Il Calderone di Severus

NickySnape - Redenzione, genere: fantasy, romance; rating: per tutti; epoca: 1998-2031 (alcuni flashback prima del 1998); avvertimenti: AU; personaggi principali: Severus Piton, Hermione Granger.

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view post Posted on 26/9/2020, 13:29
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Titolo: Redenzione
Autore: NickySnape
Tipologia: Long FIC in progress
Genere: Fantasy, romance
Rating: Per tutti
Epoca: 1998-2031 (alcuni flashback prima del 1998)
Avvertimenti: AU
Personaggi principali: Hermione Granger, Severus Piton, Albus Severus Potter, Artemis Amani (personaggio originale), Kállistos Piton Amani (personaggio originale), Albus Silente, Rubeus Hagrid, Minerva McGonagall, Harry Potter, Aberforth Silente, Agenor Diamond (personaggio originale), Charlie Weasley, Asterion Riley (personaggio originale)

Riassunto: Due protagonisti, Hermione e Severus, due punti di vista. Una lunga storia d'amore raccontata a posteriori da Hermione ad Albus Severus. In alcuni capitoli il punto di vista è quello di Severus.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia e i personaggi originali sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Per i nomi e i luoghi del libro (esclusi personaggi e luoghi originali) seguo l'ultima edizione italiana a cura di Stefano Bartezzaghi.





Redenzione

La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare.
E i suoi riposi sono anche più rari.

E. Montale, Dora Markus



1. Why does my heart feel so bad?


Camden, London, settembre 2031


Londra ha un fascino unico. Accoglie tutti, i cuori distrutti, le anime afflitte, e prova a ripararli. Ci prova con le sue vetrine luccicanti a darti sollievo, con le sue opportunità uniche a ridarti una vita, anche se sbiadita.
Sta passando alla radio una canzone di Moby, Why does my heart feel so bad? Un pretesto per parlare di me. Perché il mio cuore sta così male e la mia anima soffre? Andava di moda questa canzone Babbana quando io e Ronald Weasley eravamo una coppia. Tuo padre sapeva il perché lo avessi lasciato, ma rimprovero tuo zio di non avermi aiutata a seguire il mio destino da molto prima. Ron è stato costretto a lasciarmi. L'ho letteralmente implorato. Ho provato a lasciarlo molte volte, ma lui non si rassegnava. L’ho lasciato senza dirgli mai il vero motivo, in parte perché speravo che lo avesse capito in tutti questi anni. I ragazzi lo sapevano, soprattutto Rose aveva capito che non amavo più suo padre da anni, te ne avrà parlato forse. Non credo mi abbia mai vista innamorata di lui. Quando lei nacque il nostro matrimonio era già al capolinea. È nato al capolinea. Non potevo continuare a vivere la vita che vivevamo. Gli uomini non lasciano mai, lo hai già capito? Rose lo sentiva che ero infelice e che ero sempre deconcentrata. Tu sai bene quanto Rose mi abbia aiutata ad affrontare tutto e a vivere una vita vera.

L’amore è un’ossessione, un’illusione, una parabola che ha un decorso simile ma anche profondamente diverso per ciascuno di noi. Tutto ciò che ho imparato sull’amore è che è la sola e unica via per conoscere se stessi e io senza l’amore non mi sarei mai conosciuta.
È di questo che ti voglio parlare. Ho amato l’ ‘altro’ uomo per tutta la vita, non l’uomo che ho sposato, ma l’uomo solitario e malinconico che stava in disparte. Prima che ci incontrassimo nel vero senso della parola, dicevano che era odioso e che si era fatto troppi nemici. Il Principe non aveva nemici, ricordatelo sempre. Ha sofferto molto nella sua vita, ed era solo, come accade a tutte le persone che eccellono. Lui e il Preside Silente erano due maghi fuori dal comune ed erano entrambi soli. Porti i loro nomi, deve essere stato sempre un gran fardello per te. Sai cosa avevano in comune loro due? L’ironia e il sarcasmo. E molto altro, naturalmente. Una cosa su tutte: l’amore per l’Amore.

Severus e Albus sono stati gli scudi di tuo padre. Harry era già di suo fortissimo, coraggiosissimo, ma senza di loro si sarebbe perso, ci saremmo tutti persi. Loro conducevano la partita da dietro le quinte. Severus era quello che più spesso entrava in scena. Severus era lo scudo malconcio di tuo padre, quello da usare sempre, perché non si romperà, o perché anche se si dovesse rompere, va bene lo stesso, perché è già rotto.
Severus cadeva a pezzi e soltanto il suo silenzio sapeva tenere tutti i suoi cocci insieme. Anche con me non riusciva mai a rivelarsi completamente. Amava circondarsi di un’aura di mistero e non lasciava che nessuno entrasse nella sua testa. Avevamo tante cose in comune: poteva essere mio padre o mio fratello per quanto mi somigliasse caratterialmente, ma mi piace pensare che lui fosse la parte migliore di me.

Lo hai visto anche tu, sai cosa intendo quando dico che è introverso. Quando l’ho conosciuto, quando era il Professore di Pozioni di Hogwarts, lui viveva in un mondo tutto suo. Era impossibile avvicinarsi a lui, ma sentivo che portava negli occhi il segno di una missione da compiere, di qualcosa per cui aprire gli occhi la mattina e decidere di vivere.
Scoprii la mattina del 3 maggio 1998 qual era la cosa che lo teneva incollato alla terra, forte come la gravità. Amava tua nonna Lily, l’amore eterno e mai consumato, l’amore fine a se stesso, qualcosa che poteva vivere solo nella sua testa. I poeti dicono che gli amori non ricambiati sono eterni. Aggiungerei anche quelli che hai vissuto e poi hai perso. Pochi anni dopo quel giorno, scoprii altro di lui, qualcosa che ha fatto crollare la mia forza di gravità.

Di tre eventi non sono responsabile: la scelta del Cappello, quando avevo undici anni, l’esistenza di Lord Voldemort e l’amore per Severus. Con il senno di poi non sarei voluta essere Grifondoro, anche se allora ne fui felicissima, ma non sarei voluta essere neanche Serpeverde. Sarebbe stato deleterio per me essere smistata in una Casa di giovani ambiziosi e pronti a tutto pur di emergere, anche se io sarei stata una perfetta strega Serpeverde, proprio come te, come lui. La verità è che sarebbe stato meglio essere Tassofrasso o Corvonero. Avrei studiato senza nessuna distrazione, nessuna avventura. Non sarei diventata amica di tuo padre e non avrei conosciuto Severus. Forse non avrei mai saputo cosa significasse amare. Quando l’amore ti chiama, ti perseguita e ti rende schiavo del desiderio, vince tutto. C’è una sola cosa da fare in questi casi, lasciare tutto e seguire la sua strada. Segui l’amore, mio caro Albus Severus, “Candido Austero” ragazzo, fallo sempre e non dimenticare, tra una pozione e l’altra, di insegnarlo ai tuoi studenti.

Edited by NickySnape - 20/11/2021, 07:52
 
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view post Posted on 26/9/2020, 13:41
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2. La rivelazione

Quella notte della seconda guerra dei Maghi è stato il peggior incubo che potessi mai vivere. Fu anche la notte della rivelazione. Il 2 maggio 1998. Noi siamo i superstiti.
Vidi Severus quasi morire davanti ai miei occhi e quelle che mi sembravano lacrime dagli occhi rivelarono un grandissimo segreto. Come capii negli anni Severus non comunicava i sentimenti con le parole. Con le parole era troppo abile, erano lo strumento della sua razionalità e per anni della sua dissimulazione. I silenzi erano il suo codice di comunicazione più autentico.

Quando io, Ron e Harry entrammo nella stanza e Harry provava a fermare con la mano la sua emorragia che sgorgava dalla giugulare, Severus disse a Harry di prendere quel liquido dagli occhi e dalla bocca e di portarlo al Pensatoio.
Con me avevo una fiala vuota, come sempre. Harry raccolse il liquido e Severus cercava il suo sguardo, sussurrando “Guardami…”
Perché voleva guardarlo negli occhi? Capii al volo cosa intendesse. Ma certo, Harry aveva gli occhi di sua madre. Quella frase gliela dicevano tutti a tuo padre, ma Severus guardava Harry con una profondità tale da sembrare attrazione. Dedussi istintivamente che era innamorato di tua nonna Lily. Erano stati a Hogwarts insieme. Mentre lo guardavo morire pensai a tutti in momenti in cui si prendeva cura di Harry e di me e Ron, a tutte quelle cose che non riuscivo a spiegarmi ma che forse essere figlie di un disegno ben più grande. Come un severo maestro ci trattava peggio di tutti gli altri studenti. Noi eravamo diversi.

Sentimmo un fortissimo grido stridulo, poteva essere quello di un rapace. Harry sconvolto si alzò e uscì dalla stanza, Voldemort lo stava chiamando a sé e a tutti noi chiedeva di smettere di combattere. Dovevo approfittare della tregua per trovare il serpente e ucciderlo, ma soprattutto dovevo trovare qualcuno che potesse aiutarmi. Lasciai che Ron uscisse dalla stanza prima di me mentre io mi accovacciavo accanto al corpo di Severus.
“Ron, vai avanti, ci vediamo nella scalinata principale.”

Lui ubbidì ma con un certo disappunto, per fortuna si fidava troppo di me per contraddirmi. Severus non poteva essere morto piangendo senza che questo non avesse significato. Ogni sua azione doveva avere un senso ben preciso per un uomo che credevo freddo e calcolatore. Tirai fuori dalla tasca della giacca una boccetta di Pozione Corroborante, per provare a fargli riprendere i sensi, il dittamo per le ferite e poi mi ricordai che nel libro di pozioni con i suoi appunti aveva inventato l’incantesimo di magia oscura, Sectumsempra. L’incantesimo provocava ferite da taglio e doveva esserci un rimedio alle ferite che sanguinavano. I morsi di Nagini erano profondi e pieni di veleno, ma almeno potevo provare a rimarginare le ferite profonde. Sectum voleva dire taglio e vulnus era ferita. Doveva esserci un contro-incantesimo. Severus, il Principe Mezzosangue, era un grandissimo mago e non poteva non averlo pensato. Provai a concentrarmi e a pensare alla formula latina del contro-incantesimo: provai con curo vulnera, ma nulla, poi sano vulnera, e poi pronunciai con più convinzione le parole Vulnera Sanentur e vidi che il sangue rientrava nel corpo. Sentii Severus tremare. Era vivo, ma incosciente. Avevo in borsa anche una boccetta di Pozione Rimpolpa-sangue e di soluzione e una fiala di antiveleno comune. Da quando i Mangiamorte erano entrati a Hogwarts non ho mai smesso di portare qualsiasi medicamento con me. Ero pronta a tutto. Aspettai che qualcosa facesse effetto. Lui continuava ad avere gli occhi chiusi. Per sicurezza gli feci anche l’incantesimo Ferula, e delle bende avvolsero il suo collo e il suo corpo dilaniato. C’era sangue dappertutto. Posai la mano sul suo petto, il suo cuore aveva ricominciato a battere molto lentamente, gli accarezzai il volto, emozionata e commossa, e gli diedi un bacio sulla fonte fredda e sudata. Ti salverò, Professore. Scoprirò chi sei.

Mi alzai lentamente e pronunciai l’incantesimo Protego Horribilis per evitare che qualcuno potesse trovarlo e ucciderlo. Poi corsi fuori e senza fiato percorsi il passaggio segreto e, sfiorando quel maledetto Salice, entrai dall’ingresso est del castello, urtando contro porte e colonne, fino ad arrivare nell’atrio principale e da lontano vidi Ron, ma nessuna traccia del serpente. Cercavo febbrilmente la McGonagall e nella nebbia della polvere e nella confusione generale non la vidi. Riconobbi la Trelawney lontano, vicino alla porta d’ingresso e accanto a lei la McGonagall e Flitwick. Corsi da loro con affanno.

“Hermione! Cos’hai? Dov’è Harry?”
Mi fermò la Trelawney preoccupata.
“Harry è andato al Pensatoio, ma dovrà raggiungere il Signore Oscuro. Deve farlo!”.
Ansimai concitata, senza rendermi conto che avevo chiamato Voledemort in quel modo. La professoressa di divinazione mi afferrò per un braccio:
“Cos’hai, piccola? Stai piangendo… Tesoro, tranquilla, sta per finire”.
“Sybill, lasciala parlare. È chiaramente sconvolta per tutto questo, ma ci vorrà dire qualcosa”.
La interruppe la Professoressa McGonagall. Ripresi fiato
“Voldemort! Il serpente! Hanno colpito a morte il Professor Piton!”, gridavo ed ero in preda al panico.
La Trelawney, la McGonagall e Flitwick si guardarono con una certa sorpresa. Capii che anche loro non si fidavano di lui ed erano sorpresi che io fossi scioccata da quello che gli era successo. “Presto, dobbiamo andare subito”, continuai “gli ho dato quello che avevo: una pozione cura ferite, pozione Corroborante e gli ho fatto un incantesimo... Ora non sanguina più, ma il suo corpo è avvelenato”.
Vedendo i miei occhi rossi e lucidi pieni di lacrime, la Professoressa McGonagall capì che potevo aver scoperto di più di lui e lanciò uno sguardo di intesa ai colleghi e disse
“Portaci da lui, presto!”.
Flitwick era perplesso.
Nella corsa contro il tempo per salvare Severus gli raccontai di cosa aveva detto a Harry, di ciò che gli aveva chiesto di prendere, e del suo sguardo pieno di amore.
“Harry scoprirà cosa c’è nei suoi pensieri. Harry sopravvivrà. Dobbiamo avere fede in Silente: lui si fidava del Professor Piton e di Harry stesso. La morte di Silente deve essere servita a qualcosa, non può non aver avuto senso”.
Mentre esprimevo a parole i miei pensieri, la McGonagall ci condusse verso la strada più vicina per raggiungere la Stamberga Strillante. Non appena raggiungemmo l’ingresso della Stamberga, si sentiva solo il rumore del vento e un leggero respiro, il suo. Vedendo il corpo steso di Severus bagnato dal suo stesso sangue ormai nero perché rappreso e mescolato al veleno, la McGonagall ebbe un sussulto. La Trelawney si estraniò e sembrava estremamente concentrata. In passato non credevo alla Divinazione e alle profezie, ma la veggente mi fece presto cambiare idea quando frequentavo Hogwarts.
Mi guardò e mi disse: “Hermione, tu sei nel suo destino”.

Non volevo crederle ma in cuor mio sapevo che sarebbe potuto essere vero. Il professore di Incantesimi riconobbe immediatamente che nella stanza era stato lanciato un Protego horribilis e con un contro-incantesimo liberò Severus dalla cupola protettiva in cui lo avevo avvolto. Flitwick avvicinò la sua bacchetta al collo di Severus e pronunciò nuovamente la formula vulnera sanentur sulla sua ferita a – non fui sorpresa che lo conoscesse – da lui avevo imparato l’incantesimo tagliuzzante, il Diffindo. Era un duellante eccezionale, fui felice che mi aveva seguito. Allora come non mai avevo bisogno del supporto di tutti loro e li ringraziai di avermi dato fiducia. Con l’incantesimo Ferula Flitwick rafforzò le bende che si erano inzuppate di sangue. Tentammo il tutto e per tutto per provare a salvarlo, ma il San Mungo era la sola direzione da seguire. Non potevamo rischiare una Materializzazione, Severus sarebbe sicuramente morto. Minerva McGonagall trovò la soluzione. Si era trasformata in gatto e aveva lanciato un lungo miagolio. In quel momento si sentì un grido di uccello, diverso da quello che avevo udito prima. Riconobbi Fierobecco, che irruppe nella stanza rompendo la finestra. La McGonagall ritornò umana e accarezzò Fierobecco, lo tranquillizzò e gli diede ordini. La professoressa si guardò intorno ancora una volta e vide cosa avevo fatto, gli incantesimi, le pozioni curative e mi resi conto che i suoi occhi commossi si riempirono di orgoglio, allora amorevolmente mi guardò e mi disse
“Sei una ragazza eccezionale. Severus forse merita più rispetto di quello che gli abbiamo dato e sicuramente ha qualcosa di più da dirci, come tu credi. Albus si fidava ciecamente di lui e la cosa era reciproca. Chi lo conosceva lo sapeva. Io, Sybill e Filius restiamo qui, tu vai con Fierobecco e porta Severus al San Mungo.”

