Il Calderone di Severus

NickySnape - Redenzione, genere: fantasy, romance; rating: per tutti; epoca: 1998-2031 (alcuni flashback prima del 1998); avvertimenti: AU; personaggi principali: Severus Piton, Hermione Granger.

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view post Posted on 16/10/2020, 12:42
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Inoltre, un'altra libertà è quella di Hermione che conosce il contenuto del libro del Principe Mezzosangue. Non esiste nel libro 6, nella mia storia lei ne entra in possesso.
Altra cosa, Hermione, per scelta della Rowling, non commenta più nel settimo libro il comportamento di Severus. Anche se è implicitamente d'accordo co Harry e Ron, in un certo senso sospende il giudizio su di lui.

Edited by NickySnape - 29/10/2020, 21:40
 
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view post Posted on 17/10/2020, 00:19
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8. Il caffè con la sirena

Silente anche da morto non ha perso il vizio di omettere o, peggio, di mentire. Sorrido tra me e me. Per la prima volta dopo non so quanti anni mi sento sereno.

Mi rendo conto anche che la donna che mi sta accanto seduta su una carrozza dell’Hogwarts Express è una magnifica bugiarda. Realizzo quanto deve essere frustrante essere vittima delle menzogne, di un gioco condotto alle spalle. Non posso non pensare a Harry e a quello che ho fatto per Lily. Vorrei essere perdonato per l’astio che non si meritava. Vorrei potergli parlare ora che posso. È stato così bello rivederlo il giorno del mio risveglio, ma non sono stato in grado di dirglielo. Da allora non ho voluto più incontrarlo. Non so perché rovino sempre tutto. Avrei voluto dirgli una cosa come: somigli a tua madre nell’anima. L’aspetto esteriore non conta, perché sei sempre più maledettamente uguale a James. Harry, questa è la risposta all’astio che provavi tu per me. Non ci siamo mai compresi realmente io e te, perché eri insopportabilmente arrogante io imperdonabilmente sgradevole. Abbiamo avuto delle esperienze molto simili, ma tu non hai davvero colpa. Però, a differenza mia, non sei mai stato davvero solo, anche se spesso ti sentivi così. Avevi Hermione, una persona straordinaria, e Ronald, tuo amico fedelissimo, e la piccola di casa Weasley, Ginny. L’amicizia di Silente ce la siamo condivisa, non senza frustrazioni. Inizio a comprendere perché Artemis, al contrario di Harry, si sia affezionata così tanto a quel misantropo di Aberforth. La personalità di Albus era fuori dalle righe e inaccessibile a chiunque. Lui era la sola persona tra tutti noi ad essere completamente sola, come il Signore Oscuro, se ci pensi.
Sono un genitore anche io adesso, ho più di quarant’anni, e ripenso a te in modo molto diverso. Raccolgo queste idee per iscritto. Voglio inviarti una lettera non appena arriviamo a New York.

Mi volto e osservo il profilo di Artemis, che è persa nei suoi pensieri mentre guarda i laghi scozzesi dal finestrino del treno, e sogna di nuotarci come una sirena, con il suo naso dritto e stretto, i suoi occhi grandi e sognanti, i suoi capelli lisci e morbidi, le sue mani lunghe, le dita sottili, le sue gambe slanciate. Ha sopportato che io potessi andare incontro alla morte, per il rimorso di una colpa che avevo commesso a danno della donna che amavo prima di incontrare lei. Lily era una sorella, un’amica, una madre, una compagna ideale, la moglie che avrei voluto per la vita, la madre ideale dei miei figli. Accanto a me c’è davvero la madre di mio figlio.

Cosa pensavi di me quando hai saputo che avevo ucciso Silente ed ero diventato Preside? Mentre ti guardo e vorrei entrare nei tuoi pensieri, mi fido del tuo giudizio e, non so perché, inizio a sentirmi sicuro del fatto che tu mi conoscevi meglio di chiunque altro. Tu sola sapevi chi era l’uomo di Silente.

Ci teniamo per mano per tutto il viaggio fino a Londra. Su questo treno il primo viaggio verso Hogwarts l’ho fatto con Lily. Che emozione avrà provato Harry a salire su queste carrozze con i suoi vestiti consunti di seconda mano di un cugino che non sopportava? La stessa che ho provato io quando ho indossato per la prima volta la divisa della scuola e ho abbracciato forte mamma, lei, la ragione per cui ero su quel treno magico. Harry, i tuoi occhi erano il peso della colpa che mi portavo dentro. Quanto vorrei poter parlare ancora una volta con tua madre e raccontarle che mi sento finalmente in pace adesso, per una volta nella vita, come lo è stata lei, anche se per pochi anni in compagnia dell’uomo che voleva. Quando io morivo dentro ogni giorno e non riuscivo ad essere felice per lei. Vorrei salutarti e raccontarti di quanto tua madre mi ha fatto desiderare di morire e poi disperatamente di vivere per dare giustizia al suo atto di coraggio. Artemis, volevo essere coraggioso come è stata la mamma di Harry, e come lo sei stata anche tu per il nostro Kállistos.

Scendiamo a King’s Cross ed entriamo nella Hall Babbana della stazione. Troppo rumore, troppa luce, troppa gente. Tutti corrono, ma dove vanno?

“Vieni, ti faccio assaggiare un caffè americano. Dovrai abituarti. I maghi a New York sono costretti a vestirsi con abiti Nomag. Babbani, volevo dire, e a fermarsi a bere caffè nel pieno centro di Manhattan. Il MACUSA è a Manhattan, proprio come il Ministero della Magia di qui, che è in pieno centro di Londra. Per questo ti ho fatto cambiare abiti. Ti ho procurato già i documenti. Alla dogana possono chiedere di tutto. Nel mondo dei Babbani sei un libero professionista, sei disoccupato al momento, ma devi dire che ci stiamo per sposare. Quando vedrai dove vivremo, capirai perché le loro domande si ridurranno drasticamente. Tra poco sarai anche tu un cittadino americano”.

Parla a raffica Artemis, compensa il mio mutismo. Ci fermiamo a prendere un caffè in un posto che ha una sirena nell’insegna, verde smeraldo, come lo stemma di Serpeverde. Non c’è troppa gente per fortuna e riusciamo a trovare posto per sederci. Sorseggio il caffè al caramello salato con panna, che non sa di caffè, ma che Artemis mi ha consigliato. Sa di Burrobirra, ma per fortuna meno stucchevole. Non voglio sporcarmi il Loden nero che mi ha creato Artemis su misura, quindi evito la panna, anche perché ha un gusto davvero terribile. Da qui si vedono i nostri tredici anni di differenza. Lei a ventinove anni ha ancora il palato di una ragazzina. Non ricordo la sua passione per i dolci, forse si è adeguata al palato infantile degli americani. Per la prima volta domani prenderò un volo Babbano e assaggerò i famosi snack disgustosi che sicuramente mio figlio adora. Ma c’è qualcosa di importante che voglio sapere, in mezzo a tutto questo banale trambusto.

“Quella notte alla Stamberga Strillante ho sentito un verso di rapace molto simile al tuo. Eri tu?”
Mi risponde senza esitare.
“Sì. Non solo quella volta. Tornavo a vederti a Hogwarts ogni volta che potevo. Facevo attenzione a non farmi trovare da te. Ti seguii quella notte. Ero sulla Torre di Corvonero. Sentii una finestra rotta e ti vidi fuggire dal castello in volo. Ti dirigevi alla Stamberga Strillante. Perché sei scappato dal Castello quella notte?”
“Sono stato affrontato dai miei colleghi. Minerva, Filius e altri. Non volevo veramente duellare con loro. Ho vagato per la foresta per raccogliere le idee, poi alla Stamberga. Dovevo vedere Potter per le ultime istruzioni di Silente. Rivelargli la verità. Quello che ormai tutti sanno.”
“Sì, lo sanno tutti. Gli storici della magia non smettono di studiare la mitica Battaglia di Hogwarts e il grande e potente Lord Voldemort, il più grande mago oscuro di tutti tempi. In un modo o nell'altro ci sei riuscito a dire la verità a Harry.” Nel suo tono avverto una sorta di ironica disapprovazione. Per quanto possa avermi accettato per l’uomo che ero, non smetto di pensare che a volte lei voglia rimproverarmi di tutto e fare la voce della coscienza: non sarei mai dovuto diventare un Mangiamorte, così non avrei mai ceduto ai sensi di colpa. Credo che il solo potere che vorrebbe avere sia quello di cambiare il passato. Forse sono io che proietto su di lei i miei pensieri riguardo la mia condotta e il mio passato.
“Sì, ho concentrato tutto in quella sostanza argentea di cui sono fatti i pensieri, che mi sgorgava dalla gola e dagli occhi, come lacrime. Proprio qui sul collo, dove vedi queste cicatrici.” Mi scopro il collo, sollevando la sciarpa verde. “Perché non sei venuta a trovarmi subito?” ora sono io stizzito.
“L'ho fatto. Tre anni fa, vi ho visti legati ad un Ippogrifo e vi dirigevate in volo verso Sud. Capii che andavate a Londra. Il volo di un falco è più rapido di quello dell’Ippogrifo. Dopo un po’ mi raggiungeste al San Mungo. Una volta lì avvisai i Guaritori che stavi arrivando e feci preparare l’occorrente per un intervento urgente. Ti iniettarono del sangue di unicorno non appena arrivato. Eri quasi morto, clinicamente morto, come dicono i Babbani. Il tuo sistema cardiocircolatorio per diversi minuti non ha risposto. Sei stato rianimato in diversi modi, ti hanno lanciato l’incantesimo Expulso, per generare una scarica elettrica. Poi sei entrato in coma. Sono molto grata a Hermione Granger per quello che ha fatto. Ho visto anche che lei è tornata sempre a trovarti.”

