Il Calderone di Severus

Ele Snapey - Nato sbagliato, Genere: Drammatico - Avvertimenti: Nessuno - Epoca: 6° anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus, Harry Potter

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view post Posted on 9/7/2017, 15:00
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Titolo: Nato sbagliato
Autore/data: Ele Snapey – febbraio 2014
Beta-reader: nessuno
Tipologia: song fic
Rating: per tutti
Genere: drammatico
Personaggi: Severus Snape, Harry Potter
Pairing: nessuno
Epoca: 6° anno
Riassunto: Ecco, è tutto finito. E’ durato poco più di un battito di ciglia, ma rimarrà marchiato a fuoco nella mia anima per il resto della vita…

Nota: Storia scritta per il Gioco Creativo “A ritmo di musica” facente parte della Severus House Cup del Forum “Il Calderone di Severus”.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Nota 2: Il testo riportato in corsivo è tratto da Wrong, dei Depeche Mode, ed è seguito dalla traduzione.









Nato sbagliato





I was born with the wrong sign in the wrong house
with the wrong ascendancy
I took the wrong road
that lead to
the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
by the wrong reason and the wrong rhyme
on the wrong day of the wrong week
used the wrong method with the wrong technique…


(Sono nato con il segno sbagliato
nella casa sbagliata
con l’ascendenza sbagliata
ho preso la strada sbagliata
che portava a tendenze sbagliate
ero nel posto sbagliato al momento sbagliato
per la ragione sbagliata e la rima sbagliata
nel giorno sbagliato della settimana sbagliata
ho usato il metodo sbagliato con la tecnica sbagliata…)








Ecco, è tutto finito.
E’ durato poco più di un battito di ciglia, ma rimarrà marchiato a fuoco nella mia anima per il resto della vita.
L’immagine di Albus che viene scagliato dalla violenza del raggio verde oltre il parapetto in pietra, come una marionetta priva di fili, continua a passarmi e ripassarmi davanti agli occhi crudele, raccapricciante, impressa senza pietà sulla mia retina.
Accelero il passo, sento alle mie spalle l’andatura pesante segnata dagli stivali dei miei compagni di fuga. Non so nemmeno chi e quanti siano, so solo di aver afferrato Draco per il colletto e di essermelo trascinato dietro per le scale mentre tutto il resto rimaneva sospeso come in una fitta nebbia velenosa.
Ma ora non ho nemmeno il tempo di voltarmi per controllare che lui sia riuscito a starmi alle calcagna assieme agli altri, e ho il sospetto che Potter ci stia inseguendo.
Tengo lo sguardo fisso, diritto di fronte a me, cercando di concentrarmi sul percorso più veloce da seguire per uscire in fretta da lì. Intanto tento di fare piazza pulita nella mente.
Facile da dire, impossibile da fare. Avrei assoluto bisogno di mantenermi freddo e lucido ma i pensieri purtroppo reclamano i loro spazi e, anche se al momento le urgenze sono altre, si accaniscono senza requie sugli errori che ho commesso da che esisto.
Perché è evidente, ormai, come in tutta questa storia il problema sia io, fondamentalmente.
Io che sono nato sbagliato, nel posto sbagliato, con un padre che fu il primo ad accorgersi di aver avuto un figlio sbagliato; ovvio che, con tali premesse, la mia vita sia stata la somma di una serie di errori che ha portato a questo punto di non ritorno.
Anche ora mi sembra di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, sebbene tutto si sia svolto esattamente così come doveva andare. Dovevo ucciderlo… e così è stato.
Avevo il compito di assolvere a un piano prestabilito e di portarlo fino in fondo, e così ho fatto.
Ho agito nell'unico modo possibile, privo di alternative, compiendo quanto mi era stato precisamente richiesto.
Ma, allora, perché mi sento ancora una volta sbagliato?
Perché è come se fossi stato catapultato in una realtà completamente sbagliata?
I nostri passi risuonano come frustate per i corridoi vuoti.
Sto infilando scorciatoie e anfratti che porteranno al grande ingresso principale per poi imboccare la via di fuga più rapida ma, all’improvviso, vedo in fondo al corridoio alcuni studenti.
Sono evidentemente impauriti, e devono essere usciti dalle sale comuni dopo aver udito gli scoppi e il clamore della battaglia provenienti dal piano in cui sta ancora infuriando lo scontro.
Uno di loro mi individua e avverte i propri compagni della mia presenza. Mi corrono incontro, in cerca di certezze e protezione.
Immediatamente mi volto verso i Carrow che sono subito dietro di me. Con un cenno del capo, secco e imperioso, faccio capire loro di imboccare il passaggio che sta alla nostra destra e di aspettarmi al termine del percorso male illuminato… Devo evitare a tutti i costi che questi quattro pazzi farabutti si trasformino in un serio pericolo per i ragazzi.
In pochi attimi gli studenti della casa di Corvonero mi sono di fronte e sui loro volti leggo in modo evidente il panico e lo smarrimento.
- Professor Piton, che cosa sta succedendo? – mi domanda Cho Chang, impaurita, facendosi portavoce dello sgomento collettivo.
- Tornate immediatamente nel vostro dormitorio, signorina Chang… – ordino in tono che non ammette replica. – Sappiate che, dovessi trovarvi ancora a girare per i corridoi, sarò costretto a comminarvi una punizione esemplare!
Il mio volto, su cui aleggia una determinazione gelida e terribile, li convince più di mille altre parole o spiegazioni, e si ritirano rapidamente nel loro alloggio senza tentare alcuna obiezione.
Li seguo con lo sguardo per qualche secondo, assicurandomi che abbiamo preso la strada per la sala comune. Quindi raggiungo velocemente i miei compagni che attendono nel corridoio laterale.
E la fuga riprende…


