Il Calderone di Severus

Sfida n. 15 FF Aspettando l'espresso per Hogwarts

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view post Posted on 25/4/2018, 18:45
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Pozionista abile

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Sono arrivata a scrivere ben 750 parole della mia fic... <_<
Spero di poterla riprendere in mano nei prossimi giorni, complice il ponte del primo maggio ^_^
 
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view post Posted on 26/4/2018, 14:54
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GabrixSnape

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Letta tutta d'un fiato. Pennellate di vita: finalmente anche appagante. Speranze, dolcezze e cenni ad un quotidiano che si merita. Adoro questo universo parallelo in cui lui è ancora vivo, riscattato ed amato.
Ovviamente mi sono commossa, ma questo non dovrebbe stupire molto. ❤
 
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view post Posted on 26/4/2018, 15:29
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I ♥ Severus


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;) :)
 
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view post Posted on 9/5/2018, 10:26
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Pozionista sofisticato

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Avviso ai lettori:
Questa storia è nata per caso, quasi per gioco a dire il vero.
Fa parte (ed è definitivamente l’ultima) di una serie di one shot che, se non avete letto, vi consiglio caldamente di leggere altrimenti non potreste capire il quadro generale.
Le storie, in serie, sono: Condannata, E’ così che deve essere (VM), Puttana (VM), Ci penserai domani.


