Il Calderone di Severus

chiara53 - Stai con me., Tipologia: Song Fic - Genere: Introspettivo - Altro Genere: Drammatico Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 6^ anno - Pairing: Severus/Lily - Personaggi: Pers. Originale - Altri Personaggi: Nessuno

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view post Posted on 3/5/2017, 16:22
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Titolo: Stai con me.

Autore/data: chiara53 – gennaio 2014
Beta-reader: Alaide
Tipologia: song - fiction
Rating: per tutti
Genere: introspettivo/ drammatico.
Personaggi: Severus Piton, personaggio originale.
Pairing: Severus/Lily
Epoca: 6° anno.
Avvertimenti: Missing Moment.
Riassunto: Quando cadrà la notte e la terra sarà buia, stai con me.
Parole/pagine: 1695/5


Scritto per il Gioco Creativo 4. "A ritmo di musica".
La storia partecipa al Gioco creativo n.14: Severus House Cup


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Vi consiglio di ascoltare la canzone. E' dolcissima e struggente.



Stai con me(1) (Stand by me)

Stai con me
Quando cadrà la notte
e la terra sarà buia
e l'unica luce che vedremo sarà la luna
no, non avrò paura, non avrò paura
finché tu sarai con me, sarai con me

e cara, cara sta' con me, adesso adesso sta' con me
stai con me, stai con me

Se il cielo che noi guardiamo
dovesse crollare e cadere
e le montagne dovessero sbriciolarsi nel mare
non piangerò, non piangerò, non verserò una lacrima
finché tu sarai con me

e cara, cara stai con me, stai con me
stai con me, stai con me, stai con me

[Ogni qualvolta sarai in difficoltà, starai con me? ]
oh adesso, adesso stai con me

o stai con me, stai con me, stai con me
cara, cara, stai con me, stai con me
oh stai con me, stai con me

(Ho usato 132 di 139 parole, tra parentesi quadra le parole non utilizzate)


