Il Calderone di Severus

1.2 - Passione e talento, Lezione 1- Nozioni base, errori da evitare e consigli

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view post Posted on 11/9/2018, 11:55
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CITAZIONE (Ida59 @ 8/9/2018, 12:50) 
Voi, quanta passione mettete in ciò che scrivete? Ci credete, davvero e fino in fondo? La passione esiste sempre o talvolta vacilla? Avete notato se c’è differenza tra ciò che scrivete trascinati dalla passione e il resto?

Ho riflettuto a lungo sulla questione, cercando di trovare una risposta.
Sono giunta alla conclusione che scrivo con passione razionale (lo so è una osrta di ossimoro). Sicuramente credo in quello che scrivo e sicuramente ci metto passione in quello che faccio, ma non sono trascinata dalla passione, ma dalla riflessione. Quindi, di solito, non apprezzo quello che scrivo di getto, senza riflettere con attenzione.
Forse è per questo che prediligo scrivere a mano, piuttosto che direttamente al pc. Con in mano la mia fida pennsa stilografica, riesco ad avvicinarmi a quello che sto scrivendo con una razionalità appassionata, mischiando passione e riflessione.
 
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view post Posted on 11/9/2018, 21:37
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CITAZIONE (Alaide @ 11/9/2018, 12:55) 
Sono giunta alla conclusione che scrivo con passione razionale (lo so è una osrta di ossimoro). Sicuramente credo in quello che scrivo e sicuramente ci metto passione in quello che faccio, ma non sono trascinata dalla passione, ma dalla riflessione.

Questa volta, concordo pienamente. Magari può sembrare strano ma anche io scrivo con una passione razionale. Nel senso che predispongo la scena sapendo bene cosa voglio dire e dove voglio arrivare e poi lascio libera la passione di condurmi a scrivere. Ogni tanto la razionalità deve rimettere il tutto in carreggiata e la scena si allunga.
 
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view post Posted on 13/9/2018, 21:42
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Passione? Ma tanta, tanta davvero.
Forse troppa. O troppo poca.
Vivo per scrivere e scrivo per vivere, anche se non ci guadagno un bel niente.

Ho storie in cui di passione ne ho messa una quantità, altre che ho scritto quasi solo per dovere o sforzo.
Differenze ne noto, ma essendo super, iper critica sul mio operato, non so se siano effettivamente storie più o meno buone, oppure se siano uguali.
Negli argomenti o nelle storie che mi stanno a cuore curo ogni minimo dettaglio, ma in genere è una cosa che faccio con tutto ciò che scrivo: faccio ricerche, studio la composizione delle frasi, etc.

Ho una sfida, onestamente, scrivere una storia "acchiappa recensioni" di quelle che vanno di moda nei fandom.
Così forse capirei la differenza, se sia più importante scrivere con passione o con talento, o se invece conti solo uno dei due.
 
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view post Posted on 14/9/2018, 17:09
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CITAZIONE (Ida59 @ 8/9/2018, 12:50) 
CITAZIONE (Ida59 @ 22/11/2017, 22:02) 
Passione 
Chi scrive deve avere un'autentica passione per il contenuto scelto. Solo questo lo spingerà a trovare anche la forma migliore per esprimerlo.
Solo quando scrivi di contenuti per te importanti vuoi davvero trovare la forma giusta, e magari di imparare anche le tecniche che non sai: credi in quello che scrivi e vuoi raccontarlo al meglio.
Senza questo movente profondo, se ci si concentra solo sul “come si scrive”, si cade nel formalismo, una ricerca di tecnica astratta e fredda.
Si vede anche nella vita quotidiana; pensa ai rappresentanti che per vendere si mostrano amichevoli senza però provare amicizia: le loro dimostrazioni di simpatia sono verbose, utilizzano termini astratti, fanno ricorso a cliché e luoghi comuni e sono sempre troppo lunghe. Inoltre, sono prive di uno stile personale e sembrano tutte uguali.
Ecco, questi sono alcuni tra i “difetti tecnici” più diffusi nei testi degli aspiranti scrittori.
Non fingete che vi importi di quello che scrivete. Scrivete di qualcosa che vi interessi davvero.
C’è necessità di un contenuto che ci entusiasmi, ci ingolosisca, ci dia una frenesia strana come quando siamo innamorati. Allora sarà più facile trovare la tecnica per rappresentarlo. Potremmo anche scoprire che, senza saperlo e senza neanche fare un corso, forse la tecnica la conosciamo già. E vi assicuro che questa è, tra tutte, una scoperta formidabile che regala un sacco di entusiasmo!

