Il Calderone di Severus

Ida59 - Cuore oscuro (Raccolta "Un cuore oscuro torna alla vita - 1 di 3), Genere: Romantico Drammatico Introspettivo Avvertimenti: Personaggo Originale - Epoca: HP 4^ anno - Pairing: Severus/Pers. Originale - Personaggi: Pers. Originale - Altri Personaggi: Nessuno

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Ida59
view post Posted on 16/7/2023, 17:32 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Severus (6)



La nostra missione è finita. Cammino veloce, come il solito, così non rimane spazio per le parole. Un tempo si lamentava sempre, ora ha imparato e mi segue rassegnata.
Dopo aver ripreso le nostre scope, con un rapido volo nella notte torniamo alla lurida base, nei sobborghi di Londra.
- Vai a dormire. Trasmetto io le informazioni
La mia solita voce odiosa per impedirle, ancora una volta, di scambiare due parole.
Se lo facesse adesso, so che crollerei: il suo profumo è ancora troppo intenso sulla mia pelle.
- Vuoi un tè?
Non riesco a credere alle mie orecchie, ma non devo girarmi a guardarla.
- Vai a dormire, ho detto. Domattina ho lezione a Hogwarts e ti sveglierò prestissimo.
Non credo di riuscire a rendere la mia voce ancora più gelida di così.
Vado ad inviare il messaggio. Quando tornerò lei sarà addormentata sul divano, come sempre.
Ed io potrò avvolgerla nella logora coperta e sfiorarle il viso con le dita, in una delicata carezza che lei non sentirà mai.
Poi rimarrò a guardarla fino a quando il sonno non riuscirà a vincermi. Forse.
E’ questo il motivo per il quale lavoro sempre con lei: per quella dolce carezza che non esiste. Ma le nostre missioni stanno diventando sempre più pericoloso, e quella mia carezza proibita potrebbe costarle la vita.
Dopo quindici anni, alla fine, ho imparato a rinunciare.
Ho trasmesso il messaggio e sono tornato. Ma lei è ancora sveglia e ha davvero preparato due tazze di tè.
- Vuoi un tè?
Riconosco quel perfido sorrisetto beffardo che in questo momento aleggia sul suo bel viso.
Vorrei sculacciarla. Vorrei stringerla a me. Vorrei sentire ancora il suo profumo sulla mia pelle.
Mi porge gentile una tazza, senza mai abbandonare il mio sguardo.
- Grazie.
La prendo tra le mani, calda e fumante, e mi accomodo sul divano.
La parolina di ringraziamento l’ha sconvolta più di un insulto. Non mi aveva mai sentito pronunciarla.
Si siede di fianco e beviamo in silenzio il nostro tè.
- Chi era… Beryll?
Le mie mani tremano: non riesco a controllarle. Sapevo che questo momento, alla fine, sarebbe arrivato. Eppure non sono pronto. Non sarò mai pronto, davvero, per affrontare il mio passato.
Mi limito a fissare il tappeto liso, mentre lei mi toglie la tazza dalle mani e l’appoggia a terra, di fianco alla sua.
Le immagini della notte di quindici anni fa si rinnovano vivide intorno a me, con tutta la disperazione e il dolore di allora.
- Severus?
Le sue labbra sussurrano piano il mio nome.
La guardo, ma non la vedo: sono avvolto dalle tenebre del passato.
- Ti prego dì qualcosa… - mi implora, scuotendomi per le spalle. – Mandami al diavolo, insultami. Quello che vuoi, ma torna in te, ti supplico.
Sta quasi piangendo.
Chiudo gli occhi e mi sfugge un sospiro. Perché non sei andata a dormire come ti avevo ordinato?
Ora non ho più scelta: devo rivelartelo.
- Beryll era la donna che amavo.
Quindici anni che non pronuncio il suo nome, e la mia voce è solo un gelido sussurro.
Non riesco più neppure a guardarti negli occhi, Alhyssa, ma grazie per essere riuscita a costringermi a ripetere ancora il suo nome.
Chissà se, finalmente, riuscirò a piangere per la mia piccola Beryll.
- Non l’ho mai detto a nessuno. Non ho mai più pronunciato il suo nome da quella notte: quindici anni fa.