La Trelawney ci disse che Severus doveva essere assolutamente salvato, senza darci un motivo razionale. Era come se inconsapevolmente avesse letto nella mente di Severus e nel cielo avesse visto i nostri piani futuri.
La McGonagall mi abbracciò e mi disse
“Vorrei che tu lo aiutassi a capire chi realmente è e a perdonare se stesso”.
In quel momento un urlo straziante ruppe il silenzio. Era Voldemort e Severus era ancora privo di coscienza tra le mie braccia.

Edited by NickySnape - 20/11/2021, 08:00
 
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view post Posted on 26/9/2020, 13:52
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3. L’incontro con il fantasma

In tre riuscimmo a sollevare Severus e a farlo montare in groppa a Fierobecco, poi montai su anche io. Flitwick ebbe un’idea geniale, pronunciò l’incantesimo Incarcerous che avvolse me Severus e l’Ippogrifo di corde. Fierobecco strillava e opponeva resistenza, ma la McGonagall riuscì a calmarlo. Finalmente dalla finestra rotta riuscimmo a spiccare il volo. Tenevo Severus stretto a me mentre accarezzavo continuamente l’ippogrifo per calmare il suo volo nervoso. Era buio e pensavo intensamente a Ron e a Harry, pregando che avrebbero perdonato la mia assenza. Faceva molto freddo per essere maggio, ad una altezza di almeno un miglio da terra. Severus era davanti a me e io lo stringevo forte, la sua testa era appoggiata al collo di Fierobecco e con tutto il peso del mio corpo gli coprivo le spalle e avvertivo i battiti lenti del suo cuore. Indossavo il suo mantello, che serviva a proteggerci entrambi dal freddo.
Sfiniti dal lungo viaggio giungemmo al San Mungo nel giro di un paio d’ore e davanti alla porta dell’ospedale arrivarono i soccorsi. Ci liberarono dalle corde e sollevarono Severus per farlo stendere su una barella. Lui così alto e forte, ma sulla barella sembrava fragile e indifeso. Era ormai l’alba e il cielo era sereno e luminoso. Harry non poteva essere morto. Il mio cuore era diviso tra il senso di dovere di salvare il professore e il rimorso di non essere con il mio migliore amico. Harry doveva affrontare il suo destino da solo.

Ero uscita dall’ospedale, con il suo mantello sulle spalle, le sue ali da pipistrello. Era lungo come una coperta. Mi resi conto allora di quanto il mio professore fosse imponente. Mentre al terzo piano provavano a salvargli la vita e ad eliminare dal corpo il veleno che lo stava lentamente uccidendo, vidi nel cielo una luce accecante come una cometa che si dirigeva verso di me. Riconobbi la sagoma di un uomo con mantello viola e una lunga barba grigia avvolto in una nuvola di fumo bianco: Silente. Era trasparente ma la sua voce era chiara e forte come da vivo.
“Hermione”.

Mi chiamò a sé e io dopo mesi di solitudine per la prima volta mi sentii protetta.
“Vedi la potenza del sole, senti la forza della luce, loro non smettono mai di esserci e di guidarci. Hai portato la luce nel cuore del giovane Weasley, lo hai fatto diventare uomo, hai illuminato il cammino di Harry, hai tirato fuori il meglio di lui. Se Harry ora vive è anche grazie a te, che lo hai aiutato a capire come aprire il boccino d’oro e a trovare i Doni della Morte. Nel boccino avevo nascosto la Pietra della Risurrezione. La parte di Voldemort che era in lui è morta. Tom Riddle è morto e la luce ha vinto su tutto. Tu hai visto la luce in un uomo che non sapeva più di averne dentro di sé. Severus è un uomo forte, coraggioso oltre ogni immaginazione. Ero l’unico a credere davvero nella forza del suo amore per Lily e l’ho lasciato da solo davanti alla morte. Ho chiesto a lui di uccidermi. È un privilegio essere uccisi dalla mano di un grande mago e il mio egoismo mi ha accecato. Voldemort credeva che fosse stato Severus a disarmarmi e ad essere il padrone della mia bacchetta. In realtà Draco era il padrone della bacchetta di Sambuco. Voldemort non sapeva di Draco, altrimenti non avrebbe perso tempo a uccidere lui e la sua famiglia. Ora Severus sta morendo per colpa mia. Se non fosse per te, che hai avuto la bontà di portarlo qui, lui ora sarebbe morto. La tua intelligenza ti ha sempre fatto guardare oltre le apparenze. Hai visto nascosto nella timidezza di Ron Weasley un grande coraggio, hai allenato Harry a essere meno impulsivo, ma più riflessivo e controllato. Chissà cosa sei riuscita a leggere nel cuore di Severus. Probabilmente più di quanto non sia riuscito a fare lui con se stesso”.

Si fermò e rimase in silenzio per un po’. Io ascoltavo senza dir nulla e pensavo a cosa avevo letto negli occhi di Severus, poi Silente riprese
“Ti confesso una cosa molto segreta, Hermione, di cui mi vergogno. Tu sei ormai una donna e puoi capire cosa ti sto per dire. Io sono morto per una mia ingenuità, per aver indossato un Horcrux di Voldemort, l’anello di famiglia di sua madre, ma non volevo che Voldemort trionfasse. Non avevo messo in conto che Harry si sarebbe potuto salvare. Ma sapevo che nel mio disegno il mio amico più fidato, Severus, sarebbe potuto morire. Riddle non ha mai avuto pietà per nessuno e si è mai fatto scrupoli a uccidere chiunque per ottenere ciò che voleva. La mia vergogna nasce dal fatto che sapevo perfettamente che avrei potuto sacrificare Severus, perché lui era pronto a morire da anni. La vita di Severus era una sopravvivenza, fatta di frustrazioni, sensi di colpa, delusioni, scelte sbagliate, perdite, perdite di cui lui non si capacitava. Ha vissuto solo per poter espiare la colpa di aver rivelato la profezia del prescelto a Voldemort, per aver condannato inconsapevolmente a morte la sola persona che avesse mai amato in tutta la sua vita, Lily. Ha amato Lily Evans fino all’ultimo respiro. Proteggendo il figlio della sua amata, era pronto a tutto, anche a morire. Non puoi immaginare la sua sofferenza, Hermione. La sola cosa che voleva era morire per ritrovare Lily almeno nel mondo dei morti. Ho usato i suoi sensi di colpa perché sapevo che avrebbe affrontato la morte con coraggio.”

Quando si fermò, vidi la sua commozione e il suo dolore. Le sue parole scesero come un macigno dentro di me e avvertii una forte stretta al petto, un’angoscia che non sapevo spiegarmi, mi sentii gelare il sangue. Lui amava la mamma di Harry. Mi faceva male ascoltare, ma in fondo lo avevo già capito quando aveva chiesto a Harry di guardarlo negli occhi.
“Vedi, Hermione, Lily era una donna gentile, sensibile, buona e intelligente, ma non fu in grado di tirare fuori il meglio di lui, non seppe perdonare il suo migliore amico, ma lo lasciò sprofondare in una catena di scelte sbagliate, senza capire che diventare un Mangiamorte nascondeva il suo bisogno di evadere dal suo stato di emarginazione. Se Lily lo avesse amato davvero, come lui amava lei, credo che Severus non avrebbe avuto il bisogno di seguire Voldemort, ma sarebbe stato forse il più influente membro dell’Ordine della Fenice. Alla sua età io non ero potente come lui e ora, se dovesse sopravvivere e continuare a esercitare la magia sarà il mago più potente di tutti i tempi. A una condizione: se sarà guidato dalla luce, cara Hermione.”
Capii l’intensità di quello che aveva detto e sentii il cuore pulsare veloce, non smettevo di tremare. Gli risposi con una domanda la cui risposta era nota a entrambi.

“Professor Silente, non riesco a trovare le parole per rispondere. Ho solo una domanda, come potrebbe il professor Piton trovare la luce?”
Silente sorrise e incalzò con altre domande: “Perché l’hai portato qui? Dimmi, perché sei stata l’unica a pensare di salvarlo? Lily non l’avrebbe fatto, avrebbe seguito James. Tu non hai seguito Ronald, anzi gli hai detto di lasciarti sola con il tuo Professore. Non è così? Tu non vuoi vederlo, ma sono anni che ti osservo e so come lo guardi, percepisco il tuo affetto per lui, la stima, l’ammirazione per un uomo apparentemente così freddo e crudele, che nasconde un’anima segreta, bellissima e nascosta, come un tesoro da scoprire. Forse non lo vuoi ancora ammettere a te stessa, perché l’amore è un sentimento che fa paura, ma tu lo ami.”

Rimasi in silenzio, profondamente turbata dalle sue affermazioni e dalla sicurezza con cui le aveva pronunciate. Volevo rispondergli che non era vero, ma avrei mentito a me stessa prima che a lui. Allora decisi di essere completamente sincera con Silente, proprio come era stato lui con me, a costo di vergognarmi per quello che avrei detto.
“Non so ancora bene cosa provo per il professore, ma mi rendo conto per il mio bene e per quello di tutti, che io devo tornare da Ron, non appena avrò la certezza che il professor Piton sopravvivrà”.
Silente aggrottò le sopracciglia:
“Parli come un’adulta, Hermione, e lascia che ti dica che non è sempre un bene farlo. Ma rifletti su quello che hai detto e a quello che farai. Pensa a quando dici ‘per il mio bene e per quello di tutti’. Domandati sempre qual è il tuo bene e chi sono tutti. Ti lascio, mia giovane amica. La prossima volta chiamami Albus. Ci rivedremo presto. Sono certo che tornerai spesso qui al San Mungo. Goditi questa giornata di sole e salutami tanto Harry quando lo rivedrai. Resta saggia, come lo sei stata ieri notte.”

Sorridendo si allontanò da me e svanì come polvere in cielo. Io rimasi seduta sui gradini dell’ingresso dell’ospedale a pensare a quello che mi aveva detto.
Dopo alcune ore Hagrid mi raggiunse all’ospedale di San Mungo. Guardavo Hagrid con ammirazione mentre aspettavamo nella sala d’attesa. Come poteva fare tutto questo per un uomo che pochi mesi fa aveva contribuito a distruggere la sua casa? Era solo pietà o erano legati da qualcosa di più forte? Entrambi erano le persone più vicine a Silente. Severus era tra due fuochi, Voldemort e Silente. Non riuscii a trattenermi:
“Hagrid, perché lo fai?”
“E tu?”
Rimasi in silenzio e aspettai che rispondesse prima lui.
“Io mi fido di Silente. Il Professor Piton era suo amico e sono certo che anche tu credi che non lo ha tradito uccidendolo, vero Hermione? Non è un traditore, vero?”
Presi tempo prima di rispondere. Mi resi conto che parlava di Silente al presente. Non riusciva ancora a superare la sua morte.
“No, Hagrid, non è un traditore. Prima di chiudere gli occhi ha pianto e ha chiesto a Harry di raccogliere le sue lacrime e di portarle al Pensatoio e poi gli ha chiesto di guardarlo negli occhi. Hagrid, tu lo sapevi che l’amava e che quindi aveva protetto Harry e tutti noi” trattenni il fiato per un attimo “per tutto questo tempo…”
Hagrid annuì, accennò un sorriso e aveva gli occhi lucidi, mi circondò la spalla con il suo braccio e mi strinse a sé
“Sai che Severus ti ha sempre considerato la migliore del gruppo. Mi diceva che eri di un livello superiore a tutti. Eri estremamente intuitiva e intelligente. Tu capivi sempre prima degli altri, ma io non potevo parlare. Ma non so fino a che punto si è spinto il piano di Severus e Albus. Forse anche la morte di Albus faceva parte del piano.” Hagrid iniziò a singhiozzare. Mi faceva tenerezza vederlo piangere così ogni volta che pensava alla morte del suo più caro amico.
Annuii e decisi di dirgli dell’incontro con il fantasma.
Il prezzo da pagare più grande era che provavo dei sentimenti per Severus.
Nell’oscurità ci siamo finiti insieme e insieme ci siamo rialzati nella luce, ma non accadde subito.

Edited by NickySnape - 1/8/2021, 13:31
 
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4. D’estate si nasce due volte

Era il pomeriggio del 7 maggio 1998 quando i Guaritori del San Mungo decisero di portare il corpo incosciente di Severus Piton a Hogwarts con una carrozza trainata da sei Thestral. Sulla carrozza c’era anche Agenor Diamond, un Guaritore che sarebbe rimasto con il professore fino al suo risveglio.

Avevo detto a Ron e ad Harry che avrei incontrato la McGonagall a Hogsmeade e gli avevo chiesto di non venire con me. Chiesi ai Guaritori di mandarmi un gufo nella ormai funerea Tana dai Weasley, per avvisarmi delle condizioni del professore e dell’eventuale spostamento. La morte di Fred aveva gettato Molly e Arthur in un profondo sconforto. Quella casa aveva perso colore e gioia e l’aria di lutto la rendeva plumbea.
Era lontano da Londra e questo significava un cambio di programma nella mia vita. Non sarei voluta mai stare lontana da lui.
Il gufo arrivò puntuale nel tardo pomeriggio per dirmi che il professor Piton era stato riportato a casa, a Hogwarts. La lettera diceva che era sempre incosciente, ma le sue condizioni da critiche erano diventate stabili. Il veleno aveva colpito gran parte degli organi e soprattutto una zona del cervello, che non gli consentiva di svegliarsi. Avrebbe potuto riaprire gli occhi da un momento all’altro, ma nessuno poteva immaginare in quali condizioni si sarebbe svegliato. Questa incertezza mi gettava in uno stato di angoscia. Non sapevo se avrei mai più parlato con lui, se lui avrebbe mai saputo di me, se sarei riuscita a rispondere a tutte le domande che da anni mi facevo su di lui e Silente.
Finalmente riuscii a vederlo dopo la mattina all’alba al San Mungo. Raggiunsi Hogwarts con la Metropolvere dalla Tana dei Weasley fino alla capanna di Hagrid. Ero tesa e anche con il mio vecchio amico fui laconica. Lo vidi scosso: le perdite della battaglia avevano lacerato gli animi di tutti noi ed eravamo consapevoli che solo il tempo avrebbe potuto lenire quelle ferite.

“Hermione!” esclamò la professoressa McGonagall, neo eletta preside di Hogwarts, una volta che io e Hagrid fummo entrati nel cortile della Torre dell’Orologio.

Le andai incontro e la abbracciai. Un lungo abbraccio e iniziai a singhiozzare sulla sua spalla.
“Preside…”. Fu l’unica cosa che mi venne da dirle, mi mancavano le parole.