Lasciali guardare




La banchina é affollata come ogni anno.
I genitori sanno che da quel giorno i loro figli non saranno più dei semplici ragazzini, ma giovani maghi a tutti gli effetti.
Vedi madri commuoversi, accucciate davanti ad impacciati ragazzini undicenni.
Non hai mai capito quelle lacrime. Forse perché tua madre non ha mai pianto per te, ma solo per se stessa.
O forse perché lei vedeva la tua partenza come qualcosa di positivo; il treno non ti portava via dal suo abbraccio.
Il treno ti salvava da tuo padre.
Sorpassi una mamma che abbraccia singhiozzando la figlia in evidente imbarazzo.
No, non avevi mai capito.
Fino ad oggi.
Cammini a testa alta tra la folla.
Indossi un abito in stile Babbano.
Rigorosamente nero, ovviamente.
Accanto a te, tua figlia.
Colei che, insieme a sua madre, ha portato luce nella tua tetra, inutile vita.
Lei più schiva, più timida. Ma comunque determinata e testarda.
Anche lei indossa un abitino Babbano che, forse, si adatta meglio ad una bambola che alla figlia di Severus Piton, ma non ti interessa.
A lei piace e questo è quello che conta.
Tutti vi guardano.
Lasciali guardare.
Lo sapevi che sarebbe successo.
Puoi quasi sentire i sussurri degli altri genitori alle tue spalle.
Li ignori.
Come hai ignorato ogni malalingua sulla tua vita.
Come hai ignorato le parole assassino, traditore, Mangiamorte, accostate al tuo nome.
Sei stato tutto quello in fin dei conti.
Assassino.
Traditore.
Mangiamorte.
Ma ora sei molto di più.
Ora sei un maritoe un padre.
Un uomo finalmente felice.
Lasciali guardare.
Vi fermate sulla banchina a pochi passi da una delle porte del treno. Un treno che la porterà verso il suo radioso futuro. Verso quella conoscenza che lei cerca costantemente senza mai averne abbastanza. Si siede sul baule, apre la gabbietta ai suoi piedi e accarezza la testa del suo gatto nero.
Morr.
Nome strano per un gatto.
Lei lo prende in braccio e continua ad accarezzarlo.
Il vapore esce dal camino della locomotiva; sembra quasi che voglia avvolgere tutto il treno.
- Mi guardano tutti, papà.
Abbassi lo sguardo su tua figlia. Non lo dice con tristezza, ma solo come un’ovvia realtà.
È una brava osservatrice.
- Non guardano te, Eileen. Guardano me.
Lasciali guardare.
- Per questo la mamma non é venuta?
Questa volta avverti uno strascico di tristezza nella sua voce.
Un sospiro ti esce dalle labbra sottili.
- Ne abbiamo già parlato Eileen. - le dici - La mamma sapeva che avrebbe attirato gli sguardi delle persone. Non voleva metterti in difficoltà.
Ironico come l’etichetta di puttana, sia più imbarazzante di quella di Mangiamorte.
- Non mi importa degli altri.
Stiri le labbra in un sorriso.
Sei così orgoglioso di lei.
Così come sei orgoglioso di tua moglie.
Ricordi ancora il giorno in cui sono piombate nella tua non vita.
Lei mezza nuda e ferita nel corpo e nello spirito.
Eileen piccola e tremante tra le sue braccia, indossava un pigiama color lilla.
Da quel giorno sono passati anni, anni finalmente felici, sereni e pieni d’amore.
Il lilla é stato sostituto da un rosa acceso, poi un pallido giallino, un viola scuro ed ora dal bianco.
Ti chiedi di che colore sarà la sua Casa, ma, forse, lo sai già.
Niente verde argento per la tua bambina, forse avrà un leone cucito sul taschino, ma sei quasi certo che passerà le sue giornate nella Sala Comune cullata dal vento che avvolge la torre ovest.
La gente che vi circonda con le loro occhiate piene di disappunto e i mormorii sulle labbra non sanno il percorso che vi ha portati a questo punto.
Su questa banchina.
Lasciali guardare.
Giudicare senza conoscere é una prerogativa umana. Una verità a cui tu e tua moglie siete ormai abituati.
Tu Mangiamorte.
Lei puttana.
Ma Eileen non conosce il fondo del baratro dove l’animo umano può arrivare.
Nonostante sappia esattamente cosa sia successo tra sua madre e il suo primo marito - lo stesso uomo che lei stessa ha chiamato papà per quattro anni - non conosce le calunnie.
L’avete protetta quanto possibile dal mondo che non ha accettato il vostro amore.
Ma ora…
- La mamma ti vuole bene, Eileen. - le dici piano - E anch’io. Non dimenticarlo mai.
- Mi fisseranno anche a scuola?
- Forse un po’ all’inizio.
- Posso affatturarli?
- No.
Lo dici risoluto, serio, ma fai fatica a non sorridere.
Lei sospira e rimette Morr nella gabbietta.
- Posso usare le occhiate che mamma chiama alla “professor Piton”?
Questa volta non reprimi il sorriso che prepotente ti sale sulle labbra.
Puoi avvertire ancora più occhiate intorno a te.
Severus Piton che sorride.
Che immagine insolita.
Lasciali guardare.
- Sì, quello puoi farlo.
Lei ricambia il tuo sorriso e senti un’ondata di caldo amore invadere il tuo animo.
Lei e sua madre hanno portato anche i sorrisi e le risate nella tua grigia esistenza.
Ricordi ancora la prima volta che hai riso di cuore.
Una risata che non usciva dalle tue labbra sottili da quando eri ragazzo e le tue giornate erano illuminate da una ragazzina con la chioma ramata.
Tu e Eileen eravate nel salotto di Spinner’s End durante un pomeriggio noioso e piovoso.
Erano passati solo un paio di mesi da quando le avevi trovate davanti alla porta di casa tua.
La tua tetra, polverosa casa era invasa da colorati giocattoli. Ti eri trovato una bambola nel laboratorio di pozioni; era stata messa in un calderone vuoto a fare il bagno, come poi si era giustificata lei.
Ti eri seduto a terra, intento a leggere la Gazzetta del Profeta, Eileen giocava con i tuoi capelli.
Glielo lasciavi fare senza lamentarti, neppure quando tirava troppo forte o ti spostava la testa con movimenti troppo bruschi.
Eri felice di interagire con il suo mondo pieno di colori a te estraneo.
Lei doveva adattarsi alla nuova vita.
Tu a fare il padre.
Anche se ci avrebbe messo quasi due anni per capire bene la situazione e per chiamarti papà.
Tua moglie era tornata dal lavoro, stanca, provata, in costante conflitto con l’ex marito anch’esso impiegato al Ministero.
Nonostante la violenza subita era rimasta in silenzio, aveva preso la bambina e se n’era andata.
Lui, tuttavia, aveva pensato di informare il mondo magico del tradimento e della vera paternità della bambina.
Il Mangiamorte e la puttana.
Così vi ha battezzati la casa Weasley.
E da quel giorno ci sono state solo occhiate di disapprovazione.
Lasciali guardare.
Quando vi aveva visto in salotto aveva sgranato gli occhi nocciola per poi scoppiare a ridere.
Una vera risata, non una di quelle forzate per mostrare a Eileen che andava tutto bene.
Rideva così tanto che aveva anche iniziato a lacrimare, così ti sei alzato e hai intravisto il tuo riflesso nel vetro della finestra: i capelli erano pieni di fiocchi colorati e mollette con farfalle.
Sei scoppiato a ridere pure tu.
Da quel pomeriggio di pioggia hai capito che la vostra famiglia poteva sopravvivere alle malelingue, alle occhiatacce, ai pettegolezzi.
Alla nomea di Mangiamorte e puttana.
Voi potevate sopravvivere a tutto.
Ed ora sei lì, su quella stessa banchina dove tu e tua moglie avete preso quello stesso treno che vi avrebbe portato ad Hogwarts.
Sei lì con tua figlia.
Che gli altri guardassero pure quanto è felice ora il Mangiamorte, marito della puttana.
Eileen si guarda attorno improvvisamente curiosa. Con soddisfazione noti che ha già lanciato un paio di occhiatacce a due ragazzini che le stavano puntando un dito.
Sei così maledettamente orgoglioso di lei.
Lasciali guardare.
Improvvisamente Eileen scatta in piedi e sorride.
- Mamma!
Ti volti e la vedi arrivare.
Anche lei a testa alta e passo sicuro.
Stringe la mano del vostro secondo figlio, la terza luce nella tua vita.
Vi fissano ancora più intensamente.
Lasciali guardare.
Eileen corre verso Hermione che la stringe in un abbraccio pieno di amore.
Mentre la stringe solleva lo sguardo verso di te e sorride.
Ha gli occhi colmi di lacrime e tu solo sai quanto le sia costato attraversare quella barriera.
- Sei venuta, mamma!
Eileen ha riacquistato il suo solito umore, sembra più tranquilla ora.
- Certo piccola, non volevo perdermi la tua prima partenza per Hogwarts. É un momento importante per tutti. Diventi grande.
La piccola sorride e si volta verso di te.
- Papà! - urla così forte che la sua voce sembra rimbalzare contro le mura della stazione - Mamma è arrivata!
Quando ti chiama papà in molti ti fissano.
La storia di Eileen Piton la conoscono in troppi.
Lasciali guardare.
Hermione si avvicina e ti sfiora le labbra con un delicato bacio.
Davanti a tutti e senza imbarazzo.
Come a voler confermare ancora una volta la sua scelta.
Tu non hai bisogno di conferme, ma il mondo… il mondo non smetterà mai di giudicare.
La abbracci senza curarti della gente che vi circonda.
- Sono fiero di te. - le sussurri all’orecchio - Sapevo che saresti venuta.
- Papà… - questa volta é il piccolo che ti chiama tirandoti la gamba dei pantaloni - perché loro ci fissano?
Senti tua moglie irrigidirsi.
Volti la testa pronto ad affatturare chiunque osi guardavi ancora, ma ti blocchi.
Teste rosse.
Troppe
teste rosse vi fissano.
Noti anche tre ragazzi che non hanno la tipica chioma Weasley.
Uno ha la faccia di Potter, l’altro gli occhi di Lily e i capelli della terza bambina sono rossi, ma è un rosso che conosci fin troppo bene.
Non ti importa.
Quegli occhi e quel colore di capelli hanno smesso di farti male da molto tempo.
Sembrano increduli.
E forse lo sono realmente, non vedono Hermione e Eileen da quasi sette anni.
Lasciali guardare.
Potter è l’unico che sostiene lo sguardo infuocato di tua moglie, gli altri preferiscono tornare a fissare il treno.
- Chi sono, papà? - domanda tuo figlio, l’unico in famiglia che non ha mai conosciuto quella, fin troppo chiassosa e numerosa, famiglia.
Eileen era piccola, ma certi traumi restano impressi nella mente e noti che fissa Ron con lo stesso sguardo di sua madre.
- Nessuno. – risponde dura Hermione - Non sono nessuno.
Potter sorride in modo irritante, infila le mani in tasca e fa un passo verso di voi.
Gli altri della famiglia non si avvicinano, ma si voltano di nuovo a fissarlo.
Si accuccia davanti a tuo figlio.
- Ciao. Così non sai chi sono.
Lui nega con il capo, ha una matassa di riccioli castani in testa.
Hermione si rifiuta di tagliargli, come se non ci fossero abbastanza capelli lunghi in casa.
Potter alza lo sguardo e ti lancia un’occhiata. Ricambi con un sorrisino soddisfatto.
Nessuno dei tuoi figli entrerà mai nel fan club di Potter.
- Io mi chiamo Harry, Harry Potter.
Il piccolo si volta verso di voi, fai un debole cenno del capo.
Sarà anche Harry Potter, ma nulla vieta ai tuoi figli di essere educati.
- Io sono Thomas, Thomas Albus Piton.
Potter sgrana gli occhi dietro quelle ridicole lenti rotonde.
- Albus? - ridacchia mentre si alza in piedi - Al vieni qui.
Il ragazzino con gli occhi di Lily si avvicina titubante.
Noti con piacere che non ostenta l’arroganza tipica dei Potter.
- Di a Thomas come ti chiami.
Il ragazzo incassa la testa tra le spalle.
- Albus Severus Potter.
Thomas si volta verso di te.
- Papà si chiama come me e come te!
Annuisci fissando il ragazzo che é sopravvissuto non solo all’Oscuro, ma anche alla pesante cucina di Molly.
Il resto della famiglia continua a guardarvi.
Lasciali guardare.
- Lo so. Imparerai, Thomas, che i Potter hanno uno modo strano di mostrare gratitudine.
Potter ride e mette una mano sulla spalla del figlio.
- Tuo padre ha ragione, Tom.
- Papà ha sempre ragione e mi chiamo Thomas.
Potter ride più forte e tu osservi la schiena di tuo figlio con orgoglio.
Nessun serpente neppure sul taschino della sua divisa.
Ci sarà un leone, ne sei certo.
- Scusami. - dice Potter - Me lo ricorderò per la prossima volta.
- Non ci sarà nessuna prossima volta. - Hermione é furiosa, fissa tutta la famiglia Weasley con rancore - Il treno sta per partire, ora voglio stare con la mia famiglia. Addio Harry.
Potter guarda Hermione e sei certo di vedere qualcosa di simile alla vergogna nel suo sguardo.
Si volta e torna da sua moglie e da suoi figli.
Ginny lancia un’occhiata di disprezzo verso di voi, poi inizia a parlare con Al.
Scuoti il capo e guardi tua figlia, stringe i pugni e il suo sguardo manda scintille verso i giovani Potter.
Trattieni un sospiro, sai cosa significa quello sguardo: Eileen ha appena dichiarato guerra alla famiglia Potter.
Non puoi impedirlo, é una ragazza intelligente e saprà difendersi.
Il treno fischia e una morsa dolorosa ti attanaglia lo stomaco.
È ora.
Improvvisamente ti senti come quella madre che singhiozzava senza pudore davanti alla figlia imbarazzata.
Eileen é nervosa, gioca con l’orlo della gonna e fissa il pavimento.
Hermione le sorride e si accuccia davanti a lei.
- Andrà tutto bene. - la rassicura accarezzandole la guancia - Sarà magnifico e difficile. Riderai e piangerai. Ti farai un sacco di amici, Eileen. – la vedi sollevare lo sguardo e lanciare un’occhiata veloce ai figli di Potter – Cerca di non metterti nei guai.
Vostra figlia annuisce e la abbraccia.
- Ti voglio bene, mamma. - poi abbraccia anche te - Ti voglio bene, papà.
È sempre magnifico sentire quel nome. Ancora oggi, dopo anni, ci sono dei momenti dove pensi che sia tutto un sogno.
L’ultimo abbraccio spetta al fratello. Così diversi, ma così simili sotto molti aspetti.
Quando il treno parte continuate a salutarla fino a quando non diventa un puntino indistinto.
Mentre gli altri genitori si incamminano verso la barriera senti Thomas tirare su col naso.
Ti volti a fissarlo, lui ricambia il tuo sguardo senza preoccuparsi delle lacrime.
Non ha mai paura di mostrare i suoi sentimenti.
In questo ha preso da sua madre.
- Mi manca, papà. – singhiozza lui strofinandosi gli occhi.
Gli accarezzi i ricci.
- Anche a me. - ammetti – Vedrai, Thomas, Natale arriva in fretta.
Lui annuisce, ma non smette di piangere.
- Papà… anche se ho sei anni puoi prendermi in braccio?
Annuisci e te lo carichi sulle spalle.
Thomas ride tra le lacrime.
- Grazie, papà.
Mentre ti avvii verso la barriera con la tua felice famiglia in molti si voltano a guardare Severus Piton, con sua moglie Hermione Granger, che porta in spalle il figlio più piccolo Thomas che ride e prova a toccare i cartelli sopra la sua testa.
Alcuni borbottano fingendo maldestramente di non guardarvi, altri non se ne curano, pensano che sia loro diritto giudicare gli altri.
A te non interessa, prendi per mano tua moglie e le sorridi felice.
Lei ricambia il sorriso e ti stringe la mano.
Lasciali guardare.

