Il Calderone di Severus

Ida59 - Forza e resistenza del cristallo ovvero L'Innamorata, Genere: Angst, Introspettivo, Romantico - Epoca: HP 6^ anno - Pairing: Severus/Pers. Originale - Personaggi: Pers. Originale Silente Lupin McGranitt Draco Voldemort Avvertimenti: AU

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Ida59
view post Posted on 30/10/2022, 11:16 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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8. Uomo in una notte


Stai tremando appena, Draco: credo tu stia piangendo, ma non posso esserne certo perché ti sono alle spalle.
Non hai neppure la bacchetta in mano e chiunque potrebbe farti del male, mentre io ancora stringo tra le dita sottili questo mio terribile strumento di morte.
Del resto, io sono un assassino, tu solo un ragazzo che ha rifiutato d’uccidere.
Mi avvicino senza far rumore e ti aggiro fino a trovarmi davanti a te.
Sì, stai piangendo e non ti sei nemmeno accorto del mio arrivo.
Mi fai terribilmente compassione.
- Draco. – Sussurro piano, con dolcezza, cercando di non spaventarti.
Spalanchi gli occhi di colpo e fai un salto all’indietro, cercando spasmodico la bacchetta nel mantello. La tua mente, in questo momento, non ha protezione ed io vedo il tuo terrore per la mia persona.
Ripongo la bacchetta nel mantello, proprio mentre tu, infine, sei riuscito a impugnare la tua e sei pronto a difenderti, ma troppo tardi, se solo avessi voluto farti del male.
Tu sei solo un ragazzo, ed io l’assassino: questa è la realtà.
Col dorso della mano cerchi furtivo di cancellare l’evidente traccia delle lacrime, mentre tenti di indurire il volto pallido e affilato di bimbo spaventato.
Ti guardo impassibile e, impietoso, ti invado la mente, per la prima volta da un anno così aperta davanti ai miei occhi penetranti, alla ricerca delle vere emozioni che hai provato sulla torre.

Oltre la nebbia sanguigna della paura
la notte è l'ultimo viaggio
del tuo dolente e soffocato respiro,
quando le parole sono musica muta
allo schiudersi d'inferni colmi di sirene
che suadenti cantano l'uccisione della salvezza. [1]


La paura prevale su tutto: paura di morire, paura che i tuoi genitori siano uccisi a causa del tuo fallimento, paura dell’assassino che, sotto i tuoi occhi, ha freddamente ucciso Albus Silente.
Terrore, un enorme terrore che non ti permette di occludermi la mente.
Poi, dietro la paura, vedo la consapevolezza di non essere capace di uccidere, maturata nel crescente smarrimento di mesi di lacrime versate a mano a mano che comprendevi, sempre più a fondo, l’enorme atrocità di ciò che l’Oscuro Signore ti aveva imposto.
Infine, la tua scelta, coraggiosa: abbassare la bacchetta, non uccidere Albus, anche se i Mangiamorte avrebbero capito, riferendo il tuo fallimento.
Un amaro sorriso mi si dipinge sul volto stanco, pallido, straziato dagli artigli dell’ippogrifo: Albus deve essere riuscito a convincerti, ottenendo così di aggirare il Voto Infrangibile, ed è probabile che non sarei morto rompendo la promessa fatta a Narcissa un anno fa.
Anche se, a quel punto, nulla sarebbe cambiato per il povero Albus! L’ho visto nella mente di Potter, meglio che nelle illustrazioni d’un libro, mentre mi accusava di vigliaccheria per aver ucciso un uomo disarmato che, invece, stava morendo avvelenato dalla pozione che proprio lui, Potter, gli aveva fatto bere per recuperare l’Horcrux dal bacile di pietra.
Come se non gli fosse già bastata la maledizione dell’anello dei Gaunt!
Sarebbe morto lo stesso, adagio, tra gli spasimi del veleno, deriso e ingiuriato da Greyback e gli altri, che avrebbero fatto osceno scempio del suo corpo.
“Severus… ti prego…”
Era per questo, che m’implorava.
Avrei solo voluto confortarlo e potergli chiudere pietoso le palpebre.
Invece, chiudo solo le mie, di scatto, per evitare che lacrime impossibili sfuggano alla volontà e mi ritiro dalla tua mente: ho visto abbastanza da capire ciò che mi serve.
Non ti sei tirato indietro per paura, Draco: hai scelto e, a differenza di me alla tua stessa età, hai fatto la scelta giusta che io non ebbi il coraggio di fare.

