Il Calderone di Severus

Sfida n. 9 FA+FF: Happy Halloween!

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view post Posted on 22/10/2013, 20:47
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Pozionista provetto

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Tanka che va dritto al punto, Ida, non c'è che dire :cry:

Bellissimi banner, Ale, mi piacciono moltissimo, in perfetto stile di Halloween, la realizzazione è come sempre magistrale e l'impatto visivo è pazzesco *-*


Ho una domanda, visto che il mio computer è andato e non posso fare immagini, avevo scritto alcuni versi, ma mi chiedevo se c'era un limite o si può andare a briglia sciolta :unsure: (perché non sono propriamente "alcuni" XD).
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 22/10/2013, 21:03




Non avevo visto i vari complimenti: mille grazie a tutte ^_^

CITAZIONE (Severus Ikari @ 22/10/2013, 21:47) 
Tanka che va dritto al punto, Ida, non c'è che dire :cry:

Bellissimi banner, Ale, mi piacciono moltissimo, in perfetto stile di Halloween, la realizzazione è come sempre magistrale e l'impatto visivo è pazzesco *-*

Ho una domanda, visto che il mio computer è andato e non posso fare immagini, avevo scritto alcuni versi, ma mi chiedevo se c'era un limite o si può andare a briglia sciolta :unsure: (perché non sono propriamente "alcuni" XD).

Vai pure a briglia sciolta ;D

 
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view post Posted on 22/10/2013, 21:13
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CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 22/10/2013, 22:03) 
Vai pure a briglia sciolta ;D

Perfetto, io vado :lol:

La notte degli spiriti


Bambino che corri nel prato dove le foglie odorano di sangue
che non si disperde nei tuoi passi lievi e nel sussurro di una
voce, un gemito fioco che si spegne nel buio, mentre il suono
di un violino si leva alto nel cielo, grigio di pioggia che si
addensa in lacrime verdi che volano via, dove la natura
le accoglie e le protegge, in un grido che squarcia il dolore
di un’anima ferita, troppo giovane per essere distrutta e stretta
nella mano di un uomo la cui vita scorre lontano, nella
notte degli spiriti che si alzano alti come le grida che vibrano
tra le corde tese e mortali che lacerano il profondo te, cuore

distrutto e calpestato dal sorriso di un fanciullo che si fa pianto,
mentre il buio lo inghiotte in un abisso in cui non riesci a
cadere, a spingere il tuo corpo malato e malvagio che ti divora
la carne e l’essenza sospesa in un nembo di sofferenza
che non si dissipa al passar del vento freddo d’ottobre, dove
la pioggia scende forte a lavar la terra di quel sangue che ti
ha sporcato le mani, dita pallide come la luna che non riescono
ad afferrare una vita che si sta disperdendo, smeraldo smarrito
e svanito nel fango, fili scarlatti spezzati e persi negli artigli di un
corvo, nero come gli occhi tuoi tristi, deserti nel profondo di una stella.

Ragazzo che cammini sulla pietra fredda come lo scrigno
che la separa da te, custode di un sentimento mai rassegnato e
tramutato nel tempo immutabile e traditore che ti osserva sorridente
e beffardo, nella notte degli spiriti, all’ombra di una luna che non c’è,
sconfitta da quelle gocce salate che danzano nel grigio, volteggiando
nell’oscuro manto dove uno squarcio di bianco accende quel buio,
e la notte si fa giorno, mentre il sole continua a morire dentro
di te, fantasma incorporeo che non riesci a sfiorarle la pelle, quel
cuore ormai perduto che suona musiche di colpe e di sangue,
melodie conosciute e vissute che echeggiano nei tuoi pensieri,

stonati di vita che fa vapore tra gli alberi alti e stanchi che
guardavano quei visi di bimbo, foto sbiadite che si perdono nell’
acqua di un fiume puro e limpido che diviene nero e rosso ad ogni
tua carezza, ad ogni tuo tocco fatale di un sorriso svanito dal
mondo, di un’eternità persa e mai assaporata in quel viso calmante
cupe giornate di urla che sapevano d’amaro e di pianto,
dolore tra le lacrime, disperazione tra i sussurri di quella notte
d’autunno in cui l’amore morì e si perse in parole mai dette e
lettere che mai dovevano essere scritte, in ricordi rubati di una
vita mai appartenuta e lasciata tra le pagine di un libro abbandonato.

