Il Calderone di Severus

Sfida Originali n. 3 - I sussurri del bosco

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Xe83
view post Posted on 22/6/2021, 11:28




Elly - Qualcosa su cui riflettere

Cara Elly, il tuo racconto mi ha colpito tanto e mi è piaciuto moltissimo.
Hai scelto di trattare un tema complesso, crudo, che mi affascina da sempre. Un tema che da una parte mi attrae, mi attira e dall'altra mi rende irrequieta per la sua molteplicità e vastità, per i suoi confini labili e conturbanti.
Il tuo racconto non lascia il lettore imperturbabile, anzi, lo coinvolge, lo interroga. Tu hai saputo affrontare e presentare un argomento complesso con grande rispetto, attraverso la tua scrittura precisa, elegante, assolutamente perfetta.
Hai saputo creare personaggi veri, intensi, con vissuti sentiti, con percorsi di vita complessi, con passati difficili e futuri incerti, eppure è presente, è acceso il lume della speranza capace di portare un po' di pace e piccoli granelli di serenità.

Ci hai fatto il dono di un grande racconto, Cara Elly. Un grande e bellissimo racconto.
Grazie, tesoro.
💚
 
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Xe83
view post Posted on 22/6/2021, 12:23




Titolo: Echi lontani
Autore: Xe83
Data: giugno 2021
Beta: Arwen68 (grazie, P. sei un tesoro). 🌹
Tipologia: One Shot
Raiting: per tutti
Genere: fantasy contemporaneo
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: I sentieri del reale sanno inabissarsi e riemergere seguendo percorsi ignoti, a volte quasi incomprensibili.

ECHI LONTANI

Aprì gli occhi: il chiarore celeste della luna si declinava alle pareti in una tonalità cerea, a tratti spettrale.
Il silenzio regnava docile e placido. Lo schermo illuminato del cellulare suggeriva che aveva perso di recente una telefonata.
Un flebile fischio prolungato giungeva dall'indefinito alle sue orecchie sospinto da un soffio di vento.

L’albore del cielo illuminava in tralice le vissute e solcate assi del parquet a spina di pesce.
Si alzò e infilò maldestramente le scarpe: era deciso ad uscire in pigiama perché indossare jeans e giubbotto lo trovava tanto pleonastico, quasi innaturale a quell’ora della notte.

Diede una rapida occhiata alla piccola camera impolverata dagli anni che, per quella notte, dopo tanto tempo, era ritornata ad essere la sua "isola".
L'intonaco pallido e opaco trasudava ricordi antichi. Rammentò i giochi da bambino, le lotte sull'asfalto in pomeriggi arsi dal sole, i dardeggi con la sorellina a sovrastare i richiami della madre, i primi scherzi goliardici con i compagni di scuola, le urla curiose tra le querce del viale, le grida festose sotto la pioggia. Ora il silenzio.

Accompagnò il pomolo d’ingresso alle spalle e si indirizzò verso il bosco di fronte. A volte la solitudine sa condurre tanto lontano, altre volte porta ad un ritorno inaspettato e ci si ritrova a passeggiare senza meta lungo crocchianti ed ermetici sentieri silvani.
Una distesa verde rorida e tenera gli sfiorava le gambe e attraverso il pigiama percepiva la tenue presenza di duttili fili d'erba flettersi al suo passaggio.

Entrava senza la minima precauzione in un universo sconosciuto e magnetico; vagava lentamente come sospinto a proseguire da una quiete mite e paziente.
Giunse ad una radura cinta da longevi carpini: ritorte radici solcavano il terreno come fitte trame, stilemi affettivi di un luogo incantato. La falce di luna illuminava l'area e un dolce alito di vento scosse le foglie. Si girò, scorse una anomala luce eterea e si specchiò nell'infinito di due occhi scuri come i propri, tanto intensi da rapirlo all'istante.