Quali pozioni ho bevuto di lacrime di sirene,
distillate da alambicchi sporchi dentro come l’inferno,
somministrando paure alle speranze e speranze alle paure,
sempre perdendo quando mi vedevo vincere! [2]


Quando, dopo un fugace istante, riapro gli occhi, mi avvedo subito che il terrore nei miei confronti è ulteriormente aumentato. Hai scambiato il mio desolato e amaro sorriso per un ghigno di trionfo davanti alla tua debolezza che mi ha permesso di rubarti quella che, solo un anno fa, ritenevi fosse la gloria di cui ti saresti ammantato uccidendo Silente.
Quale enorme cambiamento, Draco, in un così breve tempo, quale sconvolgimento per un ragazzo educato a essere servo dell’Oscuro Signore!
Dopo il lungo silenzio, trovi la forza di reagire e, per difenderti, mi attacchi, quasi con le stesse parole già usate a Natale, quando parlammo a quattr’occhi dopo la festa di Lumacorno.
- Perché è intervenuto? L’avrei ucciso io, non me ne ha lasciato il tempo!
Che pietosa menzogna, povero Draco: il tempo l’hai avuto in abbondanza, tutto quello che volevi, ma l’hai usato per prendere una diversa decisione.
Comprendo bene, però, che davanti all’assassino di Silente non ti resta far altro che indossare anche tu la maschera e cominciare una recita che conosco fin troppo bene.
Ti sorrido beffardo e provocatorio: voglio condurti ad ammettere, almeno con te stesso, quale difficile strada hai deciso di percorrere, nonostante i drammatici rischi che a quella scelta solo inscindibilmente legati.
- Presumo tu abbia abbassato la bacchetta solo per prendere maggiore slancio, allora, - affermo ambiguo, mentre sollevo scettico un sopracciglio, - per dare maggiore forza alla tua maledizione mortale, vero? – insinuo meschino, con falsa voce carezzevole.
Il mio odioso e abituale sorriso di scherno, di solito riservato ad altri, questa notte è per te, mentre attendo la tua replica.
- Io… io non l’avevo mai lanciata prima: avevo bisogno… di concentrarmi.
Rimango immobile, il sorriso sempre più cinico e incredulo, mentre lo sfregio lasciatomi dall’ippogrifo comincia a bruciare fastidioso.
- Bellatrix mi ha detto che occorre…
Che occorre essere un assassino per lanciare quella maledizione, Draco, e tu non lo sei.
Con lenta e studiata indifferenza apro il mantello ed estraggo una piccola fiala.
Al tuo sguardo interrogativo e spaventato – m’è così facile comprendere che credi si tratti di Veritaserum per obbligarti a confessare la sconfitta – mi degno appena di spiegarti, con voce pungente:
- E’ dittamo, Draco, solo innocuo dittamo per evitare sgradevoli cicatrici sul volto. Non che il mio aspetto m’interessi molto, per altro.
Faccio una pausa a effetto, trangugiando un lungo sorso dalla fiala, poi mi slancio di colpo verso di te, con la voluta intenzione di intimorirti ancora di più:
- Pensavi forse che fosse Veritaserum? Destinato a te?
Sbianchi in volto: più che pallido sei verdastro, nella notte illuminata solo da livide stelle.
- Non temere, – sogghigno appena, mentre la pelle lacerata del viso si stira con dolore nel movimento, ma è nulla in confronto agli squarci che ho inflitto spietato alla mia anima, – ho anche il Veritaserum tra le mie scorte.
Adagio infilo di nuovo la mano nel mantello, ma solo per trarne la bacchetta che dirigo con perizia sul mio volto per medicare il lungo graffio lasciato dai taglienti artigli dell’ippogrifo.
- Lumos! – esclamo quindi per rischiare la notte intorno a noi.
Continui a fissarmi in silenzio, chiedendoti che razza d’uomo sono per aver ucciso con tale freddezza Silente e ora prendermi gioco in modo tanto crudele del tuo terrore.
All’improvviso, sono di nuovo nella tua mente: speravi che io fossi diverso e Bellatrix era quasi riuscita a convincerti che, sì, forse io stavo davvero dalla parte di Silente. Ancora poco e avresti ceduto, confidandoti con me e cercando il mio aiuto.
Ora, invece, sei felice di non averlo fatto: sei sicuro che io sia un fedelissimo servo dell’Oscuro e tremi al pensiero che avrei potuto denunciarti a lui.
Draco, Draco, mio povero ragazzo!
La tua mente questa notte si spalanca davanti a me ancora più facilmente di quella di Potter: come riuscirò a proteggerti dal nostro orrido padrone?
- Non c’è bisogno del Veritaserum con me! – urli con voce acuta.
- Davvero? – insinuo maligno, sollevando un sopracciglio.
– Lei ha voluto solo rubarmi la gloria!
C’è una forte nota isterica nella tua voce e con la coda dell’occhio noto ombre che si avvicinano: le tue grida hanno attirato l’attenzione dei nostri sgraditi compagni.
- Non vedevo l’ora di uccidere quello stupido e inutile vecchio! - gridi con voce stridula.
La mano scatta involontaria e mi trovo con la bacchetta a premere minacciosa sulla tua gola, mentre sibilo furente e vedo riflesse nel tuo sguardo atterrito le fiamme impetuose dei miei occhi:
- Non osare, Draco, non osare insultare Silente! Tu non…
M’interrompo e mi volto di scatto a lato: Greyback e i due Carrow stanno arrivando. Sono loro che, sulla torre, hanno visto Draco fallire. Travers, invece, è stato colpito a morte durante la fuga.
La mia bacchetta è fulminea, come la mia decisione e le maledizioni che formulo nel pensiero con l’odio violento che alberga in me: tre raggi di mortale luce verde in rapidissima successione, tre pesanti tonfi, tre Mangiamorte in meno sulla terra, tre maghi che non potranno tradire Draco.
Ho ucciso Albus.
Cosa sono tre morti in più, ora, per la mia anima?
Ansante e a bocca aperta resto a guardare i loro corpi accartocciarsi per terra, mentre sento il tuo urlo squarciare la notte.
Mi riscuoto subito: altri rapidi movimenti della mia bacchetta e i loro corpi svaniscono, trasformati in informi cumuli di foglie. Ti afferro per un braccio e mi smaterializzo non so neppure dove: so solo che non voglio altri Mangiamorte tra i piedi.
Ho ucciso abbastanza, per questa notte.

