Il Calderone di Severus

TrePi ex claudiob.

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halfbloodprincess78
view post Posted on 15/7/2012, 18:11




Scotia

De historia moreque humanae populationis


Ho letto con piacere questo ironico resoconto della vostra vacanza in Scozia, in certi punti ho riso di gusto tipo quando hai detto che qualcuno ha visto il filmato due volte sperando che alla seconda visione gli Highlanders fossero più in forma.
Hai fatto cadere molti miti e luoghi comuni tuttavia il l'haggish l'avrei provato, non credo possa fare più impressione della pajata che a me piace, lo so faccio schifo del resto come diceva il Marchese del Grillo ''è M...'' ma coi rigatoni è la morte loro.
Complimenti per la storia, per l'ottima prosa e per la faccia tosta di Chiara che ha chiesto se poteva farsi la foto con lo scozzese folkloristico.
Due domande:
Ma i suonatori di cornamusa ndo stanno, e soprattutto il Baronetto sotto il kilt le portava le mutande??:lol:
 
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TrePi
view post Posted on 15/7/2012, 20:46




Sembra che questo raccontino sia stato a contatto con la Pietra Filosofale, ormai ha più anni di Nicholas Flamel :D Comunque la Scozia del Nord Ovest, quella che ho visto io, è veramente un luogo esotico, a volte...anche troppo. Fatti qualche centinaio di chilometri sulle "One track road" e capirai perchè; anche la guida a sinistra diventa un particolare insignificante, tanto ci passa una macchina sola...con ogni mezzo chilometro una piazzola per gli incroci. Le curiosità che ti attanagliano: si, le cornamuse c'erano (spettacolino in albergo); non è per sciovinismo, ma i nostri zampognari natalizi suonano meglio. Mutande del Sir banchiere: non so, francamente; ma data la temperatura, se non le avesse portate si spiegherebbe la ragione per cui vengono definiti tipi molto freddi ;) Ovviamente, un mucchio di grazie per la tua attenzione :D
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 15/7/2012, 21:05




CITAZIONE (TrePi @ 15/7/2012, 21:46) 
si, le cornamuse c'erano (spettacolino in albergo); non è per sciovinismo, ma i nostri zampognari natalizi suonano meglio.
Mutande del Sir banchiere: non so, francamente; ma data la temperatura, se non le avesse portate si spiegherebbe la ragione per cui vengono definiti tipi molto freddi ;) Ovviamente, un mucchio di grazie per la tua attenzione :D

Perfetto, uno immagina il ''cornamusaro'' solitario che suona per le Highlands deserte e invece si ritrova i pirlotti in albergo che suonano mentre uno vorrebbe dormire.
Più che ''tipi freddi'' sarebbero clinicamente morti in quelle zone. :lol:
Non c'è bisogno di ringraziare, il racconto è bello e merita di essere letto indipendentemente a quanto tempo fa tu l'abbia scritto. ;)
 
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view post Posted on 1/1/2013, 00:12

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Magia in Val Gardena

Non so se morire dal ridere, o se prostrarmi di fronte a tante genialità, poiché gli spunti comici in questa storia sono così sottili, ben organizzati ed esposti da risultare assolutamente splendidi.
L’inizio non può non far sorridere: la crisi di astinenza da Forum colpisce gli ignari utenti quando meno se lo aspettano, per lo più in vacanza e quando non ci sono computer a portata di mano. Se poi si è anche in un posto fuori dal mondo o quasi, la crisi di astinenza è praticamente certa. Posso quindi comprendere a pieno l’ansia di Chiara, che si getta a capofitto sul primo pc a disposizione.
Ma il vero colpo di genio è l’Internet Cafè ed il mondo magico che cela.
Certo, tutti i complimenti vanno all’amico Magonò dell’autore, che non sa fare nemmeno uno straccio di Oblivion e così finisce per raccontare più del necessario senza cancellare la memoria dell’autore: senza tutte le informazioni raccolte negli anni, il nostro autore si sarebbe accorto della magia dietro il velo del mondo Babbano?
Una semplice porta di cristallo si tramuta in passaggio per un altro mondo, quel mondo magico che tanto ama Chiara (e l’autore? Non è dato saperlo). Non ci vuole un occhio esperto, basta un semplice lapsus della Barstrega per far comprendere ogni cosa ad un visitatore attento.
Ma ciò che maggiormente colpisce il lettore è l’analisi del computer, che passo passo si rivela non un artefatto della tecnologia Babbana, bensì un sofisticatissimo prodotto magico. E che prodotto!
Così, tra un mouse che non è tale, ma una stranissima creatura magica, un "Fenestrae Septem" per il quale mi ci sono volute ben cinque letture per comprendere il significato Babbano (geniale, assolutamente geniale, ho ancora le lacrime agli occhi dal ridere!), un computer che naviga a carbone, cosa si può chiedere di più a questo prodotto del mondo magico?

