Il Calderone di Severus

Ida59 - Forza e resistenza del cristallo ovvero L'Innamorata, Genere: Angst, Introspettivo, Romantico - Epoca: HP 6^ anno - Pairing: Severus/Pers. Originale - Personaggi: Pers. Originale Silente Lupin McGranitt Draco Voldemort Avvertimenti: AU

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Ida59
view post Posted on 10/9/2022, 18:49 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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4. Un anno di ricordi



La Sala Grande è uno sfavillio di fluttuanti candele, si riflette nell’oro delle stoviglie sulla tavola con ricchezza imbandita per il banchetto d’inizio anno scolastico.
Il mio stomaco è rigidamente chiuso e so che non riuscirò a trangugiare nulla: pochi giorni fa Silente mi ha comunicato di avermi assegnato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, cui per tanti anni ho aspirato, ma che mi aveva sempre negato con ostinazione, senza che riuscissi a comprenderne il motivo.
Finché mi confidò del sortilegio di Voldemort, giusto l’anno in cui assegnò la cattedra a Lupin. Aveva capito che non sarei stato in grado di sopportare l’affronto, così si era deciso a rivelarmelo.
Adesso l’affida a me: non è sicuro che la mia pozione possa funzionare per sempre o, forse, sospetta che gli nasconda qualche cosa, come in effetti è. E il Voto Infrangibile pende sempre, inesorabile, sulla mia testa.
Ad ogni modo, Albus ha deciso di rischiare il tutto per tutto: Potter e i suoi amici hanno un assoluto bisogno che qualcuno insegni loro a difendersi con reale efficacia.
Ne abbiamo discusso a lungo ed entrambi siamo disposti a sfidare la Maledizione della Cattedra. In fin dei conti, se tutto va bene, cioè se la mia pozione stregata funziona e se riusciamo ad aggirare il Voto, salvando l’anima di Draco, una volta superata anche l’ultima, piccola e trascurabile seccatura, cioè l’ira furibonda che coglierà l’Oscuro Signore al fallimento del suo piano - e lo indurrà a prendersela con me come mai ha fatto prima d’ora -, se sopravvivo, potrei sempre tornare a Hogwarts a insegnare Pozioni!
No, ad Albus non è piaciuto il mio sarcastico accenno alle consistenti difficoltà insite nel piano. Del resto, non ha l’abitudine di modificare i programmi solo perché io non concordo!
Mi sono sempre chiesto se anche Lupin sapesse e, se del caso, come abbia affrontato l’anno scolastico con quella consapevolezza: curioso, alla fine sono stato proprio io, insieme alla luna piena, a dare una mano alla Maledizione.
Sarò ancora io, con un mio atto, o con la mancanza dello stesso, a far avverare ancora una volta la Maledizione?
La cattedra di Difesa, a lungo agognata, è diventata ambito premio e temuta condanna insieme!
Scrollo la testa e mi accorgo che sto di nuovo stirando le labbra nel solito odioso sorrisetto, sgradevole e sarcastico per chi lo osserva da fuori, ma tristemente amaro per me.
Vorrei mostrare un’aria di trionfo davanti agli studenti, quando Silente comunica il mio nome quale nuovo professore di Difesa; invece, riesco a malapena a sollevare una mano per ringraziare il boato di applausi dei miei Serpeverde.
Per un istante incrocio lo sguardo di Potter: è sbigottito per la notizia e non ho bisogno di entrargli nella mente per comprendere i suoi pensieri. Glielo leggo in faccia che è sconsolatamente convinto che io abbia alfine raggiunto l’agognata meta.
Scommetto che riesce perfino a vedere un trionfo, che non esiste, dipinto sui miei lineamenti tirati.
E, forse, se come altri crede alla voce del malocchio sulla cattedra, presto si consolerà con i suoi amici augurandomi una terribile morte.
Si volta con furia verso Weasley: ho indovinato. La Granger li redarguisce severa: l’ennesima dimostrazione che il sangue dei Babbani a noi maghi fa solo bene.
Anche tu hai indovinato, Potter: la Maledizione della cattedra pende come una spada di Damocle sulla mia testa e in palio c’è proprio la mia vita.
Quanto è atroce la morte che mi hai augurato, Potter?

Porre fine al libro dei miei giorni,
questo chiedi ignaro delle parole
che non sai leggere sul mio sacrificio.
Il discepolo si ribellò al maestro
screziandone di odio la nera ombra,
balenare e scomparire di segreti mai svelati. (1)


Tutti, nella Sala, hanno realizzato a pieno il significato delle parole del preside e un brusio di commenti incrociati esplode fra i tavoli: solo Albus sembra ignaro di tutto.
E la sua mano, questa sera, mi sembra sempre più nera e bruciata.

