Ecco un altro bellissimo tibuto segnalato da
Manu che ne ha curato anche la traduzione che potete andare a leggere di seguito. Grazie mille, Manu!
E' possibile andare all'articolo originale cliccando su questo link.
www.parktheatre.co.uk/blog/truly-madly-alanTruly, Madly, Alan
by Feast Creative
I’m looking at a photo of Alan Rickman’s shoes taken during his first visit, back in 2012 when the Park Theatre was still under construction. Unlaced, well lived-in tennis sneakers that he exchanged for work boots to tour the site. Funny, the little things that sharpen a memory.
Alan entered the Park’s life thanks to one of our Ambassadors, Sean Mathias. It was at a play reading in the West End: Sean waved me over to where he was talking to Alan, and spoke enthusiastically about this wonderful new theatre in North London... which hadn’t yet put on a production.
That’s why we have Ambassadors. They’ve got the cred and contacts to do that kind of networking on our behalf. But I was a bit apprehensive. Alan had the reputation of being both fiercely private and somewhat shy, and it was hard to forget he was quite possibly the best screen villain ever. (Though he would have corrected me on that with his famous retort, “I don’t play villains. I play very interesting people.”)
I needn’t have worried. He listened intently, asked a few practical questions, and one sunny June day dropped by for that tour.
During the hour and a half he spent with us, he asked more questions and made several well-informed comments . My strongest memory is of taking him up to the roof where the steel workers were installing girders. They were thrilled to meet him, the more so because he chatted with them about their work. He was enjoying himself, but he also completely understood what the Park Theatre needed from him at that moment – his celebrity. It was he who suggested taking a photo of him sitting on a girder with the crew (he’d retrieved his shoes by then), and said to use it in any way that would help.
He continued to do whatever he could for us over the next four years. At our first fundraising gala, for instance, he and Celia Imrie (another of our wonderful Ambassadors) generously let themselves be auctioned off for a dinner at the Savoy. It netted us £10,000.
What really gladdened our hearts was that Alan and his wife Rima came to see plays here, particularly if there were younger actors he knew and had mentored. He made a practice of visiting the cast afterwards, giving honest advice and gentle support.
The last time we saw him was at Toast in September 2014. His friend John Wark was in the cast, and after the show we went around the corner to the Osteria Tufo, which Alan and Rima both loved. As always, he insisted on paying.
I spoke to him a few times after that, and he talked about the projects he was into. Same enthusiasm for the work, same sense of humour. Nothing about the cancer. Like most people, I had no idea he was ill.
I look back at the photo. Big sneakers to fill? He’d have laughed at that.
We’ll miss him.
Ecco la traduzioneTruly, Madly, Alan
Sto guardando una foto delle scarpe di Alan Rickman fatta durante la sua prima visita, nel 2012 quando il Park Theatre era ancora in costruzione. Sneakers da tennis slacciate e vissute che aveva cambiato con gli scarponcini da lavoro per visitare il sito. Buffo, le piccole cose che mettono a fuoco un ricordo.
Alan entrò nella vita del Park grazie a uno dei nostri Ambasciatori, Sean Mathias. Accadde alla lettura di un copione nel West End: Sean mi salutò da dove stava conversando con Alan, e parlò entusiasticamente di questo meraviglioso nuovo teatro a nord di Londra… che ancora non aveva messo su uno spettacolo.
Questo è il motivo per cui abbiamo degli Ambasciatori. Essi hanno la credibilità e i contatti per creare una sorta di rete di conoscenze per nostro conto. Ma io ero un po’ in apprensione. Alan aveva la reputazione di essere sia accanitamente riservato sia piuttosto diffidente, ed era difficile dimenticare che era, molto probabilmente, il miglior cattivo di sempre del grande schermo. (Sebbene lui mi avrebbe corretto su questo punto con la sua famosa risposta piccata: “Io non interpreto cattivi. Io interpreto persone molto interessanti.”)
Non dovevo preoccuparmi. Ascoltò con attenzione, fece qualche domanda pratica, e in un soleggiato giorno di Giugno passò a trovarci per il tour.
Durante l’ora e mezza che spese con noi, si informò su molte questioni e fece diverse circostanziate considerazioni. Il mio ricordo più nitido è quello di averlo portato sul tetto dove gli operai stavano posando le travi maestre. Loro erano elettrizzati all’idea di incontrarlo a maggior ragione perché lui parlò con loro del loro lavoro. Si stava divertendo, ma davvero comprese di cosa il Park Theatre avesse bisogno da lui in quel momento: la sua celebrità. Fu lui a suggerire di scattare una foto di lui seduto su una trave maestra con la squadra (nel frattempo aveva recuperato le sue scarpe), e disse di usarla in qualsiasi modo poteva essere d’aiuto.
Nei successivi quattro anni continuò a fare qualunque cosa poteva per noi. Al nostro primo gala di raccolta fondi, per esempio, lui e Celia Imrie (un’altra dei nostri meravigliosi Ambasciatori) generosamente si lasciarono mettere all’asta per una cena al Savoy. La cosa ci fece raccogliere £ 10,000.
Ciò che veramente rallegrava i nostri cuori era che Alan e sua moglie Rima venivano a vedere le opere teatrali qui, in particolar modo se c’erano giovani attori che lui conosceva e a cui faceva da mentore. Aveva preso l’abitudine di far visita al cast dopo gli spettacoli, dando consigli sinceri e amichevole supporto.
L’ultima volta che lo vedemmo fu al Toast nel Settembre del 2014. Il suo amico John Wark era nel cast, e dopo lo spettacolo andammo a L’Osteria Tufo, che sia Alan che Rima amavano.
Come sempre, insistette per pagare.
Parlai con lui poche volte dopo quella, e lui parlava dei progetti in cui era coinvolto. Stesso entusiasmo per il lavoro, stesso senso dell’umorismo. Niente sul cancro. Come molte persone, io non avevo nessuna idea che fosse malato.
Riguardo quella foto. Grandi sneakers da riempire? Avrebbe riso di questo.
Ci mancherà.
la prossima volta lascio fare a te Chiara 
