Il Calderone di Severus

chiara53 - Lily, Tipologia: Song Fic - Genere: Drammatico - Altro Genere: introspettivo Avvertimenti: Nessuno - Epoca: Post Malandrini - Pairing: Severus/Lily - Personaggi: Lily - Altri Personaggi: Nessuno

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view post Posted on 3/5/2017, 15:30
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Titolo: Lily

Autore/data: chiara53 – febbraio 2014
Beta-reader: Alaide
Tipologia: song-fic
Rating: per tutti
Genere: generale, introspettivo.
Personaggi: Severus Piton, Lily Evans.
Pairing:Severus/Lily
Epoca: Post Malandrini.
Avvertimenti: Missing Moment.
Riassunto: Tu l’ami, Severus, l’ami con ogni fibra del tuo corpo, con ogni frammento della tua anima fatta a pezzi.

Parole/pagine: 1537 /4



Scritto per il Gioco Creativo 4. "A ritmo di musica".
La storia partecipa al Gioco creativo n.14: Severus House Cup


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

La canzone a cui la storia si ispira è Lilly di Antonello Venditti.




Lily*



Notte infausta, notte buia e terribile.
Notte nera, senza pietà, senza altro orrore da mostrare.
Ti sei materializzato a Godric’s Hollow, spinto da un’immensa paura.
Ti nascondi dietro ad un albero, al lato della strada e contempli .
Inutile.
Sei inutile ormai.
Nessuno può vederti né sentirti. Il cuore in gola batte furioso e la mente non accetta quello che gli occhi vedono.
Hai davanti a te una casa distrutta, volute di fumo escono da quello che resta del tetto .
Distruzione è il nome dell’Oscuro e questo è ciò che lascia.
Sei venuto, non potevi aspettare nascosto in un angolo come un vigliacco. Tu non sei un vigliacco sei solo un traditore, un traditore degli amici, un maledetto traditore dell’unica persona che ti ha voluto bene.
Tu l’ami, Severus, l’ami con ogni fibra del tuo corpo, con ogni frammento della tua anima fatta a pezzi.
Quante volte hai visto spettacoli raccapriccianti come questi? Dal giorno in cui sei stato marchiato, non sei più in grado di contarle.
Tante.
Troppe.
Ti sei mai chiesto prima d’ora a chi fosse toccato, se c’erano tra i morti donne, bambini o vecchi?
No, non l’hai mai fatto prima.
Hai capito troppo tardi.
Hai capito soltanto quando la lama di puro terrore ti ha trafitto e ti ha reso amico di Silente, ti ha reso la sua spia.
Hai capito quando l’Oscuro ha interpretato la profezia che gli hai riferito, come una condanna a morte per Lily.
Ed è per questo che hai chiesto pietà e perdono a Silente e lui te l’ha concessa: Silente, l’uomo delle promesse, della seconda occasione e della luce.
Anche tu hai promesso. L’hai fatto con tutto il cuore, con l’anima traboccante di gratitudine, avresti fatto per lui qualsiasi cosa.
Era vero. Avresti anche camminato fino all’inferno se fosse servito a salvarla… a salvarli tutti.
Abbassi lo sguardo sul braccio sinistro, quasi risanato. Si nota appena l’ombra di quello che è stato il tuo segno di vergogna.
E’ già da un po’ che lo guardi, sei corso qui appena te ne sei accorto.
Hai sperato.
Ti sei illuso.
La grande ingannatrice: la speranza ti ha stretto tra le braccia.
Per un breve attimo sei stato suo, ora non più.
Immobile strigi i pugni e osservi il disastro.
Un grumo freddo nello stomaco e in gola ti trattiene dall’urlare un nome, dal cercare un volto, un movimento, qualcosa di vivo tra le rovine.
Come un automa attraversi il giardino devastato, la porta divelta ed entri nel piccolo soggiorno dove ancora il fuoco arde nel camino.
È l’unico segno che ancora ricorda come, fino a poco prima, in quella stanza c’erano vita e calore.
Tutto tace adesso, crepitano le ultime fiamme e stanno per estinguersi anch’esse, come la vita che abitava la casa.
Non un solo rumore, non un gemito, nel silenzio inquietante senti solo il pianto soffocato di un bambino.
E’ allora che acceleri il passo e corri su per la scala. Vedi dove Potter ha trovato la morte. Era un padre. Era un marito. Era un uomo.
L’hai odiato, ma non avresti mai voluto vederlo morto.
I suoi occhi sbarrati guardano il nulla e il suo volto mostra ancora un vago stupore.
La bacchetta inutile è ancora tra le dita aperte e rilassate nella morte che lo ha colto nella sua casa, tra i suoi affetti
Ha cercato di proteggere Lily e il bambino che senti piangere.
Il cuore ti salta in gola.
Forse ce l’ha fatta e loro sono sopravvissuti.
Ed allora segui quel flebile singhiozzo infantile che ancora non spezza il sottile filo di speranza.
L’unica luce rimasta accesa nella casa è in cima alle scale.
E’ la stanza del piccolo. E’ lui che piange disperato.
Guardi l’armadio e i giocattoli sparsi sul tappeto ornato con gli orsetti, senza capire, senza vedere, senza accettare la realtà che ti schianta.
Per un attimo pensi che non è vero e che non può succedere. Dell’Oscuro Signore non ti sei fidato, ma Silente ha promesso: li avrebbe salvati. L’avrebbe salvata.
Ed è così che dovrebbe essere.
Ha promesso, maledizione. Questo non può essere vero, non è vero, è un inganno creato ad arte per farti impazzire.
Chiudi le palpebre sull’orrore che ti sta davanti, non vuoi riconoscere la donna che giace scomposta al suolo.
Ma sai che è Lily.
La tua Lily.
Lily.