Uomo che fermi i passi a guardare fiori che appassiscono e piante che
muoiono, mentre si muovono i tasti di un pianoforte che nessuno suona,
nel bianco e nel nero che ballano stretti l’uno nell’altro, in un abbraccio
che s’addensa in sfumature di notte nel decimo sussurro di un anno
che in pochi istanti si fa urlo di novembre nascosto in quelle nuvole,
lenzuolo di un mondo dove il buio divora ogni alto fuoco di
speranza, barlumi straziati di un animale ferito che dorme, nell’
attesa di morire per il verde di uno sguardo, chiuso alla vita e all’
amore che ti leghi sul cuore, stretto da fili ramati e un sorriso
mutato in eterno ghiaccio nel freddo di quel giorno del giudizio

che verrà a prenderti per mano, bianco su bianco che non si
confonde, nero nel nero straziato da una falce d’argento come la
finzione che non copre il dolore ch’hai dentro, farfalla che
sbatte le ali un’ultima volta, cervo ferito dal lupo che ulula alla
luna, svanita nel velluto di cenere piangente acqua e sale che
si colora di rosso, sanguigno aroma di due corpi immobili sulla
terra, vita sfumata in spirito e muro di un viso innocente che urla
e s’aggrappa ad un ricordo troppo lieve e fallace per farsi compagno
fedele di un odio che divampa in amore, amore che brucia in pazzia
in due occhi neri che solitari si perdono in una cieca sofferenza.

Morto che avanzi su questa terra di desolazione e di fame,
assetato di ombre che volano via, in un luogo dove lo spazio non
ha pareti e la voce si perde infinita tra le rose selvatiche, rosse di
sangue avvelenato che scende lento tra le radici di un salice
che cresce velato di tramonto, di una fine che osservi luna dopo
luna, corpo etereo di quello che fu, corpo perso tra le rovine di
un tempio eretto dal dolore e dalla convinzione di avere un cuore
di scoglio dove le onde non arrivano e il mare svanisce lasciando
sabbia nera ad oscurare il sole e lo spirito di quei defunti che come te
camminano nella pena di quel colpo mortale colorato dai suoi occhi,

gelidi e spenti nel tuo abbraccio di tenebra dal quale cerchi di
fuggire, ma la mano bianca della morte presto giungerà a
te, in un tempo di compimento del dovere mutato in vocazione,
da quella notte maledetta dove la tua bocca ha alimentato la
schiera delle anime beate e incorrotte, distrutto l’orfana vita
che sola si perde nel pianto di una piccola foresta dove gli
alberi si trasformano in ombra e frescura, sorrisi e gioie svaniti
nella notte degli spiriti, evaporate in bagliori di foglie
appena nate, lenta pioggia bruna di un autunno di morte,
violenza di un serpente dissipato nel vento e mai evaporato.

Spirito che ritorni in quell’unica notte, prigione senza luce
dove le mura opprimono la tua solitudine e schiacciano quel
cuore mai nato per essere amato ma solo straziato, germoglio
avvizzito prima di uscire dal suolo che grida e si dispera
mentre un coro s’innalza al di là delle nuvole, in quel luogo
lontano, dove la luna risplende sull’impalpabile aura delle
anime, defunte tra le mani di maschere di un carnevale
infernale che brilla d’argento, tra un pugnale che si tinge
di rosso e un calice di vino che si fa sangue, denso liquido che
infiamma quell’amore scivolato tra le dita, chiuso dietro quella

porta serrata come le palpebre che non volevi aprire in quell’
ultimo autunno in cui tutto si perse, donna amata e ancora pianta
nella morte, donna avvinta in spirali di fumo che trapassano
quel nulla dove un pianoforte continua a suonare tra i profumi
della sera che diviene crepuscolo e fiamme, urla e dolore tra la
nebbia squarciata dal chiarore che è in te, flebile e impotente
dinanzi al corpo che diviene freddo, desiderio caduto in petali
scarlatti, cibo che non sazia e distrugge ad un passo dalla fine
e tu, crociato della luce, t’innalzi dall’ombra sulle anime dei dannati,
immortale debole uomo perso e rinato nella notte degli spiriti.