*


Non posso crederci.
Il mio volume di Pozioni Avanzate, il libro del Principe Mezzosangue che credevo per sempre perduto!
Nelle mani di Silente.
Un brivido mi sale lungo la schiena.
Il vecchio libro di mia madre, sul quale avevo annotato i miglioramenti procedurali per le pozioni e gli incantesimi inventati da ragazzo.
Una parte importante della mia giovinezza è richiusa tra le fragili pagine fittamente scritte.
C’è anche una grande amicizia, lì dentro, e la sua drastica conclusione.
Uno dei miei tanti errori.
Forse anche un destino diverso, senza quell’errore.
Lo rigiri tra le mani, con finta noncuranza, attendendo la mia reazione.
Come il solito, con te è inutile tentare di fingere: mi conosci troppo bene per non aver notato la minuscola incrinatura nella mia maschera di gelida impassibilità.
Non voglio dartela vinta, non subito, per lo meno: non sarò io il primo a parlare.
Con calma mi accomodo sull’accogliente sedia davanti alla scrivania, sistemo il mantello e mi rilasso, attendendo, il volto di nuovo imperscrutabile.
Mi tendi il libro: controllo l’impulso di allungare le dita verso un così importante pezzo del mio passato e faccio solo un secco cenno di diniego.
Non ti darò neppure questa soddisfazione: prima voglio sapere com’è finito nelle tue mani.
Lo apri e sfogli alcune pagine, mormorando il nome di alcuni ingredienti da una lista.
- Che calligrafia minuta e spigolosa: non credi che assomigli alla tua?
Ti guardo con studiata indifferenza. Smettila di fingere e veniamo al sodo, Albus: cosa vuoi da me, questa volta?
- Le… vi… corpus - compiti con finta insicurezza. - incantesimo non verbale.
Mi guardi ancora, provocatorio, e sorridi.
Resto immobile, gli occhi come specchio nero a riflettere il tuo sguardo azzurro.
- Sai di chi è questo libro, vero, Severus?
La tua non è una domanda che richiede risposta.
Ed io non intendo aprire bocca.
- Me lo ha dato Lily, pochi giorni prima di morire: era dispiaciuta di essere stata la causa della sua sottrazione e voleva restituirtelo.
Stringo le labbra e resto rigidamente ancorato alla protezione del mio silenzio.
- Ti era molto grata per ciò che stavi facendo per salvarli.
Già, lei non sapeva che ero io la causa del pericolo mortale in cui si trovava la sua famiglia.
Fisso in profondità i tuoi occhi limpidi: non sei uso a raccontare tutta la verità, Albus. Mai.
Lily.
La mia amica Lily.
La migliore amica, fino a quel giorno, dopo gli esami di G.U.F.O.
- Lei ti voleva bene, Severus.
Deglutisco. Ho la gola secca.
Anche io gliene volevo, molto.
- Se tu non avessi intrapreso quella strada…
M’irrigidisco e ti fulmino con gli occhi, ma non t’interrompi.
- … tutto avrebbe potuto essere diverso. Lo sai, vero?
Ho un soffocante nodo alla gola.

Chiudo gli occhi, mentre un passato che avevo creduto di poter dimenticare mi assale senza pietà con un susseguirsi d’immagini assolate.

Tu pensoso in disparte il tutto miri;
non compagni, non voli,
non ti cal d’allegria, schivi gli spassi
(2)


Un bambino malvestito abbandonato a se stesso, solo in un parco giochi deserto, dominato dal fumo nero e appiccicoso della ciminiera.

Io solitario in questa
rimota parte della campagna uscendo,
ogni diletto e gioco
indugio in altro tempo
(3)