La brezza frizzante e leggera alzava le opime chiome degli alberi, come un tocco malizioso a sollevare le vesti di tante donne intente a osservare. In cielo pingui cirri viaggiavano uniformi e sostenuti con la stessa fretta di viaggiatori in partenza. Di notte le nuvole sanno muoversi furtive, con la presunzione di non venire osservate.
Un essere antropomorfo, un ragazzino esile e smunto appoggiato ad un cerbiatto fissava ogni suo movimento. Una visione strana, notturna, incredibile, diversa dai sogni.

Trasecolò ma non riusciva a levare gli occhi da quella placida e calma visione che emetteva un’onirica luce azzurro tenue, come una sorta di ologramma manieristico e sofisticato. «Diamine, che cosa siete?» si rivolse al bimbo con un timbro stupito e quello, con un mezzo sorriso, non fece attendere la risposta «Non ricordi?».
«Non capisco» rispose allora l’uomo, turbato, disorientato, colto come da un enorme stupore. La voce del bimbo era sottile e leggera, ma il timbro gli entrava dentro, risuonava nei meandri del cervello, arpionava l'anima, come a trovare un ancoraggio sicuro, un porto dove attraccare. E lui balbettava confuso «Dio mio, che fate qui soli, di notte, fa freddo. Andate a casa».
Poi, aggiunse tra sé e se, per ritrovare la necessaria concentrazione «Ah, sto dormendo e voi due non siete reali. Siete lo scherzo della mia fantasia. Siete la trasformazione faticosa dei peperoni di ieri sera».

Mentre sentenziava con malcelata saccenza, la sua mano si prodigava a frugare tra i calzoni in cerca del telefono. Desiderava immortalare lo strano e incredibile fenomeno apparso davanti ai suoi occhi, ma lo sforzo era inutile e vano. Negli stessi attimi lo smartphone ansimava lontano, sul comodino, scosso da tremiti ripetutamente ignorati. Il pigiama che indossava non aveva tasche: era uscito di casa completamente solo, senza supporti tecnologici e con le stringhe slacciate.

Il piccolo cerbiatto dagli enormi occhi languidi annusava l'aria e di tanto in tanto abbassava la testa; il bimbo, con movimenti impacciati, si strofinava il naso sul dorso di una mano e non cessava di fissare l'uomo con aria interrogativa.
«No, tu non sei reale. Non dirmi che anche il tuo amico peloso comprende le mie parole e può rispondermi. » incalzò con un rivolo di sarcasmo. «Assurdo, tutto questo è assurdo» aggiunse quasi sconsolato, mentre un sudore tiepido di stupore gli rigava le tempie.

La coppia eterea si mosse lentamente e si avvicinò all’uomo rimanendo a filo d’erba. Il bimbo gli si fece accanto e con tono confidenziale sussurrò «Ti aspettavamo. Sei tornato, ora sei qui con noi.» Le iridi scure del bimbo dai pigmenti luminosi trattennero gli occhi dell'uomo, risucchiandolo da quel palmo di terra per proiettarlo in un vortice di multiformi sensazioni. Fu raggiunto da una pioggia di stimoli sensoriali: alcuni noti, ancestrali, altri inediti e opportunamente rielaborati da risultare sconosciuti. Un turbinio, un vortice di sollecitazioni che si propagavano all'infinito. Scorgeva pagine scollegate del proprio passato in cui il lasso temporale era divenuto pura fantasia; vedeva il perimetro di accostamenti arditi e confusi; percepiva suoni stordenti, stridenti e stranianti. Ricordi, immagini, desideri riapparivano semplicemente alla mente, blandendola senza evoluzioni retoriche, per poi planare accatastati in una collina di memoria.