Io, di passione quando scrivo ne metto tanta, tantissima, una valanga di passione, forse troppa. La voglia di esprimere al meglio il mio pensiero, e le emozioni dei personaggi, è stata proprio la molla che mi ha permesso di migliorare, e anche di raccogliere e organizzare tutti questi Appunti. Per questo motivo ci sono dei brani, di solito quelli di collegamento tra una scena e l’altra, che per me sono difficili da scrivere: lì la testa sovrasta il cuore e la passione latita. Ma anche quei brani sono importanti e vanno scritti.
Voi, quanta passione mettete in ciò che scrivete? Ci credete, davvero e fino in fondo? La passione esiste sempre o talvolta vacilla? Avete notato se c’è differenza tra ciò che scrivete trascinati dalla passione e il resto?

Molto indovinato il parallelo con i rappresentanti o con qualche politico... è come quando si sorride per abitudine, ma il sorriso non arriva a toccare lo sguardo.
Secondo me sono gli occhi che ridono prima che la bocca, sono quelli che mostrano il sentimento vero.

Quanto alle domende devo risponedere affermativamente: io se non provo passione so di non poter scrivere bene. E' una sensazione quasi fisica, è il bisogno di mettere su carta e in parole l'idea che gira in mente.
Mi piaccio poco nei brani in cui per necessità devo indulgere in passaggi e spiegazioni.
Il brano che scrivo deve emozionare anche me quando lo rileggo, oltre che il lettore, o almeno io ci provo ad emozionarlo. :P
 
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view post Posted on 14/9/2018, 20:56
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CITAZIONE (Ida59 @ 8/9/2018, 12:50) 
Voi, quanta passione mettete in ciò che scrivete? Ci credete, davvero e fino in fondo? La passione esiste sempre o talvolta vacilla? Avete notato se c’è differenza tra ciò che scrivete trascinati dalla passione e il resto?

Io metto passione in tutto quello che scrivo, ma più che il quello, è proprio la scrittura in generale a darmi passione e quindi sono io che la riverso in lei.
Mi è capitato di scrivere cose "forzatamente", ma erano pur sempre colme di passione (magari, che so, una percentuale del 99%?), perché senza quella non inizierei proprio, neppure una riga, anzi, una parola.
C'è sempre, in ogni cosa che scrivo, in ciò che sento, in ciò che non sento e in quello che vorrei sentire.

Per questo motivo non sono capace di fare nè di seguire schemi ben precisi, ci provo, ci provo davvero, ma mi sento imbrigliata e mi ammazzano l'entusiasmo che, unito ad una pigrizia attaccata al mio DNA, mi fanno scrivere 1/100.000 di tutto quello che vorrei e che ho in cantiere.
 
