Il Calderone di Severus

Sfida N. 4 FF :Il padre di Severus... Tobias o Silente?

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Astry
view post Posted on 22/10/2007, 21:06




Stefi sei incredibilmente e inguaribilmente MATTA, ma io ti adoro. :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
 
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stefi
view post Posted on 23/10/2007, 09:09




CITAZIONE (Ida59 @ 22/10/2007, 21:42)
Questa era iniziata così seriamente ed in modo tragico, per passare poi all’umorismo ironico e finire in una nuova, originale, visione di dolore, che però prelude alla speranza.
Veramente brava!

Grazie del complimento Ida :)

Il mio Snape é un turbinio di sentimenti e di stati d'animo. Non dico che sia pazzo o sconclusionato, ma sotto la Maschera di indifferenza e carognaggine c'é tutto, ma proprio tutto, il resto.
Ho cercato di mettere all'inizio la tragedia e lo smarrimento, dettati dalla morte di Dumbledore. Poi lentamente Severus ha riscoperto Albus nel suo cuore, e cio' gli ha ridato la forza di tornare alla vita e in se stesso, ecco quindi che torna il personaggio tagliente e scomodo che conosciamo come Docente di Pozioni. Ha deciso di tornare a vivere pensando alla persona a lui piu' cara, che non fa parte della sua famiglia. Su questo fatto non ho voluto insistere molto, altrimenti avrei dovuto scrivere pagine sulla famiglia Snape e inventarmi aneddoti da citare. Ci sarebbe tanto materiale da scrivere un'altra storia ^_^

CITAZIONE
Certo, quella morte preoccupata per la propria arteriosclerosi è veramente la fine del mondo.
Così come l’ironia di Severus sa essere particolarmente dolorosa.

Qua Miss Mercyless ha preteso carta bianca, o quasi :blink: e persino la Morte, ad un certo punto, si infastidisce per l'ironia del Severus di Miss Mercyless.

CITAZIONE
“Prigioniero dei suoi sentimenti”: quanto vuoi per lasciarmi usare questa tua frase in una mia fic

Nulla Ida, gia' il fatto che ti piaccia é una soddisfazione. Inoltre ne il signor Mann, ne Cechov, ne Napoleone... hanno ricevuto qualcosa da me per le loro frasi :P
 
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stefi
view post Posted on 23/10/2007, 09:34




CITAZIONE (Astry @ 22/10/2007, 22:06)
Stefi sei incredibilmente e inguaribilmente MATTA, ma io ti adoro. :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

Uh... Astry... forse un po' di pazzia c'é :lol:
Ti adoro anch'io, e specialmente le ossicine che disegni al nostro Severus :wub:
 
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Nykyo
view post Posted on 23/10/2007, 09:40




Ahahahah, stupenda!
Come sempre rendi comico il tragico e tragica l'ironia. E che ironia :wub:
E' favolosa.
Le citazioni poi... e quel "Mylady" *________*
Povera Morte, un po' mi fa tenerezza, ha trovato un osso ben duro da rodere.
E mentre ridevo come una pazza, in più punti, di botto mi sono ritrovata commossa.
Complimenti, Stefi.
 
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stefi
view post Posted on 23/10/2007, 13:15




CITAZIONE (Nykyo @ 23/10/2007, 10:40)
Le citazioni poi... e quel "Mylady" *________*
Povera Morte, un po' mi fa tenerezza, ha trovato un osso ben duro da rodere.

Mi piaceva l'idea della Morte lusingata, e sicuramente il fascino di Severus avra' colpito un pochino anche lei, forse solo di striscio in quanto... alla fin fine tutti devono andarsene dal mondo.
Si', povera Morte, mi sono scoperta anch'io dispiaciuta per quell'arduo compito ;)

Se hai riso e ti sei commossa ne sono felicissima, in quanto il tutto é nato da una cosa banale che pensavo non bastasse per costruirci sopra una storia.
 
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ale85leosign
view post Posted on 8/6/2008, 02:47




Ho ripreso questa vecchia sfida a quest'ora tarda.
Non so bene che cos'ho scritto ma spero di essere rimasta in tema.



