Il Calderone di Severus

Sfida n. 15 FF Aspettando l'espresso per Hogwarts

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view post Posted on 21/8/2018, 11:47
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CITAZIONE (Ida59 @ 17/8/2018, 10:48) 
Vi ricordate di questa sfida? Sapete anche che scade alla fine di settembre?

Io mi vado a nascondere... mi ero completamente scordata. Adesso vedo se ho il tempo (e la fantasia) di scrivere una storia senza dare come spiegazione dell'assenza della moglie la sua dipartita ;) .
 
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view post Posted on 21/8/2018, 14:36
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Alaide @ 21/8/2018, 12:47) 
... una storia senza dare come spiegazione dell'assenza della moglie la sua dipartita ;) .

:wub: :wub: :wub:
Se poi eviti qualche strano morbo magico o altre menomazioni... ti sarò grata! :lol:
 
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view post Posted on 21/8/2018, 19:08
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Finalmente, l'ho ultimata! :esulto: Però non è venuta tanto breve... <_< spero non vi colga la classica botta di sonno! :huh:

Anticipo a chi ha letto Lacrima di Fenice che ritroverà personaggi già noti, perchè diciamo che è un piccolo sequel di quella long fic ;)



Titolo: Binario nove e tre quarti
Autore/data: Ele Snapey – agosto 2018
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo, generale.
Personaggi: Severus Piton, Sybil Eileen Piton (Personaggio originale)
Pairing: Severus/Lavinia (Personaggio originale)
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU.
Riassunto: Questo sarà un giorno speciale. Un giorno che si prepara ad essere colorato, luminoso, pieno di voci e di confusione ma che, prima di tutto, si prepara ad essere un giorno decisamente importante...

Nota: Storia scritta per la sfida "Aspettando l'espresso per Hogwarts" del Forum “Il Calderone di Severus”.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale di Eirene Piton, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.