Lilly [...]
nuda e senza scarpe
bianca, e non in ospedale
senza catene
senza denti per mangiare
una montagna di rifiuti
nessun latte ti potra' salvare








I morti sono nudi, non c’è abito che possa coprire il pallore cereo e il gelo della carne, non c’è miracolo, né pozione, né incantesimo, che possa infrangere il velo.
La morte è bianco e immobilità.
Eterna, insondabile, incomprensibile.
Non c’è più bisogno di mangiare, né di bere, nella morte: la morte è pura, libera e innocente.
Parli a Lily perché sai che ti sta ascoltando e risponderà, anneghi nella tua certezza: lei non può non risponderti.
Le sussurri tra le lacrime:
- Alzati Lily, tuo figlio piange, ti chiama, ha bisogno di te. Io ho bisogno di te. Basta adesso, devi rialzarti. Feriscimi, fammi del male, chiudimi la porta in faccia, ma alzati. Ti prometto che rimetteremo tutto a posto. Che io rimetterò tutto a posto… Svegliati. Per pietà, svegliati.
E mentre parli, capisci e prendi atto della grandezza dell’orrore che ti annulla la ragione: è davanti a te è sotto i tuoi occhi.
Cadi in ginocchio il viso tra le mani, urli il suo nome, ma niente la salverà, niente e nessuno la riporterà indietro.
Stai impazzendo di dolore, il mondo non esiste più.
Esiste solo un corpo già rigido, che abbracci e scaldi e tocchi e stringi.
Nessuno al mondo può allontanarti da lei.
Resterai lì all’infinito con Lily tra le braccia.
Per sempre.
Respirando tra i suoi capelli che profumano.
Tra i ricordi che profumano e ti trapassano il cuore come schegge di vetro.

Studiavamo insieme
viaggiavamo insieme

Lilly...
Quale treno ora?
Quale libro ora?
Quale amore ora ti si potra' ridare?










E ti rivedi con lei.
Ancora bambini.
Sole e vento e vita infinita, come può esserlo solo da ragazzi; siete alla stazione di King’s Cross, sommersi dalle risate e lei saluta dal finestrino: una lacrima di arrivederci ai genitori e un sorriso a te che la consoli.
- Passerà presto, Lily, staremo bene a scuola. Ad Hogwarts, insieme, vedrai. - Avevi la sua piccola mano tra le tue dita. Avevi il mondo insieme a te.
- Hai ragione, Sev. Sono una sciocca.
Piccoli singhiozzi brevi, coperti da un sorriso.
Che cos’è stato il passato con lei? Ore chini sullo stesso libro; passeggiate sulla neve; occhi verdi che sorridono e ammiccano.
Profumo di lei nei pensieri. Sulle mani, tra i capelli.
Profumo di ricordi, attimi irraggiungibili.
Nessun amore, neanche il tuo, così potente e infinito, servirà a farla tornare indietro.
Se non è riuscito a svegliarla il pianto disperato di suo figlio, capisci che niente ci riuscirà.
Le tue pozioni possono rimandare la morte di qualche attimo, ma non la curano: lei non risorgerà.

