Il Calderone di Severus

Sfida Originali n. 2 - E qualcuno bussò al castello

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view post Posted on 3/9/2019, 16:58
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CITAZIONE (Ida59 @ 29/8/2019, 17:13) 

La scadenza è prorogata al 31 dicembre 2019.


GRAZIE!!!! :D
 
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view post Posted on 13/10/2019, 12:00
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Buca-calderoni

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Complice le mie ernie del disco, che mi hanno tenuto a letto per quasi un mese, ecco il mio contributo alla Sfida del Castello. Spero che vi piaccia. È abbastanza macabra… ;)

Per amore di verità però, devo riconoscere che sono debitrice al mio scrittore preferito, ovvero Dino Buzzati, che mi ha solleticato il cervello grazie ad una sua storia breve contenuta nel libro “Le notti difficili”.

Nel caso voleste dare un’occhiata, la storia originale si chiama “Lettera noiosa”, ed è ovviamente diversa (e sicuramente molto migliore) della mia. Ho preso in prestito la forma dello scambio epistolare, e per ringraziare il Maestro, gli ho dato un titolo molto simile.

Buona lettura!

-----------

Lettera affettuosa


Carissima Matilde,

Quanto tempo che non ci sentiamo! Direi addirittura dal giorno del tuo matrimonio, circa 17 anni fa. È così, non è vero? Per quanto frughi nella mia memoria, l’ultimo ricordo che ho di te è la tua partenza su quella meravigliosa macchina blu – che marca sarà stata? Io non ho mai avuto occhio per queste cose… sarà che il mio babbo andava in bicicletta.

Comunque, è stato un vero colpo di fortuna incrociare il segretario di tuo marito (che persona distinta, eppure così affabile!) quando è passato in paese a controllare la tua vecchia casa. Non arrabbiarti con lui se mi ha passato il tuo indirizzo per mandarti le comunicazioni del comune, non poteva sapere che la portinaia non ero io… E poi puoi star sicura, non lo darò mica a nessun altro! E perché dovrei? Nessuna ti è stata amica come lo ero io. Anche se tu eri la Matilde Ottoboni Lanzi dei conti di Moralta, e io solo la Teresina della bottega del legno.

Mi è spiaciuto averti perso di vista per così tanto tempo. Forse avremmo potuto continuare ad essere amiche. Anche se, in effetti, mi rendo conto che la moglie del conte Ottoboni non avrebbe potuto frequentare la maestra della scuola comunale del paese. Peccato. Ma vedrai che mi rifarò alla grande di tutti questi anni di assenza.

Sai, ho sempre pensato che la vita ti avrebbe riservato un grande avvenire. Ti ricordo quando vivevi nella casetta accanto al castello di famiglia, ormai decadente e disabitato da tempo, ma pur sempre l’unica vera attrazione turistica del nostro paesetto. Tuo padre, perfetto esempio di figlio cadetto di dinastia illustre, così educato, così signorile, con l’unica pecca di non aver mai trovato un lavoro degno di lui. Tuo nonno allora gli aveva dato la casa del custode, con l’incarico di sorvegliare il castello e di accogliere convenientemente i turisti interessati. Una sinecura, senza dubbio, ma ti ricordi quanti visitatori venivano la domenica? Tuo papà ne era così felice! Faceva fare a tutti il tour, descriveva i quadri, mostrava le armature, accendeva le luci in quei saloni immensi. E sempre, sempre, sempre, portava la gente a visitare il pozzo maledetto, quello dove, nel settecento, un gradino pericolante aveva fatto precipitare in un baratro la tua povera prozia proprio prima del suo matrimonio.

“Da allora,” diceva con quel tono che voleva creare trepidazione, “si dice che il suo spettro si aggiri in queste sale, piangendo e lamentando la sua sorte.”

Ah, guarda, potrei ripeterti tutto parola per parola! Quante volte ho sentito questa storia, e sempre con un brivido di deliziato orrore. Quanti sogni su quel povero amore infranto dalla fatalità!