BINARIO NOVE E TRE QUARTI




Questo sarà un giorno speciale. Un giorno che si prepara ad essere colorato, luminoso, pieno di voci e di confusione ma che, prima di tutto, si prepara ad essere un giorno decisamente importante.
Al momento il binario nove e tre quarti è illuminato dai raggi di un sole tiepido ma già brillante, ed è pressoché deserto. Regnano pace e silenzio, incrinati appena dal cinguettio degli uccellini, ed è un vero balsamo per lo spirito.
Il treno ha ancora le porte chiuse mentre decisamente appartata rispetto a noi, in attesa sullo stesso marciapiede, c’è una sola famiglia composta da quattro persone e molti bagagli. Anche noi ci siamo messi in una posizione piuttosto defilata, devo dire.
Per l’ennesima volta sbircio con la coda dell’occhio la mia bambina. La osservo di sottecchi, fingendo di interessarmi principalmente alla grossa locomotiva che riposa sui binari.
Intanto ripasso con attenzione ogni particolare del suo abbigliamento, ogni sua piccola movenza, ogni deliziosa increspatura dell’espressione concentrata dipinta sul suo visetto.
Mi piace farlo, anche se so bene quanto le dia fastidio sentirsi “esaminata”.
Già prima di arrivare in stazione mi aveva raccomandato di non rivolgerle troppi sguardi, per non metterla in agitazione, ma io non posso farne a meno.
Non riesco a non guardarla: ogni volta che lo faccio sento il cuore allargarsi a dismisura.
Sorrido tra me, divertito. Ha l’aria lievemente infastidita mentre studia con sguardo analitico quanto la circonda. E io so bene per quale motivo inalbera quel piccolo broncio.
Sua madre ha insistito perché per il giorno della partenza indossasse quel completino totalmente bianco con tanto di cappello e ombrellino (regalo della nonna, comprato apposta per essere indossato in vista di un’occasione importante) così carino e civettuolo, ma anche così discorde da lei.
“Guarda che amore! Sei molto elegante, fidati della mamma, Sibby: farai un figurone.”
Era quanto aveva decretato Lavinia tre giorni prima rimirando nostra figlia che osservava il proprio riflesso nello specchio con espressione dubbiosa e contrariata. Quindi Sybil mi aveva rivolto un’occhiata furtiva, in cerca di sostegno.
Io, dal vano della porta del salotto, mi ero limitato a sollevare un sopracciglio e ad allargare le braccia in segno di resa: impossibile far desistere mia moglie quando si era messa in testa qualcosa, e lei aveva deciso che nostra figlia avrebbe indossato quell’abitino aggraziato, elegante – e magari anche un po’ troppo vezzoso - per il suo ingresso a Hogwarts.
Insomma, avrebbe esibito un look assolutamente femminile (per la gioia delle pupille della sua mamma), passando sopra al fatto che Sybil è tale e quale a me, come me predilige un tipo di abbigliamento sobrio, poco appariscente e, particolare da non sottovalutare, adora il colore nero.
Quell’abito dunque aveva rappresentato da subito una sorta di piccola violenza psicologica al suo gusto personale. Si era comunque rassegnata ad indossarlo per far contenta sua madre.
Poi aveva atteso che uscisse per terminare gli ultimi acquisti e mi aveva subito raggiunto nello studio.
“Papà, io metterò quell’inammissibile vestito, ma… ti posso chiedere un grosso favore?” Mi aveva domandato con l’espressione giudiziosa che la caratterizzava.
L’avevo fissata, posando il libro che stavo leggendo e, con estrema serietà, le avevo rivolto un breve cenno affermativo per invitarla a proseguire.
“Voglio che sia tu ad accompagnarmi in stazione, il giorno della partenza. E voglio che partiamo di casa molto presto.”
“Presto in che senso?” Mi aveva colto un po’ di sorpresa.
“Nel senso… prima che in stazione inizino ad arrivare tutti quanti!” Aveva ribattuto in tono leggermente esasperato, come scandalizzata dal fatto che, forse per la prima volta, non fossi riuscito subito a cogliere l’urgenza della sua richiesta.
“E la mamma? E Nicholas? Non dovremmo aspettarli per andare tutti insieme?” Avevo obiettato, già intuendo il perché di quella pretesa.
Sybil era un libro aperto per me; sapevo come covasse la consapevolezza che il fratello maggiore, vedendola agghindata così come sarebbe stata, l’avrebbe spietatamente presa in giro fino a King’s Cross per tutta la durata del tragitto. E forse la sua paura non si limitava solo a ciò che avrebbe potuto pensare lui.
“La mamma, Nicholas e Ariana possono venire in stazione… dopo… quando sarò già salita sul treno.” Aveva specificato, con aria puntigliosa.
Cercando di trattenere il sorriso avevo preso le sue manine delicate tra le mie.
“Credi che Nick, o chiunque altro, non ti vedranno quando sarete arrivati a Hogsmeade e dovrai scendere per forza da quel treno?” Avevo replicato in tono che mi ero sforzato di mantenere ponderato e riflessivo.
Allora aveva puntato con fermezza le sue pupille nere nelle mie, per nulla turbata dal fatto che avessi intuito alla perfezione il suo stato d’animo, e mi era sembrato di specchiarmi nel mio stesso sguardo.
“Per favore, papà, mercoledì accompagnami tu in stazione: e che sia molto presto.” Si era limitata a ribadire, cocciuta quanto me.
Quindi, considerando chiusa la questione, mi aveva quietamente voltato le spalle per tornare in camera a preparare il bagaglio, lasciandomi a meditare su come discutere la faccenda con Lavinia.
La guardo di nuovo mentre è seduta sul grosso baule accanto a cui sono posate altre due capienti valige e il trasportino con la gatta nera.
Ostenta un’espressione apparentemente distaccata che nasconde dietro la tesa del cappellino bianco, e tiene l’ombrellino stretto tra le mani in modo compunto; devo riconoscere che le sta davvero bene quel completino, anche se lei non se ne convincerà mai.
Il visetto non tradisce alcuna emozione ma noto come il suo sguardo si rivolga spesso al treno. So che sta sperando apra in fretta le porte per potersi precipitare in uno degli scompartimenti riservati alle matricole, anche perché più trascorrono i minuti e più la banchina inizia ad affollarsi.
Perfino Bastet ora comincia a dare qualche segno di impazienza e miagola annoiata.
Mi chino su Sybil, con delicatezza le sistemo una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.
- Sei stanca, piccolina? Stamattina ci siamo alzati molto presto.
Lei ricambia il mio sguardo affettuoso con un sorriso appena abbozzato.
- No, papà, sto bene. – ribatte, decisa a non lasciar trasparire alcun cenno d’insofferenza. Poi ci ripensa e aggiunge in tono leggermente urgente. – Ma secondo te quando si potrà salire?
- Oh, questione di poco ancora, presumo. Manca più di un’ora alla partenza, ma credo sia quasi arrivato il momento di iniziare a caricare bagagli e passeggeri. – cerco di rassicurarla, mentre penso a come andrei personalmente a sollecitare il capostazione, o chi per lui, perché si decida a dare l’ordine di aprire quelle maledette porte. Al momento l’unica cosa che mi tranquillizza è che so con certezza che mia moglie con i nostri altri due figli arriveranno come al solito all’ultimo secondo, e di corsa.
- Posso fare qualcosa per te? – le domando, accosciandomi, per essere all’altezza dei suoi occhi.
- Se ci fosse qualcosa da bere… ho un po’ di sete. - mormora, inclinando la testa in modo delizioso.
- Oh, sì, ecco… - mi rialzo, maledicendo la distrazione di quella mattina un po’ convulsa, perché mi sono appena reso conto di aver dimenticato sul tavolo della cucina il thermos con il the freddo che Lavinia aveva preparato la sera prima.
Mi guardo attorno. Per fortuna c’è un piccolo bar poco distante da noi, sulla cui insegna rossa spicca la scritta gialla “Hogwarts Express… for your break time”.
- Non ti muovere, vado a prenderti qualcosa. Un thè freddo va bene?
- Alla pesca, grazie.
- Torno subito. Tu aspettami qui. – le raccomando, allontanandomi, e nel frattempo con la coda dell’occhio scorgo con leggero disappunto come dal muro di collegamento in mattoni rossi inizino a scaturire in modo sempre più sostenuto persone, famiglie, bagagli e animali da compagnia…