Edited by Severus Ikari - 24/10/2013, 15:35
 
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view post Posted on 23/10/2013, 20:36
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Waaaao! Sono rimasta letteralmente senza parole... e senza fiato, anche, dopo la lettura di questa intensissima poesia, lunga e martellante nel suo ritmo sincopato di frasi separate da virgole che si susseguono quasi all'infinito, nella disperata ricerca di un punto fermo. E il dolore si amplifica nelle vivide immagini che crei, che la mente percepisce e l'immaginazione dipinge, mentre il cuore batte, sempre più in ansia, eppure attratto e affascinato, incapace di divincolarsi dalla magica trama delle parole, a volte abbinate tra loro in modo davvero superbo a fare richiami, a volte più chiari e a volte più sfumati, alla sua personale storia, al suo dolore e al suo amore.
Dovrei stampare e rileggere con calma per evidenziare ciò che più mi ha colpito, come (piglio a caso i primi tre versi di una strofa, la terzultima) l'abbraccio di tenebra dal quale cerchi di fuggire o lo splendido compimento del dovere mutato in vocazione.

Ma come diavolo fai?

Naturalmente, l'attendo su MSStorie.
 
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arcady
view post Posted on 23/10/2013, 20:48




CITAZIONE (Severus Ikari @ 22/10/2013, 22:13) 

La notte degli spiriti


Bambino che corri nel prato dove le foglie odorano di sangue
che non si disperde nei tuoi passi lievi e nel sussurro di una
voce, un gemito fioco che si spegne nel buio, mentre il suono
di un violino si leva alto nel cielo, grigio di pioggia che si
addensa in lacrime verdi che volano via, dove la natura
le accoglie e le protegge, in un grido che squarcia il dolore
di un’anima ferita, troppo giovane per essere distrutta e stretta
nella mano di un uomo la cui vita scorre lontano, nella
notte degli spiriti che si alzano alti come le grida che vibrano
tra le corde tese e mortali che lacerano il profondo te, cuore

distrutto e calpestato dal sorriso di un fanciullo che si fa pianto,
mentre il buio lo inghiotte in un abisso in cui non riesci a
cadere, a spingere il tuo corpo malato e malvagio che ti divora
la carne e l’essenza sospesa in un nembo di sofferenza
che non si dissipa al passar del vento freddo d’ottobre, dove
la pioggia scende forte a lavar la terra di quel sangue che ti
ha sporcato le mani, dita pallide come la luna che non riescono
ad afferrare una vita che si sta disperdendo, smeraldo smarrito
e svanito nel fango, fili scarlatti spezzati e persi negli artigli di un
corvo, nero come gli occhi tuoi tristi, deserti nel profondo di una stella.

Ragazzo che cammini sulla pietra fredda come lo scrigno
che la separa da te, custode di un sentimento mai rassegnato e
tramutato nel tempo immutabile e traditore che ti osserva sorridente
e beffardo, nella notte degli spiriti, all’ombra di una luna che non c’è,
sconfitta da quelle gocce salate che danzano nel grigio, volteggiando
nell’oscuro manto dove uno squarcio di bianco accende quel buio,
e la notte si fa giorno, mentre il sole continua a morire dentro
di te, fantasma incorporeo che non riesci a sfiorarle la pelle, quel
cuore ormai perduto che suona musiche di colpe e di sangue,
melodie conosciute e vissute che echeggiano nei tuoi pensieri,

stonati di vita che fa vapore tra gli alberi alti e stanchi che
guardavano quei visi di bimbo, foto sbiadite che si perdono nell’
acqua di un fiume puro e limpido che diviene nero e rosso ad ogni
tua carezza, ad ogni tuo tocco fatale di un sorriso svanito dal
mondo, di un’eternità persa e mai assaporata in quel viso calmante
cupe giornate di urla che sapevano d’amaro e di pianto,
dolore tra le lacrime, disperazione tra i sussurri di quella notte
d’autunno in cui l’amore morì e si perse in parole mai dette e
lettere che mai dovevano essere scritte, in ricordi rubati di una
vita mai appartenuta e lasciata tra le pagine di un libro abbandonato.

