Il Calderone di Severus

Ele Snapey - La notte che l'Uovo d'Oro scomparve, Genere: Azione/comico - Avvertimenti: Nessuno - Epoca: 4° anno - Personaggi: Severus, Sibilla Cooman, Minerva McGranitt, Albus Silente

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view post Posted on 26/4/2017, 23:52
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Titolo: La notte che l’Uovo d’Oro scomparve
Autore/data: Ele Snapey
Tipologia: long fic breve
Rating: Per tutti
Genere: Azione/comico
Personaggi: Severus, Sibilla Cooman, Minerva McGranitt, Albus Silente, Filius Vitious, Pomona Sprite.
Pairing: nessuno
Epoca: 4° anno
Avvertimenti: nessuno

Riassunto: La convocazione arrivò, urgentissima, via camino. E quando Albus arrivava a definire una convocazione urgentissima, stava a significare che era accaduto qualcosa di veramente grave…

Nota: Storia scritta per la Sfida FF: la Sfida Olimpica, facente parte della Severus House Cup del Forum Il Calderone di Severus. Categoria gli SPORT DI SQUADRA e il TENNIS.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.





La notte che l’Uovo d’Oro scomparve




1




La convocazione arrivò urgentissima, via camino.
E quando Albus arrivava a definire una convocazione urgentissima, stava a significare che era accaduto qualcosa di veramente grave.
Minerva McGranitt abbandonò il libro sul proprio letto, si sbarazzò della comoda vestaglia di lana scozzese che amava indossare nell’intimità della propria camera, quando finalmente poteva godere di qualche momento di libertà e relax, si infilò l’abito e sistemò velocemente l’acconciatura.
Poi, impettita, uscì rapida dalla stanza, incantando con altrettanta prontezza l’uscio che aveva chiuso alle proprie spalle.
Percorse il primo tratto di corridoio che la separava dallo studio del preside a passo lungo e spedito; come ebbe voltato l’angolo fu affiancata da una silenziosa e imponente presenza proveniente dal lato opposto, che uniformò la fluida falcata al suo incedere lesto.
- Hai idea di che cosa possa essere successo? – domandò l’uomo, dopo qualche secondo di silenzio spezzato solo dal ritmo cadenzato dei loro passi.
- Assolutamente no. Però ti dirò che sono abbastanza preoccupata. – asserì la professoressa, in tono asciutto. - Non c’è giorno che questo torneo non presenti un problema. E anche abbastanza grave… Se poi pensiamo che non è ancora iniziato!
Sul volto del mago balenò un fulmineo sorriso obliquo.
- Non avremo certo di che annoiarci, quest’anno. - commentò, sarcastico, arricciando le labbra.
- Oh no, temo proprio di no. – replicò lei, piuttosto bruscamente.
Nel frattempo erano giunti di fronte al Gargoyle che presidiava l’entrata dell’ufficio circolare; Minerva pronunciò la parola d’ordine e il mostro di pietra si spostò, rivelando la scala a chiocciola oltre l’ingresso.
Il professore con un cenno del capo invitò galantemente la donna a precederlo, e la seguì non appena costei oltrepassò la soglia; iniziò a salire con urgenza i gradini mentre la scala si avvitava dolcemente, raggiungendo il pianerottolo superiore.
Quando entrarono nello studio, preceduti dai due colpetti secchi bussati da Piton alla porta già aperta, il vecchio si stava accarezzando quietamente la lunga barba in atteggiamento assorto. Notarono come, sprofondato in una delle due poltrone di fronte a lui, ci fosse già il professor Vitious.
Pomona Sprite invece stava rigidamente seduta sull’orlo dell’altra poltrona e sembrava abbastanza tesa.
C’erano anche un paio di sedie e uno sgabello vuoti, disposti di fronte alla scrivania dietro cui sedeva Silente.
– Venite pure avanti, accomodatevi dove meglio credete. – Albus si riscosse e li invitò ad avvicinarsi con un ampio gesto circolare della mano, indicando loro i posti in attesa di essere occupati.
Piton e la McGranitt, senza aprir bocca, presero posto sulle sedie a lato dei colleghi già presenti.
- Che cosa è successo, Albus? – domandò infine la vice preside, con accento apprensivo.
- Un fatto direi… alquanto increscioso… - esordì Silente, continuando ad accarezzarsi serenamente la barba, quasi che ciò che aveva appena annunciato non lo riguardasse. – Ma attenderei ancora un momento a mettervene al corrente, perché preferirei che foste tutti presenti.
I quattro insegnanti si guardarono in faccia, incerti: tutti presenti?
Oltre ai quattro Direttori delle Case chi diavolo poteva aver convocato, ancora, il vecchio? Solitamente le questioni più delicate venivano affrontate, al di fuori del Collegio Docenti, dalla loro cerchia ristretta.
La risposta non si fece attendere, perché un sommesso bisbiglio annunciò l’arrivo del quinto ospite.
- E’ permesso? - mormorò la nuova venuta, sbucando timidamente da dietro il battente, con enormi lenti calcate sul naso.
- Avanti, prego, mia cara. Stavamo giusto aspettando te prima di iniziare. – esclamò il preside, sollecitandola affabilmente ad entrare.
La strega avanzò sotto il tiro di cinque paia di occhi: quelli indulgenti di Silente, quelli un po’ perplessi di Vitious, McGranitt e Sprite e, infine, quelli decisamente inorriditi e ostili di Severus Piton.
- Scusate il ritardo. Ho dovuto effettuare subito una lettura di fondi del thè, intanto che erano ancora freschi. Se avessi aspettato e si fossero seccati la predizione sarebbe risultata molto improbabile e inattendibile. – si giustificò, appollaiandosi con fare trepidante sullo sgabello rimasto libero.
- Due aggettivi che ti si addicono perfettamente, Sibilla cara. – commentò con prontezza, in tono sardonico e suadente, il professor Piton, prima che l’occhiataccia della McGranitt riuscisse a fermarlo.
La Cooman non volle cogliere la provocazione e sistemò sulle spalle, con dignitosa noncuranza, lo scialle di organza viola, evitando di ribattere.
- Benvenuti, dunque, cari colleghi… - attaccò il preside, ignorando placidamente la velenosa battuta di Severus. – Vi starete certamente chiedendo per quale motivo abbia convocato questa riunione urgente.
Fece circolare lo sguardo serio e cristallino sugli astanti, compiendo una piccola pausa che creò quella certa suspense.
- Come dicevo, stanotte si è verificato un fatto molto imbarazzante… - cinque volti si protesero verso di lui, in attesa che chiarisse finalmente cosa era successo.
- Qualcuno è penetrato nell’apposito caveau, dove sono custodite le Uova d’Oro che serviranno per la prima prova del Torneo e… ne ha sottratto uno! – terminò, con accento grave.
Un mormorio di sbigottimento, sorpresa e turbamento serpeggiò tra i docenti.
- Oh Santo Cielo, Albus! Ma la prima prova si terrà tra sei giorni! - gemette Minerva, portando le mani al volto conscia del fatto che, se l’Uovo non fosse stato ritrovato in fretta, la scuola avrebbe dovuto seriamente rispondere dell’accaduto: sarebbe stato un enorme danno di immagine e, probabilmente, anche economico.
- Come è accaduto? – intervenne il maestro di Pozioni, visibilmente preoccupato, nonostante il tentativo di mantenere un atteggiamento imperturbabile.
- Chi potrebbe essere stato? – squittì l’insegnante di Incantesimi, ripresosi dallo sconcerto.
- Dove potrebbero averlo portato? – pigolò la professoressa di Erbologia, inorridita.
Silente alzò le mani, come a volersi difendere dalla ridda di domande che gli erano appena state rivolte in rapida sequenza; poi appoggiò i palmi sulla scrivania e vi si puntellò, alzandosi un po’ a fatica in piedi.