Le sue palpebre follemente sollecitate si abbassarono in un involontario gesto di protezione. Quando le riaprì si ritrovò solo, circondato da alberi rigidi, discreti, muti.
L'umidità del sottobosco gli suggerì di imboccare la via del ritorno: inciampò in un tronco mozzato, rivestito da muschio scuro e da simbiotici licheni che avevano avvolto la corteccia come un abbraccio possessivo e totalizzante.
Procedeva a ritmo sostenuto, desiderava raggiungere l'abitazione nella quale si sentiva protetto. Il porto sicuro, l'estrema tule, il suo avamposto soltanto per quella notte. Voleva levarsi le scarpe sporche di umido terriccio, cambiarsi e riflettere. Comprimeva e custodiva nel petto quegli attimi di enorme stupore vissuti tra l'onirico e il reale, in un inesorabile gioco di concreta fantasia.

Coltivava nell'anima due sole limpide certezze. Sarebbe ritornato presto nel bosco, al calar della sera, per riprendere il dialogo lasciato a metà e sapeva che non avrebbe mai concesso di radere al suolo quel lembo boschivo.
Sì, non avrebbe dato il proprio consenso a una scelta che sarebbe sfociata in un eristico e spietato contenzioso.
Non avrebbe accostato il proprio nome ad un gesto infame e spietato.
Il mondo là fuori, quell'ermetico e fascinoso universo, ancora lo apparteneva e sentiva forte il bisogno di proteggerlo. Era cresciuto con esso, rispettando anche l'enorme e impenetrabile mistero che esso celava. Divenuto adulto non avrebbe voltato le spalle a quel luogo magico per il più arido e bieco interesse.

Mentre rifletteva, con le dita scostava le tende a motivi geometrici del salotto e in alto nel cielo la falce di luna metallo rischiarava l'oscurità donando spessore ai fruscii della notte. Era certo che presto l'alba sarebbe giunta a portare con sé una nuova, ritrovata consapevolezza: pulita, fresca, tersa come l’aria che sa scuotere i pensieri più puri, quelli suggeriti dal cuore.

Edited by Xe83 - 22/6/2021, 13:53
 
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Giorgy
view post Posted on 22/6/2021, 12:45




Complimenti Xe83 per la tua splendida storia. Ci hai trasportato in un mondo onirico fantastico, l’atmosfera costruita in maniera superba con descrizioni e termini ricercati, mi ricorda quella delle fiabe dei fratelli Grimm.
Ora mi è sorta una curiosità: hanno un significato particolare quel bambino insieme al cerbiatto?😊
Complimenti anche al betaggio di Manu!
Un abbraccio 🌹

Edited by Giorgy - 22/6/2021, 15:13
 
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view post Posted on 22/6/2021, 19:08
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Elly - Qualcosa su cui riflettere
Una storia forte, Elly, per il tema trattato, e ruvida ma piena di umanità. Un'umanità sofferente e messa all'angolo dalla vita; un'umanità che sta però cercando il riscatto.
Sei stata molto brava nel caratterizzare i vari personaggi:dal medico, così professionale e rassicurante (almeno ci prova) ai vari compagni di viaggio, ognuno con i suoi tic, le sue fobie, i propri fantasmi da sconfiggere.
Ho parlato di ruvidità ed è una caratteristica che ho visto nella tua protagonista. Ma sotto questa sua ruvidità ho letto tanta fragilità, tanta sofferenza e tanto desiderio di essere accettata... E ho provato una forte simpatia per lei.
L'albero che in fine la tua protagonista sceglie è come la proiezione della sua anima, colpita dalle tempeste, ferita ma ancora viva, resiliente... E non si può fare a meno di fare il tifo per entrambi, sperare per entrambi una rinascita.
Complimenti per questa storia! ❤️

Edited by Arwen68 - 23/6/2021, 01:49
 
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view post Posted on 24/6/2021, 17:17
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Xe83 - Echi lontani

Un sogno(?), forse una visione a metà tra realtà e fantasia. Scritta stupendamente, con una scelta linguistica raffinata: stupefacente.
Mi ha lasciato una certa qual malinconia: il bambino è quello che tutti conserviamo ben nascosto, ma vivo nell'anima.
Mi ha fatto pensare a Severus e forse un minimo te lo ha ispirato quell'uomo insonne ...
Tra le tante immagini che ci hai regalato alcune restano stampate nel cuore.
CITAZIONE
...in alto nel cielo la falce di luna metallo rischiarava l'oscurità donando spessore ai fruscii della notte

Complimenti, Xenia!
 