Titolo: Mors Tua Vita Mea
Autore: Ale
Data: 7 Giugno 2008
Tipologia: One-shot
Raiting: Per tutti
Genere: Introspettivo/Drammatico
Personaggi: Severus Piton
Pairing: Nessuno
Epoca: Fine del 6o libro
Avvertimenti: Nessuno
Sfida: Il padre di Severus... Tobias o Silente?



Mors Tua Vita Mea


L’aria freme di lampi.
Danzano sulla mia pelle.
Aspettiamo.
Sorridendo, alzo gli occhi dalle mie mani, ancora leggermente tremanti dopo che hanno strappato una vita, verso il viso del mio adorato padre, ora, più che mai, vivo nella mia mente, nei miei pensieri, nei miei occhi.
I suoi tratti sono i miei: naso e mento aguzzi, da falco, grandi occhi scuri, i suoi inflessibili e talvolta languidi quando vi prendeva posto l’ebbrezza di una bevuta di troppo, capelli corvini e pelle chiarissima.
Figlio di tenebra e tenebra io stesso, per me non ci sarà pietà come non ce n’è stata per te, padre.
Ormai lo sai anche tu.
In questo mondo non c’è pietà per gli assassini e i deboli.
E tu, come presto accadrà anche a me, hai seguito il corso del destino e hai percorso la strada che ti sei scelto, fino alla fine.
Non c’è nessun dubbio che io e te siamo legati dal sangue, anche se nel tuo, spesso, scorreva più di un fluido per permetterti di guardare l’orribile figlio che ritenevi di avere.
Perché io non sono mai stato tuo, non mi ritengo una tua proprietà, non ti riconosco nulla, anche ora che sei morto e mi fissi attraverso i miei stessi occhi, tornando dal mio passato, in questo momento di dolore, per occupare la mia mente.

La tenebra di questa grotta, di questo luogo di dolore e riflessione, oscura i miei pensieri, mi riporta a tante cose.
Che cos’ho fatto?
Perché il mio animo brucia e continua a bruciare come quando si cosparge del sale su una ferita aperta, consci del fatto che non si chiuderà mai e continuerà ad ardere, consumando la carne e l'anima sottostante?
Quale orribile azione hanno commesso queste mani per continuare a fremere e tremare sotto le bianche folgori dei lampi?
Una cosa orribile, padre.
Hanno ucciso.
Di nuovo.

Ancora rivedo il volto dell'uomo che ha offuscato la mia giovinezza, che ha scandito con note orribili le mie giornate, condannandomi a diventare ciò che sono ora, additandomi sempre come un piccolo mostro.
Sì, noi due ci somigliamo, esteticamente.
Ma la somiglianza finisce qui, poiché l’intelligenza e la sapienza magica posseduta dai nostri antenati scorre solo nelle mie vene.
E tu sei morto.

Pensi che io non lo sappia?
Tu mi temevi e ora avresti delle buone ragioni per farlo, se il tuo squallido vizio non ti avesse portato a una morte precoce e inattesa.
Tu sai tutto ciò che si può sapere del tradimento, vero padre?
Oh sì: nella mia mente tu ricambi il mio sguardo con innaturale tranquillità, ma io leggo nel tuo cuore privo di battito un odio feroce e al contempo una squallida rassegnazione a una realtà che non hai mai compreso e accettato, rovinando la vita ai pochi affetti che attorniavano la tua, per così dire, esistenza.
Le mie labbra si curvano verso l’alto mentre la mia mente ritorna a te, al passato, ai momenti in cui ti guardavo dal basso, mentre, seduto a un tavolo, ti crogiolavi nei tuoi errori, nelle tue debolezze, nei suoi infiniti, deliranti sproloqui, insulti, minacce, rivolte a nient’altro che a un povero bambino e a una moglie infelice.
Guardati: non riuscivi a reggerti sulle gambe senza stringere in mano la solita bottiglia di vino o il bicchiere perennemente mezzo vuoto.
Quale veleno hai continuato a introdurre nel tuo corpo, fino a lasciare che questo raggiungesse il tuo cuore, i tuoi organi vitali, per avvelenarli e distruggerli per sempre?
Così sei morto, ma i tuoi errori sono rimasti in vita, gravando sulle mie spalle.

