Quarto e penultimo brano (il più lungo) di Orizzonti. Octavia
- Avanti, venga qua ad asciugarsi! - grida, mostrandoti un grande asciugamano colorato.
E' comparsa dal nulla: eri certo che non ci fosse nessuno sulla spiaggia, altrimenti non ti saresti certo comportato come uno stupido.
La guardi restando immobile, i piedi nudi ancora nell'acqua fredda e i lunghi capelli corvini che stillano acqua salata appiccicati sul volto.
Si avvicina a te correndo, le braccia allungate a porgerti l'asciugamano.
- Venga fuori dall'acqua, avanti! - ti sprona decisa. - E' freddissima!
Atteggi una superiore indifferenza maschile mentre tenti di reprimere il primo brivido. Non hai molto successo.
Lei ride. Una risata cristallina come ti pare di non avere mai udito. Decidi di ignorarla. Però esci dall'acqua: non ha senso congelarti anche i piedi dopo la figura da idiota che hai fatto.
- Lo prenda! - insiste porgendoti l'asciugamano deliziosamente asciutto.
Tuo malgrado lo accetti e ti asciughi il viso strizzandoti i capelli fradici e levandoteli infine dalla faccia.
Lei spalanca gli occhi e la bocca, sorpresa. Manco avesse visto un sirenetto, pensi tu, irritato. Sei tremendamente a disagio.
Lei è giovane, avrà come minimo vent'anni meno di te. Ha un viso carino, nonostante il fastidioso stupore, lunghi capelli biondo scuro e gli occhi spalancati sono… dannatamente
verdi. E' un verde completamente diverso, per fortuna. Molto più scuro e intenso. Però il tuo cuore ha perso un battito. Ancora una volta.
Ma è stata
l'ultima volta, ora lo sai. Adesso il tuo cuore batte solo per lei, per Octavia.
Sorridi di nuovo nel presente e torni al tuo ricordo, al vostro primo incontro.
- Nonostante le apparenze, non sono un mostro marino e non mi cibo di umani. - sibili scortese. - Può quindi chiudere la bocca ed evitare che una mosca ci si infili. - termini stringendoti nell'asciugamano insieme ai tuoi brividi e a rivoli di sgradevole atteggiamento.
Che sarcasmo inutile le hai sputato addosso. Solo perché ha gli occhi
verdi. Si vede che hai perso l'allenamento dei tempi migliori, quando le tue battute erano fulminanti.
Octavia obbedisce e chiude la bocca, ma solo per deliziarti con un inatteso sorriso.
Ti guarda e annuisce tra sé, gli occhi verdi e profondi che scintillano; e ti ammaliano al punto che neppure noti il piccolo movimento complicato impresso alla bacchetta per farne fuoriuscire un getto di aria calda che dirige su di te.
Merlino, è una strega!- No, nessun mostro. Né marino, né altro. - annuisce mentre continua a sorriderti con aria che ti pare maliziosa. -
Solo Severus Piton.La sua voce è dolcissima mentre pronuncia il tuo nome e sei perfino disposto a sorvolare sulla malizia del sorriso. Ma sulla questione mostro avresti parecchio da dire. E non certo a tua difesa. Invece resti in silenzio. E' una strega e sa chi sei. Tocca a lei parlare.
Ti liberi dall'asciugamano: non c'è più bisogno dei rimedi Babbani se c'è la magia e Octavia è così diligente da ripetere l'incantesimo dirigendo su di te la punta della sua bacchetta, comparsa prima da chissà dove.
Ti rendi conto, assurdamente, che è il tuo nome che vorresti sentire ripetere dalla sua voce traboccante di profumata melodia.
E l'assicurazione che non sei un mostro. Anche se un tempo lo sei stato, e nessuna magia può cambiare il tuo passato.
- Non credo che esista un mago, o una strega, che non conosca Severus Piton, l'eroica e coraggiosa spia doppiogiochista di Silente, che ha sovvertito l'esito della seconda guerra magica.
Anche il suo sorriso è profumato, e ti inebria.