Eppure il nostro autore sa stupire ancora il lettore, senza mai stancarlo. Anzi, analizza con cura questo prodigio della tecnologia e riesce a cogliere ogni particolare, trovando una spiegazione magica che non solo è perfettamente pertinente, ma che è anche colma di sottile ironia.
Dalla tastiera, forse forse inficiata dalla Maledizione Imperius, allo schermo, veniamo poco alla volta a scoprire che questa straordinaria imitazione della tecnologia Babbana si serve di una incredibile quantità di creature magiche: ma poveri animaletti! Ho la vaga idea che la nostra Hermione Granger avrebbe di che protestare vivacemente, se venisse a sapere una cosa del genere. Passi per le lettere (e già qui m’immagino il Pagurus Tattilus della “k”, che si rivolta a mordicchiare le dita degli sgrammaticati amanti dell’orribile essemmessese), ma addirittura i Nargilli, per non parlare dei BitGufi! Chi è riuscito a copiare questa diavoleria Babbana come minimo non avrà avuto spazio solo su una figurina, ma di certo su un intero album in suo onore!
Il finale, con il ritorno al piatto mondo Babbano, non è meno intriso di sarcasmo. Dal saluto alla Barstrega, per il quale prossimamente esigo l’imitazione dal vivo, fino al misterioso castello. Vuoi vedere che abbiamo scoperto dove i maghi italiani (o solo quelli ladini? Humm, qui c’è da indagare molto accuratamente) vanno a scuola? Non si sa.

L’ultima frase di questa storia lascia un pizzico di amaro in bocca ed anche di rammarico, sì, quando il confronto tra mondo Babbano e mondo magico pende impietosamente a favore del secondo. E quindi, purtroppo, a nostro sfavore.
 
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TrePi
view post Posted on 1/1/2013, 00:26




Che dire? Questo connubio di magia e tecnologia mi è venuto in mente ripensando al grammofono di Minerva in preparazione del Ballo del Ceppo, e non c'era modo di scriverne se non col sorriso sulle labbra. Grazie infinite non solo per l'apprezzamento, ma anche per la tempestività: devi avere dei BitGufi da Formula1 ! :P
 
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view post Posted on 12/4/2013, 20:32

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CITAZIONE (TrePi @ 1/1/2013, 01:26) 
Che dire? Questo connubio di magia e tecnologia mi è venuto in mente ripensando al grammofono di Minerva in preparazione del Ballo del Ceppo, e non c'era modo di scriverne se non col sorriso sulle labbra. Grazie infinite non solo per l'apprezzamento, ma anche per la tempestività: devi avere dei BitGufi da Formula1 ! :P

Bellissima grazie!!!.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 21:31
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E lucevan le stelle



Ci sono molte cose che mi sono piaciute di questa storia, prima di tutto la durezza con cui fai parlare Severus, così duro con il passato e soprattutto con se stesso, ma così ancora determinato a sopravvivere, un uomo determinato e forte che non si arrende mai, neppure alla morte tanto agognata, e questo è Severus, un bel Severus quello che hai tratteggiato.
Mi ha piaciuta molto la durezza con cui “tratti” specialmente la madre del mago, e condivido ogni singola parola che tu hai scritto su di lei, perché neppure io sono mai riuscita a considerarla una vera madre per lui e neppure donna che aveva tutti i mezzi per far finire tutto quell'orrore.
Un brano d'Opera fantastico quello che hai scelto e che ti ha ispirato una bellissima storia, ben strutturata, dove non c'è alcuna traccia di sentimentalismi, ma tutta la crudezza di una realtà che ti scorre davanti agli occhi, come tutta la vita di Severus che analizza con estrema lucidità, come se non stesse affatto per morire.
Fantastica.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 21:46
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E lucean le stelle