Sapevo che l’avrebbe nominata. La conosco troppo bene per non capire che vuole arrivare a scoprire qualcosa della Granger, capire in che rapporti fossimo e cosa l’avesse spinta a salvarmi. Sono certo che sa già la risposta. Se vuole, può entrare anche subito nella mia testa e scoprire anche che la Granger mi ha baciato. Ma il suo ragionamento è sicuramente più sofisticato, non ha bisogno di leggere i pensieri per capire cosa può scattare nella mente di una ragazza intelligente che si incuriosisce dell’unico insegnante che non la riempie di lodi, che per anni l’ha costantemente provocata e di una persona così ambigua che gioca su due tavoli. Per una mente razionale come quella della Granger io ero un vero grattacapo. Le mancava la mia approvazione e questo la rendeva insicura e bisognosa delle mie attenzioni che non arrivavano mai.
La paura di essere gelosa fa vacillare la ragione ad Artemis. Il suo punto debole sono sempre stato io. Il peso di un amore ingombrante come quello per Lily. Non posso colpevolizzarla. Per lei io sono stato il primo e unico. Per colpa mia il Patronus di Artemis è una cerva. Si è innamorata troppo presto di me. Solo ora forse inizio a capire quanto sia stato doloroso per lei dovermi lasciare. Sono immaturo a pensarlo, ma la sua gelosia mi rende orgoglioso e me la fa desiderare ancora di più.
“Perché tu non lo hai fatto?” Cerco di provocarla.
“Ti sbagli.” Si innervosisce, come speravo. “Sono venuta molte volte. Non ho mai incontrato nessuno durante le visite, anche quando ti hanno riportato ad Hogwarts. Lì ti guardavo da dietro i vetri. Avevo giurato di non farmi più vedere. Durante i primi tempi ho aiutato il San Mungo a procurare un fondamentale ingrediente per tenerti in vita. Corno, latte e sangue di unicorno.”
“Cosa?” Ora scopro che è una criminale.
“Non ho detto che ho ucciso un unicorno, stai scherzando?” Alza la voce Artemis e un Babbano seduto ad un tavolo vicino al nostro ci sente e si gira dalla nostra parte borbottando “Ma senti questi pazzi… Unicorni! Mah!” Artemis scoppia a ridere e io non posso non seguirla. Poi gli scaglia un Muffliato. Il suo entusiasmo per la vita è trascinante. Lei è fatta così, se penso a come è comparsa nella mia vita e mi ha tirato dentro la sua. Sparisce e dopo anni ritorna, mi trova a terra e mi risolleva. Spalanca una porta, sorride e dice “Ti sono solo venuta a prendere”.
“Severus, mi ascolti?”

Mi sono fermato a guardarla con un volto assente senza rendermi conto che mi stava parlando e raccontando qualcosa di molto importante. L’antiveleno, gli ingredienti a base di unicorno, mi avevano fatto sopravvivere, ma sentire di nuovo la sua risata mi ricorda quanto sia bello vivere.
Ha un’espressione serissima, ma con i baffi di panna è buffa. “Insomma, le scorte del San Mungo erano poche. Ho vagato per due continenti per trovare quegli ingredienti. Sai, prendere un po’ di sangue da un unicorno non è proprio la cosa più facile del mondo. E poi non credo che il guaritore Diamond ti abbia rivelato un dettaglio fondamentale.”
“Quale?”
“L’antiveleno comune che ti ha somministrato la tua studentessa era fortunatamente sbagliato. Forse volutamente. Se fosse così, Hermione Granger potrebbe essere una pozionista coi fiocchi. Ha aumentato di tre dosi il corno triturato di Unicorno.”
“Credo che abbia letto gli appunti del mio vecchio libro di pozioni. Penso che abbia fatto di tutto per recuperarlo. Proprio lei me lo ha restituito recentemente, ma l’ho persa di vista.” Spero di frenare l’inutile curiosità di Artemis, che da una parte mi fa sentire desiderato, dall’altro mi provoca un certo dispiacere. Come può dubitare di me?
“Si può dire che ti sei salvato da solo anni fa, perché sei sempre stato un maledetto genio. E poi sei stato fortunato a trovare al posto giusto e nel momento giusto una persona che ha capito chi fossi e si è preoccupata di salvarti la vita.”

A quanto pare, non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Mi chiedo se continuerà per tutto il viaggio in aereo, mi ha detto che ci si impiega sette ore e mezza.
“Potevi salvarmi tu, visto che svolazzavi in giro per la foresta.”
“Certo!” è arrabbiatissima “Non nascondevo antiveleni tra le piume! E poi Voldemort per noia e rabbia mi avrebbe scagliato un Avada Kedavra senza pensarci due volte e avrebbe finito di ucciderti definitivamente. Quella notte saremmo morti entrambi. Tanto valeva prendere parte alla guerra fin da subito, senza pensare di lasciare orfano un figlio e fare gli eroi come Tonks e Remus. Senza contare che noi non potevamo essere Tonks e Remus. Tu non eri dalla parte degli eroi! Con il senno di poi penso che anche se non fossi stata incinta, non avrei dovuto schierarmi con nessuno. Due spie sarebbero state troppe. Sarebbe stato troppo pericoloso per te, sia con me nell’Ordine sia con i Mangiamorte. Per il Signore Oscuro la mia presenza nell’Ordine sarebbe stata morte certa per te. Non avrebbe mai creduto alle tue menzogne.”

Resto in silenzio e mi rendo conto di essere uno sciocco, che dico cose che non penso e a cui neanche credo.
“Per favore, non parliamo più di quella sera.” Artemis si decide a chiudere l’argomento.
“Hai ragione.”
“Tu saresti stato pronto a morire, io non sono mai stata pronta a perderti. Non sono mai pronta a perderti, né ora né mai.”
Mi stringe la mano e se la porta sul suo volto e inizia a baciarla, come se fossi un dio da ringraziare o a cui chiedere perdono.
Rompo il suo slancio di tenerezza con qualcosa che non ci riguarda. “Comunque, il libro lo aveva trovato casualmente Potter al suo sesto anno, con effetti devastanti. Questo perché quello stordito di Lumacorno si era dimenticato di controllare i libri che erano nella mia dispensa dell'aula di Pozioni. O forse lo ha lasciato a Potter di proposito. Non ho mai voluto indagare, ma avevo dei sospetti. Provai allora a recuperarlo, a confiscarlo a Potter, che si divertiva a sperimentare i miei incantesimi sui suoi compagni, amici e non...”
“Non dirmi il Sectumsempra?”
“Certo, quell'idiota non ha mai studiato latino, altrimenti avrebbe capito che era ben diverso da Diffindo. Ha quasi ucciso il figlio di Lucius.”
“Povero Draco! Hai avuto notizie di lui?”
“Solo un biglietto d'auguri dalla famiglia Malfoy, quando mi sono svegliato. Mi hanno mandato dei regali. Questo bastone è un dono di Lucius. Ma non li ho più visti. Non credo che abbiano intenzione di farsi vedere.”