Mi condusse da lui senza dirmi nulla e lasciò che entrassi da sola nella sua stanza. Per volere della McGonagall fu creata una stanza di ospedale per lui a Hogwarts. La Trelawney aveva suggerito di farlo perché temeva che al suo risveglio, il Professor Piton, non vedendosi a Hogwarts avrebbe perso la memoria. Poteva sembrare una stramberia, ma cosa c’è di razionale nelle profezie? La parola della Trelawney era diventata paradossalmente legge. La stanza del professore era posta accanto alla presidenza, in alto nella Torre Ovest, in un luogo insonorizzato, che gli studenti non avrebbero mai potuto trovare.
Agenor Diamond doveva restare con lui, per controllare i suoi progressi. I fondi della scuola di Hogwarts, per volere della McGonagall, furono in parte usati per curare l'ex Preside. Dopo la testimonianza di Harry sul conto di Piton nessuno ebbe nulla da ridire.

Il guaritore Diamond era un uomo alto, di mezza età, aveva i capelli argento, con dei riflessi blu alla luce. Gli occhi erano grigi e la sua pelle era chiarissima e portava una barba grigia cortissima e degli occhiali d’argento. Aveva il profilo di una statua marmorea neoclassica. Dal San Mungo aveva portato tutto l’occorrente e ogni settimana arrivavano tre assistenti per le guardie diurne e notturne al professore. Spesso facevano entrare anche Madama Pomfrey in mancanza di personale.

Era steso sul letto con una leggera camicia larga di cotone grigio pallido, profumava di fiori. Diamond e i suoi assistenti mi dissero che lo avevano appena lavato, con uno dei saponi alla lavanda e all’iris. Nella stagione del risveglio il verde dominava le colline scozzesi, dormiva pacifico e profondamente, con un lieve sorriso accennato sulle labbra serrate.
A nessuno basta nascere una volta e io speravo con tutta me stessa che ci sarebbe potuta essere per lui la possibilità di rinascere.
Era la prima volta che lo vedevo vestito di un colore che non fosse il nero. Il suo volto era disteso e trattenni l’emozione per tutto il tempo in cui il guaritore Agenor mi spiegò le sue condizioni cliniche. Finalmente restai sola con lui e non riuscii a tenere la commozione e scoppiai in un pianto liberatorio. Silente sapeva cosa provavo per Severus Piton più di quanto volessi accettarlo io stessa. Mi tornarono in mente le parole del Preside, quando mi apparve la settimana scorsa, come una cometa, avvolto in un fascio di luce all’ingresso del San Mungo.
“Perché l’hai portato qui? Dimmi, perché sei stata l’unica a pensare di salvarlo? Lily non l’avrebbe fatto, avrebbe seguito James! Tu non hai seguito Ronald. Gli hai detto di lasciarti sola con il tuo Professore. Non è così? Tu non vuoi vederlo, ma sono anni che ti osservo e so come lo guardi, percepisco il tuo affetto per lui, la stima, l’ammirazione per un uomo apparentemente così freddo e crudele, che nasconde un’anima segreta, bellissima e nascosta, come un tesoro da scoprire.” Mi ricordai che aveva notato che ero avvolta dal mantello nero del Professore. Ci aveva protetti dal freddo in volo. “Forse non lo vuoi ancora ammettere a te stessa, perché l’amore è un sentimento che fa paura, ma tu lo ami, Hermione”. Aveva chiuso così e restai per qualche istante con lo sguardo nel vuoto.

Restai ferma accanto a lui senza toccarlo. Non osavo. Avevo paura di accarezzargli la mano, la fronte, per non sentire il coinvolgimento da cui sarei stata sopraffatta. Mi feci forza e mi decisi a sfiorargli le dita della mano sinistra e gli scoprii l’avambraccio, tirando su la manica e vidi che il marchio era coperto da una benda. Provai a sollevarla e non si vedeva più nulla, al suo posto una lunga e profonda cicatrice con molti punti e la sua carne scavata. Gli avevano rimosso il marchio di fuoco da Mangiamorte, credendo che il veleno si sarebbe concentrato lì e si sarebbe diffuso nelle principali arterie del suo corpo. Chissà che dolore aveva provato, se lo aveva sentito o se era completamente anestetizzato. Fui sollevata, pensai subito che con quella profonda cicatrice se ne sarebbe andato via tutto il male che aveva in corpo e tutti i suoi peggiori ricordi. Fu allora che gli accarezzai il volto, la fronte e sentii un brivido lungo la schiena, una morsa al petto, come se fosse stretto da una tenaglia e la gola si seccò. Gli sfiorai le labbra con le dita, sentendo la loro morbidezza e la loro fame di amore. Pensai a quante volte quella bocca era stata in grado di ferire violentemente, a quanto la sua lingua era stata una spada e la sua voce un tuono che rimbombava nelle orecchie anche nel sonno, come un incubo. Mentre sfioravo le labbra, morsi le mie per immaginare il sapore che poteva avere la sua bocca. Come doveva essere dolce il bacio di un affamato…
I miei pensieri furono interrotti dall’arrivo della McGonagall nella stanza. Mi abbracciò nuovamente, stringendomi più forte e poi mi baciò delicatamente sulla guancia.
“Harry mi ha raccontato tutto, sai, Hermione. Era sconvolto, povero ragazzo. Lo scontro con Riddle, e i ricordi di Severus al Pensatoio. Mi ha confessato che per un attimo ha creduto persino di scoprire di essere il figlio di Severus. Il vero salvatore di Hogwarts.”
La McGonagall aveva un tono commosso e fiero.

“Hermione cara” continuò “come hai fatto a capire prima di conoscere la verità? Hai un potere speciale o forse provi qualcosa per il Professore? Prima che tu mi risponda, ti dico qualcosa che ha fatto dubitare anche me della fedeltà di Severus a Lord Voldemort, o meglio a Tom Riddle… non merita tutta questa gloria. Nei mesi in cui è stato preside nessuno studente è mai stato torturato o gravemente rimproverato. Inoltre, lui passava moltissimo tempo in presidenza e spesso, passando davanti alla porta della presidenza, origliavo e riconoscevo la voce di Albus. Mi sembrava tutto molto strano. Ora non mi sembra più strano.”
Sorrisi quando la stanza si illuminò di rosa per il riflesso del sole rosso del tramonto.
“Preside, ho saputo di quello che ha fatto il Professore. Mi è sembrato una conferma di tanti piccoli gesti che aveva fatto per noi, per me, Ron e Harry. E poi ho avuto un'illuminazione quando Griphook, il folletto della Gringotts ci ha detto che il Professore aveva fatto mettere nella camera blindata di Bellatrix Lestrange un falso della spada di Grifondoro. Negli anni era ambiguo. Sembrava detestarci, ma giorno dopo giorno capivo che non era così. Quindi, non sono una Legilimens e forse non provo nulla di speciale per il professore, se non una enorme riconoscenza per tutto quello che ha fatto per noi. Harry ha raccontato anche a me e a Ron i ricordi del Professor Piton. Ho solo pensato che avrei voluto vederli anche io i ricordi.”

Le dissi una mezza verità, non le raccontai dell’incontro con Silente all’ingresso del San Mungo, ma certamente i ricordi li avrei voluti vedere. La McGonagall mi guardò bonaria. Aveva lo stesso sguardo sornione di Silente, quando sentì che verso Piton provavo solo riconoscenza. Come osavo prendere in giro due potentissimi maghi, ma soprattutto me? Io provavo ad autoconvincermi.
“Scommetto che a Weasley questo non lo hai detto.” Mi disse con tono ironico.
“Cosa?”
“Hermione… hai appena detto che avresti voluto vederli anche tu”.
Le dissi che non era necessario riferire una cosa del genere a Ron e che era solo una mia riflessione molto privata. Conversammo per un’altra ora davanti al professore steso sul letto con il petto quasi scoperto e una profonda cicatrice rimarginata dal dittamo e dai miei incantesimi gli sfigurava il collo, anche se i suoi capelli neri sciolti la coprivano. Aveva un’espressione nuova il suo volto.
Lasciammo Severus ai Guaritori, l’orario consentito per le visite era terminato e fu allora che decisi di parlare apertamente del mio futuro con la preside:
“Preside, mi piacerebbe continuare a frequentare alcune lezioni qui a Hogwarts, usare la biblioteca per prepararmi al concorso per diventare funzionario nel Ministero della Magia. Potrei aiutare anche con alcune supplenze o lezioni integrative per i più giovani. Vivrei a Hogsmeade, non ho bisogno di una stanza nel castello, mi va bene qualsiasi soluzione.”

La McGonagall accennò un timido sorriso, come se mi avesse letta nei pensieri.
“Hermione, ti si legge negli occhi il motivo per cui vuoi essere qui, ma non è mio costume fare l’intrigante. Non lo hai salvato senza motivo. Ti assicuro che ti troverò un piccolo incarico a Hogwarts e che potrai seguire le lezioni per te più utili per il concorso al Ministero e potrai avere accesso a qualunque sezione della biblioteca. Mi assumo la responsabilità di procurarti una chiave della sezione proibita. Devi conoscere tutto della magia, soprattutto quella oscura, se vuoi lavorare per combatterla. Per quanto riguarda la casa, Hagrid possiede una seconda capanna disabitata, ci sono scorte di cibo per le creature ma può rimetterla a nuovo, non è molto lontana dalla sua. Non so se l’hai mai vista. Puoi stare lì, si trova nella foresta, vicino al ‘nido’ di Fierobecco. Hagrid te lo lascerà adottare, così risponderà solo a te e potrebbe essere un mezzo di trasporto veloce e alternativo. Nel caso tu un giorno decida di raggiungere il tuo ragazzo e viceversa. Mi chiedo solo una cosa, hai già informato il tuo fidanzato del tuo trasferimento? Ho saputo che avete dei piani per il futuro.”

Ero molto felice delle proposte della McGonagall e le mostrai entusiasmo, ma non riuscivo a capire bene cosa volesse insinuare con quel discorso su Ron. Lei capiva quello che io non volevo capire. Non ero tornata a Hogwarts solo per studiare. Aspettavo il suo risveglio, che era diventato il mio pensiero dominante.

Le settimane passavano e lui non si svegliava. Era già estate. Tutte le cicatrici si erano rimarginate, anche quella, la più profonda, la più vergognosa. Sul dorso di Fierobecco spiccavo il volo ogni pomeriggio al calar del sole, con la speranza di vederlo sveglio. Ogni sera rientravo frustrata e sempre più rassegnata. Dopo la visita tornavo a casa, preparavo qualcosa da mangiare per cena e spesso la portavo da Hagrid e insieme ci facevamo compagnia. Nel fine settimana Ron veniva a trovarmi o tornavo io a Londra. Durante la settimana lui e Harry seguivano un tirocinio per diventare Auror, che li teneva molto impegnati. Quando ero con Ron non andavo in ospedale. Nonostante Ron sapesse ormai chi fosse Piton, non si capacitava che per tutti quegli anni fosse stato così crudele con lui. Ron ha molti pregi, come lo stesso Harry, ma non è mai stato particolarmente sveglio. A volte mi chiedeva se si fosse svegliato dal coma, ma non immaginava che io fossi costantemente aggiornata sulle sue condizioni di salute. I giorni con Ron erano piacevoli e spensierati e il suo amore mi riempiva di tenerezza e gioia. Era la mia prima cotta e mi ha sempre fatto molto ridere. Andavamo da Hagrid solo quando c’era anche Harry. Temevo che Hagrid si sarebbe lasciato sfuggire prima o poi qualche dettaglio di troppo sulle mie visite a Piton. Hagrid, Silente, che mi spiava dal suo ritratto, e la McGonagall erano gli unici a sapere delle mie visite quotidiane al professore.

Quando Harry veniva da solo a Hogwarts, approfittava per parlare con il ritratto di Silente, con la McGonagall e con Hagrid. Insieme facevamo molte cose divertenti: una volta Burrobirra ai Tre manici di scopa, un’altra volta da Aberforth alla Testa di Porco, e talvolta dal nostro professore, nella stanza segreta della presidenza. Quando c’era Harry evitavo di mostrare una qualsiasi forma di esternazione dei miei sentimenti, ma lasciavo che fosse Harry ad emozionarsi per lui. Lo vidi con gli occhi lucidi di gioia quando notò che il marchio da Mangiamorte era scomparso, per lasciare spazio a una cicatrice ben più onorevole.
“Vorrei poterlo svegliare. Ci sarà una pozione, un incantesimo per farlo. Gli voglio parlare, ho bisogno di chiedergli tante cose.”

A volte Harry bofonchiava frasi di questo tipo, spazientito e deluso ogni volta che andavamo da lui, Sapevamo che le sue condizioni erano stabili e i miglioramenti nulli. I giorni erano monotoni e interminabili. Dal nulla un giorno Harry mi disse.
“Ho detto a Ginny che se un giorno avremo un figlio maschio, voglio chiamarlo Severus”.

In quel momento realizzai che Ginny mi mancava terribilmente. Lei non mi aveva perdonata per quello che avevo fatto la notte della battaglia e non ci eravamo più parlate da allora. Apprezzava che avessi salvato Piton, ma non capiva perché non lo lasciai una volta portato al San Mungo. Credeva, come tutti, che la mia cura per Piton fosse decisamente esagerata. Mi resi conto che la sola persona con cui avrei potuto parlare era Luna Lovegood, ma non avevo la forza di incontrarla e di dirle tutto.

Erano passati quasi tre anni da quando persi completamente ogni freno inibitorio davanti al suo corpo ancora immobile e incosciente. In quei tre anni, pur essendo preparatissima, non partecipai al concorso da funzionario del Ministero della Magia. Non volevo lasciare Hogwarts. Tra il 2000 e il 2001 iniziai a lavorare ai Tre Manici di Scopa, dicendo a Harry e a Ron che volevo mettere da parte altri soldi. A mezzogiorno e nel tardo pomeriggio servivo Burrobirra ai tavoli e aiutavo Madame Rosmerta. Hagrid sapeva il motivo e finalmente aveva imparato a mantenere i segreti. Diventai assistente di Minerva. Ormai era solo Minerva per me. Fu la migliore amica che potessi avere in quel momento di grande solitudine: lei, Hagrid e il quadro parlante di Albus. La mia scelta di vivere tra Hogwarts e Hogsmeade in quegli anni fu assolutamente impopolare e incompresa da tutti. Iniziavo a litigare con Ron, che percepiva in me una profonda inquietudine che non voleva comprendere, ma sapeva benissimo quale fosse la sua causa.

Persi la ragione nella primavera del 2001. Ero sola e Agenor era in infermeria. Avvicinai il mio viso al suo e con il naso gli sfiorai una guancia e mi avvicinai alle sue labbra, le sfiorai con le mie. Sentii una scossa dentro di me. Mi fermai, perché mi sembrava una violenza baciarlo senza il suo consenso. Poi mi ricordai di quella fiaba Babbana della principessa addormentata, punta da un ago stregato e svegliata dal bacio di un principe. Volevo parlare con la Trelawney in quel momento e leggere insieme una sfera di cristallo e vedere se si sarebbe svegliato con un mio bacio. Nei successivi mesi, ci provai ogni volta che potevo. Quando non c’era nessuno sfioravo le sue labbra con le mie. Da molto tempo avevo iniziato a parlargli durante le mie visite. Agenor diceva che non poteva dare per certo che Severus sentisse, ma ne valeva la pena di tentare. Mi feci coraggio e iniziai a parlargli di tutto, di me, della mia vita, dei miei ricordi con lui, del mio presente, di Ron, dei miei sogni, dei fatti di Hogwarts, delle scuse che usavo per essere lì con lui, di Harry, dell’amicizia di Hagrid, della McGonagall che ora era semplicemente Minerva, di Albus e delle sue visite. Gli parlavo di quello che provavo e sapevo che Agenor sentiva tutto.
Un giorno venne da me e mi disse “Quando si sveglierà gli parlerò di te. Non ho mai visto niente di simile”.