Ma mentre io sognavo, tu tenevi i piedi ben piantati per terra. Avevi già in mente l’uomo della tua vita. Il conte Martino Ottoboni Serafini dei duchi di Morabito, figlio maggiore dei tuoi zii, discendente diretto del ramo principale della tua famiglia e futuro proprietario di quel castello in cui ci aggiravamo noi bambine.

Sapevo che ce l’avresti fatta! Sei sempre stata così determinata. Non una mollacciona sentimentale come me. C’era solo un piccolo ostacolo in tutto questo: la Lietta Tornabuoni, quella bella ragazza di famiglia agiata – non nobile come voi, ma certamente ricca – che aveva messo gli occhi addosso a tuo cugino. E che occhi! Azzurri, grandi, con quell’aria di innocenza meravigliata, sembravano aver fatto un grande effetto a tutti i maschi del circondario, ma a lui in particolare.

Ebbene, sapevamo tutti che la Lia non avrebbe mai avuto una chance. Non con te. Certo che il fatto che sia scomparsa così improvvisamente dal paese è arrivato proprio a proposito, non trovi? Di ipotesi ne sono nate tante. Alla fine si era detto che aveva sempre avuto un amore segreto, e che aveva voluto scappare con lui. Di sicuro non l’hanno mai più trovata. Era tanto riservata, quella ragazza. Eh, diceva mia mamma pensierosa, ma sono proprio le acque chete quelle che rovinano i ponti…

Ti dirò: l’altro giorno in soffitta ho ritrovato delle foto del compleanno del mio babbo. Neanche a farlo apposta, cadeva proprio il giorno in cui la Lia aveva escogitato la sua fuga d’amore. Me ne sono accorta per caso. Sai com’erano le foto di una volta, quelle su cui il fotografo stampava la data. Non ti puoi sbagliare, il giorno era proprio quello. Sono vecchie, ma ben conservate. E oltre a quella, ne ho trovate parecchie con parenti e amici che erano venuti in visita. In una di quelle ci sei anche tu. Stranamente, sei in compagnia proprio della Lia e vi state incamminando verso il castello. Penso che nessuno se ne sia ricordato dopo… Che cosa particolare, non trovi? La Lia aveva sempre voluto vedere il castello e sentire la storia del fantasma. Hai sicuramente scelto il momento giusto per raccontargliela. Quel pozzo faceva davvero paura. E quel gradino, mi sembra, non era mai stato riparato…

Ma adesso basta parlare dei vecchi tempi. Forse vorrai sapere qualcosa di me, dopo tutti questi anni. Ecco, diciamo che me la cavo dignitosamente. Ho preso il diploma, ho vinto il mio concorsino e mi sono sposata con Vittorio Gelsi, sai, il figlio del casellante. Un ragazzo buono e onesto, anche se certo, non così bello come tuo marito. Ma che vuoi, ci si accontenta. In fondo, mio papà faceva il falegname. È stato fin troppo felice di avere una figlia diplomata.

Ho visto i tuoi tre figlioli nelle foto di una rivista dal parrucchiere. Gran bei ragazzi anche loro, e quanto distinti! Chissà che meravigliosa educazione hai potuto dargli! Quante lingue straniere parlano adesso? Se li hai davvero mandati in quel collegio in Svizzera di cui ho letto su quella rivista, saranno diventati dei veri poliglotti.

Io purtroppo non sono stata così fortunata. Mio figlio Giacomo è nato con una malattia del sangue. Suo padre non sapeva di essere portatore. Che vuoi, in paese non si fanno le analisi così come in città. Diciamo che la vita si è fatta molto difficile dopo questa scoperta. Le cure costano davvero tanto, ma come potrei negare qualcosa a questo figlio così adorato e così sventurato? Ormai la mia vita è tutta per lui, e il mio sogno segreto è riuscire a lasciargli qualcosa che gli permetta di vivere tranquillo e senza problemi anche quando non ci sarò più.

Penso che, come madre, tu mi capisca e mi approvi. Anzi, ne sono sicura, e sono sicura che, col grande cuore che sempre ti ha contraddistinto, troverai un modo per farmelo sapere.