- Non lo so, cari colleghi… - mormorò, guardandoli uno ad uno con singolare intensità. – Onestamente non so chi possa essere riuscito ad entrare in un luogo blindato e protetto da numerosi incantesimi, al cui interno si può accedere unicamente grazie a una parola d’ordine di cui siamo a conoscenza solo io, Barty Crouch e Ludo Bagmann! – concluse, accigliandosi.
- Vuoi dire che chi ha rubato l’Uovo d’Oro lo ha fatto senza compiere alcuna effrazione?! – sibilò Piton, con aria torva e sopracciglio arcuato fino all’inverosimile.
- E’ così, purtroppo. – ammise il vecchio preside, iniziando a passeggiare su e giù, con le mani unite dietro la schiena.
- E vuoi anche insinuare, quindi, che Barty Crouch o Ludo Bagmann potrebbero essere stati gli autori del furto?!
- E’ un sospetto che può sorgere, non è vero? – confessò Silente, soffermandosi a fissare il proprio docente di Pozioni con aria allusiva. – Ma innanzitutto bisognerà ritrovare l’Uovo, perché la prima prova abbia luogo. Poi potremo indagare discretamente per scoprire chi abbia potuto compiere questo gesto e per quale motivo.
- Santo cielo, Albus, è un’impresa praticamente impossibile. Abbiamo a disposizione solo una manciata di giorni per ritrovare un oggetto che potrebbe essere nascosto ovunque, in un’area sconfinata! - sbottò la McGranitt, sgomenta. – Sempre che sia ancora all’interno del castello. – concluse, con aria insolitamente lugubre.
- Oh, ma io sono certo che l’Uovo si trovi ancora qui dentro, Minerva… - affermò Silente, rivolgendosi amabilmente alla vice preside. – Nessuno ha lasciato il castello nelle ultime ventiquattrore; ho avuto modo di accertarmi come nemmeno Ludo e Barty si siano allontanati e, se anche lo avessero fatto, sarebbero stati fermati e perquisiti dal presidio Auror che da giorni sorveglia i cancelli per garantire la sicurezza del torneo. Quindi sarebbe stato impossibile portare fuori da Hogwarts perfino uno spillo!
- Hai detto bene: cimentarsi in questa impresa sarà esattamente come trovare uno spillo in un pagliaio, Albus. – commentò Vitious, amaramente.
- Oh, non per noi, cari colleghi. So che saremo in grado di portare a termine felicemente questa difficilissima missione entro i termini imposti. Abbiamo sempre dimostrato di essere una squadra vincente, così come quando partecipammo alcuni anni fa al Congresso Docenti di tutti gli Istituti di Magia e Stregoneria del Mondo. Sfida in cui ci aggiudicammo il diritto a una borsa di studio di 10.000 galeoni, ricordate?
Piton lo fissò per qualche istante, poi si voltò verso Minerva e scambiò con lei uno sguardo che voleva significare: “Non sta dicendo sul serio, vero?”
Quindi tornò a rivolgersi al vecchio che, nel frattempo, con gli occhietti brillanti dietro le lenti a mezzaluna stava rimirando soddisfatto gli astanti.
- Secondo te da dove dovremmo iniziare a cercare un oggetto che, rispetto alla vastità di un ambiente impossibile da perlustrare in meno di due mesi, è di dimensioni microscopiche? – chiese, tagliente, facendo un enorme sforzo per non esplodere.
- Non lo so, figliolo. Da dove preferite. – rispose l’altro stringendosi nelle spalle, serafico. - Io intanto penserò a tenere a bada Crouch e Bagmann perchè non sospettino nulla riguardo la scomparsa dell’Uovo e circa i dubbi che nutriamo nei loro confronti. L’autore del furto, a mio modesto parere, sta attendendo solo il momento propizio per portar fuori da qui l’oggetto rubato e lo farà, suppongo, appena prima dell’apertura del Torneo.
- Albus… - intervenne a quel punto la McGranitt, imponendosi di mantenere un atteggiamento calmo e ragionevole. - A parte il fatto che non riesco nemmeno lontanamente a concepire il motivo per cui o Crouch o Bagmann abbiano deciso di rubarlo…
- Cleptomania? – azzardò Sibilla Cooman che, fino a quel momento, era rimasta quietamente ad ascoltare.
- Lo ritengo molto improbabile, cara… - scattò Minerva, solo leggermente spazientita. – Dicevo, a parte che non credo affatto che il colpevole sia affetto da cleptomania ma, se anche lo fosse e si trattasse per giunta di uno dei due, ciò non toglie che sia comunque impossibile ritrovare l’Uovo in pochi giorni. L’autore del furto potrebbe perfino aver trovato l’accesso alla Stanza delle Necessità, e averne approfittato per nasconderlo in mezzo a una quantità sterminata di cianfrusaglie.
- A questo punto sarebbe praticamente perso. – sospirò Pomona Sprite, concludendo nel modo più logico il ragionamento della McGranitt.
Seguirono parecchi secondi di silenzio in cui ognuno di loro si figurò, con sgomento, impegnato in un’estenuante, interminabile sorta di caccia al tesoro a cronometro sparsa su un terreno di gioco smisurato.
- L’accaduto si presenta decisamente inquietante e arcano, signori miei… – Silente aveva rotto la tregua, riprendendo a passeggiare avanti e indietro dopo essersi portato alle spalle dei professori. – Già, già. Arcano e di difficile decifrazione. Ma se così non fosse stato non vi avrei convocato urgentemente. Ora capite anche voi come non ci sia da perdere un minuto di più; ognuno si prenderà l’incarico di passare al setaccio una parte del castello e, intanto, cercherà di raccogliere indizi che possano condurre alla scoperta del colpevole e inchiodarlo. Vi è tutto chiaro? Se qualcuno avesse delle ulteriori domande, approfitti della riunione ancora in corso per farle.
- Io avrei ancora un dubbio da chiarire. - intervenne Piton, con uno sguardo sottile e pericoloso che, annullando la distanza tra la sua postazione e quella della Cooman, andò a posarsi sulla poveretta intenta a strofinare con vigoria le lenti degli occhiali.
- Dimmi, ragazzo mio. – il preside lo invitò ad esprimersi, con fare paterno.
- Che cosa c’entra lei in tutto ciò? – sibilò, velenoso, tendendo di scatto braccio, mano e indice in direzione dell’insegnante di Divinazione.
Sibilla Cooman inforcò gli occhiali e lo fissò, stranita, assumendo l’espressione di una grossa civetta alla quale era appena passato davanti un Concorde.
Vi fu un attimo di silenzio un po’ imbarazzato, in cui il preside si avvicinò alla strega ammutolita e, posandole una mano sulla spalla, sorrise indulgente e un po’ svagato.
- Oh giusto, avevo scordato di chiarire quale sarà il prezioso apporto della professoressa Cooman ai fini dell’indagine. E’ probabile che le sue doti di veggente possano tornare utili per una localizzazione più rapida e precisa del punto in cui è nascosto l’Uovo. – chiarì, con malcelata soddisfazione. – Perciò desidero che tutti quanti facciate riferimento anche a ciò che la cara Sibilla vedrà attraverso la lettura dei fondi di thè e della sfera di cristallo.
Gli occhi d’ossidiana di Severus si ridussero immediatamente a due sottili fessure nei quali brillò un bagliore sinistro, mentre quelli degli altri professori si spalancavano per la sorpresa.
La Cooman invece si raddrizzò subito sullo sgabello su cui era stata seduta in posizione rattrappita fino a quell’istante. Si permise perfino di lanciare un temerario sguardo di sfida al maestro di Pozioni, forte della presenza protettiva del preside alle sue spalle.
- Dunque, vi auguro buon lavoro, miei cari colleghi… - concluse Silente, tornando baldanzosamente alla scrivania. – E vi consiglio di non perdere altro tempo: ricordo che ne abbiamo molto poco, e la prima prova è alle porte…
Severus cercò di nuovo gli occhi di Minerva in cui lesse una nuova certezza: Albus Silente era con tutta probabilità davvero impazzito.


