Il Calderone di Severus

Altri luoghi di Severus nei libri, Dai libri, interviste, Pottermore e saggi dei fan

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view post Posted on 16/7/2020, 16:12
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Buca-calderoni

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I due brani proposti mi invitano a intervenire sull'argomento “Severus insegnante”, che mi riguarda molto da vicino (professoressa anch’io!), per cui quanto dirò è basato sulla mia diretta esperienza personale di diversi anni di insegnamento.
Insegnante estremamente preparato e competente, il che non è sempre così scontato, in diverse occasioni il nostro caro Severus ci va giù un po’ pesante con gli alunni, è spesso parziale, e quel che è peggio, non manca di trascendere nell'umiliazione e nell'offesa personale, soprattutto nei confronti di alcuni studenti particolarmente deboli, che avrebbero necessitato di altro tipo di approccio individuale. Tutto ciò è sicuramente riprovevole, e non intendo giustificarlo. Sappiamo come e perché lui debba farsi odiare da tutti e ci riesce benissimo.
Detto ciò, non bisogna idealizzare il lavoro dell’insegnante: nella realtà gestire una classe di adolescenti non è affatto facile, servono grande polso e rigore, bisogna essere davvero severi e molto, molto esigenti. In pratica, il bastone (molto) e la carota (poca). Severus, è vero, è sbilanciato da una parte, ma, ad esempio, Lupin è sbilanciato dall'altra. Troppa tolleranza e morbidezza possono portare anche a perdere il controllo della classe, i ragazzi ne approfittano ampiamente e la situazione può diventare irrecuperabile. Non esagero, sempre esperienza personale, eh. Lupin è fantastico come confidente e amico, leale e saggio, è paterno e affettuoso, ma come professore è troppo buono. Probabilmente anche nei vostri ricordi scolastici c’è quel professore certo simpatico ma troppo tollerante, con cui si “poteva fare come ci pare”, con il risultato che non riusciva neppure a fare lezione. Per fortuna, questo a Lupin non succede, è andata bene e alla fine è stato senza dubbio un buon insegnante. Meno male che le classi di Hogwarts non sono particolarmente problematiche, anzi, tutti bravi ragazzi, educati, diligenti e pieni di buona volontà (magari!!!).
Più che a Lupin, il mio apprezzamento in qualità di insegnante va alla McGonagall, rigida, esigente, severa, ma sempre precisa e corretta, lei è giusto equilibrio tra “bastone” e “carota”.
Certo Severus tanto equilibrato non poteva essere.
Venendo ai due brani proposti, li ho riletti con attenzione e devo dire che in queste occasioni si può definire il comportamento di Severus brusco, forse antipatico, ma nemmeno poi tanto, ma io lo trovo più che corretto. Nulla da rimproverargli. Stabilisce la disciplina con solo mezza parola, non ha bisogno di urlare, spiega le lezioni con chiarezza, giustamente pretende molto dagli studenti.
CITAZIONE
«Risposta copiata quasi parola per parola dal Manuale degli Incantesimi, Volume sesto» commentò Piton in tono sdegnoso (e dal suo angolo Malfoy sogghignò), «ma essenzialmente corretta».

Critica, ma è lecito, il metodo di studio di Hermione, ma poi la apprezza (!!)

CITAZIONE
«Oh, molto bene» lo interruppe Piton, con le labbra arricciate. «Sì, è bello vedere che quasi sei anni di istruzione magica non sono andati sprecati, Potter. I fantasmi sono trasparenti».

CITAZIONE
«Prima di cominciare, voglio i vostri temi sui Dissennatori». Piton agitò la bacchetta con noncuranza, e venticinque fogli di pergamena si levarono in aria e atterrarono in una pila ordinata sulla cattedra. «E spero per il vostro bene che siano migliori delle fesserie che ho dovuto sopportare sulle difese contro la Maledizione Imperius.

Non dice nulla che non dovrebbe, è sarcastico sì, ma senza cattiveria, anzi adoro le sue battute.
Personalmente trovo che l’ironia e le battute pungenti siano molto efficaci con i ragazzi, molto più di rimproveri adirati, ovviamente sempre senza trascendere nella derisione o nell'offesa gratuita.

CITAZIONE
«Ha cercato di stregarmi, nel caso che non te ne sia accorta!» esclamò Harry, irritato.