Uomo che fermi i passi a guardare fiori che appassiscono e piante che
muoiono, mentre si muovono i tasti di un pianoforte che nessuno suona,
nel bianco e nel nero che ballano stretti l’uno nell’altro, in un abbraccio
che s’addensa in sfumature di notte nell’ottavo sussurro di un anno
che in pochi istanti si fa urlo di novembre nascosto in quelle nuvole,
lenzuolo di un mondo dove il buio divora ogni alto fuoco di
speranza, barlumi straziati di un animale ferito che dorme, nell’
attesa di morire per il verde di uno sguardo, chiuso alla vita e all’
amore che ti leghi sul cuore, stretto da fili ramati e un sorriso
mutato in eterno ghiaccio nel freddo di quel giorno del giudizio

che verrà a prenderti per mano, bianco su bianco che non si
confonde, nero nel nero straziato da una falce d’argento come la
finzione che non copre il dolore ch’hai dentro, farfalla che
sbatte le ali un’ultima volta, cervo ferito dal lupo che ulula alla
luna, svanita nel velluto di cenere piangente acqua e sale che
si colora di rosso, sanguigno aroma di due corpi immobili sulla
terra, vita sfumata in spirito e muro di un viso innocente che urla
e s’aggrappa ad un ricordo troppo lieve e fallace per farsi compagno
fedele di un odio che divampa in amore, amore che brucia in pazzia
in due occhi neri che solitari si perdono in una cieca sofferenza.

Morto che avanzi su questa terra di desolazione e di fame,
assetato di ombre che volano via, in un luogo dove lo spazio non
ha pareti e la voce si perde infinita tra le rose selvatiche, rosse di
sangue avvelenato che scende lento tra le radici di un salice
che cresce velato di tramonto, di una fine che osservi luna dopo
luna, corpo etereo di quello che fu, corpo perso tra le rovine di
un tempio eretto dal dolore e dalla convinzione di avere un cuore
di scoglio dove le onde non arrivano e il mare svanisce lasciando
sabbia nera ad oscurare il sole e lo spirito di quei defunti che come te
camminano nella pena di quel colpo mortale colorato dai suoi occhi,

gelidi e spenti nel tuo abbraccio di tenebra dal quale cerchi di
fuggire, ma la mano bianca della morte presto giungerà a
te, in un tempo di compimento del dovere mutato in vocazione,
da quella notte maledetta dove la tua bocca ha alimentato la
schiera delle anime beate e incorrotte, distrutto l’orfana vita
che sola si perde nel pianto di una piccola foresta dove gli
alberi si trasformano in ombra e frescura, sorrisi e gioie svaniti
nella notte degli spiriti, evaporate in bagliori di foglie
appena nate, lenta pioggia bruna di un autunno di morte,
violenza di un serpente dissipato nel vento e mai evaporato.

Spirito che ritorni in quell’unica notte, prigione senza luce
dove le mura opprimono la tua solitudine e schiacciano quel
cuore mai nato per essere amato ma solo straziato, germoglio
avvizzito prima di uscire dal suolo che grida e si dispera
mentre un coro s’innalza al di là delle nuvole, in quel luogo
lontano, dove la luna risplende sull’impalpabile aura delle
anime, defunte tra le mani di maschere di un carnevale
infernale che brilla d’argento, tra un pugnale che si tinge
di rosso e un calice di vino che si fa sangue, denso liquido che
infiamma quell’amore scivolato tra le dita, chiuso dietro quella

porta serrata come le palpebre che non volevi aprire in quell’
ultimo autunno in cui tutto si perse, donna amata e ancora pianta
nella morte, donna avvinta in spirali di fumo che trapassano
quel nulla dove un pianoforte continua a suonare tra i profumi
della sera che diviene crepuscolo e fiamme, urla e dolore tra la
nebbia squarciata dal chiarore che è in te, flebile e impotente
dinanzi al corpo che diviene freddo, desiderio caduto in petali
scarlatti, cibo che non sazia e distrugge ad un passo dalla fine
e tu, crociato della luce, t’innalzi dall’ombra sulle anime dei dannati,
immortale debole uomo perso e rinato nella notte degli spiriti.