Anch’io ho ucciso questa notte: ho avvelenato il mio cuore esattamente come facesti tu, ma, a differenza di te, padre, io ho agito nel bene, non nella debolezza di una realtà troppo opprimente per i miei stessi occhi.
I miei valorosi sostenitori, i Mangiamorte, mentre mi attorniavano in attesa che scagliassi il temuto colpo, hanno fatto ben poco: hanno guardato, mentre io, infine, agivo.
Mentre mi appropriavo di una vita non mia, di cui ora usufruisco indebitamente.

Albus.
Giurai fedeltà a te e per mantenere la mia promessa, il mio voto permanente di redenzione ed espiazione, ho accettato di fare ciò che per altri sarebbe stato inaccettabile.
Mentire, fingere e infine uccidere un amico, un affetto, il genitore che ho sempre desiderato avere e che queste stesse mani, che ora sto stringendo spasmodicamente, hanno annientato.
La tua fine era ormai prossima, ne sono pienamente consapevole: il tuo corpo ne era la chiara testimonianza ma, per il bene di tutti, ho dovuto agire come spietato emissario di morte, prima che la natura facesse il suo corso.
E ora tu sei morto, caro padre.
Ucciso, alla fine, da quelle stesse mani che ti hanno curato e in cui tu hai riposto tutta la tua fiducia.
In me.
Nel tuo unico figlio.

In quei momenti agghiaccianti, sulla torre, in cui la bilancia del destino oscillava tra la speranza e la condanna, la mia mente si è sgombrata di ogni pensiero, di ogni emozione e ha comandato al corpo l'agghiacciante sentenza: morte.
Ma prima di tutto ciò, ho fissato i tuoi occhi per un'ultima volta, più azzurri del mare e dello zaffiro, saggi e gentili e, in essi, ho scorto molteplici cose: ho visto lo sguardo dei miei morti e della mia perduta amata, lo sguardo scuro e inflessibile del mio padre naturale, di tutte le mie vittime e, dietro di esse, un’oscurità infinita.
Con quell'unico incantesimo, i tuoi occhi si sono chiusi per sempre.
Ho rischiato di cadere in quello stesso oscuro baratro in cui ti ho gettato, ma ho resistito.
La mia mano si è abbassata mentre tu morivi e scomparivi per sempre dalla mia vista.
Il dovere mi ha imposto di agire, per finire ciò che avevo iniziato.
Con la morte nel cuore, sono corso, lasciandomi alle spalle una parte di me, spenta, inanimata, morta, per ricominciare a seguire il corso del mio destino.

Ancora tranquillità nel cielo, solcato, ogni tanto, da qualche lampo.
Rimiro echi di oscuri presagi nel cupo scenario che si staglia sopra di me, sopra i miei occhi scuri, ancora aperti e vigili, colmi di una vitalità appartenente a un altro.
Non temo il tuono, il gelido respiro del vento sulla mia pelle, prima che la tempesta si abbatta su questo mondo cui mi sembra di non appartenere più.

Ho osservato con silenziosa ammirazione la morte di un uomo coraggioso, di un maestro, di un padre che non è sfuggito al suo destino e mi ha esortato lui stesso, fino all’ultimo, a compiere il mio dovere.
La sua morte ha aumentato la mia possibilità di sopravvivenza, e la sopravvivenza del nostro piano.
Quando ho lasciato Draco, al sicuro… sorrido a questo pensiero, perché nessuno è al sicuro, non ancora, almeno, finché il mostro continuerà a vivere.
In quel momento, negli occhi atterriti del ragazzo ho scorto un lampo di terrore, mentre mi fissava e guardava la bacchetta che aveva ucciso al suo posto e che, in quel momento, stringevo ancora nella mia mano.
Prima di lasciarlo, per venire qua ad udire nient’altro se non i miei pensieri e il rumore del tuono nel profondo buio di questa grotta, siamo rimasti senza parlare per alcuni istanti, sentendo le gocce d’acqua scendere silenziosamente dal cielo cupo e pungere le mie guance come fredde lacrime.