*****



- Grazie, papà! – rispondo, ma credo non mi abbia sentito.
Lo guardo allontanarsi diretto al piccolo bar con quel suo passo rapido, silenzioso ma risoluto; lo stesso passo che userebbe indistintamente sia per marciare alla volta di uno studente indisciplinato, sia - ne sono certa - per andare incontro a un esercito armato.
D’altronde lo ha già fatto, lo so.
Lo so perché me ne ha parlato una volta la mamma di come tanti anni fa papà affrontò grandissimi pericoli senza arretrare di un passo. Nemmeno quando si trattò di mettere in gioco la propria vita.
Ovvio, la mamma non mi ha raccontato proprio tutto tutto di quanto successo prima che io e i miei fratelli venissimo al mondo, e che furono a quanto pare fatti terribili.
Quando infatti ho provato a chiederle qualcosa in più a riguardo, si è limitata a raccontarmi di come ci fu una guerra spaventosa che si concluse con la sconfitta del Mago Oscuro più cattivo di tutti i tempi. E mi ha detto che questa vittoria fu ottenuta anche e soprattutto per merito del mio papà, che affrontò appunto il suo destino con grande coraggio e determinazione.
Nicholas, che dall’anno scorso ha iniziato a studiare Storia della Magia, mi ha poi confidato che sul libro è citato più volte anche il suo nome oltre a quelli di Harry Potter e di zio Albus.
E confesso che da quando lo so, non posso evitare di sentirmi enormemente orgogliosa!
Sono sempre stata convinta di come il mio papà sia una persona speciale a tutti gli effetti e per tanti motivi. In primo luogo forse perché ci ama tanto, senza alcuna riserva. Poi perchè mantiene sempre la parola data.
Tuttavia ci sono un’infinità di altre ragioni per le quali credo sia un uomo straordinario.
Vicino a lui non ho paura di nulla, potrei sfidare qualsiasi cosa. La mia fiducia in lui non ha limiti; e poi ha sempre una risposta a tutte le mie domande. E’ lui che mi ha insegnato tutto quello che so e a non porre confini alla mia sete di conoscenza. Ma la cosa che più mi rende felice è come tra noi basti uno sguardo per capirci.
Altrimenti come avrei potuto fargli comprendere fino in fondo quanto fosse importante per me partire da casa all’alba, stamattina, per riuscire a salire in anticipo sull’Hogwarts Express ed evitare che Nicholas e… TEDDY, sghignazzassero di me per tutta la durata del viaggio nel vedermi addobbata come una meringa?
Osservo di nuovo il bar della stazione.
Intravedo papà che, oltre il vetro azzurrino del locale, sta facendo l’ordinazione al tipo che sta dietro il bancone, e mi scappa un piccolo sorriso obliquo.
Allo stesso tempo il mio sguardo viene attirato da qualcosa che non dovrebbe essere lì, in quel punto della banchina, dove immobile, nera, elegante e dritta come una piccola sfinge adesso sta seduta Bastet che sta ricambiando la mia occhiata attonita con una delle sue, verdi e scaltre.
Dirigo subito gli occhi verso il trasportino per scoprire con orrore che è vero, era chiuso male, e la gatta è riuscita a evadere!
Mollo di scatto l’ombrellino e mi alzo in piedi, con la mano a cucchiaio protesa in avanti nell’atto di offrirle del cibo immaginario.
– Qui, micia, da brava… Micia, micia, micia… - le mormoro mentre avanzo con cautela.
Lei mi osserva, sorniona, mi lascia avvicinare di qualche passo, poi parte come un fulmine e schizza dalla parte opposta dirigendosi velocemente verso la piccola folla che ormai si sta radunando sempre più numerosa sulla banchina.
Corro verso il punto in cui è sparita, mi tuffo tra la gente tentando di non perdere il contatto e la scorgo, piccola macchia scura e veloce, che si destreggia tra le gambe di studenti e genitori in attesa sul marciapiede.
– Bastet, qui subito… – provo a intimarle in tono più secco quando vedo che si è fermata a guardarmi. Arrischio una manovra di avvicinamento ma, come prima, mi permette di arrivarle solo a pochi passi di distanza. Quindi con un balzo leggero scatta di nuovo lontano, seminandomi.
- Cattiva, Bastet! - Cerco di arrancarle dietro in modo goffo, impedita dal dannato vestito pieno di fronzoli che ho addosso, e la perdo quasi subito.
- Bastet… – la chiamo con voce supplicante, ma si sa che tentare di richiamare a sè un gatto è da considerarsi impresa già fallita in partenza.
Sto per arrendermi alla disperazione - maledicendo mentalmente mio fratello che quest’anno ha deciso di cedermi come animale domestico la gatta a favore di un’iguana, che fa molto più fico - quando la vedo zampettare in modo aggraziato e incuriosito tra le valige e i bauli appartenenti a un piccolo crocchio di persone ferme vicino al treno. Mi dirigo verso di loro con fare guardingo. Sto quasi per riuscire ad afferrarla quando qualcosa la distrae o la spaventa, e la rimette in fuga rasente il convoglio che nel frattempo ha aperto le porte.
Le volo appresso, terrorizzata dall’eventualità che possa infilarsi tra il treno e i binari o salire su qualche carrozza per nascondersi in uno scompartimento qualunque.
Per fortuna, dopo aver risalito due o tre vagoni, scarta improvvisamente a destra e si infila ancora tra le gambe delle persone che ormai affollano la banchina. E io dietro, stremata.
Quando, di sorpresa, finalmente si ferma qualche metro più in là rispetto a un capannello di studenti intenti a scambiarsi figurine. Si accovaccia e mi fissa con occhi verdi e misteriosi che sembrano sfidarmi ancora.
Ma forse è solo stanca di scappare.
– Buona, micia… - mormoro, sbuffando come un mantice. E intanto mi avvicino piano… piano…. piano…
- Adesso vieni qui, da brava… - cambio tono, le sussurro dolcemente qualche complimento e lei mi permette di farsi catturare.
La prendo finalmente in braccio stringendola forte, e tiro un enorme sospiro di sollievo.
Gioia che però dura poco, perché ben presto mi rendo conto di non riuscire più a individuare il punto, con i bagagli che ho abbandonato per rincorrere la micia, da cui sono partita.
L’unica certezza rimasta è che l’Hogwarts Express è alle mie spalle, ma non so assolutamente a che altezza della banchina mi trovo mentre intorno a me ruotano e fluttuano solo facce sconosciute.
Cerco di buttare lo sguardo oltre quei volti; alcuni guardano incuriositi, altri sorridono alla ragazzina vestita di bianco che stringe a sé un gatto nero e non riesce più a localizzare le sue valige ma, soprattutto, il piccolo bar della stazione dove suo padre è entrato a comprarle da bere: tutto sparito dietro a una cortina di umanità variopinta e vociante.
Comincio ad avvertire una spiacevole sensazione di vuoto all’altezza dello stomaco.
Ho perso ogni punto di riferimento.
O meglio, ho perso il mio più importante punto di riferimento.
E il cuore prende a battere forte mentre mi guardo attorno, smarrita, con un batuffolo di pelo nero serrato tra le braccia, e sussurro.
- Papà?


