Hogsmeade
Estratto da Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban
Grattastinchi balzò in avanti. Strisciò come un serpente tra i rami agitati e appoggiò le zampe anteriori sopra un nodo nel tronco.
All'improvviso l'albero cessò di muoversi, come se fosse stato trasformato in marmo. Non si mosse più una foglia.
"Grattastinchi!" sussurrò Hermione incerta. Poi strinse forte il braccio di Harry, tanto da fargli male. "Come faceva a sapere...?"
"E' amico di quel cane" disse Harry incupito. "Li ho visti insieme. Vieni... e tieni pronta la bacchetta..."
In un attimo raggiunsero il tronco, ma prima di arrivare alla fessura nelle radici, Grattastinchi li precedette scivolando all'interno con un guizzo della coda cespugliosa. Harry lo seguì; avanzò a quattro zampe e scivolò giù per una china di terra fino al fondo di un tunnel molto basso. Grattastinchi era un po' più avanti, gli occhi che lampeggiavano alla luce della bacchetta di Harry. Un attimo dopo, Hermione strisciò al suo fianco.
"Dov'è Ron?" sussurrò con voce terrorizzata.
"Da questa parte" disse Harry, avanzando dietro Grattastinchi, con la schiena curva.
"Dove finisce questo tunnel?" chiese Hermione senza fiato, seguendolo.
"Non lo so... è segnato sulla Mappa del Malandrino ma Fred e George dicono che non l'ha mai usato nessuno... finisce fuori dai confini della mappa, ma sembrava che portasse a Hogsmeade..."
Avanzavano più velocemente possibile, quasi piegati in due; davanti a loro, la coda di Grattastinchi spariva e riappariva. La galleria proseguiva, sembrava lunga almeno come quella per Mielandia. Harry riusciva a pensare solo a Ron e a quello che l'enorme cane poteva fargli... boccheggiava, traendo brevi respiri dolorosi, e correva chino...
E poi il tunnel prese a salire; poco dopo curvò, e Grattastinchi sparì. Harry vide una macchia di luce fioca che penetrava da una piccola apertura.
Lui e Hermione si fermarono, ripresero fiato e si sporsero a guardare. Entrambi alzarono la bacchetta per vedere che cosa li attendeva.
Era una stanza, una stanza molto polverosa e disordinata. La carta da parati si scollava dai muri; il pavimento era tutto macchiato; ogni mobile era rotto come se qualcuno lo avesse preso a randellate. Le finestre erano chiuse da tavole inchiodate.
Harry lanciò uno sguardo a Hermione, che aveva l'aria molto spaventata ma annuì.
Harry si spinse fuori dall'apertura e si guardò attorno. La stanza era deserta, ma c'era una porta aperta alla loro destra, che conduceva in un'anticamera buia. All'improvviso Hermione afferrò di
nuovo il braccio di Harry. Osservava le finestre sbarrate con gli occhi sgranati.
"Harry" sussurrò, "credo che siamo dentro la Stamberga Strillante".
Harry si guardò attorno. Lo sguardo gli cadde su una sedia di legno. Grossi pezzi erano saltati via; una delle gambe era stata strappata.
"Non sono stati i fantasmi" disse lentamente.
In quel momento sentirono uno scricchiolio sopra le loro teste.
Qualcosa si era mosso al piano di sopra. Fissarono entrambi il soffitto. Hermione gli stringeva il braccio così forte che Harry stava perdendo la sensibilità delle dita. La guardò alzando le
sopracciglia; lei annuì e mollò la presa.
Più silenziosamente possibile, avanzarono nell'anticamera e presero a salire la scala che andava in pezzi. Tutto era ricoperto da uno spesso strato di polvere tranne il pavimento, dove una larga striscia lucida indicava che qualcosa era stato trascinato di sopra.
Raggiunsero il pianerottolo buio.
"Nox" sussurrarono insieme, e le luci sulla punta delle bacchette si spensero. C'era solo una porta aperta. Mentre la raggiungevano furtivi, avvertirono dei movimenti dall'altra parte; un sordo gemito, e poi un intenso ronzio di fusa. Si scambiarono un ultimo sguardo, un ultimo cenno.
Con la bacchetta ben stretta in mano e tesa davanti a sé, Harry sferrò un calcio alla porta e la spalancò.
Su uno splendido letto a baldacchino con le cortine polverose era disteso Grattastinchi.