Ti scrollo brutale, allontanandoti da me: arretri incespicando, senza mai lasciarmi con lo sguardo, il terrore a dilatare le tue pupille.
- Non mi uccida come loro… per pietà… - mi scongiuri.
- Non ho alcuna intenzione di ucciderti, adesso.
Sei confuso e non capisci più nulla: la mia imprevista e violenta reazione ai tuoi insulti a Silente, seguita da tre altre scioccanti morti e adesso la mia glaciale risposta.
Nel primo, vago chiarore di quest’alba insanguinata, mi squadri in silenzio, convinto che io sia del tutto pazzo e crudele oltre ogni immaginazione.
Cerco di controllare la voce e riprendo da dove siamo stati interrotti, scandendo lento le parole:
- Non osare mai più insultare la memoria di Albus Silente, Draco, mai più.
Un lampo d’errata comprensione passa nei tuoi occhi: sai del Voto Infrangibile contratto con tua madre e sei tornato a credere che io fossi davvero amico di Silente e lo abbia ucciso solo per salvarmi la vita.
Ormai ho perso il controllo di me stesso: uccidere Albus mi è costato troppo e non riesco più a fingere, non con te che non hai voluto ucciderlo ma che ora, proprio come Potter, m’accusi d’essere un codardo, interessato solo a salvare la mia schifosissima pelle.
- No, non sono un vigliacco, Draco.
La mia voce è roca e si spezza subito appena riprendo a parlare.
- Uccidere Albus è costato tutto il mio coraggio…
Continuare è uno sforzo immane, e una lacrima scende nel solco della ferita ancora aperta sul mio volto, nulla in confronto a quella che lacera in profondità la mia anima.
Ma hai diritto di sapere.
- …e la disperazione del mio cuore.
- Perché? – mi chiedi a bruciapelo, ancora senza capire.
Ti guardo in profondità negli occhi.
- Perché Albus me l’ha ordinato.
Respiro a fatica, mentre cominci a comprendere.
- Per salvare la tua anima, Draco, perché non sei un assassino. L’ho fatto affinché tu non diventassi mai un assassino. Così ha voluto anche... lui.