Da quando gli avevo baciato le labbra mi fermavo spesso la notte nella sua stanza, usando l’incantesimo Reducio. Mi rimpicciolivo e mi nascondevo in qualche angolo della stanza, come se fossi un Pixie.
Una notte ero completamente fuori di me, tornai nelle mie misure naturali e gli sussurrai: “Ho fiducia nella tua forza, ti sveglierai. Tu credi che ti amo?”
Agenor dormiva profondamente nella stanza adiacente e io restai accovacciata accanto al letto di Severus senza addormentarmi. Il mio sonno era sempre molto leggero. Nel cuore della notte sentii un respiro più forte e le sue labbra che si schiudevano e vidi che la sua mano destra si mosse. Corsi fuori per avvertire i guaritori che erano di guardia la notte. Spiegai loro che non ero andata via e mi scusai per non averli avvertiti. Quando entrarono lui era immobile ed era un falso allarme. Non persi la speranza e ogni giorno pensavo a cosa gli avrei potuto dire una volta sveglio.

Il 2001 fu l’Odissea nello spazio confuso della mia testa. Ogni giorno che passava e io ero lì davanti a lui e mi trovavo innamorata dell’amore che provavo per un uomo che neanche potevo dire di conoscere. Forse amavo i gesti che avevo fatto per lui. Mi dicevo, se lo fai c’è un motivo, o ero stata suggestionata dalle parole di Silente o le sue illazioni erano semplicemente la verità.
Non ero preparata al suo risveglio. Mi ero immaginata centinaia di volte tutti i possibili scenari. Avrebbe riconosciuto dove era, chi era? Avrebbe riconosciuto me? Era questa la domanda che più di tutte mi assaliva e mi inquietava. Non volevo pensare alla risposta. E se avesse perso la memoria, e se avesse perso la vista, l’udito, la capacità di movimento? Sentivo la necessità di essere parte della sua vita attivamente, volevo parlargli, sentire quello che pensava di me. Poteva anche accadere di peggio. Poteva ignorarmi, ringraziarmi di quello che avevo fatto negandomi la possibilità di far parte nella sua vita. Non potevo costringerlo a innamorarsi di me. Mi sentivo come quando iniziai ad invaghirmi di Ron e lui mi ignorava. Guardava tutte, tranne me, baciava tutte, tranne me. E se non avesse dimenticato Lily Potter? Se si svegliasse ora e mi scambiasse per lei? Desideravo sparire, non vivere quel momento angosciante. Pensavo a tutto questo sulla riva del Lago Nero, lanciando qualche sasso. Volevo tuffarmi in acqua, annegare, farmi irretire dal canto delle sirene, perdermi negli abissi del nulla e dimenticare tutto questo tormento.
Cenavo spesso da Hagrid, che era il mio confidente e mi incoraggiava su Severus, dicendomi che lui avrebbe potuto amarmi al risveglio. Soffrivo della peggiore malattia che l’uomo potesse provare, l’amore, e della paura di non essere ricambiata. Cosa c’è di peggio di un amore non ricambiato? Una lenta agonia che ti lacera il petto, ti toglie la fame, il respiro e il sonno. Mi ero innamorata di un corpo su un letto, di un’idea di uomo che avevo visto vivere fino a tre anni fa e che ora era uno sconosciuto. Non potevo dire di averlo mai veramente conosciuto. Eravamo due sconosciuti. Hagrid spesso mi lasciava dormire da lui e mi preparava da mangiare, come se fossi una senza tetto, una miserabile. Da sola non mi sarei nutrita. L’amore ti rende un miserabile. Hagrid mi raccontava storie prima di dormire, come se fossi la sua bambina e mi ricordava sempre della profezia di Sybill. Io sarei stata nel suo destino. Harry per diversi mesi, dopo la mia rottura con Ron, smise di venirmi a trovare, ma voleva continuamente essere aggiornato sulle condizioni di salute di Severus. Gli anni passavano e non mi ero ancora decisa a contattare Luna.
Minerva e Albus erano preoccupati per la mia salute e Agenor mi visitò diverse volte. La mia cura era solo il suo risveglio. Tutta l’estate del 2001 la passai a Hogwarts. Smisi anche di frequentare Hogsmeade. La scuola era ufficialmente chiusa, ma FIlch, Hagrid e Minerva erano sempre lì a tenere compagnia a me e al principe addormentato. Passavo le ore a guardarlo. Non mi sentivo più me stessa e allo stesso tempo non mi ero mai sentita così viva. Il mio cuore strabordava di sentimenti che crescevano sempre di più, come un drago sul punto di nascere, pronto a rompere il suo guscio. Tutti sapevano di questo mostro dentro di me, pronto a sommergere d’amore un uomo affamato.

Avevo preso l'abitudine di andare a trovare Severus ogni mattina all'alba. La luce rosa del cielo dell'alba estiva e il fresco dell'aria risvegliavano intensamente la mia voglia di vederlo. Percorrevo la strada a piedi, fino alla porta del castello, poi dovevo aspettare l'apertura del castello, alle 6:30 del mattino. Hagrid apriva la porta d’ingresso poco prima che arrivassi. Nel corridoio centrale ogni giorno mi aspettava Argus Filch, sempre arcigno, ma più malinconico. La sua gatta era morta l'anno scorso di malattia. "Buongiorno, Argus!" e lui rispondeva con un mugolo triste. Salivo come sempre sulla Torre Ovest, diretta all'ufficio della presidenza, nella stanza nascosta di Severus. Non so ancora se Filch abbia mai saputo perché per tutti i giorni io fossi la prima ad entrare e l'ultima a uscire dal castello. Aver conseguito i MAGO due anni prima e lavorare da assistente della preside era stata un'ottima copertura. In ogni caso Filch nutriva una profonda stima per Severus ed era tra coloro che pregavano di più per il suo risveglio.
Fu proprio in una di quelle anonime albe di fine agosto che accadde il miracolo. Gli stavo accarezzando il volto e gli sussurravo parole dolci, sicura che non mi avrebbe mai ascoltata. Gli sfioravo le labbra con le mie, quando sentii un respiro più profondo e la sua testa muoversi. In preda all'emozione indietreggiai aspettando con ansia cosa sarebbe successo. Iniziò a muovere le labbra, quando riconobbi il gesto che avevo sognato per tante notti e che immaginavo ogni volta che ero accanto a lui.
Severus aprì gli occhi. Non trattenni l'emozione e le lacrime mi rigarono il viso. È stata la mia emozione più forte. Quando accade il momento più felice della tua vita non te ne accorgi mentre lo stai vivendo. Puoi essere felice ma non sai se sei pronto a viverlo.
Entrò Agenor in quel momento e vide me ferma in silenzio come una statua e ci guardammo senza parlare. Poi con un cenno di intesa ci avvicinammo insieme al letto di Severus e lui per la prima volta dopo anni mi guardò negli occhi. Avevo gli occhi gonfi e rossi e scoppiai in lacrime, ma i suoi li vedevo benissimo ed erano vivissimi e sgranati, pieni di stupore, come quelli di un cucciolo che per la prima volta vede la luce del mondo.
Agenor si avvicinò e mi strinse forte. Fu la prima scena che vide Severus al suo risveglio.
Severus rimase vigile per un po' di tempo senza parlare. Agenor provò a sollevarlo lentamente e gli somministrò una pozione risvegliante. Non aveva osato in passato perché non poteva sapere se avrebbe interferito con il veleno di Nagini. Nei tre anni a letto, Severus aveva perso molte forze ed era visibilmente dimagrito. L'idratazione e il nutrimento per endovena una volta al giorno lo tenevano in vita, ma il suo volto era scavato e smunto. Mentre Agenor leggermente lo sollevava per farlo stare su con la schiena, disse a uno dei suoi assistenti di andare a chiamare subito Minerva dalla Sala Grande. Era l’ora della colazione.

Severus continuava a non togliermi lo sguardo di dosso. Mi guardava con degli occhi grandi che cercavano protezione. Mi fissava intensamente come per imprimere il mio sguardo e riconoscerlo sempre tra mille altri. Poi ebbi il sospetto che non aveva perso il suo potere di Legilimens e che potesse ancora scorgere quello che mi passava per la testa. O forse no. Ma se avesse sentito tutte le parole che gli avevo detto quando era incosciente? Se ricordasse tutti i miei racconti, le mie confessioni che gli avevo fatto? Ma non era questo lo scopo per cui gli parlavo? Non era per fargli sapere quello che avevo fatto per lui perché mi ero accorta di essere innamorata? Mi resi conto che se avevo trovato il coraggio di parlargli era solo perché lui era incosciente. Sapevo che non avrei mai avuto il coraggio di parlargli in quel modo da cosciente. Tutte le parole che avevo osato dirgli rimasero custodite dentro di me per molto tempo dal suo risveglio.
Dopo pochi minuti vidi arrivare nella stanza Hagrid e Minerva.
“Severus!” esclamò Minerva, precipitandosi al capezzale del suo letto e tenendo stretta la sua mano. Percepivo l’emozione negli occhi di Minerva che non smetteva di girarsi e sorridermi. Hagrid venne da me e mi abbracciò forte.
“Devo avvisare Harry, entro stasera provo a farlo venire qui” disse Hagrid a tutti noi, interrompendo il suo forte abbraccio.

Pensai tra me e me che Silente doveva aver saputo del risveglio di Severus, forse era già con noi nella stanza ma nessuno poteva percepire la sua presenza. Solo un mago potente come Severus poteva avvertire la presenza dell’invisibile. Silente avrebbe sicuramente scelto di parlargli in un’occasione più intima. Salì di corsa anche Filch e lo vidi emozionarsi. Lo stupore di questa scena mi fece sorridere. Lanciai un’occhiata furtiva a Severus, per vedere la sua reazione e lui accennò un timido sorriso d’intesa. Ricambiai sorridendo di cuore e ci guardammo negli occhi ancora per qualche istante. Parlava solo con lo sguardo e, nonostante l’aspetto provato dal lungo sonno, a me sembrava la cosa più bella che avessi mai potuto vedere.
Per tutto il giorno restai con lui e avevo il volto della felicità, non smettevo di sorridere. Con me c’era sempre Agenor mentre aspettavamo che entrassero tutti nella stanza a fargli visita: Sybill, Filius, Pomona, Horace Lumacorno, Madame Hooch, Aurora Sinistra, persino il Barone Sanguinario. Con Hagrid decidemmo di mandare un gufo ai Weasley e ai sopravvissuti dell’Ordine della Fenice. Era giusto che alcune delle famiglie dei maghi sapessero del suo risveglio prima della Gazzetta del Profeta. Minerva scrisse un comunicato ufficiale per la stampa e per il Ministero della Magia. Lo firmò lei e Agenor Diamond. Sperai che la notizia arrivasse prima da Xenophilius Lovegood per Il Cavillo. Chiesi ad Hagrid se qualcuno della famiglia Piton o Prince fosse ancora vivo. Lui sapeva che erano tutti morti e che Severus era completamente solo. Inoltre, bisognava fare in modo di risistemare la sua casa a Spinner’s End. Hagrid aveva preso le chiavi e una volta all’anno, di notte, per non essere visto dai Babbani, entrava in casa per controllare che nessuno vi fosse entrato.

Quel giorno mangiai con Minerva a pranzo, avevo molta voglia di festeggiare. Non ero mai stata così felice. Andammo insieme a Hogsmeade da Aberforth e parlammo di Severus per tutto il tempo, come due vecchie amiche.
“Hermione, devi raccontarmi tutto. Come è successo? Eri tu da sola nella stanza con lui?”. Minerva era una donna che aveva conosciuto profondamente l’amore e sapeva più di ogni altra donna comprendere i miei sentimenti. Non riuscivo a concentrarmi in quel momento, avevo la testa ai suoi occhi e al suo sorriso. Si era svegliato, mi aveva guardata a lungo e mi aveva sorriso. Non l’avevo mai visto sorridere.

Fui solo in grado di risponderle: “Mi ha sorriso, Minerva, mi ha sorriso. Secondo te potrà parlare presto?”.
Mi sorrise bonaria anche lei. “L’ho visto, Hermione. Ho visto come ti ha guardato.”
Allora io le raccontai come era successo e le dissi che erano mesi che lo accarezzavo, gli parlavo, gli sfioravo le labbra. Minerva mi seguiva attentamente ma cambiò argomento.
“Stanotte Albus andrà da lui, mi ha parlato poco fa. Dobbiamo pensare al suo futuro. Dobbiamo capire cosa ricorda, se riuscirà a parlare scrivere presto. Se ricorda chi era, cosa ha fatto, se saprà ancora qualcosa di pozioni o di difesa di arti oscure. Anche se temo che al Ministero difficilmente vorranno che lui riprenda a insegnare, dopo i suoi trascorsi. E soprattutto se lo voglia lui.” Sorseggiava una Burrobirra e continuò a parlare.
“Ma soprattutto, Hermione, dobbiamo pensare a te. Non puoi fare la mia assistente a vita, né puoi continuare a servire Burrobirra ai Tre manici di scopa. Devi partecipare a quel concorso in autunno. Devi entrare nel Ministero, devi rivedere i tuoi genitori, iniziare la tua vita, Hermione. Hai tutta la vita davanti, non permetterò che questa tua battuta d’arresto duri all’infinito.”
“Sì, Minerva. Te lo prometto. Farò il concorso”. Risposi sbrigativa e distratta.
“Dove andrà Severus quando si riprenderà? Dove vivrà? Può stare nella capanna dove ho vissuto io in questi anni. O forse potremmo andare a risistemare la casa di Spinner’s End per lui. Ti prego, Minerva, andiamo ora! Prendiamo ciò che potrebbe servirgli. Deve ricominciare a parlare, a leggere e a scrivere. Ci vuole allenamento per questo”.
“È sconvolgente il tuo sentimento per lui. Spero che oggi ti abbia letto nella mente. Tu lo sai che è un eccezionale Legilimens? Se ne è ancora capace…”
“Mi chiedevo lo stessa cosa. Se leggesse tutto quello che mi passa per la testa, tutto quello che provo per lui. Ho paura ad essere da sola su questa barca.”
“Ti parlo come se fossi mia figlia. Non ti aspettare nulla dagli altri quando ami. Concentrati solo su quello che tu puoi dare all’altro. Da quello che vedo, scoppi d’amore per lui. Sono certa che un cuore sensibile come il suo saprà riconoscere quello che senti. Lui ha già amato. L’amore è un sentimento in espansione. Abbiamo un solo cuore, ma amore chiama altro amore. È un animale sempre affamato.” Mi tranquillizzò Minerva.

Alla fine la convinsi ad andare insieme a Spinner’s End. Dopo aver rivisto i suoi occhi, avrei visitato per la prima volta la sua casa, che rispondeva esattamente alle descrizioni che tutti mi avevano fatto. Un salotto anni ’50, libri ovunque, odore di chiuso, un camino spento. Avrei preso da lì ciò che mi sembrava potesse essere a lui più caro.

