Il Calderone di Severus

Misslegolas86 - Soul prisoned into ice, Tipologia: song - Genere: Introspettivo - Altro Genere: Drammatico Avvertimenti: Nessuno - Epoca: Piu' di un'epoca - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus - Altri Personaggi: Silente

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view post Posted on 28/5/2017, 17:02
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Titolo: SOUL PRISONED INTO ICE
Autore: Misslegolas86
Data: 12/02/2014
Beta-reader: Ele Snapey
Tipologia: one-shot
Rating: Per tutti
Genere: Drammatico, introspettivo
Personaggi: Piton, Silente
Pairing: Nessuno
Epoca: Più epoche
Avvertimenti; nessuno
Riassunto: E’ giunto il momento di pagare il prezzo richiesto da Silente per la protezione che il Preside ha concesso ai Potter. Il prezzo sarà alto ma niente farà recedere Severus, mai.
Parole: 2121
Note: Scritta per la Sfida di Febbraio della Severus House Cup del Magie Sinister Forum (https://severus.forumcommunity.net/) sul tema “A ritmo di musica”.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio e i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.



SOUL PRISONED INTO ICE



Una notte oscura e senza luna avvolgeva il castello. Come un’ombra più nera della notte stessa, Severus Piton avanzava spedito verso la convocazione che aveva ricevuto da Silente. Sollevò lo sguardo sul castello; poche finestre erano illuminate in quell’ora così tarda. Provava un misto di gioia e dolore nel ritornare ad Hogwarts, era in un certo senso come ritornare a casa, la sua vera casa. Mille ricordi si affollavano nella mente. Gli anni più belli della sua vita erano legati a quel posto, ogni angolo del parco e del castello gli ricordavano l’amicizia con Lily, la gioia di condividere il sogno della magia. Ma quegli stessi posti erano intrisi di amarezza ripensando che anche le radici della sua perdizione traevano origine da lì. L’amicizia e i sogni folli condivisi con coloro che si sarebbero uniti all’Oscuro Signore, la perdita di Lily, il suo amore per James. L’intera sua esistenza era fatalmente segnata da quella contraddizione. Era destinato a convivere con l’amarezza che inesorabilmente macchiava e intaccava ogni singolo ricordo piacevole.
Era la prima volta che vedeva di nuovo Silente dopo l’incontro in cui lo aveva supplicato di proteggere Lily, accettando qualsiasi prezzo fissato dal Preside. Poche ore prima Silente gli aveva chiesto di andare al castello informandolo con il suo Patronus a forma di fenice e lui naturalmente aveva obbedito. Ora era vincolato a Silente dalla sua promessa, così come era legato a Lui dal Marchio. Aveva sacrificato la libertà per il potere la prima volta giurando fedeltà all’Oscuro, ora aveva donato se stesso a Silente per amore e rimorso, ma non faceva meno male al suo orgoglio. Per lui non c’era scelta possibile, lo sapeva bene. In quel gioco mortale in cui si era infilato avrebbe ottenuto solo dolore e una probabile morte atroce. Un brivido gelido gli percorse la schiena pensando a ciò che il Signore Oscuro sarebbe stato capace di fargli se avesse scoperto il suo tradimento. Ma non importava, purchè lei fosse al sicuro.



Era nello studio del Preside, scosso da brividi e febbricitante. Silente gli aveva richiesto la prova della sua fedeltà, i ricordi degli orrori commessi.
Si era immerso con il Preside nel Pensatoio in ogni singolo ricordo; ogni omicidio, ogni tortura era un dolore insopportabile, ma aveva resistito, anche se quegli occhi azzurri gli trafiggevano l’anima. Provò vergogna, desiderò di non aver mai trasformato la sua vita in quell’inferno. E dopo aver estratto con la sua bacchetta ogni ricordo, Silente richiese, senza esitazioni, di leggere anche la sua mente così come faceva l’Oscuro Signore. Severus si sentiva sfinito ma non si oppose. Era giusto così. Silente non si fidava di lui, non poteva fidarsi di uno come lui. Fissò lo sguardo negli occhi azzurri e spalancò la mente. Lasciò che il Preside vi si immergesse in profondità. Non seppe quando durò, era una tortura atroce che disintegrò ogni suo difesa. Cadde in un vuoto oblio, la dura e fredda pietra sotto di sé.