Fine

 
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view post Posted on 9/5/2018, 14:39
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GabrixSnape

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MAGICO! In un'ora sei riuscita a farmi sprofondare nella disperazione per restituirmi un sorriso di speranza. Mi piace moltissimo il tuo stile e la tua capacità di darci dei personaggi tutta la loro profondità, attraverso l'accurata descrizione dei loro stati d'animo.

Edited by Gabrix1967 - 9/5/2018, 17:19
 
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view post Posted on 9/5/2018, 17:35
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Pozionista sofisticato

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Non è facile commentare, non è facile commentare la perfezione.
Per me questa è la storia perfetta, quella dove tutti i pezzi vanno a posto, dove la frase ricorrente: lasciali guardare rispecchia perfettamente il senso di tutta la storia.

Non voglio accennare alla trama, nè ai personaggi: e allora? Dirai tu.
Voglio cercare di asprimere con le parole l'emozione che ho provato leggendo. Quella che tu mi hai trasmesso, non è cosa da poco riuscire a conquistare totalmente e completamente il lettore con un racconto.
Finalmente anch'io ero al binario 9 e 3/4 e loro erano lì: Severus, la bambina ed Hermione e il perchè è così realistico e vivo che ti entra dentro. Il Mangiamorte e la puttana: stupendi, orgogliosi, innamorati.
Ho provato a rileggere adesso per la seconda volta e purtroppo le sensazioni sono tornate di nuovo e anche la commozione evocata da una scrittrice che ha fatto di questa coppia La Coppia perfetta.
Il mondo si muove intorno a lui e alla bambina ma... lasciali guardare e in mente mi sovvengono tutte le famiglie che vivono una diversità, ma che riescono a vincere sulle comari e le chiacchiere permettendo ai bambini di capire e diventare più forti lasciando guardare il mondo.
Esistono grandi genitori e Hermione e Severus lo sono.

Si vede che hai dei figli piccoli perchè sei stata davvero superlativa quando hai parlato di loro e Thomas con i suoi ricci castani somiglia tanto ad un altro bambino che si chiama Enea. Io ho pensato a lui anche se è più piccolo di Thomas.

Hai chiuso il cerchio, i nomi sono un gioiellino in più.
Sei diventata brava, ma davvero troppo, serpentella! :wub:
 
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view post Posted on 10/5/2018, 11:45
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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:) :) :) :) :)
Splendido e perfetto finale per la tua raccolta. E stato bellissimo ritrovare questo tuo particolare stile martellante, con l'ossessiva ripetizione delle due parole; ed altrettanto bello è stato ritrovare questo indimenticato Severus, e leggergli dentro tutte le nuove, meravigliose emozioni. :lovelove:

Dimenticavo, ho visto Enea Severus nei lunghi riccioli castani di Thomas! :wub:

Ancora una cosa: l'hai fatto davvero, hai messo fiocchi colorati nel capelli di Severus! :D
:applauso:
 
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view post Posted on 10/5/2018, 12:38

Buca-calderoni

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E arrivo anche io!
Come Elly, ho deciso di continuare con personaggi e storie che avevo già creato per altre sfide.
Questa storia sarà quindi il continuo delle storie Pozione autunnale, Pozione invernale, Da Natale a San Valentino, e Cambiamenti.

