Il Calderone di Severus

2.2 Gli Obiettivi: La profondità di campo e alcuni modi di utilizzo dei diversi obiettivi

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view post Posted on 20/4/2010, 18:44

Buca-calderoni

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Come ho già accennato nella lezione precedente, la profondità di campo è la capacità di un obiettivo di rendere a “fuoco”, ovvero nitidi, i diversi piani dell’immagine.

Non cercherò di spiegare l’effetto dal punto di vista ottico, se desiderate saperne di più potete sempre cercare su Wikipedia o in rete, vi basti sapere che il punto esatto di messa a fuoco è uno ed uno solo, ma, per effetto della combinazione tra lenti e diaframma, i punti appena prima o appena dopo il punto di messa a fuoco possono “sembrare” egualmente nitidi. Quanto prima e quanto dopo dipende dal tipo di obiettivo e dalla chiusura/apertura del diaframma.

Come regola generale, possiamo dire che più il diaframma è chiuso ( cioè più il numero è grande es. f16, f32 ecc. ecc.) maggiore è la profondità di campo a parità di lunghezza focale.

Con quasi tutte le fotocamere reflex, è possibile controllare la profondità di campo direttamente nel mirino, premendo l’apposito pulsante di chiusura diaframma, e controllando visivamente l’effetto. In altri casi, è presente una scala graduata sull’obiettivo: mettendo a fuoco il soggetto e controllando i valori di diaframma riportati in questa scala, è possibile avere in metri lo spazio tra cui è compresa la messa a fuoco. Con le compatte, specie se a mirino galileiano, o c’è la scala sull’obiettivo o… bisogna tirare ad indovinare.

Ma perché è importante la profondità di campo?

Le ragioni sono molteplici, essenzialmente legate al tipo di immagine che vogliamo realizzare ed al messaggio che vogliamo trasmettere. Facciamo alcuni esempi:

- Ritratto
Fotografare una persona (o un animale, anche se in alcuni casi i soggetti possono coincidere… ) non è facile, ma ci sono alcuni elementi che occorre avere ben presenti. L’obiettivo da utilizzare è, nella visione classica del ritratto, un medio tele (90-135mm di lunghezza focale).

Con questa tipologia di obiettivi, la profondità di campo non è elevata, e questo permette di isolare il soggetto dal contesto. Gli occhi DEVONO essere a fuoco, sono la parte del viso che attrae maggiormente l’osservatore, il resto… dipende!

Lo sfondo, proprio per meglio isolare il soggetto, deve essere sfocato e questo, combinato con il perfetto fuoco sugli occhi, consiglia di utilizzare un diaframma abbastanza aperto, ma non troppo… insomma, non si può avere tutto, mantenendo lo sfondo sfocato e gli occhi a fuoco, si corre il rischio di avere anche il naso… un po’ confuso o di vedere le crepe in quell’orribile muro sullo sfondo.

I risultati migliori si ottengono lavorando con un medio tele (appunto un 100mm circa) combinati con un tempo abbastanza veloce da evitare il mosso (dipende dalla mano, ma consiglierei, almeno all’inizio, di non scendere sotto 1/60) ed un diaframma chiuso, ma non troppo, per combinare il meglio tra sfondo sfocato e viso ben definito (tra f5,6 e f4 , anche qui dipende... ). Teleobiettivi di lunghezza focale maggiore (es. 200mm o oltre) “schiaccerebbero” troppo l’immagine.

Se invece volete qualcosa di diverso, provate con un grandangolo. Il soggetto, anche se ravvicinato, viene immediatamente inserito nello sfondo e, complice la più o meno leggera distorsione dell’immagine, diventa meno eguale a se stesso, quasi fosse una caricatura. Il fuoco, pur utilizzando tempi e diaframmi simili, sarà decisamente maggiore e potremo notare i particolari sia dello sfondo che del primo piano.

- Paesaggio
I paesaggi, contrariamente a quanto si crede, sono molto difficili da fotografare. Il problema principale è quello di rendere in una fotografia, bidimensionale per sua natura, la tridimensionalità della scena, per non parlare della grandiosità, mortificata dalle dimensioni dell’immagine una volta stampata.
In questo caso il grandangolo permette di “infilare” nella fotografia più “cose”. La grande profondità di campo permette di avere tutta la scena ben nitida e, dati gli spazi e la distanza di ripresa sicuramente maggiore rispetto al ritratto dell’esempio fatto prima, l’eventuale distorsione ha meno effetto sulla qualità dell’immagine.