“ Basta così, Severus.” Il Preside era accanto a lui e lo stava aiutando a rimettersi in piedi “Ho creduto al tuo pentimento fin da quando sei venuto a chiedermi aiuto per i Potter. Da allora ho fiducia in te.”
Quelle parole lo ferirono più di qualunque cosa aveva vissuto in quelle ore. Si lasciò cadere sulla sedia chinando il capo. Come poteva Silente fidarsi di lui dopo tutto quello che aveva visto, dopo tutto quell’orrore. Aveva dispensato senza alcuna pietà solo morte e dolore, non meritava fiducia.
“Perdonami, Severus” riprese il Preside “perdonami per tutto questo dolore ma non potevo rischiare. Ho perso già molte vite a me affidate. E tu non ti saresti fidato di me se ti avessi trattato in modo diverso. Dovevi rinsaldare i tuoi propositi.”
Alzò lo sguardo: il volto di Silente esprimeva un dolore vivo che gli lacerava l’anima, quell’anima che si era illuso di imprigionare e rendere insensibile come un pezzo di ghiaccio. Eppure anche il ghiaccio si rompe in due e quando lo fa il fragore travolge qualsiasi altro rumore. Non era giusto che il Preside soffrisse per uno come lui. Non poteva sopportarlo.
“Lei chiede perdono a me? A me?” la sua voce era un urlo carico di disprezzo per se stesso “ Ha visto quello che ho fatto … quello che sono. Non deve chiedermi perdono, mi ha trattato come era giusto trattarmi. Io non sono degno della sua fiducia, non la merito. Non merito nulla tranne il disprezzo.”
I suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Severus, sei molto migliore di quello che pensi. Col tempo lo capirai. ” Silente lo osservava sorridendogli benevolo “Ora, però, è necessario parlare del tuo futuro.” riprese “Voglio che tu sia la mia spia.”
Il gelo scese nella stanza. Perfino la luce delle candele sembrava meno vivida dopo tale richiesta che equivaleva ad una condanna a morte. Severus aveva già tradito l’Oscuro scendendo a patti con il suo peggior nemico, il mago che più temeva al mondo, ma ingannarlo restando al suo fianco sarebbe stato impossibile. La furia dell’Oscuro sarebbe stata tremenda. Tuttavia non proferì parola né si ribellò, non ne aveva alcun diritto. Silente poteva disporre di lui come voleva, avevano un accordo e quello era il prezzo. Non era più padrone del suo destino, perfino la morte e la vita erano al di fuori della sua volontà.
“Naturalmente non posso mandarti al cospetto di Voldemort senza dotarti delle difese necessarie a proteggere il nostro segreto o la tua vita sarà spacciata.” Riprese il Preside “Conosci l’Occlumanzia e la Legilimanzia, ne sono certo. Ho notato che ne possiedi qualche rudimento anche se hai spalancato a me la tua mente poco fa. Ma non basta. Voldemort col tempo diverrà sempre più sospettoso su di te e le sue indagini diverranno sempre più pressanti. Stiamo parlando di uno dei più grandi Legilimens che il mondo magico abbia mai avuto dunque tu dovrai diventare un Occlumante eccezionale o non avremo alcuna possibilità.
Il primo stadio di questa scienza consiste nel creare un ostacolo per impedire la penetrazione, ma a te non basta. Non possiamo tenere Voldemort fuori dalla tua mente. Perciò dovrai apprendere il nucleo più complesso dell’Occlumanzia, in modo da ingannare chi legge la tua mente senza che ne abbia sentore. Ti insegnerò a chiudere la mente e a modificarne i ricordi mentre Voldemort ti esamina. Sarà un percorso difficile che richiederebbe molto tempo, ma noi purtroppo non ne abbiamo. Dovrai raggiungere in tempi brevissimi la perfezione o tutto sarà inutile.”
Acconsentì con decisione sentendo rinascere nel cuore la speranza. Poteva fare qualcosa in concreto per contrastare l’Oscuro e questo bastava a ridargli coraggio. Avrebbe combattuto, lo avrebbe fatto nascondendo informazioni vitali e in questo modo pur rischiando in ogni momento la sua vita avrebbe però salvato la sua anima. Non cambiavano le sue condizioni di vita ma riguadagnava la dignità di uomo. Anche se ancora marchiato come un servo aveva ripreso in mano la sua vita. L’aveva ceduta a Silente, è vero, ma in cambio della vita di Lily, una vita per una vita, il prezzo era equo, anzi considerando il suo passato la sua vita per Silente avrebbe dovuto valere molto meno.

