Il Calderone di Severus

Ida59 - Cuore oscuro (Raccolta "Un cuore oscuro torna alla vita - 1 di 3), Genere: Romantico Drammatico Introspettivo Avvertimenti: Personaggo Originale - Epoca: HP 4^ anno - Pairing: Severus/Pers. Originale - Personaggi: Pers. Originale - Altri Personaggi: Nessuno

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Ida59
view post Posted on 2/7/2023, 17:41 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Alhyssa (5)




E ora siamo qui, stretti in uno spazio angusto da un sacco di tempo.
Ho male ovunque a stare così rannicchiata: ci deve pur essere una posizione più comoda. Ma certo che c’è! Se ci mettessimo nel senso del lato più lungo, distesi e abbracciati, almeno potremmo allungare le gambe! Ora glielo dico, sottovoce, sottovoce:
- Distendiamoci e abbracciami: è troppo scomodo così, non ce la faccio più!
- Zitta!
La sua voce è un sibilo tagliente.
Ma si sposta un po’ più in là e si rannicchia ulteriormente.
È alto un pezzo più di me, deve stare ancora più scomodo di quanto sto io.
Magra consolazione, però.
Per fortuna, almeno, c’è un po’ di luce e non fa caldo. Cambio posizione anch’io e ora è proprio di fronte a me.
Non è male come uomo: alto e vigoroso. Ma non è bello, con il viso sempre corrucciato, i lineamenti duri, come scolpiti nel marmo. Eppure, a volte, mi fa quasi tenerezza.
Vorrei potergli essere amica, ma non lo permette a nessuno. Eppure avrebbe proprio bisogno di amici e di amore. Invece, sembra esserci solo l’odio nella sua vita. E’ impossibile parlare con lui, stargli vicino.
Quelle sue labbra sottili, sempre contratte, perennemente silenziose. Non l’ho mai visto sorridere, salvo il suo sorrisetto beffardo: quanto lo odio!
Ma i suoi occhi, quelli sì che sono belli: fiamme nere che brillano nelle tenebre. E loro sanno dire tante cose, se sai ascoltarli. Ho imparato da un pezzo il loro muto linguaggio. Anche loro mi sgridano, quando non c’è posto per le parole, è la loro occupazione principale: a lui non va mai bene niente!
Ma a volte, di rado, quelle fiamme nere mi dicono anche altre cose: che mi ammira e mi stima, che ci tiene a me, che si preoccupa per me…



La posizione continua a essere troppo scomoda. Sbuffo e sto per parlare: mi precede fulminandomi con le sue fiamme nere. Non m’importa, parlo lo stesso:
- Avanti, distendiamoci e abbracciami che stiamo più comodi: non essere stupido, anche tu non ce la fai più.
Questa volta ho passato il limite.
Ora le sue fiamme nere mi bruceranno.
Sospira, si sposta, si distende, allunga un braccio e mi trae a sé stringendomi piano.
Un colpo al cuore: sono fra le sue braccia!
Come la volta in cui è venuto a tirarmi fuori dai guai: quante me ne ha dette, dopo, ma ha rischiato la sua vita per me. Mi ha portata via in braccio ed io ero messa proprio male.
Mi ha tenuta a lungo fra le sue braccia calde e delicate, tranquillizzandomi e attendendo il momento giusto per la fuga.
Non me la ricordavo più, quella sensazione di protezione, così forte… di sicurezza!
Il suo cuore batte calmo e lento.
Il mio no! Non posso essermi innamorata di lui: sarebbe assurdo!
No, no, che cosa assurdamente ridicola: chi mai s’innamorerebbe di Severus Piton? Io? Di quest’uomo odioso e antipatico, quest’orso incivile? No, sarebbe un amore impossibile, ed io non sono una da amori impossibili.
Lui non ama, non sa amare, non ha mai amato nessuno.
Beryll. Il nome pronunciato dalla Mangiamorte: aveva affermato che Beryll lo amava. Ma lui l’ha uccisa, quindi non l’amava, ovvio! Però, c’è rimasto secco a quelle parole, al punto che stava quasi per farsi ammazzare.
E questo, proprio, non è da lui. No, non è un comportamento consono all’uomo di ghiaccio che io conosco.
Allora, forse, un tempo ha saputo amare.
Quanto vorrei chiedergli chi è Beryll: no, non ne ho il coraggio, neppure stavolta.