*****



Mi blocco con la bottiglia di thè freddo alla pesca stretta nella mano sinistra, e il pacchetto di biscotti allo zenzero in quella destra.
– Sybil? – La valigia, il baule e il trasportino (vuoto?!) sono lì dove li avevo lasciati. Ma di mia figlia (e della gatta) non c’è traccia. L’unico segno della sua presenza è costituito dall’ombrellino bianco abbandonato accanto al bagaglio.
Mi guardo attorno, ma lei non è nei paraggi.
- Sybil…
Continuo a non vederla e inizio a percepire un po’ di apprensione. Per quale motivo si è allontanata?
E, soprattutto, si è allontanata di sua volontà o qualcuno l’ha costretta?
Cerco di impedire alla mia mente di seguire questa pista assurda, anche se una sgradevole sensazione di inquietudine inizia a strisciarmi sulla pelle.
Conosco bene mia figlia e so perfettamente che non darebbe mai retta a uno sconosciuto; perciò se si è allontanata lo ha fatto per una buona ragione o con qualcuno che conosce bene.
Ma se pure qualcuno di sua conoscenza l’avesse invitata a seguirla, so benissimo che non avrebbe lasciato i bagagli incustoditi prima del mio ritorno.
In questi casi l’immaginazione si diverte a stanare e ad amplificare le paure più recondite, e allora…
- Sybil!
E allora può capitare che anche uno come me abituato a ragionare, analizzare e considerare i fatti con un certo distacco - se non spesso addirittura con grande freddezza - si scagli tra la gente che ormai affolla la banchina con il cuore in subbuglio e una bottiglietta di thè freddo e un pacchetto di biscotti stretti in pugno.
Perché razionalmente so che non può essersene andata da nessuna parte che non sia qui sul binario nove e tre quarti, tuttavia l’inconscio continua a formulare brutti pensieri.
– Sibby… Sibby! – La chiamo ripetutamente, ad alta voce, senza rendermi conto che ormai il mio tono è diventato d’urgenza; e intanto fendo freneticamente la calca con lo sguardo, alla ricerca disperata di una figuretta bianca con un cappellino a tesa larga dello stesso colore in testa.
In molti mi riconoscono, mi salutano, cercano di fermarmi per scambiare qualche parola con me prima della partenza dei loro figli per la scuola di magia e stregoneria più prestigiosa del mondo.
Ma non è questo il momento, perchè nella mia mente confusa da un’agitazione mai provata adesso di gente che vorrebbe parlarmi dei propri marmocchi mi importa ben poco.
Eludo con eleganza diverse mani tese verso di me che vorrebbero stringere la mia; quindi scorgo la corpulenta figura di Henriette Spinnet - rappresentante per i genitori nel Consiglio di Istituto dai tempi in cui sua figlia Alicia frequentava la scuola e giocava come cacciatrice tra le fila di Grifondoro - che mi sta venendo incontro sollecita, sbracciandosi al mio indirizzo.
- Preside! Preside Piton!
La dribblo con garbo mentre mi annuncia orgogliosa che anche per sua nipote è finalmente arrivato il momento di affrontare il primo anno a Hogwarts, e con un ghigno di circostanza - che vorrebbe essere un sorrisetto educato – le rifilo abilmente in mano la bottiglietta di thè e il pacchetto dei biscotti.
Quindi, con il ghigno di circostanza ancora stampato sulla faccia con cui ho liquidato la Spinnet, mi sposto rapido verso la fiancata rosso fiammante del treno e inizio a risalirla a grandi passi.
Quando, finalmente, a pochi metri da me scorgo il terzetto che sta provenendo dalla parte opposta, la tensione che ho accumulato all’altezza della bocca dello stomaco si scioglie in modo quasi doloroso.
Sento a malapena quanto sta enunciando Remus Lupin da lontano, con aria sorniona. L’unica cosa che vedo con chiarezza è come la sua mano sia posata sulla spalla di Sybil, che ha fra le braccia la gatta nera, mentre a sinistra Teddy, che ormai ha quasi raggiunto l’altezza del padre, regge il cappellino bianco a larghe tese di mia figlia.
- Ciao, zio Sev… - esordisce, con un sorriso largo e simpatico, e mi viene da pensare a come somigli in modo sempre più evidente alla madre. Remus intanto sospinge con delicatezza la ragazzina.
– Questa signorina si è persa qui attorno per inseguire la sua gatta. Ma per buona sorte ad un certo punto le nostre strade si sono incrociate. Anche se bisogna ammettere che, essendo la tua fotocopia, chiunque, pur ignorando la sua identità, te l’avrebbe riportata all’istante! – Puntualizza, gentile e divertito al tempo stesso, mentre la bambina si rifugia contro di me.
La guardo, accigliato, ma la voglia di rimproverarla per la paura che mi ha fatto prendere si stempera davanti al suo faccino contrito e agli occhi lucidi, segno di come anche lei deve essersi spaventata.
La avvolgo in un abbraccio protettivo.
– Ma che cosa ti è saltato in mente? – Sospiro, accarezzandole il visetto mortificato.
- Scusa, papà, so che non avrei dovuto muovermi ma Bastet è riuscita non so come a liberarsi e ha iniziato a scappare in mezzo alla gente. Allora io ho avuto paura si infilasse sotto il treno. Così ho cercato di riprenderla, però nel farlo mi sono allontanata troppo e ho perso l’orientamento. Poi è passato zio Remus per fortuna e… - mugugna a testa bassa, seguitando a stringere al petto la gatta che inizia a dare segni di insofferenza.
Teddy intanto ha fatto un passo verso di lei e le porge il cappellino.
– Tutto è bene quel che finisce bene. Ed ecco il vostro copricapo, mademoiselle. – Dichiara in tono lievemente scherzoso stemperato da un pizzico di galanteria.
Lei rialza di scatto il capo e sgrana gli occhioni neri in faccia al ragazzo con espressione indecifrabile, mentre io noto come il suo visetto sia avvampato.
All’improvviso nella mia mente si fa strada, agghiacciante, l’evidenza: Sybil ha una cotta per lui!