Si finge preoccupata di un ragazzo che ha sempre disprezzato. Odiava andare dai Malfoy con la sua famiglia, fin da quando era ragazzina e Draco iniziava a pronunciare le prime parole e a provare ribrezzo per la maggior parte degli esseri viventi. Di quella famiglia apprezzava solo l’elfo domestico, Dobby. Le dico che Dobby è morto. Il bollettino di guerra me lo hanno fatto poche settimane fa, e Artemis quasi scoppia in lacrime. Lei ama gli esseri indifesi, le vittime, i perdenti. Ecco perché mi ha sempre trovato così interessante. Capiva Harry molto meglio di me, senza averlo mai conosciuto, solo dai miei racconti. Andava d’accordo con Lupin, lo aveva conosciuto all’Ordine, un altro della lista degli sfortunati. Il grande amore della sua migliore amica. Forse è grazie ad Artemis che sono riuscito a tollerarlo di più, tanto che alla notizia della sua morte sono rimasto quasi dispiaciuto. Ora che ci penso sono dispiaciuto per Teddy, forse perché domani conoscerò mio figlio.

Edited by NickySnape - 7/11/2020, 11:44
 
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Xe83
view post Posted on 19/11/2020, 12:31




Cara Nicky,
con immenso ed imperdonabile ritardo mi accingo a scriverti il mio pensiero sulla tua
Long FIC in progress.

Mi piace proprio tanto e in questo periodo l'ho riletta molte volte. Faccio così quando ciò che leggo mi prende parecchio e mi stimola la fantasia. Con la tua fiction mi è venuto naturale farlo da subito: desideravo prolungare il piacere della tua storia, immergendomi ogni volta nell'affascinante "mondo" che hai saputo delineare con la penna.

La tua descrizione iniziale di Londra è stupenda. Londra non mi piace, non mi è mai piaciuta, ma non importa. Non l'ho mai amata perché non sono mai riuscita a sentirmi a casa, nonostante l'abbia vista e vissuta diverse volte a distanza di anni. Tra me e lei non è mai scattata la magia. Succede.
Eppure la tua descrizione mi ha fatto provare nostalgia di questa strana, ermetica, versatile città. Nella mia mente era un luogo distante, e tu me lo hai reso "prossimo", vicino.

Mi piace la tua Hermione che trovo risoluta, riflessiva, tenace e fragile al contempo.
Pensa che in passato non sono mai stata attratta dal pairing Severus-Hermione, invece, accostandomi alla tua long FF mi sono resa conto di aver davvero commesso un errore.
Inoltre mi piace tantissimo il personaggio di Artemis: complesso, sfaccettato, imprevedibile, sempre più coinvolgente!

Ti sei presa alcune "libertà" rispetto alla trama originale e dal mio punto di vista hai fatto davvero bene. Hai aggiunto ancora più fascino ai personaggi, alla vicenda, destanto via via sempre maggiormente l'interesse e l'attenzione del lettore.

Cara Nicky, non vedo l'ora di poter proseguire nella lettura e ti ringrazio per avere scelto di condividere "strada facendo" la tua bellissima long fiction, perché è proprio bella e merita di essere letta ed apprezzata.
❤️
 
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view post Posted on 20/11/2020, 21:33
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CITAZIONE (Xe83 @ 19/11/2020, 12:31) 
Cara Nicky,
con immenso ed imperdonabile ritardo mi accingo a scriverti il mio pensiero sulla tua
Long FIC in progress.

Mi piace proprio tanto e in questo periodo l'ho riletta molte volte. Faccio così quando ciò che leggo mi prende parecchio e mi stimola la fantasia. Con la tua fiction mi è venuto naturale farlo da subito: desideravo prolungare il piacere della tua storia, immergendomi ogni volta nell'affascinante "mondo" che hai saputo delineare con la penna.

La tua descrizione iniziale di Londra è stupenda. Londra non mi piace, non mi è mai piaciuta, ma non importa. Non l'ho mai amata perché non sono mai riuscita a sentirmi a casa, nonostante l'abbia vista e vissuta diverse volte a distanza di anni. Tra me e lei non è mai scattata la magia. Succede.
Eppure la tua descrizione mi ha fatto provare nostalgia di questa strana, ermetica, versatile città. Nella mia mente era un luogo distante, e tu me lo hai reso "prossimo", vicino.

Mi piace la tua Hermione che trovo risoluta, riflessiva, tenace e fragile al contempo.
Pensa che in passato non sono mai stata attratta dal pairing Severus-Hermione, invece, accostandomi alla tua long FF mi sono resa conto di aver davvero commesso un errore.
Inoltre mi piace tantissimo il personaggio di Artemis: complesso, sfaccettato, imprevedibile, sempre più coinvolgente!

Ti sei presa alcune "libertà" rispetto alla trama originale e dal mio punto di vista hai fatto davvero bene. Hai aggiunto ancora più fascino ai personaggi, alla vicenda, destanto via via sempre maggiormente l'interesse e l'attenzione del lettore.

Cara Nicky, non vedo l'ora di poter proseguire nella lettura e ti ringrazio per avere scelto di condividere "strada facendo" la tua bellissima long fiction, perché è proprio bella e merita di essere letta ed apprezzata.
❤️

Grazie mille, cara Xenia.
Sono felicissima che ti stia piacendo.
Sono un po' assente dal forum ultimanente, perché è un periodo pienissimo di lavoro, scadenze accademiche ogni settimana. Non riesco a trovare il tempo di leggere e scrivere nulla. Mi libererò nei prossimi giorni, spero, e cercherò di pubblicare un altro paio di capitoli.
So che apprezzi la storia e stai comprendendo bene il senso dei personaggi e di certe mie scelte.

Hermione e Artemis sono due personaggi complementari, si comprenderà bene nei prossimi capitoli.
La storia è abbastanza lunga...

Spoiler: in questi primi capitoli il focus è incentrato sulle donne, Hermione e Artemis, ma ci sarà presto un cambio di rotta. Severus si sta piano piano riprendendo e a breve avrà lo spazio che si merita.
 
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view post Posted on 4/12/2020, 11:40
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9. Un ricordo

La Tana, 11 gennaio 2002

Ha sempre avuto il respiro pesante nel sonno. Anche quando dormiva a due metri di distanza dal mio letto mi faceva svegliare di soprassalto la notte, turbata da uno spiacevole trambusto. Il suo respiro aveva una cadenza lenta, ritmata, una cantilena che scandiva il tempo che stavo passando di nuovo insieme a lui. Mi sentivo a casa, e sembrava che non mi mancasse più nulla. Dormire nel letto di Molly e Arthur sembrava un sacrilegio, una violazione del talamo coniugale.

L’ho sempre saputo che prima o poi avrei sposato Ronald Weasley. Lo avrei sposato non molto tempo dopo. Era diventato Auror, ma aveva deciso di smettere, non appena conseguito il titolo. Avrebbe lavorato con George ai “Tiri Vispi Weasley”. Come biasimarlo? Quello degli scherzi e delle risate era anche il suo mondo e il solo modo per commemorare il sogno di Fred.

Un letto caldo e morbido e Ron insieme a me. Eravamo diventati adulti. Ma poi un profumo mi fece tornare in mente qualcosa a cui non pensavo da tempo. Di sotto c’era qualcuno in cucina, forse George o Charlie, che era tornato da qualche giorno in Inghilterra e sarebbe rimasto per tutto il mese di gennaio, stava infornando gli zuccotti di zucca che Molly aveva preparato prima di partire con Arthur per un weekend romantico in Cornovaglia. Mentre guardavo Ron dormire, il profumo della cannella, della noce moscata e quell’aroma inconfondibile di zucchero abbrustolito mi riportarono inesorabilmente a lui e ad una mattina umida e piovosa di luglio, poche settimane prima del compleanno di Harry.

Alle prime luci dell’alba di quella mattina del luglio 1995, Molly aveva preparato gli zuccotti di zucca nella cucina di Grimmauld Place. Una parte dell’Ordine della Fenice si doveva riunire per colazione. Non c’erano ancora tutti, Sirius si era trasferito da poco, dopo un anno da nomade e dopo quella terribile notte al cimitero, dove tuo padre aveva visto Lord Voldemort risorgere. Quell’estate avevo deciso di andare da Ron, avevamo avuto ordini dal Preside Silente di non metterci in contatto con Harry dopo quello che era accaduto, la morte di Cedric e il falso Malocchio Moody. Il profumo della zucca speziata e zuccherata mi inebriava le narici e quella mattina di luglio mi fece dimenticare tutto. Mi svegliai felice. Poteva essere il cinque o il sei di luglio, non ricordo esattamente, ma so che fu nel giorno di Venere. Molly non ci voleva svegliare ma io decisi di chiamare Ron e di approfittare di una colazione all’alba con il latte speziato e gli zuccotti. Assonnati e ancora in pigiama scendemmo giù per le scale, Kreacher blaterò qualcosa di sgradevole certamente rivolto a me.

