Titolo:
Il giorno in cui Ellyson divenne una studentessa di HogwartsSottotitolo :
Che Salazar ci salvi.
Autore: ellyson
Genere: commedia
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Epoca: post 7 anno
Personaggi: Severus Piton, Ellyson
Pairing: nessuno
Avvertimenti: AU
Nota: perché a volte bisogna sognare in grande
- Sì, ma tu esageri.
- Devi parlare anche qui?
- Certo. Le immagini inserite sono state create con l'app Zipik scoperta da Gabri e da Cate (che si ringrazia tantissimo entrambe )
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling ed a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.ù
Il giorno in cui Ellyson divenne una studentessa di Hogwarts
Che Salazar ci salvi.
Questa è la storia di come un piccolo mio desiderio si è avverato.
Il giorno in cui mi è stato concesso di diventare una studentessa di Hogwarts!
- Concesso è un parolone.
- Devi parlare anche tu?
- Se non racconti la verità devo intervenire.
- E quale sarebbe la verità?
- Che hai insistito così tanto che, pur di non sentirti più blaterale, ho accettato questa assurdità.
- Quisquiglie. Stavo dicendo… sono arrivata ad Hogwarts.
Niente treno. Sono arrivata al villaggio di Hogsmeade con una passaporta.
- Praticamente sei precipitata in un cespuglio. Ero vestita di tutto punto, con tanto di mantello.
- Era un bel mantello, te lo concedo. Dove l’hai preso?
- L’ho rubato dal tuo armadio. Con passo sicuro e determinata vado a vivere la mia giornata d’incanto.
Arrivata la castello il Preside mi accoglie calorosamente e con gentilezza. Il Cappello Parlante era tra le sue mani.
- Non avevi voglia di salire in Presidenza.
- Sono un sacco di scalini! Il Cappello viene posato sulla mia testa con delicatezza.
- Me l’hai strappato dalle mani!
- La smetti di interferire?
- E tu la smetti di dire cavolate? Emozionata e con il cuore che batteva fortissimo attesi il mio verdetto sicura di finire in…
- Grifondoro!
- Smettila di ridere, Preside dei miei stivali! Un po’ delusa da questa inaspettata decisione, chiedo al Cappello se è certo di quella scelta.
Insomma… non credo di essere una Grifondoro, ho ben poche qualità degne di nota e interesse della Casa di Godric. Con rispetto chiedo al sommo Cappello di vedere meglio nel mio cuore.
- Hai minacciato il Cappello Parlante.
- Come l’ho detto io suona meglio. Il prezioso manufatto magico prende ancora qualche istante per vedere meglio il mio animo e quello che mi spinge ad amare così tanto quel castello e la sua immensa storia. Scruta dentro di me, vede le mie potenzialità e ammette di esser stato troppo frettoloso nella scelta.
E così divenni Serpeverde.
- Per un giorno.
- Sì, si, va bene. Per un giorno. Non potevo fare magie purtroppo, niente bacchetta o incantesimi, ma non mi importava.
Per rendere questa esperienza ancora più emozionante, Severus mi condusse in uno dei suoi posti preferiti della scuola: la biblioteca.
- Ti sei lamentata tutto il tempo.
- La biblioteca, Severus? Davvero? Circondata da tanta saggezza e tomi antichi iniziai a sfogliare con rispetto le pagine sottili come carta velina.
Alcuni volumi erano enormi, fitti di parole, molte a me incomprensibili.
- Io quello non lo leggo.
- Si inizia dalle basi.
- Leggo un libro così grosso solo se dopo poche righe c’è un po’ di sesso.
- Sei impossibile. Cercavo di prendere appunti, ricordandomi ogni parola che Severus mi diceva. Una lezione importante da imparare, una parola nuova da apprendere, assorbivo come una spugna prendendo il massimo da quella meravigliosa opportunità.
- Dopo poche ore sembravi imbalsamata sulla sedia.
- Dormivo con gli occhi aperti, Severus. Finita la lezione teorica, finalmente siamo passati a qualcosa di più pratico.
Senza bacchetta la scelta fu molto limitata, ma mi ritenni molto, molto fortunata a mettere piede nell’aula di Pozioni.
- L’aula piccola di Pozioni.
- Praticamente mi hai portato nello sgabuzzino. Eccitata e anche un poco intimorita entrati nell’aula in punta di piedi e sotto suggerimento del professore iniziai a sistemare il mio materiale per aiutarlo.
- Delle pentole, Severus.
- Quelle mi servivano.
- Delle. Pentole. Quando il fuoco fu abbastanza forte sotto il calderone, Severus mi diede il permesso di stare accanto a lui sul tavolo da lavoro.
- Dovevo tenerti sotto controllo. Ho iniziato a mescolare, tagliare, dosare e triturare ingredienti.
- Disgustosi, Severus. Davvero disgustosi.
- Ti lamenti sempre. Ho mescolato fino a quando le braccia non mi hanno fatto male. Ho letto attentamente la lavagna con tutte le indicazioni.
- Hai scritto piccolissimo su quella lavagna, Severus.
- Dovevi mettere gli occhiali.
- Rovinano l’outfit! Purtroppo Pozioni non è decisamente la mia materia, per quanto mi sia impegnata e sforzata e abbia seguito tutte le indicazioni alla lavagna qualcosa è andato storto.
Me sono accorta troppo tardi.
- Hai fatto esplodere il calderone.
- Succede, Severus.
- Quella pozione non può esplodere! Neppure Paciock l’ha fatta esplodere! La mia giornata fantastica è, purtroppo quasi finita, Severus, alla fine, ha ritenuto che potessi fare altre esperienze al castello.
- Altri danni, vorrai dire.
- Uffa. Così sono finita nella serra n. 3.
Guardi professoressa Sprite! Ucciderò questa pianta!
FINEEdited by ellyson - 10/1/2024, 16:29