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view post Posted on 15/9/2018, 11:13
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CITAZIONE (Ida59 @ 22/11/2017, 22:02) 
Talento 

Ė una cosa che si impara e si disimpara nel tempo. Non è una magia né una benedizione ma un percorso: un duro viaggio, fatto di fatica, impegno interiore e tante ore di applicazione, ma un percorso.
Secondo Bonifacci [1] si può cercare di definire il talento scomponendolo in alcune caratteristiche di base:
- capacità di avere belle idee, e di averne molte;
- senso estetico e\o del ritmo (la capacità di chiudere al punto giusto una frase, una scena o una storia è essenziale);
- capacità di sintonizzarsi con “quel che gira nell’aria” (quel che già c’è ma ancora non si sa che c’è);
- empatia, la capacità di sentire cosa provano gli altri (ha un duplice uso: serve per sentire quel che prova il personaggio ma anche quel che prova il pubblico e a prevedere le sue emozioni. Ė una delle qualità più importanti per scrivere. Il compito dello scrittore non è giudicare i personaggi ma sentirli, viverli da dentro, farli muovere con la loro energia intrinseca. Poi può capitare che i personaggi scappino di mano e pretendano di vivere di vita propria…);
- avere una visione del mondo personale, vera e interessante;
- avere sensibilità per il genere specifico che si è scelto, per il linguaggio che si sta usando;
- avere uno stile personale;
- avere la capacità di lavorare 8 ore al giorno, concentrati (“Il genio è sedersi a tavolino ogni giorno alla stessa ora”, Flaubert);
- avere un gusto profondo per la riscrittura e la revisione, perché “scrivere è riscrivere”;
- avere una grande severità nel giudicare se stessi, e al tempo stesso la capacità di non dare troppo peso ai giudizi del mondo, continuando sulla propria strada;
- altre qualità a piacere che ciascuno può decidere (perché ognuno si crea anche il proprio specifico talento).
La preoccupante domanda “ho talento?” in questo modo non ha più molto senso: è chiaro che ciascuna di queste singole caratteristiche si impara. Basta scindere la parola magica in una serie di capacità specifiche, per rendersi conto che ciascuna può essere migliorata.

[1] Fabio Bonifacci (1962) è uno sceneggiatore e scrittore italiano.

Premesso che ho adorato il corso di Bonifacci - ed è un vero peccato che l’abbia interrotto - non ho mai avuto problema ad avere idee (che spero il lettore apprezzi): caso mai lo scoglio è arginare la marea degli spunti che, talvolta, rischiano di portare fuori strada (da qui la necessità della progettazione della storia, ma ne parliamo più avanti).
Il senso del ritmo è cosa strana: a volte suona un campanello che chiude la scena in modo perfetto. Altre volte, forse, la trascino troppo oltre, pungolata dalla necessità di spiegare ciò che il lettore, magari, vuole capire da sé. E’ un difetto che sto cercando di correggere. Promesso.
Empatia per me significa immedesimazione: se sei realmente “dentro” al personaggio, se vivi le sue emozioni e ti lasci travolgere, l’empatia c’è, per forza!
Lo stile. Capperi, lo stile, questo sì che è un tema complesso! Ci vuole un appunto di scrittura tutto concentrato su questo argomento. Ma più avanti, molto più avanti.
Lavorare otto ore al giorno non è mai stato un problema per me. L’inghippo è che ho mille cose da fare e se ne faccio una per otto ore, dove trovo il tempo per fare le altre? Dovrei ridurre gli interessi: praticamente come tagliarmi un braccio…
Riscrittura e revisione: non l’avrei mai creduto, ma sto imparando ad apprezzarle e gustarle, quasi centellinandole.
Severità di giudizio. Ecco, qui sono davvero all’inizio della strada o, forse, ancora non sono partita da casa…

Di voi cosa mi dite? Come siete messi a idee e senso del ritmo? L’empatia c’è? Avete già trovato il vostro stile? Riuscite a stare otto ore concentrati al pc, o vi devono legare e impedire l’accesso ai social? Riscrivere e revisionare sono attività nelle vostre corde o fuggite a gambe levate? Sulla severità di giudizio siete messi meglio di me?
 
