Diagon Alley - Brani dei libri
Harry Potter e il Principe Mezzosangue
Diagon Alley era cambiata. Le colorate, scintillanti vetrine stracolme di libri di magia, ingredienti di pozioni e paioli erano sparite, interamente coperte da grandi cartelloni del Ministero della Magia. La maggior parte dei cupi annunci erano ingrandimenti delle istruzioni del Ministero distribuite nel corso dell'estate, ma altri recavano foto in bianco e nero di pericolosi Mangiamorte ricercati. Bellatrix Lestrange sghignazzava dalla facciata della farmacia più vicina. Alcune vetrine erano sprangate, comprese quelle della gelateria di Florian Fortebraccio. D'altro canto, lungo la strada era sorto un certo numero di banchetti dall'aria squallida. Il più vicino, costruito subito fuori dal Ghirigoro sotto una sudicia tenda a righe, aveva un'insegna di cartone appesa davanti:
Amuleti. Efficaci contro Lupi Mannari, Dissennatori e Inferi
Un piccolo mago dall'aria sciatta agitava verso i passanti manciate di simboli d'argento appesi a catene.
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«Siete tutti a posto?» chiese la signora Weasley. «Comprato i vestiti? Bene, allora possiamo fare un salto in farmacia e all'Emporio del Gufo sulla strada per Fred e George... state vicini, ora...»
Né Harry né Ron comprarono niente in farmacia, visto che non avrebbero più studiato Pozioni, ma entrambi acquistarono grosse confezioni di noci per Edvige e Leotordo all'Emporio del Gufo. Poi, con la signora Weasley che controllava l'orologio ogni minuto, fecero un altro tratto di strada in cerca di Tiri Vispi Weasley, il negozio di scherzi di Fred e George.
«Non abbiamo molto tempo» disse la signora Weasley. «Quindi daremo solo un'occhiata veloce e poi subito in macchina. Dovremmo esserci quasi, quello è il numero novantadue... novantaquattro...»
«Urca» fece Ron, immobilizzandosi.
In contrasto con le squallide facciate dei negozi soffocate dai manifesti, le vetrine di Fred e George colpivano come uno spettacolo di fuochi d'arti-ficio. I passanti si voltavano a guardarle, e alcune persone stupefatte si erano fermate, come paralizzate. La vetrina di sinistra riluceva di un assor-timento di oggetti che giravano su se stessi, esplodevano, lampeggiavano, rimbalzavano e strillavano: a Harry lacrimavano gli occhi alla sola vista.
Harry Potter e i doni della morte
Hermione prese la bacchetta di Bellatrix e picchiettò contro un mattone dell'anonimo muro davanti a loro. All'istante i mattoni ruotarono: al centro apparve un'apertura che si fece sempre più ampia e infine formò un'arcata sulla stradina lastricata chiamata Diagon Alley.
Disegno della Rowling in cui, progressivamnete, si avede allargare il buco tra i mattoni ed aprirsi il passaggio verso Diagon Alley
Era tranquilla, molti negozi erano ancora chiusi, e non c'erano clienti in giro. La stradina storta e acciottolata adesso era molto diversa dal luogo brulicante che Harry aveva conosciuto prima di andare a Hogwarts, tanti anni addietro. Moltissimi negozi erano sprangati, ma dalla sua ultima visita ne erano stati aperti di nuovi dedicati alle Arti Oscure. Il suo stesso volto lo scrutava dai manifesti incollati su molte vetrine, sempre corredati dalla didascalia: 'Indesiderabile Numero Uno'.
Nei vani delle porte erano rannicchiate persone coperte di stracci. Le sentì piagnucolare all'indirizzo dei pochi passanti, elemosinando denaro, insistendo che erano veri maghi. Un uomo aveva una benda insanguinata sopra un occhio.
Edited by Ida59 - 31/10/2016, 13:14