoi pensieri si muovevano senza posa.
Vedeva il volto disumano dell’Oscuro Signore, come l’aveva visto, quando l’aveva convinto che gli era ancora fedele, nonostante non fosse accorso la notte in cui il suo padrone era tornato.
Vedeva Potter tornare con il cadavere di Cedric Diggory.
Vedeva quello che avrebbe dovuto fare, per mantenere intatto il suo ruolo.
La quiete era durata pochi istanti, per poi essere riassorbita rapidamente dai suoi cupi pensieri che invadevano la sua mente.
E forse quella quiete illusoria era stata risucchiata anche dalle acque che mormoravano sotto di lui.

Una voce sconosciuta, che agita la mia anima,
Carezze, paure, e dubbi evocati.
Quando mi ordina di ascoltare – Non posso muovermi;
Quando mi allontana – Voglio correre via;
Quando mi chiama nelle profondità – Voglio saltarvi senza esitazione.


Ed improvvisamente gli parve di udire una voce ignota, una voce dolce e stridente allo stesso tempo.
Era una voce che evocava paure e dubbi.
La paura di fallire nel suo dovere.
Il dubbio di non essere realmente all’altezza.
Era un momento che aveva atteso a lungo, alle volte con impazienza, alle volte con sordo e silenzioso timore.
In quel momento era cosciente che era giunta l’ora, che la lotta sarebbe cominciata.
E gli parve di udire ancora quella voce dolce e stridente.
Era una voce imperiosa, una voce a cui avrebbe obbedito se gli avesse detto di rimanere immobile o di correre via.
Era la voce del dovere.
Il dovere della promessa di proteggere il ragazzo.
Il dovere che doveva seguire per sperare in un possibile ed incerto perdono.
Il dovere che avrebbe seguito sempre, anche a costo della sua stessa anima.
Osservò ancora per qualche breve istante il fiume che scorreva lento, illuminato dalla luna crescente, e, nel suo lieve mormorio, udì nuovamente la voce del dovere.
E seppe che quel dovere inesorabile e voluto era il suo futuro, il destino, che avrebbe abbracciato senza esitazione.



[1] Il testo del Lied è stato utilizzato nella sua interezza.

Mesjac zadumchivyj, zvjozdy daljokije
S sinego neba vodami ljubujutsja.
Molcha smotrju ja na vody glubokije:
Tajny volshebnyje serdcem v nikh chujutsja.
Pleshut, tajatsja, laskatel'no nezhnyje;

Mnogo v ikh ropote sily charujushchej:
Slyshatsja dumy i strasti bezbrezhnyje.
Golos nevedomyj, dushu volnujushchij,
Nezhit, pugajet, navodit somnenije.
Slushat' velit-li on? s mesta-b ne sdvinulsja;

Gonit-li proch'? -- Ubezhal-by v smjateniji.
V glub'-li zovjot? -- Bez ogljadki-b ja kinulsja!



Traduzione


Pensosa luna crescente, stelle lontane
Ammirate le acque dal blu del cielo.
Io guardo in silenzio, in acque profonde;
Il mio cuore percepisce i loro magici segreti.
Schizzano misteriosamente, onde tenere e carezzevoli;
C’è un potere mistico nel loro mormorare.
Sento immensi pensieri e passioni…
Una voce sconosciuta, che agita la mia anima,
Carezze, paure, e dubbi evocati.
Quando mi ordina di ascoltare – Non posso muovermi;
Quando mi allontana – Voglio correre via;
Quando mi chiama nelle profondità – Voglio saltarvi senza esitazione.

 
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