:o: :o: :o:
Alla fine della lettura mi sono accorta che avevo smesso di respirare...
Travolgente e meravigliosa. Grande Ania!

:applauso:
 
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view post Posted on 24/10/2013, 07:22
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Affascinante, coinvolgente lettura, splendida per immagini e colori, per strazianti emozioni e lampi di luce e d'ombra, qualcosa di unico, un regalo prezioso per tutte noi.
Grazie Anastasia! :wub: :wub:
 
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view post Posted on 24/10/2013, 14:51
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È un periodo alquanto pessimo che spero migliorerà, ma leggere che qualcosa che faccio riesce a trasmettere simili emozioni, mi fa particolarmente felice e mi riempie l'anima, non sapete quanto, per questo vi ringrazio moltissimo, dal profondo del cuore, davvero :wub: :wub: :wub:
 
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arcady
view post Posted on 24/10/2013, 15:45




CITAZIONE (Severus Ikari @ 24/10/2013, 15:51) 
È un periodo alquanto pessimo che spero migliorerà, ma leggere che qualcosa che faccio riesce a trasmettere simili emozioni, mi fa particolarmente felice e mi riempie l'anima, non sapete quanto, per questo vi ringrazio moltissimo, dal profondo del cuore, davvero :wub: :wub: :wub:

Sei tu che, con queste parole hai riempito la mia anima, l'hai fatta traboccare.
C'è un passaggio che mi ha straziata, questo:

di una fine che osservi luna dopo
luna, corpo etereo di quello che fu, corpo perso tra le rovine di
un tempio eretto dal dolore e dalla convinzione di avere un cuore
di scoglio dove le onde non arrivano



"...un cuore di scoglio, dove le onde non arrivano".....è tremendo. Bellissimo. :wub:
 
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view post Posted on 24/10/2013, 15:50
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*Me commossa e felice* :blush: :blush:
Non so che altro dire, se non grazie, di nuovo, e di nuovo dal più profondo :wub:
 
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view post Posted on 26/10/2013, 17:11
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Grazie ad Ale che, senza saperlo, mi ha fornito il banner perfetto con parole perfette.


Dolci in prestito.



r4mfNt2


"Ricordi resuscitati dai morti".



Autore/data: chiara53 – ottobre 2013
Beta-reader: pingui79
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, romantico.
Personaggi: Severus Piton,
Pairing: Severus/Lily.
Epoca: Post Malandrini.
Avvertimenti: Missing Moment.
Riassunto: Un anno, è trascorso solo un anno…
Parole/pagine: 1720/4