Ma in cucina non eravamo soli. Due sagome ben note alla nostra memoria si figuravano davanti a noi. Un grande cappello a punta e un vestito verde smeraldo e una figura in nero. La Professoressa McGonagall e il Professor Piton nella cucina di Grimmauld Place. A Ron andò di traverso lo zuccotto caldo che aveva voracemente addentato. A me di colpo si chiuse lo stomaco.
“Buongiorno, Hermione! Buongiorno, Ron!” la McGonagall era di ottimo umore. Le rispondemmo cortesi con un sorriso che tradiva l’imbarazzo. Ma cosa ci faceva lui? Avevo sentito parlare dell’Ordine della Fenice, ma era la prima volta che vedevo il Professor Piton a Grimmauld Place. Piton non disse nulla, restò in silenzio fermo come una statua e lo sguardo assente e la mente altrove. Percepii una nostalgia nel suo sguardo.
“Sono appena sfornati, forza assaggiane uno, Severus!” Molly era materna con tutti, e il Professor Piton per lei era solo un ragazzone alto e dinoccolato, sempre arrabbiato. Qualche zuccotto di zucca appena sfornato lo avrebbe certamente tirato su di morale.

Quel giorno fu come vederlo per la prima volta e trovai il coraggio di sorridergli, forse per fargli notare che i miei denti erano allineati e i miei capelli disciplinati anche di prima mattina, forse per fargli smettere un giorno di fare battute infelici sul mio aspetto. Ma tutto quello che riuscii ad avere da lui fu un “Buongiorno, Granger!”. E io non seppi fare di meglio di un: “Professore…”.
Era diverso da quando eravamo a lezione e credo fu allora che pensai per la prima volta che forse non mi odiava, né mi considerava orrenda, e che forse a scuola non era veramente lui, oppure che tirava fuori il peggio di sé solo davanti a me ad Harry e a Ron. Come si fa a sapere cosa passa per la testa ad un ex Mangiamorte al servizio di Silente? Forse ti racconto tutto questo per provare a far luce sui miei ricordi e sui suoi veri pensieri.

Entrò Arthur poco dopo. “Buongiorno miei cari! Che buon profumo, Molly!”. Notai che Piton guardava con un’espressione indecifrabile Arthur e Molly sorridersi e darsi un bacio. Io e Ron ci scambiammo uno sorriso d’intesa, ma io non smettevo di fissare Piton e Kreacher che gli scodinzolava attorno ossequioso. In quel momento non sapevo perché Kreacher adulasse così ostentatamente Severus. Con il tempo venni a sapere del legame di amicizia tra Severus e Regulus, il fratello di Sirius.

Non c’era nessun posto in cui volevo stare senza Ron. Il tetro appartamento di Grimmauld Place mi sembrava casa insieme a Ron. Ma incrociare quel volto familiare, la causa delle mie insicurezze a scuola, lo specchio che rivelava i miei difetti, fece crollare il castello delle mie certezze. Io ero nata Babbana, mentre lui aveva una predilezione per i Purosangue come Malfoy e Goyle. Era solo perché i loro genitori erano Mangiamorte o perché io ero inadeguata ai suoi occhi? Una cosa era certa, non sarei mai stata degna di essere una Serpeverde. Ero la migliore della classe, ma per lui solo una saccente che si voleva mettere in mostra. Eppure quella sensazione di inadeguatezza era la sola spinta a voler essere migliore. Lui era il motivo per cui volevo essere più brava, più bella, o semplicemente più strega.

Lo guardavo sfoderando il più bel sorriso e cercando di apparire più seducente, nonostante i miei soli quindici anni e un pigiama grigio e rosa di cotone. Cosa ottenni in cambio in quella colazione nella cucina di Grimmauld Place? Un suo sguardo, non torvo di rimprovero o sarcastico di provocazione, e un suo inaspettato piccolo gesto di gentilezza. Mi passò il piattino del burro per il mio toast. Ti sembrerò ridicola, Albus Severus, quando leggerai questo ricordo nel mio quaderno di memorie, ma quello fu il primo gesto di tregua tra me e Severus. Certo, le mie pagelle erano piene di Eccezionale in Pozioni, ma la mia idea di stima era diversa da una E in pagella. Mi resi conto allora che volevo essere Eccezionale in tutto per lui.

Con l’arrivo di Alastor Moody in cucina finirono anche i miei patetici tentativi di addolcire il mio Professore. Con il suo fare scorbutico, l’Auror entrò ringhiando “Molly, porta fuori i bambini!”. Naturalmente io e Ron eravamo i bambini e fu così Molly ci accompagnò fuori, e Kreacher comprese che era tempo anche per lui di congedarsi. Si inchinò davanti all’Auror Moody e al Professor Piton e per le scale ci imbattemmo in Sirius che, in vestaglia, stava raggiungendo gli altri per la riunione.

Non ebbi nemmeno il tempo di salutare i miei professori e di rivolgere un ultimo sguardo a Piton. Una volta su nella nostra stanza, Ron si rimise a letto e dormì per un altro paio d’ore, almeno fino alle nove. Io rimasi a guardare il soffitto immersa nei miei pensieri e mi affacciai alla finestra, sperando di vederlo uscire, una volta finita la riunione. Ma non lo vidi mai uscire dalla porta. Lui e la McGonagall avevano scelto la Metropolvere per tornare a Hogwarts, probabilmente insieme a Silente. Quella fu la prima volta che mi fermai a pensare intensamente a Severus Piton.

Con questo ricordo nella mente decidevo di lasciar dormire Ron, mentre nella cucina della Tana c’era Charlie a preparare la colazione per tutti, pronto a raccontarci il motivo del suo ritorno in Inghilterra.

Edited by NickySnape - 22/12/2020, 18:54
 
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view post Posted on 5/2/2021, 23:08
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10. La versione di Charlie

Si può sentire la mancanza di qualcosa che non c’è mai stata? Come puoi dire a qualcuno che la tua mente è occupata da esperienze che potrebbero non essere condivise mai? Mi svegliai con il pensiero di rispondere dopo mesi alla lettera di Severus.
Sentivo la sua mancanza e non mi importava più di quello che avevo origliato lo scorso ottobre. Lui doveva sapere che il mio amore era immutato, proprio lì in cucina con Charlie di spalle a controllare gli zuccotti in forno e Ron, appena sveglio, che mi dava un bacio sulla fronte. Gli avrei scritto, ma la presenza di Charlie era insolita. Cosa ci faceva alla Tana? Non tornava mai, non avrebbe mai lasciato i suoi draghi per nessuna cosa al mondo. C’era qualcosa che lo aveva riportato qui. Non so perché decisi di essere così brusca e di chiederlo direttamente a lui e non a Ron. Non era da me, io ero sempre discreta, educata, mai invadente, ma avevo il presentimento che c’entrasse in qualche modo con Hogwarts, o forse proprio con il risveglio di Severus. Due giorni fa è stato il suo compleanno.

“Charlie, è bello vederti di nuovo qui. Ti trattieni a lungo?” fui sfrontata e non persi tempo a domandarglielo.
Charlie si voltò e mi guardò interrogativo e si scambiò un’occhiata furtiva con Ron.
“Anche per me è bello rivederti, Hermione.” Charlie si rivolse poi a Ron. “George è ancora su?” Ron annuì, e Charlie sembrava imbarazzato dalla mia domanda.

Ho sempre pensato che Charlie e Ron fossero i più carini dei Weasley, ma sentivo la mancanza di Ginny. Nonostante fossi di nuovo la ragazza di suo fratello, non avevamo ancora trovato il modo di incontrarci spesso e lei non era più la stessa con me, non si separava mai da Harry e da Londra. Ginny in fondo sapeva che non avrei mai potuto amare con tutta me stessa Ron. Era consapevole del fatto che Ron non sarebbe mai stato abbastanza per me. Per quanto la mia attrazione e il mio affetto fossero profondissimi, Ron non mi bastava. Non mi sarei mai sentita completa con lui. Ero me stessa con Ron, ma ero solo me, senza la parte che mi completava. Fissai Charlie di spalle, la coda che avvolgeva i capelli rosso mattone, il suo profilo, le sue guance e le lentiggini, il suo naso aquilino. Vedevo altre spalle larghe, un naso aquilino, degli occhi neri, il primo sorriso che mi rivolse, le sue mani che stringevo, le sue labbra che tremavano sulle mie. Severus era ovunque. Era negli altri, era nel sesso con Ron, nello zuccotto nel latte, in quella cucina familiare, dietro i vetri delle finestre, che incedeva con passo fiero e lasciava volteggiare il suo mantello nero alle sue spalle. Quante volte era stato in questo soggiorno? Quanti dolci di Molly aveva assaggiato? Quante volte ha sgridato Charlie? Quante volte ha incenerito con uno sguardo Ron?