Severus (5)


Invece adesso siamo qui, in questa scomoda nicchia, da troppo tempo. Comincia davvero a farmi male dappertutto: anche lei, poverina, non ce la fa più.
So che ci sarebbe una posizione più comoda: potremmo distenderci l’uno a fianco dell’altra, potrei abbracciarla…
- Distendiamoci e abbracciami: è troppo scomodo così, non ce la faccio più! - mormora sottovoce.
- Zitta!
A volte mi stupisco di quanto sia tagliente la mia voce, quando voglio.
Alhyssa ha ragione, lo so.
Ma mi sposto solo un po’ più in fondo e mi rannicchio a fatica per lasciarle una manciata di centimetri in più a disposizione.
E’ meglio restare così: a una prudente distanza di sicurezza.
Si è spostata anche lei e ora è esattamente davanti a me.
Come è bella, anche adesso che mi sta guardando irritata. Mi piacciono i suoi lunghi capelli castani che volano nel vento, le labbra sempre dischiuse in quel sorriso felice.
Anche i suoi freschi occhi verdi sono sempre sorridenti, pieni d’ottimismo e di voglia di vivere.
A volte ho l’impressione che vorrebbe essermi amica, o, forse, ben più che amica…
Ma non posso permetterglielo: le tenebre che avvolgono il mio cuore non me lo consentono.
Ho bisogno di essere odiato, è l’unico sentimento che merito, il solo che sono in grado di fronteggiare e controllare.
Però so che, qualche volta, anche se di rado, la fiamma che ancora brucia nel mio cuore trova la via per giungere ai miei occhi, contro la mia volontà, per sussurrarle quanto è importante per me.
Ormai ho capito che ha imparato a leggere nelle mie iridi: quando avrà compreso il folle sentimento che si agita forsennato nel mio cuore, io l’avrò perduta per sempre.


Ecco, si sta di nuovo dimenando e sbuffa. Ora me lo chiederà ancora: è una richiesta più che logica. La fulmino con gli occhi per tentare di bloccarla, ma parla lo stesso.
- Avanti, distendiamoci e abbracciami che stiamo più comodi: non essere stupido, anche tu non ce la fai più!
Ha indubbiamente ragione.
Mi lascio sfuggire un sospiro, poi mi sposto e mi distendo, quindi la stringo a me, con delicato rispetto.
Non ricordavo più com’è bello averla tra le braccia, il suo corpo morbido e caldo così vicino al mio!
Come quella volta. Quando sono arrivato al quartier generale, quella sera, tutti la davano ormai per morta.
Ma non io!
Mi sarei recato fino all’inferno per riprendermela.
Così sono andato a strapparla dalle grinfie di Voldemort.
Era conciata davvero male. L’ho tenuta fra le braccia per ore, cercando di tranquillizzarla, dopo averle curato le ferite, in attesa del momento giusto per fuggire e portarla in salvo.
E quando è stata fuori pericolo, l’ho sgridata e insultata come non mai prima d’allora.
Sento il suo cuore battere all’impazzata: il mio rimane congelato, in fondo al baratro di tenebra in cui l’ho seppellito quindici anni fa.
Non posso amarti, Alhyssa, non voglio amarti, non devo amarti!
Eppure ti amo, disperatamente.
Ma ho già perso Beryll, non potrei sopportare di perdere anche te: se avessi saputo rinunciare a Beryll, lei ora sarebbe viva.
E per questo che sto rinunciando a te, perché ti amo più di quanto amassi lei.
Perché il tuo cuore batte così forte, Alhyssa?
Tu devi solo odiarmi…

 
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