2



I quattro Direttori delle Case, subito dopo aver lasciato lo studio di Silente, si diedero appuntamento nell’aula di Trasfigurazione.
Sibilla Cooman, trattenuta qualche minuto in più dal preside, non ne fu informata per espressa richiesta di Piton.
Una volta che furono chiusi tutti e quattro nella classe di Minerva, Severus diede libero sfogo all’irritazione repressa fino a quel momento.
- Avverto da subito che non intenderò, né ora né mai, fare alcun riferimento alle ridicole allucinazioni partorite dalla mente malata di quella donna! – sbottò, secco, percorrendo a lunghi passi l’aula per poi andare ad incastrarsi, seduto, in uno dei primi banchi.
- Suvvia, Severus, cerca di essere un po’ meno prevenuto nei suoi confronti.
- Io, prevenuto? Che cosa te lo fa pensare, Minerva?
- Hai sentito che cosa ha detto Silente: abbiamo pochissimo tempo a disposizione per portare a termine una missione a dir poco impossibile, perciò credo sia meglio non perderne altro in futili discussioni fra noi.
- Futili? Oseresti definire futile, l’appassionante dibattito che ho deciso di aprire, adesso, sul tema: “Quanto possono contare, da uno a cento, l’inutile presenza e l’insano parere di Sibilla Cooman in questa faccenda?”
- Oh, Santo cielo, perchè devi essere sempre così estremo e ostinato nel sostenere i tuoi preconcetti, e in particolare nei confronti di quella poveretta, Severus?
- Zero, ecco quanto conta! - proseguì lui, imperterrito, ignorando bellamente il tentativo della McGranitt di arginarlo. - Da uno a cento la valenza di Sibilla Cooman in questa storia è pari a uno zero enorme. Con il rischio, anzi, che il già scarsissimo tempo che abbiamo a disposizione venga ulteriormente sprecato per stare dietro alle sue deliranti, sconclusionate, paranoiche, inservibili profezie da baraccone!
- Beh, Sibilla non sarà attendibile al cento per cento ma, siamo onesti, dobbiamo riconoscere che, a volte, qualche predizione giusta l’ha anche fatta. – si intromise timidamente la Sprite, ottenendo di farsi affettare da un’occhiata tagliente come la lama di una mannaia.
- Severus, ormai Albus conta sul fatto che il contributo di Sibilla sia, non dico fondamentale, ma quasi; perciò è inutile continuare a discuterne perché potremmo stare qui fino a notte fonda senza alcuna possibilità di trovare una soluzione che metta tutti d’accordo. – replicò la McGranitt, asciutta.
- Allora sappiate che farete a meno del mio contributo, perché credo di avere cose ben più importanti da fare piuttosto che perdere tempo appresso ai vaneggiamenti di quella donna. – decretò il maestro di Pozioni, alzandosi di scatto dal banco e dirigendosi con sguardo determinato e portamento regalmente indignato verso l’uscita.
- Signori, signori… - squittì a quel punto Vitous. – Non mi sembra il caso di arrivare a queste conclusioni. Se il professor Piton non vuole assolutamente avere a che fare con la professoressa Cooman, vorrà dire che in questa indagine si occuperà di tutt’altro.
- Che cosa intendi, Filius, per “occuparsi di tutt’altro?” - chiese Severus, fermo, a pochi passi dall’ingresso, scandendo con estrema cura e accento guardingo le parole.
- Significa che, ad esempio, potresti occuparti di controllare le mosse dei due principali sospettati.
- Intendi dire che dovrei pedinare Crouch e Bagmann, da qui, fino all’inizio del torneo? – sibilò l’altro, inarcando il sopracciglio con quell’espressione grazie a cui sarebbe riuscito a mettere in soggezione anche un Troll.
- Sì… cioè, no… non proprio… Voglio dire, non dovresti seguirli giorno e notte, ovviamente… ehm… però…
- Oh, insomma, basta perdere altro prezioso tempo con questi inutili scambi di opinione! - si intromise la vice preside, cavando il minuscolo collega dall’impiccio. – Che ti piaccia o no, Severus, ormai siamo una squadra e Sibilla ne è entrata a far parte, perciò mettiti il cuore in pace. - tagliò corto, con l’atteggiamento fermo, ma allo stesso tempo amabile, che ha una madre quando deve riprendere un figlio.
- Propongo, come prima cosa, di andare a fare un sopralluogo al caveau in cui sono conservati i restanti pezzi… - continuò, assicurandosi che i colleghi la seguissero. - Il furfante potrebbe aver lasciato qualche indizio, come la traccia di una suola di scarpa, un mozzicone di sigaretta, un capello o un pezzetto di stoffa impigliato da qualche parte. Cose del genere, in sostanza, così come fanno di solito nei telefilm gialli Babbani.
- E tu quando mai hai visto un telefilm Babbano? – domandò meravigliata la docente di Erbologia, affiancando la McGranitt mentre imboccava il corridoio che portava alla Sala dei Trofei, là dove era stato allestito il caveau.
- Oh, ne ho visti parecchi, quando ai tempi mi è capitato spesso di andare a trovare la cara Arabella Figg, per le ragioni che ben conosciamo. A volte ne ho approfittato anche per guardare con lei un po’ di televisione. Arabella è sempre stata un’appassionata di thriller e polizieschi.