Stai con me




Le ombre della sera calano sul quartiere di Spinner’s end.
A volte ho l’impressione che in questo angolo degradato di città la notte scenda anche prima.
Il buio inghiotte questo giorno orribile, persino peggiore di altri che sto trascorrendo qui, altrettanto repellenti.
Nuvole gonfie e nere hanno rovesciato pioggia e lasciato pozzanghere grandi come acquitrini sulla strada sconnessa.
Guardo dalla finestra sporca e opaca l’angolo di mondo grigio fuori dalle mura di questa casa.
L’ho sempre odiata, ma specialmente adesso.
La presenza di Codaliscia, che l’Oscuro mi ha costretto ad accettare come coinquilino, mi disgusta e mi riempie di una rabbia cieca e incontenibile.
Deve controllare ogni mia mossa quel viscido, osceno essere per conto della Serpe.
Ed io devo controllare me stesso, per non ucciderlo ogni singola volta che lo guardo o lo sento parlare: odio la sua voce e quello che dice. Lo odio, con tutto me stesso.
Questa estate maledetta sta volgendo al termine e presto tornerò ad Hogwarts.
Ma il pensiero non mi solleva, non alleggerisce il peso che grava sempre di più sulle mie spalle: ne sopportavo già più che abbastanza, prima di oggi.
Il buio s’impadronisce della stanza, guardo la strada senza vederla e continuo a maledirmi per aver fatto un errore, un grave, incorreggibile, imperdonabile errore.
Ho sempre saputo che non mi sarei mai potuto permettere di sbagliare
La mia vita corre sul filo del rasoio ed ora sta deragliando: prima o poi cadrò sulla lama sottile e mi farò molto male.
Ho stretto un voto infrangibile, un giuramento, pensando di poterne avere il controllo. Non ho pensato che mi sarei trovato costretto a scelte tanto definitive e drastiche.
Maledetta Bellatrix! Ho sempre detestato la sua pazzia e forse ho sottovalutato la sua furbizia.
Incastrato.
Sono caduto nel tranello.
Troppo sicuro di te, Severus?
Nel buio che mi circonda trovo l’unica risposta possibile: morirò, perché non alzerò mai la mia mano su Albus.
Nemmeno per salvare un ragazzo come Draco.
Mai.
Non ho paura della morte, sono solo stanco, troppo stanco.
Prima che Codaliscia esca dal buco in cui l’ho relegato, indosso un vecchio, nero impermeabile Babbano, che tengo per ogni evenienza, ed esco.
Camminare mi aiuta a pensare, l’aria snebbia la mente, è fresca e odora di bagnato.
Mi avvio nella notte, odo nel silenzio solo il rumore dei miei passi.
Il brusio della vita è lontano, come la città.
Poche macchine transitano in questo vetusto quartiere, ormai semi abbandonato.
Fabbriche chiuse, case in rovina e finestre senza luce guardano come occhi ciechi la notte.
Tra le stradine che dividono le case vedo la vecchia bettola che frequentava mio padre: non ha chiuso, è ancora qui.
Non so cosa mi spinga ad entrare, ma lo faccio.
Forse ho bisogno di uscire dal mio mondo magico, che a volte, sempre più spesso, rivela lo stesso cattivo odore e lo sporco di questo posto di infimo ordine.
Il luogo mi si adatta, si adatta alla mia anima, alle mie azioni, alle mie scelte.
Ci sono pochi tavoli macchiati e sedie sbilenche, un vecchio sdentato e malvissuto mi guarda di sfuggita da dietro il bancone.
Pago una bottiglia, la prendo e la porto con me al tavolo libero all’angolo, il bicchiere è sporco e opaco, ma non me ne curo.
Stasera voglio dimenticare chi sono e soprattutto chi potrei diventare: al peggio non c’è fine. Quando credo di aver toccato il fondo, comincio a scavare per scendere ancora più in basso.
Prendo atto del mio stato: sono un disperato, senza amici, senza legami, stretto nella morsa di promesse e giuramenti incrociati.
Non posso impazzire, non devo impazzire.
Ma sono solo nella lotta incessante contro me stesso.
Stasera mi pesa persino la solitudine, tanto desiderata qualche volta. Essere solo mi costringe a pensare ed io voglio abbandonare i pensieri per una volta, magari per poche ore o per una sola notte.
Così mando giù una dose di liquore che brucia in gola e non ha sapore, che mi serve solo a perdermi, se ci riesco...
Risate volgari e bestemmie volano nell’aria fumosa e fradicia di questo locale, chiacchiere di ubriachi e parole senza senso si mescolano.
Invidio l’incoscienza di questa gente, desidero l’oblio.
Il rumore di una sedia che viene spostata attira la mia attenzione, una ragazza troppo truccata e poco vestita si siede davanti a me.
Sorride.
La guardo negli occhi e vedo solo il vuoto.
I suoi occhi non ridono e nemmeno il suo cuore.
- Uomo in nero, mi offri da bere? - Dice con voce roca, mentre si accende una sigaretta e allunga la mano alla bottiglia.
La guardo e non dico nulla, ma verso nel bicchiere che ha con sé una dose generosa di quel whiskey di infima qualità.
- Sei solo? – Chiede. – Un bel ragazzo come te non dovrebbe mai essere solo.
Sollevo un sopracciglio e la osservo bere; il rossetto pesante lascia tracce sul vetro. Rispondo con un filo di sarcasmo a questa giovane già vecchia.
- Forse vuoi farmi compagnia? E perché lo chiedi proprio a me? Qui ci sono tanti altri… Sollevo le labbra in una specie di sorriso, anche i miei occhi sono tunnel vuoti come i suoi.
- Sei l’unico non ancora sbronzo qui dentro, - mi valuta con lo sguardo, mentre risponde – sei decente, non puzzi e io devo guadagnarmi la giornata. - Dice senza alcuna vergogna, con voce sicura .
Verità per verità, finalmente qualcuno che non nasconde secondi fini. E’ un sospiro di sollievo inatteso per un doppiogiochista bugiardo e spia come me.
Vende se stessa e sceglie il meno peggio. Non sa, non immagina che qui dentro io sono la scelta più infima che potesse mai fare.
- Hai un posto dove andare? - Chiedo senza tanti giri di parole, non è da me, ma stasera voglio uscire da me stesso e, per una volta, voglio dimenticarmi di tutto anche della mia fottuta solitudine.
- Qui dietro, uomo in nero. Qui dietro, c’è casa mia.
Prendo la bottiglia e la porto con me, potrebbe servire.
La seguo nel vicolo stretto, dietro il pub, a pochi passi apre un portoncino ed entriamo in una delle case sporche e degradate.
La notte nasconde il trucco pesante e la luna stasera è velata dalle nuvole.
Provo ad illudermi che sia qualcun’altra, una che amavo, che amo ancora, che amerò per sempre: una che non c’è più.


