Una volta incasellati i versi a suon di sillabe ed elaborate le figure metriche di vocale e di accento, talvolta i poeti si son trovati in difficoltà a far quadrare l'arido conteggio delle sillabe con la loro lirica volontà di comporre quel verso dalla determinata lunghezza... così nacquero le licenze poetiche!
Cominciamo ad esaminarne alcune
Tratto da Poetare.Licenze poetiche
Pròstesi (o pròtesi): si ha quando si aggiunge una lettera o una sillaba in principio di parola, per eufonia:
…
ispumeggiano i frantoi (G. Carducci, Faida di Comune, v 74)
Narran le
istorie e cantano i poeti (G. Carducci, Mito e verità, v 1)
Anaptissi (o epèntesi): si ha quando si inserisce una vocale fra due consonanti, così da formare una sillaba in più:
Ciascun rived
erà la trista tomba (Dante, Inferno, VI, v 97) - invece di rive
drà -
… d’un altro Orfeo la cet
era (V. Monti, Al signor di Montgolfier, v 31) - invece di ce
tra -
Niun fantas
ima di luce (G. Carducci, In Carnia, v 61) - invece di fanta
sma -
…di quella mar
amaglia, io non lo nego… (G. Giusti, Sant’Ambrogio, v 26) - invece di ma
rmaglia -
Paragoge (o epìtesi): consiste nell’aggiungere una sillaba alla fine di una parola:
Qui di pietà mi spoglio e di virtu
di (G. Leopardi, Le ricordanze, v 41)
… eversor di citta
di il mite ramo (G. Carducci, Colloqui con gli alberi, v 4)
Afèresi: indica la caduta o soppressione di una sillaba o di una lettera in principio di parola:
…
(am)mainaste or or la vela (G. Carducci, Faida di Comune, v 118)
… tu pria che l’erbe inaridisse il
(in)verno (G. Leopardi, A Silvia, v 40)
… dell’ultimo orizzonte il
(s)guardo esclude. (G. Leopardi, L’infinito, v 3)
Edited by Ida59 - 6/7/2015, 14:59