Il Calderone di Severus

Lady Ekathle - Non è troppo tardi, Genere: Introspettivo - Avvertimenti: Nessuno - Epoca: Malandrini - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus, Lily, Avery, Mulciber

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view post Posted on 28/5/2017, 16:47
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Titolo: Non è troppo tardi
Autore/data: Lady Ekathle – 15 febbraio 2014
Beta-reader: Ele Snapey
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus, Lily, Avery, Mulciber
Pairing: nessuno
Epoca: I Malandrini
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Era troppo tardi per correre in camera a fare i bauli, e tornare a casa. O forse no?
Parole/pagine: 2035 (senza la canzone)
Nota: Storia scritta per l’iniziativa “Severus e la musica” nell’ambito della Severus House Cup del Forum “Il Calderone di Severus”.
Ispirata da “Walking Disaster” – Sum 41

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

NON E’ TROPPO TARDI


Visto da fuori, dalla sponda della barca che scivolando sul lago lo stava portando verso la sua nuova casa, il castello di Hogwarts aveva fatto venire i brividi al giovane Severus di qualche anno prima. Le mura possenti, le torri, le merlature, sembravano indistruttibili ed eterne; neanche i giganti, quelli veri che abitavano nascosti ai piedi delle montagne, avrebbero potuto con le loro clave intaccare anche solo uno di quei mattoni perfettamente levigati, che splendevano al sole.
-Tutte balle, altrochè. - pensò, all’ennesimo urlo che gli trapassò le orecchie.
Quelle mura erano in realtà di cartapesta, quantomeno quelle che separavano l’ala studio dalla Sala Comune di Serpeverde.
 Severus chiuse il libro di scatto, poi si prese la testa tra le mani. Era sempre così, nel periodo immediatamente precedente le vacanze. Le persone davano di matto, e non solo i suoi compagni. Praticamente tutti, compresi gli insegnanti, non vedevano l’ora di fare le valigie e tornarsene a casa, e questo sentimento si traduceva in lezioni più corte e frettolose, agitazione diffusa,  biancheria che volava per il dormitorio (nessuno dei suoi compagni era ancora riuscito a padroneggiare alla perfezione neppure un semplice  Wingardium Leviosa, a parte lui ovviamente), e soprattutto meno silenzio.
Severus aprì la porta per protestare.
- Insomma volete far…
Un calzino dall’aria bisunta gli arrivò in faccia a tutta velocità, scartò di lato, e planò fuori dalla finestra, tra le urla del proprietario e le risa generali. Come volevasi dimostrare.
Severus decise che non valeva la pena discutere. Il giorno dopo, il treno sarebbe partito sferragliando verso King’s Cross, portando con sè tutto il branco urlante e le loro cianfrusaglie (meno il calzino fuggiasco, probabilmente), e finalmente lui avrebbe avuto la Sala Comune a disposizione, o forse addirittura la Biblioteca. Già, tutta per lui, perché quest’anno non sarebbe tornato a casa per le vacanze di Natale.
Non sapeva di preciso quando avesse deciso di rimanere a scuola durante le vacanze. Forse era un’idea che era sempre stata presente nella sua mente, e che al momento di partire si era affacciata già come una certezza, non solo come un’eventualità.
 Non sarebbe tornato a casa per le vacanze, semplicemente perché era già a casa.
 Hogwarts era la sua casa. Hogwarts, con le sue aule affascinanti e antiche, gli scaffali pieni di libri, l’odore di pergamena e di inchiostro, la luce tremula che filtrava dai finestroni mentre il sole tramontava e lui era ancora lì, seduto al grande tavolo di legno, a leggere l’ultima pagina. “L’ultima per oggi. Domani devo ritornare”.
In ogni caso, avesse avuto anche la metà della bellezza e del fascino, Hogwarts sarebbe stata sicuramente molto più accogliente della sua vera casa a Spinner’s End.
“Non sono a casa da un po’ di tempo, ma sono sicuro che tutto stia andando come al solito. Mamma e papà che non ammettono la realtà, e l’unico figlio a prendersi il biasimo”. La colpa della loro vita grigia e infelice, delle loro scelte sbagliate, del loro non amarsi. Presto o tardi, anche il fatto che il camino faceva fumo sarebbe stata causa sua. Quindi, era meglio rimanere a scuola. Non aveva ancora detto a sua madre che non sarebbe tornato, ma era sicuro che non ne sarebbe stata molto dispiaciuta. Scusa mamma, ma non mi manchi. Papà, questo è un nome che non ti meriti. Per loro sono solo un bambino senza ambizioni. Non tornerei a casa per tutto l’oro del mondo.
Ora che Lily passava tutto quel tempo con James Potter poi, ancora meno…
La confusione nel dormitorio aveva raggiunto livelli insostenibili, quindi Severus decise di scendere a prendere una boccata d’aria, prima di essere colpito in testa da un baule o, peggio, di colpire lui stesso qualcuno con un baule, oppure chiuderlo dentro, e mandarlo così imballato ai suoi genitori. Sarebbe stato uno scherzo niente male.
Quello che avevano fatto ai due ragazzi Tassorosso qualche giorno prima, quello sì che era stato uno scherzo niente male: uno dei più crudeli tra tutti quelli che avevano ordito ultimamente.
Avery e Mulciber avevano puntato i due prescelti già da un paio di settimane: due ragazzini timidi, fratello e sorella, che sembravano non aver socializzato con nessuno e che passavano tutto il loro tempo insieme. Non avevano assolutamente niente di speciale, anzi parevano troppo scialbi pure per essere dei Tassorosso, ed era proprio questo il motivo per cui erano stati accuratamente selezionati come vittime. Non erano nessuno. E, per giunta, erano Nati Babbani.
Severus, dal canto suo, non aveva mai avuto nulla contro i Nati Babbani. La sua Lily, la sua amica del cuore, forse il suo cuore stesso, era Nata Babbana, ed era molto più carina e intelligente di almeno la metà delle ragazzine Purosangue.
 I suoi compari però avevano insistito: loro due o niente, anche perché essendo Nati Babbani non avevano imparato ancora a difendersi, e lo scherzo sarebbe stato ancora più bello.
Severus aveva esitato. Lily probabilmente era in Sala Grande, e avrebbero potuto fare una partita a Gobbiglie, in cui l’avrebbe fatta vincere, perché lui era molto più bravo, ma non voleva che ci rimanesse male. L’ultima volta però lei lo aveva stracciato alla grande, e aveva anche dovuto darle metà del suo dolce a cena. Era stato James Potter a suggerirle la mossa vincente, mentre passava con i suoi cosiddetti amici, ne era certo, anche se lei continuava a negare.
 - Guarda che sei tu che hai sbagliato, ti sei incartato da solo. - Gli aveva detto.
Potter, intanto, si era fermato a guardare la fine della partita, e poi se n’erano andati insieme.
- Gli ho promesso che lo avrei aiutato con l’ultima lezione di Trasfigurazione, era assente. - si era scusata lei. Chissà che altra scusa avrebbe trovato, quel giorno.  Così aveva accettato l’invito di Avery e Mulciber. Come faceva ormai da troppo tempo
Il parco del castello era silenzioso e deserto.  Tra poco, sarebbe calato il buio più totale e il Platano Picchiatore, già abbastanza spaventoso di giorno, avrebbe assunto l’aspetto di un enorme, gigantesco Dissennatore fluttuante. O almeno, questo era ciò che gli aveva detto Lily: nessuno dei due ne aveva mai visto uno.
Severus si strinse il pastrano nero e si incamminò lungo il sentiero scosceso che portava al Lago Nero. I sassi erano ancora bagnati e scivolosi dal recente acquazzone, per cui scendendo dovette tenersi ai rami degli alberi per non cadere, anche se, rompendosi una gamba, avrebbe avuto una buona scusa da dire agli insegnanti per giustificare il fatto che lui, l’unico, sarebbe rimasto a scuola per le vacanze.