Harry invece è totalmente prevenuto nei suoi confronti, interpreta tutto a modo suo, vede ovunque sguardi torvi e toni sdegnosi, sembra quasi affetto da una mania di persecuzione, e arriva a credere addirittura che il professore voglia fargli del male (questa volta addirittura in classe davanti a tutti quando avrebbe avuto mille altre occasioni migliori per farlo!!), e gli risponde in modo inaccettabile.
CITAZIONE
«Non c'è bisogno di chiamarmi signore, professore»

.
Atteggiamento del tutto intollerabile, il rispetto e l’educazione nei confronti della figura e del ruolo dell’insegnante sono fondamentali, a prescindere, e vanno assolutamente pretesi, senza eccezioni.
CITAZIONE
«Be', quello che ha detto Harry è utilissimo se vogliamo distinguerli!» intervenne Ron. «Quando ci troviamo faccia a faccia con uno di loro in un vicolo buio abbiamo giusto il tempo di un'occhiata per vedere se è solido, non ci mettiamo a chiedere: 'Mi scusi, lei è l'impronta di un'anima dipartita?'»

Anche Ron è piuttosto impertinente.
Ma Severus sa come mettere tutti a posto, senza scomporsi. Sarà anche poco simpatico, ma sinceramente io qui non trovo in lui nulla da eccepire.

CITAZIONE
«Be'» rispose Hermione, «io ho pensato che assomigliava un po' a te».
«A me?»
«Sì, quando ci hai raccontato com'è stato affrontare Voldemort. Hai detto che non era solo imparare a memoria un mucchio di formule, hai detto che eri solo tu con il tuo cervello e la pancia... Be', non è lo stesso che ha detto Piton? Che in fondo si tratta solo di essere coraggiosi e mentalmente pronti?»

Infine, esprimo il mio grande apprezzamento per Hermione, per la sua saggezza, intelligenza (questa volta non ha copiato dal libro!) e sensibilità.
 
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view post Posted on 18/7/2020, 14:28
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Mi è piaciuto molto il tuo intervento, Barbara, soprattutto con la tua esperienza diretta sul campo, e lo condivido.
Avresti dovuto esserci quando abbiamo tenuto il "Processo a Piton": l'avresti sicuramente ben difeso dall'infamante accusa di essere violento con gli allievi!
 
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view post Posted on 18/7/2020, 23:15
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Non sai quanto mi sarebbe piaciuto! Adoro queste discussioni!
 
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La Stamberga strillante - estratto da HP3


Cap. 18

"Piton?" disse Black con voce rauca, distogliendo lo sguardo da Crosta per la prima volta dopo parecchio tempo e fissando Lupin. "Che cosa c'entra Piton?"
"E' qui, Sirius" disse Lupin gravemente. "Anche lui insegna qui".
Guardò Harry, Ron e Hermione.
"Il professor Piton era a scuola con noi. Si è battuto molto perché non mi venisse affidata la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. E' tutto l'anno che ripete a Silente che non bisogna fidarsi di me. Ha
le sue ragioni... vedete, Sirius gli fece uno scherzo che quasi lo uccise, uno scherzo che coinvolse me...".
Black se ne uscì con una risatina di scherno.
"Se l'era meritato" disse in tono beffardo. "Sempre in giro a ficcare il naso dappertutto, a cercare di scoprire che cosa facevamo... sperando di riuscire a farci espellere..."
"Severus era molto curioso di sapere dove andavo tutti i mesi" spiegò Lupin a Ron, Harry e Hermione. "Eravamo nello stesso anno, sapete, e non... ehm... non ci amavamo molto. Quello che gli piaceva
meno di tutti era James. Era geloso, credo, del talento di James sul campo di Quidditch... comunque, Piton mi aveva visto attraversare il parco con Madama Chips una sera mentre mi accompagnava al Platano
Picchiatore per trasformarmi. Sirius pensò che sarebbe stato... ehm... divertente dire a Piton che bastava premere il nodo sul tronco con un lungo bastone e avrebbe potuto seguirmi. Be', naturalmente Piton lo fece... se fosse riuscito ad arrivare fin qui, avrebbe incontrato un Lupo Mannaro completamente sviluppato... ma tuo padre, che aveva scoperto cosa aveva fatto Sirius, seguì Piton e lo fece tornare indietro, mettendo a repentaglio la propria vita... Piton però riuscì a vedermi, alla fine del tunnel. Silente gli proibì di
raccontare agli altri che cosa aveva visto, ma da allora seppe che cos'ero..."
"Allora è per questo che lei non piace a Piton" disse Harry lentamente, "perché credeva che lei fosse complice dello scherzo?"
"Proprio così" disse una voce fredda alle spalle di Lupin.
Severus Piton si stava sfilando il Mantello dell'Invisibilità, la bacchetta puntata verso Lupin.