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view post Posted on 15/9/2018, 15:19
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CITAZIONE (Ida59 @ 15/9/2018, 12:13) 
Talento
Ė una cosa che si impara e si disimpara nel tempo. Non è una magia né una benedizione ma un percorso: un duro viaggio, fatto di fatica, impegno interiore e tante ore di applicazione, ma un percorso.
Secondo Bonifacci [1] si può cercare di definire il talento scomponendolo in alcune caratteristiche di base:
- capacità di avere belle idee, e di averne molte;
- senso estetico e\o del ritmo (la capacità di chiudere al punto giusto una frase, una scena o una storia è essenziale);
- capacità di sintonizzarsi con “quel che gira nell’aria” (quel che già c’è ma ancora non si sa che c’è);
- empatia, la capacità di sentire cosa provano gli altri (ha un duplice uso: serve per sentire quel che prova il personaggio ma anche quel che prova il pubblico e a prevedere le sue emozioni. Ė una delle qualità più importanti per scrivere. Il compito dello scrittore non è giudicare i personaggi ma sentirli, viverli da dentro, farli muovere con la loro energia intrinseca. Poi può capitare che i personaggi scappino di mano e pretendano di vivere di vita propria…);
- avere una visione del mondo personale, vera e interessante;
- avere sensibilità per il genere specifico che si è scelto, per il linguaggio che si sta usando;
- avere uno stile personale;
- avere la capacità di lavorare 8 ore al giorno, concentrati (“Il genio è sedersi a tavolino ogni giorno alla stessa ora”, Flaubert);
- avere un gusto profondo per la riscrittura e la revisione, perché “scrivere è riscrivere”;
- avere una grande severità nel giudicare se stessi, e al tempo stesso la capacità di non dare troppo peso ai giudizi del mondo, continuando sulla propria strada;
- altre qualità a piacere che ciascuno può decidere (perché ognuno si crea anche il proprio specifico talento).
La preoccupante domanda “ho talento?” in questo modo non ha più molto senso: è chiaro che ciascuna di queste singole caratteristiche si impara. Basta scindere la parola magica in una serie di capacità specifiche, per rendersi conto che ciascuna può essere migliorata.

[1] Fabio Bonifacci (1962) è uno sceneggiatore e scrittore italiano.

Mah, io penso che di base il talento debba esserci, che poi si impara sempre e che si può sempre migliorare, questo è tutto un altro paio di maniche, ma, di base, qualcosa deve esserci così come per ogni altra "professione", altrimenti saremmo tutti medici, avvocati, scrittori o pittori.
Si può imparare a dipingere, certo, ma se uno di base non sa nemmeno tenere una matita in mano, è abbastanza complesso possa tirare fuori qualcosa che non siano linee messe lì a caso.

E già tutti questi punti implicano che la scrittura non è per tutti, che poi tutti scriviamo è un'altra cosa, non c'è niente di male, ma da qui a definirsi scrittori ce ne passa.

Io scrivo poesie, le ho anche pubblicate, ma non mi definirei mai "poeta", ce n'è di strada da fare, ma, comunque, torniamo ai punti, va :woot:

Di idee ne ho tante, anche troppe, che poi siano belle quello è da vedere, ma non mi mancano, e nemmeno la pigrizia... se non avessi quella starei a cavallo!

Il senso estetico e del ritmo un pochino ce l'ho, aiuta tanto sentire una marea di musica e, soprattutto, scrivere poesie, almeno a me aiuta.

Io provo a sintonizzarmi con quel che gira nell'aria, ma soprattutto scrivo ciò che realmente voglio scrivere, ciò che vorrei leggere io stessa e questo, qualche volta, va un po' fuori da quello che gira nell'aria.

L'empatia non mi manca proprio nella vita, quindi mi è molto facile immedesimarmi in personaggi che mi sono affini e anche in quelli che sono il completo opposto.

