Il Calderone di Severus

Latino e greco, lingue morte: siamo proprio sicuri?, Etimologia - Lezione 4

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view post Posted on 16/12/2012, 12:34

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Latino e greco, lingue morte: siamo proprio sicuri?




C’è chi dice che il latino ed il greco siano lingue morte e sepolte e che sia pressoché inutile studiarle nelle scuole.
Tralasciando la questione dello studio, che non è di nostra competenza, accostiamoci al significato di “lingua morta” e cioè “inutilizzata”, “non più parlata”, praticamente “caduta in disuso”.
Ma ne siamo così sicuri?


Leggiamo questo breve esempio:
“Che nottataccia! Dopo un infinito girarmi e rigirarmi nel letto, finalmente arriva l’ora di alzarsi. L’energia è quella di un ghiro in pieno letargo, ma non c’è alternativa. Ancora insonnolita mi dirigo verso il frigorifero, sperando di rimettermi in sesto con una buona colazione. Prima di uscire do un’occhiata all’agenda e poi via, al lavoro. Questa mattina però i mezzi pubblici sono tutti costretti a cambiare itinerario a causa della neve, che tortura! Fuori si gela ed al lavoro è anche peggio: trascorro tutta la mattinata attaccata al calorifero, fino al momento della merenda.”
(Tratto da: Memorie di una Babbana, creato ad hoc dalla sottoscritta)


Come possiamo notare, il nostro linguaggio quotidiano è disseminato di vocaboli latini e greci: qualcuno di essi è rimasto immutato per secoli, qualcun altro invece si è adattato alle pronunce di una lingua in continua evoluzione.
In questa lezione scopriremo il loro percorso. Alcuni di questi vocaboli sono nati millenni fa, altri invece sono stati coniati solo recentemente: è il caso, quest’ultimo, degli oggetti di invenzione moderna, ma denominati tramite due lingue antiche.
E, a quanto pare, per nulla morte.


Molte parole o espressioni latine sono diventate di uso comune, modi di dire per indicare oggetti o situazioni, eventi o occasioni.
Anche di queste tratteremo



I vocaboli via via trattati nella lezione saranno indicati in un indice in questo stesso post.


Indice degli argomenti (in fase di definizione):

Calorifero, Frigorifero ed Energia
Esagerato!


Vademecum
Agenda
Ubi maior, minor cessat.
Talis pater, talis filius.
Ad maiora!
Damnatio memoriae.



Edited by chiara53 - 13/5/2015, 16:34
 
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view post Posted on 16/12/2012, 13:47
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Io punto su frigorifero, che è una cosa che i greci/romani non avevano, almeno nella sua attuale forma di elettrodomestico.

Edited by chiara53 - 22/6/2015, 17:06
 
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view post Posted on 16/12/2012, 14:57
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Energia, mi piace energia! ^_^
 
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view post Posted on 21/12/2012, 21:59

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Beh, solo due risposte?
O siete tutti latinisti e grecisti, oppure non siete molto curiosi. :D
 
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view post Posted on 30/3/2013, 18:02

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Toc toc!
Nessun altro ha altre curiosità?
Ok, allora chi tace acconsente, decido io, apprestandomi a soddisfare le uniche due richieste che mi sono pervenute.
Tra qualche giorno su questi schermi. ;)
 
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view post Posted on 3/4/2013, 17:57

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Sono due.
Tra i migliori amici dell’uomo.
Fedeli, sempre presenti, affidabili.
Basta che ci si prenda cura di loro, ovviamente.

È inverno. Fuori il gelo stringe ogni cosa nella sua morsa di ghiaccio. È bello allora rintanarsi in casa, magari con una buona bevanda fumante tra le mani.
E poi c’è lui, relegato spesso in un angolo, presenza silenziosa. Pronto a regalarci sempre un caldo abbraccio quando i brividi ci assalgono senza pietà.

L’altro invece non conosce stagioni, anche se l’estate è il momento in cui facciamo più affidamento su di lui. Ma in compenso non conosce orari.
Amico delle nostre giornate, ma talvolta anche delle nostre insonnie notturne.
Qualche volta – e sono sicura sia capitato a tutti – lo abbiamo occhieggiato malamente, guardandolo come un micidiale nemico della nostra linea. Ma la colpa non è sua, lui risponde solo ai nostri desideri. E ogni tanto ci appare sconsolato, quando è desolatamente vuoto.