Ho iniziato questa recita ed ora sono tenuto a finirla, poiché sarà il mio ultimo ricordo da mortale, se dovessi perire, se il Giuda dovesse seguire lo stesso destino del padre che ha ucciso.
Tutto questo per salvare la mia passata gioventù, Draco, e me stesso, nel tentativo di annientare definitivamente un mostro a cui sono costretto a prostrami e venerare: Voldemort!
Perché, nonostante ciò che ho fatto, lui è più malvagio di me e più spietato: annienta giovani, vecchi, uomini, bambini senza riguardo per la loro intelligenza, il loro attaccamento per la vita o qualsivoglia circostanza.
Io ho ucciso per dovere, per rispondere a un ordine, a una preghiera e, a differenza sua, non ne traggo alcun ignobile piacere.
Il Signore Oscuro non ha scrupoli.
Uccide allo stesso modo il fedele e il nemico e il grado di sofferenza che infligge non ha relazione con la devozione della vittima, quand’anche essa sia parte del branco di servi di cui si circonda.
Lui rimira l’incantevole e lento sorgere del terrore negli occhi che si prepara a spegnere e si nutre di esso, accrescendo il suo smisurato orgoglio e la sua anima nera, insaziabile di morte e dolore.
Basta un’ombra di sospetto, un’esitazione, un pensiero sbagliato e la sua bacchetta sprigiona lampi mortali e impietosi, come quelli che sono scaturiti dalla mia poco fa.

Sono stato per tutta la vita, mio malgrado, uno studioso della morte, che ho fissato in volto nella speranza di poterla capire, ghermire e infine imparare ad accettare.
Ho udito i singhiozzi imploranti, le grida e il lento cessare dei battiti di molti cuori innocenti.
In ogni istante ho guardato i loro occhi, gli occhi delle mie vittime, e ho cercato di capire il segreto che celavano mentre passavano dalla vita al nero Abisso, facendomi carico del loro dolore.

Ma non devo morire adesso!
Non quando sono così vicino all’Oscuro Signore e all’Eternità.
Alla Redenzione.

Guardo fuori dalla grotta. L’aria, grigia per la tempesta imminente, porta con sé uno strano odore leggero: di lampi, di sangue e di acqua che scorrerà per mondare e lavare la terra dal sangue appena sparso e, forse, anche per la mia anima.
La morte, ora, mi è sicuramente più vicina che in qualsiasi altro momento.
Ma anche tu lo sei, Albus, padre, e lo sarai sempre.
Perché hai assolto i doveri di un altro, mi hai dato la possibilità di dimostrare il mio valore e di riscattarmi, possibilità che l'uomo, che in gioventù chiamavo con un nome che non gli apparteneva, non mi avrebbe mai concesso.

Non ho paura: le mie membra, la mia mente, il mio petto in cui batte ancora un cuore pulsante di vita e di coraggio, formicolano di una nuova energia, come se il mio corpo fosse stato svuotato del suo contenuto e riempito di una forza consistente e vitale, che lo anima e lo spinge ad agire.
Lascerò che la morte cammini al mio fianco, che mi minacci e mi sfiori, finché non deciderà lei di condurmi per mano, per ricongiungermi a te.
Padre…

E' ora di muoversi: esco nel temporale che avanza, preceduto dal tuono, senza curarmi di nulla se non della mia ritrovata determinazione.
Il mio mantello si spiega come ali nere, smosso dal frusciare del vento.
Inspiro profondamente, scrutando il cupo orizzonte con un nuovo sguardo.
Le mie labbra si stirano in un sogghigno, le scure sopracciglia scendono sugli occhi socchiusi, la mano si serra sulla bacchetta: la tua morte per la mia vita.
Grazie Albus, grazie padre.
Sono pronto.
E così sia.