Edited by Ida59 - 3/7/2023, 11:59
 
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La Stamberga strillante - foto dal 3° film

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La Stamberga strillante - estratto HP3



Cap. 19

Hermione urlò. Black balzò in piedi. Harry trasalì come se fosse stato colpito da una forte scarica elettrica.
"L'ho trovato alle radici del Platano Picchiatore" disse Piton gettando di lato il Mantello, bene attento a tenere la bacchetta puntata dritto al petto di Lupin. "Molto utile, Potter, ti ringrazio..."
Piton era un po' ansante, ma la sua espressione traboccava di trionfo represso. "Forse vi state chiedendo come facevo a sapere che eravate qui?" disse, gli occhi luccicanti. "Sono appena stato nel tuo studio, Lupin. Questa notte hai dimenticato di prendere la tua pozione, così te ne avevo portato un boccale intero. E meno male... meno male per me, voglio dire. Sulla tua scrivania c'era una certa mappa. Mi è bastata un'occhiata per sapere tutto quello che volevo. Vi ho visti sparire in questo passaggio".
"Severus..." cominciò Lupin, ma Piton non lo lasciò continuare.
"Ho detto e ridetto al Preside che stavi aiutando il tuo vecchio amico Black a entrare nel castello, Lupin, ed ecco qui la prova. Nemmeno io mi sarei sognato che avresti avuto il coraggio di usare questa vecchia baracca come nascondiglio..."
"Severus, stai commettendo un errore" disse Lupin incalzante. "Non hai sentito tutta la storia... ti posso spiegare... Sirius non è qui per uccidere Harry..."
"Altri due criminali pronti per Azkaban questa notte" disse Piton con gli occhi febbrili. "Sono curioso di vedere come la prenderà Silente... era convinto che tu fossi innocuo, sai, Lupin... un Lupo Mannaro addomesticato..."
"Stupido" disse piano Lupin. "Vale la pena di rinchiudere un innocente ad Azkaban per una lite tra ragazzi?"
BANG! Sottili funi serpentine uscirono dalla punta della bacchetta di Piton e si avvolsero attorno alla bocca, ai polsi e alle caviglie di Lupin, che perse l'equilibrio e cadde a terra, immobilizzato.
Black avanzò verso Piton, che gli puntò la bacchetta tra gli occhi.
"Dammi solo una scusa" sussurrò. "Dammi solo una scusa per farlo, e giuro che lo farò".
Black si fermò. Impossibile dire quale dei due volti esprimeva più odio.
Harry rimase lì paralizzato, senza sapere cosa fare o a chi credere. Guardò Ron e Hermione. Ron era confuso quanto lui e continuava a lottare per trattenere l'agitatissimo Crosta. Hermione, comunque, fece un passo incerto verso Piton e disse, con voce rotta:
"Professor Piton... non... non le pare il caso di ascoltare quello che hanno da dire, o... o no?"
"Signorina Granger, sei già praticamente sospesa!" sbottò Piton. "Tu, Potter e Weasley siete fuori dai confini della scuola, in compagnia di un uomo condannato per assassinio e di un Lupo Mannaro. Per una volta nella vita, chiudi la bocca".
"Ma se... se ci fosse stato un errore..."
"Stai zitta stupida ragazzina!" urlò Piton, perdendo il controllo all'improvviso. "Non parlare di cose che non capisci!" Qualche scintilla sprizzò dalla punta della sua bacchetta, che era ancora puntata verso il volto di Black. Hermione tacque.