Titolo: Nuova generazione
Autore: Stella
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Generale
Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, nuovi personaggi
Pairing: Severus/personaggio originale (non presente), Harry Potter/personaggio originale (non presente), Harry Potter/Ginny Weasley (non presente)
Epoca: Post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Il momento tanto atteso è arrivato: La secondogenita di Severus e Linda sta per prendere il treno per iniziare la sua avventura a Hogwarts. Fra ragazzi che bisticciano e gatti che scappano, la piattaforma 9 e 3/4 fornirà a Severus l'occasione di ricordare alcuni degli anni che hanno reso la sua vita e la sua famiglia quella che è adesso.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento (in occasione della sfida "Aspettando l'espresso per Hogwarts"), nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


"James, dove vai? Torna qui!"
Il ragazzo si voltò, con uno sguardo ansioso sul viso. "Stavo solo guardando se papà stava tornando", rispose.
"Tuo padre è andato a portare tua sorella e Michael in bagno," disse Severus, sistemando una valigia che minacciava di cadere dal carrello.
"Sì, lo so, ma il treno sta per partire".
Severus scosse la testa. "Il treno parte fra più di mezz'ora. C'è tutto il tempo. Vedi che ancora non c'è quasi nessuno qui? Piuttosto, da' un'occhiata a tuo fratello, che si sta facendo scappare il gatto!"
Severus aveva ragione: la piattaforma 9 e 3/4 era semivuota, ma ancora per poco: presto si sarebbe riempita di genitori, bambini, ragazzi, bagagli e animali. L'ex professore guardò di sfuggita il quattordicenne che si avvicinava al fratello più piccolo, per aiutarlo a rimettere il gatto tigrato nella gabbietta. "Ma io sarò a Grifondoro come te?" chiese il piccolo Albus. James rise, ma Severus lasciò perdere: doveva concentrarsi su altro. Per la precisione, sulla bambina dai lunghi capelli neri che stava seduta su una valigia, pallida e con l'aria nervosa. Per la prima volta quella mattina, Severus desiderò ardentemente che Linda fosse venuta con lui: lei era la più adatta, in questi casi.
"Che c'è, Lyla?" chiese l'ex professore, chinandosi per essere alla stessa altezza della bimba.
Sua figlia alzò lo sguardo, fissandolo con quell'adorabile aria imbronciata che Severus adorava. "E io dove finirò? Sarò a Grifondoro con Albus?" Non voglio stare da sola".
Severus le accarezzò la testa. "Allora, prima di tutto non sappiamo se Albus sarà a Grifondoro. Lui deve essere smistato esattamente come te. E' possibile che finirete nella stessa Casa, così come è possibile che sarete separati. Ma non è importante, potete continuare a essere amici".
La bambina annuì, con espressione stoica sul volto. "Del resto - continuò Severus - hai già altri amici in tutte le case, no? Hugo è a Corvonero... Scorpio a Serpeverde... Fred a Grifondoro, Teddy a Tassorosso... Non sarai sola".
Lyla lo guardò. "Mi mancheranno i miei amici Babbani", disse.
"Lo so, tesoro," rispose suo padre. "Ma li vedrai presto. E a Hogwarts ti farai moltissimi altri amici".
"Mi dispiace che la mamma non sia venuta", disse di nuovo la bambina, quasi in un sussurro. Severus sentì il cuore che si stringeva. "Perché, io non ti basto?" disse con un sorriso, cercando di scherzare per distrarre sua figlia.
"Oh, no, non volevo dire questo!" esclamò Lyla, spalancando gli occhi. "Ma mi avrebbe fatto piacere che fosse venuta anche lei, ecco".
"Sai che doveva andare alla scuola Babbana di Sally," spiegò con pazienza Severus, per quella che sembrava essere la millesima volta.
Era vero: proprio quella mattina la nuova scuola superiore di sua figlia Sally aveva in programma un incontro introduttivo con i genitori dei nuovi allievi del primo anno. Così, lui e Linda si erano divisi: lui avrebbe portato Lyla a prendere l'Espresso per Hogwarts, mentre Linda e Sally sarebbero andate all'incontro. Era una giornata importante per entrambe le sue figlie: la sua primogenita Sally, di quattordici anni, avrebbe iniziato le superiori alla scuola Babbana, in modo da poter realizzare il suo sogno di diventare una scienziata. Mentre Lyla stava per iniziare la sua avventura ad Hogwarts. Severus non avrebbe potuto essere più orgoglioso. Per il piccolino, Michael, era ancora presto: aveva solo cinque anni, e in quel momento era in bagno con Harry Potter e la sua terza figlia, Lily. Certo che ci stavano mettendo parecchio, pensò Severus, guardando l'orologio. Forse si erano fermati a prendere qualcosa da bere o da mangiare. I suoi pensieri vennero interrotti dalle voci dei primi due figli di Harry Potter.
"Smettila! Così gli fai male!" strillò Albus.
"Non gli faccio male, lo sto solo rimettendo nella gabbia!" rispose James, a voce ancora più alta. Severus sospirò: i due fratelli Potter bisticciavano di continuo, ma erano molto uniti. L'ex professore si voltò a guardarli: erano simili, ma al tempo stesso anche molto diversi. In tutti e due c'era qualcosa di Harry Potter, ma le loro due madri avevano lasciato qualcosa nell'aspetto dei rispettivi figli. Mentre Albus assomigliava molto a sua madre Ginny (così come la piccola Lily, che aveva anche gli stessi capelli rossi), James aveva i capelli di suo padre e gli occhi blu della compianta Diana, prima moglie di Harry Potter.
"Calmatevi, ragazzi," ordinò Severus, in tono fermo. "E' una bella giornata, vediamo di non rovinarla litigando".
James e Albus si zittirono, mentre il maggiore riusciva finalmente a chiudere con uno scatto la gabbietta con dentro Oscar, il gatto tigrato di suo fratello.

