Sfumature di sorriso
Mi scuserà Ida se ho scelto una storia “vecchia”, ma è quella che ho letto a suo tempo tra le prime e che ricordavo bene.
E’ l’ultima parte di una trilogia di cui i primi capitoli sono “L’ultima lacrima” e “Condannato a vivere”.
Volevo rileggerla e cercherò di comportarmi come se fosse una storia nuova, commentando capitolo per capitolo.
L’incipit sembra quasi di sapore umoristico. Tutto farebbe pensare ad un errore, ad un abbaglio di una ragazzina Babbana che si ritrova per caso coinvolta in qualcosa di impossibile.
Gazza, la vede arrivare ad Hogwarts su un tappeto volante e subito mi ha colpito la gentilezza e il rispetto con cui il vecchio custode parla di Severus, unico tra tanti, sembra addolorato per il suo destino e per una condanna già scritta.
Della ragazzina, Ida, ci mostra poco: solo lunghi capelli neri e una buona dose di coraggio e generosità.
In fondo per lei chi è quell’uomo che sta per essere condannato ingiustamente? Potrebbe sottrarsi, ma non lo fa e questo a me già la dice lunga.
Tuttavia il personaggio principale di questo capitolo è Zerbino, immaginifico oggetto, simpatico, accattivante e lunatico. Irresistibile il suo modo di attirare l’attenzione del lettore e della incolpevole proprietaria/vittima, fino ad arrivare alle parole che descrivono la sua provenienza: io ho immaginato una specie di e-bay dei maghi e che il nostro Zerbino non sia del tutto a posto, sia un po’ fallato. Insomma per posta tocca accontentarsi di quel che arriva. Un inizio brillante, rocambolesco in cui fa la sua comparsa anche la borsettina di perline in stile Hermione, un inizio che incuriosisce il lettore con indizi da svelare.
Mi è risultata subito ed istintivamente simpatica questa piccola Babbana che curiosa e generosa si lascia trasportare verso un luogo sconosciuto, ma dove qualcuno potrebbe soffrire o morire se lei non andasse. E allora con attenzione cerca di seguire le istruzioni e parte verso nuove avventure.
Ida sceglie la fantasia più realistica che esista per metterci al corrente degli avvenimenti e, nel capitolo successivo, con un breve quanto emozionante prequel, ci svela l’arcano.
E’ bello che i sogni si avverino, quasi mai accade, quasi…
Infatti, in questo caso, l’amico immaginario dell'infanzia si trasforma in una persona vera e reale che la mette al corrente di quasi tutto il passato e della sua vera natura: lei è una strana e impossibile strega. La realtà si svela pian piano e la bravura di chi scrive sta tutta nel farmi immedesimare in Lys, nella ragazzina che ha desiderato e immaginato qualcosa che scopre essere stupendamente vero. Ride Lys incredula, e noi che cosa faremmo al suo posto? Esattamente le medesime cose, guardando con una punta di incredulità oggetti strani e frutto solo di uno scherzo, forse… O forse no.
Non ci si può sottrarre dall’immaginare lo stupore e la gioia che prenderebbe noi nello scoprire che un mondo fatato esiste davvero, che ne facciamo parte, che i nostri sogni di bambini non erano solo un lontano ricordo e che la vita che desideriamo, lontana dal grigiore della realtà, è tangibile e reale.
E allora se è così chi potrebbe trattenerci dal seguire le istruzioni e volare via alla ricerca di qualcuno da salvare?
E Lys, come noi faremmo, sale sul tappeto e va verso il suo sogno, va verso l’ignoto che incarna i suoi desideri.
Questo capitolo è davvero stupendo perché permette al lettore di immedesimarsi e perdersi nelle proprie fantasiose aspirazioni e speranze, gli permette di riscoprire il bambino che in tutti noi desidera ancora e sempre scoprire che la magia esiste davvero.
Poi, Ida dal sogno ci trasporta nell’incubo più pauroso e detestabile.