Vuole abbracciarmi.
Devo assolutamente impedirglielo.
- No. Ora mi starai ad ascoltare. Fino in fondo. Così capirai.
Capirai tutto, ed io sarò definitivamente perduto.
- Beryll aveva un anno meno di me ed era una Serpeverde purosangue. I suoi genitori erano Mangiamorte, tutti erano Mangiamorte nella sua famiglia. Tu hai ucciso sua sorella Tracy. Eravamo giovani e innamorati, avevo perso la testa per lei, al punto da diventare anch’io un Mangiamorte. Per amore suo.
Quale insensata follia, il primo passo della nostra rovina. E della mia perdita.
- Ho commesso atti orribili, per circa due anni, insieme a lei. Cose che hanno quasi distrutto il nostro amore. Non potevo continuare a fare ciò che Voldemort pretendeva, ne avevo ormai orrore. Ma non potevo lasciarla, non ci riuscivo. Non potevo vivere senza di lei.
In quel tempo, il mio egoismo è stato più forte del mio amore. Credevo di non poter fare a meno di lei: quanto mi sbagliavo!
Invece sono passati quindici anni, anche se non ho mai più veramente vissuto.
- Infine, dopo mesi di tentativi, discussioni e litigi, la convinsi a lasciare Voldemort. I suoi genitori erano stati uccisi pochi giorni prima dagli Auror: non voleva abbandonare sua sorella senza provare prima a convincerla. Così le rivelò le sue intenzioni. Ma non fece mai il mio nome.
Il ricordo è tremendo. Chino il capo, distrutto:
- Il marito di Tracy sentì tutto e la denunciò a Voldemort. Lui sospettò subito anche di me, ma non aveva prove. La sorte di chi tradisce Voldemort è terribile: lui volle che io fossi presente e partecipassi attivamente alla “cerimonia” per provargli la mia fedeltà.
Un tremito mi scuote:
- Sapevo di non avere alcuna possibilità di salvare Beryll. Autodenunciarmi era inutile: saremmo solo morti insieme tra mille torture. Ma, se fossi stato tra i suoi torturatori, avrei potuto fare l’unica cosa utile per lei: ucciderla senza farla soffrire.
Beryll… Beryll… perdonami!
Non ho neppure potuto chiederti perdono, ma è stato il mio ultimo, disperato gesto d’amore per te.
- Diedi avvio alla cerimonia. Tutti sapevano che era la mia donna, così nessuno si stupì quando la baciai. Le passai una capsula in bocca. C’era un terrore enorme nei suoi begli occhi, ma comprese subito e la ruppe con i denti. Un veleno istantaneo, indolore. Non so se fece in tempo a sentire: le dissi che… l’amavo. Poi sollevai il pugnale e glielo conficcai a fondo nel cuore.
Un bacio d’amore e di morte.
Ecco, Beryll, infine riesco a piangere la tua inutile morte.
Lacrime d’amore e di dolore.
- Ero sicuro che Voldemort avrebbe messo me al posto della vittima, nell’orrenda cerimonia di tortura. Volevo soffrire. Era solo colpa mia se Beryll era morta, volevo soffrire e morire. Invece interruppe la cerimonia e mi tolse il pugnale di mano. Non ho mai saputo se ha capito ciò che feci e perché. Ma credette alla mia fedeltà.
Lacrime impossibili sulla mia guancia:
- Pochi giorni dopo lasciai Voldemort per recarmi da Silente e cominciai la mia carriera di spia, dopo aver raggiunto l’apice di quella da assassino.
Ecco, ora sono tornato al presente.
Basta lacrime.
Sono tornato a odiarmi e a farmi odiare, soprattutto da te, Alhyssa, amore mio.
- Ecco chi sono, Alhyssa, ora lo sai. Da domani non faremo altre missioni insieme. Non voglio vederti mai più. E credo che tu conosca perfettamente il motivo.
Piangi mio dolce amore, ma, soprattutto, odiami! Non amarmi, ti prego, devi dimenticarmi: il mio solo modo di amarti è saper rinunciare a te.
Vorrei sorriderti, almeno per una volta.
Ma non ricordo più come si fa.
Troppe tenebre avvolgono ancora il mio cuore, e non posso permettere che la luce del tuo sorriso le dissolva.
 
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