“ Severus, devi cercare di resistere più a lungo e rendere le tue difese meno evidenti, più flessibili. Non hai nessuna possibilità se continui così.”
Si scostò i capelli madidi di sudore dalla fronte preparandosi per un nuovo attacco. Era l’ennesimo incontro con Silente, eppure ancora non riusciva a resistere alle aggressioni mentali di eccezionale potenza che il Preside gli sferrava. Si sentiva sfinito e debole, ma al contempo profondamente arrabbiato con se stesso. Silente penetrava con una facilità impressionante nelle migliori difese che era riuscito ad improntare.
“ Ricominci” disse in un sussurro stringendo le mani per placarne il tremore. Erano ore che proseguivano senza tregua, ma non avrebbe chiesto di fermarsi. Sapeva di cosa era capace l’Oscuro
“E non mi usi alcun riguardo, lui non lo farà.” concluse.
Aveva espresso un pensiero che tutti e due consideravano una certezza, ma che tacitamente non avevano affrontato fino a quel momento. Sentiva, infatti, che Silente dopo aver superato le difese con delicatezza si sottraeva dai suoi ricordi, non indugiando con violenza nel vagliare e tormentare la sua mente ulteriormente, una forma di rispetto che non gli avrebbe usato l’Oscuro. La delicatezza del Preside nei suoi confronti lo commuoveva, ma entrambi sapevano quale sarebbe stata la realtà ai piedi dell’Oscuro. Toccava a lui togliere Silente dall’impaccio chiedendogli di forzare la mano, era inevitabile ma il Preside non lo aveva imposto, aspettando che fosse lui a chiederlo.
“Non è un compito facile per me, Severus” riprese il Preside che appariva stanco e al contempo triste per quello che lo costringeva a sopportare. Ad ogni loro incontro avvertiva la sofferenza e la fatica di Silente crescere, ma entrambi sapevano che non avevano scelta, tacitamente continuavano il loro reciproco tormento, riflesso l’uno dell’altro senza parlarne.
Annuì. Non era nella natura di Silente compiacersi del dolore altrui. La sua grandezza d’animo gli rendeva impossibile provare la crudeltà dell’Oscuro anche solo per finzione, lo capiva bene, meglio di chiunque altro visto che si era vincolato a servirli entrambi. Ambedue pretendevano obbedienza assoluta, ma i modi del Preside rendevano l’inevitabile azione come una sorta di scelta, forzata è vero, ma mai imposta con costrizione.
“Voldemort è molto più capace di me in quest’arte e sarà implacabile perché la esercita senza curarsi di chi ha davanti.” ricominciò Silente “So che riesci a nascondere già molto all’Oscuro, ma ti devi preparare ad essere a lui superiore. Avrai il compito arduo di ingannare Voldemort solo questo ci darà un leggero vantaggio nella lotta contro di lui. Libera la mente da ogni emozione, disciplinala. Falla apparire come un cristallo dalla superficie uniforme. Rendila come ghiaccio trasparente. Non offrire i tuoi sentimenti, questi saranno come crepe che aiuteranno il nemico a penetrare con facilità e saranno usati contro di te. Invece dovrai essere tu ad indirizzare il corso dell’esame facendolo apparire naturale. Nasconderai le cose importanti mentre offrirai quelle meno rilevanti senza far percepire un blocco che insospettirebbe l’Oscuro.”
Severus si sentiva un debole. Il Preside stava sacrificando tempo e fatica per insegnargli l’Occlumanzia, eppure lui non riusciva a migliorare. Era frustrante.
“Ti chiedo molto, Severus, lo so, ma sono certo che ce la farai o non sarei qui.” Concluse il Preside con un sorriso incoraggiante, mentre il chiarore dell’alba inondava lo studio, percependo la sua paura di fallire anche senza bisogno di leggergli la mente.