Ebbene sì, credo abbiate capito tutti di chi sto parlando.
Avanti allora con le presentazioni ufficiali, suvvia, bando alle ciance.

Sono lieta di presentarvi

gatto_764054 e frigorifero



Ovvero calorifero e frigorifero.



Usiamo i loro nomi praticamente tutti i giorni. Forse del primo parliamo più durante la stagione fredda, ma non è certo una classifica di importanza quella che desideriamo fare in questa lezione. Il fatto è che, pur essendo oggetti di invenzione spiccatamente contemporanea, sono stati chiamati con termini di chiara derivazione greca e latina. L’inventiva dell’uomo, che ha prodotto cose mirabili ed innovative, al momento di denominare si è affidata alle solide radici di due lingue altamente evocative.

Calorifero, termine nato in Francia, letteralmente significa “porto caldo” e direi che non c’è termine più azzeccato di questo, vero?

Idem per il beniamino di tutte le diete, il frigorifero, il cui nome – quasi per contrasto con l’amico dei nostri inverni – significa “porto freddo”.
Essi hanno in comune il medesimo verbo “portare”. E sapete qual è la cosa curiosa? Che questo verbo è identico in entrambe le lingue antiche, sia per significato, che per pronuncia che per incredibili sfumature di significato possedute. Il passaggio da una lingua all’altra per tale verbo sembra essere stato praticamente indolore e senza cambiamenti.

Phèro (gr.) = fero (lat.) = porto.
Calor = calore, estate, febbre.
Rìgos/Rigeo (gr.) = Frigor/frigus (lat.) = freddo, gelo, tremare per il freddo (gr.)

Gli ultimi due sono facilmente comprensibili da chiunque e non credo sarà difficile per alcuno trovare sul dizionario (ma anche a mente) i derivati di cui la lingua italiana è ricca. Ve ne propongo alcuni, se voi ne trovate altri, vi invito ad aggiungerli volentieri: caloria, calorimetro, calura… e poi rigore, ma non quello calcistico, bensì il sostantivo che indica temperature di difficile sopportazione – guarda caso – rigide ed infine refrigerio.

Come potete notare c’è una lieve differenza tra il “rigos” greco ed il “frigus” latino: è tutta colpa di una strana lettera greca, chiamata “digamma” e che aveva originariamente una pronuncia simile alla “f”, che con il tempo scomparve dalle pronunce dell’Ellade ma fece nuovamente capolino nell’alfabeto latino proprio sotto forma di “f”.
Quando anche le lettere dell’alfabeto giocano a nascondino sotto il Mantello dell’Invisibilità e fanno comunque percepire la loro presenza. :D


E sapete un po’ come funzionano calorifero e frigorifero?
Ad energia, ovvio!
Forza, facciamo un bel salto temporale e linguistico anche qui.

Energia è un termine strettamente greco. È divisibile in due parti e precisamente:
en” (significato intensivo) + “èrgon”/“èrgeia”: attività, efficacia, forza… energia.

Ovviamente l’ambito d’uso nel tempo passato era riferito alla sola sfera umana, ma con il tempo e con l’incontro con la filosofia, prima occidentale e poi con quella orientale si passò ad allargare il tutto ad ogni ambito del mondo e del cosmo intero. Energia allora non è più l’opera umana svolta con efficacia e pertinenza, bensì diventa anche una forza invisibile in grado di tenere unite mente e corpo.

E, con l’avvento della modernità, diventa quella forza invisibile che permette ai nostri oggetti tecnologici di funzionare per il nostro benessere.

(Continua...)




***
Bibliografia:
Rocci, Dizionario Greco-Italiano.
Castiglioni-Mariotti, Dizionario Latino-Italiano.

Come potete notare questa lezione è più che aperta alle domande: chiedete e vi sarà spiegato. Qualora i termini chiesti fossero più pertinenti alle altre lezioni di questa sezione, avrò cura di indirizzarvi là e di prendere nota della vostra richiesta, ovviamente. :D
 
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view post Posted on 3/4/2013, 21:28
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Bello, bello, bello!
Sei davvero bravissima!
:applauso:
Per me (lo so, sono noiosa a ripeterlo) tu lo dovresti fare per lavoro una cosa simile...


Edited by chiara53 - 22/6/2015, 17:12
 
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view post Posted on 3/4/2013, 21:34

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CITAZIONE (Ida59 @ 3/4/2013, 22:28) 
Bello, bello, bello!
Sei davvero bravissima!
:applauso:
Per me (lo so, sono noiosa a ripeterlo) tu lo dovresti fare per lavoro una cosa simile...