Altalene che dondolano cigolando e la magia di un mondo diverso che nasceva nei suoi limpidi occhi verdi; invidiose ripicche fraterne, il Cappello che ci divideva, scherzi maligni e, su tutto, la grande amicizia con Lily, che persisteva nonostante i rispettivi gruppi di amici si odiassero, rinsaldata dalle lunghe estati condivise, io e lei, sempre insieme, da soli, da quando non avevamo neppure dieci anni.
Lily, l’unica cosa bella che ricordo della mia solitaria e trascurata infanzia.
Lily, unica compagna che un tempo sapeva consolare la mia solitudine.
Lily, che sperimentava con me nuovi modi di distillare pozioni, e poi gioiva degli elogi che Lumacorno elargiva ai suoi sorrisi.
Lily, che mi guardava impaurita, mentre le mostravo gli incantesimi inventati.
Lily, una bambina che diventava donna e continuava a ripetermi che stavo sbagliando.
Lily, un’amicizia che sarebbe potuta diventare amore, se solo ne avessi avuto il coraggio.
Lily, mi avresti davvero amato se non mi fossi avventurato su quella strada senza uscita?
Perché Lily, perché mi hai fatto del male anche tu? Perché mi hai tradito?
Eravamo amici, i migliori amici, ma ora so con certezza che sei stata tu a dar loro il mio libro, come sei stata sempre tu a rivelare i miei incantesimi, anche quelli non verbali, quelli che loro non avrebbero mai potuto carpirmi.
E’ per questo che quel giorno sei intervenuta in mia difesa, mentre dondolavo umiliato appeso al Levicorpus di James, il mio incantesimo che proprio tu gli avevi svelato?
Era solo perché ti sentivi in colpa?
Solo tu potevi averglielo detto, solo tu conoscevi la formula che non avevo mai pronunciato ad alta voce.
Così, l’ira furiosa dell’umiliazione, del tradimento e della gelosia mi strappò di bocca quella parola, imperdonabile insulto per un’amica che mi era sempre stata vicina.
Ti ho chiesto scusa mille volte, ma avevi ragione tu, Lily: quella parola ormai era abituale sulle mie labbra anche se, sei anni prima, quando nella tua ingenuità mi avevi chiesto se essere figli di Babbani faceva differenza, ti avevo risposto che no, non c’era alcuna differenza.
Ho continuato a pensarlo, dentro di me, Lily, anche mentre correvo sulla pericolosa china e poi sprofondavo nel baratro: avevo visto le tue magie di bimba ed eri brava Lily, brava proprio come lo ero io, anche se i tuoi genitori erano Babbani.
Dentro di me ho sempre saputo qual era la verità, Lily, come lo so adesso.
Anche in me scorre lo stesso sangue Babbano.
So che non puoi perdonami, anche per tutto l’altro male che ti ho fatto: so che è per questo che, attraverso tuo figlio, ora i tuoi occhi mi guardano con odio.
E’ ciò che mi merito, la giusta punizione per le mie colpe, Lily, ma quell’odio è tremendo da sopportare, ogni giorno, dalle iridi che un tempo s’immergevano con fiducia nell’oscurità delle mie e mi sorridevano incoraggianti.
Pesanti lacrime solcano silenziose le mie guance, mentre chino il capo e cerco di ricacciare in fondo al cuore questi ricordi che, da tanto tempo, sono ormai solo amari rimorsi per una cara amica morta a causa mia.
Se non avessi intrapreso quella strada maledetta, Lily sarebbe viva, tutta la mia vita sarebbe stata diversa e adesso Crystal sarebbe tra le mie braccia.
Però, quella strada io l’ho volontariamente imboccata e le mie stupide lacrime adesso sono inutili.
Non le rinnego, né le asciugo: restano sul mio volto pallido testimoni della mia intima sofferenza.

Le strade ci dividono in mondi contrapposti
e avvolto nella bufera della mia solitudine,
guardo fisso una realtà chiara e offuscata.
Dei miei orizzonti io conosco il profilo,
ma ignoro quanto male mi avvolgerà
oltre le aride lacrime e i sentieri desolati.
Lontana nel cielo, brilla ancora
la stella che si forgia nel mio destino.
Non sarò più quel cielo che t'avvolge. (4)