Stai con me
Quando cadrà la notte
e la terra sarà buia
e l'unica luce che vedremo sarà la luna
no, non avrò paura, non avrò paura
finché tu sarai con me, sarai con me








- Non accendere la luce. - Le sussurro. Voglio che l’illusione mi culli ancora per qualche momento.
Mi prende per mano, mi accompagna in camera.
Il letto sembra pulito e anche la casa profuma di buono. Comincia a spogliarsi, la fermo: non è questo quello che voglio.
Con un cenno accendo tre candele che vedo su di una mensola. Lei resta basita, si stupisce e mi guarda impaurita.
- Sono un mago. Non te ne sei accorta? Vivo di questi giochetti, cosa credevi? - Sollevo un angolo delle labbra in un risolino ironico. Lei mi sorride dietro le ciglia finte e sembra curiosa come una bambina adesso.
Mi faccio pena, prendo in giro una prostituta da quattro soldi e cerco la sua compagnia, pur di non tornare a casa, pur di fingere che non sia vero quello che mi succede, pur di non stare da solo.
Stasera fingo di non essere Severus Piton. Sono un dannato qualunque.
- Uomo in nero hai anche un nome? - Chiede maliziosa. – Io mi chiamo Mary e sono qui per te, ma tu i soldi ce l’hai?
- Mi chiamo “uomo in nero”, va bene? - Le rispondo, poi tiro fuori dalla tasca alcune banconote Babbane.
- Bastano? - Chiedo, mentre le rivolgo un sorriso cattivo, lei non ci fa neanche caso; sembra soddisfatta e ricomincia a spogliarsi.
- Non farlo! Voglio solo dormire qui, non voglio altro da te. - Alzo la voce, all’improvviso sono rabbioso, le stringo forte un braccio per fermarla.
No, non voglio il suo corpo, voglio solo dormire, per una volta, con qualcuno accanto. Qualcuno di cui non debba preoccuparmi, qualcuno che non mi conosce, qualcuno per cui domani non sarò più che un vago ricordo della sua vita disperata.
Non è il sesso che voglio, vorrei l’amore, che non posso né potrò mai avere.
Posso solo fingere, anche con me stesso che qualcuno voglia stare con me.
- Va bene, va bene… - Si vede che ora lei è a disagio, - ma mi pagherai lo stesso! Afferma con tono deciso. E’ quello che le importa: cosa credevi Severus, che ti amasse?
Rido amaro dentro di me, rido e odio la mia anima, odio me stesso.
Continuo la mia illusione e mi sento morire dentro ancora di più: so che è solo una recita, ma voglio avere vicino un corpo caldo stasera e l’avrò, non importa di chi.
- Vai a lavarti la faccia. - Le ordino, quasi sgarbato, quel trucco è davvero troppo pesante e m’infastidisce; illudermi diventa ancora più difficile.
- Vado, sei un tipo strano però, uomo in nero, sei proprio strano, lo sai? – Sussurra tra i denti . - Mettiti comodo, il letto è pulito. - Aggiunge con un tono quasi orgoglioso
Annuisco.
Sì, sono strano piccola Mary, sono strano e solo, terribilmente e infinitamente solo.
Stasera ho bisogno di sentire un corpo accanto al mio per non farla finita, per non scegliere una morte da vigliacco, per non fuggire per sempre dalla mia vita.
Per non piangere di me e per me.







Se il cielo che noi guardiamo
dovesse crollare e cadere
e le montagne dovessero sbriciolarsi nel mare
non piangerò, non piangerò, non verserò una lacrima
finché tu sarai con me






******




Nel buio della stanza il sospiro tranquillo di una donna ritma il trascorrere delle ore e dei minuti.
Ad occhi aperti guardo il soffitto screpolato e sogno di trovare conforto nel respiro di lei che mi dorme accanto, so soltanto il suo nome e non m’importa neanche di quello.
Stai con me, cara, conforta e scalda il gelo del cuore, stai con me, solo per stanotte, sconosciuta stella morente.
Volgo il capo verso di lei che si è rannicchiata al sicuro contro il mio corpo.
Riposa, stanotte; domani non sarò più qui, non mi vedrai mai più, ma adesso stai qui.
Stammi vicina, stai con me.
Una notte di pace per due anime perse.
Stai con me.


(1) Stand by me

When the night has come
And the land is dark
And the moon is the only light we'll see
No I won't be afraid, won't be afraid
Just as long as you stand, stand by me

so darlin', darlin', stand by me, oh stand by me
Stand by me, stand by me

If the sky that we look upon
Should tumble and fall
And the mountains should crumble to the sea
I won't cry, I won't cry, no i won't shed a tear
Just as long as you stand, stand by me

And darlin', darlin', stand by me, oh stand by me
stand by me, stand by me

And darlin', darlin', stand by me, oh stand by me
stand by me, stand by me

Whenever you're in trouble would you stand by me? oh stand by me
stand by me, stand by me, stand by me
 
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