Sebbene per un padre questo sia sempre un colpo basso che avrebbe bisogno di molto tempo in più per essere metabolizzato, cerco di reagire per trarla d’impaccio.
– Grazie, Teddy… - forse intervengo un po’ troppo seccamente, prendendo in consegna il cappello bianco. – Questo è meglio che per il momento lo tenga io.
Lancio un’occhiatina allusiva a Lupin ma nel farlo il mio sguardo va oltre la sua spalla, così intravedo come dal muro di mattoni rossi che divide il Nove e Tre Quarti 9 dal resto del mondo babbano stiano sbucando gli altri tre componenti della mia famiglia.
Ho un attimo di sconcerto, perchè – cosa inconcepibile, e mai accaduta prima – stavolta sono in perfetto orario. Tuttavia cerco di riprendermi il più velocemente possibile dallo stupore.
Per tutti i Garg… Ehm… Brutte notizie, Sibby: sta arrivando tua madre con il resto della truppa… - considero, spronando mia figlia in modo deciso nella direzione opposta: se non ho potuto evitarle di imbattersi nel ragazzo che le piace, almeno farò di tutto per impedirle di avere un mortificante tête-à-tête con il fratello. - Tu sai che adesso dovrai salire su quel treno molto in fretta, vero?
Lei mi guarda con aria allarmata e allo stesso tempo implorante mentre io, prima di avviarmi, mi rivolgo a padre e figlio rimasti fino a quel momento ad osservare il nostro scambio di battute con aria un po’ basita.
– Remus, amico mio, ti devo chiedere un altro favore: fermali… Quel tanto che basta perché io riesca a sistemare Sybil, gatta e tutto il resto in una delle carrozze di testa. Poi ti spiegherò… Grazie ancora!
Annuisce e ridacchia, forse intuendo qualcosa, poi si volta per andare incontro a mia moglie intanto che io e mia figlia stiamo tornando quasi di corsa nel punto in cui abbiamo lasciato i bagagli.
Quando, trafelati, li raggiungiamo, troviamo un addetto delle ferrovie in livrea rossa che li sta osservando con scrupolo e un pizzico di circospezione.
– Oh, preside Piton… - esordisce sorpreso, riconoscendomi. – Mi stavo giusto domandando di chi fossero. Era un po’ che, vedendoli incustoditi, li tenevo d’occhio.
- Grazie, Bert… - rispondo, afferrando il trasportino per aiutare mia figlia a rinfilarci la gatta. - Sono nostri. E, anzi, se tu potessi darci una mano a caricarli sul treno in meno di un minuto te ne sarei davvero grato!
- Lo consideri già fatto… - esclama, sollecito, ammiccando simpaticamente a Sibby.
Conosco bene Herbert Fleet, che, dopo aver studiato a Hogwarts durante il mio periodo di insegnamento, da parecchi anni ormai lavora tra il personale qualificato delle Ferrovie Magiche.
Afferra un carrello e impila valige e baule con perizia e professionalità, dirigendosi in scioltezza verso le prime carrozze del treno. Intanto mi racconta che quest’anno anche il figlio di sua cugina Martha inizierà a frequentare la scuola e tutti sperano possa essere smistato in Tassorosso, come il resto della famiglia, mentre io lo ascolto distrattamente, preoccupato più che altro di far salire in fretta mia figlia.
Troviamo la carrozza giusta; quindi con l’aiuto di Bert carico il bagaglio, poi mi assicuro che Sybil e Bastet siano sistemate e, infine, mi concedo di rilassarmi.
Manca poco alla partenza, a questo punto. Dal marciapiede la guardo mentre è affacciata al finestrino che mi sorride, finalmente tranquilla. Nel frattempo nel suo scompartimento si sono sedute altre due ragazzine della sua età con le quali, chissà, da stasera potrebbe anche condividere la stessa casa di appartenenza.
- Tra quanto partiamo? – mi domanda, allungando verso il basso la sua manina per stringere la mia.
- Manca ancora un quarto d’ora, piccolina. Tra poco ti saluto e salgo sul treno anch’io, che la mamma sarà già nello scompartimento riservato ai professori ad aspet…
Il tocco caldo e delicato di una mano minuta che si posa sul mio braccio mi interrompe.
- Mamma!
La voce dal tono piacevolmente sorpreso di mia figlia anticipa il mio stupore nello scoprire che Lavinia si è come materializzata accanto a me, quasi per incanto, e mi guarda sorridente.
- Non guardarmi con quell’aria arcigna, signor preside… – celia, mentre un lampo ironico attraversa le iridi cristalline. – Speravo tu fossi un po’ più contento di vedermi.
- E io pensavo tu fossi già in carrozza, con Ariana. E Nick? – ribatto, posandole un bacio sulle labbra.
Mi prende sottobraccio, guardandomi da sotto in su con aria maliziosa, e le brillano gli occhi.
– Tranquillo! Tuo figlio, il suo iguana e Teddy hanno preso possesso di uno scompartimento molte carrozze più in giù rispetto a questa, e Ari è già salita con Remus… - specifica, ridacchiando, quindi si rivolge a Sybil.
– Così puoi stare tranquilla anche tu, signorina. Tuo fratello non risalirà certo tutto il treno per venirti a cercare con l’intenzione di prenderti in giro per come sei vestita. Anche se non capisco per quale motivo tu debba sentirti a disagio. Sei bellissima, tesoro mio. – conclude con un’affettuosa, piccola sfumatura di rimprovero.
Nostra figlia abbassa per un attimo lo sguardo, punta sul vivo, ma poi torna a contemplarci, felice.
E’ arrivata l’ora del commiato. Il treno inizia a sbuffare, pronto ad affrontare gli interminabili chilometri di binario che termineranno alla stazione di Hogsmeade.
Mia moglie impartisce le ultime raccomandazioni, poi la saluta e mi lascia un ultimo istante con lei.
- Buon viaggio, piccolina. Ci vediamo a Hogwarts. – Mormoro, stringendole la mano, mentre sento una leggera stretta di commozione serrarmi la gola, e penso a come stasera saprò se avremo un’altra piccola Serpeverde in famiglia o… chissà…