"La vendetta è dolcissima" sibilò Piton a Black. "Quanto ho sperato di essere io a catturarti..."
"Rischi di nuovo di passare per stupido, Severus" sibilò Black. "Se questo ragazzo porta il suo topo al castello" e fece un cenno verso Ron, "ti seguirò senza far storie..."
"Al castello?" disse Piton suadente. "Non credo che dovremo andare così in là. Non devo far altro che chiamare i Dissennatori, una volta usciti dal Platano. Saranno felicissimi di vederti, Black... così
felici che ti daranno un bacetto, credo..."
Quel poco di colore rimasto sul viso di Black svanì.
"Tu... tu devi ascoltarmi" disse con voce roca. "Il topo... guarda il topo..."
Ma nello sguardo di Piton c'era una luce folle che Harry non aveva mai visto prima. Sembrava aver perso la ragione.
"Muovetevi, tutti quanti" disse. Schioccò le dita, e i capi delle funi che tenevano legato Lupin gli volarono in mano. "Io terrò il Lupo Mannaro. Forse i Dissennatori vorranno baciare anche lui..."
Senza perdere tempo a riflettere, Harry attraversò la stanza in tre passi e bloccò la porta.
"Levati di torno, Potter, sei già abbastanza nei guai" sibilò Piton. "Se non fossi stato qui a salvarti..."
"Il professor Lupin avrebbe potuto uccidermi cento volte quest'anno" disse Harry. "Sono rimasto solo con lui per ore, a prendere lezioni di difesa contro i Dissennatori. Se davvero stava aiutando Black, perché non mi ha finito allora?"
"Non chiedermi di immaginare come funziona la mente di un Lupo Mannaro" sibilò Piton. "Togliti, Potter".
"Lei è patetico!" gridò Harry. "Solo perché a scuola la prendevano in giro non ha nemmeno intenzione di ascoltare..."
"Silenzio! Non permetto che mi si parli con questo tono!" strillò Piton, più folle che mai. "Tale padre tale figlio, Potter! Ti ho appena salvato la vita, dovresti ringraziarmi in ginocchio! Ti sarebbe stato proprio bene se ti avesse ucciso! Saresti morto come tuo padre, sei troppo arrogante per credere che potresti esserti
sbagliato sul conto di Black... ora fuori dai piedi, o ti ci spedirò io... Fuori dai piedi, Potter!"
Harry decise in un lampo. Prima che Piton potesse fare anche solo un passo verso di lui, alzò la bacchetta.
"Expelliarmus!" gridò. Ma la sua non fu la sola voce a urlare. Si udì un lampo che fece tremare la porta sui cardini; Piton fu sollevato da terra e sbatté contro il muro, poi scivolò a terra, con un rivolo di sangue che gli scorreva tra i capelli. Era svenuto. Harry si guardò intorno. Ron e Hermione avevano cercato di disarmare Piton esattamente nello stesso istante. La bacchetta di Piton disegnò un alto arco a mezz'aria e atterrò sul letto, vicino a Grattastinchi.
"Non dovevate farlo" disse Black, guardando Harry. "Dovevate lasciarlo a me..."
Harry evitò lo sguardo di Black. Anche in quel momento non era sicuro di aver fatto la cosa giusta.
"Abbiamo aggredito un insegnante... abbiamo aggredito un insegnante..." piagnucolò Hermione, fissando l'inanimato Piton con occhi pieni di terrore. "Oh, passeremo un grosso guaio..."
 