Bella, una bella storia di stampo diverso, che mi è piaciuta.
Si comincia con l’equiparazione alle stelle, così tremendamente sole, le une lontane anni luce dalle altre in una solitudine infinita.
Poi, lo stridente contrasto tra coloro per i quali, talvolta, i sogni si trasformano in incubi, e Severus, che invece per tutta la vita ha vissuto in un lunghissimo incubo che solo per un breve istante meraviglioso si è fatto sogno… Quale stridente contrasto con tutti quanti, povero amore mio!
Interessanti ed originali le considerazioni sull’implicita “marchiatura” ricevuta dai suoi genitori a causa della violenza del padre e l’inesistenza e debolezza della madre.
Belle e verissime, poi, le considerazioni sugli amori adolescenziali: chi non ricorda quei tremendi ed elettrizzanti batticuori?
CITAZIONE
Madre di un bambino da difendere.

Qui, non so bene perché, mi sono venuti i brividi. Non so, forse perché prima c’era stato quell’accenno a sua madre che, in realtà, non era mai stata capace di difenderlo. Ed infatti la storia torna su Eileen, ed è interessante questo ritorno sulla madre dell’autore: anche i tuoi haiku erano su di lei (e sul padre) se non ricordo male. Molto bello il sottolineare la potenza del vero amore materno (equiparato come forza alla Natura) con il confronto, tra Lily, ovviamente vincente nella sua morte, ed Eileen perdente nella sua succube vita inutile per il figlio.
E poi le lacrime di Fanny. Compiranno il miracolo? L’autore non lo dice, ma io lo ringrazio per aver lasciato al lettore la speranza di una possibilità di salvezza.
Perfetta la resa della bellissima aria di Puccini in questa song.


Edited by chiara53 - 26/6/2015, 19:13
 
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TrePi
view post Posted on 13/2/2014, 11:54




Grazie, grazie ad entrambe le mie gentili e sollecite commentatrici. Mi conforta molto, essendo alla prima storia "vera" (quella della Val Gardena era un semplice "divertissement") il fatto di essere stato capito nella mia visione di Severus: uno come lui che si piange addosso non riesco ne' a concepirlo ne' a tollerrarlo.
Io lo vedo in questo modo: parecchio incazzato (oops...) e naturalmente sardonico, da par suo.
Grazie ancora e un bacione a tutte e due.
Claudio
 
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view post Posted on 14/2/2014, 01:06
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E lucean le stelle



Ho fatto come hai suggerito: lettura accompagnata dal brano musicale, e mi è venuto un nodo in gola pazzesco: sono piagnona, lo so, ma leggere una disamina così sentita e profonda dei pensieri di Severus negli ultimi istanti di vita (che poi, saranno davvero gli ultimi, in questo caso, grazie all'intervento di Fanny?) sottolineati da musica di così rara bellezza, avrebbe commosso anche un cuore di pietra :P Una storia bellissima, intensa e struggente ma al contempo caratterizzata da una squisita razionalità che porta alla luce i motivi assolutamente plausibili di un percorso fatto di errori che hai saputo magicamente rendere umani e accettabili, perchè dettati da un cuore innamorato e disperato. Mi è piaciuto soprattutto il grande rispetto e la comprensione che hai avuto nei confronti delle ragioni di un magnifico Severus paragonato a stella solitaria e rilucente (che comparazione incantevole!), morente ma non sconfitto, pronto a perseguire, se necessario perfino in un'altra esistenza, la sua vendetta nei confronti di colui che gli ha portato via la ragione di vita. Il tutto scritto con taglio squisitamente maschile e in modo così fluido e perfetto da rendere la lettura un grandissimo piacere, al pari dell'ascolto della splendida aria pucciniana cantata da Pavarotti: strepitoso Claudio, hai tutta la mia stima! ^_^ :D
 