- Thriller?! Polizieschi?! – mormorò Vitious, perplesso.
- Oh sì, quei bei film pieni di tensione in cui qualcuno commette un delitto o compie una rapina e dove, di solito, c’è sempre un ispettore di polizia, una specie di capo Auror Babbano che conduce le indagini per scoprire chi è stato. L’ispettore raccoglie indizi all’apparenza irrilevanti, come appunto mozziconi di sigaretta o tracce di scarpe lasciate dal colpevole - cose così, insomma - e alla fine giunge a scoprire il responsabile del crimine. – specificò Minerva, imboccando l’ultimo tratto di scale che conduceva alla Sala Trofei.
Una volta giunti, la vicepreside si apprestò ad assumere il comando delle operazioni.
- Signori, eccoci davanti al deposito blindato contenente le tre Uova superstiti… - dichiarò, rivolta ai colleghi. - Ora non dobbiamo fare altro che ispezionare minuziosamente l’area circostante alla ricerca di un qualsiasi indizio; anche la più minuscola e insignificante traccia potrebbe darci una precisa indicazione riguardo l’identità di colui che ha forzato la camera blindata.
- A me sembra, così, di primo acchito, di non rilevare nulla fuori posto. - borbottò Severus, incrociando le braccia al petto: tutto ciò gli stava sembrando alquanto ridicolo e superfluo. La Sprite e Vitious invece si erano già messi alla ricerca di indizi.
- Aspetta a dirlo quando avremo esaminato a fondo l’intera Sala Trofei senza trovare niente… – lo rimbeccò la McGranitt, analizzando scrupolosamente la porta rinforzata del caveau. – Intanto puoi metterti a controllare il terreno presso l’ingresso e in prossimità del passaggio segreto. Qualcuno deve per forza essere passato di lì per arrivare fino a qui, e può aver perso accidentalmente qualcosa.
Il maestro di Pozioni alzò gli occhi al cielo, sospirando rumorosamente per sottolineare l’atrocità del compito a cui stavano forzandolo; si avviò quindi con fare piuttosto svogliato verso l’entrata quando, all’improvviso, una Sibilla Cooman decisamente agitata vi fece irruzione in un turbinio di scialli, fronzoli e frange.
– Un attimo di attenzione, vi prego, colleghi! – ansimò, piazzandosi davanti alla porta d’entrata con fare teatrale, le braccia cariche di bracciali risonanti tese verso il soffitto.
Piton le indirizzò un’occhiata carbonizzante a raggi laser.
- Che succede, Sibilla cara? – esclamò Pomona Sprite, portandosi le mani sul largo seno come a ricacciare dentro il cuore. – Così ci fai spaventare!
La Cooman assunse un’aria vagamente tragica e, guardandosi attorno con aria circospetta, si portò al centro della sala.
- Siamo soli, qui dentro, vero? – mormorò, lugubremente, guardando con fare cospiratorio una McGranitt ancora sbigottita; a quel punto Piton intervenne, al culmine dell’esasperazione, e nella sua voce risuonarono, inconfondibili, le note letali che usava per annientare studenti particolarmente inetti.
- Certo che siamo soli, qui dentro, mi pare; a meno che le tue lenti bifocali e il tuo Occhio Interiore non siano in grado di ravvisare la presenza occulta di qualcun altro, oltre alla nostra.
- Volevo dire: nessuno può sentire ciò che andrò a rivelarvi, vero?
- Se anche a qualcuno, per sua sfortuna, toccasse di ascoltare ciò che moriamo letteralmente dalla voglia di sentir pronunciare dalle tue labbra, dubito possa ritenerlo così interessante da prestargli la minima attenzione.
- Oh, su, Severus, smettila di essere così acido e lasciala parlare.
- Sto forse impedendole con la forza di farlo, Minerva?
- La stai mettendo a disagio con il tuo solito atteggiamento intimidatorio.
- Non ti preoccupare, Minerva: con me quel tono di velata minaccia che usa con i ragazzi non attacca. - intervenne la Cooman, risentita.
- La tua estrema audacia mi stupisce, Sibilla. Hai forse letto la tua preziosa palla di vetro per sapere che non ti accadrà nulla di male, nelle prossime ventiquattrore, se anche oserai sfidare la buona sorte?
- Sì, Severus, l’ho letta. Ho letto la sfera di cristallo subito dopo aver lasciato lo studio del preside, così come ho fatto con i fondi di thè e caffè, dato che Albus mi ha raccomandato più volte e più volte di non perdere altro tempo. E’ così che sono venuta a conoscenza di come questa faccenda ci riserverà qualcosa di tragico e molto, molto pericoloso!
- Merlino… ci risiamo. Lo sapevo che stamattina avrei dovuto andarmene a Londra per quella splendida tre-giorni-di-full-immersion-lontano-da-qui, organizzata dalla E.P.O.!
- Interessante; è quel corso programmato dall’associazione “Esperimenti Paranormali Organizzati”?
- No, Filius, è quello tenuto da “Essere Pozionisti Oggi”.
- Ah, certo! Deve essere stato molto ben strutturato, mi sarebbe piaciuto partecipare nonostante non sia mia materia specifica di…
- Ehm… scusate se vi interrompo ma, come stavo dicendo, sia la lettura della sfera che quella dei fondi mi hanno fornito esatte indicazioni su quanto potrebbe esserci dietro la sparizione misteriosa dell’Uovo.
