Il Calderone di Severus

Alaide - Der Engel, Tipologia: Song Fic - Genere: Drammatico - Altro Genere: Introspettivo Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 7^ anno - Pairing: Severus/Lily - Personaggi: Altro - Altri Personaggi: Nessuno

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/4/2017, 09:38
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Autore/data: Alaide – 20 – 23 dicembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: Song-fic
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: Severus/Lily
Epoca: 7° anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: L’angelo era sceso nuovamente sulla terra, aveva ascoltato la sua ardente preghiera e lo avrebbe portato verso la libertà.
La libertà che aveva sempre saputo di poter trovare unicamente nella morte.

Nota: Storia scritta per il Gioco Creativo n. 4 A Ritmo di musica e partecipante al Gioco Creativo n. 14 Severus House Cup.
Consiglio l’ascolto del Lied cantato da Jonas Kaufmann, che potete trovare a questo link.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole: 743, escluso il testo poetico tratto dal Lied di Richard Wagner Der Engel (L’angelo)[1]

Der Engel



Nei primi giorni di infanzia
Sentivo spesso parlare d’angeli
Che lasciano la sublime gioia
Del cielo per il sole della terra.


Aveva letto di un angelo in un vecchio libro ammuffito, trovato in soffitta, in mezzo a vecchie cianfrusaglie, conservate per motivi che non era mai riuscito a comprendere.
Al suo interno, con la grafia tremante di chi sa malamente scrivere, aveva letto Josephine Piton, 1904. Non aveva idea di chi fosse quella donna. La sua bisnonna forse. Oppure una vecchia zia che non si era mai sposata.
Non se n’era preoccupato. Era uno dei pochi libri presenti in casa ed egli era solo un bambino, incuriosito dal vecchio volume, che doveva aver visto giorni migliori.
Nelle illustrazioni, rovinate dall’umidità della soffitta e già poco precise all’epoca in cui era stato stampato a buon mercato, un angelo sorrideva dolce. Nel testo si parlava di angeli biondi dagli occhi azzurri.
Era un testo decisamente sdolcinato, che mal si addiceva alla casa di Spinner’s End, ma forse quella Josephine era stata un’eccezione alla regola, forse un tempo in quella casa v’era posto anche per la dolcezza.
Non che il testo gli fosse mai piaciuto, ma in mancanza d’altro, l’aveva letto più e più volte.
Ed era giunto a sperare che un angelo scendesse dal cielo e facesse cessare i litigi dei suoi genitori.
Aveva sperato che un angelo potesse arrivare, sorridente e bello, come in quelle stampe rovinate, e che improvvisamente nella casa di Spinner’s End vi fosse spazio per un poco di serenità.
Ed aveva incontrato un angelo, per quanto la sua descrizione non corrispondesse a quella del libro.
Ne aveva trovato uno con i capelli rossi e gli occhi verdi.
Erano gli occhi di un angelo, sceso dal cielo per sorridere alla vita.


Dove un cuore ansioso e affannato
Si strugge ignoto al mondo;
Dove sanguina in silenzio,
E si muore in profluvi di lacrime,


Aveva sorriso anche a lui e lo aveva ascoltato parlare della magia.
Ma egli stesso aveva distrutto tutto. Lo sapeva perfettamente, anche in quel momento, così breve e così lungo allo stesso tempo.
Il suo cuore aveva sanguinato, quando l’angelo se n’era andato, quando Lily era morta e sanguinava anche in quell’istante per le colpe che aveva commesso, per il sangue che gli aveva imbrattato le mani, per i volti di tutti coloro che aveva visto morire.
Avrebbe voluto, in più di un’occasione, poter tornare indietro, abbandonare prima l’Oscuro Signore, rivolgersi prima a Silente, ben prima che venisse pronunciata la Profezia. Aveva voluto convincersi che non aveva nessun’altra scelta, che era quanto di meglio potesse fare per sfogare la sua rabbia e per assuefare la sua sete di conoscenza. Ma aveva sempre saputo, negandolo continuamente a se stesso, di aver scelto la morte, il sangue e la distruzione. Aveva voluto aggrapparsi alla convinzione che quella era l’unica scelta che gli fosse rimasta, anche se vomitava ogni volta che tornava a casa dopo aver ucciso e torturato.
Il suo cuore stava già sanguinando allora, silenzioso, a tal punto silenzioso che aveva impiegato egli stesso troppo tempo per rendersene conto.
Aveva visto morire troppe persone, aveva visto le lacrime negli occhi delle sue vittime.
Ed il suo cuore aveva sanguinato ogni volta in silenzio, ignoto al mondo, ignoto a tutti.
Ed aveva desiderato la libertà che solo la morte può offrire.