All’inizio, Avery e Mulciber gli avevano promesso che sarebbero rimasti a scuola anche loro. Tornare a casa ad ogni momento era da poppanti, da mammolette e bimbetti del primo anno; avrebbero avuto la scuola tutta per loro, e avrebbero potuto esercitarsi in quel nuovo incantesimo che, a sentire Avery, ti contorceva le budella così tanto che non riuscivi a mangiare per due giorni. Non avevano ancora avuto il coraggio (o meglio l’occasione, il coraggio certo che ce l’avevano, che diamine!) per provarlo su qualcuno, ma anche la gatta di Gazza sarebbe stata un’ottima cavia. Del resto, Gazza faceva già attorcigliare le budella a tutta la scuola; sarebbe stata ora che qualcuno gli desse ciò che gli spettava.
Poi però, una mattina, Mulciber aveva ricevuto una lettera da casa. Sua madre e i genitori di Avery avevano comprato  i biglietti per la finale del Campionato inglese di Gobbiglie, e nel prezzo era incluso anche un incontro con i giocatori a fine partita!
- L’incantesimo lo proviamo quando torniamo! Poi, che gusto c’è a farlo su una gatta? Ci rovineremmo tutta la sorpresa. - aveva detto Avery con un tono che non ammetteva repliche. - Beh, ci vediamo, Severus! Fai ancora in tempo a fare le valigie.
Ma lui non poteva, ormai.
Era arrivato ad un bivio. Laggiù, sulla destra, riusciva a scorgere l’albero che si era reso involontariamente complice del loro divertimento: sembrava piccolo e striminzito da dove si trovava Severus, ma non dubitò che alla ragazzina appesa dovesse essere sembrato alto come la Torre di Astronomia.
Severus l’aveva tenuta in alto, prima con la bacchetta impugnata in modo incerto, poi la mano era divenuta sempre più ferma, mentre la ragazzina urlava e si dimenava.
Il fratello sembrava incapace di reagire: come paralizzato guardava la sorella salire sempre più su. Avery aveva mosso leggermente la bacchetta e la ragazzina si era ritrovata con un piede in alto e a testa in giù. La divisa le era caduta davanti facendola assomigliare ad un grosso corvo impazzito.
- Vediamo se riusciamo a svegliarti un po’… - aveva detto Mulciber. - Al mio tre, Severus la lascia cadere. Se riesci a prenderla al volo, non vi daremo più fastidio. Che ne dici?
 Il Tassorosso era rimasto immobile a fissare la sorella, senza dare segno di aver sentito.
- Allora? - Mulciber gli aveva infilato la bacchetta tra le costole. - Ci stai, o vuoi vedere come sta tua sorella con un naso nuovo?
Come tutti gli scherzi che architettavano, il bello stava nel fatto che era impossibile vincere. Non appena Severus aveva lasciato andare la bambina, il fratello era scattato avanti per prenderla, ma le gambe gli si erano bloccate e lui era caduto come un salame. Avery gli aveva scagliato l’incantesimo della Pastoia. Le sue risate si erano perse sotto le urla di dolore.
- Grande questo Levicorpus, Severus! Sei un genio. - Avery gli aveva battuto la spalla. Nonostante quello che avevano fatto, si era sentito felice e, per una volta in più oltre a quando era con Lily, accettato.
E inizio a bruciare
il ponte dell’innocenza.
La soddisfazione è garantita