- Esatte? Da quando le tue predizioni si possono definire esatte, Sibilla?
- Severus, per cortesia, puoi esimerti per qualche secondo dal fare commenti? – lo riprese di nuovo la vice preside.
- E’ più forte di me, Minerva: per riuscirci dovrei andarmene da questa stanza.
- Ma guarda, è la prima cosa sensata che ti sento dire da che sono qui, Severus. – s’intromise di nuovo l’insegnante di Divinazione.
- Sei conscia di come la frase che hai appena pronunciato, potrebbe essere l’ultima affermazione della tua vita, vero? – l’espressione del Potion Master non lasciava dubbi su come fosse vicino a commettere un omicidio.
- Sì… certo… però dammi prima almeno la possibilità di… ehm… in un certo senso svelare l’arcano della sparizione dell’Uovo, per favore. – pigolò la poveretta, resasi conto troppo tardi di aver passato il segno.
- E allora fallo, per tutti i Gargoyle! Deciditi a dirci, una volta per tutte, quello che hai visto nelle tue dannate poltiglie in fondo alla tazza!
- Sì, subito, ecco… Cari colleghi, grandi calamità si abbatteranno su Hogwarts se la prima prova verrà sospesa a causa della sparizione dell’Uovo d’Oro che è stato sottratto in circostanze ancora oscure…
- Per tutti i Gargoyle, potresti evitare questo scontatissimo preambolo e venire subito al dunque?
- Severus questa volta ha ragione, Sibilla cara, sappiamo già tutti come stanno le cose. Se però hai novità su chi potrebbe essere stato l’autore del furto ti prego di non perdere altro tempo, che già scarseggia abbondantemente.
- Certo, scusa Minerva. Dunque, i fondi hanno previsto che se l’Uovo d’Oro non verrà ritrovato Hogwarts perderà gran parte del prestigio guadagnato in secoli di storia…
- Questa sì che è una notizia clamorosa. Pensate a come l’avessimo previsto anche noi, comuni mortali, sprovvisti di poteri divinatori! – ruggì Piton.
- Severus, fai il bravo e lasciala terminare.
- La cosa peggiore è che un secondo Uovo sparirà, in una delle prossime notti. E spariranno, via via, anche tutte le altre Uova, se non fermeremo in tempo il misterioso ladro.
- Per il Diadema di Corvonero, dobbiamo fare subito qualcosa! I fondi ti hanno permesso di capire anche chi potrebbe essere stato? – esclamò Vitious, sgomento.
- No, Filius. Purtroppo la lettura è diventata confusa e frammentata, così come si è opacizzata la sfera di cristallo, quindi non sono riuscita a distinguere l’identità del malfattore, ma…
- C’era da scommetterlo.
- Severus!
- Sì, Minerva?
- Continua, mia cara, ma…?
- Ma una cosa è apparsa chiara: non è dato sapere quando avverrà il secondo furto. Potrebbe essere stanotte, come in una delle notti successive.
- Quindi l’unica cosa da fare, a quanto pare, è presidiare il caveau, ogni notte. Dobbiamo assolutamente organizzare dei turni di sorveglianza alle Uova! - decretò la McGranitt.
- Minerva, ti faccio presente che da qui all’inizio del Torneo ci sono ancora cinque notti. Sembrano poche, ma se contiamo il fatto che ognuno di noi, a rotazione, è impegnato nel giro di pattugliamento notturno, andrebbe a finire che saremmo costretti a vegliare ventiquattrore su ventiquattro tra piantonamento dei corridoi e sorveglianza al caveau. - obiettò, ragionevolmente, il minuscolo insegnante di Incantesimi.
- Hai ragione, Filius, dovremo escogitare un sistema di turnazione che permetta ad ognuno di noi di riposare. Siamo in cinque, potremmo fare che due rimangono nascosti qui dentro a controllare il caveau mentre un terzo assolve al proprio turno di pattugliamento notturno per i corridoi, così che i restanti due possano dormire.
- Ottimo, Minerva! Mi sembra che possa funzionare.
- Grazie, Pomona. Quindi, chi si offre per inaugurare il turno di guardia?
Il silenzio evasivo dei colleghi rispose alla richiesta dell’insegnante di Trasfigurazione.
- Ho capito, procederemo ad estrazione. Con la tecnica dei fiammiferi. Chi sceglierà i più corti tra quelli nascosti nella mia mano avrà l’onore di iniziare la sorveglianza, stanotte.
- UmpfMrln…
- Dicevi, Severus?
- Nulla, stavo… riflettendo.
- Perfetto. Ecco a te, Filius.
- Oh, mi è toccato il fiammifero lungo!
- Pomona…
- Lungo anche il mio.
- Sibilla, pesca pure il tuo.
- Sto avvertendo uno spiacevole presagio… - farfugliò la divinatrice.
- Ah-ehm, infatti, mia cara, hai preso quello corto! Ora tocca a te Severus.
- Mi rifiuto di abbassarmi a questo stupidissimo sistema di selezione affidato al caso…
- Su avanti, Severus, non fare storie e pesca il fiammifero.
Piton allungò la mano, con aria imbronciata.
- Ma guarda che caso, anche tu hai scelto proprio quello corto! – cinguettò Minerva, soddisfatta. – Perfetto, la prima ronda sarà quindi costituita da te e Sibilla. Con ciò direi che per ora possiamo uscire di qui e prenderci qualche attimo di pausa; ma vi ricordo che sarà essenziale non abbassare mai la guardia!
- …
- Severus?
- …
- Severus, quando avrai deciso di rimuoverti da lì ricorda, una volta uscito, di incantare la porta. E poi che stasera il vostro turno partirà dalle ventuno.