Perchè, esiste un lavoro del genere e possibilmente remunerato senza dover fare la fame?
Attualmente brancolo nel buio più totale, se solo sapessi da che parte cominciare.

Comunque contenta che ti sia piaciuto. :)

Edited by chiara53 - 22/6/2015, 17:12
 
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view post Posted on 5/4/2013, 07:29
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Energia!
CITAZIONE
Ovviamente l’ambito d’uso nel tempo passato era riferito alla sola sfera umana, ma con il tempo e con l’incontro con la filosofia, prima occidentale e poi con quella orientale si passò ad allargare il tutto ad ogni ambito del mondo e del cosmo intero. Energia allora non è più l’opera umana svolta con efficacia e pertinenza, bensì diventa anche una forza invisibile in grado di tenere unite mente e corpo.

Quando c'entra la filosofia riesci ad essere ancora più interessante e avvincente.
In altra sede mi piacerebbe che ampliassi il discorso sull'energia in ambito filosofico come forza in grado di tenere unite mente e corpo: affascinante argomento!
Che ne dici?
 
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view post Posted on 5/4/2013, 09:12

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CITAZIONE (chiara53 @ 5/4/2013, 08:29) 
Energia!
CITAZIONE
Ovviamente l’ambito d’uso nel tempo passato era riferito alla sola sfera umana, ma con il tempo e con l’incontro con la filosofia, prima occidentale e poi con quella orientale si passò ad allargare il tutto ad ogni ambito del mondo e del cosmo intero. Energia allora non è più l’opera umana svolta con efficacia e pertinenza, bensì diventa anche una forza invisibile in grado di tenere unite mente e corpo.

Quando c'entra la filosofia riesci ad essere ancora più interessante e avvincente.
In altra sede mi piacerebbe che ampliassi il discorso sull'energia in ambito filosofico come forza in grado di tenere unite mente e corpo: affascinante argomento!
Che ne dici?

Dico che lo farò, il problema non sta nel come ma nel quando. E' altamente probabile che avvenga quando partirò con la Filosofia Orientale. :)
 
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view post Posted on 19/7/2013, 12:17

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«Sai, ieri mattina sono stato a pesca. Alla maniera Babbana. Ho preso un pesce grosso così!» disse Max con enfasi, mimando la scena ed allargando le braccia a dismisura per indicare una grandezza spropositata. Ne fece le spese il povero cameriere che passava accanto proprio in quell’istante. La manata di Max rovesciò il grande vassoio che l’uomo teneva arditamente in bilico. A terra si frantumarono cinque calici di vino elfico rosato frizzante, un flute di spumante Babbano (ed italiano), un ballon di rosso invecchiato, quattro coppe di champagne francese, due decanter di Idromele ed una brocca di succo di zucca. Il fragore del vetro infranto fu udito anche fuori dal locale.
La fanciulla seduta dinanzi al ragazzo si coprì la faccia con le mani per la vergogna, scoppiò in lacrime e corse fuori accompagnata dallo svolazzo del suo nuovo abitino in organza, comprato apposta per l’occasione. Dalle finestre del Paiolo Magico gli avventori la videro smaterializzarsi per altri lidi.
Tom, il barista, si fece vicino a Max che aveva ancora l’aria allibita da stoccafisso e le braccia spalancate. Gli mise una mano sulla spalla con fare paterno.
«Max, senza rancore. Ma sei sempre esagerato in qualsiasi cosa tu faccia o dica.»

(Tratto da Il primo disastroso appuntamento di una Tassorosso, di proprietà della sottoscritta)


Alzi la mano chi di voi non si trova d’accordo con la frase pronunciata da Tom.
Il nostro Max è un tantinello esagerato, vero?

Ebbene in questa lezione ci troveremo ad analizzare proprio questa parola che usiamo molto più spesso di quanto pensiamo e che sì, è latinissima più che mai.
È un aggettivo, un participio, ma ogni tanto funge anche da intercalare, specie se il nostro interlocutore si comporta come Max.


Esagerato!



Molto probabilmente questo termine vi sarà sfuggito più volte davanti a qualcosa che vi è sembrato… troppo.
Troppo grande, troppo piccolo, troppo assurdo, iperbolico, che capita a sproposito, sfacciato.


Per intenderci, “esagerato!” è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho visto questa fotografia.