Dove ardente si leva una preghiera
Che implora solo liberazione,
L’angelo librandosi già scende,
E dolcemente solleva al cielo.


In quel momento, mentre il sangue lo soffocava, rivedeva gli occhi dell’angelo.
L’angelo era sceso nuovamente sulla terra, aveva ascoltato la sua ardente preghiera e lo avrebbe portato verso la libertà.
La libertà che aveva sempre saputo di poter trovare unicamente nella morte.
E vedeva nuovamente gli occhi dell’angelo.
L’angelo della morte.
Lily non era mai stata portatrice di morte, non aveva mai ucciso come aveva fatto lui. Non aveva mai distrutto nessuno, come aveva fatto lui.
Eppure in quel momento, in quegli estremi istanti, rivedeva gli occhi dell’angelo.
Quegli occhi verdi.
E sapeva che avrebbe trovato, tra pochi istanti, la liberazione che tanto aveva cercato.
Non sapeva se vi sarebbe stato, nell’aldilà, il perdono e la pace.
Ma sarebbe stato libero dal fardello della sua vita colma di errori e di rimpianti.


Sì, anche per me scese un angelo,
E sulle lucenti sue ali
Portò il mio spirito in cielo,
Lontano da ogni dolore.


Non sapeva se, dopo, ci sarebbe stato qualcosa, né quale sarebbe stato il destino della sua anima.
Nel libro che aveva letto da bambino, v’era scritto che l’angelo, sceso sulla terra, avrebbe portato la sua anima in cielo, lontana dalle lacrime della vita.
Ma non era certo che fosse questo, quello che meritava.
O forse non gli importava, in quel momento.
L’angelo era sceso anche per lui.
Stava fissando gli occhi di Lily e, mentre la vita lo abbandonava, gli parve di leggere in quegli occhi di un luogo privo del dolore che aveva sempre accompagnato la sua vita.



***


[1] Il testo, riportato nella sua integralità nella storia, di Mathilde Wesendonck è stato musicato da Wagner ed è il primo di una raccolta di Lieder (Wesendonck Lieder). Il testo è stato musicato per voce di soprano, ma non v’è nulla che lasci intendere che chi parla sia una donna, tanto più che esistono diverse trasposizioni per altre voci, non da ultima quella di tenore.



In der Kindheit frühen Tagen
Hört ich oft von Engeln sagen,
Die des Himmels hehre Wonne
Tauschen mit der Erdensonne,
Daß, wo bang ein Herz in Sorgen
Schmachtet vor der Welt verborgen,
Daß, wo still es will verbluten,
Und vergehn in Tränenfluten,
Daß, wo brünstig sein Gebet
Einzig um Erlösung fleht,
Da der Engel niederschwebt,
Und es sanft gen Himmel hebt.
Ja, es stieg auch mir ein Engel nieder,
Und auf leuchtendem Gefieder
Führt er, ferne jedem Schmerz,
Meinen Geist nun himmelwärts!

Nei primi giorni di infanzia
Sentivo spesso parlare d’angeli
Che lasciano la sublime gioia
Del cielo per il sole della terra.
Dove un cuore ansioso e affannato
Si strugge ignoto al mondo;
Dove sanguina in silenzio,
E si muore in profluvi di lacrime,
Dove ardente si leva una preghiera
Che implora solo liberazione,
L’angelo librandosi già scende,
E dolcemente solleva al cielo.
Sì, anche per me scese un angelo,
E sulle lucenti sue ali
Portò il mio spirito in cielo,
Lontano da ogni dolore
 
Top
0 replies since 18/4/2017, 09:38   43 views
  Share