Tratto da Parafrasando.
La metafora (dal greco
metaphéro, “io trasporto”, composto da
metà = "oltre, al di là" e
phéro = "porto") è una figura retorica (di contenuto) consistente nella sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito ad una trasposizione simbolica di immagini. Così, dicendo:
"Tizio è un coniglio", intendiamo dire che è pavido come un coniglio. Dicendo:
"L'infanzia è l'alba della vita", intendiamo dire che è l'inizio della vita, come l'alba lo è del giorno.
Differisce dalla similitudine per l'assenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali ("come").
Oltre che con la metafora, uno spostamento di significato si attua anche con la
metonimia e la
sinèddoche.
Le metafore possono essere costruite in vari modi:
- con un sostantivo (
"una montagna di compiti"; "una salute di ferro");
- con un aggettivo (
"gli anni verdi"=della giovinezza);
- con un verbo (
"il pavimento della stanza balla");
- con un predicato nominale (
"quella ragazza è una perla"; oppure:
"sei proprio una ZUCCA!").
Con la metafora il poeta riesce a nutrire la sua poesia di allusioni e la contorna di significati emblematici che noi dobbiamo sapere interpretare.
Esempi:“..Io non piangea, sì dentro impetrai..”(Dante, Inferno, XXXIII, v.49)
Questa frase è pronunciata dal conte Ugolino il quale con questa espressione vuole intendere che a causa di un dolore fortissimo il suo animo non provava alcuna emozione, era diventato - cioè - ‘duro come una pietra’.
“..ch'amor conduce a piè del duro lauro
ch'à i rami di diamante e d'or le chiome..”(F.Petrarca, Canzoniere, XXX, vv.22-23);
Petrarca allude a Laura riferendo di una pianta di alloro con rami di diamante e chioma dorata ai piedi della quale Amore conduce chi è colpito dai suoi dardi.
"..Anche un uomo tornava al suo nido.."(G. Pascoli, X Agosto, v.13)
nido=casa
Tratto da Foto Itsos