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view post Posted on 11/4/2014, 14:23
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La ninfa dei boschi



Oh, Claudio, io mi sa che ti adoro, e ho scoperto che mi piace un sacco il modo in cui scrivi e ciò che scrivi.
Tra le tante cose che mi sono piaciute di questa storia, ce ne sono due che mi hanno portato all'adorazione: la prima sta nella prima parte (perdona la ripetizione), ed è praticamente il mio sogno tramutato in parole, anche se, la mia meta sarebbe stata l'Egitto che è il mio amore prima dell'Urbe, ma sono cose che non ci interessano, torniamo alla storia :D
L'altra invece sta nella seconda parte, e, da amante dell'Antica Roma, non ho potuto non perdermi in quelle strade, in quel mondo e in quell'atmosfera che tu hai saputo creare, è stato come fare un salto nel passato, troppo breve per i miei gusti, perché ne parli in modo così splendido e dettagliato e perfetto, che avrei voluto leggerne ancora e ancora.
Poi, ovviamente, a tempo perso, se mi scrivessi altre storie in questo bel mondo romano... :stupore: nel tempio, fuori, dove vuoi... :stupore:
Ok, ok, torno seria, mi ero fatta prendere dall'emozione, (ri)torno alla storia :D

Sono belli questi tuoi personaggi, mi è molto piaciuta la Professoressa Silvana Martini e il modo in cui mi hai fatto entrare nella sua vita e nei suoi pensieri, splendida Lucia che la introduce ad un “mondo” nuovo, fantastico, dove portare i suoi sogni e il suo modo di sognare.
Ed è proprio questo ciò che mi è piaciuto tanto, il fatto che tu abbia trasposto nella storia del Tempio, il modo particolare, personale – e meraviglioso – di sognare di Silvana.

CITAZIONE
(la cultura non si mangia, aveva affermato un genio del Governo, che Giove lo strafulmini)

Qui mi è venuto tremendamente da ridere, perché mi sono immaginata la scena e poi perché ho iniziato a maledire pure io l'idiota e ad incitare Giove affinché lanciasse cataste di fulmini su certi idioti.

CITAZIONE
l'autrice aveva calato il suo Mondo Magico in mezzo al Mondo Babbano come un vestito di Dior in una bancarella di robivecchi

Questa è semplicemente da applausi!
Ed effettivamente, se ci si pensa bene, è proprio così!
Un paragone veramente fantastico!

“La scopa da Quidditch di Ginny” è meraviglioso! :lol:

CITAZIONE
Il fatto è che Severus sembra fatto apposta per essere, se non amato, almeno sognato.

Oooh, sì, quant'è vero, in fondo Severus potrebbe benissimo incarnare tutti i nostri sbagli e tutte le nostre debolezze, ed è facile ritrovarsi nei suoi occhi, e sentire quei tormenti che, forse, sono stati anche i nostri, per questo è così facile da amare e da sognare, perché, insieme a lui, è possibile trovare una sorta di riscatto, per lui e per noi.

CITAZIONE
la vita è una maestra assai dura e severa, spesso spietata.

E quant’è maledettamente vero, ma spesso ci rende molto molto più forti e consapevoli di noi stessi.

CITAZIONE
Posso anche sognarlo ad occhi aperti: vado davanti alla finestra e, oltre la fascia di pini fruscianti che sono lì da sempre, non vedo la Roma dominata dalla cupola di S. Pietro, dai colori rossicci dei palazzoni ottocenteschi o dal cemento e dai vetri neri dei palazzi moderni.
No, la mente vede la "mia" Roma, piena di templi, monumenti, statue, fantasmagorici palazzi dai cento colori e, più lontane all'orizzonte, un'infinita schiera di insulae pericolosamente alte e fatiscenti.

Questo è fantastico, ed è uno dei motivi che mi ha fatto amare questa storia.
Roma è bella. Punto.
Ma quella Roma che Silvana vede, è ancora più bella, più affascinante, più magica, si respira la storia, il passato, il nostro stesso essere; e l’ho adorato perché è anche la “mia” Roma, quella che trasuda ai miei occhi di amante dell’Antico Mondo Romano.