…There’s something wrong with me chemically
something wrong wrong with me inherently
the wrong mix in the wrong genes
I’ve reached the wrong ends by the wrong means
if it’s wrong plans in the wrong hands
the wrong theory for the wrong man
the wrong lies or the wrong bye’s
the wrong questions with the wrong replies...


(…C’è qualcosa di sbagliato in me
dal punto di vista chimico
qualcosa di sbagliato in me, naturalmente
il mescolamento sbagliato nei geni sbagliati
ho raggiunto il fine sbagliato con i mezzi sbagliati
è stato un piano sbagliato nelle mani sbagliate
con la teoria sbagliata per l’uomo sbagliato
le bugie sbagliate, sulle vibrazioni sbagliate
le domande sbagliate con le risposte sbagliate…)



Abbiamo raggiunto l’uscita. Siamo fuori dal castello, finalmente.
L’aria fresca di questa notte di fine giugno mi accarezza il volto, ridandomi un po’ di respiro; ma i brutti pensieri non mollano.
Cammino e, contro la mia volontà, ne riprendo il filo interrotto perché in testa iniziano a succedersi immagini improvvise, incoerenti, che sono come piccole deflagrazioni dolorose e devastanti.
Vedo il volto di mia madre tumefatto dalle botte appena ricevute da mio padre e me stesso rannicchiato, stretto in un angolo, con le mani sulla testa mentre cerco di proteggermi dalle cinghiate.
Un padre sbagliato che ha fatto sì che prendesse il via un percorso sbagliato.
E poi un improvviso fiotto di luce a rischiarare la tenebra: Lily e il suo sorriso, i suoi lunghi capelli color del sole al tramonto, i suoi occhi belli come smeraldi.
Un amore sincero, assoluto e puro. Io che vivo solo per il suo respiro e per un suo sguardo d’amore, che ucciderei per lei ma che alla fine non so fare altro che perderla, per colpa di una frase, anche quella… sbagliata.
E’ proprio per amor suo, per sperare di avere una sorta di rivincita su un’esistenza ormai vuota e inutile, che ho preso la decisione più sbagliata della mia vita; perché lei potesse meravigliarsi ed essere fiera di come ero diventato bravo, forte, potente e importante. E mai altra scelta si rivelò più folle.
Ora, l’unica certezza che mi è rimasta dentro marchiata a fuoco, esattamente così come lo è sulla mia pelle questo rivoltante teschio, è che ogni errore si paga, fino in fondo.
La vita pretende sempre un lauto risarcimento per ogni sbaglio commesso e non fa alcuno sconto.
Nel frattempo ho imboccato il sentiero che dal Cerchio di Pietre porta giù, fino ai cancelli, passando davanti alla capanna del guardiacaccia; con sorpresa avverto una strana sensazione, come un refolo di sollievo.
Forse è un barlume di speranza, subentrato improvviso a farsi strada tra la cortina di pensieri sbagliati e legato alla consapevolezza di come io abbia pagato e stia tuttora pagando abbondantemente ogni mio errore. Magari, se riuscissi ad uscirne vivo, la vita si potrebbe ritenere soddisfatta di quanto si è già ripresa, lasciandomi finalmente in pace.
Mi accorgo che sto quasi correndo. Sento il fiato di Potter sul collo, ma non perché abbia visto il ragazzo inseguirmi. Una delle mie peculiarità è l’istinto felino che mi ha provvisto di occhi anche sulla nuca, quindi so che lui è appena dietro di noi.
Potter, con quella faccia tanto simile a quella di suo padre e con quegli occhi tanto uguali a quelli di Lily: una mescolanza davvero devastante. Una combinazione assolutamente sbagliata.
Siamo ormai in prossimità della capanna di Hagrid quando, alle mie spalle, sento la voce di Harry che urla qualcosa al momento incomprensibile.
Draco mi guarda con gli occhi color del ghiaccio divenuti enormi e azzarda ad una reazione.
Lo fermo e gli intimo di volare assieme agli altri verso i cancelli ormai prossimi; allo stesso tempo intravedo, tra le ombre degli alberi, la sagoma del ragazzo sopravvissuto che sta scendendo di corsa il pendio…