Dolci in prestito




Le tavole sono imbandite e traboccano di delizie, i ragazzi sono vivaci.
Tutti chiacchierano e ridono.
Atmosfera magica quella di Halloween ad Hogwarts.
Tutto ti ricorda le feste passate qui, quando eri uno studente.
Ti guardi intorno e la Sala Grande ti sembra come allora: le zucche illuminate, l’allegria e volti ridenti e accesi.
Accanto a te Albus sta gustando l’ultimo pezzetto della torta di zucca che aveva nel piatto. Ridono gli insegnanti, spettegolando tra loro. Sono i tuoi colleghi ormai, sei uno di loro già da più di un anno: l’insegnante più giovane e più improbabile, pensi.
- Guarda Severus, - ti dice Albus, indicando un gioco luminoso che scoppia e lo lascia incantato.
Guardi ma non riesci a sorridere in risposta alla sua allegria.
Anche lui si fa serio, mentre ti osserva attraverso le lenti degli occhiali con quelle sue iridi azzurre che scintillano e sanno leggerti dentro.
- Vuoi andare? - Ti chiede.
Sì, tu lo vuoi, non sopporti più l’atmosfera gioiosa che ti circonda e Albus sa dove desideri essere stasera, sa cosa c’è nel tuo cuore: è l’unico a sapere.
Allunga una mano e sorridendo ti infila in tasca un pacchetto di dolci.
Lo lasci fare.
Ti guarda mentre ti alzi silenzioso e sparisci dietro la porta secondaria, quella seminascosta accanto al tavolo degli insegnanti.
Sei fuori, finalmente, e ti appoggi alla parete come un naufrago sulla riva della spiaggia desiderata e ritenuta inaccessibile.
Puoi andartene.
Via dalla confusione, via dalla festa che non ti appartiene, che non ti è mai appartenuta.
Quest’anno meno di sempre.
Appelli il tuo mantello e sei già fuori nella notte fredda e nella nebbia di questo inizio di inverno.
Chiudi gli occhi e godi di quest’instante di pace di silenzio; vorresti che fosse infinito per permetterti di svuotare l’anima dai finti sorrisi e dagli accenni gentili che sei stato costretto a subire e ricambiare.
Non c’è sollievo, né felicità, né festa per te in questa notte.
La gioventù ti mette ali ai piedi e raggiungi il luogo previsto per la smaterializzazione, la destinazione è chiara e determinata nella tua mente: in un attimo sei già lì.
Godric’s Hollow.
E’ un piccolo paesino, l’ultimo luogo in cui lei ha abitato da viva, l’unico luogo in cui vuoi essere, in cui ti porta il cuore, in cui pensi che puoi piangere tutte le lacrime che nascondi da un anno. Puoi farlo in silenzio, affogando nel pianto il rimorso e il dolore più vivo che mai. E così senti scorrere sul viso stille amare: le hai trattenute per tanto tempo e non fai niente per asciugarle o nasconderle.
E’ l’ultimo e unico sfogo che ti sei permesso e assicurato, poi la vita ricomincerà e la maschera che porti ogni giorno sarà indossata di nuovo e forse per sempre.
Lily è lì che ti aspetta e non potrebbe fare altro.
Lily, la tua Lily: morta, fredda, senza respiro, senza sguardo, senza voce, senza l’amore del figlio per cui si è sacrificata, perché – ormai – anche lui è lontano, confinato in una casa Babbana.
Lei, invece, è rimasta qui, ma è perduta per sempre.
E’ trascorso solo un anno, e tu hai contato i giorni, ma soprattutto le notti.
Insonne ti sei aggirato negli stessi corridoi dove, in un altro tempo, avevi sognato un’altra vita, con lei e per lei.
Hai capito, quando tutto è cambiato e precipitato, che ti saresti fatto bastare di guardarla vivere felice. O almeno di vederla vivere e basta.
Anche lontana da te.
Soprattutto lontano da te.
In quelle lunghe notti dell’ultimo anno trascorso, mentre percorrevi i corridoi di Hogwarts hai sbirciato qualche ombra aggirarsi nel castello, consapevole che non poteva essere Lily, che lei non sarebbe mai più stata né lì, né altrove, che lei se n’era andata per sempre.
Ricordi? E’ morta,ti sei ripetuto tante volte per convincerti dell’inaccettabile realtà.
L’illusione sembrava non volerti abbandonare.
Sono sogni, Severus, solo i tuoi stupidi sogni.
Ti guardi intorno.
La strada è vuota, ci sono le zucche illuminate da candele che stanno per spegnersi, e che di Halloween hanno solo lo scolorito ricordo.
Il cancello del cimitero è lì ad un passo da te.
I ciuffi d’erba stentata tra le lapidi lasciano intravedere la terra brulla che aspetta solo la prima neve per nascondersi.
Lo apri e cigola sui cardini, come in qualcuno dei film Babbani di orrore che vedevi da ragazzino.
Ora sei un adulto e nulla ti fa paura, meno che mai la morte.
Cammini ed ecco la tomba.
Lei è qui, sotto la lapide di marmo, dove più niente e nessuno può disturbarla.
Ti inginocchi perché è più facile guardare la foto in cui lei ti sorride.
E’ un sorriso quasi sconveniente in un luogo come questo.
Chissà perché le foto sulle tombe sono così spudoratamente allegre in un luogo in cui grava tanto dolore?
Mentre la sua immagine riempie il tuo sguardo, la mente lavora per suo conto.
E ricorda.