- L'ho vista più volte mentre lavorava curvo nel suo giardino: le protezioni che ha istallato sono solo anti-Babbano. - spiega accondiscendente.
Anche i suoi occhi verdi sono profumati. Hanno il profumo della vita e del futuro. Il profumo della speranza.
All'improvviso scuoti il capo con forza, spruzzando le ultime gocce di mare dalle punte dei capelli. Come ha fatto, un pozionista accorto come te, a impiegare tutto questo tempo per capire?
- Essenza di
hydrangea[1]. - affermi senza tema d'errore. - La pregiata varietà blu.
Octavia sorride, quasi scusandosi:
- La stavo distillando, lassù, - e indica una piccola veranda chiusa affacciata sulla baia, - quando ho notato uno dei tanti distratti che si fanno accerchiare dal mare sugli scogli. - spiega ridendo. - Sapendo come va sempre a finire, mi sono precipitata giù per aiutare.
Ti guarda, e sembra felice di averlo fatto. E non è certo influenzata dall'essenza di
hydrangea,
lei.
- Solo quando si è tolto i capelli dal viso, ho potuto riconoscerla, Signor Piton.
- Severus. - sussurri.
Ancora oggi non sai come il tuo nome ti sia sfuggito dalle labbra, quel giorno. L'unica cosa di cui sei certo, è che neppure tu eri influenzato dall'inebriante essenza di
hydrangea.
- Severus…
Un brivido profumato ti percorre il corpo, e vorresti che ripetesse il tuo nome all'infinito. Sì, forse hai respirato un po' di essenza di
hydrangea blu. Doveva essere racchiusa nel tuo nome, la prima volta che era uscito dalle labbra di Octavia.
- Mi dispiace, avrei dovuto lavarmi le mani prima di scendere.
Arrossisce ed è bellissima mentre getta a lato i sandali e si avvicina al bagnasciuga per riparare all'errore.
- No!
Si ferma al tuo richiamo e si volta: i lunghi capelli dalle sfumature biondo scuro volano nel vento e coprono il verde dei suoi occhi. Ma l'incanto permane. E il tuo cuore, incredibilmente, batte, batte forte, batte come non ricordi abbia mai battuto nel tuo petto. Forse, un bagno non previsto nelle fredde acque del Mar Celtico, ai primi di giugno, a un quasi cinquantenne fa male al cuore. O, forse, gli fa solo molto bene.
- Mi piacerebbe visitare il suo laboratorio. Deve essere brava a distillare pozioni, visto il risultato che ha ottenuto con la difficile essenza di
hydrangea blu
.Che sfacciato che sei! Le tue parole suonano come uno scontato approccio maschilista e lei si offenderà.
- Davvero? - esclama invece entusiasta. - Detto da un raffinato pozionista come lei, è un complimento bellissimo, Severus!
Ti guarda e ti sorride, e non importa se ha gli occhi verdi. Il tuo nome è sempre più dolce e profumato sulle sue labbra. Al diavolo il salmastro del mare che ti riempie le narici.
- Mi permetterà di vedere anche il
suo laboratorio, Severus?
Non riesci a trattenere un sorriso: vecchio orso cinquantenne senza esperienza alcuna in fatto d'amore, ora ti auguri che sia lei a prendere l'iniziativa. Sperando che non desideri, invece, solo perfezionare l'arte delle pozioni.
Da quel giorno avete cominciato a frequentarvi, prima al suo laboratorio e poi al tuo, molto più attrezzato. Poi avete cominciato a trascurare i laboratori e siete passati ai colori profumati del tuo giardino, quindi alle passeggiate mano nella mano sulla spiaggia e ai bagni nel mare dalle acque sempre troppo fredde; e hai cominciato ad apprezzare i modi Babbani per riscaldarsi e asciugarsi, abbracciati stretti sulla sabbia. Infine la luna, candidi raggi a illuminare un amore puro che nasceva con dolce lentezza da un cuore che credevi non fosse più capace di amare.
Invece, quanto amore c'era in quel tuo povero cuore!
[1] Nome scientifico dell'ortensia.
Edited by Ida59 - 17/4/2017, 21:25