Sollevo il viso: mi guardi in silenzio e aspetti che concluda l’interminabile flusso dei miei pensieri.
Le mie lacrime brillano riflesse nei tuoi occhiali a mezzaluna.
Allungo di scatto il braccio e quasi ti strappo il libro dalle mani:
- Perché non me lo hai reso subito, allora, se sapevi che era mio? – ti assalgo rude.
Non ti scomponi, non lo fai mai: aspetti sempre con pazienza che la mia ira si plachi.
Ora, però, sei tu che rimani in silenzio ed io, ormai, ho ceduto.
Rimetto il libro sulla scrivania, senza aprirlo, senza degnarlo neppure di uno sguardo, anche se vorrei invece accarezzarne delicato ogni pagina: lì dentro ci sono io, l’orgoglioso Principe Mezzosangue, e la mia strabiliante e potente magia.
C’è l’amore deluso e rifiutato per mio padre, ci sono la mia paura e il mio coraggio, il mio rimpianto di bimbo per carezze mai avute: c’è il suo sangue Babbano che mi circola nelle vene, ugualmente rosso come quello dei maghi.
- Cosa vuoi da me, questa volta, Albus? – chiedo in un accorato sussurro.
Mi sorridi di nuovo: significa che le cose si mettono male.
Avanti, sono pronto, parla.
- Harry Potter.
Fai una pausa a effetto, attendendo la mia reazione.
Sospiro rassegnato: sempre lui!
- Era convinto di non poter tentare il MAGO in Pozioni, perché non ha avuto un Eccezionale.
Con un secco cenno della mano ti faccio capire di saltare i preamboli.
- Minerva mi ha detto…
Ti interrompo e rincaro a parole:
- Lo so. Vieni al sodo, Albus.
Facciamola finita alla svelta, ho capito dove vuoi arrivare.
Il mio sguardo si posa mesto sul vecchio libro, appena ritrovato e di nuovo già perduto.
- Il ragazzo ha bisogno di un piccolo aiuto in Pozioni. Hai sempre detto…
Fulmini neri saettano dai miei occhi. Per Merlino, Albus, devo essermi sempre spiegato molto male: a Potter serve un enorme aiuto in Pozioni e dubito che il Principe Mezzosangue possa essere sufficiente.
- Ci sono molti incantesimi interessanti. Gli saranno utili.
Sospiro di nuovo scuotendo piano la testa.
- Questo libro gli serve, Severus. – affermi con sicurezza.
Il mio libro, il libro del Principe Mezzosangue, in mano a Harry Potter!
- Harry lo apprezzerà, Severus, enormemente, fidati di me.
Mi fido di te, lo sai benissimo che mi fido.
- Il ragazzo non dovrà mai sapere che è mio. – minaccio con durezza.
- Oh… su questo siamo d’accordo, non temere. –sorridi malizioso. - Se sapesse che è tuo non gli sarebbe d’alcuna utilità.
Già, dannatamente ovvio.
Mi alzo di scatto, un ultimo sguardo al mio libro, poi solo il mantello nero che ondeggia mentre esco veloce dalla porta.

*


Le Arti Oscure.
Difesa contro le Arti Oscure.
E’ la Difesa che voglio insegnare.
Sento i loro occhi puntati su di me, mentre cammino per la classe, il mantello che fluttua piano, cercando le parole migliori per far comprendere a fondo quanto pericolo è insito in quelle arti.
Non solo per i temibili sortilegi, sempre mutevoli, che quelle arti sanno creare, bensì per il dominio che possono avere sulla mente e sull’anima.
Sono solo ragazzi, proprio come lo ero io, e molti di loro sono ambiziosi e attratti dal potere: i miei Serpeverde sono i più a rischio, in particolare Draco che sfugge al controllo dei miei penetranti occhi.
Invece tu, Potter, che mi stai guardando con strafottente odio dipinto sul viso, tu sembri non subire il fascino maledetto di queste arti: vorrei poter affermare che è solo il sangue di Lily a proteggerti, ma, in questo caso, devo ammettere che anche quello di tuo padre ti è di potente esempio.
Sento la mia voce, bassa e suadente, descrivere il fascino e il pericolo, inscindibilmente uniti, che attraggono e distruggono, anime e corpi. Una lotta impari, dalla vittoria che sembra impossibile, contro un ineluttabile e sempre cangiante Male, che ogni volta si ripresenta in nuove vesti, sempre più forte e spaventevole.
Ancora mi guardi, Potter, e non sai quanto stai sbagliando a giudicarmi.
No, è passato il tempo lontano in cui il fascino perverso delle Arti Oscure mi avvelenava l’anima e si preparava a rovinare la mia vita.
Ho capito i miei errori, più a fondo di quanto chiunque possa credere, e per la fatale attrazione di un tempo ho amaramente pagato il prezzo, fino in fondo, più e più volte, perdendo o dovendo rinunciare a tutto ciò che amavo.