E ora, loro tornavano a casa, a rimpinzarsi di dolci, e lui sarebbe rimasto lì. Solo.
Senza amici.
Senza Lily.
All’improvviso, un refolo di vento gelido si infilò sotto il mantello di Severus e gli corse lungo la schiena, facendolo rabbrividire. L’oscurità sembrava calata all’improvviso, e aveva avvolto tutto il parco. Severus si voltò e si mise a correre verso il castello.
Riuscì a sgusciare dentro appena prima che i grandi portoni si chiudessero. Nessuno sembrava essersi accorto del suo ritardo, per fortuna.
“Chi vuoi che se ne accorga? Avery e Mulciber hanno solo le Gobbiglie per la testa… “
- Sev! Grazie al cielo! Ti ho cercato dappertutto! Nessuno sapeva dov’eri finito! - Severus si girò di scatto e vide Lily che correva verso di lui. Aveva le guance arrossate, e il fiatone.
-Te ne sei accorta, sì? - fece lui con tono sprezzante.
- Certo! - Lily lo guardò come se fosse pazzo.-Pensavo venissi in Sala Grande oggi pomeriggio! Hanno fatto un mega torneo di SparaSchiocco, e una delle carte è esplosa, dovevi vedere che ridere! A Emily ha preso fuoco il vestito… Sev? Tutto bene?
Severus si limitò a fissarla.
- Hai già portato giù il tuo baule? Li stanno ammucchiando nel salone sul retro.
-Te l’ho già detto, Lily. Non torno a casa per le vacanze.
- Stai scherzando? E perché mai? Sei troppo pigro per piegarti i vestiti, ecco perché! Dai, muoviti! Se fai veloce non si accorgeranno che manca ancora il tuo baule.
Come poteva spiegarglielo? “Me ne sono andato da troppo tempo. Neanche mi ricordo chi è che aveva torto. Ormai, l’innocenza se n’è andata. E anche tu, ormai, sei così diversa da me. Tu sei meravigliosa, così pura, così gentile. Io ormai ho giurato lealtà ad un mondo di dubbi ed incertezze, a cui appartengo. Non c’è più niente a casa, per me”.
-Sì, esatto. E poi, non mi stanno tutti i libri nel baule- rispose Severus.
Lily si incupì e abbassò il viso.
 - Papà aveva sistemato la casa sull’albero… Ci ha aggiunto una ringhiera, così si può stare anche seduti fuori… Beh… allora magari quest’estate… se non sei da Mulciber o da Avery e hai voglia di stare con me… insomma… Divertiti, studia qualche incantesimo divertente, poi me lo insegni quando torno…
Lily si voltò e si incamminò verso la scalinata. Aveva le spalle un po’ curve.
- Lily! - la chiamò Severus. - senti… non è che io debba restare qui, è che…
Il volto di Lily si illuminò di un sorriso spontaneo, aperto, radioso.
- Allora torni?
“Sarò a casa tra poco. Non devi dire nulla. Non vedo l’ora di vedere il tuo sorriso. Non me lo perderei per nulla al mondo”.
- Sì, vado a fare le valigie.




