Il Calderone di Severus

Stella - Le profondità dell'anima, Tipologia: one shot - Rating: Per tutti - Genere: Introspettivo - Personaggi: Severus, personaggio originale - Pairing: Nessuno - Epoca: Post Malandrini - Avvertimenti: nessuno

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view post Posted on 6/8/2017, 16:11

Buca-calderoni

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Titolo: Le profondità dell’anima
Autore: Stella
Data: luglio 2014
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus, personaggio originale
Pairing: Nessuno
Epoca: Post Malandrini
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: L’acqua è da sempre un simbolo di vita e di rinascita. Lo sarà anche per Severus?

Note: Scritta per la Sfida di Luglio della Severus House Cup del Magie Sinister Forum (https://severus.forumcommunity.net/) per la specialità NUOTO.

I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio e i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.





Le gocce gelide gli scorrevano lungo il volto pallido, cadendo dai capelli inzuppati sulle mani e sulla veste nera. Il vento freddo non faceva che aumentare l’intensità dei brividi, ma Severus era troppo impegnato a cercare di ristabilire un normale ritmo della respirazione per potervi pensare.
Era sfinito, incapace anche di ansimare; la vista annebbiata dalla fatica e dall’acqua che continuava a colargli negli occhi: non aveva mai provato tanta paura in vita sua, ne era certo. O forse no, non era vero; ma dopo tutto quello che aveva fatto e vissuto da Mangiamorte era come se avesse spento un interruttore che regolava le emozioni.
Abbassò lo sguardo a terra, passandosi istintivamente una manica sugli occhi per asciugarli, ma inutilmente: anche la manica della sua veste nera era zuppa d’acqua, dopo quel tuffo non programmato nel lago gelido. La ragazza stava riprendendo fiato come lui, ansimando con i lunghi capelli biondi appiccicati al volto.
Severus non sapeva chi fosse: non doveva essere una strega, perché, una volta caduta in acqua, non era riuscita a uscirne. Severus aveva sentito il tonfo, seguito dalle urla, e subito la sua mente si era messa in moto. Un tentativo di suicidio? Un incidente? Aveva visto la ragazza dimenarsi nell’acqua, e per una frazione di secondo aveva pensato di girare i tacchi e andarsene. Non erano affari suoi, e non era compito suo preoccuparsi di salvare una Babbana che probabilmente sarebbe stata comunque uccisa dai Mangiamorte, prima o poi.
Ma qualcosa, all’improvviso, era scattato dentro di lui. Nonostante avesse cercato, per molto tempo, di mettere a tacere emozioni e sentimenti, ultimamente questi tornavano con prepotenza alla superficie. Quello che faceva era sbagliato? Unirsi al Signore Oscuro era stato un errore? Forse sì. Ma era l’unico momento della sua vita in cui si era sentito bene accetto, amato, persino. Il Signore Oscuro lo voleva perché lui, Severus, era pieno di doti e di capacità. Le stesse doti e capacità che altri avevano disprezzato. Sapeva a cosa andava in contro, sapeva chi erano i Mangiamorte e chi era il Signore Oscuro. Ma trovarsi a fare quelle cose, a partecipare attivamente, era diverso. Aveva pensato di aver trovato un surrogato di una famiglia, e si era presto accorto che per il Signore Oscuro non era altro che un bravo soldatino, pronto a ubbidire ai suoi ordini. Aveva presto iniziato ad avere dei dubbi, ma non poteva andarsene. Avrebbe perso le uniche cose che gli erano rimaste. Tirò su col naso, mentre le gocce di acqua fredda continuavano a colargli lungo la schiena, lungo gli abiti, lungo il viso. Tentò di nuovo di asciugarsi il volto con la manica fradicia, mentre il vento freddo lo faceva rabbrividire. La ragazza lo guardava, scioccata e sbalordita. Era caduta, Severus l’aveva capito subito. Era caduta nel lago e non sapeva nuotare. E lui l’aveva salvata. Aveva fatto esattamente il contrario di ciò che, secondo il Signore Oscuro, avrebbe dovuto fare.
La ragazza, bionda ed esile, continua a fissarlo. Forse era stupita dagli abiti che indossava, forse era scioccata per l’accaduto. Severus si sorprese a pensare all’acqua, al simbolismo di cui aveva letto nei libri. L’acqua era da sempre vista come vita, come rinascita. Senza l’acqua non era possibile vivere, senza acqua non ci sarebbe stata vita sulla Terra, un uomo poteva vivere senza bere al massimo qualche giorno.
Adesso l’acqua fredda gli scorreva addosso, gli inzuppava i vestiti; ma lui non riusciva a vederla come qualcosa di fastidioso. Aveva quasi voglia di tuffarsi di nuovo nel lago, per sentirsi libero. Forse era arrivato il momento di riflettere seriamente su cosa doveva fare della sua vita.
Si alzò, un po’ traballante sulle gambe. Adesso sentiva tutta la stanchezza in una volta. La ragazza non gli aveva ancora detto una parola. Severus la guardò, passandosi una mano sulle labbra. “Stai più attenta, la prossima volta”, disse, prima di allontanarsi.
 
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