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view post Posted on 24/6/2021, 18:26
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CITAZIONE (Xe83 @ 22/6/2021, 13:23) 
Titolo: Echi lontani

Xenia cara,
anche questa volta hai saputo dar prova di perizia e di mirabile maestria nel trasformare in diamanti splendenti ognuna delle ricercate parole che compongono il tuo racconto.
Non so perché ma io ne ho tratto un’interpretazione che potrai trovare singolare.
Mi hanno colpita due frasi:
CITAZIONE
“A volte la solitudine sa condurre tanto lontano, altre volte porta ad un ritorno inaspettato e ci si ritrova a passeggiare senza meta lungo crocchianti ed ermetici sentieri silvani”.

“Entrava senza la minima precauzione in un universo sconosciuto e magnetico; vagava lentamente come sospinto a proseguire da una quiete mite e paziente”.

Il cuore dell’uomo nasconde segreti che esso stesso non conosce. Il cammino verso l’io ignoto, celato in ognuno di noi, può essere un viaggio stupefacente e pregno di rinnovate consapevolezze. Il bosco è l’emblema dell’inesplorato, della possibilità di incontrare il bene, ma anche il male.
Ho immaginato che tu abbia voluto fornire il lettore di un incitamento a non aver timore di scoprire di più se stesso; una spinta ad aprirsi a ciò che di magico può offrire la vita, e a non smettere mai di sperare e sognare.
Talvolta le risposte alle domande che cerchiamo sono dinnanzi ai nostri occhi (e dentro di noi), ma non siamo sempre in grado di vederle. <3

Edited by Lonely_Kate - 25/6/2021, 20:47
 
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view post Posted on 24/6/2021, 23:13
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Qualcosa su cui riflettere - Ellyson

L’unico vero rimpianto che si ha, giunti all’ultima parola di questo originale, è di essere arrivati troppo in fretta alla parola fine. Perché la tua è una storia che si divora, letteralmente, e che si vorrebbe continuare a leggere, caratterizzata dal tuo inconfondibile stile narrativo privo di fronzoli, concreto, diretto ed essenziale, a volte crudo e graffiante, a volte delicato e commovente, comunque sempre molto avvincente.

Si vorrebbe dunque proseguire all’infinito nel leggere delle azioni e dei pensieri di Kara, di Fran, di Jillian, di Darrick, del dottor Ward, di tutti quei personaggi splendidamente caratterizzati, così vivi, così reali, ai quali hai magnificamente conferito un’identità precisa, una storia affascinante: personaggi, anzi, persone delle quali adesso vorrei sapere molto di più di quanto hai raccontato in questo bellissimo spaccato di vita vera, segnato da cicatrici profonde, da cui emerge in modo essenziale la vibrazione agghiacciante della sofferenza mentale.
Stupenda ed emozionante la scena in cui Jillian viene aiutata dai compagni a superare la crisi d’ansia, altrettanto commovente quella in cui Kara riconosce la propria anima nel vecchio albero passato attraverso molte intemperie, perfino un incendio, ma ancora caparbiamente aggrappato alla vita.