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view post Posted on 21/8/2023, 07:50
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La Stamberga strillante - dal 3° film


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La Stamberga strillante - estratti da HP3



Cap.19

"E il professor Piton?" chiese Hermione con una vocina sottile, guardando Piton lungo disteso per terra.
"Non ha niente di grave" disse Lupin curvandosi su di lui e tastandogli il polso. "Siete stati solo un po'... troppo entusiasti. E' ancora privo di sensi. Ehm... forse è meglio non rianimarlo finché non siamo al sicuro nel castello. Possiamo portarlo così..."
Mormorò Mobilicorpus. Come se una serie di fili invisibili fossero stati legati ai suoi polsi, al collo e alle ginocchia, Piton si rizzò in piedi, la testa ciondolante simile a quella di una grottesca marionetta. Rimase sospeso a pochi centimetri da terra, con i piedi che pendevano flosci. Lupin raccolse il Mantello dell'Invisibilità e se lo infilò al sicuro in tasca.



Cap. 20

Harry non aveva mai fatto parte di un gruppo più strano.
Grattastinchi apriva la strada giù per le scale; seguivano Lupin, Minus e Ron, simili a concorrenti di una gara a tre gambe. Poi veniva il professor Piton, aleggiando sinistramente a mezz'aria, le punte dei piedi che urtavano ogni gradino mentre scendeva, sorretto dalla sua stessa bacchetta che Black gli puntava contro. Harry e Hermione chiudevano il corteo.
Tornare nel tunnel fu complicato. Lupin, Minus e Ron dovettero mettersi di lato per riuscirci; Lupin aveva sempre Minus a tiro di bacchetta. Harry li vide avanzare goffamente nel tunnel uno a uno.
Grattastinchi era ancora il primo della fila. Harry entrò subito dopo Black, che faceva galleggiare Piton davanti a loro; il professore continuava a picchiare la testa ciondolante contro il soffitto basso. Harry aveva l'impressione che Black non facesse nessuno sforzo per evitarlo.
[…]
Black si voltò a guardarlo; la testa di Piton strisciava contro il soffitto, ma Black non ci fece caso.
"Lo desideri davvero?" chiese. "Sul serio?"
"Sì, sul serio!" rispose Harry.
Il volto tormentato di Black si aprì nel primo vero sorriso che Harry vi avesse scorto finora. La differenza era sorprendente, come se una persona più giovane di dieci anni brillasse attraverso la maschera incavata; per un attimo, riapparve l'uomo che aveva riso al matrimonio dei genitori di Harry.
Non parlarono più fino alla fine del tunnel. Grattastinchi balzò fuori per primo; evidentemente aveva premuto la zampa sul nodo del tronco, perché Lupin, Minus e Ron si arrampicarono fuori senza che si
udisse alcun sibilo di rami infuriati.
Black fece passare Piton attraverso il buco, poi si ritrasse e lasciò uscire Harry e Hermione. Finalmente furono tutti fuori.
I prati ora erano immersi nell'oscurità. L'unica luce proveniva dalle lontane finestre del castello. Si avviarono senza dire una parola.
[…]
Risalirono i prati in silenzio, mentre le luci del castello si facevano sempre più grandi. Piton continuava a galleggiare in maniera bizzarra davanti a Black, con il mento che gli sobbalzava sul petto.
E poi...
Una nuvola passò. All'improvviso sul suolo si allungarono tenui ombre. Il gruppo fu bagnato dalla luce della luna.

 
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La Stamberga strillante - dal 3° film


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La stamberga strillante

Estratto dal 7° libro

Cap. 32, primo brano



Voldemort abbassò di nuovo lo sguardo sulla Bacchetta. Lo turbava... e le cose che turbavano Lord Voldemort andavano sistemate...
«Vammi a prendere Piton».
«Piton, m-mio Signore?»
«Piton. Ora. Ho bisogno di lui. Devo chiedergli un... servizio. Vai».
Spaventato, inciampando nella penombra, Lucius uscì dalla stanza. Voldemort rimase a rigirarsi la Bacchetta tra le dita, osservandola.
«Non c'è altro modo, Nagini» mormorò, e alzò lo sguardo: l'enorme serpente era sospeso in aria e si muoveva sinuoso dentro lo spazio incantato e protetto creato da Voldemort, una sfera luminosa, trasparente, a metà tra una gabbia scintillante e un terrario.
Con un sussulto Harry uscì dalla visione e aprì gli occhi; immediatamente le sue orecchie furono aggredite dalle urla e dagli strilli, dai colpi e dalle esplosioni della battaglia.
«È nella Stamberga Strillante. Il serpente è con lui, è avvolto da una specie di protezione magica. Ha appena mandato Lucius Malfoy a prendere Piton».
«Voldemort è nella Stamberga Strillante?» chiese Hermione, sdegnata. «Non... non sta neanche combattendo?»
«Non pensa di dover combattere» spiegò Harry. «Crede che sarò io ad andare da lui».
«Ma perché?»
«Sa che cerco gli Horcrux e ha Nagini accanto a sé: è chiaro che devo andare da lui se voglio avvicinarmi a quella bestia...»
 