Mi voltai verso Ron e lo baciai. Perché era diverso sentire il tocco delle sue labbra? Perché non tremavo? Perché con Ron non riuscivo a sentire quella scossa? La scintilla che ti dice chi è la persona che ami e che desideri. Quante volte capita nella vita di baciare qualcuno che ti provoca una scarica di elettricità che senti dentro di te, salire dallo stomaco e fermarsi sulla punta della lingua e che ti fa girare la testa? Per quanto soffocata dal dolore di non poter essere sua, con Severus la scintilla dell’emozione di baciarlo emerse più forte del pianto e della tristezza. Dove sei adesso, anima mia?

“Dove eravamo rimasti, Hermione?” Si girò di scatto Charlie e mi colse di sorpresa mentre mi staccavo dalle labbra di Ron. “Scusatemi…”

“Scusami tu, Charlie. Ti avevo solo chiesto per quanto tempo resterai qui”. Ero imbarazzata per il fatto che aveva interrotto un pensiero più che un’azione. Ero imbarazzata da me e dalla mia dissociazione.

“Non molto. Sono tornato qui perché tre giorni fa a Hogsmeade ho incontrato un’amica che non vedevo da molti anni. Vive da tempo in America ed è diventata piuttosto famosa. A dire il vero, non è un’amica qualunque. È la mia migliore amica. Lei e Tonks erano le mie migliori amiche a Hogwarts”. Charlie mi rispose con un tono sereno, ma percepii della nostalgia.

“Artemis Amani? L’Auror?” Chiese Ron sbalordito. “Charlie aveva una cotta per lei” mi bisbigliò all’orecchio.

“Stai zitto! Era la mia migliore amica ed è andata via dal Regno Unito il giorno della rinascita di Lord Voldemort. È una lunga storia. Fino a poco tempo fa avevo le idee molto confuse, ma mi ha spiegato cosa era successo e perché lasciò il Paese.”
A sentire il nome Artemis sentii un nodo alla gola.

“Non so se te ne voglio parlare, Ron. Perdonami, Hermione, Artemis era la mia migliore amica e mi ha svelato un segreto che conosceva solo Tonks, Malocchio e i Silente. Sono ancora un po’ scosso. Ora è andata via e chissà quando la rivedrò.” Charlie aveva gli occhi lucidi e si mise a lavare i piatti a mano, senza magia, come se volesse fare qualcosa per distrarre la mente.

Ron si alzò dalla sedia con aria seccata. “Io vado di sopra, vado a svegliare George.” Lasciò me e Charlie soli in cucina. Restammo in silenzio per qualche istante, fino a quando Charlie non decise di sedersi accanto a me, dove era seduto Ron.

“Scusami, Hermione. So quello che hai fatto per il professor Piton.” Lo guardai turbata, perché immaginavo cosa stava per dirmi.

“Credo che tu debba sapere che è grazie a quello che hai fatto per il Professor Piton che Artemis è tornata. Ecco, le cose sono molto complicate, perché se Piton è vivo è stato sicuramente per merito tuo, ma anche per merito della mia amica. Quella notte lei era a Hogwarts, e poi al San Mungo e per tanto tempo è stata nel Paese, senza che nessuno di noi lo sapesse o la vedesse.”

Guardavo Charlie perplessa. “Come poteva essere a Hogwarts o al San Mungo? L’avrei vista sicuramente” Mi finsi stupita, ma conoscevo già la risposta. Silente lo aveva detto, era un Animagus. Quello che ignoravo era come avrebbe potuto mai salvare Severus in quella forma.

“Beh, no. In realtà no. È un Animagus. È un falco. È un piccolo rapace, molto veloce, si può nascondere ovunque. Lei è una donna incredibile. Ha origini mediorientali e padroneggia la magia senza bacchetta. È una maga eccezionale. Da quelle parti è comune. Sapeva anche volare senza scopa, sai? E amava i draghi, come me, ma amava qualcuno più di me e dei draghi.” Gli occhi di Charlie brillavano.

“Era la tua ragazza?” Se avesse detto di sì, io e Artemis Amani saremmo state legate da più di una cosa.

“No, lei era solo il mio sogno. Era una Serpeverde, Purosangue, come me. Ma non era una Serpeverde qualunque, lei rispettava i Babbani e i Mezzosangue. Era affascinata da loro ed era coraggiosa, come Tonks, la sua più grande amica, dal primo giorno. Mi ricordava Andromeda Black, la mamma di Tonks. Forse anche per questo Tonks la adorava. Erano inseparabili, avevano lo stesso sogno, diventare Auror. Io cercai di fare subito amicizia con loro, perché Artemis mi piaceva troppo e speravo di poterla conquistare un giorno. Fui suo amico per anni, fino al quarto anno, quando mi feci forza e trovai il coraggio di invitarla al Ballo del Ceppo e durante un lento la baciai. Lei corse via in lacrime e mi disse che non poteva, che avremmo rovinato la nostra amicizia, il nostro trio. La verità la conosceva Tonks, ma non mi disse nulla per non farmi soffrire e per proteggere il segreto di Artemis.” Charlie guardava fisso nel bicchiere pieno di succo di zucca.

“Perché mi dici tutto questo, Charlie?” chiesi perché ero io quella che non voleva ascoltare quel racconto. Intuivo il perché me lo stesse raccontando. Loro erano Charlie, Artemis e Tonks. Noi eravamo Harry, Hermione e Ron. Speculari, un ragazzo e due ragazze, una ragazza e due ragazzi. Innamorarsi è inevitabile, così come farsi male.

“Perché ho bisogno di parlarne e so che tu non farai commenti stupidi come quelli di mio fratello. A volte mi chiedo come fai a sopportarlo.”
Gli sorrisi, mentre gli confessavo che lo sopportavo perché sapeva farmi ridere tanto quanto arrabbiare e perché curava delle ferite che non si rimarginavano.
“Continua, Charlie”.

Lui proseguì il suo racconto. “Artemis amava una persona che non poteva amare e questo la faceva soffrire terribilmente. Amava il Professor Piton. Pensa, il Direttore della sua Casa, il suo professore. Lo negava a tutti, tranne a Tonks. Lo aspettò fino a quando l’amore maturò anche in lui e vissero nascosti da tutti per anni. Solo l’altro giorno mi ha confessato che la loro storia iniziò al suo settimo anno, poco dopo un incidente in Romania insieme a me, durante una visita alla Riserva dei Draghi con Hagrid. Spesso faceva cose folli, tipo sfidare i draghi. A volte aveva istinti autodistruttivi. Io non capivo i veri motivi della sua sofferenza e non li avrei mai potuti comprendere. Era Occlumante e Legilimens. Proprio come Piton. Poi proseguì la sua formazione di Auror insieme a Tonks con Malocchio a Londra e si avvicinò all’Ordine della Fenice. Io partii per la Romania, anche per stare lontano da lei. Non riuscivo a dimenticarla e allora, fino all’altro giorno, non mi spiegavo perché non potevamo stare insieme una volta diventati adulti”.

Decisi di fargli la domanda più importante. “Perché ha lasciato il Paese la sera del ritorno di Lord Voldemort?”

“Aspettava un bambino da Piton. Da una spia come Piton. Una condanna a morte certa per tutti e tre. Lui non l’ha mai saputo, fino a due giorni fa, credo. Stanno per andare insieme in America. Partiranno proprio oggi. Un mese fa mi aveva mandato un gufo in Romania per dirmi che sarebbe tornata qui e che voleva salutarmi. Non ci vedevamo da anni. Spero solo che possa essere felice dopo aver sofferto così tanto per il suo unico amore.” Appoggiò la testa sulla mia spalla e iniziò a singhiozzare.

I cuori spezzati nella Tana dei Weasley erano due. Io non avevo più parole. Pensai a Minerva e ad Hagrid e alle parole che avevano perso anche loro, pensando in tutti questi anni al cuore infranto mio e di Charlie.