*****



- Buon viaggio anche a voi, papino. E, grazie di tutto! - Gli rispondo, mentre alle mie spalle sento già il caratteristico cigolio del carrello dei dolci che passa lungo il corridoio.
Lui mi stringe ancora una volta la mano, dedicandomi uno dei suoi rari e preziosi sorrisi, poi si incammina con la mamma lungo il marciapiede che costeggia la fiancata rosso fuoco del treno.
Sto a guardarli che si allontanano e si girano a salutarmi più volte intanto che io continuo ad agitare la mano dal finestrino e mentre li guardo sento tutto l’amore che provo per loro scaldarmi il cuore.
Li guardo fino a che anche l’ultimo lembo di stoffa nera della giacca del mio papà sparisce in mezzo ai colori della gente radunata sotto i finestrini; quindi mi accomodo sulla morbida poltroncina di pelle dello scompartimento.
Lancio un’occhiata con un pizzico di naturale diffidenza alle mie compagne di viaggio, ma sembrano simpatiche. Allora, forzandomi un po’, decido di fare il primo passo.
– Ciao, sono Sybil… - mi presento, sentendo un lieve rossore scaldarmi le guance.
Mi sorridono e si presentano a loro volta mentre l’Hogwarts Express con un sobbalzo e un ultimo lungo sbuffo si mette in moto, cigolando, fra le grida di saluto di chi è rimasto sulla banchina e quelle dei ragazzi che il treno si sta portando via.
Io e le mie nuove amiche allora ci guardiamo, emozionate, e ci tuffiamo in un fitto scambio di ipotesi e fantasie su come sarà il viaggio, su cosa faremo al nostro arrivo e su dove ci smisterà il Cappello Parlante.
Ma neanche io, nonostante sia nata e cresciuta fra le mura del castello, so esattamente cosa proverò quando sarò là, e mi toccherà entrare in Sala Grande questa volta in veste di matricola.
L’unica, emozionante certezza è che sto partendo per affrontare un’esperienza ancora tutta da vivere e da scoprire.
Sto partendo verso una nuova, fantastica avventura.
 
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view post Posted on 21/8/2018, 20:05
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 21/8/2018, 20:08) 
Anticipo a chi ha letto Lacrima di Fenice che ritroverà personaggi già noti, perchè diciamo che è un piccolo sequel di quella long fic ;)

Sììììì! Evvai, Ele!
Più tardi leggo che sono curiosissima!
 
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view post Posted on 21/8/2018, 22:20
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I ♥ Severus


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CITAZIONE
– Ma secondo te quando si potrà salire?
- Oh, questione di poco ancora, presumo. Manca più di un’ora alla partenza, ma credo sia quasi arrivato il momento di iniziare a caricare bagagli e passeggeri. – cerco di rassicurarla, mentre penso a come andrei personalmente a sollecitare il capostazione, o chi per lui, perché si decida a dare l’ordine di aprire quelle maledette porte. Al momento l’unica cosa che mi tranquillizza è che so con certezza che mia moglie con i nostri altri due figli arriveranno come al solito all’ultimo secondo, e di corsa.

Severus è assolutamente e meravigliosamente delizioso con sua figlia!
CITAZIONE
- Grazie, papà! – rispondo, ma credo non mi abbia sentito.
Lo guardo allontanarsi diretto al piccolo bar con quel suo passo rapido, silenzioso ma risoluto; lo stesso passo che userebbe indistintamente sia per marciare alla volta di uno studente indisciplinato, sia - ne sono certa - per andare incontro a un esercito armato.
D’altronde lo ha già fatto, lo so.

Ho impiegato un attimo a capire di chi erano i pensieri, e quando l'ho compreso sono rimasta congelata, bloccata, senza quasi riuscire a respirare.
La bimba lo sa.
Sì, lui l'ha fatto.
Stupendo.
CITAZIONE
E confesso che da quando lo so, non posso evitare di sentirmi enormemente orgogliosa!

Assolutamente deliziosa questa bambina! E tu mi stai facendo commuovere.
CITAZIONE
In primo luogo forse perché ci ama tanto, senza alcuna riserva. Poi perchè mantiene sempre la parola data.

In effetti sono prerogative assolute di Severus...
CITAZIONE
Dirigo subito gli occhi verso il trasportino per scoprire con orrore che è vero, era chiuso male, e la gatta è riuscita a evadere!

Intrigante imprevisto!
CITAZIONE
– Buona, micia… - mormoro, sbuffando come un mantice. E intanto mi avvicino piano… piano…. piano…

Bellissimo! :D Il tuo umorismo discreto e delicato è sempre piacevolissim.
CITAZIONE
E, soprattutto, si è allontanata di sua volontà o qualcuno l’ha costretta?
Cerco di impedire alla mia mente di seguire questa pista assurda, anche se una sgradevole sensazione di inquietudine inizia a strisciarmi sulla pelle.

Adorabilissimo Severus! :lovelove:
CITAZIONE
E allora può capitare che anche uno come me abituato a ragionare, analizzare e considerare i fatti con un certo distacco - se non spesso addirittura con grande freddezza - si scagli tra la gente che ormai affolla la banchina con il cuore in subbuglio e una bottiglietta di thè freddo e un pacchetto di biscotti stretti in pugno.
Perché razionalmente so che non può essersene andata da nessuna parte che non sia qui sul binario nove e tre quarti, tuttavia l’inconscio continua a formulare brutti pensieri.