3



Un’ora dopo la professoressa McGranitt raggiungeva di nuovo lo studio del preside, per metterlo al corrente circa gli ultimi sviluppi del caso.
Albus si dichiarò soddisfatto e concorde riguardo la strategia decisa dai propri insegnanti.
Minerva tralasciò di raccontargli della furiosa discussione avvenuta tra lei e Severus non appena questi si era ripreso dallo choc. Si era aspettata che avrebbe fatto storie, ma mai di vederlo quasi sull’orlo di una crisi isterica al solo pensiero di dover trascorrere il proprio turno di guardia in compagnia di Sibilla Cooman.
D’altronde però, come gli aveva ancora ricordato seccamente, faceva parte di una squadra, perciò avrebbe dovuto imparare a sacrificare le proprie priorità per il bene comune e per il raggiungimento dello scopo; ovvio che lei stessa avrebbe anche potuto sostituirlo quella notte, ma se avesse ceduto alle sue insistenze si sarebbe creato un precedente, e ciò non avrebbe contribuito a creare il clima necessario a perseguire l’obiettivo.
Certamente, lo sapeva benissimo che lui non poteva reggere la povera Sibilla, ma non era indubbiamente quello il momento per dare la precedenza alle esigenze personali.
- Su che cosa stai riflettendo, Minerva? – chiese Silente, all’improvviso, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
- Oh, su come se la caveranno Severus e Sibilla, stanotte. Si sono ritrovati assieme, assegnati al primo turno di sorveglianza… - sospirò lei, con una punta di apprensione, sistemandosi con un paio di abili colpetti il cappello che si era leggermente inclinato. – E tu sai bene come la pensa il ragazzo, nei confronti di quella poveretta.
Albus non riuscì a trattenere una risata quasi fanciullesca.
- Per la barba di Merlino! Sarei tentato di trasformarmi in una mosca per essere lì con loro, nella Sala dei Trofei, questa notte!
- Confesso che la cosa mi preoccupa un po’. Temo, soprattutto, per l’incolumità di Sibilla. Severus potrebbe anche arrivare a polverizzarla, se lei ci si mettesse d’impegno. E Sibilla riuscirebbe benissimo a mettercisi d’impegno.
- Sì, sappiamo come Sibilla sia perfettamente in grado di farlo… – continuò a ridacchiare il preside, strizzando l’occhio alla McGranitt. - Ma sono sicuro che andrà tutto bene e se la caveranno alla grande. E poi, non è detto che il misterioso ladro torni a colpire proprio durante il loro turno.
Minerva convenne, sentendosi un po’ più sollevata e meno in colpa nei confronti del Maestro di Pozioni.
Quindi si congedò, affrettandosi a raggiungere di nuovo la Sala Trofei: aveva un pensiero che le frullava in testa già da qualche minuto. Un’idea su come allestire una piccola trappola per acciuffare il rapinatore di Uova d’Oro…