Allora gli occhi annego, non usi a lacrimare,
per preziosi amici nascosti nella notte sterminata della morte
e lamento la perdita di molte svanite illusioni.
Allora mi affliggo di passate afflizioni
e desolato di dolore in dolore ridico
il triste conto di già lamentati lamenti,
che nuovamente pago, come se già non li avessi pagati.
(5)


Ma voglio, devo evitare, che altri cadano nella diabolica trappola: non posso permettere che altre anime si perdano nell’oscurità.
Non è la Cruciatus che vi mostro in questo quadro, il vero pericolo, per quanto atrocemente straziante per il corpo possa esserlo quella dell’Oscuro Signore, ed io l’ho assaggiata fin troppe volte.
No, non è il corpo a essere in pericolo, ma l’anima, e ne avete davanti il patetico esempio: cammino leggero tra voi, ma la mia anima è perduta, al punto che il mio unico amico non si è fatto scrupolo di chiedermi di ucciderlo.

*


- Severus, per caso ricordi le parole di Narcissa quando hai contratto il Voto Infrangibile, per la parte che mi riguarda?
Non ho mai capito come fai a parlare della tua morte con questa distaccata leggerezza; non mi stai neppure guardando e tutta la tua attenzione sembra concentrata sul liquido ambrato del Firewhisky invecchiato che fai oscillare lento nel piccolo bicchiere di cristallo.
Se ricordo le parole, per caso?
Come se potessi mai dimenticarle!
- Le parole precise, Severus. E’ importante.
Ti giri a guardarmi e sei terribilmente serio.
Una scintilla di speranza anima i miei occhi neri, sollevati dall’ennesimo librone d’incantesimi che ancora esamino, cercando il modo per aggirare quel maledetto Voto.
- E se dovesse rendersi necessario… se Draco dovesse fallire… - la voce trema, mentre ripeto le parole di Narcissa, così come tremò la mia mano quella sera, - vuoi tu portare a compimento l’impresa che l’Oscuro Signore ha ordinato a Draco di eseguire?
Mi sorridi soddisfatto, mentre nelle orecchie echeggia ancora, agghiacciante, il mio “Lo voglio.”. Mi sembra che il feroce serpente di fuoco dell’incantesimo di nuovo incateni la mia volontà al più abietto assassinio.
Stringo i denti e sospiro: la tua mano mi sembra appena migliorata.
- Quindi, il Voto contratto con Narcissa prevede il tuo intervento come necessario solo se Draco fallisce. – precisi, sottolineando bene le parole, - Non se Draco non riesce a uccidermi, ma solo se fallisce.
Guardo con intensità la scintilla di malizia nei tuoi sereni occhi azzurri; intanto, levi il bicchiere verso di me e lo tracanni d’un sol colpo.
Mi rendo d’improvviso conto che, se a prima vista il significato delle parole sembra lo stesso, approfondendo non è così.
- La noti anche tu, vero Severus, la sottile ma essenziale differenza?
- Intendi dire che l’importante sta nel giudicare se Draco fallisce il suo compito? E che il fatto di non riuscire a ucciderti entro l’anno non è già, di per sé, un fallimento?
Accogli le mie parole con cenni d’assenso del capo così vigorosi che gli occhiali ti scivolano sul naso.
- È indubbio che si tratti di un fallimento, se giudicato dagli occhi dell’Oscuro Signore. – ribatto puntiglioso.
- Certo, Severus. Ma a favore di quale persona è stato contratto il Voto? Non certo a favore di Lord Voldemort, bensì del giovane Malfoy: quindi è dal suo personale punto di vista che occorre verificare se non riuscire a uccidermi sia da considerarsi o meno un fallimento.
Sì, Albus, ora è tutto chiaro e la mia ammirazione per te è ancora cresciuta, e non lo avrei creduto possibile dato l’elevato livello già raggiunto.
E’ vero che Draco mi sfugge e non riesco a influenzarlo in alcun modo, ma è altrettanto evidente che con il passare del tempo si è reso conto della gravità dell’azione che gli è stata richiesta: non è un mistero, per me, che si rifugi spesso a piangere nel bagno di Mirtilla Malcontenta.
Sono sempre più sicuro che Draco non solo non sia in grado di uccidere Silente, ma che neppure voglia compiere quell’azione, anche se è via via più terrorizzato dalle minacce che l’Oscuro continua a rivolgere alla salvezza della sua famiglia.