Edited by NickySnape - 6/2/2021, 08:04
 
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Nicky, questa tua long è piena di spunti di riflessione e colpi di scena. Merita una lettura più lenta e meditata sia per godersela sia per commentarla con giudizio. Per ora l’ho letta d’un fiato e sono rimasta, appunto, senza fiato per l’emozione. A presto ti scriverò ancora :b: 🌷
 
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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 6/2/2021, 03:14) 
Nicky, questa tua long è piena di spunti di riflessione e colpi di scena. Merita una lettura più lenta e meditata sia per godersela sia per commentarla con giudizio. Per ora l’ho letta d’un fiato e sono rimasta, appunto, senza fiato per l’emozione. A presto ti scriverò ancora :b: 🌷

Grazie, Kate! Un abbraccio ❤
 
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11. Park Lane

Londra, 11 gennaio 2002


Non c’è più un lato freddo nel nostro letto della stanza di hotel in cui hai pernottato per noi. Siamo entrambi stesi al centro del materasso, al centro della stanza, al centro del mondo. La tua testa e la tua mano sinistra sono appoggiate sul mio petto. Nessuno di noi due ha mai dormito con un altro. Siamo soli io e te. Per sempre tuo, per sempre mia. Ci siamo separati sette anni fa e oggi è come allora. Strano pensare che non sia cambiato nulla quando in realtà è cambiato tutto. Io ho quasi conosciuto la morte, tu hai generato la vita.

Siamo a Park Lane, dalla finestra del nostro hotel si vede Hyde Park e tra poche ore un taxi ci porterà all’aeroporto di Heathrow, come una coppia di passeggeri Babbani con il passaporto inglese. Mi ero dimenticato la vita da Babbano, i loro strani mezzi di trasporto, i loro soldi fatti di carta, il chiasso per le strade che fanno gli autobus e le automobili.

Tu dormi ancora su di me mentre ti accarezzo i tuoi capelli castano lucenti. Cos’hai a che fare con Artemide, dea della caccia? Sembri Afrodite, dai racconti sui miti greci che mi spiegavi. Tu sei la dea dell’amore. Io mi sento sempre Efesto davanti a te, brutto e sgraziato, ma per te sono sempre stato Ares. Il tuo miglior amante e, solo per te, anche unico amante. Mentre ti osservo dormire, violando il tuo spazio privato di quiete, mi chiedo come tu abbia fatto a restarmi fedele nei tuoi anni migliori dopo tutto quello che ti ho fatto e la solitudine della mia assenza.

Vorrei restare in questa stanza per altri sette anni, per recuperare il tempo che il destino ci ha sottratto. Non partiamo oggi, Artemis. Svegliati con calma e lascia che possa godere del tuo ritorno nella mia vita che ora ha un significato. Lascia il lavoro per qualche giorno. Prenditi una pausa più lunga per noi. Ho trascorso la maggior parte della mia vita nel dolore e nell’infelicità. Ora siamo liberi, come abbiamo sempre sognato. La quiete dopo la tempesta. Non c’è più la guerra, non ci sono più tensioni, non ci sono rimpianti, rimorsi. Con te non mi pesa essere ancora quasi del tutto privo di magia. Il tuo vivere accanto a me è la sola cosa che conta. Sento che ti muovi e stai aprendo gli occhi. Vuoi ricominciare? Mi baci e mi chiedi che ora è. Non è tempo di partire, vita mia. È tempo che io e te ci dimentichiamo di tutto il resto. La tua reazione mi sorprende, credevo che il tuo dovere di madre e di Auror valessero di più di quello che posso offrirti io da solo. Invece sei d’accordo con me. Non partiamo, restiamo qui.

Immaginavo soltanto io e te insieme per tutta la vita, insieme nell’Ordine, insieme tra i Mangiamorte, insieme come spie. Ma sono sempre stato più immaturo di te. Ti avrei voluta con me. Io il tuo scudo tu il mio. Ho sempre desiderato una donna come te da avere accanto, per rimarginare le ferite provocate dai miei errori. Mamma, Lily, te. Le mie donne che scacciavano il male e i mostri della mia coscienza.

Vorrei smettere di vestirmi di nero. Il lutto è alle spalle. Lasciami così come sto adesso, nudo sul letto e stringimi forte. Prenditi cura di me. Fammi tornare l’anima pura. Aggiustami il cuore.
 
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Cara Nicky,
avrei tante cose da dirti ma finirei per scrivere una long-fic anche io!
Preferisco, quindi, essere più sintetica ma provando ad esprimere quello che sento.
CITAZIONE
L’amore è un’ossessione, un’illusione, una parabola che ha un decorso simile ma anche profondamente diverso per ciascuno di noi.

CITAZIONE
Si può sentire la mancanza di qualcosa che non c’è mai stata?

Credo che ce lo siamo sempre chiesto tutti. Specialmente in amore diamo per scontato che se amiamo qualcuno inevitabilmente il suo vissuto diventa il nostro ;così è terribile quando scopriamo che tutto quello che abbiamo ‘immaginato’ resta appunto un finto vissuto se l’amore non è ricambiato. In questo forse sta il tormento, l’’ossessione’ che caratterizza questo sentimento. Immersa in un tale vissuto Hermione mi fa molta, molta tenerezza (io faccio il tifo per lei. Non me ne volere ma Artemis è troppo perfetta per i miei gusti). Poi c’è la gelosia. Cos’è amore senza questo strano sentire? Oltre all’amore, anche la gelosia che prova Hermione hai saputo descriverla in maniera misurata ma molto potente.
CITAZIONE
Io mi sento sempre Efesto davanti a te, brutto e sgraziato, ma per te sono sempre stato Ares. Il tuo miglior amante e, solo per te, anche unico amante. Mentre ti osservo dormire, violando il tuo spazio privato di quiete, mi chiedo come tu abbia fatto a restarmi fedele nei tuoi anni migliori dopo tutto quello che ti ho fatto e la solitudine della mia assenza.

Anche Severus è geloso. Scoprire questa percezione come parte della sfera emotiva che hai regalato al mago, ai miei occhi, è quasi più coinvolgente che saperlo solo innamorato.
Sarà la recente scoperta della paternità? E qui ti dico che ho avvertito un ‘tuffo al cuore’, mi è venuta la ‘pelle d’oca’ per l’emozione!
CITAZIONE
Fammi tornare l’anima pura. Aggiustami il cuore.

Questa frase è il non plus ultra del batticuore; quello che vorremmo (tutte noi) sentirci dire dalle labbra di Severus.
Un sogno. <3
Bravissima :]
 
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view post Posted on 7/2/2021, 19:32
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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 7/2/2021, 19:10) 
Cara Nicky,
avrei tante cose da dirti ma finirei per scrivere una long-fic anche io!
Preferisco, quindi, essere più sintetica ma provando ad esprimere quello che sento.
CITAZIONE
L’amore è un’ossessione, un’illusione, una parabola che ha un decorso simile ma anche profondamente diverso per ciascuno di noi.

CITAZIONE
Si può sentire la mancanza di qualcosa che non c’è mai stata?

Credo che ce lo siamo sempre chiesto tutti. Specialmente in amore diamo per scontato che se amiamo qualcuno inevitabilmente il suo vissuto diventa il nostro ;così è terribile quando scopriamo che tutto quello che abbiamo ‘immaginato’ resta appunto un finto vissuto se l’amore non è ricambiato. In questo forse sta il tormento, l’’ossessione’ che caratterizza questo sentimento. Immersa in un tale vissuto Hermione mi fa molta, molta tenerezza (io faccio il tifo per lei. Non me ne volere ma Artemis è troppo perfetta per i miei gusti). Poi c’è la gelosia. Cos’è amore senza questo strano sentire? Oltre all’amore, anche la gelosia che prova Hermione hai saputo descriverla in maniera misurata ma molto potente.
CITAZIONE
Io mi sento sempre Efesto davanti a te, brutto e sgraziato, ma per te sono sempre stato Ares. Il tuo miglior amante e, solo per te, anche unico amante. Mentre ti osservo dormire, violando il tuo spazio privato di quiete, mi chiedo come tu abbia fatto a restarmi fedele nei tuoi anni migliori dopo tutto quello che ti ho fatto e la solitudine della mia assenza.

Anche Severus è geloso. Scoprire questa percezione come parte della sfera emotiva che hai regalato al mago, ai miei occhi, è quasi più coinvolgente che saperlo solo innamorato.
Sarà la recente scoperta della paternità? E qui ti dico che ho avvertito un ‘tuffo al cuore’, mi è venuta la ‘pelle d’oca’ per l’emozione!
CITAZIONE
Fammi tornare l’anima pura. Aggiustami il cuore.