I figli di Harry gli obbedivano sempre. Non poteva essere altrimenti, considerato il modo particolare in cui le circostanze avevano unito le loro famiglie. Severus ricordava benissimo il momento in cui, circa quindici anni prima, Harry gli aveva annunciato di essersi sposato. L'ex spia stava lavorando nel suo laboratorio, quando Harry era arrivato in ritardo. Quando si era voltato per rimproverarlo, però, Severus aveva visto che il ragazzo sembrava felicissimo. Anzi, non stava più nella pelle. "Sei particolarmente allegro, oggi," considerò Severus, osservandolo con attenzione.
"Mi sono sposato!" esclamò Harry, battendo le mani.
Nonostante gli anni trascorsi come spia, Severus per poco non perse il controllo, lasciando cadere il mestolo nel calderone. "Che hai fatto?!" chiese ad alta voce, sbigottito.
"Mi sono sposato! Ieri!" ripeté Harry, con un largo sorriso.
"Con chi?"
"Con una ragazza!"
Severus lo guardò, stringendo le labbra. "Sì, questo me l'ero immaginato. Allo stato attuale delle cose, credo che per te sposarti con un ragazzo sia ancora illegale".
Harry lo guardò, con l'espressione confusa che assumeva sempre quando non capiva se il suo ex professore stava scherzando oppure no. Severus sospirò. "Chi è questa ragazza? Non mi hai mai detto di avere una ragazza, e di certo non l'hai portata al mio matrimonio".
"Perché ancora non la conoscevo," riprese a parlare Harry. "Sia chiama Diana, è una Babbana come Linda. Ci siamo conosciuti solo qualche settimana fa".
"E vi siete già sposati?" chiese di nuovo Severus, incredulo.
"Certo. Perché no?"
Severus aveva in mente mille motivi per cui non era il caso di sposarsi con una persona appena conosciuta, ma non rispose. Harry era abbastanza maturo da prendere le proprie decisioni, e lui aveva la sua famiglia a cui pensare: sua moglie Linda e la bambina che stavano aspettando, che si sarebbe chiamata Sally.
Severus non riusciva a crederci: fino a due anni prima era convinto che sarebbe morto e, se fosse sopravvissuto alla guerra, sapeva che non sarebbe mai stato felice. Invece, Linda era stata per lui una vera rinascita. Aveva una moglie, una figlia in arrivo, una nuova vita, un nuovo lavoro e una nuova posizione nel mondo magico, che finalmente sembrava apprezzarlo. Le cose si stavano finalmente mettendo bene anche per lui.
Pochi giorni dopo, rosso per l'imbarazzo, Harry gli aveva confessato che Diana era incinta. Severus aveva scosso la testa, sorridendo: ecco spiegato il motivo del matrimonio affrettato. Potter aveva messo incinta la sua ragazza, e i due si erano sposati all'improvviso, senza dirlo a nessuno. Bene. Linda e Diana avrebbero potuto conoscersi, e sarebbe stato bello per loro scambiarsi le rispettive esperienze di Babbane che si trovavano a vivere con due mariti maghi, in un mondo completamente diverso dal loro.
Purtroppo però, l'amicizia che Severus auspicava non aveva fatto in tempo a nascere. Le due coppie avevano passato insieme qualche sera, ma niente di più. La gravidanza di Diana era diventata difficile, e la moglie di Harry passava a letto tutte le giornate. Dopo pochi mesi, Linda aveva avuto Sally, e lei Severus erano stati completamente assorbiti dalla nuova esperienza di genitori. Non c'era fretta, ci sarebbe stato modo in seguito per Diana e Linda di vedersi più spesso. Purtroppo, le occasioni erano mancate una volta successo l'irreparabile.
James Sirius, primo figlio di Harry Potter, era nato alle prime luci dell'alba di una mattina di ottobre. Era sano come un pesce: purtroppo, però, sua madre aveva avuto delle improvvise complicazioni, e i medici dell'ospedale Babbano in cui aveva partorito non erano riusciti a salvarla. Così, Potter si era trovato solo con un neonato. Severus era ovviamente stato molto comprensivo, e aveva dato al ragazzo tutto il tempo libero che desiderava. Lui e Linda avevano passato con Harry qualche giornata, dandogli una mano con il bambino; ma sembrava che Potter avesse tutto sotto controllo, e sembrava non gradire particolarmente le attenzioni degli altri. Così Severus aveva preferito farsi da parte, per dargli modo di trovare i suoi spazi. Fino al giorno in cui Linda lo aveva convinto ad andare a casa di Harry: non lo sentivano da qualche giorno, e voleva essere sicura che fosse tutto a posto. Severus non pensava che fosse una buona idea, ma si era ricreduto una volta arrivati di fronte a casa di Harry: non rispondeva nessuno, ma si udiva chiaramente un bambino piangere a squarciagola. Severus aveva forzato la porta, e lui e Linda erano entrati: il piccolo James piangeva e si agitava sul divano, con il visino rosso per lo sforzo, mentre Harry non era da nessuna parte. Linda si era affrettata a prendere in braccio il neonato, mentre Severus aveva iniziato a chiamare Harry a gran voce, con il cuore in gola. Impossibile per lui non ripensare a un'altra notte, di tanti anni prima, in cui un altro bambino piccolo piangeva in una casa ormai vuota... Possibile che Potter fosse così disperato da... Per fortuna, il rumore di un altro pianto lo distrasse: un pianto diverso da quello di un bambino. Severus seguì il suono, e trovò Potter raggomitolato dietro una tenda, su un tappeto, con il volto bagnato di lacrime.
Severus si lasciò quasi cadere di fronte al ragazzo: le gambe avevano iniziato a tremargli per il sollievo. "Che è successo?" chiese, quasi con un filo di voce.
"Mi è caduto," sussurrò il ragazzo, senza guardarlo.
Severus aggrottò le sopracciglia. "Ti è caduto? Cosa?"
"James!" strillò Harry. "Ero seduto sulla sedia con lui in braccio, per farlo calmare. Mi sono addormentato e lui è scivolato". Linda era arrivata in soccorso, con il neonato in braccio, ormai calmo: la moglie di Severus aveva trovato un ciuccio, e il piccolo succhiava beato, ignaro della sofferenza di suo padre. "Guarda, sta bene," disse Linda sorridendo, con voce dolce. "I bambini sono forti, Harry. Sono fatti in modo da essere resistenti ai neo genitori imbranati. Forse deve solo essere cambiato, ma sta benissimo".
Harry si asciugò gli occhi con la manica, osservando con attenzione il bambino. "Tu invece - riprese Linda - chiaramente non stai bene come lui. Hai bisogno di una bella dormita".
"Non posso!" strillò di nuovo Harry. "Lui non fa altro che piangere! E io non so che fare!" Il ragazzo terminò la frase iniziando a singhiozzare.
Severus e Linda si guardarono. L'ex professore sapeva cosa sua moglie stava per proporre... "Senti", disse infatti Linda. "Adesso prendi le tue cose, le cose di James, e vieni a stare da noi per qualche giorno".

Pochi minuti dopo, Severus era intento a rimpicciolire un fasciatoio e una culla, quando sua moglie gli si avvicinò. "So che non sei contento di questa soluzione," disse Linda. "Ma non c'era molto da fare, no?"
"Abbiamo Sally a cui pensare", rispose Severus, in tono scocciato.
"Severus," lo rimproverò sua moglie. "Mi meraviglio di te. Dopo quello che è successo stasera, davvero lasceresti da solo un ragazzino disperato con un neonato ancora più disperato?"
Severus sospirò. "No, certo che no. Ma Potter è pieno di amici. Perché deve venire da noi?"
Linda si guardò intorno con una finta aria stupita. "Oh, hai ragione. Questo posto è pieno di amici di Harry. Guarda quanti sono, come ho fatto a non vederli?"
Severus la osservò per qualche secondo, per poi rivolgersi a Harry, intento a mettere dei vestitini da neonato in una borsa. "Potter, dove sono i tuoi amici?"
"Ron e Hermione sono in vacanza a Parigi," rispose il ragazzo. "Avevano prenotato prima che... prima che succedesse tutto. Si sono offerti di cancellare e di rimanere con me, ma ovviamente ho detto che non ce n'era bisogno".
"Ovviamente," disse asciutto Severus. "E Molly Weasley?" chiese di nuovo l'ex professore, dopo un attimo di pausa. Strano, si sarebbe immaginato che Molly avrebbe piantato le tende a casa di Harry.
"Sia lei che Arthur sono stati male. Hanno preso una forma di Vaiolo del Drago. Adesso stanno bene, ma possono essere ancora contagiosi e non possono avvicinarsi a un neonato".
Severus sbuffò. Sembrava che ci fosse un'unica soluzione... Guardò sua moglie, che gli sorrise.