*****



La professoressa McGranitt guardò dentro gli enormi occhiali della Cooman, cercando di cogliere una piccola traccia di comprensione negli occhi ansiosamente spalancati dietro le lenti spesse.
- Hai capito bene quello che ho detto, Sibilla cara?
- Domanda inutile, Minerva. Ne hai per caso una di riserva? – intervenne Severus, caustico, continuando a tracciare complicati arzigogoli con la bacchetta attorno all’ingresso e alla soglia del passaggio segreto nascosta da un arazzo.
- Sì, ho capito, ma non mi è chiaro che cosa dovremmo fare nel caso scattasse l’allarme. - squittì la Cooman, agitata.
- Voi dovrete semplicemente nascondervi dietro l’enorme teca contenente i trofei, e attendere che qualcuno si introduca da una delle entrate… - sospirò la vice preside, sull’orlo dell’esasperazione. – Ma se anche quel qualcuno facesse uso di un sistema per rendersi invisibile, o per camuffare il proprio aspetto, sareste comunque in grado di individuarlo perché ho provveduto, durante la cena, a incantare i piedi di Ludo Bagmann e Bartemius Crouch. Se uno dei due fosse il colpevole le sue calzature lascerebbero delle tracce luminescenti ben visibili sul terreno che, contemporaneamente, farebbero scattare dei piccoli rilevatori applicati dietro la teca. Le impronte di Crouch si illuminerebbero di azzurro e quelle di Bagmann di giallo, perciò non avremmo più alcun dubbio sull’identità del ladro misterioso.
La Cooman annuì, poco convinta, e ci fu breve attimo di silenzio denso di esitazione. Poi la McGranitt riprese a parlare.
- I rilevatori saranno collegati con dei piccoli allarmi di cui saremo dotati sia io, che Filius e Pomona. Così, se in caso di allarme voi doveste attivare la spia luminosa del rilevatore, anche i nostri sensori si attiverebbero e ci precipiteremmo subito qui per potervi dare manforte nella cattura del furfante. - la vicepreside fece una pausa e Severus, che aveva terminato di incantare gli ingressi, le si affiancò.
– Sempre, ovviamente, nell’eventualità che stanotte avvenga un altro tentativo di furto. - confutò, con un piccolo ghigno obliquo disegnato sulle labbra sottili.
Seguì un altro silenzio, carico di sottile tensione.
- E’ tutto chiaro? – chiese Minerva scrutando di nuovo, assieme a Severus, l’insegnante di Divinazione.
La Cooman fece un timido cenno affermativo sotto gli sguardi inquisitori dei due colleghi, borbottando però qualcosa riguardo al fatto che il sistema d’allarme ordito dalla vicepreside le sembrava leggermente complicato.
Ma bastò perchè la McGranitt si sentisse un po’ più rinfrancata, giudicando di potersi avviare all’uscita.
- Bene, vi lascio allora. Tra qualche minuto comincia il coprifuoco e io devo iniziare il turno di pattugliamento nei corridoi.
Prima di varcare la soglia si voltò ancora verso il Maestro di Pozioni, guardandolo con aria velatamente apprensiva.
– State allerta e… mi raccomando, Severus...
Una volta che l’anziana insegnante se ne fu andata, richiudendo accuratamente la porta alle proprie spalle, le due sentinelle si apprestarono a svolgere il loro compito nel più totale silenzio, determinato in primo luogo dall’atteggiamento mal mostoso del professor Piton che non aveva alcuna intenzione di stabilire contatti umani con la compagna di turno impostagli dalla sorte.
Il mago, con espressione accigliata, si accomodò in una delle scomode poltroncine presenti nella sala avvolta da una confortevole penombra, e si dispose a leggere un lungo, tediosissimo trattato su pergamena che parlava di politiche applicate alla società magica moderna.
Il tempo iniziò a scorrere lento e monotono fino a che, ad un certo punto della notte, l’insegnante di Divinazione, che si stava annoiando a morte, decise di rompere la tregua forzata.
Si avvicinò all’uomo con nonchalance, passo felpato e lieve tintinnare di bracciali, frugando nel frattempo la mente alla caccia di un argomento qualsiasi che le permettesse di attaccare discorso.
Si accomodò nella poltroncina accanto a quella in cui sedeva il professore e iniziò a lanciargli occhiatine discrete, con la coda dell’occhio, giocherellando con le frange dello scialle.
Infine, armandosi di coraggio, si risolse a rompere gli indugi.
- Ah-ehm… Secondo te succederà qualcosa, stanotte?
- Non sono io il Veggente qui dentro.
- Ehm… Che… che cosa stai leggendo di bello?
- Nulla che ti possa interessare.
- Ma se tu mi spiegassi di che cosa tratta la pergamena potremmo intavolare una discussione, così, anche per ingannare l’attesa.
- Dubito tu possa sostenere una qualsiasi discussione su altri argomenti che non siano cataclismi, calamità e catastrofi visibili solo nella brodaglia.
- Sei ingiusto.
- Sono realista. E puoi smetterla di fare quell’espressione sofferente da gufo impagliato, per cortesia? Mi sta provocando un certo fastidio.
- Io la smetto se tu, almeno per stavolta, rinunci ad essere così prevenuto nei miei riguardi e accetti di aprire un confronto.
- Un confronto su che cosa, per la barba di Merlino?!
- Su un argomento che lascio scegliere a te.
- Peccato, purtroppo in questo momento ho un completo vuoto mentale.
- Ti prego: il tempo passa con una lentezza mostruosa quando non succede niente. Possiamo parlare di qualsiasi cosa? O sento che potrò impazzire!
- Curioso, ero convinto fosse già avvenuto un sacco di tempo fa.
- Santo Cielo, sei davvero insopportabile quando ti impegni.
- Non è del tutto corretto: lo sono anche quando non mi impegno.
- …
- …
- Ti va di parlare del nuovo taglio di capelli della Vector, che non le dona per niente? O preferisci discutere sul colore inappropriato che Silente ha scelto per dipingere le pareti dello studio?
- Per tutti i Gargoyle… Pietà di me…
- Argomenti troppo personali, vero? Beh, ci sono sempre opzioni con le quali potremmo andare sul sicuro come, “le condizioni del tempo” o “le miscele di thè preferite” o “l’hobby favorito per riempire lunghi momenti noiosi e interminabili”.
- Tu stai rendendo questo lungo momento noioso, interminabile, e anche un tantino insopportabile, Sibilla! Avresti dovuto portare qualcosa da leggere come ho fatto io, invece di sperare, in modo improbabile, di trascorrere l’intera nottata in fitta conversazione con il sottoscritto.
- La speranza è sempre l’ultima a morire, anche se con te si può tranquillamente affermare come non veda nemmeno la luce!
- Era un’illuminata battuta di spirito?
- Non mi permetterei mai.
- Davvero? Perchè in tal caso ti avrei chiesto dove vai a pescarle queste perle di ironia: nei fondi del thè?
- Va bene, hai vinto, rinuncio a trovare un argomento che possa interessarti.
- Avrei già un argomento che può interessarmi, se tu mi permettessi di leggere in pace il mio trattato.
- Leggilo ad alta voce, allora, così rendi partecipe anche me dell’argomento che ti interessa.
- Sinceramente, in tutti questi anni, non sono ancora riuscito a capire se tu ci sia o ci faccia.
- Che cosa significa?
- Lascia perdere…
- Severus.
- …
- Severus!
- Puoi evitare, per cortesia, di stringermi il braccio?
- Guarda lì!
- Che c’è?
- Il passaggio segreto! L’arazzo che nasconde l’accesso, si sta spostando…
- Ssssst, abbassa la voce. E togli questa mano dal braccio.
- Significa che qualcuno sta per accedere alla sala attraverso quel varco.
- Presto, nascondiamoci dietro la teca dei Trofei e attiviamo i segnalatori. Vuoi staccarti una buona volta dal mio braccio, per la sottana di Merlino?
- Ooooppps, sì, scusa, scusa, scusa…
- E cerca di non far tintinnare quei dannati bracciali, maledizione!
Si acquattarono velocemente dietro alla colonna ornata dall’imponente vetrina in cui facevano bella mostra le coppe vinte dalle Case e fecero scattare gli allarmi, trattenendo il respiro.
Quando il passaggio si fu completamente aperto, lasciando intravedere a malapena alcuni scalini in pietra, un’ombra indistinta sbucò dall’oscurità che regnava oltre il varco.
Severus e Sibilla guardarono se sul terreno stessero apparendo le impronte colorate di cui aveva parlato Minerva; ma la figura misteriosa non stava lasciando alcuna traccia luminosa dietro sé.
Dunque non si trattava né di Crouch, né di Bagmann!
Ma, allora, chi diavolo poteva essere?