Bene, mi fermo qui ed attendo tue notizie appena potrai. Non farmi aspettare tanto.
Con grande affetto,
la tua cara amica Teresina Bormion

PS: le foto non le ho io. Sono in custodia da un notaio in un’altra città, che sa che uso farne qualora io dovessi avere, che so, un incidente. Te lo dico nel caso ti venisse voglia di venire a trovarmi di sorpresa. Tu avvisami sempre prima, cara. Un bacio.
 
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view post Posted on 13/10/2019, 16:15
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I ♥ Severus


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:lol: :lol: :lol:
Una splendida lettera, ben dosata tra minacce e ricatto. Bravissima!
 
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view post Posted on 13/10/2019, 21:29
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Bravissima Mep! Racconto originale, ben scritto e con sorpresa finale! ;)
 
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view post Posted on 13/10/2019, 22:57
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GabrixSnape

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Che dire Mep, se non complimentarmi per questo racconto scoppiettante? Dei veri fuochi pirotecnici che tratteggiano le immagini di personaggi, luoghi ed episodi che riesci a rendere nitide con poche parole.
 
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view post Posted on 14/10/2019, 06:54
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Buca-calderoni

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Grazie ragazze! Sono contenta che la storia vi sia piaciuta. Adesso aspettiamo le new entry :)
 
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view post Posted on 16/10/2019, 17:56
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Un'idea stupenda. L'ho letta di corsa al telefonino, ma come sempre i tuoi scritti Mariaemilia meritano maggiore attenzione e una seconda lettura.

Comunque mi è parsa davvero ben costruita e tremendamente comica.
Bravissima!
 
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view post Posted on 17/10/2019, 15:24
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Buca-calderoni

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Grazie, Chiara!
Sono contenta di vedere che l'idea della storia ha funzionato anche per te.
Un solo dubbio: davvero la trovi "tremendamente comica"?
Allora forse ho sbagliato qualcosa...
 
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view post Posted on 29/10/2019, 10:11
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Ma è meravigliosa!!! Non riesco a commentare bene ora, devo scappare di nuovo al lavoro... Però mi ha fatto sorridere! Grande 💖
 
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view post Posted on 29/10/2019, 10:44
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Buca-calderoni

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Grazie Sara! :wub: :wub: :wub:
Anche io sto lavorando, buona giornata :)
 
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view post Posted on 29/10/2019, 10:44
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Ho quasi finito la bozza.
 
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view post Posted on 31/10/2019, 12:51
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Complice il viaggio in treno sono riuscita a scrivere la storia! Colta da ispirazione improvvisa (avevo un'idea ma che si adattava "male", uno dei motivi per i quali non avevo ancora scritto) ho "buttato giù" di getto questa storia. Ho riletto e formattato; spero non siano rimasti errori e strafalcioni ^^"

Buona lettura! :D

 

 

 

Data: 31/10/2019
Beta-reader: /
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: misterioso, leggermente dark
Avvertimenti: / 
Riassunto: dal testo: "C'è un dipinto sopra il camino spento, scheggiato: ritrae un paesaggio invece del padrone di casa, piuttosto insolito, così come insolito è il luogo dipinto; le rovine di un castello immerso in un bosco, la vegetazione che avanza e prende possesso delle pietre, qualche lucertola solitaria sulle briciole di un monumento."

 

 

 

 

Il castello nel bosco

 

 

Fammi compagnia.


Lungo i muri scende una goccia di condensa, scava la pietra come una lacrima.

Resta con me.

C'è un dipinto sopra il camino spento, scheggiato: ritrae un paesaggio invece del padrone di casa, piuttosto insolito, così come insolito è il luogo dipinto; le rovine di un castello immerso in un bosco, la vegetazione che avanza e prende possesso delle pietre, qualche lucertola solitaria sulle briciole di un monumento.

 

***

 

Si muove veloce nella sera, gli scoppi dei rami spezzati sotto le scarpe come tuoni nella penombra. Si guarda intorno furtivamente, come se stesse commettendo un delitto: nervosa, il richiamo di quel posto si fa pressante, la attira con una voce nel retro della sua coscienza.

Vieni, vieni da me.

È sempre stata affascinata dalla natura, dalle streghe e dai misteri e, in quella notte vicina a Samhain, sta cercando un posto per celebrare la morte.