Stai correndo.
Corri, corri veloce, il cuore in gola e il sudore che si asciuga nel freddo di una sera di fine ottobre.
Corri e in mano hai la maschera di gomma che mamma ti ha comprato di nascosto a tuo padre.
Lily ti aspetta, ha promesso di festeggiare Halloween con te: cercherete insieme i dolci bussando alle porte.
Petunia non vuole più andare con lei, è arrabbiata e le ha detto che ormai è grande per queste cose.
Ecco, laggiù la casa illuminata.
Sei arrivato e la porta è aperta, i genitori di Lily ti salutano e tu t’infili la maschera e fai cenni con la mano, Lily è vestita da fata ha una bacchetta con la stella e il cappello a punta.
E’ bellissima.
Tu hai solo la tua maschera.
Da mostro, con i denti di fuori e la pelle giallastra.
E’ solo una maschera.
Sei vestito come tutti i giorni.
Ma la mamma ha messo i soldi da parte per accontentarti, ha venduto le sue erbe profumate, lo ha fatto per te, per farti felice una volta tanto e a te basta così.
Lily ti prende per mano e andate via chiacchierando e ridendo.
Il mondo potrebbe fermarsi, potrebbe anche non girare più, ora sei felice, sei con lei che ti tiene la mano e non ti capita spesso di essere così contento.
La serata è passata in un battito d’ali.
Avete ricevuto i dolci bussando alle porte dove occhieggiavano le zucche illuminate e festose; visi sorridenti e comprensivi vi hanno accolto; Lily ha sorriso a tutti e tu hai finto di essere l’orco delle favole, quello che prende prigioniera la principessa.
Adesso avete un bel po’ di caramelle e siete seduti sul gradino di casa sua.
- Severus, facciamo a metà? - Ti chiede indicando il sacchetto.
- Prendile tu, Lily. - Le dici sorridendo, per te è abbastanza essere stato in sua compagnia.
Il suo viso si intristisce un po’, mentre ti guarda.
- Sev, no, voglio che li tenga tu, - dice, poi ride, una risata allegra e scintillante.- Considerali in prestito. Me li restituirai l’anno prossimo ad Hogwarts. – Ridiventa seria, mentre ti guarda con occhi improvvisamente più cupi – Quando i tuoi litigano, e tu sei triste, mangia i dolci di Halloween, così tutto ti sembrerà meno brutto.
Ti mette il sacchetto in mano e si alza per tornare a casa.
Tu non vuoi che vada via e cerchi di trattenerla con una scusa.
- Mia mamma ha detto che l’anno prossimo, quando saremo ad Hogwarts, ci divertiremo, lì fanno una festa bellissima con le zucche grandi quasi quanto noi. – Sei soddisfatto di averle svelato una cosa che non sa, sei orgoglioso di te. Lei ora si è fermata e ti guarda con gli occhi verdi illuminati dalla curiosità.
- Sev, non vedo l’ora di essere là, con te, ma sei sicuro che mi vorranno davvero? - Abbassa lo sguardo e il cappello a punta la fa sembrare una principessa triste.
- Tu sei una strega Lily, come mia mamma.- Ti fai serio e con sicurezza prosegui - Tutti i bambini come noi, ricevono la lettera, vedrai! Puoi esserne certa.
Ora ti osserva sorridendo di nuovo e, mentre ti lascia in mano il pacchetto, ti bacia la guancia.
- Ok, grazie. Buonanotte Sev, ti voglio bene. A domani.
Chiude la porta e tu resti lì con i dolci, la maschera floscia in mano e un sorriso felice sulle labbra pallide.