Edited by ale85leosign - 12/6/2008, 14:20
 
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view post Posted on 8/6/2008, 17:26
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I ♥ Severus


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Scrivere l’odio, ogni tanto fa bene e fornisce la misura del bene.
Vibra spietato nelle tue parole, lontano e vicino, dimenticato e ricordato, temuto e sconfitto.
Scrivere l’amore, fa ancora meglio, ed anche quello vibra intenso nelle tue parole, quelle dell’oggi che hanno superato il passato, ma evidentemente non dimenticato.
Del resto, lo so bene, e anche Severus lo sa, il passato non si può dimenticare. Ma si può imparare, molto.
Molto bello il fulcro della storia, sottolineato anche dal titolo, quella vita reputata rubata ad un altro, la vitalità dell’altro sentita quasi come estranea nei propri occhi.
Stupenda anche la descrizione di Voldemort che si nutre del terrore delle sue vittime.
E verso la fine, quando si rialza orgoglioso, deciso a continuare con la morte al fianco, per amore, lì è arrivato anche il classico nodo alla gola, il “marchio” infallibile che individua le “belle storie”.
E stupenda, infine, la sua riscossa, decisa, come tuono che avanza incrollabile ad accettare un dono d’amore.


P.S. Sei invitata a rileggerti la storia (ad un certo punto, nel terzultimo paragrafo, le i diventano ì per alcune righe!) e poi a inviarla a MagieSinisterStorie. Se vuoi posso anche darle una "betatina" ma non è neppure necessaria. Come vuoi tu.


Edited by Ida59 - 18/7/2015, 22:04
 
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ale85leosign
view post Posted on 8/6/2008, 18:25




CITAZIONE (Ida59 @ 8/6/2008, 18:26)
Scrivere l’odio, ogni tanto fa bene e fornisce la misura del bene.
Vibra spietato nelle tue parole, lontano e vicino, dimenticato e ricordato, temuto e sconfitto.
Scrivere l’amore, fa ancora meglio, ed anche quello vibra intenso nelle tue parole, quelle dell’oggi che hanno superato il passato, ma evidentemente non dimenticato. Del resto, lo so bene, e anche Severus lo sa, il passato non si può dimenticare. Ma si può imparare, molto.

Cara Ida, caro il mio capetto...
Come ben sai il dolore è un coltello affilato.
Ma la visione qui è ancora diversa da quella che mi venuta in mente leggendo la tua ff.
Qui, la lama, quando colpisce la prima volta, fa un male tremendo, perchè non recide i nervi, ma colpisce a tradimento, male, in profondità e così inaspettatamente...
Col tempo, però, la lama si smussa, invecchia e finisce per spezzarsi, cadere e infrangersi in mille schegge che restano dentro, sedimentandosi e cristallizzandosi con l'età.
Scrivere serve ma non permette di avere tutte le risposte.
Lo stesso vale per Severus qui, che parla con sè stesso, non potendo parlare con chi non è più su questa terra.
Per scrivere amore bisogna averlo provato, andare oltre l'illusione dettata dalla fantasia, dal nostro cercare una protezione dal male e, ogni tanto, quindi, bisogna ritrovarlo, per riscoprirne il significato dimenticato da troppo tempo, perchè, come mi disse una persona, "il tempo segna il prezzo delle cose."
Frase che non ho ancora finito di interpretare.
Prima o poi ci riuscirò ^_^

CITAZIONE
Molto bello il fulcro della storia, sottolineato anche dal titolo, quella vita reputata rubata ad un altro, la vitalità dell’altro sentita quasi come estranea nei propri occhi.
Stupenda anche la descrizione di Voldemort che si nutre del terrore delle sue vittime.
E verso la fine, quando si rialza orgoglioso, deciso a continuare con la morte al fianco, per amore, lì è arrivato anche il classico nodo alla gola, il “marchio” infallibile che individua le “belle storie”.
E stupenda, infine, la sua riscossa, decisa, come tuono che avanza incrollabile ad accettare un dono d’amore.

P.S. Sei invitata a rileggerti la storia (ad un certo punto, nel terzultimo paragrafo, le i diventano ì per alcune righe!) e poi a inviarla a MagieSinisterStorie. Se vuoi posso anche darle una "betatina" ma non è neppure necessaria. Come vuoi tu.

Pensare che questo "spunto" l'ho trovato per caso, ma sono contenta che ne sia nata una cosa così apprezzata.
Son contenta, poi, perchè sono riuscita a trasmettere i sentimenti giusti.
Un Severus troppo triste non ce lo vedevo, l'ho sottratto dal ruolo di vittima e l'ho mostrato sprezzante ma riflessivo, perchè, da come l'ho inquadrata io, la scena si prospettava bene, ma non per le lacrime.
Non chiedermi perchè, non lo so nemmeno io.