Edited by NickySnape - 20/11/2021, 08:05
 
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view post Posted on 26/9/2020, 14:11
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5. La tana del serpente

Cadevano le prime foglie e io non stavo più nella pelle al pensiero di quello che avrei fatto. Mi stavo preparando da settimane a incontrarlo e a parlarci. Avevo finalmente deciso di portargli il suo mantello e la sua copia di Pozioni Avanzate che, grazie a Ginny, anni fa, avevo recuperato dalla Stanza delle Necessità, lo stesso anno in cui pregammo Harry di farlo sparire. Sapevo che sarebbe stata una bellissima sorpresa per lui riavere quel volume. Avevo deciso di non vederlo per due settimane, da quando avevo compiuto ventidue anni. Allora lo trovai a letto a riposare, ma fu ugualmente una giornata indimenticabile. Guardarlo dormire era stato per tre anni il gesto più intimo che potesse legarci.

Pensai che alle sette di mattina doveva essere già sveglio e fu così che raggiunsi la porta del Castello all’alba. Argus aveva già aperto il portone principale. Salii lentamente, pensando a quello che gli avrei detto. Mi ero truccata e avevo indossato un vestito lungo color viola e verde. Da tempo acquistavo abiti da strega, che compravo a Hogsmeade. Avevo deciso di abbandonare i miei abiti Babbani. Mi ero innamorata di un mago, era il minimo che potessi fare. La stanza adiacente alla Presidenza, dove riposava Severus, era confortevole e godeva di una meravigliosa vista sul Lago Nero. Sentii delle voci e decisi di non bussare e di aspettare dietro la porta e osservare la scena dallo spioncino. Era ancora troppo presto perché Minerva potesse raggiungermi lì. Severus stava parlando con qualcuno. Rimasi in silenzio per cogliere tutti i rumori, fino a quando non riconobbi la voce di Silente, che parlava dal suo quadro. Minerva doveva averlo spostato davanti al letto di Severus.

“Non riesco ancora a stare in piedi. Ho dolore dappertutto. Ho i ricordi confusi.” Era la sua voce, profonda come sempre, ma velatamente mesta.
“Tornerai ad essere il mago che conoscevo” rispondeva pazientemente Silente.
“E la magia?” incalzava Severus.
“Tornerà anche quella. Dai tempo al tempo.”
“Mi chiedo ancora perché non sono morto. Non riesco a farmene una ragione.”
“Perché qualcuno, a differenza tua, tiene davvero alla tua vita. Mi sono sempre domandato come mai non avessi portato con te un antidoto contro il veleno di Nagini.”
Avvicinai l’orecchio alla porta per ascoltare meglio.
“Non l'ho mai preparato. Avevo messo in conto di morire e non mi sarebbe dispiaciuto. Meritavo di morire ucciso da lui, era la giusta punizione per averlo seguito. Ma sono solo sollevato che Potter sia sopravvissuto. Almeno non è stato tutto vano.”
Mi sorprese ascoltare queste parole su Harry. Il loro incontro doveva essere stato relativamente piacevole.
“Perché mi hai detto che sarebbe dovuto morire? Onestamente, sono stanco della tua riserva mentale, Silente”.
Le sue parole erano piene del suo ben noto sarcasmo.
“Onestamente, non conoscevo la risposta, mio caro Severus.” Gli rispose Silente per le rime.
“Lui sopravvive a tutto.”
Mi resi conto che il lungo sonno gli aveva anche indebolito la magia ma la sua ironia era rimasta intatta.
“Non odiarlo, Severus. È stato qui tante volte, avete parlato e hai visto che la sua idea di te è cambiata. Ti chiedo di provare a volergli bene. Lo so bene che tante volte, a causa mia, siete stati gelosi e invidiosi l’uno dell’altro. Non ne valeva la pena contendersi in quel modo l’amicizia di un vecchio. Tu avevi un altro compito, ben più difficile. Harry, invece, avrebbe dovuto capire gradualmente cosa fare.”
Ci fu silenzio. Gli occhi di Severus erano persi nel vuoto.
Albus riprese.
“Non è stato lui a salvarti. Ti credeva morto. Ma penso che tu possa avere qualche idea su chi possa essere stato.”
Rimasi col fiato sospeso in attesa della sua risposta.
“Granger”. È sveglio il Professore.
“Sì, e Minerva, Filius, Sybilla e Madama Pomfrey, soprattutto. E poi i Guaritori del San Mungo, che conosci bene. Nessuno ti ha voluto dire nulla fino ad ora perché i tuoi riflessi non erano ancora pronti. Hai ripreso da poco a parlare.”
Severus indugiava in un silenzio di indifferenza fissando un punto fisso nel vuoto. Le parole di Silente erano suoni indistinti che non provocavano alcuna reazione in lui. Iniziai a innervosirmi. Perché non parli?
“Hermione è andata subito a chiamare aiuto.” Proseguì Silente. “Ha bloccato la perdita del tuo sangue, ti ha dato un antidoto comune al veleno, ha pronunciato incantesimi di guarigione. Ha lasciato tutto e tutti per portarti al San Mungo. Il resto immagino che tu lo possa intuire. È stata qui tutti i giorni in questi tre anni. Se hai ricominciato subito a parlare forse lo devi a lei. Ti raccontava le sue giornate, i suoi studi, la vita che faceva a Hogsmeade, la sua amicizia con Hagrid”.

Severus distolse lo sguardo dal punto fisso nel vuoto che guardava senza sbattere le palpebre. Rispose con un tono che percepii come annoiato “Non sono mai stato gentile con lei”. Questo almeno te lo ricordi.
“Lo so bene, ma di certo non la odiavi, anzi mi pare di ricordare che avevi un’altissima opinione di lei”. Ribattè Silente.
“È una ragazza eccezionalmente capace, è vero, Albus. In tante cose mi ricorda Lily, ma non è Artemis.”

Ma non è Artemis. Questa frase mi ha perseguitata per anni. Chi è Artemis? Fu il solo pensiero in quel momento. Volevo andar via ma mi trattenne una masochistica curiosità, mentre la sua voce aveva improvvisamente ripreso vigore.
“Qualcuno di voi le ha detto di me e Artemis?”
“No, ma forse Hermione lo scoprirà. Artemis saprà che ti sei svegliato e certamente si farà viva. In America leggono La Gazzetta del Profeta.”
“Perché dovrebbe? Mi ha lasciato la notte in cui il Signore Oscuro ci ha richiamati al suo servizio. Dopo il tuo ordine di andare da lui e di raggiungere gli altri Mangiamorte al cimitero, tornai a casa a Spinner’s End e le comunicai i tuoi piani. Di lei mi fidavo ciecamente. Come me era una straordinaria Legilimens e occlumante. La pregai di entrare nell’Ordine, confidavo nella sua amicizia con Tonks, e di restare al mio fianco. Ma la sua risposta si limitò a un aut aut: o me o questa battaglia. Mi pregò di seguirlo in America, dove avrebbe raggiunto i suoi genitori e avremmo avuto una famiglia. Provai a convincerla dell’importanza di questo compito, ma lei era troppo distante da questa battaglia. Non era inglese, come sai. La sua magia aveva una forza lontana e antica, come in molte famiglie magiche dei popoli del Medioriente. Mi disse che aveva già saputo tutto da te e che il mio coinvolgimento era solo colpa tua. Mi ferì profondamente. Si trasformò in falco e volò via. Non la vedo da allora, ma più volte dalla foresta sentivo il suo verso stridulo. Anche la notte del 2 maggio la riconobbi, e la cercai senza trovarla. Questo posto le ha portato troppo dolore”.

Ad ascoltare il racconto di Severus rimasi pietrificata e mi ricordai di un verso acuto e stridulo che avvertii nella Stamberga Strillante quando Severus fu colpito a morte da Nagini.
“È vero, ma ti amava molto, così tanto da volerti salvare e dimenticare cosa era giusto fare.”
In quelle parole naufragavano le mie speranze di entrare nella vita del mio ex professore.
“Lei voleva una vita diversa per noi. Lo sai bene che sono rimasto perché volevo davvero che il Signore Oscuro cadesse definitivamente, per il bene di tutti”.
“Sì, anche se non me lo hai mai detto esplicitamente. Lo intuivo che non erano solo i tuoi rimorsi e il ricordo di Lily a spingerti… Hermione ha conservato il tuo mantello. La rivedrai presto”.
“E cosa dovrei dirle? Grazie di avermi salvato anche se non volevo? Albus, non ricambio i suoi sentimenti e non la voglio ferire ancora una volta.”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Ci sarebbe mai stata una fine alle sue offese?
“Allora non farlo. Prova almeno a non essere ostile.”
“Non è mia intenzione essere ostile.”
“Non disprezzare la vita che ti ha ridato.” Rispose Silente severo. “Non credo che si aspetti amore a prima vista da te, ma neanche indifferenza. La conosci da quando era una bambina”.
“E da quando usciva con Krum e Weasley. È ancora la fidanzata di Weasley?”

Prima che potessi iniziare a singhiozzare, si accese un barlume di speranza. Si ricordava di me al Ballo del Ceppo, e forse aveva notato il mio vestito, i miei capelli perfetti e i miei denti allineati. O forse si ricordava solo i pettegolezzi che circolavano su di me in quel periodo.
“Sei crudele, Severus, se ti permetti di essere persino geloso di chi non desideri. Ma no, temo di no.”
“Lei dovrebbe stare con un ragazzo della sua età, fare carriera. Non dovrebbe più sprecare un secondo in più del suo tempo con me. È troppo simile a Lily, troverà un Potter di turno che le farà passare questa insana passione per me. Credi che non me ne fossi già accorto durante le lezioni?”
Mi morsi le nocche della mia mano quando ascoltai quelle parole deliranti.
“Parole sagge, Severus, ma tu sai meglio di me che non si sceglie chi si ama. Forse anche lei vorrebbe questo per sé. Anche tu avresti voluto una vita diversa. Non avresti voluto vivere una vita normale con Artemis? E poi ci hai rinunciato perché non sei un vigliacco. Non ti sei sottratto al tuo compito e sei letteralmente andato incontro alla morte. Non scegliamo il nostro destino, Severus. Il tuo non era né con Lily né con Artemis, per quanto tu possa averle amate. La tua storia con Artemis mi ha sempre fatto pensare alla mia con Gellert. Ci siamo lasciati perché avevamo un compito diverso da portare avanti nella vita. Non puoi immaginare, Severus, non c’è giorno che io non pensi ancora a lui.”
Mi accorsi che Piton e Silente erano più simili di quanto pensassi. Potevano sembrare uomini fatti solo di ragionamento e calcolo, ma dentro il loro involucro di acciaio c’era un cuore pulsante e sanguinante. Come il mio in quel momento, che stava per arrestarsi e spezzarsi definitivamente.
“A differenza di Grindelwald, Artemis non è diventata una criminale. Sai se fa ancora l’Auror?”
“È capo Auror al MACUSA. Con tutti Eccezionale a GUFO e MAGO di Hogwarts non poteva avere di meno. Era straordinaria, hai ragione. Senza dubbio la strega più potente passata da Hogwarts nell’ultimo secolo. Minerva ci soffriva per questo.”
“È la sola persona che vorrei davvero rivedere.”
Mi sentii rompere dentro e mi coprii la bocca con la mano per non fare sentire i singhiozzi del mio pianto strozzato.
“Eppure quando era tua alunna la trattavi malissimo. Ancora non capisco come tu abbia potuto far innamorare di te giovani donne, molto intelligenti e bellissime. Artemis era l’orgoglio dei Serpeverde. Ti ha fatto vincere per ben sei anni la Coppa delle Case, la Coppa di Quidditch ed è stata il miglior Prefetto di Serpeverde dai tempi di Tom Riddle, e tu la rimproveravi per ogni sciocchezza.”
“Ero preoccupato per lei. Era troppo abile nelle Arti Oscure, più di me alla sua età. Il Signore Oscuro la avrebbe notata subito se fosse stato in Scozia in quel momento. Anche Alastor la teneva d’occhio dal quarto anno... ed ero geloso della sua bravura, della sua bellezza e dei suoi amici. Non potevo immaginare che una tale meraviglia del mondo potesse interessarsi a me”.

