Diadema
Titolo: Diadema
Autore/data: Ida59 / 24 marzo 2009
Beta-reader: nessuno
Tipologia: poesia
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico
Personaggi: Severus Piton
Pairing: Severus/Lily
Epoca: HP 1° anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Severus Piton e i suoi dolorosi ricordi, affidati al vento nella notte di Halloween.
Nota: scritta nell’ambito del “
Laboratorio poetico” dedicato a Severus , ecco la mia prima poesia non di tipo personale, dedicata, ovviamente, a Severus Piton. Ho raccolto le
foglie di Bride portate dal
vento. Ho ascoltato il
silenzio e colto il
tremito. Così sono nati questi pochi versi sparsi, senza alcuna ambizione di rispettare la metrica, materia che non conosco.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa poesia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa poesia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa poesia o una citazione da essa.
Questa poesia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Diadema
Tremo, nel vento della notte.
Le foglie vorticano impazzite,
in questo autunno avanzato,
ondeggiano in una macabra danza.
Trentun ottobre: Halloween.
La notte dei morti viventi.
Un mulinello di foglie, rosse d’autunno.
Le fiamme dei tuoi capelli, rosse di morte.
Lampi nell’aria, verdi di odio.
Fumo dissolto, nero d’oscurità.
I tuoi occhi chiusi.
Erano verdi smeraldi, sorriso perduto.
Cristalli neri sul mio viso,
perle di rubino tra le mie dita,
lacrime amare dissolte in ardenti sospiri.
Tremo, solo nella notte.
Le foglie volano lontane,
in labirinti di dolore,
in ricordi dimenticati,
in un silenzioso sospiro.
Tra le mie mani vuote
solo verdi smeraldi di speranza perduta,
rossi rubini d’amore svanito;
dai neri cristalli dei miei occhi
perlacee lacrime lente scendono a intessere
il diadema del mio dolore.
Tentativo in endecasillabiNota aggiunta il 9 ottobre 2010
Dopo aver di recente scoperto l’esistenza della metrica e dei suoi “trucchetti”, tipo sinalefe, dialefe, sineresi, dieresi ed enjambement, tutti utilissimi per far tornare i conti con il capriccioso endecasillabo, ho deciso di cimentarmi nel tentativo di portare “Diadema” a rispettare la metrica dell’endecasillabo e, più o meno, qualche sillaba ancora potrebbe mancare o essere di troppo, ci sono riuscita.
Lascio a voi scegliere se preferite la prima versione della poesia, quella originale e che mi è sgorgata spontanea dal cuore, oppure quella in seguito rielaborata per far tornare il conto delle sillabe.
Diadema (In endecasillabi, o quasi)
Tremo, nel vento nero della notte.
Le foglie vorticano impazzite,
in questo freddo autunno avanzato,
ondeggiano in una macabra danza.
Trentuno di ottobre: Halloween.
Oggi, la notte dei morti viventi.
Foglie a mulinello, rosse d’autunno.
Fiamme i tuoi capelli, rossi di morte.
Saette nell’aria, verdi di odio.
Fumo dissolto, nero d’oscurità.
I tuoi occhi, serrati nella morte.
Eran verdi smeraldi, d’un sorriso
perduto. Cristalli neri sul viso,
perle di rubino tra le mie dita,
lacrime amare in ardenti sospiri.
Tremo, io, solo nella notte oscura.
Le foglie volano lontano, piano,
in labirinti d’atroce dolore,
in rimembranze mai dimenticate,
in un silente sospiro d’amore.
Tra le mie mani vuote e tremanti
solo verdi smeraldi di speranza
perduta, rossi rubini d’amore
svanito; dagli occhi, neri cristalli,
perlacee lacrime lente intessono
il diadema del mio cupo dolore.