La visione del mondo ce l'ho, che poi sia una versone interessante questo proprio non lo so :lol:

Per la sensibilità per il genere e il linguaggio vale un po' quello che ho scritto per il sintonizzarsi, scrivo ciò che realmente voglio, quindi sono completamente dentro al modo e al genere scelto, qualunque esso sia.

Uno stile personale credo di averlo sempre avuto, solo che ha avuto bisogno di tempo e pratica per maturare (e deve ancora crescere, ovviamente), ma credo di poter affermare di aver ormai trovato il mio stile più congeniale, e c'è voluto tanto, tante parole, che se leggo ciò che scrivevo 9/10 anni fa mi si accappona la pelle :lol: :ph34r:

Posso scrivere ovunque e con qualunque mezzo, se mi capita la botta matta e disperatissima anche giorni e notti intere, il reale problema è che non ho costanza, la pigrizia mi ammazza, avrei bisogno di qualcuno dietro con la frusta perché questo è un reale problema.
Se scrivo ff posso anche fare mille altre cose, anche se scrivo poesie o brevi racconti, ma per cose più impegnative e serie vado solo di musica, adatta al momento, ovviamente.
Ecco, se avessi la costanza di mettermi lì 8 ore al giorno (preferisco la notte), sarebbe fantastico, superlativo, eccelso! :woot: :woot: :woot: :cry:

Riscrivere e revisionare mi urta un po', ma va fatto e lo si fa.

Io giudico molto severamente me stessa, come per ogni ambito della vita, anche per la scrittura e tengo molto conto dei giudizi altrui, certo, fino ad un certo punto, perché se sono campati per aria, allora anche no, li ignoro e basta perché spesso è anche inutile cercare di discutere con qualcuno che ha quella precisa opinione che, più che un opinione, è semplice gusto personale che si scontra col mio, oppure cose senza senso e basta, dette tanto per dire.

Altre qualità a piacere non mi vengono in mentre, tranne forse conoscere l'italiano, che sembra cosa banale, ma banale non lo è :lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 15/9/2018, 21:50
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CITAZIONE (Ania_DarkRed86 @ 15/9/2018, 16:19) 
Di idee ne ho tante, anche troppe, che poi siano belle quello è da vedere, ma non mi mancano, e nemmeno la pigrizia... se non avessi quella starei a cavallo!

Hihihi!

CITAZIONE
Io provo a sintonizzarmi con quel che gira nell'aria, ma soprattutto scrivo ciò che realmente voglio scrivere, ciò che vorrei leggere io stessa e questo, qualche volta, va un po' fuori da quello che gira nell'aria.

Mi sa che scrivere ciò che vorrei leggere è un problema comune...

CITAZIONE
L'empatia non mi manca proprio nella vita, quindi mi è molto facile immedesimarmi in personaggi che mi sono affini e anche in quelli che sono il completo opposto.

Qui, invece, invidio assai la tua capacità empatica.
CITAZIONE
Posso scrivere ovunque e con qualunque mezzo, se mi capita la botta matta e disperatissima anche giorni e notti intere, il reale problema è che non ho costanza, la pigrizia mi ammazza, avrei bisogno di qualcuno dietro con la frusta perché questo è un reale problema.

Ripeto... hihihi...

CITAZIONE
Altre qualità a piacere non mi vengono in mentre, tranne forse conoscere l'italiano, che sembra cosa banale, ma banale non lo è :lol: :lol: :lol:

in effetti, direi che è una qualità abbastanza importante... :B):
 
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view post Posted on 17/9/2018, 20:02
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CITAZIONE (Ida59 @ 15/9/2018, 22:50) 
Mi sa che scrivere ciò che vorrei leggere è un problema comune...

Io più che altro su particolari tipologie di storie, su una particolare tematica.
Tematica trita e ritrita, abusata a più non posso, eh, però c'è sempre quel piccolo qualcosa che mi manca, allora me lo scrivo da me, e la storia che sto scrivendo non l'ha scritta nessuno :lol: :lol: :lol:
 
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