Chiusi gli occhi e con la mia schiena appoggiata alla porta mi lasciai scivolare in basso e mi accasciai a terra coprendomi con le mani il volto bagnato dalle lacrime. Sentii il corpo irrigidirsi come in preda a una febbre. Non riuscivo a smettere di piangere mentre tremavo di dolore.
“Carismatica come Gellert. Si fece quasi uccidere per farsi notare da te”.
“L’avevo notata da tempo per la sua bravura”.
“E per la sua bellezza soprattutto. Nessuno di noi era cieco e neanche sordo. Sei stato terribile con lei a scuola. A causa di Lily o a causa mia? Temevi che ti potessi giudicare?”
“Entrambe le cose. Avevo paura del Signore Oscuro, che sarebbe potuto tornare quando lei era ancora a scuola e che potesse reclutarla. O, peggio, temevo che in futuro non avrei mai potuto nascondere un sentimento così forte con l’Occlumanzia e che in uno scatto folle di sadismo il Signore Oscuro avrebbe potuta ucciderla anche solo per divertimento, per rendermi più vulnerabile e sottomesso. Nascondere i ricordi di Lily non è stato difficile, perché non avevamo avuto una storia, a parte quel bacio che le diedi alla fine del terzo anno dopo il ballo di Natale. Per quanto io amassi Lily e non possa smettere di farlo per tutto ciò che rappresenta, Artemis era il mio più grande desiderio e dimidium animae meae. Non dormivo la notte pensando a lei. Il fatto che fosse una Serpeverde non aiutava. Vederla sempre mi turbava e mi angosciava. Ero geloso di chiunque. Al sesto anno era diventato impossibile far lezione nella sua classe. Speravo che ignorandola si sarebbe allontanato il mio desiderio e anche il suo. Ma avvertivo il peso del suo sguardo che non sapevo sostenere. Al settimo anno lei commise quella follia, la peggiore tra tutte le sue imprudenze. Quando seppi che era andata da sola in Romania nella Riserva dei draghi e che ne aveva aizzato uno per farsi uccidere, un Dorsorugoso, credo, capii che il suo sentimento era diventato anche per lei insostenibile. Fu Nymphadora a dirmelo. Sono morto tante volte, Albus.”
“Lei e Nymphadora sapevano amare con la stessa intensità e una buona dose di pazzia. Sono sicuro che se dovesse passare da qui lo sapremo da Aberforth. Mio fratello la venerava e, da buon Serpeverde, ha ammirato il suo istinto di autoconservazione.”
“Nonostante le difficoltà, gli anni insieme a lei sono stati i più belli della mia vita e li ho custoditi gelosamente in un angolo della mia mente, dove lei poteva essere protetta. Anche Spinner’s End mi sembrava più piacevole insieme a lei. Quando è morta mia madre, lei mi è stata accanto e ha reso tutto più sopportabile.”
“Sei stato abile a nascondere i tuoi ricordi di lei ad Harry.”
“Artemis non era condivisibile con nessuno. Nessuno doveva sapere di noi, tranne te.”
“Severus, mi devi perdonare per averti impedito di avere una vita felice, ma ci tenevo che tu facessi la cosa più giusta. Tra le scelte facili e quelle giuste tu hai sempre seguito la via più difficile, che era sempre la più giusta. Ti ho ammirato sempre, amico mio, per il tuo sconfinato coraggio, e perdonami per averti chiesto sempre troppo. Vorrei che tu fossi davvero felice.”
“Senza di lei sarà difficile. Sarei morto per Lily, ma ancora di più per Artemis. Non riesco a perdonarmi di averla lasciata andare.”
“Lei ti ha posto davanti ad una scelta impossibile. Non voleva affrontare Voldemort, temeva di mettere in pericolo la sua millenaria famiglia di maghi. Tornerà, ne sono sicuro, come la tua magia. Ho sempre pensato che il suo fosse un esilio e che non volesse soffrire nel perderti davanti ai suoi occhi senza poter far nulla per salvarti. Il tuo ruolo era troppo pericoloso, riconosco che ti ho affidato una missione suicida. Tornerà in volo, da falco o da umana, ma sicuramente ti verrà a cercare.”
Con me hai chiuso, caro Silente.
“Ricordi quando alla finale di Quidditch del suo sesto anno, colpì con la mazza un bolide in volo senza la scopa? Perdeste il campionato perché fummo costretti a squalificarla.”
A questo ricordo di Silente, Severus non trattenne il sorriso.
“Insieme alle fatture e alle maledizioni che avevo inventato, le insegnai a volare senza la scopa e a fare incantesimi senza la bacchetta, proprio come quelli che facevi tu, Silente.”.
Non avevo parole per giudicare Silente. Mi sembrava surreale quello che gli stava dicendo. Perché incoraggiarmi a frequentare Severus se sapeva benissimo che amava un’altra donna? Un’altra donna che non era morta, ma che era in un altro Paese e sarebbe potuta tornare in Scozia in qualsiasi momento. Quante cose che non sapevo di Piton? Quanti segreti nascondeva quell’uomo che credevo solo e pronto ad accogliere un nuovo amore nella sua vita? Mi sentivo che tutta la gioia che avevo provato a vedere la luce dei suoi occhi e a visitare la sua casa a Spinner’s End se la fosse portata via il vento, insieme alle foglie che spazzava lontano dal nostro castello e annegavano nel Lago Nero.
Accasciata a terra non sentii più le loro voci. Severus aveva smesso di rispondere al quadro di Silente. Attesi alcuni minuti, il tempo di asciugarmi le lacrime e ritornare in me. Mi feci forza e bussai alla porta.
“Avanti” udii la voce calma e serena di Severus.
Entrai in punta di piedi nella sua stanza senza fare rumore, come avevo provato a fare nella sua vita, senza rendermi conto di essere inopportuna. Severus mi sorrise con tenerezza.
“Hermione”. Sentirgli pronunciare il mio nome per la prima volta per un attimo calmò i miei tormenti.
Timidamente mi avvicinai al suo letto: “Le volevo restituire il suo mantello e darle questi suoi libri”.
“Grazie.” Rispose accennando un sorriso.
Appoggiai il mantello sul suo letto, posai i libri sul comodino e mi sedetti accanto a lui sul letto. Mi avvicinai al suo volto e delicatamente lo presi tra le mie mani e lo baciai con passione sulle labbra. La mia lingua si incontrò con la sua e per pochi istanti ci baciammo ardentemente. Vidi che aveva gli occhi chiusi quando delicatamente mi staccai da lui.
Ci guardammo imbarazzati e mi avviai rapidamente verso la porta, spinsi la maniglia e andai fuori senza voltarmi, e per quasi dieci anni non rividi più il mio ex professore di Pozioni e il castello di Hogwarts.
Me ne andai dalla mia scuola senza salutare nessuno, lasciando a Filch questo messaggio da consegnare alla McGonagall, al ritratto di Silente e ad Hagrid:

Cari ‘amici’,

dopo anni trascorsi insieme, non posso più continuare questa recita. Conoscevate tutti la relazione tra Severus e l’Auror di nome Artemis. Non conosco il suo cognome e non ho voglia di informarmi sulla sua identità.
Confidavo nella vostra amicizia. Le ipocrisie, le reticenze e le omissioni dell’età adulta non mi appartengono ancora e spero di non perdere mai l’autenticità della mia giovinezza. Mi sento presa in giro e tradita da tutti voi.
Severus ama ancora questa donna e io non posso che augurargli di ritrovarla e di vivere la vita felice che si merita.
Non cercatemi.

La vostra sincera e ingenua
Hermione



Salutai Fierobecco, il più leale dei miei amici e partii il giorno stesso per Londra con l’Hogwarts Express, dopo aver bruciato i miei nuovi abiti da strega acquistati a Hogsmeade. Il concorso da Funzionario del Ministero della Magia sarebbe stato dopo tre mesi. Avevo ancora tempo per studiare. I miei erano sempre in Australia e ancora non sapevano della mia esistenza, ma la nostra casa in compenso era libera. Mi promisi di chiamare Harry, Ginny e anche Ron, per non restare completamente da sola. Mi sarebbe piaciuto rivedere Ron. Una settimana dopo il mio trasferimento a Londra, sentii un gufo entrare dal camino del mio soggiorno. Con il becco mi pose in mano questa lettera scritta con la piuma d’oca in una calligrafia alta e stretta, dall’aria familiare.

Cara Hermione,

questa piuma leggera è pesante per la mia mano dolorante. Siamo a ottobre, mi dicono tutti, e sono passati quasi quaranta giorni dal mio risveglio.

Ti ringrazio di esserci stata quando non c’era nessuno per me, neanche io stesso. Sarei voluto morire, non te lo nego. Ma ora ti ringrazio per questa vita che mi hai concesso, anche se mi ritrovo ancora senza magia. Grazie di essere stata a casa mia a Spinner’s End e di aver portato qui dei libri a me molto cari. Il mio “Pozioni Avanzate” lo credevo perduto, grazie di averlo ritrovato. Dove era nascosto? “Le fiabe di Beda il Bardo” di Albus Silente me le leggeva mia madre, in rari momenti di quiete. Si tratta della copia che Albus ti ha donato, vero? Conoscevo il contenuto del suo testamento. Ho riletto tutti i racconti, tranne “I tre fratelli”. Forse anche tu hai smesso di leggere quella fiaba. Tutti credevano che i doni fossero solo leggenda. Silente non mi ha mai voluto parlare della loro reale esistenza, immagino che tu possa capire il perché. Certamente anche io avrei infilato al dito l’anello con la pietra nera che ha condannato a morte il nostro Preside, se solo avessi saputo cosa fosse.

Credo di avere diversi ricordi di te, anche se confondo gli anni. C’era un vantaggio a essere un Legilimens e a usare l’Occlumanzia. Vedi la mente degli altri, ma gli altri difficilmente possono vedere la tua. Vorrei che qualcuno mi aiutasse a leggere e a comprendere la mia mente e l’ordine dei miei ricordi. Ma non so se ne valga davvero la pena. Ora non riesco nemmeno a leggere una mente semplice come quella di Filch…

Sei stata sempre un’allieva eccezionale. Dovresti insegnare qui, diventare Preside un giorno o Ministro della Magia. Il tuo sapere cattedratico talvolta rasentava la comicità. A ripensarci, memorizzavi tutto quello che leggevi o ascoltavi e ripetevi come un libro stampato, ma mi hai sempre fatto molta simpatia per questo. Immagino che del mio umorismo coglievi solo il volto più sgradevole. Non potevo che mostrarti quello. Mi hai sempre ricordato me, anche se non c’è molto a parte questo che ci accomuna. Saresti stata un orgoglio per la Casa Serpeverde, ma eri nata Babbana e per te non sarebbe stata facile la convivenza nei Sotterranei. Eri una bambina saputella e saccente, ma curiosa e aperta, sensibile e coraggiosa. Sei ancora così? Ora che sei una donna, ti vedo immersa nei tuoi pensieri e nelle tue paure e avverto in te molta inquietudine. L’ho percepita nel bacio che mi hai dato.
Non ci sono parole per dirti grazie. Il Guaritore Diamond e Albus mi hanno raccontato quello che hai fatto. Ho scritto un biglietto a Minerva, a Sybill, a Filius, che quella notte erano con te, e ad Hagrid, naturalmente. Devo ammettere che non sono rimasto stupito nel sapere quanto fossi stata brava con le pozioni e gli incantesimi. A differenza mia, Diamond era molto colpito per quello che eri riuscita a fare. Hai conseguito i MAGO in Pozioni e Trasfigurazioni, non ricordo come l’ho saputo, ma so che hai avuto ottimi voti. Da tuo ex insegnante non posso non dirti che sono fiero di tutto quello che hai imparato.

Non ricordo tutto di quella notte e ne sono felice. Vorrei provare a non ricordare il passato. Ho una teoria sulla mia memoria frammentata. Le mie menzogne, la mia doppia vita devono aver creato molta confusione nei ricordi e la memoria ha deciso di essere selettiva e di lasciare solo le cose più significative. Tu sei rimasta tra questi frammenti della mia memoria. La mente umana è un mistero, tra maghi e Babbani non c’è molta differenza per quel che riguarda i sentimenti e le capacità intellettive. Noi siamo speciali, certo, ma tu devi essere ancora più speciale, considerato che sei nata Babbana.

Ti sarai fatta molte domande su di me dopo aver parlato con Harry Potter, ma sono sicuro che gran parte di quello che ti ha rivelato tu lo sapevi già. I ricordi che gli ho lasciato mostravano solo una parte della mia vita, quello che avevo parzialmente superato nella mia coscienza fino a quella notte. Il resto non riesce a guarire ancora oggi. La morte, a volte, è l’unica soluzione. Ma non è ancora arrivato il mio momento, grazie a te.

Grazie del bacio che mi hai dato, anche se non lo meritavo. Mi hai fatto sentire vivo ancora una volta. Dovrei chiederti scusa per tante cose, ma soprattutto, vorrei che tu fossi felice con qualcuno in grado di meritarti davvero.
Non lasciare che la passione che provi per me diventi la tua condanna e che le tue speranze cadano come foglie secche dagli alberi.
Ti auguro molte primavere felici e radiose in compagnia di chi vuole essere felice e radioso come tu sai essere.
In ogni caso, sentiti libera di venirmi a trovare quando vuoi. Spero di ritornare presto a Spinner’s End.

Tuo
Severus

Rilessi la sua lettera centinaia di volte. Iniziai a comprendere che dietro la sua indifferenza, la sua apparente crudeltà, si nascondeva sì un animo coraggioso, ma anche profondamente fragile. Ripensai al fatto che Severus era gentile solo con chi non lo turbava, ma aspro e duro con chi lo rendeva vulnerabile. La gentilezza della sua lettera era la prova dell’indifferenza dei suoi sentimenti verso di me. Mi maltrattava nei momenti in cui gli ricordavo l’amata Lily, ma ora che sapeva che io lo ammiravo e mi prendevo cura di lui, mi trattava con garbato distacco. Severus aveva una sua tana interiore, nascosta nel profondo dei suoi abissi, come il Basilisco di Salazar Serpeverde. La tana del serpente era il suo stesso cuore, che custodiva gelosamente e che non sapevo ancora con quale chiave aprire.
Non risposi mai alla sua lettera. Non lo andai mai a trovare. Ci incontrammo anni dopo. Ma questo, mio caro Albus Severus, te lo racconterò un’altra volta.

6. Agnizione

Memorie dal passato di Hogwarts
1 settembre 1984

Sala Grande di Hogwarts


“Sento magia antichissima e molto potente nelle tue mani… padroneggi i quattro elementi. Nel Tirreno e nell’antica Colchide furono i tuoi antenati. Merlino sarebbe fiero del tuo ingresso nella sua Casa: Serpeverde!” Il Cappello Parlante sconvolse tutti i presenti nella Sala Grande.

Artemis, un nome divino. Sorella di Apollo, il padre di Circe, la maga semidea, esiliata dall’Olimpo per aver trasformato la bella Scilla in un mostro. Circe, sorella di Pasifae, la moglie di Minosse e sorella del mago Eete, il padre di Medea. Nel tavolo dei professori si vociferava che quella bambina dal nome greco, Purosangue, proveniente dal Golfo Persico, da cui i genitori erano scappati per una guerra iniziata dai Babbani, chiamata “Guerra del Golfo”, avesse un’origine divina. O era solo suggestione, pensava tra sé il Preside Silente. Che fosse una Purosangue era certo, da generazioni che si perdevano nella memoria dei racconti, ma che fosse di origine divina, era tutto da vedere.

Ci fu silenzio in sala e poi un boato. Il giovane Professore di Pozioni, Severus Piton, Direttore della Casa Serpeverde, dai capelli corvini e naso adunco, applaudì fiero, mentre fissava gli occhi bui della bambina. Neri come i suoi.

9 gennaio 2002

Sala Grande di Hogwarts


Entra Artemis e cala il silenzio in sala. Mi hanno organizzato una festa di compleanno a sorpresa, un’idea di Minerva. Indosso un lungo abito verde scuro e la sciarpa con i colori della mia Casa. Il regalo di Natale dei miei colleghi, stanchi di immaginarmi solo vestito di nero. Artemis, tu guardi la Sala con occhi ridenti e incedi alta e fiera accanto ad un Aberforth insolitamente elegante, ti dirigi verso il nostro tavolo mentre stiamo pranzando e fai tacere l’incessante vociare. Non sembri tu, ma lo sei. La distanza dal 1995 si è annullata. I tuoi capelli sono più lunghi e più chiari. Li porti sempre sciolti. I tuoi occhi sono più vigili – cacciare maghi oscuri stanca, ma i nostri anni insieme ti sono serviti a fare pratica – e ora sembrano più bui, perché il tuo lavoro ti ha immalinconita. Il tuo lungo cappotto di pelle nera non nasconde la tuta rinforzata con inserti in metallo, per proteggerti dagli attacchi. Sei venuta al mio compleanno in abito da lavoro. Non ti smentisci mai. Vieni sempre prima tu. Il mio piatto preferito, tacchino arrosto con mirtilli rossi, ora può aspettare. Lumacorno non ti riconosce e ci guarda spaesato, ma Flitwick e Madame Hooch si alzano in piedi. Mi sento gli occhi addosso di Minerva, mentre Hagrid ti viene incontro per abbracciarti. Noi ti abbiamo ammirata per anni e ora sembriamo così piccoli davanti a te, alla famosa Auror che sei diventata. Hai proprio l’aria di una leader.
Perché sei tornata?
Dal primo giorno che hai attraversato questa sala, da quando ti sei seduta al tavolo della mia Casa, la nostra Casa, i tuoi occhi non sono cambiati. Occhi da bambina che ora incontrano i miei e ritornano innocenti. Amore mio, non so parlarti così e non posso imparare adesso che non ho parole.