I suoi occhi si spalancano appena quando inciampa su una pietra; si guarda intorno, è in un luogo magico, lo sente nelle ossa. Si accovaccia e allunga una mano verso uno dei muri crollati di quello che sembra un castello, e la pace finalmente l'assale: ha trovato il suo posto nel mondo. Chiude gli occhi.

Resta con me, ti farò dono dell'eternità.

 

***

 

È un ragazzo che apre il portone di legno, scheggiato e pesante, come se fosse impregnato d'acqua. Nell'enorme salone che gli si spalanca davanti scorge subito l'imponente camino, pieno di legna ma spento, e due poltrone consunte di fronte al dipinto di un castello appena abbattuto. Sembra bombardato, il muro parzialmente crollato sulla sinistra, buchi ovunque. Solo una parete sembra restare integra, e la vegetazione ha preso vita laddove tutto è distrutto - ma chi, diamine, ha avuto l'idea di costruire un castello in un bosco?

"Cavoli, muoio di fame, speravo fosse la porta giusta..." sussurra fra se e se.

Non morirai. Non se resti con me.

 

***

 

È un bambino che gioca, insegue una lucertola, e si allontana dai suoi amichetti quasi senza rendersene conto.

La mamma gli ha detto che è pericoloso giocare nel bosco ma loro si trovano sempre lì, ai margini degli alberi - non può essere più pericoloso di trovarsi sul ciglio di una strada, dopotutto.

E così lui corre; corre anche quando la lucertola sparisce ai suoi occhi, nascondendosi in un anfratto scuro fra le radici di un albero; corre come seguendo un profumo, dimentico del mondo.

E quando arriva alle rovine di un castello trattiene il fiato, e si domanda: "Cosa stavo facendo? Cosa ci faccio qui?"

Gioca. Gioca con me.

Il bambino si avvicina, affascinato, e passa una mano sulle pietre sgranate e irregolari di un muro.

 

***

 

È così che tutto per voi è perduto.

È così che io rinasco.

Miei ospiti, voi mi nutrite, voi mi create, e io vivo in voi.

Io vivo in voi.

 

***

 

S'incontrano per le sale; stavolta è una mamma con in braccio un infante, e quasi inciampa in una bambina che corre.

"Stai attenta a dove metti i piedi!" esclama, stringendo più forte il neonato contro al petto.

"Buongiorno signora," mormora la bambina, educata "lei per caso sa dove siamo?"

"Forse lo scopriremo dietro quella porta: aprila, per piacere." risponde la donna, improvvisamente insicura.

Il portone di legno è molto imponente, scuro e intarsiato con cura; solo la maniglia mostra segni di ruggine. Nonostante le dimensioni, scivola piacevolmente sul pavimento di pietra quando la bimba ci si appoggia.

Nella nuova sala c'è un imponente camino, dove un fuoco scoppietta allegro, e un enorme dipinto di un castello: è crollata una torre dove un arbusto rampicante cerca di farsi strada, ma per il resto è piacevole da guardare. Sembra molto accogliente, progettato più per l'estetica che per la difesa - dopotutto, chi costruirebbe un castello in un bosco?

Un ragazzo si alza da una delle poltrone davanti al camino; uno sconosciuto spaesato come loro.

"Meno male, c'è qualcun altro qui! Cominciavo a sentirmi solo. Vi prego, restate."

Non abbandonatemi. Non lasciatemi a morire ancora.

 

***

 

C'è una leggenda, in un paese sperduto in mezzo al nulla. C'è un castello nel bosco, che non sempre compare. C'è chi dice sia legato alle notti di luna piena, e chi sussurra e borbotta di riti satanici.

E il castello - bellissimo, dicono, anche se nessuno l'ha visto; di pietra scura e portoni d'ebano - appare ai prescelti, per offrire loro una vita da sogno, fuori dal mondo, dove non esiste più alcun problema.

La gente si stringe nelle spalle, e vale solo una regola: non ci si avventura nel bosco da soli. Tutti lo dicono.

Qualcuno, però, a volte lo fa.

Nessuno, ancora, è mai tornato.