…I was marching to the wrong drum,
with the wrong scum
pissing out the wrong energy
using all the wrong lines and the wrong signs
with the wrong intensity
I was on the wrong page of the wrong book
the wrong rendition of the wrong look
with the wrong moon
every wrong night
with the wrong two pence and it sounded right



(…Stavo marciando con il tamburo sbagliato
con la faccia sbagliata
prendendo in giro l’energia sbagliata
usando tutte le linee sbagliate
e i segni sbagliati
con l’intensità sbagliata
ero nella pagina sbagliata del libro sbagliato
con l'interpretazione sbagliata del gancio sbagliato
ho fatto la mossa sbagliata, ogni notte sbagliata
con il suono sbagliato finchè divenne corretto…)





Mi volto e riprendo il percorso, ma non corro più: voglio distaccarmi quel tanto che basta dai miei compagni di fuga per evitare assolutamente che una volta raggiunto me, il suo reale obbiettivo, lui venga anche a trovarsi pericolosamente troppo vicino a loro.
Potter si sta lanciando come una furia giù per il declivio e continua ad urlare, mentre io allungo la falcata. Ma intanto qualche idiota, prima di proseguire la fuga, ha dato fuoco alla capanna del guardiacaccia e le fiamme si alzano cattive e affamate, divorando la casupola fatta interamente di legno. Il loro rombo ora copre quasi totalmente ogni clamore.
Ed è così che il raggio rosso mi sorprende, passandomi improvvisamente di poco sopra la testa.
Allora mi fermo e mi volto, giusto per constatare che l’incantesimo è partito proprio dalla bacchetta di Potter che, ormai, è a poco più di una ventina di metri da me.
Potter, con quella sua faccia sbagliata e quegli occhi che mi hanno fatto di nuovo sanguinare il cuore per sei lunghi anni.
Potter lo scampato per errore all’inferno di una notte sbagliata. E’ forse l’avere in comune queste poche cose “sbagliate” che in un certo senso ci avvicina, oltre al fatto di aver amato e perso prematuramente la stessa donna.
Potter che mi sta ancora puntando addosso la bacchetta e, a giudicare da come si muovono le sue labbra, sta formulando un’altra maledizione.
La schivo con grazia, così come devio tutti gli altri suoi ridicoli e inutili tentativi di colpirmi, interponendo la bacchetta fra me e lui con un gesto fluido ed elegante del polso.
Sbagliato, sbagliato e di nuovo sbagliato, Potter…” sogghigno, crudelmente compiaciuto, e rimango in attesa che ci riprovi, guardandolo con aria di sfida.
Dalla bacchetta del ragazzo, però, non parte più alcuna maledizione; ciò che sgorga dalla sua bocca è qualcosa di molto più doloroso. Fa più male di una Cruciatus e affonda nel petto come una lama tagliente.
- Reagisci! Reagisci, vigliacco…1
Potter lo ripete più volte, rabbioso, ed è come se quella lama ficcata nel mio cuore continui a girare ogni volta. Sono certo che non si stia affatto rendendo conto del male che mi sta facendo, altrimenti continuerebbe a combattere semplicemente apostrofandomi con quell’insulto.
Ma non sa nemmeno quanto la realtà dei fatti sia anni luce lontana da quel termine infamante. Non immagina neanche vagamente come io, per quanto nato sbagliato, sia meritevole di ogni accusa tranne che quella di essere un vigliacco.
Nel frattempo il Mangiamorte biondo che è fuggito con me e i Carrow, e non ha ancora raggiunto gli altri ai cancelli, lancia una Cruciatus al ragazzo prima che questi possa pronunciare di nuovo un altro incantesimo.
Gli ordino perentorio di lasciarlo stare, che appartiene al Signore Oscuro ed è lui che dovrà occuparsene. Mi obbedisce e, finalmente, si allontana di corsa.