Mi ricordo quei giorni caldi di inizio estate, proprio qui dove siamo ora, quando la scuola finiva e si proclamava il vincitore della Coppa delle Case. I tuoi occhi che facevano festa, scuri con la luce della magia dentro. Insieme ai tuoi compagni saltavi con la veste smeraldo e urlavi versi indistinti, il grido di un rapace che afferra la sua preda. Il tuo bottino lo divoravi con gli occhi, la Coppa, gli stendardi verdi e argento che calavano dal soffitto, e me. La tua preda preferita. Il tuo sguardo trionfante e orgoglioso che mi trafiggeva e paralizzava, come adesso. Restavo immobile, una pietra, fissando il vuoto e battevo meccanicamente le mani come un pupazzo. Ti guardavo ma non riuscivo a vederti, ti sentivo senza ascoltarti. C’era solo un battito incessante e profondo del mio cuore che esplodeva. Il solo suono riconoscibile, possibile?
Intorno a me il silenzio e solo l'immagine di te felice, del tuo sorriso luminoso che irradia ancora i miei ricordi di te. Il bacio di mezzanotte, le mie labbra sulle tue, noi insieme sulla torre più alta a guardare il cielo stellato d'inverno. Vorrei portarti di nuovo lassù. Ricordi i pianeti che provavamo a riconoscere? Mi stringevi le mani pallide e prendevo vita. Mi accarezzavi il volto e cancellavi i lividi. Il profumo della tua pelle, il calore di me dentro di te, che ci dava la vita. Nell'amore tu generavi me e io generavo te. Facevamo l'amore per farci rinascere. Non riesco a parlarti così. Tu mi chiedevi “ti amo”. Non te lo so ancora dire, ma lo so fare ancora, credo. Ti ho persa e non ti ho voluta ricordare. Ma io ti ho sentita, non te ne sei mai andata, mi hai lasciato solo con me stesso a chiedermi “perché non ho detto basta?”. Basta guerra, basta Silente, basta rimorsi, basta me!

E ora sei qui davanti. Tu sei tornata da me. Non sono morto, sono risorto. Non sei stata tu a salvarmi, ma solo la speranza di rivederti mi ha tenuto in vita. Dopo gli occhi di Lily, specchio di quelli di suo figlio, nel buio ho visto te. Ti ho sentita urlare quella notte. Il falco eri tu, me lo confermerai. Sei sempre stata con me, anche in quella che credevo morte. Dimmi perché sei qui? Ti sei rifatta una vita? Lo pensano tutti. Non sei più la mia ragazza. Allora, chi ha sposato la mia ragazza? Ti sto aspettando. Vieni da me e parla. Dimmi che sei tornata per stare con me, che non c'è nessuno con te, che mi perdonerai. Io ti ho perdonato, perché avevi ragione. Non so fare l’eroe. Abbiamo vinto il Signore Oscuro, ma io ho perso. Ho perso me.

Edited by NickySnape - 20/11/2021, 08:08
 
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view post Posted on 28/9/2020, 20:09
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I ♥ Severus


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GabrixSnape

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CITAZIONE (NickySnape @ 26/9/2020, 14:29) 
Titolo: Redenzione
Autore: NickySnape
Tipologia: Long FIC in progress
Genere: sentimentale
Rating: Per tutti
Epoca: 1998-2031 (alcuni flashback prima del 1998)
Personaggi principali: Hermione Granger, Severus Piton, Albus Severus Potter, Artemis Amani (personaggio originale), Albus Silente, Rubeus Hagrid, Minerva McGonagall, Harry Potter, Aberforth Silente.
Riassunto: Due protagonisti, Hermione e Severus, due punti di vista. Una lunga storia d'amore raccontata a posteriori da Hermione ad Albus Severus. In alcuni capitoli il punto di vista è quello di Severus.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.





Redenzione

La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare.
E i suoi riposi sono anche più rari.

E. Montale, Dora Markus



1. Why does my heart feel so bad?


Camden, London, settembre 2031


Londra ha un fascino unico. Accoglie tutti, i cuori distrutti, le anime afflitte, e prova a ripararli. Ci prova con le sue vetrine luccicanti a darti sollievo, con le sue opportunità uniche a ridarti una vita, anche se sbiadita.
Sta passando alla radio una canzone di Moby, Why does my heart feel so bad? Un pretesto per parlare di me. Perché il mio cuore sta così male e la mia anima soffre? Andava di moda questa canzone Babbana quando io e Ronald Weasley eravamo una coppia. Tuo padre sapeva il perché lo avessi lasciato, ma rimprovero tuo zio di non avermi aiutata a seguire il mio destino da molto prima. Ron è stato costretto a lasciarmi. L'ho letteralmente implorato. Ho provato a lasciarlo molte volte, ma lui non si rassegnava. L’ho lasciato senza dirgli mai il vero motivo, in parte perché speravo che lo avesse capito in tutti questi anni. I ragazzi lo sapevano, soprattutto Rose aveva capito che non amavo più suo padre da anni, te ne avrà parlato forse. Non credo mi abbia mai vista innamorata di lui. Quando lei nacque il nostro matrimonio era già al capolinea. È nato al capolinea. Non potevo continuare a vivere la vita che vivevamo. Gli uomini non lasciano mai, lo hai già capito? Rose lo sentiva che ero infelice e che ero sempre deconcentrata. Tu sai bene quanto Rose mi abbia aiutata ad affrontare tutto e a vivere una vita vera.

L’amore è un’ossessione, un’illusione, una parabola che ha un decorso simile ma anche profondamente diverso per ciascuno di noi. Tutto ciò che ho imparato sull’amore è che è la sola e unica via per conoscere se stessi e io senza l’amore non mi sarei mai conosciuta.
È di questo che ti voglio parlare. Ho amato l’ ‘altro’ uomo per tutta la vita, non l’uomo che ho sposato, ma l’uomo solitario e malinconico che stava in disparte. Prima che ci incontrassimo nel vero senso della parola, dicevano che era odioso e che si era fatto troppi nemici. Il Principe non aveva nemici, ricordatelo sempre. Ha sofferto molto nella sua vita, ed era solo, come accade a tutte le persone che eccellono. Lui e il Preside Silente erano due maghi fuori dal comune ed erano entrambi soli. Porti i loro nomi, deve essere stato sempre un gran fardello per te. Sai cosa avevano in comune loro due? L’ironia e il sarcasmo. E molto altro, naturalmente. Una cosa su tutte: l’amore per l’Amore.

Severus e Albus sono stati gli scudi di tuo padre. Harry era già di suo fortissimo, coraggiosissimo, ma senza di loro si sarebbe perso, ci saremmo tutti persi. Loro conducevano la partita da dietro le quinte. Severus era quello che più spesso entrava in scena. Severus era lo scudo malconcio di tuo padre, quello da usare sempre, perché non si romperà, o perché anche se si dovesse rompere, va bene lo stesso, perché è già rotto.
Severus cadeva a pezzi e soltanto il suo silenzio sapeva tenere tutti i suoi cocci insieme. Anche con me non riusciva mai a rivelarsi completamente. Amava circondarsi di un’aura di mistero e non lasciava che nessuno entrasse nella sua testa. Avevamo tante cose in comune: poteva essere mio padre o mio fratello per quanto mi somigliasse caratterialmente, ma mi piace pensare che lui fosse la parte migliore di me.

Lo hai visto anche tu, sai cosa intendo quando dico che è introverso. Quando l’ho conosciuto, quando era il Professore di Pozioni di Hogwarts, lui viveva in un mondo tutto suo. Era impossibile avvicinarsi a lui, ma sentivo che portava negli occhi il segno di una missione da compiere, di qualcosa per cui aprire gli occhi la mattina e decidere di vivere.
Scoprii la mattina del 3 maggio 1998 qual era la cosa che lo teneva incollato alla terra, forte come la gravità. Amava tua nonna Lily, l’amore eterno e mai consumato, l’amore fine a se stesso, qualcosa che poteva vivere solo nella sua testa. I poeti dicono che gli amori non ricambiati sono eterni. Aggiungerei anche quelli che hai vissuto e poi hai perso. Pochi anni dopo quel giorno, scoprii altro di lui, qualcosa che ha fatto crollare la mia forza di gravità.

Di tre eventi non sono responsabile: la scelta del Cappello, quando avevo undici anni, l’esistenza di Lord Voldemort e l’amore per Severus. Con il senno di poi non sarei voluta essere Grifondoro, anche se allora ne fui felicissima, ma non sarei voluta essere neanche Serpeverde. Sarebbe stato deleterio per me essere smistata in una Casa di giovani ambiziosi e pronti a tutto pur di emergere, anche se io sarei stata una perfetta strega Serpeverde, proprio come te, come lui. La verità è che sarebbe stato meglio essere Tassorosso o Corvonero. Avrei studiato senza nessuna distrazione, nessuna avventura. Non sarei diventata amica di tuo padre e non avrei conosciuto Severus. Forse non avrei mai saputo cosa significasse amare. Quando l’amore ti chiama, ti perseguita e ti rende schiavo del desiderio, vince tutto. C’è una sola cosa da fare in questi casi, lasciare tutto e seguire la sua strada. Segui l’amore, mio caro Albus Severus, “Candido Austero” ragazzo, fallo sempre e non dimenticare, tra una pozione e l’altra, di insegnarlo ai tuoi studenti.

Ragazza, io sono la persona meno adatta per dare valutazione sul "Canone" dei personaggi. Quindi non so dirti se la tua Hermione, voce narrante di questo prologo, sia o meno in Canone, ma, "per la barba di Merlino" *_*, questo avvio della storia è fulminante! Mi piace la descrizione della città, mi piacciono le tue considerazioni sull'amore e mi piace questa narrazione "a posteriori". Mi hai richiamato alla memoria quei film che iniziano con uno dei protagonisti che, seduto in poltrona, ricorda gli eventi del passato.
Sono curiosa di vedere come prosegue.
 
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view post Posted on 1/10/2020, 20:49
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Ragazza, io sono la persona meno adatta per dare valutazione sul "Canone" dei personaggi. Quindi non so dirti se la tua Hermione, voce narrante di questo prologo, sia o meno in Canone, ma, "per la barba di Merlino" *_*, questo avvio della storia è fulminante! Mi piace la descrizione della città, mi piacciono le tue considerazioni sull'amore e mi piace questa narrazione "a posteriori". Mi hai richiamato alla memoria quei film che iniziano con uno dei protagonisti che, seduto in poltrona, ricorda gli eventi del passato.
Sono curiosa di vedere come prosegue.

Sono felicissima che ti sia piaciuto l'incipit!
Tra qualche giorno il prossimo update.
Grazie, Gabri❤

Edited by Ida59 - 20/1/2024, 10:31
 
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view post Posted on 10/10/2020, 00:06
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7. Dentro di te

If you later to see me, you insist.
If there are nowhere, try another,
because I'm sitting somewhere waiting for you...
And if you do not find me more, deep in your eyes,
Then it means I'm inside you.

Walt Whitman

Ti stai chiedendo cosa sono venuta a fare. La conosci già la risposta, ma non so se è la tua superstizione o la tua insicurezza a non farlo trasparire.

Non sei venuta per me, ma sei qui solo per fare scena, per pavoneggiarti e ricordarti di quanto è più facile essere dalla parte di chi lascia e non di chi è lasciato. Non è così?

Ti sbagli, come sempre. Ti leggo nel pensiero. Hai la mente libera. Non la chiudi oggi? O non la chiudi più? La magia è nel sangue e nell’anima, me lo hai insegnato tu. Da quel che so ne hai perso di sangue. Sento che ti sforzi con gli incantesimi più semplici e percepisco la tua tristezza mista a un velo di rassegnazione. Non sei più lo stesso. Il tuo sarcasmo si è trasformato in disillusione e ora in paura. Allora non sei completamente disilluso, se hai paura di essere ancora una volta deluso. Da me. Abbandonato un’altra volta da me. Invece sono qui proprio davanti a te e non smetto di fissarti negli occhi. Ora ho bisogno di toccarti, di prenderti la mano per sapere se sei veramente tu.

“Buon compleanno!” Ecco la tua prima esclamazione dopo circa sette anni. Ti avvicini a me e mi sfiori la mano appoggiata sul tavolo. Non riesco a dire nulla. Accenno un lieve sorriso, ma dentro sto morendo. Per l’ennesima volta. È una sofferenza piacevole, sto tremando e sento che sto diventando più pallido del solito. Ho paura di te.

Sei ancora tu, l’uomo coraggioso che ha paura. Stai tremando. Hai un grande cuore, amore mio. Bellissimo. Kállistos. In quel nome c’è il mio segreto e il motivo che mi ha riportata qui da te. Provo ad essere lucida, ho imparato a fingere da te. Hai imparato ad essere autentico da me.


“Artemis, Aberforth, avanti, accomodatevi!” l’entusiasmo scomposto di Hagrid rompe il silenzio d’imbarazzo di tutti i commensali. In quel momento avrei voluto ringraziarlo, non riesco a reggere il tuo sguardo. Ora so perché ho trovato la forza di risvegliarmi. Ti sognavo, Artemis. Eri sempre con me.
“Che bella sorpresa, Artemis! È meraviglioso che tu sia qui proprio oggi.” Esclama Minerva, ma avverto nella sua cerimoniosità un velo di ipocrisia.

Rivederti mi turba, non riesco a dir nulla. Sono sollevato che Aberforth sia accanto a Minerva e tu accanto a Filius. È bello vederti sorridere allegra mentre chiacchieri con il tuo insegnante preferito e lanci occhiate furtive alla tua preda preferita, al tuo amico, alla tua guida, al tuo uomo. Mi fai sentire ancora come se lo fossi. Sei qui nel giorno del mio quarantaduesimo compleanno. Cosa hai in mente? Non posso più leggere nella mente di nessuno. Minerva pensa che la costante tristezza abbia depotenziato fino a quasi annullare i miei poteri. Non ho più magia. Tu sola puoi sapere quanto io possa odiare un me stesso privo di magia. Tutto quello che più ho disprezzato, da quando sono stato generato, è stato il mondo senza magia. E tu, che ne avevi tanta, troppa, da secoli, da millenni. Una Purosangue. Cosa era un Prince davanti a te? Davanti alla tua sconfinata bellezza? Eri un dono troppo grande, che non meritavo. Tu non eri mai abbastanza per te. Non riuscivi a vederti bella, e vedevi la bellezza in me. Non riuscivi a vedere il tuo talento, ma ammiravi me. Amavi il mio lato più oscuro, la magia più nera. Il male lo volevi conoscere su te stessa e capivi meglio di chiunque altro la mia passione per quelle arti. Amavi la magia oscura perché odiavi il male e volevi proteggere chi amavi di più. Che dolore immenso devo averti dato! Potevi proteggere tutti, tranne me.
Avrei potuto immaginare tutto di questa giornata, tranne il fatto che saresti potuta tornare. Saperti viva in tutti questi anni era più importante che averti con me. Noi due non sappiamo fare gli eroi. Non siamo mai stati alla ricerca degli applausi, dei gesti eclatanti. Il nostro coraggio è fatto di fughe, di inganni, di assenze e tanta perseveranza. Sorridi a tutti raggiante. Sei felice di essere qui. Sono vivo. Sei viva. Dimmi che vuoi tornare a vivere con me. Dimmi che sono ancora bellissimo con quegli occhi grandi e sognanti da bambina. Tu, orgoglio dei Serpeverde. Amato da te mi sento ricompensato, nobilitato, guarito da tutte le offese della vita. Non ho bisogno di nient’altro.

Hai perso la tua magia ma non hai perso la tua anima. La sento ancora integra, come te.

Siamo uno di fronte all’altra a tavola. Ti verso un po’ del vino elfico che stiamo sorseggiando. “Prendine un po’ ”. La prima patetica frase che riesco a dirti. Sono davvero uno stupido. Non sono mai stato bravo, mai stato all’altezza di avere una donna. Ti sfioro le dita mentre reggo la bottiglia. Una volta posata ti accarezzo dolcemente la mano davanti a tutti. Ti irrigidisci. Allora mi fermo. Sei in imbarazzo perché abbiamo addosso gli occhi di tutti. Non sei più la mia studentessa del settimo anno. Non ci dobbiamo più nascondere. Ma forse il tuo non è imbarazzo. Mi sorge il dubbio che sia disagio. Forse sei qui per una visita gentile di cortesia. D’altronde non ti sei precipitata da New York per rivedermi lo scorso ottobre. Tu mi guardi e mi sorridi ora e avvicini la tua mano alla mia e me la stringi, ma stai tremando, e non di freddo, anche se fuori inizia a nevicare. Tremi per me.