Ad un certo punto ho davvero creduto che tu mandassi l’archeologa alla ricerca del Tempio, delle sue rovine che a lei sarebbero sembrate solo che quelle e poi, invece, con un incredibile magia si sarebbe materializzata ai suoi occhi quella “realtà”.
Invece tu l’hai resa un sogno, il suo sogno, lì, dov’è racchiuso tutto “l’amore per il suo mestiere” ed è stato fantastico, veramente fantastico!

CITAZIONE
non si può non far caso al fatto che in qualche modo quel che facciamo, soffriamo, amiamo nelle ore di veglia si insinua inesorabile nei nostri sogni.

Dannatamente vero!
I sogni sono, spesso, nient’altro che lo specchio di ciò che desideriamo veramente ed è un po’ un cammino fatto di azioni, dolori, amori, felicità e quant’altro, che ci porta per mano fino al desiderio ultimo, a quello che il sogno rappresenta.

CITAZIONE
Nella vita di una persona, il sogno è il vero e solo posto in cui si è veramente liberi: niente e nessuno può dirti cosa e come sognare.

Mi piace moltissimo il modo diretto in cui dici le cose, dritto al punto, ma a ben leggere c’è una profonda conoscenza, un profondo “sentire” ciò che ci circonda e ciò che abbiamo dentro.

Poi arriva la seconda parte, il “sogno”, la meraviglia.
Tale è stato per me leggere questa parte, sogno e meraviglia, tutti e due insieme che si mescolavano e cercavano di emergere sull’altro con prepotenza.
Forse mi sa che te l’ho già detto che amo l’Antica Roma XD ma ribadisco il concetto, perché, per quel motivo, è chiaro che la storia mi sia piaciuta tremendamente, soprattutto la seconda parte in cui mi hai presa e trasportata a secoli e secoli addietro e mi hai messo di fianco alla tua ninfa dei boschi e mi hai permesso di guardare insieme a lei, la vita di Roma che scorreva tranquilla – e perfetta nel modo in cui l’hai descritta.
Poi, come se non bastasse, arriva lui, il Signore del Tempio, questa figura che d’impatto stride con tutto il resto, ma poi si amalgama perfettamente in quel mondo, e ci sta d’incanto.
In fondo la magia di un sogno è anche questo, creare l’impossibile.
Fantastico!
Severus nell’Antica Roma è qualcosa di meraviglioso per me! :stupore:
Sono molto catturata da tutto ciò :D e ne vorrei leggere altro! :rolleyes:


Edited by chiara53 - 26/6/2015, 19:13
 
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TrePi
view post Posted on 11/4/2014, 16:16




Ok, ok, che posso dire? Che sono stupefatto? Sarebbe riduttivo. La verità è che, quando ho cominciato, ero convinto di imbarcarmi in una "mission impossible", e sono andato avanti solo per vedere se riuscivo a conciliare il mio modo di scrivere e la mia personale visione di Severus con quella che, con infinite e splendide variazioni, è comunque imperante nel Forum. L'unico modo in cui posso parlare del Nostro è quella di immedesimarmi in Lui, e questo posso farlo solo inquadrandolo in qualche maniera. Se mi passi il paragone roboante e presuntuoso, io non mi sento uno scrittore; preferisco pensarmi come un giornalista.
La dimensione del sogno mi è parsa l'unica maniera possibile per descrivere ciò che vedevo con gli occhi della mente, proprio perchè ho difficoltà ad "inventare" tout court: in realtà stavolta, più che in Severus, mi sono immedesimato nella prof, così come cerco di immedesimarmi in un osservatore informato (ma non professionale) quando scrivo delle strade romane in Antiche Culture. Sono felice di scoprire di non essere solo in questo amore per passato, in questo ricostruire un film dai pochi fotogrammi di cui disponiamo: non è forse questa la "libertà di sognare"?
Grazie ancora per le tue gentili parole: spero di sognare ancora qualcosa che ti piaccia altrettanto. :blush:
 
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view post Posted on 20/4/2014, 18:25
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La Ninfa dei boschi