Adoro ques'uomo meravilgioso! :lovelove: :lovelove: :lovelove:
CITAZIONE
Anche se bisogna ammettere che, essendo la tua fotocopia, chiunque, pur ignorando la sua identità, te l’avrebbe riportata all’istante!

Bello, bello, bello! Anche per me sua figlia gli assomiglia tantissimo!
CITAZIONE
Lancio un’occhiatina allusiva a Lupin ma nel farlo il mio sguardo va oltre la sua spalla, così intravedo come dal muro di mattoni rossi che divide il Nove e Tre Quarti 9 dal resto del mondo babbano stiano sbucando gli altri tre componenti della mia famiglia.
Ho un attimo di sconcerto, perchè – cosa inconcepibile, e mai accaduta prima – stavolta sono in perfetto orario. Tuttavia cerco di riprendermi il più velocemente possibile dallo stupore.

Delizioso, davvero gradevolissimo il tuo tocco di umorismo!
CITAZIONE
Lui mi stringe ancora una volta la mano, dedicandomi uno dei suoi rari e preziosi sorrisi

Oooh! :lovelove: :lovelove: :lovelove:

Bellissima storia, Ele, grazie! :wub:
 
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view post Posted on 22/8/2018, 12:45

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Ele, è una storia bellissima.
Non ho ancora letto la long fic, ma ovviamente si comprende tutto molto bene.
Molto bello il personaggio della piccola, che sembra già molto sveglia e molto intelligente. Degna figlia di suo padre!
Tenerissimo il modo in cui è preoccupata che venga vista con quel vestito: all'inizio non capivo perché fosse così preoccupata, poi è arrivato qualcuno... e tutto è stato chiaro :D
Mi sembrano interessanti anche i personaggi che si vedono meno, come la moglie di Severus. E mi ha fatto molto piacere vedere l'amicizia (o il rapporto amichevole, comunque) con Remus.
Complimenti!
 
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view post Posted on 22/8/2018, 14:56
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Grazie Ida per il bellissimo commento, sono davvero lusingata che tu abbia così apprezzato la storia e soprattutto "partecipato" il rapporto tra padre e figlia con quel tuo delizioso, immancabile calore umano e soddisfatta per l'essere riuscita a trasmetterti la profondità di questo rapporto straordinario. :wub:
Questo rapporto tra un padre e una figlia molto simili ma anche molto speciali, non poteva che essere così: tenero, profondo, ed emozionante da raccontare!

E grazie mille anche a te Stella, per aver apprezzato le dinamiche in cui si muovono personaggi di cui in effetti non hai mai letto nulla, e averne colto le principali caratteristiche senza saperne molto a riguardo. Sybil è una bimba sveglia, per forza - è figlia di cotanto padre - ma è anche molto timida e riservata, e tu ne hai colto subito l'essenza con estrema delicatezza: mi hai fatto felice! :wub:
 
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view post Posted on 22/8/2018, 17:06
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Che gioia ritrovare Lavinia è come ricongiungersi con una vecchia e cara amica.
Sybil è dolcissima e molto simile al suo papà riservata e forse un po’ timida

CITAZIONE
Non riesco a non guardarla: ogni volta che lo faccio sento il cuore allargarsi a dismisura.
Sorrido tra me, divertito. Ha l’aria lievemente infastidita mentre studia con sguardo analitico quanto la circonda. E io so bene per quale motivo inalbera quel piccolo broncio.

Che fantastico Severus questo! Un padre orgoglioso e innamorato della sua bambina.
Quanto ho desiderato vederlo così dopo tante sofferenze!
E lei, Sybil è stupenda!
CITAZIONE
“Papà, io metterò quell’inammissibile vestito, ma… ti posso chiedere un grosso favore?” Mi aveva domandato con l’espressione giudiziosa che la caratterizzava.

Deliziosamente sarcastica la nostra Sybil : inammissibile vestito, bravissima Ele!
Questa bambina si fa amare e temere.

CITAZIONE
Allora aveva puntato con fermezza le sue pupille nere nelle mie, per nulla turbata dal fatto che avessi intuito alla perfezione il suo stato d’animo, e mi era sembrato di specchiarmi nel mio stesso sguardo.
“Per favore, papà, mercoledì accompagnami tu in stazione: e che sia molto presto.” Si era limitata a ribadire, cocciuta quanto me.

E’ bello essere la figlia di Severus!
Come è orgogliosa di lui e come descrive le caratteristiche salienti dell’uomo viste attraverso gli occhi di sua figlia.
Sicurezza, amore, fiducia ecco la trasposizione del grande cuore di Severus da combattente coraggioso in padre amorevole e protettivo.

Bravissima anche qui Ele:
CITAZIONE
Nicholas, che dall’anno scorso ha iniziato a studiare Storia della Magia, mi ha poi confidato che sul libro è citato più volte anche il suo nome oltre a quelli di Harry Potter e di zio Albus.
E confesso che da quando lo so, non posso evitare di sentirmi enormemente orgogliosa!
Sono sempre stata convinta di come il mio papà sia una persona speciale a tutti gli effetti e per tanti motivi. In primo luogo forse perché ci ama tanto, senza alcuna riserva. Poi perchè mantiene sempre la parola data.
Tuttavia ci sono un’infinità di altre ragioni per le quali credo sia un uomo straordinario.
Vicino a lui non ho paura di nulla, potrei sfidare qualsiasi cosa. La mia fiducia in lui non ha limiti; e poi ha sempre una risposta a tutte le mie domande. E’ lui che mi ha insegnato tutto quello che so e a non porre confini alla mia sete di conoscenza. Ma la cosa che più mi rende felice è come tra noi basti uno sguardo per capirci.

