Il Calderone di Severus

Ida59 - Non sei sola (Raccolta "Il Tempio"), Genere: introspettivo, fantasy, drammatico - Personaggi: Severus, personaggi originali (Ilya e altre Vestali del Tempio) - Pairing: nessuno - Epoca: Post 7° anno - Avvertimenti: AU

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Ida59
view post Posted on 23/10/2017, 22:11 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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3. Confessione


 
Il mago l'attirò di nuovo a sé e nell'abbracciarla si rese conto che la strega tremava.
Tremava dal freddo.
La sollevò tra le braccia accorgendosi che gli impalpabili veli rossi dell'abito erano fradici di mare dalle ginocchia in giù e che i piedi nudi erano ghiacciati. La portò sulla sabbia asciutta, alle pendici della roccia, là dove erano scavati i primi gradini del ripido sentiero che conduceva al Tempio; alle sue spalle, intanto, il mondo si ricomponeva, esitante, e la nebbia del nulla arretrava rivelando di nuovo le onde dalla spuma violetta risaltare nel tetro chiarore della notte che lenta svaniva mentre le stelle impallidivano.
Severus adagiò la strega su un piccolo rilievo sabbioso, quindi si tolse il mantello dalle spalle e glielo avvolse intorno con protettiva cura, inginocchiandosi infine davanti a lei. Con un rapido colpo di bacchetta le asciugò l'abito e le gambe; poi sollevò i veli inferiori fino a sopra il ginocchio e  le prese un polpaccio tra le mani cominciando a frizionarlo per scaldarlo e scendendo poi verso la caviglia mentre lo stupore si diffondeva sul volto di Ilya:
- Perché… perché non usi la magia?
Il mago sorrise piano rispondendo in un delicato sussurro:
- Perché sono certo che le carezze delle mie mani sono meglio di qualsiasi magia… per te.
La sua voce era melodia di seta e la strega rabbrividì al contatto di quelle premurose mani che tanto amava, che desiderava: lui non doveva sapere quanto, eppure Ilya era conscia che il mago conoscesse tutta la verità del suo cuore.
Le mani di Severus percepirono l'intenso brivido che percorse il suo corpo e sollevò lo sguardo, ormai più nero della notte:
- Hai ancora freddo? - chiese sollecito continuando a massaggiarle un ginocchio.
Ilya arrossì e il primo, tenue chiarore indaco del cielo insieme all'alba rivelò il suo languido segreto.
Il mago distolse subito lo sguardo per non metterla in imbarazzo e continuò in silenzio a svolgere il suo compito, con tenera delicatezza. Ilya chiuse gli occhi e adagiò anche la testa sulla sabbia stringendosi nel mantello di Severus, respirando il suo profumo, lasciandosene inebriare e godendo delle carezze del mago. Le sue dita sottili le sfioravano piano la pelle in una tiepida carezza e dal ginocchio scendevano lente lungo il polpaccio, avvolgendolo in una calda stretta; poi circondavano la caviglia affusolata e frizionavano con cura i malleoli per giungere al piede, dove con diligenza vezzeggiava le dita intirizzite, il dorso, la pianta ed il tallone, dedicando ad ogni centimetro della sua pelle delicati tocchi che le restituivano non solo il calore che l'acqua fredda delle onde le avevano rubato, ma anche la capacità di credere nei sogni che per un lungo momento aveva perduto.
Mentre l'indaco dall'orizzonte orientale si allargava nel cielo perfettamente terso rischiarandolo e tingendo la superficie del mare di una singolare sfumatura violetta, la luce delle stelle si affievoliva piano.
Severus si sedette di fianco alla strega e cingendole la vita con un braccio la face accoccolare contro di sé; quindi le pose le dita sotto il mento facendole sollevare il volto ancora impaurito e striato di lacrime. La fissò a lungo negli occhi, in silenzio, attendendo che Ilya si riprendesse, un sorriso lieve adagiato sulle labbra sottili appena dischiuse. Infine si decise a porre la domanda:
- Cosa è successo di così grave, Ilya, perché tu, proprio tu, dubitassi fino al punto di rischiare di distruggere tutto?
La strega emise un lungo sospiro amaro, poi chiuse gli occhi e nascose il volto contro il petto dell'uomo, là dove la lunga schiera delle piccole perle di raso proteggeva il suo cuore.
Severus le carezzò piano i capelli, poi abbassò il capo e le sussurrò dolcemente all'orecchio:
- A me puoi confidare tutto, lo sai…
La sentì sospirare ancora, poi lentamente la strega si staccò dal suo petto e sollevò il viso verso di lui, gli occhi verdi ancora scuri nel chiarore violetto dell'alba e lucenti di lacrime trattenute:
- Mi sento sola… - mormorò con voce sottile, come di bimba, mentre una lacrima si gonfiava e tremava tra le ciglia.
Il volto pallido del mago si fece improvvisamente serio, gli occhi neri e profondi che la scrutavano e un sopracciglio si inarcò leggermente denotando un contrito stupore:
- E' colpa mia? - chiese addolorato e incerto, la voce profonda che cercava di accarezzarla. - Delle mie assenze dal Tempio?
Gli occhi di Ilya si spalancarono, ancora più stupiti di quelli del mago, e la lacrima scivolò oltre le ciglia senza il permesso della strega:
- Colpa tua, Severus? - esclamò con enfasi. - Oh, no, assolutamente no! - rispose, il sorriso che all'improvviso le illuminava il viso. - Tu per me ci sei, ci sei sempre, anche quando non sei al Tempio, lo sai!
Anche il mago sorrise, il sollievo sulle labbra sottili, e si chinò verso la strega sfiorandole appena la tempia con le labbra e sussurrando:
- Anche tu, Ilya, sei sempre con me. Sempre.
- Sei nel mio cuore, Severus… - sussurrò a fior di labbra la strega chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalla dolcezza profonda della voce del mago.