Beh, Claudio, che dire? Che mi è piaciuta da morire ed è arrivata a commuovermi. Un'apertura di racconto originalissima, così come l'ambientazione e lo stile impeccabile fanno di questa storia un gioiello narrativo da non perdere, in cui le uniche figure che si incontrano in questo contesto così speciale e ben descritto, prendono vita in maniera straordinaria.
Il grigio della vecchia Vestale e il nero del Signore del Tempio spiccano ancora più evidenti di qualsiasi colore in quel mondo fatto di gradazioni, sfumature, odori e sapori che hai saputo far rivivere tra le righe in modo splendido. E l'apparire della figura del Signore del tempio, Uomo ma più probabilmente Dio, davanti al quale tutti si spostano immediatamente perchè il suo passo non rallenti, è un'immagine potente e grandiosa, mentre la fedeltà della Vestale, ormai anziana e stanca, che siede ogni giorno ad attendere l'ora del suo giungere solo per vederlo mi ha fatto appunto commuovere. Infine, da citare assolutamente, la piccola, adorabile menzione di Albus Tacitus: un piccolo tocco di genio delizioso :P Mamma mia, Claudio, che bella questa storia, complimenti di cuore!
 
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view post Posted on 27/4/2014, 14:32
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La Ninfa dei boschi (parte II)



E non potevo certo perdermi la seconda parte della tua fic che, naturalmente, ha fatto da degno seguito alla prima! Bellissima anche questa storia in cui l'evoluzione degli eventi sono curati nei minimi particolari, ben descritti, vivi e palpitanti: mi è sembrato di assistere alle immagini di uno stupendo film di rievocazione storica; la figura del Signore del Tempio, percepita e raccontata dal punto di vista maschile, è squisitamente "virile" :P mentre la giovane Vestale, di ceppo britannico e così avulsa da smancerie, che riesce a conquistare il favore del Signore con il proprio carattere e la determinazione è adorabile e perfettamente inserita in un contesto ricostruito magistralmente. Mi è piaciuta tantissimo Claudio, peccato sia così breve: sarebbe bello se tu decidessi di regalarci ancora altri seguiti, a questo, che leggerei davvero tanto volentieri ;)
 
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view post Posted on 25/8/2014, 20:49
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I ♥ Severus


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Nella prima parte della storia (Severus davanti a Voldemort) ammetto di essere rimasta piacevolmente scioccata: in effetti ho ritrovato cose che penso, di logica deduttiva, che addirittura ho più volte scritto (ma ormai ne ho scritte così tante, di storie, che neppure mi ricordo in quali...). Davvero, questa parte iniziale della storia potrei averla scritta io (e sono certa che, qui o là, nelle mie storie - quali??? - ho scritto tutto quanto) e, poichè ho lo stesso "smisurato e patologico ego di Voldemort", naturalmnete la cosa mi ha fatto molto piacere giacchè amo assai leggere parole e concetti simili ai miei! ;)
Bello e terribile il pensiero di non poter più "guaradre nessuno negli occhi"!
Una tremenda stoccata, invece, l'ironia di aver preparato tutto per una fuga dai Mangiamorte... e dover invece fare l'esatto contrario.
Bella, bellissima e straziante, la scatola ermetica in cui rinchiudere i rottami della sua anima ed i suoi tormenti, da riaprire solo dopo, in un posto e momento piuù tranquilli... da brividi! E, a dire il vero, anche molto "maschile".
Molto belle le descrizioni delle due forme di padri.
Ammetto che, nel finale, sei riuscito a strapparmi un sorriso grazie agli scheletri nell'armadio di Silente che, probabilmente, lo hanno aiutato ad essere più comprensivo con Severus...
Bella e intensa la frase sull'onestà intellettuale di Silente, che condivido in pieno: ho dubitato fortemente del grande vecchio, niente affatto bonario ma molto stratega, ad un certo punto, ma sapere che ha messo anche la propria morte nella scacchiera, in effetti mi ha riappacificata con lui.
Davvero bello il suggerimento appena prima della fine, quella preghiera di Silente prima di morire: solo un'implorazione a mo' di incoraggiamento, oppure un invito a proseguire sulla strada intrapresa? Ammetto che la nuova versione mi piace assai.


Edited by chiara53 - 26/6/2015, 19:14
 
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