Sei rimasto insicuro, come sempre. Non sento imbarazzo per gli altri che ci guardano. Mi sono emozionata a sentire quello che ancora provi per me. Ho solo voglia di baciarti. Ultima forchettata della tua buonissima torta di compleanno al cioccolato e lamponi e siamo finalmente soli.

Siamo finalmente soli. Il cielo bianco fuori e il pranzo è finito da una mezz’ora. Siamo rimasti nella Sala Grande in silenzio davanti a un camino. Gli studenti ci stanno guardando adesso, i più grandi sanno bene chi sono. Mi hanno conosciuto come insegnante di Pozioni, di Difesa contro le Arti Oscure e come Preside. Sono i sopravvissuti. Per i bambini dal primo al terzo anno sono solo un ex insegnante, un ex Mago Oscuro, un ex Mangiamorte al servizio di Silente, una contraddizione vivente, che ora è seduto accanto ad una celebrità, ad un idolo. Un Auror. Non siamo ancora riusciti a dirci nulla.
“Non guardarmi così, Artemis”
“Così come?”
“Con quegli occhi di chi vuole stare nella mia testa, senza darmi il tempo di parlare. Hai già letto cosa penso, i miei ricordi, la mia solitudine, la mia tristezza. Hai visto anche cosa provo per te. Ancora.”
“Mi dispiace. Non riesco a trattenermi. Non sono mai riuscita a leggere nulla di te. Permettimi di dire che la tua mente è un mondo nuovo. Ed è bello vederci insieme nei tuoi pensieri. È bello sapere che sei riuscito a conservare qualcosa di noi in questi anni. Non vedo quasi nulla della tua vita dopo di noi. La continua Occlumanzia vero?”
“Sì. Nei miei anni di incoscienza ciò che avevo nascosto in passato è stato rimosso. Moltissimi ricordi sono stati cancellati.”
“Quindi al Signore Oscuro lasciavi vedere di noi.”
“Certo. Ma solo da quando sei andata via. Pensava che fossi una vigliacca, come abbiamo pensato tutti.”
“Prendi il tuo mantello, andiamo a fare due passi in cortile”. Dice calma Artemis.

Usciamo fuori, c’è ancora un po’ di luce, ma il pallido sole nel cielo sta per tramontare. Sento freddo, nonostante il mantello e la sciarpa nuova di lana non sono più abituato a stare tanto tempo in piedi e all’aperto mi stanco più facilmente. Cammino ancora con il bastone. Vedo che negli occhi di Artemis non c’è tenerezza ma rispetto nel vedermi così debole. Non mi guarda come un ammalato che si sta trasformando giorno dopo giorno in un Magonò, ma mi restituisce la dignità che non sento più. So dove mi sta portando, ed è bello che mi abbia preso per un braccio. Mi prende di nuovo la mano.
“Alza lo sguardo, Severus” mi sussurra Artemis.
Sono nervoso a guardare quella Torre.
“La Torre di Astronomia. Il luogo più romantico e disperato di Hogwarts”. Resto in silenzio, assorto nei mille ricordi che mi tornano in mente. Non la osservavo mai dal basso.
Artemis scopre il suo braccio sinistro. Il bracciale d’oro di mia madre con il serpente e il piccolo occhio di smeraldo incastonato.
“Mi hai legata a te lassù con il gioiello di tua madre, il suo unico oggetto di valore. Severus, io ho custodito per te il tuo gioiello. Ma non è qui.”
Ti avvicini al mio volto e chiudi gli occhi. Mi baci dolce e appassionata. Poi sento le tue guance inumidirsi. Ti sei commossa. Il tuo cuore di acciaio sta battendo forte. Mi guardi negli occhi, splendidamente innamorata. Mi ami. Ti bacio io e non riesco a fermarmi. Ti stringo forte fino a farti perdere il fiato.
“Grazie” è la sola cosa che posso dirti ora.
Mi guardi intensamente e sento che mi stai per dire qualcosa di irripetibile. Dimmi un’altra volta che mi ami. Dimmi che mi hai lasciato perché avevi paura di veder morire me e la tua famiglia. Dimmi che non hai mai smesso di amarmi, per tutto questo tempo.
“Abbiamo un bambino, Severus.”
Non riesco a comprendere la tua frase. Ti guardo attonito e incredulo. La ripeto nella mia mente. Abbiamo un bambino. Ho perso il fiato, di colpo sono cieco e sordo. Mi siedo sui bordi della fontana in cortile. Abbiamo un bambino.
“Quando?”
“Un mese prima che io andassi via. Non potevo dirtelo. Non ho avuto scelta. Non potevo essere né nell’Ordine né unirmi ai Mangiamorte. Conoscevo la tua reazione e anche le conseguenze. Avresti seguito me, il bambino. E saresti stato ucciso. Il Signore Oscuro avrebbe probabilmente ucciso prima me e costretto la mia famiglia ad unirsi a lui, come pegno del nostro tradimento. Non potevo essere la madre del figlio della spia. Non potevo starti accanto." Artemis riprende fiato, visibilmente provata dal racconto che le mie orecchie non avrebbero mai pensato di ascoltare.
"Da sola avrei fatto qualunque cosa per te. Il mio piano era semplice. Portare la mia famiglia in America, tornare da te e unirmi all’Ordine. Sì, hai capito bene. Volevo farlo, ma il mio piano era segreto anche e soprattutto per te. Tonks lo sapeva, anche Moody e Silente, naturalmente. Ma pochi giorni prima del ritorno di Voldemort, mi accorsi di essere incinta. Non riuscivo a spiegarmelo, perché ci proteggevamo sempre correttamente, poi pensai che la Pozione Polisucco che avevo bevuto per una missione doveva aver interferito con il nostro incantesimo. Avevo deciso di temporeggiare, di nasconderti tutto per alcuni giorni. Quando tornasti a casa quella sera per dirmi che era tornato, fui costretta a lasciarti. Pensai che fosse meglio morire di dolore che perdere te e il bambino. Preferii farti quella sfuriata sulla colpa di Silente per il tuo ruolo pericoloso da spia. Preferii passare per una codarda. Preferii lasciar di me un pessimo ricordo. La sola persona che ha conservato il mio segreto prima di partire per l’America fu Aberforth.”
Anche Artemis aveva compiuto un atto eroico nelle vesti di un atto codardo. Sentire la verità mi calma i nervi, ma ora voglio sapere tutto di mio figlio.
“Hai fatto quello che avrei fatto anche io. Lui dov’è? Il bambino?”
“Kállistos Amani è in America con la nonna, e sicuramente a quest’ora si deve essere svegliato, è molto allegro e creativo. Hai i capelli neri e gli occhi neri, come te.”
Mi viene da sorridere a sentire il nome che hai dato a nostro figlio. Un bambino di circa sei anni.
“L’hai chiamato Bellissimo?”
“Come chiamavo te. Kállistos. Bellissimo, perché per me lo sei sempre stato. Avrei voluto chiamarlo Severus, ma volevo che tuo figlio mi ricordasse te senza sostituirti”.
“Portami da lui. Il suo nome non è completo. Dobbiamo aggiungere un cognome.”

Edited by NickySnape - 28/7/2021, 12:47
 
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Cara Nicky, ho visto che stai pubblicando la tua long fic.
Mi prendo un po' di tempo per leggerla tutta (sono un po' lenta 😁 ed è bella lunga) ma sono contenta di potermici tuffare dall'inizio!
 
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CITAZIONE (Anouk @ 10/10/2020, 20:03) 
Cara Nicky, ho visto che stai pubblicando la tua long fic.
Mi prendo un po' di tempo per leggerla tutta (sono un po' lenta 😁 ed è bella lunga) ma sono contenta di potermici tuffare dall'inizio!

Fai con calma, cara Anouk ❤
Un bacione😘
 
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Redenzione
- Capitolo 1
Nicky, ho trovato stupenda e al tempo stesso terribile questa definizione di Severus:

"Severus era quello che più spesso entrava in scena. Severus era lo scudo malconcio di tuo padre, quello da usare sempre, perché non si romperà, o perché anche se si dovesse rompere, va bene lo stesso, perché è già rotto."

è meravigliosa e lo descrive benissimo, mi si è riempito il cuore d'amore per lui, lo dipinge alla perfezione nel suo essere, nel suo dolore, nella sua forza. Davvero efficace, bravissima.

- Capitolo 2
Mi è piaciuto tantissimo come lei ha ragionato per trovare il Vulnera Sanentur, è proprio da Hermione, ragionava e tentava e contemporaneamente c'era quel senso di urgenza di fare in fretta, sembrava di sentirla quella fretta di agire per salvarlo.

Sono arrivata a qui, ma proseguo, sempre coi miei tempi.
Al prossimo capitolo!
<3
 
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view post Posted on 16/10/2020, 07:06
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CITAZIONE (Anouk @ 14/10/2020, 19:10) 
Redenzione
- Capitolo 1
Nicky, ho trovato stupenda e al tempo stesso terribile questa definizione di Severus:

"Severus era quello che più spesso entrava in scena. Severus era lo scudo malconcio di tuo padre, quello da usare sempre, perché non si romperà, o perché anche se si dovesse rompere, va bene lo stesso, perché è già rotto."

è meravigliosa e lo descrive benissimo, mi si è riempito il cuore d'amore per lui, lo dipinge alla perfezione nel suo essere, nel suo dolore, nella sua forza. Davvero efficace, bravissima.

- Capitolo 2
Mi è piaciuto tantissimo come lei ha ragionato per trovare il Vulnera Sanentur, è proprio da Hermione, ragionava e tentava e contemporaneamente c'era quel senso di urgenza di fare in fretta, sembrava di sentirla quella fretta di agire per salvarlo.

Sono arrivata a qui, ma proseguo, sempre coi miei tempi.
Al prossimo capitolo!
<3

Grazie per il tuo feedback, Anouk ❤
Scrivere di lui è un piacere immenso 😍😍😍, sono contenta che ti sia piaciuta quella definizione e che abbia trovato Hermione in "canone"
 
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CITAZIONE (NickySnape @ 26/9/2020, 14:41) 
<b>2. La rivelazione

Nicky, ho riletto più volte questo capitolo e sono contesa. Da una parte lo trovo intenso e incalzante, per come si susseguono gli avvenimenti dalla scoperta di Severus morente al "salvataggio". Il ritmo serrato, sottolineato dal flusso di coscienza di Hermione, è avvincente. Inoltre, c'è la sequenza degli "incantesimi di cura", con "l'inciampo" sul "Vulnera Sanentur", che rende alla perfezione l'apprensione di Hermione, che è chiamata a utilizzare in pratica, ciò che ha studiato a scuola. Certo lei, con tutte le avventure collaterali e l'ultimo anno di ricerche degli Horcrux, è avvantaggiata, ma quella a cui tu l'hai messa davanti è davvero una prova difficile. Io stessa mi sono sentita nei panni di Hermione e ho provato il suo stesso desiderio: salvare Severus.

In perfetta sintonia con il primo capitolo, che come ti ho già scritto mi ha colpita molto positivamente, l'intro di questo nuovo capitolo, si chiude con una frase che ho amato: "Noi siamo i superstiti." Frase che anticipa gli eventi che hai descritto in seguito e che, nonostante annunci qualcosa di già noto, trovo che giochi un buon effetto sul racconto.

Ora le perplessità. Te le manifesto, consapevole che la mia cattiva memoria potrebbe avermi fuorviata e magari ciò che ti segnalo non è esatto, e che, scrivendo FF da poco tempo, meno di altre scrittrici più esperte posso darti suggerimenti.

Prima perplessità. Tu parli delle "lacrime di Severus" e nel film effettivamente Harry raccoglie nella provetta vuota qualcosa che scorre sulle guance di Piton. Tuttavia, mi sembra di ricordare che, nel libro, mentre Severus moriva, dal suo corpo cominciò a sprigionarsi un "fluido argenteo" e che non usciva solo dagli occhi. Se il mio ricordo fosse esatto il riferimento alle lacrime potrebbe non essere corretto.
Seconda perplessità: il comportamento di Hermione. E' vero, dei tre, lei è sempre stata quella più matura e più profonda. Durante i primi anni, mentre i suoi amici erano convinti della "malvagità" del professore di Pozioni, lei non si era fatta contagiare dalla loro avversione. Ma è vero anche che, nel corso degli anni, la sua posizione si avvicina a quella di Ron ed Harry. Inoltre, solo qualche istante prima dell'inizio della Guerra Magica, Hermione è entrata nella Sala Grande al fianco di Harry e ha gioito della cacciata del preside-assassino. Lasciare che lei compia alcuni gesti
CITAZIONE
accarezzai il volto, emozionata e commossa, e gli diedi un bacio sulla fonte fredda e sudata.

in questa fase del racconto, anticipa un legame che, a mio parere, non può essersi ancora creato o che, se c'è, lei non può già aver scoperto. (E' andata via da scuola dopo che Piton aveva ucciso Silente, è tornata che Piton è a capo della scuola e circondato da Mangiamorte.)
Terza (ed ultima) perplessità: l'allontanamento di ben tre professori nel corso della Guerra per la salvezza del mondo magico. Porti via dal campo di battaglia la Trelawney, la McGonagall e Flitwick. Sei sicura che Minerva, che solo qualche ora prima si è schierata contro Piton e a favore di Harry possa farsi distrarre da una battaglia così importante solo per la fiducia che nutre nei confronti di una delle sue migliori alunne?

Cara Nicky, il tuo racconto ha davvero una trama interessante (ho letto velocemente anche qualcosa che segue il secondo capitolo e ti dirò ciò che penso a seguito di lettura più approfondita) e mi permetto di evidenziarti queste cose solo perché mi piace quello che scrivi e la profondità di animo e di pensiero che esprimi nei tuoi personaggi. Spero che le mie parole, peraltro frutto della sola memoria (che chi mi conosce sa bene essere cortissima) e di una mia personalissima interpretazione dei fatti, non ti abbiano urtato. Se così fosse ne sarei molto addolorata, perché l'intento è solo quello di un confronto costruttivo, che è poi quello che cerco quando a mia volta scrivo.
 
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view post Posted on 16/10/2020, 12:37
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Grazie di aver letto il capitolo con così grande attenzione, cara Gabry.
Tutti i tuoi appunti sono giustissimi. Conosco la trama di Harry Potter a menadito.
Ci sono delle libertà che mi sono presa. Perché naturalmente la trama non può essere proprio la stessa di JK Rowling. Inserisco personaggi che non esistono e anche nella mia trama Hermione è vicina al canone, ma non identica.
La redenzione che dà il titolo alla storia non è solo quella di Severus, ma di diversi personaggi.
Il fluido argenteo dagli occhi può essere interpretato visivamente come lacrime. Severus più avanti, nel capitolo 8 parla di questo fluido ad un altro personaggio. E indica la gola, altro punto da cui sarebbe sgorgato.
Ti chiedo di andare avanti e di accogliere le mie piccole libertà come funzionali alla mia storia.
Anche la scelta di Minerva non è casuale.
Vai avanti nella lettura, per capire meglio alcune mie scelte.
Un abbraccio ❤

Edited by NickySnape - 29/10/2020, 21:38
 
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