Un capitolo superbo, asciutto, scritto con maestria e perfetta scelta d’immagini e aggettivi.
E tu sei lì nell'aula del tribunale, mentre vedi comparire Severus, lo guardi con il cuore e con gli occhi, segui i suoi gesti, la sua fierezza, il suo strazio che non traspare se non dallo sguardo o da un impercettibile contrazione del volto e delle mani e cogli la grandezza di quest’uomo, la potenza della sua figura che non è minimamente intaccata dal disagio della posizione che occupa o degli abiti che riveste: lui è consapevole e fiero.
Implacabili le parole che pronuncia, implacabili verso se stesso e verso la sua anima e tu lettore ascolti il silenzio e l’ingrata paura che percorre la folla. Entità senza nome e senza volto, ma pronta a farsi violenta e barbara in nome della vendetta cieca.
Immagini stupende che vanno lette e gustate per apprezzarne i contenuti e la prosa con cui vengono raccontati, volti, rumori, grida e un solo, tragico sorriso.
Ma la luce sconfigge l’ombra e tutto sembra risolversi, la speranza rinasce e la condanna diventerebbe gioia immensa se… c’è sempre un tragico, drammatico se.
La ragazzina, che ha appena scoperto che la magia esiste, piomba nell’aula e la trasformazione di Severus è tangibile, commovente, emozionante e feroce. Perché questo povero Severus deve soffrire tanto se ha generosamente donato tanto amore e salvato tante anime e vite?
Questo mi sono domandata leggendo le righe che descrivono la sua presa di coscienza.Tutto il suo strazio si concentra nelle mani che stringono spasmodicamente le sbarre e negli occhi vivi e lucenti come non lo erano più da diciassette anni.
Solo un nome gli sfugge dalle labbra, solo un rimpianto lo ferisce e lo fa sanguinare, adesso che tutto è finito, tutto potrebbe rinascere, ma non per lui, ancora una volta Severus sente di aver gettato via l’unica e sola occasione per potersi
condannare a vivere felice.
La testardaggine di Lys ci permette di vedere la verità, ci permette, attraverso il racconto puntuale e preciso di Ida, d’immergerci nel pensatoio e vedere come sono andate le cose, o meglio, come sarebbe stato logico e ragionevolmente possibile che siano andate.
Non voglio svelare le variazioni che ho trovato stupendamente perfette nei ricordi di Silente.
E’ così che avrei voluto che si fossero svolti e fatti e, per me, dopo la lettura di questo racconto, sono convinta che è così che è andata e al diavolo JKR! Viva Ida.
Il secondo ricordo consegnato da Lys mi ha coinvolto molto più del primo, perché svela l’umanità e il grande cuore di Severus che non vuole smascherarsi, che rifiuta di mostrare la sua stupenda anima denudata degli atteggiamento odiosi, nuda davanti a tutti a chi lo odia a chi lo disprezza; Severus sa amare, ma nessuno lo sa, nessuno dovrà mai saperlo. Ha imparato a difendersi ed a difendere la sua natura di uomo coraggioso e altruista. Lo dice Ida in maniera difficile da commentare o parafrasare, ma cito questa frase stupenda:
CITAZIONE
A nessuno importa se, per riuscirci, ha dovuto implacabilmente soffocare il fuoco ardente della
passione negli occhi e nel cuore, negando la sua stessa umanità
………………….
E’ un uomo, debole e fragile, proprio come ogni altro essere, distrutto da troppo possenti emozioni,
ma non intende rassegnarsi né piegarsi, né, soprattutto, accettare l’altrui pietà.
Molto meglio l’incomprensione ed il disprezzo che, negli anni, ha imparato ad affrontare
magistralmente con il suo tagliente sarcasmo.
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Ecco questo è il personaggio che amo, questa è la vera, intima essenza di Severus e Ida trasfonde in ogni parola il suo amore e il suo rispetto per un Severus vero e unico, trasmettendo al lettore sentimenti e immagini di incomparabile perfezione.