Esistono alcuni “trucchi” per migliorare la sensazione di profondità nelle fotografie, ad esempio porre una “quinta” come si fa in teatro, utilizzando un albero o qualcos’altro per meglio staccare i piani dell’immagine, ma di questo parleremo in qualche altra lezione. Utilizzando un teleobiettivo, invece, potremo isolare i particolari dell’immagine, sia per le caratteristiche dell’obiettivo (è come guardare attraverso un cannocchiale) che, appunto, per la scarsa profondità di campo.

- Sport
Nella fotografia sportiva il teleobiettivo è re. La necessità di avere immagini ravvicinate di scene per loro natura non avvicinabili (ad esempio le fotografie scattate durante una partita di calcio o durante una gara automobilistica) ha costretto i costruttori di obiettivi e di macchine fotografiche a sviluppare diverse tecnologie di cui hanno beneficiato tutti: autofocus sempre più veloci, teleobiettivi lunghi con aperture elevate (f2,8 ad esempio) per le riprese indoor, otturatori sempre più veloci per fissare il gesto dell’atleta o l’auto in corsa ecc. ecc.

La scarsa profondità di campo isola il soggetto pur non perdendo il “senso” dello sfondo. In questo tipo di fotografia il grandangolare è scarsamente utilizzato, salvo che per ottenere immagini ad effetto (ad esempio il pallone da calcio in primo piano ed i giocatori nel campo ridotti a piccole figure, ma tutto egualmente nitido) o fotografie di gruppo (utilizzando un leggero grandangolo, 35mm o 28mm), in quanto con un teleobiettivo per ottenere la stessa inquadratura bisognerebbe allontanarsi veramente troppo.

- Fotografia naturalistica
Anche in questo caso si predilige l’uso del teleobiettivo, meglio se luminoso, per lo stesso motivo della fotografia sportiva: l’impossibilità di avvicinarsi al soggetto. Nei rari casi, invece, in cui ci si può avvicinare, vengono utilizzati tutti i tipi di obiettivi, dipende da quello che si desidera realizzare.

Occasionalmente vengono predisposte delle “trappole fotografiche” che permettono, tramite fotocellule o sensori vari, di fotografare animali per loro natura diffidenti, senza la reale presenza del fotografo ma solo della macchina fotografica opportunamente occultata. In questo caso l'obiettivo, posto più vicino al soggetto, può essere di una focale più corta.

- Reportage o fotogiornalismo
Qui si usano tutti i tipi di obiettivi. Grandi fotografi come Salgado prediligono il grandangolare, entrando prepotentemente nella scena (fisicamente! Per scattare con un grandangolare occorre essere vicini al soggetto), altri, per ovvi motivi (pensate ad un reporter in territorio di guerra) preferiscono il tele.

Anche i fotografi timidi preferiscono il teleobiettivo… ma scattare utilizzando un normale od un grandangolo può farvi scoprire prospettive insospettate.

Se il reportage viene effettuato in un paese tropicale, occorre che gli obiettivi e le macchina fotografica sia “tropicalizzata, per evitare l’insorgere di muffe o guasti dovuti all’umidità. Stessa cosa per i deserti, dove il problema è la polvere.

In alcuni casi i fotografi preferiscono macchine completamente meccaniche, ovvero indipendenti dalle batterie, e rinunciano al digitale in favore della pellicola.

In montagna o in paesi molto freddi, il pericolo maggiore è dato dal… freddo, che riduce la durata delle batterie e può, in casi estremi, bloccare i meccanismi di scatto.

Fotografia di architettura o macrofotografia richiedono obiettivi con caratteristiche particolari, da quelli basculanti per raddrizzare le linee cadenti (architettura) a quelli con rapporto di riproduzione 1:1 (macrofotografia).

E gli obiettivi Zoom?
Visto che questi raccolgono in loro le caratteristiche di più obiettivi, è logico (e corretto!) pensare che anche le loro caratteristiche di profondità di campo e di utilizzo siano quelle degli obiettivi compresi nella loro escursione focale. Ad esempio, uno zoom 28-200 potrà essere utilizzato sia come grandangolare (paesaggi, reportage ecc), con una grande profondità di campo, sia come teleobiettivo (ritratto, foto sportiva ecc.), con la profondità di campo ridotta.

Dato che stiamo parlando di profondità di campo, forse è utile sapere che in alcune macchine fotografiche è addirittura presente un programma apposito detto “a priorità di profondità di campo” che permette di fissare i limiti entro i quali vogliamo che la nostra fotografia sia correttamente a fuoco. Meraviglie della tecnica!

Compitino: fotografate, fotografate, fotografate.

Edited by Ida59 - 20/4/2010, 21:03
 
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view post Posted on 20/4/2010, 20:05
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I ♥ Severus


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Ehi, ma questa è una lezione lunga e difficile!
Occorre cominciare a prendere appunti!
 
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