Giovane uomo, altri sentieri e altra vita
t'avvolgeranno nella rete di altri turbinii:
consapevoli dolori e discernimento rarefatto
saranno le armi della tua rinascita
che ti offro con la morte del mio senso. [3]


Rammenti all’improvviso le parole di Silente sulla torre, mentre comincio a vedere il tuo terrore per Voldemort mutarsi in odio.
- Perché lui ti voleva bene… e anche io te ne voglio.
L’ultimo sforzo, poi avrò detto tutta la verità.
- Non potevo permetterti di rovinarti la vita, come feci con la mia, tanti anni fa. – sussurro con voce roca.
Perché tu, in pochi mesi, hai capito molto più di quanto abbia compreso io nei miei primi tempi da Mangiamorte.
Perché tu, questa notte, hai compiuto la tua scelta, quella giusta, e sei diventato uomo.
- Guardami bene negli occhi, Draco! – esclamo prendendoti per le spalle, le nere fiamme delle mie iridi riflesse nei tuoi occhi spalancati. - Dopo ciò che ho fatto per salvare la tua anima, dannando irreparabilmente la mia, non intendo più recitare davanti a te. Quindi ti racconterò la verità, tutta la mia orgogliosa e coraggiosa verità. – continuo con fierezza, gli occhi sempre più scintillanti.

Fissi lo sguardo e m’abbagliò la luce.
Balzai nella fornace della lotta,
bruciante di rifarmi intensamente
degli anni non vissuti fra battaglie,
sciupati senza il fuoco di un’idea.
………
Torturato la vinsi la tortura
E i segreti rimasero con me:
la carne lacerata, l’ossa infrante
fecer più salda l’anima e la fede. [4]


- Io non sono più un Mangiamorte: lasciai l’Oscuro Signore diciassette anni fa e da allora sono sempre e solo stato un fedele amico di Silente. Quando Voldemort è ritornato sono andato da lui su ordine di Silente e gli ho sempre mentito, ingannandolo con l’Occlumanzia e prendendomi gioco di lui, rischiando ogni giorno la vita.
L’ombra di un sorriso illumina infine il tuo giovane viso in questa notte di sanguinoso sgomento: sai che hai trovato in me la protezione di un amico e la sicurezza di una guida.
Hai gli occhi lucidi, pieni di lacrime come i miei, ma c’è ancora una domanda che brucia nella tua mente sconvolta dagli orribili avvenimenti delle ultime ore: vuoi sapere perché ho ucciso i tre Mangiamorte.
Sospiro desolato.
Un’altra verità che peserà come un macigno su di te. Ma non posso fare nulla per risparmiartelo.
- Hanno visto che avevi abbassato la bacchetta, sulla torre, e hanno capito che non avevi intenzione di ucciderlo.
Mi guardi, apri la bocca, ma la richiudi senza proferir parola.
Sì, li ho uccisi per salvarti, Draco.
Mi dispiace, ma la morte d’ora in poi sarà la realtà d’ogni nostro giorno e presto lo scoprirai da te, così come tanti anni fa lo scoprì anche il giovane Severus, ma solo dopo essersi macchiato indelebilmente le mani con sangue innocente.

Crollo di menzogne, di idoli,
tornati nella tenebra;
schianto di catene
che si spezzano,
cadono. [5]


Solo allora capii le menzogne di un idolo che era invece una serpe infernale e mi teneva avvinto nelle sue tenebre con falsi e folli ideali; solo in quel momento riuscii a spezzare le mie catene.
Rimarrò al tuo fianco a sorreggerti, Draco: non ti lascerò solo, nella disperazione che ogni giorno cresce, mentre la speranza svanisce, come è stato per me.
Non lascerò che le tue mani si sporchino di sangue, come le mie, e che la tua anima si laceri: l’ho promesso ad Albus.
Scrollo la testa, sconsolato:
- Ho dovuto farlo, Draco. Mi dispiace, non c’era altro modo per salvarti: ti avrebbero denunciato all’Oscuro Signore.

