Terminiamo le licenze poetiche tratte da Poetare.
Sincope: consiste nella caduta di una o più lettere all’interno di una parola:
allor che all’
opre femminili intenta (G. Leopardi, A Silvia, v 10) - invece di
opere -
… quello
spirto guerrier ch’entro mi rugge (U. Foscolo, Alla sera, v 14) - invece dii
spirito -
…
veniano a conversar (G. Carducci, Avanti! Avanti!, v 108) - invece di
venivano -
Apocope: indica la caduta di una o più lettere alla fine della parola:
… lo
fan d’ozi beato e di vivande (U. Foscolo, Dei Sepolcri, v 61) - invece di
fanno -
… per lo libero
ciel fan mille giri (G. Leopardi, Il passero solitario, v10) - invece di
cielo -
Tmesi: si tratta della divisione in due parti di una parola, delle quali la prima è posta alla fine del verso e l’altra all’inizio o nel mezzo del verso successivo:
… - Orlando, fa che ti raccordi
di me ne l’orazion tue grate a Dio;
né men ti raccomando la mia
Fiordi… -
ma dir non poté
ligi, e qui finio.
(L. Ariosto, Orlando furioso, Canto XLII, Ottava XIV)
… ché mi si rompono i ginocchi.
Salva-
mi dalla brama del veloce fuoco…
(G. D’Annunzio, L’oleandro, vv 239-240, Alcyone)
Ella prega: un lungo alito d’
ave-
marie con un murmure lene...
(G. Pascoli, Sorella, vv 21-22, Myricae)