 

***

 

È una leggenda che si perde nel tempo, che si autoalimenta. Talvolta viene dimenticata per generazioni, e risupunta in uno di quei giorni di festa, dove i bambini sono alla stessa tavola dei nonni, e uno dei vecchi inizia a parlare: "Sai, mia nonna diceva che esiste un castello incantato..."

Qualcuno giura di aver sentito un sussurro nella mente, e di aver provato un brivido di paura.

Vieni, vieni da me...

Il racconto esplode, bocca dopo bocca, e torna a galla una sola verità: non ci si avventura da soli nel bosco.

Qualcuno scompare.

Le voci tornano a morire.

Fino alla prossima volta.

 

***

 

Che colpa ho se non voglio sparire?

Sono così solo, sento così freddo. La pioggia è un pianto che mi corrode dall'interno, dritta sulle mie fondamenta. L'oblio è il luogo dove scivolo di anno in anno, e un istinto prende il sopravvento: non voglio stare solo. Non voglio smettere di esistere.

Quindi chiamo, disperato. Chiamo a me qualcuno.

Rifiorisco, e mi godo la compagnia di una vita perduta, che con me diventa eterna.

Finché anch'essa non è dimenticata. Finché non torno a scivolare, i miei muri si crepano, e poi crollano. Perdo le mie torri e la pioggia invade tutto; gonfia il legno dei miei arredi, e i roditori rosicchiano le mie stoffe e i miei arazzi; gli insetti e la vegetazione mi colonizzano.

Perdo, me stesso e tutti gli altri.

 

***

 

"C'è qualcuno?"

La voce sorpresa di una ragazza interrompe le loro chiacchiere. Voltandosi scoprono che due poltrone nuove, di ottima fattura, sono apparse accanto a loro. Il camino scoppietta come non mai e il calore si diffonde nella stanza, facendo sentire gli ospiti a loro agio.

"Guarda, il quadro di un castello!" Esclama il bambino, tirando per mano la ragazza che ha incontrato poco prima. Lei è sollevata di aver trovato qualcun'altro - ci sono un ragazzo, una madre con un infante e una bambina - e alza lo sguardo solo per un attimo, giusto per rendersi conto dell'imponenza del dipinto, dove un castello si erige fiero in mezzo al bosco, immacolato come se fosse stato appena eretto.

Meraviglioso... Magico.

"È un piacere," dice il ragazzo, allungando la mano "Prego, accomodati."

La ragazza sorride, sfiora le sue dita e si lascia sprofondare in una poltrona.

Grazie di essere venuti. Spero che la vostra permanenza sia piacevole.

Grazie per non avermi lasciato solo.

 

***

 

Chi sono, chiedi? La verità è che non lo so neanch'io.

Sono il costruttore del castello? Uno stregone imprigionato da un'antica magia? O forse il residuo di tutti gli spiriti erranti che si sono trovati sul mio cammino, una volta che son stati dimenticati dal mondo esterno?

A me piace pensarmi come lo spirito del castello. La sua anima, la sua essenza più profonda.

È forse un crimine non voler più essere solo? Se sì, sono colpevole, e non me ne scuso! Tutti i miei ospiti sono sempre stati trattati più che bene. Mi tengono compagnia e io mi abbevero del loro calore, delle loro risate, della loro serenità. Concludono pacificamente le loro vite in un luogo che li ama, e che amano.

Voglio solo essere vivo, dopotutto.

E lo sono. Lo sarò ancora. Ogni volta che scivolerò via sarò in grado di rialzarmi. Finché qualcuno crede in me, io esisto.

Sono lo spirito del castello.

Sono qui per darti il benvenuto.

Ti prego, resta a farmi compagnia.
 
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view post Posted on 1/11/2019, 10:57
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Complimenti Sara, una storia molto intrigante, perfetta anche per Halloween!
 
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view post Posted on 2/11/2019, 08:45
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Grazie mille! 💖
In effetti mi sarò fatta ispirare dal giorno 😂
 
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view post Posted on 3/11/2019, 18:27
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I ♥ Severus


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Bella storia, magica e intrigante, perfetta per Halloween, in effetti.
Ma, soprattutto, complimenti per l'incredibile velocità con cui l'hai scritta: un viaggio Milano-Roma e prima di arrivare la storia era già sul forum! Da non credere!
 
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