Ma poi…
Certo un’iguana farebbe più fico di un gatto, per dirla come Sybil, ma tant’è e lei lo ricorre.

Mi è piaciuto tanto anche il cambio di punti di vista.
Eccellente idea che riesce a mantenere il lettore coinvolto e emozionato.
CITAZIONE
E allora può capitare che anche uno come me abituato a ragionare, analizzare e considerare i fatti con un certo distacco - se non spesso addirittura con grande freddezza - si scagli tra la gente che ormai affolla la banchina con il cuore in subbuglio e una bottiglietta di thè freddo e un pacchetto di biscotti stretti in pugno.
Perché razionalmente so che non può essersene andata da nessuna parte che non sia qui sul binario nove e tre quarti, tuttavia l’inconscio continua a formulare brutti pensieri.

Ed ecco il grande Severus che amo, quello che non può prescindere dai suoi trascorsi, che teme per chi ama e al diavolo il distacco e l’orgoglio: corre e cerca in preda al timore ancestrale di perdere le persone a cui tiene.
Bellissima scena!
Seguita da quella del ritrovamento in cui, con maestria e discrezione, hai saputo infilare l’interesse di Sybil per Ted appena accennato, ma ben rimarcato da cotanto padre: geloso come tutti i padri di figlie femmine!
Tenerissimo Severus che risponde un po’ sostenuto a Ted consapevole che l’adolescenza della figlia sarà dura da sopportare.

Poi il ricongiungimento di tutta la famiglia...
Una storia che resta nel cuore e sulle labbra con un sorriso che non se ne va fino alla fine, fino a quando mi pare di vedere ancora una giacca nera tra i colori e la gente, fino a quando un po' di commozione mi sale in gola pensando all'amore di Sybil per un uomo che davvero merita tutto l'amore del mondo.

Bella bellissima storia. Letta stamattina e riletta adesso per cogliere tutti i particolari di questa coppia padre e figlia: così simili e così perfetti usciti dalla tua fantasia e dal tuo grande cuore, Ele.
 
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view post Posted on 23/8/2018, 17:46
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CITAZIONE (chiara53 @ 22/8/2018, 18:06) 
Ed ecco il grande Severus che amo, quello che non può prescindere dai suoi trascorsi, che teme per chi ama e al diavolo il distacco e l’orgoglio: corre e cerca in preda al timore ancestrale di perdere le persone a cui tiene.
Bellissima scena!
Seguita da quella del ritrovamento in cui, con maestria e discrezione, hai saputo infilare l’interesse di Sybil per Ted appena accennato, ma ben rimarcato da cotanto padre: geloso come tutti i padri di figlie femmine!
Tenerissimo Severus che risponde un po’ sostenuto a Ted consapevole che l’adolescenza della figlia sarà dura da sopportare.

Esattamente così! Hai colto in pieno il concetto, Chiara, con la tua consueta capacità di giudizio e il tuo grande buonsenso; sono molto soddisfatta che tu mi dia conferma di come sono riuscita a rendere chiara e percepibile l'idea che avevo in testa :lol:

CITAZIONE (chiara53 @ 22/8/2018, 18:06) 
Poi il ricongiungimento di tutta la famiglia...
Una storia che resta nel cuore e sulle labbra con un sorriso che non se ne va fino alla fine, fino a quando mi pare di vedere ancora una giacca nera tra i colori e la gente, fino a quando un po' di commozione mi sale in gola pensando all'amore di Sybil per un uomo che davvero merita tutto l'amore del mondo.

Bella bellissima storia. Letta stamattina e riletta adesso per cogliere tutti i particolari di questa coppia padre e figlia: così simili e così perfetti usciti dalla tua fantasia e dal tuo grande cuore, Ele.

E bellissimo commento, Chiara, come solo tu sai elaborare per far felice chi legge le tue parole sempre appropriate, sentite, e che rivelano il grande cuore che metti sempre anche tu in quello che esprimi. Un grazie enorme, e un abbraccio grandissimo :wub:
 
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view post Posted on 21/9/2018, 13:21
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Ehi! L'Espresso per Hoguarst a fine mese ci lascia. Dove sono le vostre storie? Sono in arrivo?
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 21/9/2018, 14:21) 
Ehi! L'Espresso per Hoguarst a fine mese ci lascia. Dove sono le vostre storie? Sono in arrivo?

Io non sono riuscita a scrivere nulla. O meglio ho ricominciato diverse volte. Il problema è che sono secoli che non scrivo di Severus e devo rimetterci su la mano. Quindi, a malincuore, lascio la sfida, considerando anche che hanno messo a disposizione i corsi dell'univ e ho nove esami da preparare in due mesi e mezzo.
 
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view post Posted on 21/9/2018, 14:52
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Le università francesi ammazzano i loro allievi a colpi di esami! :o:
 
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Io ho un blocco e non riesco ad andare avanti. Mi spiace ma mi vedo costretta a passare... :(
 
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view post Posted on 23/9/2018, 09:56
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CITAZIONE (Arwen68 @ 21/9/2018, 17:06) 
Io ho un blocco e non riesco ad andare avanti. Mi spiace ma mi vedo costretta a passare... :(

Se hai solo bisogno di un po' più di tempo, non è un problema prorogare la scadenza.
 
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view post Posted on 23/9/2018, 17:07
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CITAZIONE (Ida59 @ 23/9/2018, 10:56) 
CITAZIONE (Arwen68 @ 21/9/2018, 17:06) 
Io ho un blocco e non riesco ad andare avanti. Mi spiace ma mi vedo costretta a passare... :(

Se hai solo bisogno di un po' più di tempo, non è un problema prorogare la scadenza.

Ti ringrazio, Ida, per la disponibilità :wub: ma non è un problema di scadenza... è proprio un blocco che non mi fa andare avanti... mi sento come un cetaceo spiaggiato... con un mood del genere sforzarmi a scrivere non ha senso.
 
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