Per essere stata scritta alle 3 di notte non è andata poi così male. :D :lol:
Sì adesso la rivedo e te la mando per la betatina che non può farmi che bene.
Poi mi appropinquerò per mandarla a M.S.S. ;)

Grazie per l'entusiasmo, i commenti sempre apprezzatissimi, la comprensione e l'insegnamento che le tue parole, in qualche modo, riescono sempre a regalarmi.
 
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view post Posted on 8/6/2008, 18:41
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (ale85leosign @ 8/6/2008, 19:25)
Grazie per l'entusiasmo, i commenti sempre apprezzatissimi, la comprensione e l'insegnamento che le tue parole, in qualche modo, riescono sempre a regalarmi.

:bacio:
 
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Earendil
view post Posted on 16/6/2008, 12:25




Sfida stupenda, non c'è che dire, e complimenti a miss Matroide per l'idea geniale!

Ho avuto modo di leggere Mors di Ale e quello che segue è l'abbozzo di un commento a caldo. Poco lucido, come sempre mi accade leggendo una bella fic!
Il tema mi è particolarmente caro per ragioni diciamo biografiche, e il modo in cui ale lo ha svolto mi è decisamente congeniale, confermando ulteriormente una comunanza di vedute che io e lei, pur non conoscendoci, abbiamo, almeno per come le riversiamo nei nostri lavori.
Il tuo lavoro esprime un rimpianto latente e intriso di rabbia, per qualcosa che è mancato con lo stesso atroce dolore di quanto quel qualcosa è stato desiderato. E mai avuto. Un senso di rimorso e nostalgia per un bene che è non c'è più, e che non si è stati capaci di afferrare per tutto il tempo che si sarebbe potuto convertire in un sentimento di rispetto, perlomeno.
E invece l'odio non lascia spazia alla riparazione. Ci sono cuori e cuori, e ci sono dolori e dolori a cui si reagisce in maniera diversa: il male che Severus, in questa confessione lucida e schietta, sa di aver perpretrato, risponde unicamente al dovere di agire per il bene. E di qui scaturisce il rispetto, questa volta creatosi, per l' "altro" padre, colui che ha saputo coglierne la fibra con la sensibilità che un genitore dovrebbe avere nei confronti del figlio. E solo così si dà possibilità alla morte di riscattarsi sotto forma di un significato, di un nuovo modo di essere che prima ci era ignoto. Dare un senso alle nostre morti è qui l'unica via per riscattarsi dal male e proseguire sul sentiero della verità, per quanto nera possa essere.
Tobias e Albus, due piatti di una bilancia il cui ago Severus è manovrato dal dovere e dal destino. E su tutto il senso di dover necessariamente agire, essere, vivere.
Per tutto questo il rapporto padre/figlio s'incide profondamente nell'animo di entrambi e può donare luci e ombre che siano, ma in un certo senso sempre fondamentali per l'io. Al di là dell'odio e della magia, da esseri umani. :woot:
Grazie all'autrice per questa perla. Le sfide di MagieSinister continuano a regalare frutti degni dello splendore della nostra Bottega! :woot:
 
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ale85leosign
view post Posted on 16/6/2008, 18:10




CITAZIONE (Earendil @ 16/6/2008, 13:25)
Ho avuto modo di leggere Mors di Ale e quello che segue è l'abbozzo di un commento a caldo. Poco lucido, come sempre mi accade leggendo una bella fic!

Mi chiedo quelli lucidi che fai come ti vengono, perchè questo è bellissimo :lol:
Anche a me capita di essere "poco lucida" a commentare letture belle e coinvolgenti, proprio perchè mi immedesimo molto

CITAZIONE
Il tema mi è particolarmente caro per ragioni diciamo biografiche

Sapessi a me...

CITAZIONE
e il modo in cui ale lo ha svolto mi è decisamente congeniale, confermando ulteriormente una comunanza di vedute che io e lei, pur non conoscendoci, abbiamo, almeno per come le riversiamo nei nostri lavori.