Ho davanti agli occhi tutti i volti che la mia fantasia ha assegnato ai protagonisti di questa vicenda umana straordinaria, le loro espressioni e le caratteristiche peculiari che me li hanno fatti apprezzare e amare, e che spero di ritrovare nella prossima storia originale che deciderai di scrivere, cara Elly: un grande applauso, e aspetto il sequel! :*:
 
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view post Posted on 25/6/2021, 17:52
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CITAZIONE (Xe83 @ 22/6/2021, 13:23) 
Titolo: Echi lontani
Autore: Xe83

Una bellissima e sofisticata favola moderna, ammantata di mistero, pervasa da un’atmosfera onirica, sospesa tra sogno e realtà.
L’affascinante ed enigmatica visione trasporta il protagonista (e il lettore) in un universo parallelo, alla riscoperta delle profondità del suo mondo e del suo io.
Il tutto narrato con la incredibile ricchezza stilistica e la straordinaria raffinatezza lessicale che contraddistingue la scrittura di Xenia, sempre più brava.

CITAZIONE
Sarebbe ritornato presto nel bosco, al calar della sera, per riprendere il dialogo lasciato a metà

Ci aspettiamo il dipanarsi del mistero, vero Xe? ❤️
 
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view post Posted on 2/7/2021, 10:39
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Ho iniziato a ringraziare una per una, ma non riesco a finire.
lo so... ormai lo sto dicendo sa così tanto tempo che le parole hanno perso il loro significato, ma sono veramente, veramente sommersa di mer.. lavoro. Sommersa di lavoro e la sera sono stanca per fare tutto.
Ma ho letto ogni vostra parola e vi ringrazio.
Grazie mille, sono sempre felice e soddisfatta di vedere che le mie storie, per quanto brevi e che trattano di temi particolari, suscitino in voi emozioni.
Vi ringrazio per ogni parola scritta per me, per ogni minuto che avete tolto ai vostri impegni (perché so che non sono l'unica ad avere un lista infinita di cose da fare) per leggere e commentare.
Io non riesco a ripagarvi con la stesa moneta e, credetemi, me ne vergogno molto.
Grazie mille a tutte.
Siete sempre nel mio cuore. <3 <3 <3
 
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view post Posted on 2/7/2021, 11:12
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view post Posted on 2/7/2021, 13:19
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CITAZIONE (ellyson @ 2/7/2021, 11:39) 
Ho iniziato a ringraziare una per una, ma non riesco a finire.
lo so... ormai lo sto dicendo sa così tanto tempo che le parole hanno perso il loro significato, ma sono veramente, veramente sommersa di mer.. lavoro. Sommersa di lavoro e la sera sono stanca per fare tutto.
Ma ho letto ogni vostra parola e vi ringrazio.
Grazie mille, sono sempre felice e soddisfatta di vedere che le mie storie, per quanto brevi e che trattano di temi particolari, suscitino in voi emozioni.
Vi ringrazio per ogni parola scritta per me, per ogni minuto che avete tolto ai vostri impegni (perché so che non sono l'unica ad avere un lista infinita di cose da fare) per leggere e commentare.
Io non riesco a ripagarvi con la stesa moneta e, credetemi, me ne vergogno molto.
Grazie mille a tutte.
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CITAZIONE (ellyson @ 2/7/2021, 11:39) 
Ho iniziato a ringraziare una per una, ma non riesco a finire.
lo so... ormai lo sto dicendo sa così tanto tempo che le parole hanno perso il loro significato, ma sono veramente, veramente sommersa di mer.. lavoro. Sommersa di lavoro e la sera sono stanca per fare tutto.
Ma ho letto ogni vostra parola e vi ringrazio.
Grazie mille, sono sempre felice e soddisfatta di vedere che le mie storie, per quanto brevi e che trattano di temi particolari, suscitino in voi emozioni.
Vi ringrazio per ogni parola scritta per me, per ogni minuto che avete tolto ai vostri impegni (perché so che non sono l'unica ad avere un lista infinita di cose da fare) per leggere e commentare.
Io non riesco a ripagarvi con la stesa moneta e, credetemi, me ne vergogno molto.
Grazie mille a tutte.
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