*****

“Sta tornando, Silente. Il Marchio è più chiaro e nitido che mai.” Piton cercò di mantenere calma la voce ma il suo animo era lacerato da mille paure.
Tanti anni erano passati ormai da quando giovane mago aveva messo la sua vita a disposizione di Silente e molte cose erano accadute. Il dolore e la perdita di Lily l’avevano devastato e cambiato per sempre. Come era diverso dal ragazzo che, con frustrazione, cercava di imparare l’Occlumanzia dal vecchio Preside. Adesso Severus era un uomo duro e gelido ed era diventato superiore a Silente nell’occultare e sviare la mente. Eppure, mentre il terrore per il ritorno dell’Oscuro cresceva giorno dopo giorno, Piton si sentiva ancora il ragazzo sbandato che aveva chiesto e ottenuto aiuto dal vecchio mago.
L’incubo di tornare a servire il suo Signore avanzava a grandi passi verso di lui e Severus sapeva che questa volta più che mai non avrebbe potuto commettere sbagli. La paura di fallire, di deludere Silente, di non essere all’altezza di quel compito così arduo attanagliava il suo animo. Lo stesso timore provato tredici anni prima.
Osservò con attenzione il Preside; Silente appariva più anziano e curvo sotto il peso di tante preoccupazioni, la prova ineluttabile degli anni trascorsi eppure a Piton sembrò di essere tornato indietro nel tempo quando arrancava su quelle fredde pietre, cercando di trasformare la sua mente in un cristallo. La stessa paura feriva il suo cuore come una lama affilata.
“Anche se il Torneo Tremaghi mi tiene occupato, Severus, possiamo trovare il tempo per provare le tue difese mentali se lo ritieni necessario.” Disse Silente, trafiggendolo con i suoi occhi azzurri e indovinando la sua ansia.
“Ti aspetto alle undici.” Concluse il vecchio mago. Non c’era bisogno di aggiungere altro. Entrambi sapevano che rispetto al passato i ruoli si erano invertiti e Piton ormai padroneggiava quella branca della magia meglio di chiunque altro. Non c’era bisogno di nessun incontro. Ma Silente aveva deciso anni addietro di intraprendere quel lungo e difficile percorso al suo fianco ed ora, nel momento più difficile, non lo avrebbe abbandonato. Piton annuì mentre la serenità e la calma che solo la presenza rassicurante del Preside sapeva infondergli placava il suo cuore. L’incubo sarebbe ricominciato ma non sarebbe stato solo questa volta.

La storia è liberamente ispirata al brano Blue Tatoo dei Vanilla Ninja.
Once upon a lifetime
The spirits of the dark
Came to kill the beauty
Of our world
Every soul was spell bound
And prisoned into ice
Just shining through
Sad as a blue tattoo
Tears have turned to ice
As a sacrifice
Broken voices rise
From the age of the ice
To the raging skies
And they exorcise
'Cos on judgement day
We must hide - we must fight - we must pray - hey
It's a blue tattoo
But the monks of mercy
They prayed for every soul
'Til the sword of fire
Took control
In a crash of thunder
The ice broke into two
And shining through
There was the blue tattoo
[Chorus]
Monks:
You know
Down low
There's a light - it's a true - blue tattoo
Just go
Down low
Gotta hide now - gotta fight now -
Gotta save your soul and pray
Gotta break the ice away
Gotta find the true blue tattoo




Una vita fa
Gli spiriti dell’oscurità
Giunsero per uccidere la bellezza
Del nostro mondo
Ogni anima fu incantata
E imprigionata nel ghiaccio
Splendendo solo attraverso esso
Triste come un tatuaggio blu

Le lacrime sono mutate in ghiaccio
Come un sacrificio
Voci affrante si elevano
Dall’età del ghiaccio
Al cielo impetuoso
Ed esorcizzano
Un giorno di giudizio
Noi dobbiamo nascondere, dobbiamo combattere, dobbiamo pregare
E’ un tatuaggio blu

Ma i monaci del bene
Pregano per ogni anima
Finchè la spada di fuoco
Prende il controllo

In un fragore di tuono
Il ghiaccio si rompe in due
E splendente attraverso di esso
C’era il tatuaggio blu

Lo sai
Giù in fondo
C’è una luce, è vero il tatuaggio blu
Solo vai giù
Ora devi nascondere, ora devi combattere
Devi salvare la tua anima e pregare
Devi spezzare via il ghiaccio
Devi trovare il vero tatuaggio blu
 
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