Il Calderone di Severus

Mitsuki91

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pingui79
view post Posted on 25/5/2013, 20:48 by: pingui79

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Eccomi anch'io con la recensione. Ho visto che anche Ida ha scritto la sua, ma non l'ho voluta leggere per non esserne influenzata. :)

***

È una storia davvero strana quella che mi accingo a recensire. Innanzitutto devo dire che già il titolo mi ha incuriosito e non poco, non fosse altro che per l’inusuale accostamento tra Lily e Tonks. Che c’azzecca? Ho pensato.
E alla fine ho dovuto ammettere che ci azzeccava veramente tanto, rimanendo piacevolmente sorpresa.

L’inizio che si apre su Severus è già uno sguardo che fa tremare il cuore, per quelle parole che sapientemente usi per descrivere tutto quel che è la sua vita.

“Severus Piton era cresciuto nella solitudine, si era illuso per un breve periodo di poter essere qualcuno per una persona in particolare – ed era stato un lampo di sole, una gioia, il calore nel petto – e poi era dovuto scendere di nuovo a patti con la realtà. Ora non riusciva a sopportare la presenza di altre persone per un lungo periodo di tempo…”


Questo è Severus in tutto e per tutto, un Severus solo. Sempre. E già quando leggo queste cose mi viene voglia di entrare in una storia ed abbracciarlo forte forte. Ma è una premessa che serve per arrivare ad un finale per il quale man mano che si prosegue non si può fare a meno di fare un vero e proprio tifo da stadio.

La curiosità di Severus dà il via ad una lunga scia di eventi e benedetta l’autrice che ha avuto questa idea. Quella che sembra una perfetta scena di tentativo di conquista di Remus da parte di Tonks diventa lo spunto per un lungo viaggio interiore. E qui niente ancora di strano, se non che mi è venuto spontaneo rammaricarmi per il fatto che la Rowling ci abbia privato di attimi come questi, tra Remus e Ninfadora.

Solo che abbiamo un quid inaspettato. Severus. Anzi no, Remus. Anzi no, Tonks. O forse ancora Severus? Tre colpi di scena – il quarto arriverà solo alla fine – che si susseguono in rapida successione ma che sono così ben intrecciati nella narrazione che creano un perfetto crescendo armonico.

La confessione di Remus di un amore di gioventù mai rivelato e mai corrisposto è l’accordo che dà il via ad una serie di tentativi disperati per essere amati. Tonks agisce di conseguenza… e se in un primo tempo anche il lettore è spiazzato quanto Remus, da un altro lato è un gesto anche comprensibile se si ragiona con le ragioni dell’amore disperato.

“Posso essere chi desideri.” disse Tonks, ed era la voce di Tonks, ma era il corpo di Lily, Lily. “Non m’importa se lo consideri immorale, o sbagliato. Non m’importa se non vuoi me. Pur di stare con te, sarò chi vuoi.”


Ma il tuffo al cuore lo ha il lettore, quando i suoi occhi incontrano quelli di Severus che, ancora nascosto, osserva ogni cosa.

“Severus neanche se ne accorse. Severus continuava a fissare Lily, estasiato – perché lei non era Lily, ma lo era, aveva il suo viso e il suo corpo e i suoi occhi, oh Lily.”


Eccola lì, la ciliegina sulla torta che sta in cima ed alla base di tutta la storia – lo so, a livello culinario non è esatto, ma non mi è venuto altro paragone! – la consapevolezza che è consciamente lasciata in un angolo, la finzione che si decide di accettare come realtà fittizia, in nome di un bisogno disperato di amare e di essere amati.

Severus e Tonks sono due solitudini che s’incontrano. Cercavano altro, ma alla fine sono riusciti a trovare se stessi in un amore più sano e maturo di quello che in principio agognavano con tutto se stessi.

Ma prima di tornare a Severus mi soffermo di nuovo su Tonks. Su una giovane ragazza che non capisce perché non può essere amata per quello che è, perché deve costringersi ad essere altra. È triste. Chiedersi se dentro si è così brutti da non poter essere amati. Mi ci sono rivista nelle tante occasioni dei tanti no ricevuti che l’ultima parte avrei potuto dirla io.
“Perché non poteva essere come Lily? Cosa c’era di sbagliato in lei? Poteva cambiare il suo corpo, ma non quello che era dentro. Faceva così schifo, come era dentro?”


Man mano che la storia si dipana ho iniziato a fare il tifo, letteralmente. Per Tonks e per Severus. Per entrambi, perché aprissero definitivamente gli occhi e finissero di cercare altro e si accorgessero di quello che avevano sempre avuto davanti. E quando accade ho esultato di felicità per loro, per quella consapevolezza finalmente liberata che è riuscita ad abbattere il muro di una cecità voluta consciamente e che è riuscita a farli smettere di accontentarsi delle briciole di una realtà meramente fittizia.

Il finale, che non svelo – ho già spoilerato anche troppo! – è tutto dolcezza e sorrisi. Sorrisi, sì, finalmente rivolti a Severus e a Tonks, finalmente se stessi, finalmente liberi di amarsi ed essere amati per come sono e non come vorrebbero essere.

Che dire? Amo gli happy end.
 
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18 replies since 19/5/2013, 20:04   413 views
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