Per fortuna, si trattò veramente di poco tempo. Dopo circa una settimana di riposo, cibo sano e consigli su come trattare i neonati, Harry aveva deciso di essere in grado di tornare a vivere da solo con James, accettando però di ricevere aiuto da parte dei suoi amici. Questo lo aveva portato a un riavvicinamento con Ginny Weasley, e i due si erano sposati due anni dopo, e avevano avuto Albus e Lily. Per una delle strane coincidenze della vita, Albus e Lyla erano nati a poche settimane di distanza: sembrava che i figli di Potter e quelli di Severus fossero destinati a crescere insieme.
L'esperienza di quella sera aveva cambiato radicalmente i rapporti tra Harry, Severus e le rispettive famiglie: adesso, a distanza di quindici anni, il neonato che quella sera avevano trovato piangente su un divano era diventato un ragazzo alto e dagli occhi blu, che si stava avvicinando a Lyla per tranquillizzarla.
"Non ti preoccupare," le disse sorridendo, e porgendole una caramella Babbana. "Tu sarai adorabile comunque, in qualunque Casa tu finisca. Non come quella bestiaccia lì", finì la frase James, indicando con un cenno della testa il fratello Albus, intento a guardare dentro una borsa di pelle.
"Che stai dicendo?" chiese il ragazzino.
"Niente", rispose James con un sogghigno. "Solo che se non finisci a Grifondoro faccio finta che tu non sia mio fratello".
"Giusto!" esclamò Lyla, prendendo la caramella offerta da James e illuminandosi in viso. "Così sarete sempre insieme".
Il ragazzo la guardò, con gli occhi sgranati. Poi tornò a voltarsi verso il fratello. "Ho cambiato idea. Non venire a Grifondoro".
Severus stava per chiedere al ragazzo più grande di andare a vedere dove si era cacciato Harry con i due bambini, quando, come evocato, Potter spuntò dal muro della piattaforma. Teneva per mano il figlio più piccolo di Severus, mentre Lily saltellava davanti a lui, in un abitino bianco e rosa, con i capelli rossi sciolti all'aria.
"Che fine hai fatto?" esclamò Severus, allargando le braccia.
Harry scosse la testa. "I bambini volevano prendere qualcosa da mangiare, e poi ho trovato Ron e Hermione e mi sono messo a chiacchierare".
Infatti, il Ministro della Magia, seguita sa suo marito e dai loro due figli arrivarono un istante dopo. Lyla emise un gridolino di gioia, e si alzò per correre a salutare gli amichetti. In pochi minuti, la piattaforma semivuota si era riempita: maghi e streghe erano ovunque, e molti si salutavano, abbracciandosi e baciandosi. Mentre Harry e i suoi figli caricavano i bagagli sul treno, Severus era impegnato nelle ultime raccomandazioni alla piccola Lyla. "Mi raccomando - le stava dicendo - scrivici subito e facci sapere come ti trovi. Io e la mamma ti manderemo dolci e regali. E se hai dei problemi, sai chi devi contattare?"
"Sì," rispose la bambina. "La Preside Minerva o il Professor Paciock".
"Benissimo. Ma vedrai che tutto andrà bene. Hogwarts è stata un'esperienza importantissima per me, e so che lo sarà anche per te. E ricordati la cosa più importante: fatti tanti amici. In futuro vedrai che saranno preziosi come la tua famiglia, se non anche di più".
Lyla annuì. Forse era ancora troppo piccola per capire quello che Severus stava cercando di dirle. E sicuramente la situazione della sua piccola era molto diversa dalla sua: lei aveva una famiglia che la amva e che non l'avrebbe mai abbandonata. Ma lui era ben cosciente del fatto che, se adesso aveva una moglie, una famiglia e una nuova vita, non era certo grazie alla sua famiglia di sangue, ma a molte delle persone che in quel momento si trovavano intorno a lui, accanto al treno.
Albus chiamò Lyla, e la bambina lo raggiunse. Severus si rivolse a James, che stava portando la gabbia di Oscar nello scompartimento.
"Ehi, tu. Vieni qui," gli ordinò.
Il ragazzo lo raggiunse, e Severus gli parlò sottovoce. "Promettimi che ti prenderai cura di lei. E anche di tuo fratello".
Il ragazzo rise. "Ma certo, zio Severus. Sai che lo farò. Non c'era neanche bisogno che me lo dicessi".
Severus annuì, e lo lasciò andare.
James salutò il padre con un cenno della mano e salì le scale del treno. "Avanti, voi due," gridò, rivolto a Lyla e Albus. "I nostri posti sono questi".
Albus salì prima di Lyla, e la bambina si attardò a salutare Severus con la manina. Sembrava che stesse per piangere, ma si ricompose ed entrò nello scompartimento con espressione decisa.
Severus sorrise. Se la conosceva abbastanza bene, sarebbe finita a Serpeverde. O forse Corvonero. O forse neanche. In fondo, non era così sicuro di conoscerla: sua figlia riusciva a stupirlo ogni giorno, anche più di Sally.
Molte famiglie si attardarono per vedere il treno partire. Quando l'espresso fu scomparso dietro la curva in lontananza, l'ex professore sospirò, e prese per mano il suo terzogenito, che sembrava piuttosto confuso da quanto successo. Era arrivato il momento di tornare a casa, per sapere come era andato l'incontro alla scuola di Sally.

Edited by Starliam - 10/5/2018, 14:15
 
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view post Posted on 10/5/2018, 17:35
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Bellissima, Stella!
Questo non è un raccontino: è una storiona. Ma che bello immaginare un riavvicinamento di questo genere tra Harry e Severus. D'altra parte tu sei la più qualificata a comporre le antipatie e gli screzi passati tra i personaggi: ci sei riuscita persino con Sirius!

Bella e triste la storia di Harry, molto realistica e in canone con il personaggio.
Me lo sono visto, povero Harry, disperato con una perdita recente e un bambino che urla e piange.
La sua disperazione scatena il pianto e il nervosismo del piccolo in una spirale senza uscita...
Ma c'è SuperSeverus!

Grande grandissima idea quella delle mogli babbane e, mentre leggevo, mi sono fermata a riflettere sulla tua bravura e sull'originalità dell'idea.
In fondo Ginny può anche venire in un secondo momento come scelta adulta e responsabile.
Con il decesso per parto ti sei aperta la strada ad una trama avvincente e alternativa.

Mi è piaciuto tutto di questo racconto, una storia che fa pensare e che illumina i ragazzi e i bambini di una luce di promesse e speranza, ma soprattutto tratteggia un mondo magico libero da preconcetti e diffidenze.

Brava, brava, brava.
 
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view post Posted on 10/5/2018, 17:51
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Cara Elly sia io che Ida abbiamo notato, in sedi diverse, la stessa cosa:
Enea Severus è Thomas :wub: :wub: :wub:


CITAZIONE (chiara53 @ 9/5/2018, 18:35) 
Si vede che hai dei figli piccoli perchè sei stata davvero superlativa quando hai parlato di loro e Thomas con i suoi ricci castani somiglia tanto ad un altro bambino che si chiama Enea. Io ho pensato a lui anche se è più piccolo di Thomas.

CITAZIONE (Ida59 @ 10/5/2018, 12:45) 

Dimenticavo, ho visto Enea Severus nei lunghi riccioli castani di Thomas! :wub:
 
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view post Posted on 10/5/2018, 18:43
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Ringrazio tutte per i bei commenti.
Come da tradizione non risponderò a nessuno :lol: :lol:
Gabriella grazie anche per i commenti alle storie precendenti. Li ho letti tutti!
Per quanto riguarda Thomas non ho pensato ad Enea quando l'ho descritto.... però effettivamente si somigliano. :lol:
 
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view post Posted on 10/5/2018, 20:28
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Ma... ma... mi sono persa qualcosa? Oppure non ricordo? Da dove salta fuori quella prima moglie di Harry?
Per il resto: bellissima la strana "unione" tra le due famiglie!
 
