Il Calderone di Severus

Yana96 - Liberami, Per Tutti - Tipologia: One Shot ( 500) - Genere: Generale - Altro Genere: introspettivo Avvertimenti: AU - Epoca: HP 7^ anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus - Altri Personaggi: Voldemort

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view post Posted on 17/5/2017, 15:53

Buca-calderoni

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Titolo: Liberami!
Autore/data: Yana, febbraio 2014
Beta-reader: Alaide
Tipologia: one-shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo,
Personaggi: Severus, Voldemort
Pairing: Severus/Lily
Epoca: 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: E' il momento, per Severus, di fronteggiare il Signore Oscuro. Come suo pari.
 
Nota: Scritto per il Gioco Creativo 4. “A ritmo di musica”. La storia partecipa al gioco creativo n.14: Severus House cup. L’ispirazione proviene da “Liberate me” degli “Our last night”
 
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Per il testo della canzone utilizzata i diritti sono di chi li detiene legittimamente. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole:861
 

LIBERAMI

  
Che posto è questo?
L’ultima cosa che ricordo sono gli occhi di Lily… di Potter.
Mi ricorda la stazione di King’s cross, ma è bianca. Così bianca da far male agli occhi.
Sono morto.
Credevo che fosse diverso, morire. Invece è soltanto la sensazione di essere svuotato dalle preoccupazioni terrene.
Faccio qualche passo in avanti. Il rumore delle suole sul pavimento traslucido echeggia, riempiendo questo posto silenzioso.
È troppo serafico per essere adatto a me. Che ci faccio qui?
Sento altri passi raggiungermi accompagnati da un fruscio. Mi volto e lo vedo.
Terribile, come sempre.
L’Oscuro Signore.
Questo posto deve essere una specie di limbo.
«Severus» il modo in cui pronuncia il mio nome, lo detesto. Lo fa sembrare ancora più aspro. Una strana inquietudine, mista a rabbia inizia a crescermi dentro.
«Voldemort…» non lo temo più. Non ha più in mano la mia vita, non può più nuocermi, in alcun modo.
Sul suo volto animalesco si dipinge un’espressione quasi stupita.
«Osi pronunciare il mio nome?» dice con un sibilo minaccioso. Non rispondo subito. Non mi sento in pericolo.
Non si può morire due volte.
«Che cosa vuoi?» chiedo alzando un sopracciglio.
Sento di essere suo pari adesso, se anche lui è qui, significa che è morto.
Potter ci è riuscito.
«Parlarti» dice con falsa innocenza. «Ora che siamo entrambi qui, non c’è motivo di portare rancore, in fondo non siamo poi così diversi, io e te» allarga le braccia.
«Noi non siamo uguali!» ruggisco. «Mi hai fatto uscire di senno!»
I suoi occhi rossi si riducono a fessure.
«Non c’è motivo di essere così scortesi, Ssseverus» ora anche lui sembra piuttosto alterato. «Sai, sono colpito, nessuno ha mai avuto il fegato di rivolgersi cossì a me» sibila.
«Non sono più sotto il tuo comando, ora» rispondo. «Non ho motivo di temerti» faccio per andarmene. Ho guardato per troppo tempo quel viso orribile, almeno da morto preferisco evitarlo. Ma ho l’occasione di affrontarlo, di dirgli tutto quello che non ho potuto dirgli da vivo, non posso lasciarmela scappare
Mi volto verso di lui. I capelli mi vorticano attorno al viso. È rimasto in silenzio, con un sorriso enigmatico che gli deturpa il volto. Avanzo di qualche passo con fare deciso. Ora che non corro il pericolo di mandare all’aria i piani di Silente posso affrontarlo e togliermi un peso dal cuore.
«Vuoi parlarmi? Bene, ecco cosa ho da dirti» sono molto vicino a lui. Non una buona mossa, ma non può più nuocermi, ormai.
Le sue mani corrono sotto il mantello, in cerca della bacchetta. Faccio istintivamente lo stesso.
«Fai silenzio! Crucio!»
Dalla sua bacchetta non sgorga nessun incantesimo. In questo posto non esiste la magia? O sono proibite le maledizioni?
Arriccio un labbro in un sorriso beffardo.
«Hai provato ad incatenarmi, ma ho trovato le chiavi ed ora sono finalmente libero! Pensavi davvero di farcela? Potter ti aveva sconfitto quando era ancora nella culla!» non mi fa più paura.
«Ringrazia che non funzioni la magia, Severus! Perché ti avrei chiuso quella bocca a forza di Cruciatus!»
 
Un gorgoglio mi scappa dalla gola. Una risata, forse. Non saprei dirlo, perché non so  più come si ride.
«Mi hai tolto la voce e l’orgoglio, quando mi hai impresso il tuo Marchio. Ma ora che sei morto sono di nuovo miei
«Basta, tu mi appartieni!» esplode.
Voldemort è furioso. Sembra sull’orlo di scoppiare. Getta la bacchetta a terra con un rumore secco. Mi si avventa contro stringendo le mani gelide e ossute intorno al mio collo, alla maniera dei Babbani. Riesco a rimanere in piedi, anche se il dolore alla ferita che mi aveva inflitto Nagini rende difficile anche respirare. Il flusso della rabbia mi dà, però, la forza per resistere.
«No, i demoni che hai cercato dentro di me ti appartenevano» la voce esce rauca e strozzata.
«Non avevi fede, non avevi cuore. Non hai mai saputo cos’era l’amore, a te non interessava. Tu volevi la guerra, l’hai voluta fin dall’inizio» ad ogni parola un filo d’aria trapela dai miei polmoni, riempiendomi di forza.
«Taci!» urla, un grido che lacera le orecchie.
«Non ci saranno più impronte digitali da nascondere, perché la tua morte è stata un suicidio».
Mi fermo per riprendere fiato, la sua presa sul collo è più leggera e, con tono sicuro, riprendo:
«Non mi hai mai tolto la libertà
Mi sento improvvisamente più leggero.
Voldemort, di fronte a me, è diventato trasparente. Si sgretola come una statua di sabbia. Una folata di vento disperde le sue ceneri immonde.
Ed ora?
Vengo risucchiato bruscamente in un altro posto.
È una casa enorme, arredata secondo i miei gusti: semplice ed elegante. Con i mobili in noce, la biancheria di un bell’écru ed un ampio studio ricolmo di libri. L’unico suono che si sente è quello del vento che soffia tra le piante in giardino, e della natura in festa.
Una margherita entra da una finestra aperta.
Poco dopo vedo comparire una donna bellissima, dai capelli rossi e gli occhi di un verde sfavillante.
Lily.
Un sorriso nasce sulle mie labbra. Come un alba, ad illuminare il mio viso, ormai da troppo tempo cupo e triste.
Finalmente ho trovato la pace.
 
 
 
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