Concordo! :woot: (e ti frego anche la faccina :P )


CITAZIONE
Il tuo lavoro esprime un rimpianto latente e intriso di rabbia, per qualcosa che è mancato con lo stesso atroce dolore di quanto quel qualcosa è stato desiderato. E mai avuto. Un senso di rimorso e nostalgia per un bene che è non c'è più, e che non si è stati capaci di afferrare per tutto il tempo che si sarebbe potuto convertire in un sentimento di rispetto, perlomeno.

Più che rimpianto io lo definirei come "frustrazione".
Il rimpianto può derivare dal "non aver agito" mentre con frustrazione io intendo il "non aver potuto agire".
Ci sono cose e persone più grandi di noi che non si possono fermare.
Per aver avuto ho avuto, ma, effettivamente, era come se non avessi.

CITAZIONE
E invece l'odio non lascia spazia alla riparazione.

Esattamente.

CITAZIONE
E solo così si dà possibilità alla morte di riscattarsi sotto forma di un significato, di un nuovo modo di essere che prima ci era ignoto. Dare un senso alle nostre morti è qui l'unica via per riscattarsi dal male e proseguire sul sentiero della verità, per quanto nera possa essere.

La morte chiude le porte sulle vite di altri che noi non possiamo più riaprire.
Possiamo solo aprire la nostra mente e affrontare la vita con una nuova forza, dettata dalla sofferenza e dalla conseguente comprensione derivata dalla morte di altri.
E' un morire per vivere, insomma. :)
Guardare la realtà attraverso un velo di lacrime porta a una percezione distorta di essa, offuscata dal dolore e da un bizzarro miscuglio di sentimenti.
Ma una volta che il pianto si esaurisce, alle prime schiarite, per giungere infine a una nuova alba, il mondo si vede più nitidamente, come se le lacrime e la sofferenza stessa avessero "pulito/mondato" la nostra percezione della realtà.
Costa arrivare a traguardi del genere, ma è un prezzo equo, nell'insieme.
Non sempre, ovviamente.



CITAZIONE
Per tutto questo il rapporto padre/figlio s'incide profondamente nell'animo di entrambi e può donare luci e ombre che siano, ma in un certo senso sempre fondamentali per l'io. Al di là dell'odio e della magia, da esseri umani. :woot:
Grazie all'autrice per questa perla. Le sfide di MagieSinister continuano a regalare frutti degni dello splendore della nostra Bottega! :woot:

Tutto ciò che hai detto è profondamente vero.
La morte ci trasforma, riesce a conferirci ombre, ma anche luci che non erano mai state svelate prima.
Grazie Earendil dello splendido commento.
Io adoro le riflessioni approfondite e le tematiche di questo genere (anche quelle non lucide ;) che in molti casi, come questo, si rivelano essere anche molto intriganti) perciò un mega grazie per aver commentato in modo così accurato l'opera di una che alle tre di notte ogni tanto non dorme ma scrive :D :P

Alla prossima ;) :woot:
 
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view post Posted on 20/12/2008, 15:38
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I ♥ Severus


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A seguito della modifica del Regolamento Fanfiction del 13/12/08 le storie non possono più essere inserite direttamente in questa Sfida, anche se il regolamento inizialmente lo permetteva.
Le storie già inserite, in ogni caso, non saranno rimosse.
D’ora in poi le storie devono essere preventivamente inviate a Magie Sinister Storie e devono essere ovviamente rispettose delle regole dell’archivio. Una volta che saranno state approvate e pubblicate su Magie Sinister Storie, potrete inserire in questa discussione il link alla storia.


Edited by Ida59 - 18/7/2015, 22:04
 
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ale85leosign
view post Posted on 13/9/2009, 09:29




Restyling grafico delle Sfide FF in corso.

 
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view post Posted on 8/12/2011, 11:44
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Ecco la storia i Chiara 53 - Padre

Riassunto : Dopo l'assassinio di Silente Severus Piton rivela il suo intimo dramma, ma solo a se stesso.
Categoria: HP :Severus - Rating: Per Tutti - Tipologia: One Shot ( 500) - Genere: Drammatico - Altro Genere: introspettivo
Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 6^ anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Severus - Altri Personaggi: Nessuno

Edited by chiara53 - 31/3/2017, 17:11
 
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view post Posted on 13/12/2011, 21:48

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Sono in fase "Lavori in corso". ^_^
 
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