Stai sorridendo anche ora, mentre le lacrime non si sono ancora asciugate sul tuo viso. Accarezzi la foto Babbana e sorridi.
Hai mangiato tutti i dolci, allora, e ti sono serviti per addolcire giorni e giorni di litigi, per ingoiare il dolore amaro delle botte e delle urla. Ti sono stati utili per fuggire in un mondo di zucchero, tu, che i dolci non li hai mai apprezzati. Ma quelli erano un regalo di Lily, il suo regalo per Halloween, anzi un prestito, ma non hai più potuto restituirglielo.
Ora sei in ginocchio sulla terra umida, quasi a chiederle un perdono che non può venire e non verrà.
Non hai portato fiori e la sua tomba è spoglia.
Un dolore si aggiunge agli altri che covano nascosti.
Come un mantra, sussurri alla notte.
- Mi dispiace. - Come se lei potesse sentirti e rispondere.
Una parola ripetuta infinite volte e inutilmente: ti dispiace, ma alla morte neanche la magia può porre rimedio.
In quel momento, mentre ancora le lacrime stanno per prendere il sopravvento, senti qualcosa premerti nella tasca.
Così ti ritrovi in ginocchio, davanti ad una tomba, con in mano il sacchetto di dolcetti che Albus ti ha dato per forza.
Caramelle di ogni colore e forma.
Piccole, inutili caramelle.
E ti viene da ridere e da piangere insieme quando le appoggi sulla lastra di marmo che copre Lily.
- Sono per te. – Sussurri al nulla. – Ti ho riportato i dolci che mi avevi prestato. Sono venuto per restituirteli.
Non lo dici ma la mente urla che l’hai sempre amata e che l’amerai per sempre fino all’eternità e ritorno.
Tiri fuori la bacchetta ed evochi la cerva d’argento che solo Lily sa ispirarti, perfino in quel luogo improbabile.
La creatura evanescente si avvicina a te e al tuo unico pensiero felice, poi si accovaccia davanti alla lapide e, prima che la cerva sparisca, ti volti.
Ti smaterializzi senza dirle addio.

Edited by chiara53 - 14/4/2017, 18:52
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 27/10/2013, 19:41




Di niente, Chiara, e anzi mi fa piacere che ti abbia dato la giusta ispirazione ;D
 
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view post Posted on 27/10/2013, 19:58
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:D :D :wub:
 
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view post Posted on 29/10/2013, 21:34
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CITAZIONE (chiara53 @ 26/10/2013, 17:11) 

Dolci in prestito


Ho letto questa storia e mi ha lasciato una splendida sensazione addosso, un missing moment che si incasella perfettamente nella storia, come se fosse un pezzo reale del racconto, e l'ho trovato veramente delizioso.
Parti nell'allegria di una festa gioiosa dove tutti si stanno divertendo, ma quel giorno per Severus non può che evocare tristi ricordi e dopo un solo anno il dolore è così forte e profondo che è difficile riporlo in qualche angolo dove nessuno riesce a percepirlo, e Severus non vuole, vuole tornare là, quel luogo che l'ha vista morta per l'ultima volta e che l'ha accolta allora e per sempre, custodita come un tesoro, custodita anche per lui, per il suo amore.
Poi mi porti per mano in un Halloween di quando erano piccoli, narrandomi un episodio carino che mi ha strappato più di un sorriso, ma poi siamo tornati alla realtà e quei ricordi sono soltanto sofferenza nel cuore di Severus che piange sulla tomba della sua Lily, di quella donna alla quale non ha mai confessato il suo amore, della quale si sente responsabile per la sua morte, ma alla fine lo fai piangere e poi ridere, ed io con lui, geniale Albus e geniale tu che con questi dolci hai saputo condirci una storia deliziosa dal sapore dolce amaro che però, dopo averti fatto soffrire con e per Severus, ti porta a sorridere, un sorriso sincero e disteso.
Almeno questo è quello che ha suscitato in me leggere questa storia.
Brava, Chiara, se penso che tu non volevi nemmeno buttarti a scrivere :soppracciglio:
 
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view post Posted on 30/10/2013, 00:05
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CITAZIONE
Almeno questo è quello che ha suscitato in me leggere questa storia.
Brava, Chiara, se penso che tu non volevi nemmeno buttarti a scrivere

Grazie Anastasia, sono contenta che ti sia piaciuta, con un anno di sorrisi ho regalato a Severus anche un momento di vera malinconia, il poster di Ale ha fatto il resto. Ma Halloween non è una festa allegra, almeno secondo me. Per il fatto che mi sia messa a scrivere devo ringraziare Ida che mi ha invogliato e, quando cominci, è come una droga, non smetti più.
Grazie ancora.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 31/10/2013, 09:37




La sfida di Halloween per quest'anno si conclude qui.
Appena possibile esporremo i banner pervenuti in un 'edizione speciale!

Grazie a tutti i partecipanti, grafici e scrittori :D

 
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781 replies since 14/10/2009, 15:53   13997 views
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