4




Avvenne tutto nel giro di pochi istanti.
Nello stesso attimo in cui l’individuo giunto dal passaggio segreto entrava nel cono di luce proiettato dalla torcia appesa al muro, si spalancò l’ingresso della Sala Trofei.
Minerva, seguita da Vitious e la Sprite, fecero irruzione con le bacchette sguainate. Intanto anche Severus e Sibilla erano balzati fuori dal loro nascondiglio per unirsi al drappello di colleghi appena giunto a dar manforte.
Ma si bloccarono all’istante, tutti e cinque simultaneamente, e tutti con la stessa aria attonita e le bocche aperte per lo stupore. La scena che si stava svolgendo aveva dell’incredibile.
Di fronte a loro c’era Albus Silente in camicia da notte, papalina, babbucce, occhi chiusi e braccia leggermente tese in avanti, che si stava dirigendo con passi lenti ma decisi verso il caveau.
Lo osservarono, sbigottiti, pronunciare con voce chiara e quasi stentorea la formula segreta che serviva ad aprire la porta blindata del caveau. Una volta che lo sportello si fu dischiuso docilmente al suono della parola d’ordine, lo videro addentrarsi nel deposito con sicurezza, chinarsi e raccogliere una delle tre Uova restanti.
Poi, con espressione soddisfatta, il vecchio preside si ficcò il voluminoso oggetto d’oro sotto il braccio e uscì dal caveau, pronunciando di nuovo l’incantesimo con cui richiuse lo sportello, per poi riavviarsi baldanzoso verso il passaggio da cui era venuto.
In tutto ciò nessuno aveva ancora articolato suono, un po’ per la sorpresa, e un po’ per evitare di svegliare di soprassalto il sonnambulo.
I cinque professori si disposero prontamente a seguirlo; la bizzarra fila indiana, capeggiata dal preside in tenuta da camera che reggeva trionfalmente l’Uovo d’oro, si snodò per le strette scale dell’angusto passaggio, fino a risalire, piano dopo piano, al corridoio dove si trovavano alcune vecchie aule in disuso.
La processione proseguì sino all’interno di una di queste dove, addossato al muro, vi era un armadio polveroso, antico e massiccio che occupava lo spazio alla destra di una cattedra malmessa; Silente aprì un’anta cigolante del grosso mobile decrepito e, sopra uno dei ripiani interni, il quintetto alle sue spalle vi scorse appoggiato il primo uovo sottratto dal deposito, accanto a cui Albus depositò delicatamente il secondo.
Quindi, con un lungo sospiro soddisfatto, il sonnambulo uscì dall’aula - sempre seguito dal piccolo corteo - e raggiunse senza indugio la propria camera.
Si diresse verso il letto a baldacchino e si coricò di nuovo, proseguendo beatamente a dormire come se nulla fosse successo.
Minerva a quel punto fece concitatamente cenno agli altri di uscire.
Gli insegnanti si accalcarono verso l’ingresso, badando però attentamente a non fare il minimo rumore.
Una volta nel corridoio si guardarono, muti, e con un’eloquente espressione imbarazzata dipinta sui volti.
Vitious fu il primo a rompere il silenzio, dando il via al piccolo conciliabolo tenuto in mezzo all’androne.
- Che facciamo? Lo svegliamo e lo portiamo davanti all’armadio, aspettando che si renda conto da solo di quello che ha fatto?
- Forse, per prima cosa, è meglio prelevare le Uova e portarle in un posto sicuro in attesa che siano rimesse nel caveau, domani mattina, alla presenza di Albus. – suggerì la McGranitt.
- In ogni caso bisognerà dirgli la verità su come sono state sottratte. – intervenne Pomona Sprite.
- E in ogni caso bisognerà che si faccia curare da questa forma di sonnambulismo, prima che combini altri disastri a cui poi noi dobbiamo porre rimedio! – sbottò Piton, e il sopracciglio destro arrivò ad alzarsi talmente da toccare quasi la radice dei capelli.
Su quest’ultimo punto furono tutti sostanzialmente d’accordo.
Era evidente come, negli ultimi tempi, il preside si fosse sottoposto a un forte stress, la cui causa era senz’altro da addebitare all’organizzazione del Torneo. Di conseguenza tutto ciò si era tradotto in una forma di sonnambulismo volto a danneggiare gli oggetti che erano un po’ i simboli dell’evento.
Qualcuno avanzò la proposta che le Uova, nel frattempo, fossero trasferite al sicuro nei Sotterranei, all’interno della stanza del Potion Master; sulle prime l’interessato dichiarò che non sapeva bene se avrebbe avuto voglia di prendersi un’altra responsabilità, ma poi si ammorbidì quando si sentì investito della totale fiducia dei colleghi.
E dunque venne deciso che la refurtiva sarebbe stata custodita proprio lì.

*****



La notte era ancora alta quando le due Uova d’Oro furono trasferite negli alloggi protetti del professor Piton. Subito dopo fu per prima la professoressa Sprite a dichiarare come ormai, a seguito degli accadimenti di quella serata così particolare, il sonno le fosse completamente passato.
Anche gli altri ammisero che sentivano scorrere ancora l’adrenalina nelle vene. Decisero perciò di introdursi nelle cucine deserte, e di organizzare un piccolo party in onore dello spirito di gruppo che li aveva condotti a risolvere brillantemente il caso nel giro di poche ore.
Il piccolo insegnante di Incantesimi fece addirittura apparire un pregiato Whisky Incendiario del 1962, che aveva conservato nel mobile bar del proprio alloggio da stappare giusto per le occasioni importanti.
Più che l’occasione in sè fu un piccolo avvenimento, in particolare, ad essere degno di nota in quella notte speciale che stava lasciando il posto ai primi raggi dell’alba, e cioè la tregua che finalmente si era stabilita fra Sibilla Cooman e Severus Piton; ovviamente nessuno si faceva illusioni sul fatto che sarebbe durata a lungo. Ma vederli anche solo per alcuni istanti scambiare tra loro qualche battuta, in una quasi totale fase di distensione priva di toni polemici o acrimoniosi, fu la vera ciliegina sulla torta.
Quando si separarono, augurandosi qualche ora di buon riposo, mancava pochissimo all’avvio di una nuova giornata di lavoro.
Minerva, Filius e Pomona si erano già allontanati per raggiungere i rispettivi alloggi quando Sibilla, leggermente alticcia, rincorse e raggiunse Severus lungo il corridoio, reggendo ancora in mano il bicchiere da cui aveva appena tracannato l’ultimo goccio di whisky.
Rivolgendosi al mago aveva gli occhi, ingigantiti dietro le lenti spesse, accesi da un inquietante brillio di esaltazione e il naso quasi tuffato nel lungo contenitore di vetro.
- Severus…
- Che c’è, ancora, Sibilla? In fretta perché ho bisogno di dormire almeno un paio di ore.
- Ho scoperto in questo preciso istante di saper leggere anche i fondi del whisky!
- Per tutti i Gargoyle, ci mancava pure questa… E allora?
- Allora… ergh… ho appena visto come, dopo questa notte, potrebbe essere nato qualcosa di… ehm… speciale tra due compagni di avventura…
L’uomo si irrigidì e l’espressione divenne sospettosa, mentre la divinatrice proseguiva con aria ispirata.
- Qualcosa che… ehm… potrebbe dar principio a un inizio… a un tentativo di conoscenza… ecco… insomma, magari un po’ più… approfondito…
Il sopracciglio di Severus sfiorava di nuovo la radice dei capelli, quando girò improvvisamente sui tacchi dando le spalle alla Cooman.
- Vuoi un consiglio spassionato? Torna a leggere i fondi del thè: molto, ma molto più attendibili. Buonanotte, Sibilla!
E si allontanò con passo più rapido del consueto, lasciandola in mezzo all’androne con il bicchiere vuoto di whisky in mano, ad osservare lo sventolio del nero mantello.
 
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