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La stamberga strillante

Estratto dal 7° libro

Cap. 32, secondo brano



Poi udì delle voci dalla stanza che era proprio davanti a loro, appena soffocate perché lo sbocco del tunnel era stato bloccato da quella che sembrava una vecchia cassa. Trattenendo il respiro, Harry si avvicinò all'apertura e spiò dal piccolo spazio rimasto tra la cassa e la parete.
La stanza era poco illuminata, ma vide Nagini muoversi come una biscia sott'acqua, al sicuro nella sua luminosa bolla incantata, sospesa a mezz'aria. Vide il bordo di un tavolo e una mano bianca dalle lunghe dita che giocherellava con una bacchetta. Poi Piton parlò e il cuore di Harry mancò un colpo: era a pochi centimetri da lui.
«... mio Signore, la resistenza sta crollando...»
«... e il tuo aiuto non serve» ribatté Voldemort con la sua voce nitida e acuta. «Per quanto tu sia un abile mago, Piton, non credo che tu possa fare molta differenza, ormai. Ci siamo quasi... quasi».
«Lasciatemi cercare il ragazzo. Consentitemi di portarvi Potter. So che posso trovarlo, mio Signore. Vi prego».
Piton passò davanti alla fessura e Harry si ritrasse, lo sguardo fisso su Nagini, chiedendosi se esisteva un incantesimo in grado di penetrare la protezione che la circondava, ma non gli venne in mente nulla. Bastava fallire una volta e l'avrebbero scoperto...
Voldemort si alzò. Harry lo vide bene, gli occhi rossi, il volto piatto da serpente, il pallore che riluceva appena nella semioscurità.
«Ho un problema, Severus» mormorò Voldemort.
«Mio Signore?»
Voldemort alzò la Bacchetta di Sambuco, reggendola con delicatezza e precisione, come la bacchetta di un direttore d'orchestra.
«Perché con me non funziona, Severus?»
Nel silenzio, a Harry parve di sentire il serpente sibilare: o era il sospiro di Voldemort che indugiava nell'aria?
«Mio... mio Signore» rispose Piton, senza espressione. «Non capisco. Voi... voi avete compiuto magie straordinarie con quella bacchetta».
«No» obiettò Voldemort. «Ho compiuto le mie magie consuete. Io sono straordinario, ma questa bacchetta... no. Non ha mostrato le meraviglie che prometteva. Non avverto alcuna differenza tra questa bacchetta e quella che mi procurai da Olivander tanti anni fa».
Il tono di Voldemort era meditabondo, tranquillo, ma la cicatrice di Harry cominciò a pulsare: il dolore gli attraversò la fronte e sentì quel senso controllato di furia crescere dentro Voldemort.
«Nessuna differenza» ribadì Voldemort.
Piton non parlò. Harry non lo vedeva in volto: si chiese se percepisse il pericolo, se stesse cercando le parole giuste per rassicurare il suo padrone.
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 6/11/2023, 09:15) 