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view post Posted on 10/5/2018, 20:31

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QUOTE (Ida59 @ 10/5/2018, 21:28) 
Ma... ma... mi sono persa qualcosa? Oppure non ricordo? Da dove salta fuori quella prima moglie di Harry?
Per il resto: bellissima la strana "unione" tra le due famiglie!

No, da nessuna parte, è la prima volta che si vede :)
 
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view post Posted on 14/5/2018, 16:48
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Eccomi. Anch'io sfrutto il seguito della storia Sorpresa di primavera con il pairing Severus/Tonks.

Per chi volesse leggersi le loro avventure, i link si trovano nella prima storia che ha dato il via a questa serie Ci vorrebbe un miracolo

Titolo: Partenze e…arrivi.
Autore/data: chiara53 – maggio 2018
Beta-reader:
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo, generale.
Personaggi: Severus Piton, Ninfadora Tonks, Eirene Piton.
Pairing: Severus/Tonks
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU.
Riassunto: La vita è davvero strana, strana e bellissima.
La vita è un’avventura imprevedibile: sei felice di non esserti perso niente.

Storia scritta per la sfida "Aspettando l'espresso per Hogwarts" del Forum “Il Calderone di Severus”.



Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale di Eirene Piton, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.




Partenze e… arrivi





Alla finestra del tuo studio, le mani intrecciate dietro la schiena, rifletti: sono gli ultimissimi giorni di agosto.
E’ sempre un momento di grande fermento, la scuola deve essere pronta; gli elfi domestici sono in piena crisi di panico da perfezionismo.
Ricomincia un altro anno scolastico, ma quest’anno anche Eirene verrà smistata.
E non solo: la gravidanza di Dora volge al termine; ormai anche il suo tempo, come quello dei mesi di vacanza, sta per finire.
Osservi il prato già coperto di foglie che qui in Scozia cominciano ad ingiallire e a cadere troppo presto: pensi ai tuoi impegni pressanti, alla vita rivoluzionata che ti aspetta, sconvolta da un turbine di pappe, nanne, strilli e crisi nervose di Dora.
Ci siete già passati, ma è stato undici anni fa e tu, in questo preciso momento, ti senti un po’ troppo vecchio per ricominciare: potresti essere quasi un nonno e invece sarai ancora un papà.

La vita è davvero strana, strana e bellissima.
La vita è un’avventura imprevedibile: sei felice di non esserti perso niente.
Sei felice di non essere morto!
Sorridi tra te e te, mentre fantastichi sul futuro.
E’ un esercizio mentale del tutto nuovo per te.
Non avresti mai creduto che la tua esistenza sarebbe cambiata e in meglio: tu non eri mai stato fortunato... prima d’ora.

All’improvviso la porta si spalanca, mentre un lieve sorriso ti aleggia ancora sulle labbra: dal tono della voce di Dora pensi che presto si spegnerà.
Entra senza bussare e, anche con il pancione, mostra un’agilità notevole nel coprire la distanza che vi separa.
Nonostante la gravidanza avanzata indossa il suo maglione preferito: viola, sformato; la gonna è lilla e porta gli eterni anfibi neri; una tenera mammina in dolce attesa, pensi.
Ma Dora è Dora, non vorresti che cambiasse niente del suo modo di essere: anche perché non lo farebbe nemmeno se tu la pregassi in ginocchio. E’ una donna testarda e speciale: al momento la definiresti anche ingombrante con un filo di ironico sarcasmo.
- Severus, tua figlia vuole prendere il treno! – ti comunica con troppo entusiasmo.
- Il treno? Quale treno? – pronunci interdetto.
- Hai presente quello che partirà alle 11 dal binario 9 e ¾ tra due giorni?
- Ma lei è già qui. Non ha senso! - Esclami con decisione. - Dille che non se ne parla! - Aggiungi conclusivo, o almeno lo credi.
Lei ti squadra da sotto in su con aria di sufficienza.
- Fai una cosa, Signor Preside: diglielo tu! – annuncia battagliera - Dì a tua figlia che sarà l’unica ad essere già qui e a perdersi: la stazione, il passaggio attraverso la barriera, il viaggio con gli amici che condivideranno la vita con lei per i prossimi sette anni, il carrello dei dolci, l’arrivo attraverso il lago nero con Hagrid e tutto quello che sai benissimo essere una parte entusiasmante nella vita di ogni ragazzino del mondo magico.
Dora enumera la lunga serie di ragioni per cui, una bambina che vive ad Hogwarts da quando è nata dovrebbe andare a Londra, per prendere un treno che la riporterà là da dove era partita.
Mentre lei parla, tu non puoi fare a meno di pensare che non ha tutti i torti: per Eirene non sarà facile essere la figlia del Preside e di una delle insegnanti.
Non deve sentirsi diversa fino al punto di rinunciare a socializzare con gli altri lontano dalla presenza ingombrante dei suoi genitori.

Non puoi fare a meno di ricordarti quanto sia stato penoso sentirsi strani, essere guardati con sospetto e antipatia.
No, questo non le deve accadere e non le accadrà.
Le tue riflessioni ti hanno distratto ed è caduto un momento di silenzio.
Dora è interdetta e sembra infastidita dalla tua indifferenza, dal tuo mutismo.
I capelli sono blu elettrico e questo non è un buon segno…

Anche se ti sei messo il cuore in pace restano però problemi pratici.
- Come facciamo? – le chiedi ormai intimamente vinto - Tu non dovresti sobbarcarti uno strapazzo del genere e, se non sbaglio, hai finito il tempo: il piccolo può arrivare da un momento all’altro.
- O la piccola… - pronuncia sottovoce - non preoccuparti, tua figlia ha organizzato tutto. Andiamo a casa di Harry con la Metropolvere poi…
- Harry Potter??
- …Poi ci accompagnano in stazione: lui e Ginny.
- Ginny Weasley??
- Severus vuoi fare l’appello ancora per un pezzo? Allora ti dirò che il loro figlio frequenterà Hogwarts quest’anno.
- James Sirius Potter??
- Esatto! Vedo che la memoria ti funziona alla perfezione. – afferma sorridendo con aria ironica.
Sospiri di fronte alla tua evidente sconfitta su tutti i fronti e scuoti tristemente il capo.

- Appena partito il treno possiamo tornare a casa con lo stesso mezzo; - aggiunge Dora - così non dovrò smaterializzarmi, mettendo in pericolo la mia pancia: tu e la tua ansia protettrice potete stare tranquilli.
- E sia… - esali in un soffio - ma non voglio fare tutto di fretta: quindi cerchiamo di organizzarci per tempo. - pronunci tornando al tuo abituale tono perentorio - Potter non è mai stato un esempio di puntualità.
Appena pronunciata questa frase tua figlia compare, come per magia, entra di corsa e ti abbraccia alla vita.
La sollevi di slancio e lei ti copre il viso di baci e ripete con enfasi:
- Grazie papino, grazie, grazie!
Ecco, adesso davvero sei stato surclassato dalla serpentina furbizia di tua moglie: Eirene era dietro la porta… se avessi detto di no… ma sei così felice che non riesci a levarti dalla faccia un sorriso.
Teddy, invece, ride di gusto fermo sull’arco della porta, non voleva perdersi lo spettacolo: per fortuna a lui non è mai passata per la testa una cosa del genere.