WALKING DISASTER - SUM 41
I haven't been home for a while
I'm sure everything's the same
Mom and Dad both in denial
An only child to take the blame

Sorry, Mom, but I don't miss you
Father's no name you deserve
I'm just a kid with no ambitions
Wouldn't come home for the world

Never know what I've become
The king of all that's said and done
The forgotten son

This city's buried in defeat
I walk along these no name streets
Wave goodbye to all
As I fall...

At the dead end I begin
To burn the bridge of innocence
Satisfaction guaranteed
A pill-away catastrophe

On a mission nowhere bound
Inhibitions underground
A shallow grave I
Have dug all by myself

And now I've been gone for so long
I can't remember who was wrong
All innocence is long gone
I pledge allegiance to a world of disbelief
Where I belong

A walking disaster
The son of all bastards
You regret you made me
It's too late to save me
(You regret you made me
It's too late to save me)

As far as I can tell
It's just voices in my head
Am I talking to myself?
'Cause I don't know what I just said

(And she said)
Far is where I fell
Maybe I'm better off dead
Am I at the end of nowhere
Is this as good as it gets?

And now I've been gone for so long
I can't remember who was wrong
All innocence is long gone
I pledge allegiance to a world of disbelief
Where I belong

A walking disaster
The son of all bastards
You regret you made me
It's too late to save me
(To save me, to save me, to save me, ...)

("It's too late") [x2]

To save me, to save me, to save me, to save me

And now I've been gone for so long
I can't remember who was wrong
All innocence is long gone
I pledge allegiance to a world of disbelief
Where I belong

A walking disaster
The son of all bastards
You regret you made me
It's too late to save me

I will be home in a while
You don't have to say a word
I can't wait to see you smile
Wouldn't miss it for the world

I will be home in a while
You don't have to say a word
I can't wait to see you smile
Wouldn't miss it for theworld




 
TRADUZIONE
Non sono a casa da un po’
ma sono sicuro che sia rimasto tutto uguale.
Mamma e papà che si ripudiano
 e il loro unico figlio che si prende la colpa.
Scusa mamma, ma non mi manchi
Papà non è un nome che ti meriti.
Sono solo un bambino senza ambizioni.
Non tornerei a casa per niente al mondo.

Non sai cosa sono diventato
il re di tutto ciò che è stato ormai detto fatto.
Il figlio dimenticato.
La città è sepolta e sconfitta.
Cammino da solo per queste strade senza nome.
Dico addio a tutto
mentre cado morente.

E inizio a bruciare
il ponte dell’innocenza.
La soddisfazione è garantita.
Una catastrofe.
In una missione non delimitata
da nessuna parte.
Le inibizioni sono sotto terra.
Una tomba poco profonda.
E l’ho scavata tutta da solo.
E ora che sono stato via così a lungo
non riesco a ricordare chi avesse torto.
L’innocenza se n’è andata da tempo.
Ho giurato alleanza ad un mondo di incertezza
 a cui appartengo.
Un disastro ambulante,
il figlio di tutti i bastardi.
Ti sei pentita di avermi messo al mondo,
ora è troppo tardi per salvarmi
(Ti sei pentita di avermi messo al mondo,
ora è troppo tardi per salvarmi)
Per quanto possa dirlo,
sono solo voci nella mia testa.
Sto parlando da solo?
Perché non so cos’ho appena detto.
E lei ha detto
sono caduta lontano.
Forse sono meglio da morta.
Sono la fine di un posto inesistente?
Questo è bello?
E ora che sono stato via così a lungo
non riesco a ricordare chi avesse torto.
L’innocenza se n’è andata da tempo.
Ho giurato alleanza ad un mondo di incertezza
 a cui appartengo.
Un disastro ambulante,
il figlio di tutti i bastardi.
Ti sei pentita di avermi messo al mondo,
ora è troppo tardi per salvarmi
(Per salvarmi, per salvarmi, per salvarmi…)
E ora che sono stato via così a lungo
non riesco a ricordare chi avesse torto.
L’innocenza se n’è andata da tempo.
Ho giurato alleanza ad un mondo di incertezza
 a cui appartengo.
Un disastro ambulante,
il figlio di tutti i bastardi.
Ti sei pentita di avermi messo al mondo,
ora è troppo tardi per salvarmi
Sarò a casa tra poco
Non devi dire nulla.
Non vedo l’ora di vedere il tuo sorriso.
Non me lo perderei per nulla al mondo. (x2)
 
 
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