La stamberga strillante

Estratto dal 7° libro

Cap. 32, secondo brano



Poi udì delle voci dalla stanza che era proprio davanti a loro, appena soffocate perché lo sbocco del tunnel era stato bloccato da quella che sembrava una vecchia cassa. Trattenendo il respiro, Harry si avvicinò all'apertura e spiò dal piccolo spazio rimasto tra la cassa e la parete.
La stanza era poco illuminata, ma vide Nagini muoversi come una biscia sott'acqua, al sicuro nella sua luminosa bolla incantata, sospesa a mezz'aria. Vide il bordo di un tavolo e una mano bianca dalle lunghe dita che giocherellava con una bacchetta. Poi Piton parlò e il cuore di Harry mancò un colpo: era a pochi centimetri da lui.
«... mio Signore, la resistenza sta crollando...»
«... e il tuo aiuto non serve» ribatté Voldemort con la sua voce nitida e acuta. «Per quanto tu sia un abile mago, Piton, non credo che tu possa fare molta differenza, ormai. Ci siamo quasi... quasi».
«Lasciatemi cercare il ragazzo. Consentitemi di portarvi Potter. So che posso trovarlo, mio Signore. Vi prego».
Piton passò davanti alla fessura e Harry si ritrasse, lo sguardo fisso su Nagini, chiedendosi se esisteva un incantesimo in grado di penetrare la protezione che la circondava, ma non gli venne in mente nulla. Bastava fallire una volta e l'avrebbero scoperto...
Voldemort si alzò. Harry lo vide bene, gli occhi rossi, il volto piatto da serpente, il pallore che riluceva appena nella semioscurità.
«Ho un problema, Severus» mormorò Voldemort.
«Mio Signore?»
Voldemort alzò la Bacchetta di Sambuco, reggendola con delicatezza e precisione, come la bacchetta di un direttore d'orchestra.
«Perché con me non funziona, Severus?»
Nel silenzio, a Harry parve di sentire il serpente sibilare: o era il sospiro di Voldemort che indugiava nell'aria?
«Mio... mio Signore» rispose Piton, senza espressione. «Non capisco. Voi... voi avete compiuto magie straordinarie con quella bacchetta».
«No» obiettò Voldemort. «Ho compiuto le mie magie consuete. Io sono straordinario, ma questa bacchetta... no. Non ha mostrato le meraviglie che prometteva. Non avverto alcuna differenza tra questa bacchetta e quella che mi procurai da Olivander tanti anni fa».
Il tono di Voldemort era meditabondo, tranquillo, ma la cicatrice di Harry cominciò a pulsare: il dolore gli attraversò la fronte e sentì quel senso controllato di furia crescere dentro Voldemort.
«Nessuna differenza» ribadì Voldemort.
Piton non parlò. Harry non lo vedeva in volto: si chiese se percepisse il pericolo, se stesse cercando le parole giuste per rassicurare il suo padrone.

Che momento... che turbinio di pensieri ed emozioni in Severus.
 
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Estratto dal 7° libro

Cap. 32, terzo brano



Voldemort cominciò a muoversi per la stanza: Harry lo perse di vista per qualche secondo, mentre passeggiava avanti e indietro, parlando con la stessa voce misurata, e il dolore e la rabbia crescevano in lui.
«Ho riflettuto a lungo e a fondo, Severus... sai perché ti ho richiamato dalla battaglia?»
Per un attimo Harry vide il profilo di Piton: i suoi occhi erano fissi sul serpente acciambellato nella gabbia incantata.
«No, mio Signore, ma vi supplico di lasciarmi tornare laggiù. Permettetemi di trovare Potter».
«Parli come Lucius. Nessuno di voi capisce Potter quanto me. Non serve cercarlo. Potter verrà da me. Conosco la sua debolezza, vedi, il suo grande difetto. Non sopporterà di vedere gli altri cadere attorno a lui, sapendo di esserne la causa. Vorrà porvi fine a ogni costo. Verrà».
«Ma, mio Signore, potrebbe venire ucciso per errore da qualcun altro...»
«Ho dato istruzioni molto precise ai miei Mangiamorte. Catturare Potter. Uccidere i suoi amici - più ne abbattono, meglio è - ma non lui.
«Ma è di te che desideravo parlare, Severus, non di Harry Potter. Mi sei stato molto prezioso. Molto prezioso».
«Il mio Signore sa che io desidero solo servirlo. Ma lasciatemi andare a cercare il ragazzo. Lasciate che ve lo porti. So che posso...»
«Ho detto di no!» esclamò Voldemort voltandosi di nuovo, e Harry scorse il luccichio rosso nei suoi occhi, e il fruscio del suo mantello fu come quello di un serpente; avvertì l'impazienza del Signore Oscuro nella cicatrice ardente. «La mia preoccupazione al momento, Severus, è che cosa accadrà quando finalmente incontrerò il ragazzo!»
«Mio Signore, non ci può essere questione...»
«... ma una questione c'è, Severus. C'è».
Voldemort si arrestò e Harry lo vide con chiarezza: faceva scivolare tra le dita la Bacchetta di Sambuco e scrutava Piton.
«Perché entrambe le bacchette che ho usato hanno fallito quando le ho puntate contro Harry Potter?»
«Io... io non sono in grado di rispondere, mio Signore».
«Non sei in grado?»



:cry: :lovelove: :cry: Fa davvero male vedere Severus che, ormai conscio che deve morire, si premura non solo di difendere Harry, ma anche Draco, che per un poì è stato possessore della bacchetta. Ma Voldemort è sempre troppo pieno di sè per capire come funziona la lealtà delle bacchette...
 
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