Questa frase è il non plus ultra del batticuore; quello che vorremmo (tutte noi) sentirci dire dalle labbra di Severus.
Un sogno. <3
Bravissima :]

Grazie mille, Kate! Sono felicissima che la storia ti stia piacendo.

Hermione è la vera protagonista della storia insieme a Severus, non a caso i punti di vista sono solo i loro. E' molto umana ed è tutte noi. Si rifugia nella storia con Ron, pur non amandolo. Egoista anche lei, ma per salvarsi la pelle si arriva a fare di tutto.

Artemis è un personaggio che appare perfetto, perché lo vediamo solo attraverso gli occhi di chi la ama, Severus e Charlie. Pensa a Lily come ci appare nella saga... una santa senza peccato. Ma Artemis è una donna piuttosto dispotica, se ci hai fatto caso, l'ho pensata chiedendomi, come sarebbe stata la migliore amica (Serpeverde) di Nymphadora Tonks? Cocciuta e drammatica come Tonks (e sua madre Andromeda) che ama Remus fino a farsi male. Ti anticipo che scriverò un prequel su Artemis, Tonks e Charlie (il Weasley che più adoro, perché c'è tanto da immaginare di lui) e della sua complicata relazione con Severus.

Il Severus a cui mi sono ispirata è quello del settimo libro, quello più forte e allo stesso tempo vulnerabile, e poi ho pensato, come sarebbe stato un Severus amato? Sicuramente il lato depressivo-malinconico sarebbe rimasto, ma molte sue insicurezze che emergono dal suo feroce sarcasmo sarebbero state annullate.

Stay tuned, come si dice, e grazie mille per aver letto la mia storia, che è ancora parecchio lunga.
Un abbraccio <3
 
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view post Posted on 7/2/2021, 19:38
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"Si può sentire la mancanza di qualcosa che non c’è mai stata?

Credo che ce lo siamo sempre chiesto tutti. Specialmente in amore diamo per scontato che se amiamo qualcuno inevitabilmente il suo vissuto diventa il nostro ;così è terribile quando scopriamo che tutto quello che abbiamo ‘immaginato’ resta appunto un finto vissuto se l’amore non è ricambiato. In questo forse sta il tormento, l’’ossessione’ che caratterizza questo sentimento."

Questa è una cosa che sento particolarmente mia, Kate...
Non ti nascondo che nella mia Hermione c'è molto della mia storia personale. E Artemis è un po' come "Rebecca la prima moglie", che a sua volta soffre per il fantasma di Lily... le bambole russe
 
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view post Posted on 8/2/2021, 14:35
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GabrixSnape

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CITAZIONE (NickySnape @ 7/2/2021, 19:38) 
"Si può sentire la mancanza di qualcosa che non c’è mai stata?

Sì, se la si è creduta autentica, perché ci ha accompagnato fino al momento di dissolversi. Un'illusione non turba, nè conforta, meno di un'esperienza reale. La differenza sta nel dopo: nel confronto tra ciò che era e ciò che abbiamo creduto. <3

Io sono rimasta indietro con la tua storia, ma le illusioni sono anche un mio tormento. :*
 
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view post Posted on 8/2/2021, 14:46
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CITAZIONE (Gabrix1967 @ 8/2/2021, 14:35) 
CITAZIONE (NickySnape @ 7/2/2021, 19:38) 
"Si può sentire la mancanza di qualcosa che non c’è mai stata?

Sì, se la si è creduta autentica, perché ci ha accompagnato fino al momento di dissolversi. Un'illusione non turba, nè conforta, meno di un'esperienza reale. La differenza sta nel dopo: nel confronto tra ciò che era e ciò che abbiamo creduto. <3

Io sono rimasta indietro con la tua storia, ma le illusioni sono anche un mio tormento. :*

 
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view post Posted on 15/7/2021, 16:31
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12. Progetti matrimoniali

Londra, Camden, febbraio 2002

La nostra casa a Camden, nel cuore di Londra, era il perfetto connubio di arredamento Babbano ed energia magica. Dove c’era magia, la tecnologia perdeva il suo scopo di esistere. Era passato un mese da quella chiacchierata con Charlie. La vita al di fuori di me continuava, ma c’era uno stallo nella mia mente, ferma a quella conversazione con Charlie, fissa sui ricordi con Severus. Ogni occasione era buona per ricordare a Ron di quanto fossi dispiaciuta di essermi separata da lui la notte in cui salvai Severus dalla morte. Ogni occasione era buona per parlare indirettamente di Severus. A Ron continuavo a ripetere che il giorno del nostro primo bacio era stato memorabile, non importava se avessi salvato l’eroe nascosto, l’eroe che nessuno di noi si aspettava.
Ero innamorata di Ron dal primo giorno a Hogwarts e le nostre lunghe pause e gli interminabili bisticci ci erano servite per renderci più uniti e consapevoli della volontà di stare insieme. Ron ne era convinto, e questo lo riempiva di orgoglio. Finivo per crederci anche io. Poi però pensavo spesso a una cosa che mi diceva sempre Minerva, “noi ci innamoriamo della persona su cui investiamo le nostre migliori energie”. Più di mille giorni trascorsi accanto al suo letto, fingendo di prepararmi per il concorso che mi ha dato il lavoro che ora svolgo al Ministero.

Credevo davvero di essere ancora innamorata di Ron, mentre guardavo Severus incosciente e mi prendevo cura di lui? Le mie energie seguivano una direzione diversa. Come la magia, l’energia segue la forza della volontà. Risponde solo ad essa, a nient’altro. Per quanto io mi sforzassi razionalmente di considerarmi innamorata di Ronald Weasley, non lo ero, e forse non lo sono mai stata. Ron puntualmente si mostrava comprensivo, ogni volta che nominavo la notte del 4 maggio 1998. Mi ha confessato di essere rimasto molto colpito, quasi scioccato, dalla mia ferma volontà di salvare quello che allora, ai nostri occhi, non era che il detestato Professore di Pozioni, la causa di centinaia di lacrime, una spia, un Mangiamorte. In quei momenti potevo solo limitarmi a chiudevo gli occhi e a baciare le labbra di Ron, che nella mia mente prendevano la forma stretta di quelle di Severus Piton.

Un giorno, mentre finivo di completare gli incantesimi per mettere in ordine la nostra nuova camera da letto, Ron si avvicinò per dirmi: "Dobbiamo invitare anche Piton al nostro matrimonio."

"Come?" Non seppi trattenere la sorpresa, ma cercai di non apparire troppo scossa.

"Dopo quello che hai fatto per lui sarebbe il minimo, e poi mi piacerebbe vederlo in compagnia di una donna. Non me lo riesco nemmeno ad immaginare. Sarebbe anche un'occasione di conoscere Artemis Amani! Sono quasi un Auror, non te lo ricordi?"

Che magnifico quadretto: io che mi sposo con uno dei peggiori studenti in Pozioni della sua carriera e lui accanto alla compagna dei sogni, l’Auror più famosa d’America, corteggiata anche dal mio futuro marito, forse già signora Piton, con tanto di figlio perfetto, certamente bellissimo, almeno quanto lei, a giudicare dalle foto. Dopo i racconti di Charlie, avevo deciso di cercare il maggior numero di immagini e di articoli di giornali su di lei. Era una donna di una bellezza poco convenzionale, eppure sconvolgente. Uno sguardo profondo da cui non riesci a staccarti. Occhi bui come quelli di Severus, ma sempre vivaci e ardenti, mai freddi, mai fermi e impenetrabili.

"Credo che tu abbia ragione. Non so se sia completamente in forma, ma ci possiamo provare. Scriverò una lettera di invito e gli manderò un gufo". Non lo feci. Non lo avrei mai potuto e voluto fare. Anche se forse sarebbe stato un buon motivo per rivederlo.