Ebbene se queste considerazioni raccontano la storia di un’anima nel modo più approfondito ed introspettivo possibile, occorre leggere il capitolo
sette per accorgersi che la parte più emozionante ed emotivamente coinvolgente è scritta nelle domande che Severus pone a se stesso e a chi ascolta i suoi pensieri, mentre gli occhi neri ritrovano alternativamente, vita e disperazione insieme.
Stupendo, non riesco che a suggerirne la lettura per capire e conoscere l’anima di Severus Piton, le sue molteplici sfaccettature e la capacità di Ida di trovare il modo più diretto per farle comprendere e per farcelo amare.
La presenza di Fanny è l’ultimo tassello che stupisce il lettore.
Inatteso (o forse atteso!) miracolo d’amore che Silente, attraverso tempo e spazio, invia a Severus per ricordargli e ricordare chi è e che cosa ha saputo fare per il vecchio mago e per il mondo magico.
Non importano i volti, le incertezze mascherate, conta il canto della Fenice che scioglie anche e finalmente l’angoscia di Severus. Quel chiudere gli occhi e sospirare valgono più di mille parole.
Ma Severus ne ha una sola nel cuore purtroppo:
rinuncia, come se ancora non avesse scontato le pene dell’inferno, come se non meritasse l’assoluzione e il ricongiungimento a quella che tutti i lettori sanno essere sua figlia. E lei, e Lys?
Lo sguardo che si scambiano promette tutto e niente, uno sguardo che è l’unico ed ultimo abbraccio per il bene più prezioso, per la sua bambina.
Lei non si dà per vinta, e come potrebbe? Ha in mano solo domande senza risposte e nemmeno Minerva può sciogliere i dubbi che si alimentano di trasporto affettivo e orgoglio per colui che solo può essere suo padre.
Ecco, qui Ida sceglie la prima persona per farci partecipi dei pensieri profondi e dell’anima nascosta di Piton: una scelta perfetta al momento giusto per farci scorgere, leggere le intenzioni e il travaglio dell’anima di Severus.
Ma come è possibile pensare che Lys non lo accetterebbe? Quanto male si fa quest’uomo che merita solo il bene.
Represse di nuovo le sue emozioni, di nuovo Severus è ancora capace di mentire, di mescolare vero e falso per timore di non essere accettato, ancora una volta, come sempre è stato nella sua vita, per non rovinare l’illusione della sua bambina, ma sorpreso dalla reazione di affetto suscitato in lei.
Oh povero Severus che si lascia sfuggire una lacrima involontaria, e grande Ida per aver descritto dal punto di vista del protagonista una delle più belle scene di sempre. Ed io appesa alla penna dell’autrice scorro veloce le parole che mi portano alla conclusione, mentre provo una fitta di dolore per non aver potuto gustare appieno la felicità che Severus avrebbe avuto tutto il diritto di provare… Provo una strana amarezza, come se qualcosa mi fosse sfuggito, fosse sfuggito a Lys e Severus.
Ma dopo poche righe si squarciano le nuvole e il sole risplende fulgido.
CITAZIONE
Le lacrime scorrono sul suo volto, a ridare vita ad un sogno, a lavare via il dolore e ad aprire la
strada al sorriso.
Solo un sorriso.
Muto e felice
Raccontare gli ultimi due capitoli è impossibile e ingiusto. Troppo belli e da godersi parola per parola, sperando che non finiscano mai.
Posso però esprimere la commozione che mi prende alla gola ogni volta che leggo questo racconto, scritto in una prosa scorrevole e raffinata, con battute di dialogo tenere e terribili. Una narrazione introspettiva e stupenda come solo Ida è capace di fare.
Una di quelle storie che leggi e rileggi e di cui non ti stanchi mai, indimenticabile.
Edited by chiara53 - 27/5/2015, 18:40