Fobia,
mi soffochi di aspre nubi
che promettono tempesta su di noi
e il dilaniarsi sanguinoso dell'innocenza.
Lascia almeno che il sole si difenda
finché non sia spento l'ultimo anelito
di purezza.(6)


Sei tu a tradurre in parole pacate i miei irruenti pensieri:
- Anche tu conosci bene Draco e sai che, nel profondo, la sua anima è ancora integra e pura. Sono certo che quell’atto efferato gli ripugna in modo atroce. – affermi deciso. - Se riusciamo a convincerlo che sono in grado di proteggere lui e la sua famiglia, il ragazzo sarà felice di rinunciare al suo tremendo compito.
- Quindi sei convinto che se Draco decide, volontariamente, di non sporcarsi le mani di sangue e di conservare integra la propria anima, - per un istante m’interrompo, ricordando con amarezza che io, a suo tempo, non ne fui capace, - se si rifiuta di portare a termine quel compito orrendo, questa sua coraggiosa scelta non può essere letta come un suo fallimento?
- Ne sono certo. – mi sorridi con tutta la tua serenità infine ritrovata. - E se così stanno le cose, non sarà necessario un tuo cruento intervento risolutivo, Severus, e il Voto potrà essere aggirato.
Non mi sembra neppure vero.
Traggo un lungo e profondo respiro: per la prima volta dopo mesi, mi sembra che l’aria fluisca di nuovo libera nei miei polmoni.
La speranza mi sorride dalle chiare iridi azzurre di Albus.
- Aiuterò Draco a prendere quella decisione: lo devo a te, Severus, che tanti anni fa, abbandonato solo a te stesso, non riuscisti a compiere la scelta giusta quando ti trovasti davanti al bivio tra il bene e il male.
Mi guardi contrito, come se fosse anche colpa tua l’orrore che c’è nella mia vita.
Mi mordo le labbra, turbato, chiedendomi se quell’aiuto che non avuto avrebbe potuto fare la differenza.
Se sarei stato capace di lasciarmi aiutare.
- Allora rimasti a guardare, in silenzio, mentre ti rovinavi la vita, scegliendo le tenebre e abbandonando la luce. – sospiri piano, sprofondando nell’ombra cupa dei miei occhi. – Ma non ripeterò lo stesso errore con il giovane Malfoy, a nessun costo gli permetterò di sbagliare: non rimarrò ancora a osservare da lontano un’anima cadere nel baratro. La tua già mi pesa a sufficienza.
Ora sei tu che stringi i denti e deglutisci responsabilità che non ritengo tue. Ma sei un uomo forte, tu, e non ti arrendi mai.
- Promettimelo, Severus! – esclami con veemenza. – Se qualcosa andasse storto ed io morissi, promettimi che ti occuperai di Draco e farai di tutto per mantenere integra la sua anima!
Annuisco con gravità.
Poi chiudo gli occhi e abbasso il capo: non c’era bisogno di chiedermelo, lo sai, Albus.
Sono pronto a fare qualsiasi cosa, ma non solo per Draco, per chiunque che, come lui, come me un tempo, si trovi sull’orlo del baratro. Gli tenderò la mano, a qualsiasi costo.
Tiro un lungo sospiro e torno alle necessità del presente.
- Dobbiamo stare attenti a non mettere in allarme l’Oscuro Signore: Draco se la cava discretamente con l’Occlumanzia ma, a differenza mia, non è in grado di servirsene per proteggere e alterare i propri pensieri fino al punto di mentirgli.
- Certo, Severus. L’incolumità di Draco è il nostro primo obiettivo. – asserisci quieto. – Ma sono fiducioso di poter convincere il giovane Malfoy, fosse pure all’ultimo momento, in modo da non metterlo in pericolo con Voldemort.
Ed io, a mia volta, ho piena fiducia nella tua capacità di convincimento, Albus, per averla provata sulla mia pelle.

Così, alla fine, siamo ragionevolmente sicuri che il metodo per aggirare la vincolante magia del Voto Infrangibile esista: il difficile è applicarlo, visto che Draco continua a sfuggirmi, occludendomi la mente.
Non sono ancora riuscito a scoprire nulla dei suoi piani, né a recuperarne la fiducia, prima incrinata dall’arresto di suo padre, dato che m’incolpa di aver usurpato i suoi privilegi, e poi dall’intervento di Bellatrix, che continua a bollarmi come traditore e lo aizza contro di me.
Il metodo, tutto sommato, è piuttosto semplice, anche se sapremo con certezza se funziona solo dopo averci provato: del resto, è la mia vita che è in gioco e, considerato che non ho nessuna intenzione di ammazzare Albus, sono più che disposto a correre il rischio di morire.


1. Earendil
2. Giacomo Leopardi – tratto da “Il passero solitario”
3. Giacomo Leopardi – tratto da “Il passero solitario”
4. Earendil
5. William Shakespeare – Sonetti: tratto dal n. 30.
6. Earendil

Edited by Ida59 - 13/9/2022, 20:21
 
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