Non avevo mai risposto alla lettera di Severus. Avrei voluto scrivergli proprio a gennaio, per il suo compleanno, ma dopo quella conversazione con Charlie persi la voglia di farlo. Avrei voluto dire a Ginny di lasciar perdere i grandi festeggiamenti, di organizzare per noi una cerimonia intima, discreta, magari alla Tana. Volevo sposarmi in segreto. Il pensiero andò a Harry e mi sentii egoista. Quanto sarebbe stato felice di rivedere Severus! Non smetteva mai di nominarlo e, in tutte le interviste che rilasciava, per la Gazzetta del Profeta, per il Cavillo, non c’era una volta in cui non nominasse Severus. A Il settimanale delle Streghe aveva raccontato una cosa che quando me la riferì non sapevo se crederci. Severus allora non riusciva ancora a parlare, ma si lasciò abbracciare.
Dopo tutto quello che si erano fatti, era commovente pensare al fatto che si fossero riconciliati. Chi ama una volta è in grado di farlo sempre. Ero consapevole che per Severus rivedere Harry, guardarlo negli occhi, era sempre un tuffo al cuore. Avrebbe potuto amare anche centinaia di donne, ma nessuna sarebbe stata Lily. Io non sarei mai stata capace di amare Ron così.
"Aveva conosciuto donne più degne del suo sangue", erano parole di Lord Voldemort. Harry una volta me le riferì, durante il lungo sonno di Severus, pensando che sua madre non era stata l’unica donna di cui Piton fosse stato innamorato. Una donna degna del suo sangue. Una donna arrivata prima di me. La migliore amica di Tonks, l'amore che Charlie non dimentica. Una donna certamente speciale per aver compreso Severus ed essere amata così devotamente da lui.

Scrissi a Minerva e ad Hagrid per invitarli al matrimonio. Decisi che dopo sarei uscita, sarei andata in un caffè a Londra, tra i Babbani, magari a Bloomsbury, in quel caffè letterario di fronte al British Museum, e da lì avrei scritto a Severus, ma non del mio imminente matrimonio.

13. L’uomo delle stelle

New York, Tribeca, febbraio 2002

Sapevo che non avrei rivisto mio figlio fino alla fine del mese di febbraio. Era in Arizona con la nonna, la suocera che non ho mai conosciuto. Il padre di Artemis era morto da un paio d’anni a quasi cent’anni. Artemis sapeva di avere fratelli e sorelle in Medio Oriente, in Inghilterra e in America, avuti da altre mogli del padre nel corso degli anni, ma lei non si era mai preoccupata di conoscerli. Mancavano ventuno giorni al mio primo incontro con Kallistos. La madre e la zia di Artemis, le due pozioniste esperte in filtri d’amore, dicevano che dovevano preparare il bambino all’incontro con me. Nessuno di aspettava che Artemis sarebbe tornata a New York in compagnia.

Camminare per le strade innevate di New York con un bastone non era semplice. Per fortuna l’appartamento di Artemis era a sud dell’isola di Manhattan in un quartiere dal nome curioso, Tribeca. Una vista sull’Hudson, un fiume che non aveva nulla del Tamigi. Era blu, profondo come un mare, un ponte lunghissimo che collegava l’isola al continente, a Jersey City. Io ero solo, quasi senza magia, in una casa che non potevo sentire mia. Non era il tugurio di Spinner’s End. Quel tugurio che era completamente mio, che parlava di me, raccontava la mia storia infelice a chiunque vi ci entrasse. Non mi ero mai allontanato dall’Inghilterra ed era passata solo una settimana, ma non mi ero ancora riuscito ad ambientare ad una vita che non era la mia. Mi resi conto che stavo vivendo la vita di un’altra persona, la vita della sola luce nell’oscurità dei miei oltre quarant’anni. Non era il momento degli egoismi, ma restare giornate intere ad aspettare il suo ritorno all’alba era avvilente. Con la bacchetta riuscivo a malapena ad accendere la luce con Lumos o a prendere oggetti con l’incantesimo di appello, e ogni volta che usavo la bacchetta saltava la corrente elettrica.

Per essere una Purosangue, Artemis aveva studiato minuziosamente le abitudini dei Babbani e pretendeva che la casa fosse perfettamente adatta ad ospitare i vicini Babbani. Che differenza c’era tra me e un Babbano? Io ero quasi un disabile. La gamba destra era quasi del tutto intorpidita ed insensibile.

Leggevo molto, libri di maghi americani, report di Auror. Artemis era impegnata nella caccia ad una orribile banda di maghi oscuri che amavano rubare oggetti di valore nelle case Babbane per stregarli e trasformarli in delle Passaporte, per condurre i malcapitati in una spiaggia deserta in Islanda e torturarli e gettarli in mare, per il solo gusto di fargli del male. Non molto lontano da quello che facevo io una ventina d’anni prima. Ogni Paese ha i suoi Mangiamorte.

La stanza di Kallistos era luminosa, lettino e mobili di legno dipinti di bianco, tende giallo pallido, una serie di morbidi peluche di animali, come orsi, cani, gatti, conigli, civette e un unicorno. Non mancavano bacchette di liquirizia e una minuscola scopa giocattolo.

Una notte mi sedetti sulla sedia dietro la scrivania dello studio di Artemis, lei era tornata a casa più presto del solito ed era andata a letto. Mi piaceva contemplare la sua enorme libreria ricca di testi di magia. Non mancavano libri Babbani. Era una ragazza curiosa, doveva essersi appassionata davvero al mondo Babbano, o forse lo aveva fatto per evitare domande indiscrete dei vicini sul lavoro che facesse. Per tutti gli abitanti del grattacielo in cui si trovava il suo appartamento, Artemis lavorava per i servizi segreti americani. Aveva apparentemente scelto di fare il mestiere che sarebbe potuto essere il mio se fossi stato Babbano. Nessuno si azzardava a farle domande, ed essendo una Legilimens per lei era semplice prepararsi una risposta prima che qualcuno potesse farle una domanda. Anche in aeroporto aveva ingannato il poliziotto della dogana con un falso documento. Aveva semplicemente trasfigurato il tesserino del MACUSA con uno della CIA e si era creata una falsa identità: Melissa Kenney. Io ero John Wilson, il suo anonimo compagno di nazionalità britannica.

Sulla scrivania, sotto una pila di scartoffie, c’era una sua foto, la presi in mano e mi avvicinai per guardarla meglio. Alle sue spalle c’era un unicorno, accanto a lei un uomo. Alto, poco più di lei, una lunga giacca di montone rovesciato, portamento fiero, il mento all’insù incorniciato da una barba color bronzo, i capelli morbidi e un po’ ingrigiti. Doveva avere la mia età. Un tempestoso cipiglio di minaccia, uno sguardo freddo e penetrante di un azzurro scuro, profondo come l’acqua in una insenatura rocciosa, dove talvolta vi è riflesso un raggio luminoso. In quell’aria gelida e severa, percepivo un temperamento orgoglioso, un fuoco che bruciava di passione. Accanto alla foto c’era un biglietto, una grafia lunga e stretta, “Nulla è destinato a durare, tranne noi, Asterion”. Asterion, l’uomo delle stelle. Era datata 1997. Un anno prima dell’anno della mia morte scampata. Da quell’unicorno venivano gli ingredienti del mio risveglio? Quell’unicorno era la prova del perché fossi sopravvissuto. Ma c’era qualcuno che aveva permesso anche ad Artemis di sopravvivere.

Fui costretto a sedermi sulla sedia dietro la sua scrivania. Ero rigido, mi specchiai al vetro della finestra alle mie spalle ed ero bianco come un lenzuolo. Rimasi per ore a fissare il vuoto, non riuscivo a sopportare di guardare quegli occhi di ghiaccio e il sorriso di Artemis rivolto a lui. Dove lo hai conosciuto? Chi è? Che fine ha fatto quest’uomo? Perché non mi hai dimenticato? Dopo alcune ore, Artemis venne a cercarmi e mi trovò nel suo studio, seduto dietro la sua scrivania, e percepì il buio nella mia anima. Ci guardammo negli occhi senza dirci nulla. Non aveva senso chiederle spiegazioni. Poteva mentirmi, io non le leggevo più la mente. Lei poteva leggere la mia, e in questo modo comportarsi di conseguenza e rispondere con le azioni alle domande che non osavo farle. Venne accanto a me e tolse la foto dalla mia mano inerte. Aprì un cassetto, la posò dentro e chiuse a chiave, gettando poi quella chiave nel camino.

“Non la strappo perché sai che sarebbe inutile, non cancellerebbe il suo ricordo. Questo cassetto è la mia memoria, è seppellito qui e non tornerà”. Disse lentamente con un tono pacato e allo stesso tempo fermo. Mi prese per mano, chiedendomi di tornare a letto, ma io non la seguii. Avevo bisogno di tempo e rimasi fino al pomeriggio del giorno dopo immobile sulla sua sedia.

Edited by NickySnape - 15/7/2021, 22:36
 
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