Lilly...
la mia stanza e' gelata
dove sei andata?

le tue collane...
Lilly...
li dovevano arrestare

Lilly...
quattro arance la domenica mattina
eravamo due bambini
io non ero il tuo dottore














Culli il suo corpo perché le sia lieve il sonno infinito che l’ha rubata alla vita, il tuo abbraccio è morbido e delicato come una coperta calda.
Ma è inutile non serve a scaldare il freddo della tua anima, ormai tutto è finito.
È troppo tardi per qualsiasi calore o affetto.
È tardi anche per guardarla vivere, niente ti servirà più.
Se stringi le palpebre la vedi ancora sull’altalena, invece è tra le tue braccia e non si muove, non respira, non vive.
Il tuo mondo naufraga, fermo in questo momento. Rivedi due bambini che mangiano frutta, vedi il posto accanto al fiume dove sbucciano un’arancia, mai assaggiata prima di conoscere lei, mai più dopo, mai più, per sempre.
Le collane di fiori che ti regalava con un sorriso: dove sono? Le hai gettate via. Nessuno mai più le intreccerà per te, non hai pensato di conservarle tra le pagine dei libri, ma avresti dovuto.
E’ tardi: ormai i fiori hanno perduto il loro profumo e le corolle sono senza petali.
Dove sono adesso i salvatori, le promesse, i grandi maghi che risolvono tutti i problemi del mondo? Silente che rassicura, dov’è? Nemmeno lui è qui, nessuno l’ha salvata da se stessa e dal suo amore.
E se nemmeno lui l’ha salvata, nessuno può su questa terra. Nessuno.
Singhiozzi come un ragazzino, singhiozzi e bagni di lacrime anche lei, così pallida e muta e stanca.
Con tenerezza la lasci andare, ti cade dalle braccia, ma trattieni con delicatezza la testa, finché non si appoggia piano sul pavimento.
Sembra una bambola grande e bella, la guardi negli occhi che non vedono più e tremando le abbassi le palpebre.
Adesso sembra dormire.
Stringi una mano fredda tra le tue e, mentre la lasci andare, vedi che il marchio sul tuo braccio è sempre più sbiadito.
Lui se n’è andato.
Lily ha vinto, non sai come, ma ha vinto lei.
La guardi e vorresti portartela via, ma ti strappi il cuore e ti avvii.
Solo.
Ora arriveranno gli altri, tutti gli altri. Salveranno il bambino che singhiozza.
Ma tu non sarai lì, non sarai più lì.
Non fai parte di quel mondo puro, pulito, che potrà piangerla alla luce del sole.
A te resta solo l’ombra nera e il rimorso di aver provocato tutto questo.
Anche se non volevi.
Anche se non immaginavi.
Anche se…
A che serve ormai.
Lily è morta.
Lily, amore mio…
Lily.
Quale treno ora?
Quale libro ora?
Quale amore ora,
ti si potra ridare?
Lilly amore,
amore mio...










********




Testo completo*

Lilly di Antonello Venditti

Lilly ...
Quattro buchi nella pelle
carta di giornale
nuda e senza scarpe
bianca, e non in ospedale
senza catene
senza denti per mangiare
una montagna di rifiuti
nessun latte ti potrà salvare...
Studiavamo insieme
viaggiavamo insieme
Lilly...
Quale treno ora?
Quale libro ora?
Quale amore ora ti si potrà ridare?
Lilly...
la mia stanza è gelata
dove sei andata?
I tuoi poeti maledetti,
le tue collane...
Lilly...
li dovevano arrestare
ti dovevano guarire
Lilly...
quattro arance la domenica mattina
dopo due anni
non mi riconoscevi
eravamo due bambini
io non ero il tuo dottore
non riuscivi a fare l'amore...
Lilly siringa, polizia
Quale treno ora?
Quale libro ora?
Quale amore ora,
ti si potra ridare?
Lilly amore,
amore mio..
( parole 120, usate 93, 75% 90 )



Edited by chiara53 - 3/5/2017, 17:47
 
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