(La seconda è stata “Signor Weasley, venga a vedere!”)

Ebbene, Houston abbiamo un problema.
L’etimologia di “esagerato” non c’entra nulla con alcun senso di grandezza o sfacciataggine. Incredibile ma vero, qui il termine ha fatto un vero e proprio percorso logico, rimanendo pressoché intatto nella sua grafia.

Vi do il primo aiutino.
“Esagerato”, in questa foto è perfettamente attinente.




Non vi viene in mente nulla?
Sicuri sicuri?

Ok, è in arrivo il secondo aiutino.



Ancora nulla? Suvvia, qui serve un po’ del cosiddetto “pensiero laterale”.
Le due foto in questione (avete indovinato le due città? La loro scelta non è casuale :D ) hanno entrambe qualcosa in comune, non è difficile.

Il fiume, bravi.
E poi?

Avrei anche potuto scegliere altre foto di fiumi qualsiasi, il nostro “esagerato”, lo avremmo trovato comunque.

Ogni fiume ha i propri argini, naturali o artificiali che siano.
Ed in latino, “innalzare un argine”, “arginare”, si dice “exaggerare”.

Con il tempo, probabilmente anche a causa di eventi naturali, il verbo assunse anche un altro aspetto che andava oltre la semplice costruzione degli argini di un fiume, ovvero significò “innalzare ben oltre l’argine”, “ingrandire”, cosicché esso – come la stragrande maggioranza dei verbi latini – possiede un primo, un secondo ed un terzo significato, a seconda del contesto.

Travalicare gli argini, quindi, ingrandire le cose.
Esagerare, appunto, ovvero rendere le cose più grandi (o piccole, a seconda) di quanto realmente siano.

Nei secoli la lingua italiana poi si è pulita un po’ nella pronuncia, levando la “x” da tutte le parole latine e greche e lasciando il più delle volte una semplice “s” o talvolta la “doppia s”, segno di un parlare che chiedeva d’essere più fluido e meno articolato nella dizione.

La prossima volta che darete dell’ “esagerato” a qualcuno avrete tutto il diritto d’immaginarvelo lungo la riva di un fiume intento a fare un gran bel salto triplo carpiato per oltrepassarne l’argine.
L’esagerazione del vostro interlocutore non sarà sminuita, ma forse avrete un motivo in più per rispondergli con un sorriso di cui voi soli conoscete la motivazione.


Continua...






***
Link:
Per la nostra paperella gigante, ecco qui: www.ilpost.it/2013/05/02/la-papera-...o-di-hong-kong/

Per l'etimologia: Castiglioni-Mariotti, Dizionario di Latino.

Edit: immagini finalmente postate alla loro grandezza necessaria.

Edited by pingui79 - 22/7/2013, 13:34
 
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view post Posted on 19/7/2013, 14:34
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Bellissima, umoristica e culturalmente ESAGERATA!
Non sapevo assolutamente niente di questo significato finchè non ho visto le foto, allora qualche antica reminiscenza è venuta a galla.
E brava Kià!
(Per l'aggiornamento su AC, caffè pagato, non ce la faccio)
 
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view post Posted on 19/7/2013, 15:32

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CITAZIONE (chiara53 @ 19/7/2013, 15:34) 
Bellissima, umoristica e culturalmente ESAGERATA!
Non sapevo assolutamente niente di questo significato finchè non ho visto le foto, allora qualche antica reminiscenza è venuta a galla.
E brava Kià!
(Per l'aggiornamento su AC, caffè pagato, non ce la faccio)

Adesso sei tu che esageri con i complimenti. :lol:
Per l'aggiornamento non ti preoccupare, l'ispirazione è arrivata stamattina. :D
 
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view post Posted on 20/7/2013, 12:44
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Hihihi... intervento bello e divertente! E, ovvio, anche istruttivo!

Difficile indovinare le città: non riesco a vedere le foto!!! :P :lol: La prima sembra Roma, così, a sensazione; la seconda vedo solo un campanile allungato che assomiglia alla torre del castello davanti a casa mia... Firenze?


Edited by chiara53 - 22/6/2015, 17:13
 
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view post Posted on 20/7/2013, 17:16

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Nu, non Firenze.
Vicenza. :)
Appena posso sistemo le foto, e sì che erano grandi ma mi sono state rimpicciolite tutte senza che abbia capito il perché.

EDIT: immagini sistemate.

Edited by pingui79 - 22/7/2013, 13:35
 
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