Verità, ti ergi sul destino
e come un ponte senza parapetti
superi l'abisso infinito della rivelazione.
Fermati! T'immortala la mente rinnovata
in solide immagini che mi fanno diverso
al giovane sguardo pronto a brillare ancora.[6]


Lacrime amare scendono senza vergogna sul tuo giovane viso.
Questa notte quattro uomini sono morti e ora sai che li ho uccisi per te.
All’improvviso ti butti fra le mie braccia, singhiozzando disperato.
M’irrigidisco.
Il tuo gesto m’imbarazza, ma infine ti accolgo tra le braccia e ti stringo, buttando via la mia protettiva maschera d’impassibilità anche con te.
Crystal sarebbe fiera di me.
Ho ucciso Albus e ora eredito, nei tuoi confronti, il ruolo di guida che lui aveva con me.
Spero di esserne all’altezza.

*


Mentre ti tenevo stretto a me ti ho spiegato con calma ogni cosa, anche la maledizione che aveva ormai condannato Albus a morte sicura.

… Tutti fuggirono
in una primavera di rimorsi i neri inverni
delle mie noie, dei miei disgusti, delle mie tristezze!
Eccomi dunque solo, tetro e solo,
tetro e disperato, più gelido di un vecchio. [7]


Ti ho raccontato brevemente di me, dei motivi che un tempo mi spinsero a lasciare l’Oscuro Signore, della vita solitaria in un tetro sotterraneo e del pericoloso gioco da anni condotto contro di lui, grazie alle mie capacità di Occlumante.
Di nuovo sei preda del terrore e mi chiedi come potrai celargli i tuoi pensieri.
Un nuovo, insormontabile problema ti attanaglia: ora che sai tutto di me temi di tradirmi quando ti frugherà nella tua mente.
Ti sorrido tranquillo assicurandoti che esiste una soluzione: la stessa che tanti anni fa Silente escogitò con me, quando per la prima volta mi rimandò indietro da Voldemort con il compito di spiarlo. Con un complesso incantesimo modificherò una parte della tua mente dandoti la possibilità, con un particolare artificio, e a seconda delle necessità del momento, di avvalerti di questa insuperabile protezione contro la Legilimanzia dell’Oscuro.
Ti sorrido orgoglioso e ti prometto che, più avanti, ti confiderò tutti i miei preziosi segreti per ingannare anche il più grande Legilimante del mondo magico.

*


Sono stremato, dopo aver operato l’incantesimo così dispendioso d’energie magiche, ma ora dobbiamo andare: gli altri saranno già tornati e ogni minuto di ritardo peserà greve su di noi.
Frugo nelle tasche del mantello e ti porgo un’altra fiala: temo che avrai bisogno della protezione di questa pozione.
Mi guardi di nuovo un po’ teso.
- Ancora non ti fidi di me, Draco?
Mi sorridi incerto, ma allunghi la mano e cominci a bere.
- Ti proteggerà dal dolore.
Deglutisci.
- L’Oscuro Signore ha raggiunto il suo scopo, questa notte, ma non nel modo che voleva: temo che subirai la sua punitiva ira.
Il tuo viso, già provato dalla terribile notte, si riempie d’orrore. Presagisci che il peggio deve ancora venire: quando sarai al cospetto di Voldemort.
Non hai terminato la fiala, però me la rendi.
Ti faccio segno di berla tutta.
- E lei? Non la beve? –chiedi preoccupato, mentre torni a sorbire il prezioso liquido.
- Non ce n’è abbastanza per entrambi.
Di nuovo ti blocchi e mi porgi il poco liquido rimasto.
Ti sorrido mesto, rifiutando la generosa offerta.
Povero Draco, ancora non hai idea di cosa ti aspetta.
- Bevila tutta, Draco, e non preoccuparti per me.
- Ma lei ha detto che… ci punirà entrambi?
- E’ possibile. Ma non temere per me: sono abituato alle sue Cruciatus.


1. Earendil.
2. William Shakespeare – Sonetti: tratto dal n. 119.
3. Earendil.
4. Salvatore Cacciola – Liriche della Resistenza: tratto da “Alfonso Cuffaro”.
5. Salvatore Cacciola – Liriche della Resistenza: tratto da “Vittoria d’aprile”.
6. Earendil.
7. Paul Verlaine – Poesie saturnine – Melancholia : tratto da “IV – Voto”.
 
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