 





4.Scelte sbagliate


 
La notte stava lasciandosi alle spalle il suo manto d’oscurità trapunto di stelle scintillanti e la linea dell’orizzonte era insolitamente definita, senza alcuna bruma all’orizzonte: risultava così molto nitido il confine tra la fluttuante massa del mare dai riflessi violacei e l’indaco del cielo, che a oriente si stemperava ormai nelle varie sfumature del viola, sempre più chiare, e cominciava a mostrare una sottile striscia soffusa di una delicata tonalità rosata là dove si congiungeva con le acque in quel bacio prolungato cullato dalle onde.
Severus si scostò un poco dalla strega e di nuovo parlò, cercando di comprenderne il problema:
- Perché ti senti sola, Ilya? Qui al Tempio ci sono anche tutte le altre Vestali.
La strega abbassò lo sguardo, a disagio.
- Forse ti manca l’irruenza di quella tunica arancione che da mesi non vedo più nel Tempio?
Ilya sollevò di scatto il viso, strali d’ira ribollente negli occhi verdi. Fece per parlare, ma si fermò, quasi mordendosi la lingua. Strinse i pugni ed emise un lungo sospiro rabbioso, cercando invano di calmarsi. Infine rispose:
- Sono… felice che Alex se ne sia andata. – sibilò tra i denti. – Lei non ti amava… non era qui per te! – aggiunse irata. - Lei voleva altro: mi ha ingannata.
Il mago annuì, consapevole di ogni spiacevole verità:
- Una ferita difficile da guarire per il tuo cuore di madre? – chiese con delicatezza.
Ilya annuì, il dolore che negli occhi combatteva la sua battaglia con l’ira:
- Una tremenda delusione… - sospirò socchiudendo per un istante gli occhi e scuotendo il capo.
- Le hai voluto tanto bene… - disse il mago stringendola piano per la spalla e facendola di nuovo accoccolare al suo fianco.
Ilya rimase per un lungo momento nel tepore di quell’abbraccio colmo di comprensione, poi si riscosse:
- Hai visto quale scempio ha fatto del Tempio! – esclamò, l’accusa che vibrava forte nella sua voce. – Proprio lei, lei che più di ogni altra sapeva quanto tutto questo fosse importante per me… - aggiunse con voce incrinata, - lei che aveva giurato…
Di nuovo la strega scosse la testa, il volto serio e deciso ora carico solo di amara delusione:
- Ha distrutto tutto… qualsiasi cosa bella legata a lei; ha infangato ogni ricordo di sé. Sono rimaste solo le sue promesse infrante…
- Schegge aguzze che feriscono il tuo cuore generoso… - sussurrò Severus stringendola più forte a sé ed accarezzandole piano i lunghi capelli.
- E pensare che per lei, io… - mormorò piano sul petto del mago.
Un lungo sospiro, carico di amareggiato rimpianto, che Severus rispettò in silenzio attendendo che Ilya fosse pronta per continuare.
- Io ho scelto lei… ho lasciato che tutte loro se ne andassero… tanti anni fa… loro che ti amavano, invece… - parole smozzicate, dense di sofferenza, le lacrime che di nuovo le luccicavano negli occhi. - Stupida ed ingenua, io! Abbagliata da un fuoco che esisteva solo nel mio cuore! – concluse, di nuovo un’addolorata ira a prevalere nella sua voce.
- Quante scelte sbagliate ho fatto… - continuò la strega subito dopo, la voce sommessa venata dall’amarezza e dal rimpianto per un passato che non poteva più tornare.
- Mai quanto quelle che fatto io. - replicò serio il mago facendole sollevare il volto e guardandola in profondità negli occhi.
Fu un lungo sguardo, intenso, colmo di significati. Parole non dette ma comprese fino in fondo. Reciproche sofferenze ed espiazioni condivise in un cammino congiunto di redenzione, percorso l’uno a favore dell’altro alla ricerca di un perdono che solo l’altro poteva donare.
Era questo il loro intimo, inestimabile e indissolubile legame.
- Se non è la mancanza di Alex che ti fa sentire sola, cos’è, allora? - chiese Severus in un sussurro gentile, teso a comprendere.
La strega scosse la testa, come se le parole non bastassero a spiegare ciò che aveva nel cuore:
- La dolce Ki non vuole più sognare… o forse non è più capace di farlo… - cominciò con voce spezzata, una grossa lacrima che le scendeva greve lungo la guancia, colma di angosciato dispiacere per la cara amica che temeva perduta, - … e c’è chi ti ama, immensamente, ma non riesce a comprendere il vero valore di questo luogo meraviglioso e così lo rifugge…
Il mago sollevò scettico un sopracciglio e fissò Ilya cercando di scrutare nel suo cuore per capire cosa davvero non andasse. Non riusciva a credere che fosse solo per quello che la strega aveva rischiato di distruggere tutto. La conosceva molto bene e doveva per forza esserci di più, molto di più che opprimeva il suo cuore.
Ne era assolutamente certo.
 
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