Intanto Potter si è rialzato; posso vederlo, alla luce dell’immenso rogo che sta consumando la casa di Hagrid, barcollare verso di me con la bacchetta tesa e urlare con quanto fiato gli rimane ancora nei polmoni.
- Sectum…
Respingo di nuovo la maledizione, ma stavolta sento una collera cieca salire dalle viscere e impadronirsi di ogni fibra del mio corpo.
La mano che stringe la bacchetta scatta in avanti mentre dalla punta del legno sottile scaturisce, violento, un raggio che colpisce il ragazzo con precisione chirurgica, scagliandolo lontano.
Avanzo a lunghi passi mentre è riverso a terra e tasta affannosamente il terreno alla ricerca della bacchetta che gli è sfuggita.
Poche falcate e incombo su di lui, feroce e inesorabile. Mi guarda, da sotto in su, con aria spaventata e sgomenta. Devo avere il volto così stravolto dalla rabbia e lo sguardo talmente devastato da furia glaciale che non osa neppure respirare.
No, Potter! Questa volta non mi lascerò umiliare da te come dal tuo miserabile padre!
Lo fisso con disgusto, dominando a fatica l’impulso di sollevarlo da terra per fargli del male a mani nude quando, inaspettatamente, riprende a gridare.
- Mi uccida, allora. – fa una pausa, ansimando e io non so dove e come abbia trovato il coraggio di rivolgersi a me ancora in quel tono. - Mi uccida come ha ucciso lui , vigliacco… 2
Per una frazione di secondo rimango sconcertato davanti a quel suo ardire andato oltre ogni limite.
Poi un furore gelido e devastante mi riafferra e, per una delle rarissime volte in vita mia, perdo il dominio del mio granitico autocontrollo.
– Non… chiamarmi vigliacco!
Alzo il braccio mentre sento che potrei ucciderlo davvero.
E so che quello che sto per commettere è di nuovo qualcosa di enormemente sbagliato ma, allo stesso istante, mi è impossibile arginare la rabbia che scaturisce a fiotti, alimentata dal dolore.
La mia bacchetta sferza l’aria e…


Wrong.
too long....

Wrong.
too long...


(…Sbagliato
per troppo a lungo…
sbagliato
per troppo a lungo…)





Cammino in silenzio, cercando in qualche modo di tamponare il sangue che scende dalla ferita provocata dagli artigli della bestiaccia; accanto a me c’è Draco, pallido e stravolto dalla paura.
Non ha più pronunciato parola da che ci siamo smaterializzati appena fuori dai cancelli di Hogwarts, sembra quasi che lo choc vissuto questa notte gli abbia mozzato la lingua.
Fra poco giungeremo in salvo: siamo quasi in vista di casa Malfoy.
Lancio ancora una rapida occhiata al ragazzo che trotterella ammutolito al mio fianco e penso a ciò a cui sono andato vicinissimo a fare.
Sbagliato, Severus: hai corso il rischio di compiere un madornale errore, e sarebbe stata l’ennesima sbaglio che avrebbe mandato tutto a farsi fottere.
Ma ora, guardando a Draco, mi rendo conto di come stanotte io abbia completato con successo l’importantissimo compito affidatomi. Ritrovo allora un tenue barlume di fiducia e lucidità.
Ho compiuto esattamente ciò che mi era stato ordinato, sacrificando tutto quanto ancora mi rimaneva per cui valeva la pena vivere, ma realizzato per segnare un altro passo fondamentale verso la vittoria finale sull’Oscuro Signore.
E all'improvviso mi rendo conto di aver fatto, forse per la prima volta in vita mia, qualcosa di veramente giusto.



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1 - 2 HP e il Principe Mezzosangue, cap.28


Edited by Ele Snapey - 28/4/2021, 18:31
 
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