Sospiri.
Ti aspettano giornate dure.

***




E così è successo di tutto.

Ci sono giorni in cui non dovresti svegliarti o prendere decisioni.
Questo è uno di quelli.
Eirene è silenziosa e stringe un piccolo ombrello da sole che le ha regalato Minerva.
Stamattina la giornata era luminosa e l’aria frizzante. Stamattina.
Tu ti chini verso di lei e le asciughi le lacrime copiose che le scorrono sul viso: piange senza singhiozzi.
- Papà è tutta colpa mia… - sussurra. – tutta colpa mia…
Ti chini, poi ti accucci accanto a lei per esserle più vicino: hai tanta voglia di stringerla forte.
- Non succederà niente di grave - le ripeti con dolcezza, - Ginny è con la mamma: ormai saranno al San Mungo.
- Promettimi che mi avvertirai subito quando la mamma starà bene. Prometti, papà. - Insiste
Tua figlia è disperata eppure doveva essere una giornata di gioia, di risate e sorrisi.
L’avevate accontentata: avrebbe preso il treno per Hogwarts, sarebbe stata con gli altri a divertirsi e immaginare la sua nuova vita.

Dora si è sentita male da Potter.
Il suo tempo era finito, il bambino ha deciso che era ora e anche la Metropolvere è stata troppo.
Oppure doveva succedere, pensi.
Il problema è Eirene che si sente colpevole e responsabile.
Non vuoi che nemmeno per un attimo tua figlia provi cosa significa non perdonarsi.
Ma in questo caso non c’è niente di cui preoccuparsi.
Davvero, Severus?
Davvero! Rispondi a te stesso con convinzione, con sicurezza.
Allora perché sei così inquieto, impensierito, angosciato?
Tu sai il perché: non sei con lei. Hai accompagnato tua figlia al treno.
Anche se vi ritroverete stasera, questo treno rappresenta una vera partenza, un cambiamento di vita e abitudini e vorresti avere Dora accanto a te.
Dora che avrebbe riso e pianto; avrebbe preso in giro e coccolato Eirene facendola divertire con una delle sue buffe facce.
Ma lei non c’è.
Ti rendi conto di quanto la sua anima sia in sintonia, anzi, sia parte della tua.
Siete due angeli con una sola ala e per volare dovete essere insieme.
Ma lei non c’è.
Di tanto in tanto occhieggi per vedere se Potter sta arrivando con suo figlio e forse con qualche notizia.
Guardi la tua bambina negli occhi, così simili ai tuoi; i suoi sono lucidi di pianto e con il pollice le asciughi le lacrime.
Forse non è da preside comportarsi così, forse non è nemmeno da Severus Piton: ma adesso sei soltanto un padre.
E un padre deve essere sicurezza e conforto, sostegno e solidità: qualcosa di duraturo e stabile nella sua vita.
Per un attimo pensi che tu non hai avuto niente di tutto questo, ma a tua figlia, anzi ai tuoi figli, hai cercato di concedere tutto di te: soprattutto l’amore.
E così la conforti e cerchi di consolarla; sei consapevole di essere il suo porto sicuro, il suo punto di riferimento e con sicurezza ti rivolgi a lei per cercare di cancellare quel visino triste.
- Non c’è proprio niente di cui tu debba disperarti Eiry. La mamma tornerà a casa con un fratellino o una sorellina. Tu hai fiducia nel tuo papà, vero?
Annuisce, ma la pena dentro di lei è tanta.
- La mamma stava tanto male, papà – dice seria – e se muore? E se muore perché io l’ho fatta stancare? Perché ho voluto venire a prendere l’espresso per Hogwarts?
Ti abbraccia stretta al collo e quasi ti fa cadere, il gattino che ha le avete comprato le si struscia addosso e lei abbandona il tuo abbraccio per stringersi alla bestiola.
Mimmi le lecca le lacrime e le strappa un sorriso e le sorridi anche tu, adesso.
- Andrà tutto per il meglio, vedrai. Tu non hai alcuna colpa Eiry, papà te lo giura. Quando i bambini nascono fa un po’ male, ma poi passa. Mamma starà meglio di prima senza quel buffo pancione.
E le sorridi sicuro, sei ancora capace di fingere, ma adesso la tua abilità serve a tranquillizzare e rasserenare tua figlia: è tutto diverso.
Andrà tutto bene, Severus! Ripeti a te stesso, sperando di essere convincente.
- Davvero? – Dice Eirene più tranquilla, tirando su con il nasino.
- Ma certo! Sarebbe successo comunque. - Affermi più per persuadere te che lei.

- Guarda, Papà, arrivano Harry e James. – esclama, molla il gatto e corre loro incontro.
Potter padre ti sorride radioso e qualcosa nello stomaco ti si scioglie e finalmente tiri un lungo respiro.
- Tutto bene? – Chiedi ancora un po’ allarmato.
- Tutto bene! – conferma Potter con allegria - Ginny mi ha mandato il suo Patronus e se non ti sbrighi lo trovi già nato o nata.
Il treno fischia e Eirene adesso è in chiacchiere con il figlio di Potter.
Sembra sollevata anche dall’arrivo dei due.
Ti guarda e sorride.
- Papà ci vediamo stasera! - Ammicca complice - appena il fratellino o la sorellina è nato mi mandi un Patronus anche tu?
Alzi gli occhi al cielo e accenni un sì.
Ti abbraccia forte e mentre sale le sussurri con ritrovata autorità:
- Ricordati, ad Hogwarts sono il signor Preside.
Ti stampa un bacio sulla guancia e sussurra a sua volta.
- Qui sei ancora il mio papà, però.
Il treno si stacca dal marciapiede e lo guardi allontanarsi, poi saluti Potter e ti smaterializzi: il San Mungo ti aspetta.
 
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view post Posted on 14/5/2018, 19:44
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Eeeeehi! Chiara, tu sei una bugiarda, sappilo!
Avevi detto che per la tua storia avevvi avuto una idea come la mia... invece la tua storia è diversissima, e molto bella!

CITAZIONE
Il problema è Eirene che si sente colpevole e responsabile.
Non vuoi che nemmeno per un attimo tua figlia provi cosa significa non perdonarsi.

Questa frase da sola, vale tutta la storia. :lovelove:
CITAZIONE
Forse non è da preside comportarsi così, forse non è nemmeno da Severus Piton: ma adesso sei soltanto un padre..

Stupendo... e molto commovente.

CITAZIONE
Tu hai fiducia nel tuo papà, vero?

Questa frase, pronunciata da lui, da Severus, è davvero da brividi. E meravigliosa. Rappresenta la storia dell'evoluzione della vita di un uomo. Fiducia. In lui. Bello, stupendo. Da brividissimi.

Storia stupenda, bravissima!
 
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